8° Simposio mondiale Master of Wine. Alegre (GOOGLE): "Internet non è meglio ma partner della carta stampata". Al MIT si sta studiando uno schermo che al tatto darà le stesse sensazioni del giornale stampato.

di Virgilio - Parma, 19 maggio 2014. -
Le nuove tecnologie, sempre più alla portata di tutti e applicate a ogni settore della società, stanno mutando radicalmente e in breve tempo i comportamenti e le regole in tutti i settori. Ne sa qualcosa il settore editoriale e in particolare la carta stampata che ancora non si è riuscita a adeguare ai nuovi scenari imposti da internet e dalle rinnovate esigenze dei consumatori, compresi quelli dell'informazione (lettori). L'avvento di internet e i modificati consumi hanno generato una terremoto nel comparto dell'editoria. Secondo i dati di FIEG (federazione italiana editori di giornali) in 7 anni sono state perdute 1,7 milioni di copie mentre o lettori dei siti web delle medesime testate sono cresciuti da 2,7 a 3,7 milioni.
E sempre maggiori saranno le interazioni tra "mondo digitale" e "prodotti reali" soprattutto quando si tratta di comunicazione. Crossmedialità e interazione tra carta stampata e internet sono le chiavi del futuro della comunicazione democratica del vino.
Di questo ne è convinto Daniel Alegre, presidente worldwide Partnership & Business di Google, intervenuto nella giornata di apertura dell'8° Simposio mondiale dei Masters of Wine, tenuto a Firenze dal 15 al 18 maggio. grazie alla collaborazione con l'Istituto del vino italiano Grandi Marchi Il futuro, secondo Alegre, è caratterizzato da grandi innovazioni: "Come quella del Mit che sta studiando uno schermo digitale che al tocco dà le stesse sensazioni del giornale stampato, la differenza la farà la facilità dei pagamenti on line".
Internet e carta stampata non sono competitors ma "soci che si complementano". Tra gli strumenti più innovativi che il web offre, secondo Alegre, ci sono gli hangout che permettono di costruire "una relazione personale tra produttore e consumatore in qualunque parte del mondo, trasformando una transazione commerciale in una relazione duratura, ma anche il cellulare con le sue applicazioni 'location based' che permettono di mescolare e di incrociare i dati". "Strumenti questi che in passato costavano all'azienda centinaia di migliaia di dollari e che oggi - ha proseguito il presidente Alegre - permettono un rapporto uno a molti, sono innovativi e accessibili a chiunque".

Master Of Wine cibus
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Sponsor italiani 8° Simposio IMW, Firenze 15-18 maggio 2014: Agriventure; Consorzio Brunello; Consorzio Chianti Classico; IEM, International Exhibition Management; Toscana Promozione; Trentodoc; Sanpellegrino.
Costituiscono l'Istituto del Vino Italiano Grandi Marchi: Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Tenuta Greppo, Ca' del Bosco, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Rivera, Tasca D'Almerita, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Tenuta San Guido, Umani Ronchi.
www.istitutograndimarchi.it

Domenica, 25 Maggio 2014 10:39

Ismea: nuove imprese agricole

 

"Agrosserva", l'osservatorio Ismea Unioncamere, relativamente al primo trimestre 2014, rileva che lo stock di imprese agricole si è ridotto del 1,7%. Nel complesso le aziende neonate si concentrano al sud con una quota del 67%. Fanalino di coda il Nord Est con il solo 6,4%..

Ismea, 15 maggio 2014.
I dati degli ultimi anni sulla nati-mortalità imprenditoriale - si legge nel comunicato Ismea del 15 maggio - sembrano suggerire che le crisi incidano in modo differenziato sui flussi di entrata e di uscita dal sistema imprenditoriale. Come a voler indicare che la voglia d'impresa è difficile da scoraggiare, mentre la resistenza di chi è già sul mercato viene più facilmente messa alla prova dal prolungato peggioramento del ciclo economico. Il tessuto imprenditoriale agricolo italiano ha infatti continuato a rigenerarsi attraverso flussi continui di nuove iscrizioni e non solo in risposta ad esigenze di auto-impiego, dietro le quali è possibile riconoscere, spesso come protagonisti, anche tanti giovani e donne.
Se da un lato lo stock di imprese agricole al primo trimestre 2014 si è ridotto dell'1,7% su base trimestrale - cui corrisponde una fuoriuscita di quasi 13 mila aziende - e del 4,1% rispetto ai primi tre mesi del 2013 (con un saldo negativo di oltre 32 mila imprese), dall'altro gli ultimi dati disponibili del sistema camerale, relativi alla seconda metà del 2013, rivelano la nascita di 4.324 nuove realtà produttive nel settore primario, pari al 6,3% delle nuove iniziative imprenditoriali complessivamente avviate nel Paese. Si tratta di una quota importante, sebbene in calo rispetto allo stesso periodo del 2012, quando si attestava al 9,2%. Come è emerso dalla precedente rilevazione, le imprese neo-nate si concentrano soprattutto nell'area del Sud e delle Isole, dove si concentra oltre il 67% delle vere nuove imprese agricole, seguita a distanza dal Centro (17,4%) e, con incidenze decisamente minori, dal Nord-Ovest (8,9%) e dal Nord-Est (6,4%).
Le nuove imprese nascono soprattutto di piccole dimensioni e con forma giuridica semplificata, mentre in relazione all'identikit dei neo-imprenditori, gli uomini continuano a prevalere di netto sulle donne. Sono quasi cinque su sette i neo-capitani d'impresa di sesso maschile (il 70,4% del totale), in lieve crescita, peraltro, rispetto al primo semestre del 2013 (erano il 67%). È interessante rilevare, invece, come sia aumentato l'apporto dei giovani: supera, infatti, il 25% (quasi otto punti percentuali in più) l'incidenza degli under 30 sul totale dei nuovi imprenditori, a cui si aggiunge un ulteriore 10,3% nella fascia 31-35 anni. Il maggior numero di iniziative (il 64,6%) va ad ogni modo attribuito agli ultra 35enni. Guadagnano terreno anche gli stranieri. Nello specifico, se nel primo semestre del 2013 l'apporto degli immigrati extra-comunitari (0,9%) e di quello dei comunitari (0,5%) non superava per ciascuno il punto percentuale, nel secondo semestre dell'anno si attestano, rispettivamente, all'1,9% e al 3,9%.
(Fonte Ismea, 15 maggio 2014)

 

Nel 2013 solo il 18,3% delle imprese agricole del Panel Ismea (728 aziende) ha chiesto l'intervento delle banche e a quasi tutte è stato erogato (14,5%).

Ismea, 15 maggio 2014.
Nella cornice che caratterizza l'evoluzione del credito agrario, dove la contrazione delle erogazioni risulta coerente con la flessione degli operatori e più evidente per i finanziamenti di medio e lungo termine, rispetto a quelli di breve periodo, l'Ismea ha condotto a fine 2013 un focus qualitativo sull'accesso al credito attraverso delle interviste dirette somministrate a 728 imprese agricole che costituiscono il Panel Ismea.
I risultati di tale indagine confermano che il ricorso al finanziamento bancario di fatto non è una pratica molto diffusa in agricoltura, ma che le imprese agricole che decidono di recarsi in banca a chiedere un prestito, riescono solitamente ad ottenerlo. Di converso, tra le imprese che non si accostano ai servizi offerti dal sistema creditizio rimane diffusa l'opinione, o il pregiudizio, dell'onerosità - in termini di costi, di tempi e di burocrazia – dell'accesso al credito. Convinzioni, che in qualche modo determinano atteggiamenti di chiusura, ostacolando i rapporti con il sistema bancario. Più da vicino, in base ai risultati dell'indagine dell'Ismea, nel corso del 2013 solo il 18,3% delle imprese agricole del Panel si è recato in banca per chiedere un nuovo finanziamento. La quasi totalità di queste imprese lo ha ottenuto (il 14,5%); il 3,2% se lo è visto negare, e una quota residuale (lo 0,5%) lo ha rifiutato ritenendo troppo onerose le condizioni poste dalla banca. A livello territoriale, rispetto al dato medio nazionale appena illustrato, si contraddistinguono in positivo le imprese agricole del Nord-Est con una quota di richieste di finanziamento andate a buon fine, nel corso del 2013, pari al 16,8%. A livello settoriale, invece, si distinguono il segmento dell'uva da vino, quello della zootecnia da carne e il comparto delle legnose, al cui interno, in ordine, il 22%, il 20% e il 18% delle imprese, nel medesimo periodo, ha richiesto ed ottenuto un credito bancario. Al contrario, nel segmento dell'olio di oliva solo il 10% delle imprese si è recato presso uno sportello bancario al fine di chiedere un finanziamento, senza peraltro portare a buon fine la pratica, il 7% perché ha ottenuto un diniego espresso, l'altro 3% perché lo ha rifiutato a seguito delle condizioni "onerose".
(Fonte Ismea, 15 maggio 2014)

 

Per il Food & Beverage il 2014 è partito in salita. -1,1% la produzione industriale registrata da Ismea nel periodo gennaio - marzo. Per il settore primario rimane la criticità del divario tra costi di produzione e prezzi corrisposti. Il primo trimestre sembra registrare una maggiore divaricazione.

Ismea, 15 maggio 2014. -

Industria Alimentare

Se nel 2013 l'industria alimentare era riuscita a smarcarsi dal trend pesantemente negativo dell'intero settore industriale, chiudendo l'anno con una leggera flessione produttiva (-0,7% rispetto al 2012) a fronte del -2,9% subito dal manifatturiero nel suo complesso, nel primo trimestre dell'anno in corso i ruoli sembrano invertirsi. In base alle elaborazioni Ismea dei dati Istat mensili (indici destagionalizzati della produzione industriale) il periodo gennaio-marzo 2014 ha fatto segnare per il food & beverage una flessione della produzione dell'1,1% rispetto al trimestre precedente e dello 0,9% su un anno fa. In controtendenza, invece, l'industria manifatturiera nel suo complesso, che ha registrato una crescita congiunturale dello 0,7% e tendenziale dell'1,8%.
Nonostante l'arretramento produttivo e una generale insoddisfazione delle industrie alimentari circa l'andamento attuale del mercato, il clima di fiducia del settore - che Ismea monitora a cadenza trimestrale rilevando i giudizi presso un Panel di 1.200 operatori - ha mostrato un netto miglioramento nei primi tre mesi del 2014. Dopo oltre due anni di sentiment negativo, l'indice di fiducia delle aziende ha assunto nel primo trimestre di quest'anno un valore positivo, pari a 1,6 (in un campo di variazione compreso tra -100 e +100), maturando una crescita di 6 punti rispetto al valore del trimestre precedente e di ben 17 punti sui primi tre mesi del 2013. Ad incidere positivamente sugli umori dell'industria sono le aspettative per il prossimo futuro, che si rivelano in deciso recupero, tanto da profilare un certo ottimismo, seppure con la dovuta cautela, sugli sviluppi congiunturali che riserverà il 2014.

Agricoltura
Per l'agricoltura italiana il fronte di maggiore criticità rimane il divario tra i prezzi corrisposti agli agricoltori i costi da loro sostenuti. Mentre nel 2013, specie nella prima parte dell'anno, grazie alla spinta inflattiva dei prezzi all'origine e alla contestuale attenuazione dei rialzi dei prezzi degli input produttivi, il settore aveva beneficiato di un momentaneo miglioramento della ragione di scambio, le indicazioni fin qui raccolte sull'anno in corso sembrano delineare una nuova divaricazione della forbice prezzi-costi. L'indice Ismea dei prezzi alla produzione in agricoltura ha fatto registrare nel primo trimestre dell'anno una flessione di quasi 5 punti percentuali su base annua a fronte di una sostanziale stabilità nel confronto congiuntuale. Sul versante dei costi, invece, le rilevazioni dell'istituto indicano una lieve tensione al rialzo, con un peggioramento della ragione di scambio specie nel confronto annuo (-3,9%).

Ciononostante, analogamente a quanto rilevato per l'industria alimentare, anche le aziende agricole guardano al futuro con maggiore ottimismo. L'Indice di fiducia dell'agricoltura elaborato dall'Ismea, sulla base dell'indagine continuativa condotta su un panel di 750 imprese, registra infatti un miglioramento sia a livello trimestrale che annuale, sebbene risulti ancora attestato su un valore complessivamente negativo. Sono in particolare i giudizi sugli affari futuri dell'azienda a spingere in alto il clima di fiducia, in un contesto percepito più favorevole dalle aziende del settore vitivinicolo, delle fruttifere e della zootecnia da carne e meno favorevole per i seminativi, la zootecnia da latte e l'olivicoltura.

Anche la dinamica degli occupati in agricoltura, nonostante si riveli per l'intero 2013 peggiore rispetto all'andamento complessivo dell'occupazione nazionale (-4,2% l'entità della fuoriuscita di manodopera agricola vs il -2,1% dell'economia complessiva), cela nella lettura trimestrale dei dati un qualche elemento di positività. Dalla seconda metà del 2013 si registra infatti un recupero progressivo del numero di lavoratori indipendenti che, richiama le nuove iniziative imprenditoriali che stanno rinnovando il tessuto produttivo in agricoltura.
(Fonte Ismea, 15 maggio 2014)

 

Sulla Gazzetta europea il documento che prelude al riconoscimento definitivo. Rabboni: una bella notizia per un prodotto che parla in tutto il mondo della nostra regione.

di virgilio - Parma - 22 maggio 2014
Il già ricco carnet di prodotti tipici emiliano romagnoli riconosciuti dall'Unione Europea si arricchisce ancora.
La Piadina Romagnola ha infatti imboccato la strada definitiva per essere riconosciuta IGP (indicazione Geografica Protetta). A divulgarne la notizia è lo stesso ufficio informazione della Regione Emilia Romagna. La procedura prevede ancora un periodo di tre mesi d'attesa per la raccolta delle osservazioni prima della definitiva registrazione dell'indicazione geografica d'origine. La storia della piadina romagnola ha origini antichissime risalente addirittura al periodo degli Etruschi i quali usavano preparare una pastella con i cereali, che veniva poi cotta con una forma tonda.
Un prodotto già notissimo in tutto il mondo che ben si associa con i tanti atri prodotti della cucina emiliano romagnola accompagnandoli in talune circostanze o addirittura promuovendoli in altre. Dal prosciutto, e salumi in genere, al formaggio prediligendo lo squacquerone ovviamente la Piada, nelle sue diverse declinazioni, riesce sempre a dare soddisfazione ai palati e a trasmettere la contagiosa solarità della romagna.
"Una bella notizia per un prodotto che in tutto il mondo parla di questa regione e delle sue tradizioni enogastronomiche. L'Igp per la piadina romagnola porterà a 40 il numero delle specialità del nostro territorio tutelate nella loro unicità dall'Europa. E' un primato nazionale ed è il riconoscimento di un'agroalimentare straordinariamente ricco di storia, di tradizione, biodiversità e tipicità, che ha saputo conciliare modernità e identità. Tra non molto, fuori dalla Romagna nessuno potrà più usurpare il nome di questo prodotto unico e irripetibile". Così l'assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni commenta la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Ue del "documento unico" per il riconoscimento della Igp Piadina romagnola - Piada romagnola.

Dove e come si produce la "Piada Romagnola"


La zona di lavorazione e confezionamento della Piadina Romagnola - Piada Romagnola comprende la Romagna storica e più precisamente l'intero territorio delle Province di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna e di alcuni Comuni della Provincia di Bologna. In base al disciplinare gli ingredienti base dell'impasto sono farina, grassi, sale ed eventualmente lievito. È vietata l'aggiunta di conservanti, aromi e altri additivi.

Le varianti
Il prodotto può essere presentato nella variante, più sottile e larga, "alla Riminese". La commercializzazione può avvenire in involucri di carta alimentare o tessuto per il prodotto destinato all'immediata somministrazione, oppure in buste alimentari perfettamente sigillate per il consumo differito. Nel caso di adozione di un processo produttivo che comprenda la realizzazione manuale di almeno tre fasi e in assenza di confezionamento chiuso, potrà essere utilizzata la dicitura "lavorazione manuale tradizionale"
(Fonte Regione Emilia Romagna 22 maggio 2014)

 

Secondo il più recente sondaggio condotto da Coldiretti/Ixé, la stragrande maggioranza degli italiani non si sente tutelata dalle leggi dell'UE in materia di sicurezza alimentare.

- di Virgilio
Parma 21 Maggio 2014 ----
Due Italiani su tre ritengono che la crisi economica abbia fatto aumentare i rischi alimentari. E' quanto emerge dall'indagine condotta da Coldiretti/Ixe' i cui dati sono stati presentati esposizione "Con trucchi ed inganni l'Unione Europea apparecchia le tavole degli italiani" al maxi raduno con diecimila agricoltori dalle diverse regioni a MICO - Fiera Milano Congressi. Una quota consistente dei detentori di questo convincimento, il 24%, attribuisce la responsabilità alla diffusione dei cibi low cost, il 21 per cento all'apertura delle frontiere a paesi comunitari e il 20 per cento alle diffusione delle frodi dovuta alla necessità della malavita di trovare nuove aree di business.
Una analisi che fotografa bene la realtà dei fatti poiché in Italia dall'inizio della crisi sono più che triplicate le frodi a tavola con un incremento record del 248 per cento del valore di cibi e bevande sequestrati perché adulterate, contraffatte o falsificate, secondo l'analisi della Coldiretti sulla base della preziosa attività svolta dai carabinieri dei Nas dal 2007 al 2013.
A peggiorare la credibilità dell'Unione Europea hanno certamente contribuito - sostiene la Coldiretti - gli episodi di truffe ed inganni che si sono moltiplicati nel tempo della crisi, dallo scandalo della carne di cavallo agli inganni a danno di prodotti simbolo del Made in Italy, con il concentrato di pomodoro proveniente dalla Cina, l'olio di oliva proveniente dalla Spagna o i prosciutti provenienti dalla Germania "spacciati" per Made in Italy per l'impossibilità di fare trasparenza sulla provenienza degli alimenti.
Non tutti pero' - continua la Coldiretti - la pensano così con il 31 per cento che ritiene invece che l'Ue non abbia modificato nulla ed il 25 per cento che addirittura abbia migliorato l'alimentazione degli italiani mentre un residuo 9 per cento non risponde. Proprio sulla base delle scelte discutibili che sono state spesso fatte, dall'indagine Coldiretti/Ixe' si evidenza anche che il 52 per cento degli italiani ritiene che l'Ue non dovrebbe legiferare e decidere sui cibi che gli italiani consumano, mentre il 42 per cento ritiene il contrario e il 6 per cento non risponde.
Sta di fatto che il diffuso sentimento di insicurezza alimentare non è solo determinato da una "percezione soggettiva" ma anche il risultato di riscontri oggettivi. Nel corso del 2013, infatti come rileva l'indagine Coldiretti /Ixé, sono aumentati del 14 per cento gli allarmi alimentari in Italia con ben 514 notifiche sulla sicurezza di cibi e bevande potenzialmente dannosi per la salute, sulla base del sistema europeo di allerta rapido per alimenti e mangimi (RASFF), rispetto al 2007 in cui è iniziata la crisi.
Si tratta - conclude la Coldiretti - di un balzo record nel numero di notifiche nazionali al sistema di allerta comunitario per la prevenzione dei rischi alimentari, rispetto allo stesso periodo di cinque anni fa, prima dell'inizio della crisi.

La Cucina Industriale di Albinea ospita la prima lezione di "paneterapia" -

Reggio Emilia, 22 maggio 2014 -

I Panificatori di CNA Alimentare in collaborazione con CNA Impresa Donna organizzano lunedì 26 maggio dalle 17.30 alle 19.30 un incontro di "paneterapia" nella Cucina Industriale di Albinea, presso il Parco Lavezza in Via Caduti della Libertà.

Un'idea nata dalla volontà di riscoprire antichi gesti e tradizioni che rischiano di andare perduti tra take away e fast food. L'eccellenza dei prodotti alimentari della nostra provincia deve tutto agli "artigiani del cibo" che con maestria e sapienza mantengono vivi i valori e i sapori della cucina italiana. Il pane è l'alimento base della nostra tradizione e la sua riscoperta è anche un'ottima opportunità di socializzazione e di condividere un'esperienza stimolante.

"Ringraziamo i nostri panificatori per la loro disponibilità – commentano la Presidente CNA Alimentare Laisa Rinaldi e la Presidente CNA Impresa Donna Paola Ligabue – che renderà possibile apprendere alcuni segreti dell'arte della panificazione e favorire importanti momenti di aggregazione tra gli Associati. Un bel modo per vivere l'Associazione e sfruttare le sinergie tra le diverse professionalità".

Per prenotazioni Rif. Fosca Bonaretti, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. tel. 0522/356350.

(Fonte: ufficio stampa CNA Reggio Emilia)

In calo anche i derivati del latte. Nota positiva il rimbalzo del latte spot che guadagna 50 centesimi nella 21esima settimana.

di Virgilio - Parma - 21 maggio 2014

Ancora tonalità tendenti allo scuro per il settore lattiero caseario. La ventesima settimana dell'anno non ha espresso un dato tendenziale omogeneo. Da un lato si assiste al calo dei listini del Burro, della Panna e del Latte spot mentre dal fronte caseario alla stazionarietà del Padano si contrappone la tendenza ribassista del Parmigiano Reggiano. Alcune note positive si sono evidenziate all'apertura delle trattative di lunedi scorso, 19 maggio, dove si è assistito a un rimbalzo delle quotazioni del latte spot a Verona. Un recupero di 50 centesimi (+1,37%) che si è accompagnato, sempre sulla medesima piazza, all'1,82% della panna a uso alimentare.
Nello specifico il Parmigiano Reggiano prosegue la sua tendenza al ribasso. Alla borsa di riferimento di Parma sono stati lasciati sul campo perduti 5 centesimi dalla stagionatura 24 mesi e 10 dal12 mesi. Perdite di 10 centesimi rilevate anche a Milano (12 e 24 mesi) e Reggio Emilia (24 mesi). Inerzia invece dal Grana Padano. Le quotazioni dell'ottava precedente sono state confermate sia a Mantova sia a Milano. La 21esima settimana però si apre in calo a Milano con un calo di 5 centesimi registrato su entrambe le stagionature ammesse a listino (9 e 15 mesi).

- I produttori svizzeri contrari alla liberalizzazione del mercato del latte con l'UE -
Si tratterebbe della condanna a morte per numerose aziende, sostiene il consigliere nazionale Jacques Bourgeois (PLR/FR), direttore dell'Unione svizzera dei contadini (USC). A riportarlo il 14 maggio scorso swissinfo.ch riportando l'intervista in esclusiva concessa a Newsnet. La nuova intesa non porterebbe, secondo il direttore dell'unione degli agricoltori, nessun vantaggio al consumo. Un'opinione che si è concretizzata sulla base delle esperienze e dell'evoluzione dei prezzi alla produzione e al consumo. Infatti, i prezzi alla produzione dal 1990, "si sono abbassati del 25% quando i prezzi al consumo sono saliti del 15%. Lo scarto fra produzione e consumo è sempre più alto". Una liberalizzazione, secondo il rappresentane del mondo allevatoriale elvetico, non invertirebbe questa tendenza.

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 20 19 Maggio 14

SOMMARIO

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1.1 editoriale
Verso le elezioni con curiosità

2.1 eventi
Master of Wine. Obiettivo raddoppiare il prezzo medio nei prossimi 5 anni

3.1 parmigiano reggiano
Quotazioni parmigiano reggiano verso la stabilità

4.1 eventi
Vinitaly al SIAL Wine World

5.1 lattiero caseario
Latte spot ancora più giù

6.1 mais & soia
Mais & Soia: maggio 2014

7.1 aziende
Terzoni vini, quando la tradizione sposa l'innovazione

9.1 sicurezza alimentare
Non si arresta la corsa alle frodi.

 

Oscar Farinetti al Simposio MASTERS OF WINE: obiettivo per l'Italia nei prossimi 5 anni è raddoppiare il prezzo medio senza aumentare la qualità.

Firenze, 16 maggio 2014. "L'obiettivo del vino italiano nei prossimi cinque anni è raddoppiare il prezzo medio senza aumentare la quantità". Lo ha detto Oscar Farinetti, intervenendo all'8° Simposio mondiale dei Masters of Wine in corso a Firenze fino al 18 maggio, grazie alla collaborazione dell'Istituto del Vino Grandi Marchi presieduto da Piero Antinori. Tre le linee guida per l'Italia enologica tracciate dal fondatore di Eataly per raggiungere l'obiettivo: puntare sulla biodiversità e sugli autoctoni, un patrimonio da 1200 vitigni di cui, ad oggi, se ne utilizzano solo 400; migliorare la capacità di narrazione sui mercati internazionali; fare pulizia. Per Farinetti, infatti: "Il futuro del vino italiano sarà 'Vino Libero', l'associazione che intende liberare il vino da troppi concimi e diserbanti, dai troppi solfiti in cantina, dalle analisi sensoriali esagerate, dai prezzi troppo bassi o troppo alti, da un sistema di distribuzione medievale e da troppa burocrazia". A chiusura del suo intervento Oscar Farinetti ha ricordato ai delegati europei presenti al Simposio l'impegno per l'Europa, invitandoli ad andare a votare il prossimo 25 maggio: "In questo momento ci sono istanze separatiste e 'no euro' che possono minacciare la crescita dell'umanità. Per questo vi invito ad andare a votare per l'Europa a prescindere dal vostro orientamento politico". Farinetti, infine, ha apprezzato l'iniziativa del Simposio dei Masters of Wine per la prima volta in Italia definendola "potente e di alto tenore tecnico-scientifico".

Sponsor italiani 8° Simposio IMW, Firenze 15-18 maggio 2014: Agriventure; Consorzio Brunello; Consorzio Chianti Classico; IEM, International Exhibition Management; Toscana Promozione; Trentodoc; Sanpellegrino.

 

In rialzo a fine 2013, in flessione nei primi 3 mesi 2014. Produzione stabile. L'influenza delle tensioni fortemente ribassiste sul mercato mondiale del latte.

Reggio Emilia, 15 maggio 2014 - La forte tensione che caratterizza il mercato internazionale del latte ha ripercussioni evidenti anche sul Parmigiano Reggiano, ma a differenza del latte spot (segnato da un crollo delle quotazioni, scese di quasi il 50%, anche a seguito del fortissimo aumento della produzione di latte negli ultimi mesi nel centro e nord Europa) e di altri formaggi, per il Parmigiano Reggiano la flessione delle quotazioni (-8% dall'inizio dell'anno ad oggi) dovrebbe ora arrestarsi e, a breve, se non interverranno fenomeni speculativi, è prevedibile una ripresa.
Sono queste le valutazioni emerse dal Comitato Esecutivo del Consorzio del Parmigiano Reggiano a fronte del drastico calo del prezzo del latte a livello mondiale e della tendenza ad un ulteriore e pesante ribasso.
Dal Consorzio, dunque, preoccupazioni per questa spinta ribassista che ha determinato anche una flessione evidente delle quotazioni del Parmigiano Reggiano (oltre 50 centesimi da febbraio ad oggi dopo il buon rialzo di fine 2013), ma anche una serie di considerazioni specifiche sulle condizioni del settore che lasciano intravvedere la fine di questo negativo ciclo.
"Dall'inizio dell'anno – sottolinea il presidente dell'Ente di tutela, Giuseppe Alai – la produzione è stabile (-0,03%), e anche nel mese di aprile si è attestata allo stesso livello del 2013".
"La tendenza alla riduzione dei quantitativi, peraltro, si è avviata nell'estate 2013 (-0,83% il saldo dell'anno), e si va così gradualmente compensando quella forte crescita avvenuta nel 2011 (+7,1%) e nel 2012 (+2,3%) che – per un formaggio a lunga stagionatura – genera effetti pesanti che si scontano da 12 a 30 mesi dopo il momento della produzione".
"Grazie all'adozione del piano che regolamenta proprio i quantitativi – prosegue il presidente del Consorzio – la produzione si è così stabilizzata da quasi un anno su livelli compatibili con una domanda che sul mercato interno sconta gli effetti della crisi economica sull'acquisto di formaggi duri nella Gdo (compensato in parte, per il Parmigiano Reggiano, dall'aumento delle vendite dirette in caseificio), mentre su quelli esteri continua a registrare sensibili incrementi anche nei primi quattro mesi del 2014".
Da qui, dunque, le valutazioni che spingono il Consorzio a prevedere il raggiungimento di condizioni di equilibrio, dapprima in grado di stabilizzare subito le quotazioni e, poi, favorevoli ad un possibile rialzo.
"Le condizioni oggettive del mercato – conclude Alai – spingono in questa direzione, ed occorrerà vigilare affinché non si insinuino tendenze che rivelerebbero la presenza di fenomeni puramente speculativi lungo la filiera di una Dop che non ha nulla a che vedere con il latte spot".
(Ufficio stampa CFPR)

Domenica, 18 Maggio 2014 09:33

Vinitaly al SIAL Wine World

 

A Shanghai dal 13 al 15 maggio 2014 - con Vinitaly International Academy e importatori nel nome del vino italiano.

Verona/Shanghai, 12 maggio 2014. Dopo il grande successo di Vinitaly al Fuorisalone di Chengdu (lo scorso marzo), la più grande fiera al mondo dedicata al vino e ai distillati con sede a Verona torna a Shanghai dal 13 al 15 maggio, per la prima volta in collaborazione con Sial Wine World, con due punti fermi che contraddistinguono la propria attività all'estero: sinergia con gli importatori e grande rilievo all'aspetto educational con Vinitaly International Academy.
Gli importatori provenienti da Pechino, Shanghai, Guangzhou e Shenzhen per tre giorni sono impegnati, infatti, in masterclass promosse in collaborazione con i quattro media partner locali che hanno aderito e sostenuto l'iniziativa: Vinehoo, Tastespirit, WineLuxe e Winepress.
Ogni giorno si apre con un Executive Wine Seminar: il 13 e 14 maggio, il tema è "A panorama of Italy's many great and diverse wines", diviso in due parti; mentre il 15 il focus verte su "Brunello di Montalcino: Italy's most classic: ageworthy Sangiovese wines", guidate da Ian D'Agata, direttore scientifico di Vinitaly International Academy e uno dei più grandi esperti di vino italiano nel mondo.
Le masterclass – riservate a media e a operatori del settore – proseguono con un calendario intenso nel corso del quale sono protagoniste alcune delle migliori cantine italiane provenienti da Piemonte, Sicilia, Toscana, Veneto e Puglia. Vini quali Amarone, Barolo, Chianti, Brunello di Montalcino, Primitivo, Nero d'Avola e Prosecco sono tra i protagonisti della rassegna di Shanghai.
Sono molte le aspettative per lo spazio che Vinitaly dedica all'educational insieme agli importatori. «Sono proprio loro insieme a Vinitaly International Academy i nuovi promoter del vino italiano», afferma Stevie Kim, managing director di Vinitaly International, che prosegue: «Abbiamo mantenuto la parola che avevamo dato alla tavola rotonda con l'ambasciatore Bradanini durante il Fuorisalone di Chengdu. Con questa seconda tappa in meno di due mesi puntiamo a portare il vino italiano davvero protagonista nel mercato cinese. Sono gli stessi operatori cinesi a chiedere sempre di più il nostro vino».
«Sial Wine World a Shanghai è un'altra importante opportunità di promozione a firma Vinitaly. È un 2014 di grande sviluppo con il ritorno in Cina dopo quattro anni, a Chengdu lo scorso marzo, un'edizione da record a Verona di Vinitaly, dove i cinesi sono stabilmente nella top ten dei visitatori esteri e l'annuncio dell'assegnazione a Veronafiere-Vinitaly del Padiglione del Vino per l'Expo 2015 di Milano» sottolinea il Direttore Generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani.
Al progetto Vinitaly a Sial Wine World partecipano anche due realtà di primo piano del Made in Italy nel settore Food & Beverage: Fabbri 1905, azienda bolognese che in Cina dal 2010 ad oggi ha raddoppiato ogni anno il fatturato e MioEspresso, leader indiscusso delle capsule di caffè nel Paese del Dragone. Saranno loro i protagonisti del Vinitaly Lounge e dell'aperitivo all'italiana il 13 e il 14 maggio.

CALENDARIO MASTERCLASS

Martedì 13 maggio 2014

10.30 – 11: Inaugurazione

11.00 – 12.30: VIA – "A panorama of Italy's many great and diverse wines, part. I" (Introductory Level)
by Ian D'Agata and Lingzi He

13.30 – 14.15: 100ITA MASTERCLASS "White night: how to surprise ina dinner with Italian white wines" by Alberto Paoletti

15.00 - 15.45: KELIT MASTERCLASS "Italian wines: discovering hidden treasures"
by Matteo Acmé

Mercoledì 14 maggio 2014

9.30 – 11.00 : VIA – "A panorama of Italy's many great and diverse wines, part. II" (Introductory Level)
by Ian D'Agata and Lingzi He

11.45 – 12.30: VM FINE WINES MASTERCLASS "King of Tuscany: Sangiovese"
by Simone Semprini

13.30 – 14.15: EMW MASTERCLASS "2 Islands, 2 Finest Producers from Italy"
by Vanness Tang

15.00 – 15.45: SINODRINK MASTERCLASS "The opportunity and challenge of Italian wine in China" by Edward Liu

Giovedì 15 maggio 2014

9.30 – 11.00: VIA – "Brunello di Montalcino: Italy's most classic: ageworthy Sangiovese wines" (advanced level) by Ian D'Agata and Lingzi He

11.45 – 12.30 VENAS VINUS MASTERCLASS "The new red obsession. This time from Italy" by Griselda Legnaioli

13.30 – 14.15 INSIDER MASTERCLASS "ASTI DOCG 2.0: 100 million bottles sold every year of the most prestigious Italian sweet bubbles" by Angelo Morano

Vinitaly International - International Media Dept.

Domenica, 18 Maggio 2014 09:05

Mais & Soia: maggio 2014

Mais & Soia: maggio 2014 Mais mond e usa cibus

MAIS: Dati previsionali per 2014-15
La produzione di Mais per la nuova stagione 2014-15 (inizio della stagione: 1° Settembre) è prevista a 979.08 Mio t (stabile rispetto alla stagione 2013-14; +13% rispetto alla stagione 2012-13).
Si prevedono maggiori raccolti in Cina, Argentina, Russia e Messico, mentre in Brasile, Sud Africa, India ed Ucraina la produzione è stimata inferiore rispetto alla stagione 2013-14. In Ucraina si prevede un calo di 4.9 Mio t (-16%) rispetto alla produzione record della stagione in corso: la riduzione della valuta locale mantiene elevati i prezzi degli input e riduce l'utilizzo atteso di fertilizzanti.
Negli Stati Uniti la produzione di Mais per la stagione 2014-15 è attesa in leggero aumento: la minor superficie dedicata alla coltivazione è bilanciata da una maggiore (+6.5 bushels/acro) resa dei terreni a 165.3 bushels/acro (equivalenti a 10.50 tons/ettaro).
L'impiego di Mais per la produzione di etanolo è previsto invariato rispetto alla stagione 2013-14, mentre gli Stock Finali sono stimati in aumento sia a livello USA (+51%), sia a livello mondiale (+8%).

SOJA: Dati previsionali per 2014-15 Soia mond e usa cibus

La produzione mondiale di semi di Soia per la nuova stagione 2014-15 (inizio della stagione: 1° Ottobre) è prevista di 299.82 Mio t, in aumento del +6% rispetto alla stagione 2013-14.
Nei principali Paesi Produttori di Soia, Stati Uniti e Brasile, si attendono raccolti record (rispettivamente 98.93 Mio t e 91 Mio t), grazie ad una maggiore resa dei terreni ed all'espansione delle aree coltivabili.
In Argentina, terzo Produttore mondiale di Soia, si stima una produzione invariata, con minori aree ma maggiori rese dei terreni.
In Cina, principale Importatore di semi di Soia, la produzione è prevista in leggera diminuzione, in quanto i Produttori modificano la destinazione delle aree, scegliendo colture più redditizie.
Le Importazioni cinesi sono attese a 72 Mio t, in aumento del +4% rispetto alla stagione 2013-14 e del +20% rispetto alla stagione 2012-13.
Fonte: USDA – FAS Foreign Agricultural Service, May 2014 - WASD



E' la quinta generazione di vitivinicoltori che si tramanda, dal 1860, la passione per innovare. Da due anni, la Società Agricola Terzoni Claudio srl, è vincitrice dei più ambiti riconoscimenti nazionali e internazionali.

Di Lamberto Colla - Bacedasco Alto 18 maggio 2014 -

Accoccolata tra i morbidi colli di Bacedasco, splendido villaggio piacentino che sino a circa 40 anni fa era meta di turismo termale, l'azienda a indirizzo vitivinicolo della famiglia Terzoni, fa strage di premi e riconoscimenti internazionali. L'ultimo, o almeno così pensavo che fosse, è stato quello ricevuto il mese scorso al Vinitaly; il premio "Banca Popolare di Verona" assegnato al vino Colli Piacentini Doc Malvasia Passito "Sensazioni D'inverno - le Virtù del Poggio" 2011 per aver conseguito il miglior punteggio fra tutti i vini veneti, o emiliano romagnoli, o trentini o friulani di tutte le categorie previste dal regolamento del 21° Concorso Enologico Internazionale.

Un riconoscimento di elevato prestigio nazionale che si va a affiancare ai tanti altri già collezionati dall'azienda. Già perché è di pochi giorni fa la novità che, per il secondo anno consecutivo, il Malvasia passito 2011 "Sensazioni D'inverno" ha ricevuto la medaglia d'oro al Concours Mondial de Bruxelles emergendo tra 8.200 vini selezionati tra 50 Paesi.

Concorso Mondiale Bruxelles 2014 Nino gde

"Nella botte piccola sta il buon vino." -
In parte per la giovane età, in parte per l'elevata professionalità, fatto sta che Marco Terzoni sta imprimendo all'azienda di famiglia un impulso innovativo pur mantenendo saldo il legame con la tradizione e il territorio.  Terzoni Botte legno1 cibus

 

Obiettivo: qualità, innovazione e salute.
Esempio principe di questa filosofia è rappresentato dal Gutturnio Riserva Superiore. Un vino barricato 6 mesi in botte di rovere francese, "un legno in grado di rilasciare delle note molto molto particolari e che va sull'idea dell'Amarone - commenta Marco Terzoni - chiamato "Poggio del Vento" ma che non produciamo tutti gli anni. Questa tipologia di vino, quest'anno non è in produzione ad esempio, l'ultima annata è quella del 2007. Infatti, se durante l'affinamento il prodotto non lo reputo idoneo il vino non esce in commercio". La passione della cantina ha portato il 27enne della famiglia Terzoni a indagare nuove frontiere tecnologiche e a sperimentarle in prima persona. Così mostra orgoglioso la pressa pneumatica che lavora in assenza di ossigeno e "inietta all'interno azoto e CO2, illustra Terzoni, che a fine lavorazione viene eliminato." Il processo risulta, come è ovvio, più costoso ma a tutto vantaggio della produttività, della salubrità e della qualità del prodotto finale ben percepita dal consumatore disposto quindi a riconoscerne un prezzo leggermente superiore. "Sia sul ciclo produttivo, sia sul valore di prezzo della bottiglia abbiamo un riconoscimento di valore. Infatti - prosegue il wine maker - con questo tipologia di pressa riesco a ottenere un 5-10% di prodotto in più, di maggiore qualità (minori sedimenti, minore feccia) e, altra cosa, i vini sono più salutari perché abbiamo meno solfiti".
Questo particolare processo di pressatura è dall'azienda applicato a tutti i prodotti bianchi, rossi e passiti. Per il passito, che ricordiamo ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti anche internazionali, dallo scorso anno è stato introdotto un particolare procedimento di pressatura, della durata di circa 8 ore, in grado di estrarre tutti i fattori positivi che fanno grande il "Sensazioni d'Inverno". Terzoni Marco campioni1 cibus

La pulsione innovativa è sfociata addirittura nella registrazione di un brevetto a garanzia e protezione di una particolare tecnica di arricchimento aromatico. Il processo brevettato, denominato Crioestrazione aromatica, si distingue per il susseguirsi di fasi di choc termici, in cella frigo. In breve sintesi, l'uva, raccolta in cassette di legno, viene sottoposta, per 10-15 giorni, a quotidiani sbalzi termici compresi tra -2, -4 gradi e +8, +10 gradi. Una tecnica che ha consentito all'Ortrugo fermo "Per Elisa" di distinguersi dalla concorrenza arrivando a conquistare il premio "Douja D'Or" di Asti.
L'ultima, in ordine di tempo, innovazione introdotta in azienda da Marco Terzoni riguarda il controllo da remoto dei processi fermentativi di cantina. "Sono spesso fuori azienda, per effetto della attività di consulenza enologica, e perciò ho necessità di tenere sotto controllo i processi cinetici di fermentazione e di intervenire, se necessario, sui parametri come se fossi in azienda. Per mezzo di questo dispositivo collegato a una centralina di controllo posso, in ogni momento, controllare come sta procedendo la fermentazione e mi consente anche di intervenire, aumentando o abbassando la temperatura o aumentando la quota di ossigeno. La cosa bella è che la fermentazione è continua e sempre perfetta. Paradossalmente ho un più preciso controllo, mentre sono in giro per il mondo, piuttosto che avere una persona fissa in azienda e dedicata agli assaggi". Il sistema, ancora sotto forma di prototipo, sembra stia perfettamente rispondendo alle esigenze per il quale è stato progettato.
Tecnologia quindi e innovazione hanno contribuito a realizzare prodotti di qualità che hanno incontrato il gusto della critica anche internazionale e i premi ottenuti hanno dato il loro supporto a fare avvicinare i buyer stranieri. "Quest'anno, illustra Terzoni, abbiamo partecipato a Cibus per la prima volta e questo ci ha consentito di venire in contatto con importatori giapponesi." Un traguardo importante per una impresa vitivinicola che da relativamente poco tempo ha avviato un radicale processo di trasformazione con uno spiccato orientamento al mercato e alle nuove mode. "Quasi tutte le nuove tendenze hanno una origine statunitense e anche il vino segue questa regola. Ad esempio, già cinque anni fa, negli USA andava di moda il vino Rosé e puntualmente tre anni dopo è tornato prepotentemente di moda anche in Italia. Un vino particolarmente apprezzato dal mondo femminile al quale anche noi abbiamo deciso di dare soddisfazione con "Stille di Vanità". Un vino rosato per il quale abbiamo studiato anche una colorazione più prossima ai gusti femminili con tendenze cromatiche tendenti al violetto invece del solito color salmone. Da quest'anno abbiamo introdotto l'utilizzo della "Giara in terracotta con rivestimento in cera d'api"; un concetto derivato dal Portogallo, adatto a esaltare quelle note speziate, di cannella e pepe rosa, così apprezzate dall'universo femminile". Terzoni Anfora1 cibus

- Conclusione -
40.000 bottiglie di vino prodotte ogni anno, un'equilibrata gamma di prodotti composta da bianchi, rossi, rosati e passiti. E' questo il frutto della passione a vinificare le uve raccolte nei 7 ettari di vigneto che adornano il centro aziendale a sua volta immerso nei Colli Piacentini. Un distretto suggestivo dove la tradizione si è preservata quasi intatta e l'innovazione tecnologica ha sempre le porte aperte, soprattutto nella casa vinicola della famiglia Terzoni Claudio.

Terzoni vigneti1 cibus

Nonostante il serrato contrasto alle contraffazioni le frodi alimentari sono in aumento con grave danno all'economia, all'immagine nazionale e a volte è a rischio anche la salute. 

- di Virgilio

Parma 12 Maggio 2014 ---- 

Un tema dominante di CIBUS 2014, la manifestazione alimentare di Parma appena conclusa, è stato la necessità di valorizzare l'immenso patrimonio di produzioni tipiche nazionali rafforzando il controllo e il contrasto a livello internazionale delle nostre produzioni. L'Italia Sounding, ovvero prodotti esteri che richiamano nel nome e nella etichettatura tipicità nostrane, è un fenomeno che in termini di valore è stimato oltre il doppio del valore di export nazionale. E se all'interno della UE finalmente si stanno attivando delle protezioni efficaci, non altrettanto si è riusciti a perseguire sull'extra UE. Il recente accordo bilaterale di libero scambio con il Canada prevede uno specifico capitolo al riguardo che verrà preso a riferimento per futuri accordi che si andranno a sottoscrivere con altri paesi. E' stato lo stesso Viceministro all'Economia Carlo Calenda, durante l'inaugurazione di Cibus 2014, a sottolineare l'importanza strategica di questo tipologia di collaborazione internazionale e di accordi. Accordi che però non verranno sottoscritti con quei paesi che "giorno dopo giorno, ha dichiarato il rappresentante del Governo, ministro, incrementano le loro barriere tariffarie. Questo vale per l'India e vale per Mercosur (Mercato Comune dell'America meridionale ndr)."
Ma il peggio viene dall'interno. Non passa giorno che vengano portate alla luce frodi alimentari anche di notevole entità. L'ultima in ordine di tempo riguarda la Mozzarella di bufala campana che ha seguito di poche settimane lo scoop giornalistico di "Report" riguardo la "patata" bolognese.
Da Nord a Sud è tutta la nostra penisola, in perfetta par condicio, a minare il grande comparto agroalimentare italiano. Un danno diretto ai produttori di qualità che con grandi sacrifici affrontano una crisi economica pesantissima e un danno di immagine internazionale che non può che gravare sulla fiducia dei consumatori esteri, unico approdo per bilanciare la caduta dei consumi interni.
Secondo la Coldiretti è l'Emilia Romagna il territorio maggiorente colpito dalle frodi alimentari. Negli ultimi cinque anni, le frodi sui prodotti emiliano-romagnoli, sono più che triplicate, con un incremento record del 248 per cento del valore di cibi e bevande sequestrati perché adulterati, contraffatti o falsificati.
Nel 2012 furono ben 20 milioni i chili di prodotti alimentari e bevande sequestrati corrispondenti a un valore economico di 468 milioni di euro. Una cifra notevole che potrebbe essere solo la punta di un iceberg.
Bene stanno facendo le nostre forze dell'ordine e altrettanto bene faranno gli accordi bilaterali di libero scambio ma se non muterà la mentalità di certi "imprenditori" l'intero comparto agroalimentare verrà schiacciato dalla crisi da un lato e dalla spregiudicatezza di pochi a danno di molti operatori onesti e appassionati. Un giacimento che rischia di esaurirsi rapidamente.

Dal 18 maggio all'8 giugno domenica in campagna per disintossicarsi. Anche Parma vedrà impegnate alcune delle fattorie didattiche Coldiretti che apriranno le porte delle loro aziende -

Parma, 17 maggio 2014 -

Anello di congiunzione tra città e campagna, tornano le "Fattorie aperte". Per quattro domeniche di seguito, dal 18 maggio all'8 giugno, chi vive in città potrà riscoprire l'identità rurale e l'originalità dei sapori che ogni prodotto agricolo può offrire.
Lo comunica Coldiretti Emilia Romagna, ricordando che nella nostra regione sono 149 le aziende agricole che apriranno le porte a famiglie, scolaresche, turisti e associazioni per una visita guidata in azienda, degustazioni, dimostrazioni pratiche, in modo da far conoscere i prodotti tipici di un determinato territorio e il loro percorso dal campo alla tavola.
Anche Parma vedrà impegnate alcune delle fattorie didattiche Coldiretti che apriranno le porte delle loro aziende, e precisamente l' AZIENDA AGR. BIOLOGICA PODERE CRISTINA DI CIPELLI VALENTINA (apertura: domeniche 18 e25 maggio, 1 e 8 giugno)Strada Monchio di Mulazzano n. 4, 43037 Lesignano de' Bagni - Tel. 0521 852741; L'AGRITURISMO IL FILARE (apertura: domenica 8 giugno) Via Monte Rosso 2 – Loc. Bazzano, 43024 Neviano degli Arduini Cell. 3405295254.
Con la crisi che ha tagliato feste, parchi divertimento, cinema, pizzeria – afferma Coldiretti Emilia Romagna – si ritorna agli svaghi semplici del passato come la visita in fattoria per veder mungere una mucca, pascolare le pecore, raccogliere le uova nel pollaio. Si tratta di vere e proprie scuole a cielo aperto per far conoscere la vita rurale e riscoprire l'origine dei cibi e conoscere i principi della sana alimentazione. Non si tratta – sottolinea Coldiretti – di un ritorno bucolico alla natura, bensì di un incontro reale e concreto con la realtà imprenditoriale agricola, uno dei settori fondamentali su cui puntare per il rilancio della nostra economia. Un settore che in Emilia Romagna, solo a livello agricolo ha raggiunto una produzione lorda vendibile di oltre 4.000 milioni di euro, prodotti da circa 70 mila aziende.
Vista la molteplicità e la varietà dell'agricoltura emiliano romagnola, fattorie aperte offrirà una molteplicità di esperienze: dalla possibilità di conoscere il ciclo del grano, a partire dal campo per arrivare a fare il pane con il metodo di una volta, fino al ciclo del latte, dalla mungitura della mucca alla lavorazione nella caldaia per fare il formaggio. Secondo le specializzazioni aziendali, sarà poi possibile provare l'ebbrezza di salire a cavallo, inoltrarsi nel bosco alla ricerca delle tracce degli animali, scoprire come si tosano le pecore e come si usa la lana, fare l'altalena appesi ai rami delle grandi querce, conoscere specie animali e vegetali una volta tipiche delle nostre terre ma oggi a rischio di estinzione.
Per sostenere tutta l'iniziativa di "Fattorie aperte", il cui nerbo è costituito principalmente dalle fattorie didattiche che durante tutto l'anno accolgono le scuole, Coldiretti Emilia Romagna è impegnata a coordinare un'attività che possa rafforzare il loro ruolo. In un momento di scarsità di risorse pubbliche, Coldiretti si impegna a promuovere nel prossimo piano di sviluppo rurale 2014-2020, i possibili interventi di sostegno a un settore che costituisce una porta aperta dell'agricoltura verso la società.

(Fonte: ufficio stampa Coldiretti Parma)

Al momento partecipano 22 soci. La filosofia: legame con il territorio, qualità garantita, salute e benessere animale. Trespidi: "La nuova sfida in vista di Expo 2015" -

 

Piacenza, 15 maggio 2014 -

 

Si chiama "La Carne che Piace" ed è un consorzio volontario tra produttori di carne bovina, suina ed equina nato con l'intento di promuovere i prodotti della provincia di Piacenza e di proporre alimenti sani e controllati. L'iniziativa è stata presentata ufficialmente questa mattina in Provincia alla presenza di alcuni dei 22 soci-allevatori che al momento fanno parte del Consorzio.
Quattro le linee guida del Consorzio: legame con il territorio, qualità garantita, salute e benessere animale. Gli allevatori del Consorzio osservano infatti un disciplinare di produzione per offrire ai consumatori un prodotto genuino, sicuro e buono. Regole precise sono previste anche per macellatori, macellai e ristoratori convenzionati.
"Il Consorzio – ha sottolineato il presidente della Provincia Massimo Trespidi – è nato grazie all'impulso e al lavoro della Provincia di Piacenza, che, insieme agli allevatori, ha fortemente creduto in questo progetto. Le sfide si vincono unendo le forze e questo è un motto valido soprattutto alla vigilia dell'importante e imminente appuntamento di Expo 2015 dove "La Carne che Piace" potrà davvero ricoprire un ruolo chiave. Inizia adesso una fase nuova per gli allevatori piacentini : questo Consorzio insieme al progetto Autogrill, che fino al 2015 porterà nei punti vendita autostradali i prodotti della terra piacentina, sono fatti concreti – e non parole – che la Provincia, insieme al territorio, ha saputo mettere in campo in vista dell'Expo". "Gli allevatori che hanno aderito al Consorzio – ha aggiunto il presidente del Consiglio direttivo Giampaolo Maloberti – intendono far conoscere il prodotto piacentino anche fuori provincia ma soprattutto vogliono proporre un prodotto di qualità e controllato". "Credo molto nelle eccellenze piacentine – ha aggiunto lo chef Isa Mazzocchi – e ritengo che a Piacenza si debba valorizzare, mangiare e vendere il prodotto locale: l'iniziativa "La Carne che Piace" va proprio in questa direzione".
"Il Consorzio – hanno spiegato i veterinari Walter Cabrini e Riccardo Compiani – monitora ogni fase del processo produttivo, dalla qualità degli alimenti per gli animali, alla macellazione, alla corretta frollatura della carne. Grande attenzione viene poi riposta nella tutela del benessere animale". Come hanno infine spiegato l'assessore provinciale all'Agricoltura Manuel Ghilardelli, la dirigente del Settore Agricoltura della Provincia Bianca Rossi e il dirigente del servizio Piccole Filiere Albino Libè, la Provincia ha accompagnato la nascita del Consorzio e continuerà ad esserci al fine di portare avanti un progetto che già in altri ambiti ha avuto forte successo sul territorio.
Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito www.carnepiace.it.

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Piacenza)

Coldiretti Parma sarà presente il 17 maggio in Piazza Garibaldi con uno spazio informativo del patronato Epaca rivolto alle famiglie e Domenica 18 maggio in Piazza Duomo con uno spazio di animazione per i bambini in collaborazione con la fattoria didattica Cotti.

 

Parma, 14 maggio 2014 -

Dal 14 al 18 maggio 2014 si celebrerà a Parma la Festa regionale della famiglia, organizzata dal Forum delle Associazioni familiari dell'Emilia Romagna, a cui parteciperà anche Coldiretti Parma che sarà presente il 17 maggio in Piazza Garibaldi con uno spazio informativo del patronato Epaca rivolto alle famiglie e Domenica 18 maggio in Piazza Duomo con uno spazio di animazione per i bambini in collaborazione con la fattoria didattica Cotti.


"Partecipiamo con piacere a questo evento – commenta il Direttore di Coldiretti Parma Alessandro Corsini – in quanto la famiglia, perno della società, è, insieme ai cittadini consumatori, centrale nell'azione economico-sociale portata avanti da Coldiretti. La nostra Organizzazione è, infatti, costituita principalmente da imprese a conduzione familiare ed è tesa a sostenere iniziative e progetti atti a promuovere l'importante funzione sociale della famiglia, riconoscendole il ruolo fondamentale all'interno della società e fornendole strumenti e servizi qualificati che la sostengano e la tutelino.
Con il proprio Patronato Epaca, che festeggia il sessantesimo anno di attività, e le iniziative di Campagna Amica, Coldiretti - evidenzia Corsini -si è resa in questi anni sempre più prossima a tutti i componenti della famiglia per garantire loro servizi efficienti, rispondenti ai nuovi bisogni espressi, valorizzando e assicurando la qualità, la territorialità, la sicurezza alimentare e ambientale per una migliore qualità della vita".


Anche in tale occasione – evidenzia Vania Ameghino responsabile provinciale del Patronato Epaca - non mancherà l'impegno del nostro Patronato che sabato 17 maggio, attraverso i suoi qualificati operatori, si metterà a disposizione delle famiglie di Parma e non solo, con la propria professionalità e i propri servizi, per dare informazioni e rispondere al servizio gratuito di consulenza previdenziale, assistenziale e sociale.
Domenica 18 maggio- conclude Coldiretti Parma - è previsto inoltre uno spazio informativo sulle fattorie didattiche, dove le famiglie potranno trovare informazioni sulla rete di Campagna Amica e partecipare con i figli al laboratorio didattico "I cereali in campo. Oggi mi sento artista" condotto da Monica Azzoni della Fattoria Cotti di Pilastro di Langhirano. Un laboratorio attraverso il quale i bambini e i ragazzi potranno scoprire cosa sono i cereali e i prodotti che ne derivano e in maniera ludica e creativa realizzare una vera opera d'arte.

 

(Fonte: ufficio stampa Coldiretti)

 

Mercoledì, 14 Maggio 2014 08:13

Latte spot ancora più giù.

 

Prosegue la discesa del latte spot. Stazionarie le quotazioni del Grana Padano a differenza del Parmigiano Reggiano che torna a scendere.

Parma - 14 maggio 2014

Dopo un mese d’aprile, mitigato dai lunghi ponti festivi, nella 19esima settimana hanno cominciato a evidenziarsi fenomeni ribassisti che hanno coinvolto principalmente il latte spot e il Parmigiano Reggiano.

In particolare il latte spot quotato a Verona ha perduto un ulteriore 1,30% collocandosi tra 38,66 e 39,69€/100 litri di latte. Ma quello che preoccupa gli operatori è la accentuata tendenza ribassista  che si registra nelle quotazioni del latte proveniente dalla Germania e dall’Austria (-21,21% sull’anno precedente e -8,45% sul mese precedente) che ne mese di maggio ha raggiunto quota 33,51€.  Timori che si stanno materializzando, almeno a osservare il crollo di prezzo registrato lunedi 12, sia alla borsa veronese (-3,95%) sia a Lodi (-4,67%).

Una tendenza che ancora non ha contagiato i derivati del latte all’infuori della panna da centrifuga veronese che perde l‘1,74% fissando  i valori minimi e massimi rispettivamente a 1,67 e 1,72€/kg.. Da segnalare un’ulteriore perdita di valore (-2,95%) registrata alla medesima Borsa lo scorso lunedi.

Una settimana di calma per le quotazioni del Grana Padano che ha confermato i prezzi della ottava precedente, cosa che invece non è accaduto per il Parmigiano Reggiano quotato alla borsa di riferimento comprensoriale di Parma tra 8,50 e 8,85€/kg (-1,70%) il 12 mesi di stagionatura e tra 9,70 e 10,05 (-1,00%) il 24 mesi. 

 

latte spot graf gde

 

  • Tendenze sul settore lattiero caseario -

I primi due mesi del 2014 fanno registrare un'ulteriore contrazione degli acquisti domestici di latte fresco, che cedono di quasi il 5% in quantità sullo stesso periodo del 2013 e di poco più del 4% nella spesa, mostrando una dinamica flessiva più accentuata sia rispetto alla media del comparto del latte e derivati ( -2,4% i volumi, -1,2% i corrispettivi monetari) sia dell'agroalimentare nel suo complesso (rispettivamente -1% e -2,3% gli acquisti nel bimestre). L'andamento dei consumi sono tra le variabili che Ismea analizza nel report trimestrale Tendenze dedicato al settore lattiero caseario, accanto anche alle dinamiche produttive, di mercato e degli scambi internazionali.

 

(E’ On line il trimestrale "Tendenze" sul settore lattiero caseario - di Ismea) 

 

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 19 12 Maggio 14

 

SOMMARIO

Anno 13 - n° 19- 12 maggio 14

(PDF Scaricabile)

SOMMARIO

Anno 13 - n° 19 12 Maggio 14

Speciale “Cibus 2014”

1.1 editoriale

MOODY’S vede positivo solo per l’Italia

2.1 da Cibus a EXPO 2015

Cibus 2014, tanta freschezza e molte novità.

4.1 pac

PAC, per Rabboni è ancora migliorabile 

5.1 Consorzi tutela

Parmigiano-Reggiano. Festeggiati a CIBUS gli 80 anni del consorzio di tutela.

6.1 nuove tecnologie

“Tipico a Tavola” una nuova applicazione presentata in occasione di CIBUSLAND

7.1 fotografia culinaria

Cibus 2014, sino al 30 maggio Mostra del Festival Internazionale di Fotografia Culinaria

8.1 ambiente

Impianti di cogenerazione di origine animale, Defranceschi (M5S): Regione chiarisca

8.2 cibus 2014

Coldiretti adotta il primo Documento DOP Parmigiano

9.1 lattiero caseario

“Padano” e “Parmigiano” ancora in flessione 

10.1 Parmigiano Reggiano

Europa DOP.  Il Parmigiano Deve cambiare.

11.1 viaggio semiserio

Lost in Cibus 

13.1 Inaugurazione CIBUS 2014

Da record l’Edizione n°17 di Cibus.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Il solo red carpet ci rammenta che siamo a CIBUS e non nel “paese del bengodi” 

 

Parma, 8 maggio 2014  - 

Lo sconfinato mondo dell'alimentare  di qualità ha fatto bella mostra di sé a Cibus2014.

Girando qua e la', avanti e indietro all'interno dei 140.000 metri quadrati che Fiere di Parma ha messo a disposizione di Cibus 2014 non sembrerebbe di vivere la più profonda crisi nella quale il mondo occidentale, l'Italia in modo particolare, stia attraversando.

Dalle Alpi alle Piramidi dal convenzionale al biologico dalla Marca al laboratorio artigiano migliaia sono i prodotti esposti e centinaia le novità proposte.

Tutti alla ricerca di nuovi mercati e nuovi consumatori. E allora via con le dimostrazioni e i convegni, con le prove di cucina e con gli assaggi per soddisfare il piacere e la curiosità dei tantissimi operatori convenuti da tutto il mondo nella speranza di incontrare la fortuna o, ancor meglio, il buyer meno convenzionale e più aggressivo capace di investire sulla qualità e sulla impresa. 2.700 gli espositori presenti ognuno con una storia particolare da raccontare. 

Non sembra proprio di vivere la crisi. L'entusiasmo alle stelle che aleggia all'interno dei padiglioni di Cibus contagia e narcotizza i problemi quotidiani che quasi tutte le aziende devono affrontare.

La domanda interna crollata di 14 punti percentuali dall'inizio di questa crisi stenterà a decollare e allora bisogna inventarsi qualcosa, da nuovi prodotti a nuovi sbocchi esteri. E Cibus 2014, soprattutto in questa 17esima edizione potrebbe essere la risposta più adeguata.

Tante le curiosità come ad esempio la piastra da cucinare di sale rosa dell'Himalaya o gli integratori naturali al magnesio per combattere lo stress. Ma anche attraenti novità come le gentili amazzoni che volteggiano tra i padiglioni a promuovere la mozzarella di bufala campana.

Poi se la stanchezza dovesse avere il sopravvento e servisse un po' di energia allora perché non consumare un po' di Oro Nero del caseificio di Gennari o di un buon Parmigiano Reggiano da vacche brune. 

Funghi, olio, aceto balsamico, sale, pane e vino, pasta e salumi, dolci di ogni forma e gusto. Alla già ampissima varietà di prodotti si aggiungono le  magistrali elaborazioni degli chef da Cracco a Vissani anch'essi sul palcoscenico di cibus 2014.

Cracco gde

Molte anche le novità anche in tema salute e benessere. Al di là del biologico, cresce anche l’offerta di prodotti salutistici: dal burro senza lattosio (Dalla Torre) alla robiola e il caprino senza lattosio (Latteria Montello);  dalla bresaola a basso contenuto di sodio (Venus Paganoni) ai grissini fatti con farina di farro e cereali (Grissin Bon); dal chinotto senza zucchero e a zero calorie (Neri) al ragù bolognese rivisitato in chiave naturale con soia e verdure e il pesto con Tofu (Biffi); dalla pasta preparata con acque oligominerali, direttamente trasferite dalla sorgente (Dal Verde) agli spaghetti “turanici” realizzati con un grano antico trattato biologicamente, con poco glutine (Mancini).

Nel campo dei dolci ecco un preparato per fare marmellate a casa senza zucchero, a base di dolcificante Stevida (Novarese Zuccheri), e poi il gelato al sorbetto pieno di frutta (Valsoia) o il semifreddo congelato di crema al croccante gluten free (La Donatella). Tra le bevande, viene proposto il succo di frutta con aggiunta di latte (Parmalat).

Per la merendina dei bambini viene presentato un kit studiato dai nutrizionisti contenente uno snack di parmigiano, grissini e frullato (Parmareggio).

Per gli appassionati di “super alimenti” con nutrienti essenziali concentrati: le barrette biologiche crude con frutta secca e noci; i cereali per la prima colazione a base di grano saraceno germogliato e frutta secca (Ambrosiae).

Attrazioni e momenti educational come quelli proposti da Consorzio del Parmigiano Reggiano in collaborazione con Decanter, il programma radiofonico di Rai condotto da  Federico Quaranta e Nicola Tinto Prudente, con la freschezza e la curiosità di sempre, continuano ad esplorare le trame della comunicazione enogastronomica. 

E se non basta, allora tutti in città. CIBUSLAND, la novità 2014 di Cibus, offre decine di incontri e eventi sparsi nel centro di Parma, dal Barilla Center al Palazzo del Governatore per rimarcare il legame indissolubile tra la qualità a agroalimentare e il territorio di origine.

Insomma una fiera per tutti i gusti. Gli espositori hanno accolto l’opportunità per rappresentare il meglio e proporsi al meglio. Nel complesso colpisce la grande vitalità del sistema agroalimentare italiano che, se fosse in grado di meglio organizzarsi, potrebbe colmare almeno in parte il gap con la Germania in tema d’esportazione alimentare.

CIBUS ha dimostrato di essere un brand forte e attrattivo. Un brand così forte e che tutto avvolge tanto da non avvertire l’assenza, quasi assoluta, del marchio fuori ma soprattutto all'interno dei padiglioni.

Il solo red carpet ci rammenta che siamo a CIBUS e non nel “paese del bengodi”. 

Arrivederci al 2016 e nel frattempo tutti a EXPO2015.

Panettone sconaro gde1

Domenica, 11 Maggio 2014 10:15

Una PAC migliorabile

PAC

 

 Pac - Rabboni: "La nuova proposta del Ministero sugli aiuti accoppiati è un passo in avanti, ma migliorabile". Sì all'inserimento di pomodoro e barbabietola. Escluso il Piano proteine vegetali

Bologna 8 Maggio 2014 - “Soddisfazione per l’accoglimento di alcune delle indicazioni dell’Emilia-Romagna, in particolare quelle relative al pomodoro da industria e alla barbabietola, ma rammarico per gli importi modesti   dei pagamenti  e per  l’esclusione  del Piano  proteine vegetali.”
Questo in sintesi il commento dell’assessore regionale all’agricoltura dell’Emilia-Romagna Tiberio Rabboni al termine della riunione  delle Regioni con il Ministro Martina per gli aiuti accoppiati della Pac 2014-2020. Una riunione ancora interlocutoria e che verrà aggiornata nei prossimi giorni.  “La proposta presentata dal Ministro – spiega Rabboni – rappresenta un passo in avanti  per quanto riguarda l’accoglimento delle nostre richieste  per il pomodoro da industria e la barbabietola da zucchero, due filiere di grande importanza per l’Emilia-Romagna e l’Italia.  Tuttavia si tratta di una proposta migliorabile.”
Tra i punti  non soddisfacenti dell’accordo per l’assessore emiliano-romagnolo vi sono il basso importo degli aiuti accoppiati per pomodoro e barbabietola,  rispetto a quelli  previsti dai principali Paesi competitori dell’Italia, il non accoglimento  della richiesta  dell’Emilia-Romagna per la frutta trasformata e  l’esclusione  del Piano per le proteine vegetali che in un primo tempo era stato inserito. Un settore quest’ultimo molto importante per l’alimentazione bovina e nel quale  l’Italia è fortemente dipendente dall’estero. “Soprattutto per la soia e l’erba medica – sottolinea Rabboni – è necessario aumentare la produzione nazionale per garantire una filiera no ogm".

 

 

Nel 1934 la storica unione tra produttori e territori sotto un unico simbolo che oggi vale 2 miliardi di euro. Primo ricordo al Cibus.

 

Parma, 7 maggio 2014  - Anticipando di qualche settimana la ricorrenza ufficiale (26 luglio), si sono avviate in un luogo simbolo d’eccellenza agroalimentare – il Cibus 2014 – le manifestazioni legate agli ottant’anni del Consorzio del Parmigiano Reggiano.

Proprio il 26 luglio 1934, infatti, i produttori del formaggio chiamato con i nomi di "Parmigiano" e "Reggiano" fondarono il “Consorzio Volontario Interprovinciale Grana Tipico”. 

Nacque allora – per differenziare il prodotto da altri formaggi grana prodotti nell’Italia del nord, il marchio a fuoco che andò ad imprimere, su ogni forma, la scritta “Parmigiano Reggiano” (i “puntini” arriveranno nel 1964), completando così quel percorso di tutela che già aveva visto particolarmente attive le province di Reggio Emilia e di Parma. 

Proprio in quest’ultima, e già nel 1612, il duca Ranuccio I Farnese aveva ufficializzato la denominazione del formaggio “di Parma” per tutelare commercialmente dai prodotti del piacentino e del lodigiano quello che, in embrione, era già da secoli il formaggio che assumerà poi la denominazione “Parmigiano Reggiano”, unendo produttori e territori sotto un unico simbolo di eccellenza alimentare. 

“La nascita del Consorzio ottant’anni fa – ha ricordato tra l’altro il presidente dell’Ente di tutela, Giuseppe Alai, al Cibus di Parma – rappresentò realmente un fatto straordinario, perché sancì l’unione di migliaia di piccoli e piccolissimi allevatori e di centinaia di micro-imprese di trasformazione artigianale e, al tempo stesso, legò ancor più indissolubilmente il nostro formaggio a quel territorio (le province di Parma, Reggio Emilia, Modena e parte delle province di Mantova e Bologna) in cui aveva avuto origine attorno all’XI secolo grazie ai monaci benedettini”. 

“Iniziò allora – ha proseguito Alai – la costruzione di un sistema che oggi vale quasi 2 miliardi di euro (valore al consumo 2013, senza considerare l’indotto), assicura reddito e lavoro ad oltre 20.000 operatori, ha consentito di mantenere vive attività economiche, relazioni e servizi in decine di piccole comunità locali e in aree svantaggiate ed è uno dei grandi simboli del made in Italy nel mondo”.

Nel corso dell’incontro a Cibus - condotto da Fede e Tinto di “Decanter” (Rai Radio2) – Alai, affiancato dal presidente onorario del Consorzio, l’avv. Giampaolo Mora,  ha anche annunciato alcune delle iniziative che saranno sviluppate per ricordare gli 80 anni del Consorzio. Fra queste (oltre a concerti e convegni), spicca  il progetto "Arca dei ricordi", attraverso il quale saranno raccolte immagini, documenti, materiale didattico e testimonianze (presenti negli archivi dei caseifici o negli armadi delle famiglie dei produttori o anche dei consumatori) relative al mondo del Parmigiano Reggiano negli ultimi ottant’anni, “ricostruendo così – ha detto Alai – tanta parte di quella vita quotidiana che si è profondamente legata al nostro formaggio e che offre sicuramente spunti di grande interesse per i giovani e buone memorie per i meno giovani”.

Domenica, 11 Maggio 2014 08:34

Europa DOP. Il "Parmigiano" deve cambiare.

 

 

 

 

Il Parmigiano Reggiano è anche un presidio sociale ma per non perdere competitività occorre rivedere le norme per adeguarle alle tecnologie e alla modernità. 

 

Parma 8 maggio 2014 - 

 

1.190.00 forme e un fatturato oscillante tra i 400 e i 480 milioni di euro sono i numeri che danno le dimensioni del segmento “Parmigiano Reggiano” nel contesto agricolo della provincia di Parma esposti da Andrea Bonati, Presidente della locale sezione consortile, aprendo i lavori del convegno Europa Dop lo scorso 8 maggio.  

Da Bonati arriva anche la preoccupazione, peraltro ciclica, dei prezzi all’ingrosso del prodotto. “Troppo spesso, sottolinea Andrea Bonati,  ho sentito dire che sotto a un certo prezzo il parmigiano non potrà  andare e che non potrà andare oltre una certa soglia. Invece dobbiamo abituarci a considerare delle medie pluriennali”. Un mercato difficile che seleziona i produttori, i trasformatori e le aziende di stagionatura “per efficienza produttiva e per efficienza finanziaria. Un mercato che vorremmo impermeabile ma che invece non è. Un settore conclude Bonati, che risente della situazione economica generale. Quando c’è un calo dei consumi una fetta tocca a noi.” 

Per quanto non espressamente  dichiarato la preoccupazione di Bonati è rivolta alla costante contrazione dei prezzi che il Parmigiano Reggiano sta registrando nei mercati borsistici i quali, probabilmente, ancora non hanno registrato una tendenza prossima agli otto euro al chilogrammo. Forse soltanto voci di corridoio che girano tra gli operatori ma che certamente non generano un clima di fiducia.

“Siamo un po’ datati” è l’incipit del Presidente della CCIAA, Andrea Zanlari. “All’interno di una politica di riorganizzazione del paese non possiamo dimenticare il ruolo che ha avuto il parmigiano reggiano nel presidio di  natura sociale. E’ un presidio di una realtà  che è diventata nel tempo un po’ sedimentata. I disciplinari sono nati 50 anni fa e credo che bisogna prendere di nuovo in mano questo rapporto, tempo che passa, disciplinari, innovazione tecnologica per cominciare a ragionare. Credo che sulla qualità del prodotto si sia fatto molto e sulla tutela si cominci a fare meglio.” 

Sullo stesso tono anche la posizione di Cesare Azzali, direttore dell’Unione Industriali di Parma, “i dati sono di una chiarezza assoluta, questo è un prodotto eccezionale per caratteristiche  organolettiche e gusto che sta perdendo terreno sul mercato. Nel senso che c’è stata una trasformazione organizzativa,  ci sono state molte attività che hanno cercato di accompagnare e favorire questo tipo di trasformazione però di fatto altri soggetti,  che operano sul mercato, sono stati molto più capaci, molto più determinati e molto più lucidi dei produttori del Parmigiano Reggiano e del loro consorzio”. Non fa una critica, tende a sottolineare Azzali, personalizzata ma una constatazione della situazione in cui la colpa è un po’ di tutti. “Abbiamo coltivato per troppo tempo l’illusione che l’eccellenza del prodotto fosse di per sé elemento sufficiente  per ottenere risultati positivi sui mercati. Credo che sia diventato il momento di cambiare. Il mercato ci apprezza se ci conosce. Non solo, molti mercati ci apprezzano se riusciamo a fare apprezzare quelle che noi consideriamo essere le caratteristiche eccezionali”. Per vendere questo prodotto, conclude Azzali, occorre cominciare a fare ciascuno bene il proprio mestiere e tenere conto che il mercato è uno solo e perciò occorre iniziare a ragionare diversamente nelle relazioni europee.

E di relazioni europee ne ha parlato Paolo de Castro richiamando l’attenzione sulla legislatura appena conclusa che, a suo dire, ha molto lavorato e prodotto ben 45 regolamenti, immediatamente applicabili. Si parla molto di spinta antieuropeista ma l’Europa è composta, a livello parlamentare, da ben 73 rappresentanti, numero mantenuto anche dopo lo snellimento determinato a seguito dell’ingresso della Croazia come 28esimo paese membro. “Quando critichiamo l’Europa, commenta il Presidente della Commissione Agricoltura UE, dobbiamo domandarci chi c’era là e cosa hanno fatto”. Tra l’altro, dopo il Trattato di Lisbona, molti maggiori poteri sono stati destinati al Parlamento europeo che ora non solo esprime pareri bensì può modificare e autorizzare le proposte di legge. Insomma, per De Castro “abbiamo bisogno di più Europa” in generale mentre nello specifico settore alimentare anche di una molto maggiore organizzazione per affrontare con efficienza i mercati internazionali. 

Al convegno hanno partecipato anche i Andrea Fabbri presidente del Corso di scienze gastronomiche dell’ateneo di Parma il quale ha fatto un’escursione sulle molteplici ricerche realizzate, anche in forma interdisciplinare, dall’Università di Parma e la direttrice del del dipartimento di Qualità OCQ, Simona Pigoni.  Per il Vicepresidente e Assessore all’agricoltura della Provincia di Parma Pierluigi Ferrari “la qualità, lo insegnate a me, è una conquista quotidiana, e allora qualità significa identità di un territorio distintività di un prodotto e unicità di un processo produttivo. Tutto questo ha bisogno del mondo agricolo  e di un mondo agricolo che si affermi. Ha bisogno di una politica centrale che sappia recuperare quota  perché questo è un mondo che ha fame di terra e ha fame di cibo. Noi é da qui, da questo territorio, che possiamo contribuire a dare una risposta.” 

 

 

COLDIRETTI E CAMPAGNA AMICA ADOTTANO PRIMO DOCUMENTO DOP PARMIGIANO

Parma 08 Maggio 2014 -- - -

“Si è sempre comunemente detto et dice li formaggi essere di Parma, quando essi formaggi sono stati et sono alle cascine delli infrascritti luoghi, cioè del Cornocchio, di Fontevivo, di Mandregolo, di Noceto, et simili luoghi circonvicini alla medesima città di Parma”.

Così recita il primo documento che delimita la zona di produzione del Parmigiano, “adottato” da Coldiretti Emilia Romagna, che ieri a Parma ha organizzato il mercato di Campagna Amica “GustosaMente”, proprio sotto i portici dell’ospedale Vecchio, dove ha sede l’Archivio di Stato che conserva l’antico documento.

Redatto il 7 agosto 1612, dal notaio camerale Giacomo Muratori, alla presenza di Sante Bernarduzzi, anziano dell’arte dei lardaroli e formaggiai di Parma, affiancato da quattro reggenti della medesima arte e il tesoriere generale dello stato farnesiano, Bartolomeo Riva, il documento risente dei quattro secoli di vita ed ha necessità di essere restaurato. Al restauro daranno un contributo importante proprio Coldiretti e Campagna Amica, che al mercato di Parma hanno portato prodotti all’altezza della storia e della tradizione del documento del 1612 perché sono tra quelli che hanno contribuito a fare di Parma e dell’Emilia Romagna la food valley che è oggi. i cittadini di Parma hanno potuto infatti scegliere tra il Parmigiano Reggiano di vacche rosse, la razza il cui latte è stato il primo ad essere usato nel medioevo per la produzione del “Re dei formaggi”, i salumi di maiale nero di Parma, salvato dall’estinzione ed oggi nell’olimpo dei maiali di antica tradizione, l’aceto balsamico tradizionale di Modena,

PRRE Coldiretti Cibus2014       gde

Appuntamento di gusto a Colorno per festeggiare il prelibato piatto per il 6° Compleanno della Confraternita del Tortél Dóls -

 

Parma, 6 maggio 2014 –

Un momento conviviale, ma anche un'occasione per promuovere il territorio e i suoi prodotti tipici. Il 6° Compleanno della Confraternita del Tortél Dóls ha richiamato a Colorno rappresentanti di diverse confraternite enogastronomiche italiane, in uno scambio reciproco di saperi e sapori.

Il compleanno è stato festeggiato domenica scorsa con un evento interamente dedicato alla cultura e cucina locale. Le confraternite ospiti sono state accolte al mattino nel cortile della Reggia Ducale, da dove è iniziato un tour guidato che le ha portate prima alla scoperta dell'Aranciaia di Colorno e poi al caseificio San Salvatore. La visita si è conclusa al Podere Cadassa, salumificio storico del Consorzio del Culatello di Zibello, annesso al ristorante Al Vedel.

Per l'occasione il Podere Cadassa ha aperto le proprie cantine di stagionatura ai visitatori, allestendo al loro interno una prelibata degustazione di salumi atigianali: Culatello di Zibello Dop,  Strolghino, Spalla cotta calda, fino ad alcune rarità, come il Violino di maiale tagliato al coltello.

All'evento hanno partecipato anche Andrea Zanlari, presidente della Camera di Commercio di Parma, il sindaco di Colorno Michela Canova e il sindaco di Mezzani Romeo Azzali, il commissario di Sissa Trecasali Luigi Swich, il consigliere nazionale della Fice Marco Porzio e l'attore bolognese Vito, padrino del Gran Galà del Tortél Dóls.

Ammirazione e interesse per la nostra cultura culinaria sono state espresse dalle Confraternite presenti al compleanno: Accademia italiana della costina, Ceppo – Confraternita enogastronomica Pecar e Piatti Oltrepo, Confraternita del Cotechino Magro di Spessa, Confraternita del Gorgonzola, Consociazione Helicensis fabula, Confraternita del formaggio del Piave, Ordine lomellino della rana e del salame d'oca di Vigevano, Snodar – Sovrano e nobilissimo ordine dell'Amarone e del Recioto che hanno così potuto assaporare il prelibato Tortél Dóls di Colorno, preparato dagli chef del Vedel secondo la ricetta ufficiale.

«Siamo felici di vedere ogni anno nuove Confraternite che partecipano al nostro compleanno – ha commentato Renata Salvini, presidente della Confraternita del Tortél Dóls -. Siamo convinti che la valorizzazione di un prodotto tipico come il tortello di Colorno possa essere un volano importante di promozione dell'intero territorio». «Il Tortél Dóls è il frutto dell'esperienza popolare – ha spiegato Zanlari -, della capacità di arricchire la cucina con i prodotti del territorio. Grazie quindi alla Confraternita e a chi si impegna per la promozione della nostra cultura». Ringraziamenti e sostegno alle iniziative della Confraternita sono state espresse anche dai sindaci Canova e Azzali e dal commissario Swich.

«Sono diventato ormai un confratello anch'io – ha concluco con simpatia Vito -. Sono particolarmente affezionato a questi amici e a questo eccellente piatto. Vi aspettiamo, quindi, il 12 ottobre a Colorno, alla nuova edizione del Gran Galà del Tortél Dóls, una straordinaria festa che dimostra come il cibo sia innanzitutto cultura».

 

(Fonte: Ufficio stampa Bi&Bi Comunicazione)

 

 

 

 

Stabilità per lo zangolato e le altre materie grasse. Segnali negativi sul fronte Grana Padano e Parmigiano Reggiano. Prosegue la calata del latte spot.

- di Virgilio - Parma - 07 maggio 2014

Il mese di aprile si è caratterizzato per un andamento calmo per le due principali produzioni tipiche DOP registrando perciò una continua flessione dei listini. Il protrarsi delle festività ha determinato una commercializzazione ridotta delle varie borse merci evidenziando, comunque, cali di 5 centesimi a Milano sia per il Grana Padano sia per il Parmigiano Reggiano.

Dopo i cali registrati nelle prime settimane lo zangolato e le altre materie grasse sembra avere raggiunto una certa stabilità. Sul fronte del latte spot è da segnalare invece una perdita del 7,73% sul mese precedente accumulata tutta nella prima quindicina di aprile. Il costante e sensibile calo di quotazione del latte spot nazionale è accompagnato da un ancor più marcato segno negativo registrato dal latte spot estero provenienza Germania-Austria.  Un calo del  12,35% che ha portato la quotazione media finale del mese di aprile a 36,60€/100 kg di latte. Un valore che, molto probabilmente, trascinerà i listini nazionali a contrarsi ancora più (media mese di aprile Verona: 40,38€/100kg).

    La ripresa della normale attività dei mercati potrà fornire probabilmente maggiori elementi per valutare sia l'entità degli scambi che l'andamento dei consumi interni che, a detta degli operatori, non sono soddisfacenti. Preoccupazione diffusa e rimarcata dal presidente di Federalimentare, Filippo Ferrua, in occasione dell’inaugurazione  di Cibus 2014 lo scorso lunedi 5 maggio: “L’altra grande fonte di preoccupazione è sul fronte dei consumi che nel 2013 ha perduto 4 punti che sommati ai precedenti portano a 14 punti percentuali persi negli anni della crisi.”

 

  • Produzione Parmigiano Reggiano, marzo 2014 -

02/05/2014 - Anche nel mese di marzo l'andamento della produzione di Parmigiano Reggiano (-0,1%) ha confermato la fase di stabilizzazione che ha caratterizzato la seconda metà del 2013 e l'avvio dell'annata casearia 2014.
In base ai dati diffusi dal Consorzio di Tutela, il numero di forme prodotte nel primo trimestre è stato prossimo a quello dello stesso periodo dello scorso (856 mila forme). In dettaglio, nelle varie province del comprensorio, la crescita da parte dei caseifici di Reggio Emilia (+2,3%) e Bologna (+5,2%) è stata compensata dalla flessione rilevata a Mantova (-4,0%) e Parma (-1,4%), mentre è rimasta sostanzialmente invariata la produzione in provincia di Modena. (Ismea)

 

"Strumenti per superare la crisi nel settore alimentare", un incontro di approfondimento e confronto su tematiche, esempi e strumenti per aiutare le imprese che operano nel settore alimentare a superare in modo efficace la "crisi" economica e ad incentivare sviluppo ed innovazione.

 

Parma, 6 maggio 2014 -

L’Ordine dei Tecnologi Alimentari dell’Emilia Romagna, Toscana, Marche e Umbria e associati presieduto da Serena Pironi organizza un incontro di approfondimento e confronto su tematiche, esempi e strumenti per aiutare le imprese che operano nel settore alimentare a superare in modo efficace la “crisi” economica e ad incentivare sviluppo ed innovazione.

Il convegno si terrà all’interno di Cibus, salone internazionale dell’alimentazione, in programma alle Fiere di Parma dal 5 all’8 maggio e sarà moderato dalla giornalista specializzata nel settore agroalimentare Francesca Caggiati, associata Arga-Unaga.

Tra i relatori Carla Brienza, Presidente del Consiglio Nazionale dei Tecnologi Alimentari che introdurrà i lavori; Vincenzo Gerbi, Presidente SISTAL e presidente AISSA che presenterà le realtà e prospettive del settore agroalimentare italiano; Gian Paolo Cesaretti, Professore di Economia Agraria presso l’Università Parthenope, che illustrerà come territorio ed impresa possono essere un nuovo paradigma di vantaggio competitivo; Annaflavia Bianchi, Centuria e docente di Economia dell’innovazione all’Università di Ferrara, tratterà invece gli interventi a livello nazionale per aiutare le imprese a superare la crisi; mentre Sabrina De Camillis, consigliere del Ministro dell’Interno, svilupperà il tema delle misure di sviluppo del settore agroalimentare in vista dell’Expo 2015; Alfredo Gris, tecnologo alimentare Almater, parlerà di come i professionisti possono aiutare le imprese nell’export; mentre Michela Petronio, direttore del Centro di Ricerca e Tecnologie della Barilla, relazionerà sul tema di come contenere costi e sprechi rendendo l’impresa sostenibile. Il convegno si terrà giovedì 8 maggio nella Sala AIDA limitrofa al padiglione 7 e avrà inizio alle 9.30 con la registrazione dei partecipanti e un welcome coffee. Ai tecnologi alimentari che parteciperanno al convegno verranno rilasciati dall’Ordine i crediti formativi. L’Ordine dei Tecnologi Alimentari è presente a Cibus con un proprio stand sempre al padiglione 7 corridoio J 003

 

Location del convegno all’interno di Cibus 2014: Sala AIDA – Padiglione 7 (colore verde)

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(Fonte: Ufficio Stampa Studio Eventi & Comunicazione - Parma )

 AGGIUNTO PDF CON ORARI DELLA GIORNATA DI GIOVEDI 8 MAGGIO.

La Gastronomia Piccinini di Baiso, associata alla CNA provinciale, in vetrina al Salone Internazionale dell’Alimentazione di Parma fino all’8 maggio -

 

Reggio Emilia, 6 maggio 2014 -

Anche CNA Reggio Emilia è presente al Cibus 2014, il Salone di Parma che ospita dal 5 all’8 maggio il top delle produzioni alimentari Made in Italy. La crisi in atto impone oggi più attenzione che in passato all’ottimizzazione dei costi, alla valorizzazione di sinergie e ad investimenti in attività di marketing e di promozione. “Cibus – spiega Laisa Rinaldi, Presidente CNA Alimentare Reggio Emilia - rappresenta da sempre una piattaforma di incontri imprescindibile per gli operatori del settore, una vetrina di grande pregio sia sul territorio nazionale che internazionale”. 

 

Approfittando dello spazio messo a disposizione da CNA Alimentare Emilia Romagna, l’azienda associata alla CNA provinciale Gastronomia Piccinini Sapori della Collina srl di Baiso, specializzata nella produzione di pasta fresca (tagliatelle, zuppa imperiale, gramigna, garganelli, gnocchi), di paste ripiene (tortellini, tortelli, ravioli, lasagne) di tigelle, gnocco fritto e pasta per pizza, porta alta la bandiera dell’eccellenza dell’artigianato alimentare reggiano, insieme alle aziende del Consorzio Emilia Alimentari, nato attraverso un progetto di internazionalizzazione di CNA Servizio Estero.

 

L’obiettivo è esporre i propri prodotti tipici e di qualità in un’area dedicata a degustazioni e business meeting, concepita in modo da favorire il massimo della comunicazione con gli operatori specializzati, provenienti da tutto il mondo. 

 

“CNA inoltre, – continua Laisa Rinaldi - grazie al progetto “Export Gate For Made In Italy – Una Porta Verso L’Europa”, in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, sperimenterà un “Desk Germania e Russia”. Alle aziende emiliano romagnole presenti, sarà fornita assistenza completa nella relazione con gli operatori esteri, proponendo a tutte quelle  interessate, alcuni incontri finalizzati alla definizione di contratti con importatori, distributori e catene alimentari russe di primo piano. Questa attività consentirà di poter valutare la fattibilità di rapporti di collaborazione e di esportazione che potrebbero poi sfociare in una collaborazione continuativa e importanti accordi commerciali”.

 

(Fonte: ufficio stampa CNA RE)

 

Cucinano meglio, ai loro piatti non si può dire di no, fanno apprezzare cibi “ostici” come verdure e legumi. Gli italiani non hanno dubbi: bocciano mamme e mogli e per salvare la qualita’ dei prodotti Made in Italy e gustare le ricette di una volta vanno dalle nonne.

 

Parma, 6 maggio 2014 -

Altro che fast food e cibi etnici, gli italiani a tavola preferiscono i sapori di una volta e per salvare il Made in Italy ben un italiano su due (49%) manda in campo la nonna. Prodotti di qualita’ (24%), ricette della tradizione (33%) e consapevolezza che da lei “si mangia meglio” (39%) sono per gli italiani i punti di forza della cucina della nonna. Mamme, mogli e fidanzate bocciate: non hanno inventiva (36%), non dosano bene i sapori (21%) e utilizzano cibi preconfezionati (23%). Unica (62%) e impareggiabile (48%), la nonna grazie alla sua esperienza e capacita’ culinaria riesce a far mangiare anche quei prodotti “ostici” come verdure (63%), legumi (56%) e ortaggi (51%). E tra i piatti preferiti trionfano lasagne (61%), polpette (53%) e torte tradizionali (48%).

E’ quanto emerge da uno studio promosso dal Polli Cooking Lab - l’Osservatorio sulle tendenze alimentari dell’omonima azienda toscanain occasione del Cibus, condotto mediante metodologia WOA (Web Opinion Analysis) su circa 1.200 Italiani tra i 20 e i 55 anni attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community per capire qual e’ il loro rapporto degli italiani con il cibo Made in Italy.

La cucina della nonna e’ la piu’ genuina, in quanto le nonne ricorrono a prodotti locali, usando al meglio ciò che la terra offre a chilometro zero – afferma il nutrizionista Andrea Strata – “Le nonne da sempre utilizzano per la preparazione dei loro piatti prodotti freschi, controllati, realizzati in maniera artigianale e che seguono il volgere delle stagioni, senza ricorrere a conservanti e ad altri prodotti industriali. Una conservazione dei principi della tradizione culinaria italiana che ha una sua valenza, anche dal punto di vista salutistico”. 

Cosa si cerca oggi a tavola? Un italiano su tre (33%) cerca rigorosamente le ricette della tradizione mentre il 24% va alla ricerca di prodotti sani e di qualita’. Solo il 17% dice che gradisce sperimentare e il 20% di volere pietanze ricercate ed elaborate. Dove possono trovare tutto quello che cercano? Un italiano su due (49%) afferma senza dubbio: a casa della nonna. Solo il 17% risponde dalla mamma e il 13% in casa propria. Giu’ anche ristoranti rinomati (8%) e trattorie di provincia (10%).

Ma cosa non piace della cucina della mamma? Per un italiano su due (53%) gli stessi piatti non hanno il sapore autentico di quelli fatti dalla nonna. Il 27% accusa un po’ di approssimazione nella preparazione mentre per il 21%  lamenta che a volte le mamme non dosano bene i sapori. E cosa non piace della cucina del partner? Ben il 36% afferma che i rispettivi partner hanno poca inventiva mentre il 23% lamenta che utilizzano troppi cibi preconfezionati,  per il 20% invece trasmettono addirittura ansia quando si mettono ai fornelli.

Perché si preferisce la cucina della nonna? Ben 4 italiani su 10 (39%) la preferiscono perché “da lei si mangia meglio”. Il 21% poi afferma che ai suoi piatti non si può dire di no mentre per il 18% perché sa esaltare al massimo la qualita’ dei prodotti Made in Italy. Il 18%, infine, preferiscono la cucina della nonna perché incarna in pieno i sapori di una volta. Ma quali sono i segreti della cucina della nonna? Per il 27% la passione e l’amore che la nonna mette nella preparazione dei piatti, per il 26% le sue ricette segrete mentre per il 23% l’utilizzo dei prodotti della terra, infine per il 19% l’esperienza acquisita in tanti anni.

Come descrivono gli italiani la cucina della nonna? Per il 62% e’ semplicemente unica. Il 48% la definisce impareggiabile, per il 36% e’ saporita e per il 32% e’ salutare. Per oltre un quarto degli italiani (27%) e’ nutriente e per il 24% deliziosa. Non manca poi chi la definisce “pesante” (19%) e chi addirittura la giudica sconfinata (14%). Ma quante volte al mese gli italiani mangiano dalla nonna? Ben il 35% afferma di andarci ogni domenica mentre il 37% almeno due domeniche al mese. Il 15% dichiara di andarci almeno una volta al mese e non manca chi afferma di passare dalla nonna ogni volta che riesce a ricavarsi qualche ora di tempo a pranzo (11%).

Ma quali sono i cibi “ostici” che la nonna riesce a far mangiare? In cima alla lista dei prodotti “poco graditi” dagli italiani ci sono le verdure (63%) come verze, cavoli e broccoli. Seguono poi i legumi (56%), fra tutti fave, fagioli e ceci. Per il 51% poi ci sono gli ortaggi in genere mentre il 42% indica alcuni tipi di formaggi dal sapore particolarmente forte. La nonna, infine, ha anche il “potere” di far mangiare non solo le zuppe e i minestroni (32%) ma anche alcuni tipi di carni particolari (come agnello e coniglio), 

Quali sono i piatti preferiti? Per ben 6 italiani su 10 (61%) non potevano che essere le lasagne, seguite dalle polpette (53%) e dalle torte tradizionali (48%). Molto gradita anche la parmigiana (44%), le focacce (37%), le frittelle (31%) e le cotolette (24%).

 

 

 

Piena soddisfazione di Franco Boni per gli obiettivi raggiunti nell’edizione 2014 di Cibus. Il profilo internazionale è stato apprezzato dagli espositori , dagli operatori e buyer esteri. 

- di Virgilio

Parma 05 Maggio 2014 ----

A Paolo De Castro l’onore del  taglio del nastro per la 17esima edizione di una delle più importanti manifestazione mondiali dedicate all’agroalimentare. Cibus 2014 registra il tutto esaurito degli spazi con 140mila mq di superficie lorda. 2.700 gli espositori e centinaia le novità esposte per l’occasione dalle aziende presenti.

Pare proprio che le imprese alimentari abbiano molto gradito il profilo internazionale allestito da  Fiere di Parma negli ultimi quattro anni contribuendo a rafforzare il ruolo di terza fiera alimentare al mondo, dopo Anuga di Colonia e Alimentaria di Barcellona.

Una soddisfazione ben manifestata dal presidente dell’ente fiere Franco Boni in occasione del discorso inaugurale: “Presentiamo una manifestazione che nonostante la crisi dimostra numeri in crescita, in controtendenza alla crisi.”  Tanti e profondi i cambiamenti che hanno portato a questo punto di eccellenza  Cibus2014 e perciò il presidente ci tiene a ringraziare “soprattutto tutte le aziende che hanno confermato la fiducia a “Cibus” e non hanno dato ascolto alle sirene che provenivano da altrove, e gli azionisti per il sostegno  dato  con gli aumenti di capitale che ci  hanno consentito di rinnovare pressoché totalmente questo quartiere”.  Una soddisfazione che il Presidente Boni intende condividere con la struttura dell’Ente Fiere, che sotto la guida dell’amministratore delegato Antonio Cellie, è stata in grado di organizzare una manifestazione di così ampia portata internazionale.

Ringraziamenti che si sommano a quelli di Filippo Ferrua, presidente di Federalimentare, “innanzitutto come rappresentante del 50% del marchio Cibus non posso che rallegrarmi con l’amministratore delegato Cellie e la struttura per il risultato record di questa edizione. E’ un risultato questo molto importante per il nostro settore perché interviene in un momento che sta attraversando un periodo di difficoltà. Usciamo da un 2013 che ha visto una perdita di produzione dello 0,7% che si somma alle perdite degli anni precedenti e va a totalizzare un 3,4% di produzione persa. L’altra grande fonte di preoccupazione è sul fronte dei consumi che nel 2013 ha perduto 4 punti che sommati ai precedenti portano a 14 punti percentuali persi negli anni della crisi.”

Un tema, quello dell’internazionalizzazione, che sta molto a cuore al ministero,  quest’oggi rappresentato da Carlo Calenda, Vice Ministro allo Sviluppo Economico, il quale nel riconoscere il settore agroalimentare come tra quelli in più forte espansione individua però nel limitato numero di imprese esportatrici il punto di debolezza del sistema italiano. Per fare fronte a questa mancanza occorre operare, secondo Calenda, con una strategia complessa e articolata per dare vita a  una fase di difesa e a una di attacco. La prima difendendo le indicazioni geografiche, espressione della cultura italiana, combattendo l’italian sound,  e proseguendo con gli accordi bilaterali di libero scambio come ad esempio quello recentemente realizzato con il Canada. Accordi che però non verranno sottoscritti con quei paesi che “giorno dopo giorno, ribadisce il vice ministro, incrementano le loro barriere tariffarie. Questo vale per l’India e vale per Mercosur (Mercato Comune dell’America meridionale ndr).”

La fase d’attacco invece deve orientarsi verso nuovi mercati esteri e l’incentivazione all’esportazione. “Noi siamo forti nei mercati di prossimità. Sono mercati più complessi, Russia, Turchia e Nordafrica. Sono mercati che stanno manifestando elementi di instabilità”. Dove invece sta crescendo un commercio sempre più libero e sempre più aperto sono i paesi “dell’alleanza del Pacifico, prosegue Calenda, Cile, Colombia, Perù e Messico”. Ma c’è anche    l’America più profonda dove esiste un gap enorme tra promozione e importazione di prodotti italiani. “Il Texas, sottolinea il viceministro,  è ad esempio il paese che crescerà di più nei prossimi anni. 6 dei 50 container di prodotti sono texani ma lì non è mai stata fatta una promozione italiana.” La grande distribuzione è lo strumento più efficace per aggredire questi mercati e nei quali fare promozione. In conclusione l’dea è di dare incentivi alle grandi catene estere e incentivare le imprese italiane per dotarsi di export manager anche con la formula del “temporary management”. 

Per Vasco Errani, Governatore dell’Emilia Romagna, il settore agroalimentare è un settore strategico per l’Italia. “E’ molto importante perché non mette più l’agricoltura e l’agroindustria in una dinamica marginale nella discussione di questo Paese.  La possibilità di crescita e di  proiezione globale della qualità del nostro sistema è gigantesca.” Una affermazione internazionale che le imprese non possono raggiungere da sole e soprattutto decidendo “chi fa che cosa”, eliminando le innumerevoli sovrapposizioni e il “barocchismo italiano” senza porsi il problema “lo devo fare io lo deve fare qualcun altro”. L’altro problema, per Errani, è procedere in modo spedito sull’integrazione di filiera. ”Questo richiede un protagonismo nuovo da parte degli operatori” mentre il decisore politico  deve realizzare i suoi procedimenti secondo gli obiettivi della internazionalizzazione e della integrazione spinta di filiera. Il presidente conclude con la necessità di promuovere la Ricerca e la Formazione spingendosi a sostenere che l’Emilia Romagna dovrà diventare leader in europa sul terreno della ricerca sulla qualità agroalimentare. “Il nuovo piano di sviluppo rurale sarà tutto orientato in questa direzione per vedere se siamo in grado di integrare sino alla grande distribuzione e alla commercializzazione”.

A chiudere la serie di interventi è Paolo De Castro, Presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale dell’UE, il quale sottolinea come sia  necessario aumentare notevolmente la capacità organizzativa per arrivare a quei 50 miliardi di euro d’esportazione. Un traguardo, rispetto gli attuali 33 miliardi raggiungibile non con la sola qualità e eccellenza delle produzioni ma con l’organizzazione. Organizzazione che la Germania possiede tanto da produrre valori d’esportazione doppi di quelli italiani. “Noi, conclude De Castro, lavoreremo per rendere più forte l’Italia ma molto dipenderà da quanta Italia ci sarà dentro le istituzioni europee”.  

Che la grande kermesse abbia inizio all’insegna della internazionalizzazione; sostenibilità e lotta agli sprechi; innovazione di prodotto e di servizi; lotta alle contraffazioni.

Cibus2014 inaugurazione corteo gde

Sotto i portici dell'Ospedale vecchio il mercato di Campagna Amica raccoglierà fondi per contribuire al restauro del documento dell'archivio di Stato di Parma che testimonia la prima denominazione d'origine del Parmigiano, rogato quattro secoli fa dalla Camera Ducale di Parma -

 

Parma, 5 maggio 2014 -

 

Coldiretti Emilia Romagna contribuirà a salvare il primo documento, rogato dalla camera ducale di Parma e datato 1612, di riconoscimento della denominazione d’origine “Parmigiano” per il formaggio prodotto nel territorio di Parma. E’ questo l’obiettivo del mercato di Campagna Amica “GustosaMente”, promosso da Coldiretti per mercoledì 7 maggio dalle ore 16.00 alle 22.00 sotto i portici dell’Ospedale vecchio di Parma, in strada Massimo D’Azeglio 45. Una parte degli incassi del mercato, infatti, verrà destinato al restauro dell’importante documento.

L’iniziativa si svolgerà in abbinamento con “Carte… in tavola”, esposizione di documenti dell’Archivio di Stato di Parma sull’alimentazione e sulle produzioni tipiche del territorio, che si svolge nell’ambito di Cibusland che ha portato il Cibus per le strade di Parma.

Tra i prodotti che saranno venduti al mercato di Campagna Amica ci sarà il Parmigiano Reggiano prodotto con latte di vacche rosse, la razza il cui latte è stato il primo ad essere usato nel medioevo per la produzione del “Re dei formaggi”. Non mancherà un’altra gloria della tradizione gastronomica dell’Emilia Romagna, l’aceto balsamico tradizionale di Modena, portato a Cibusland dall’acetaia san Donnino che ha sede nell’omonima villa Liberty, famosa per essere stata set cinematografica del film di Bernardo Bertolucci, Novecento.

Sulla scia dei prodotti che hanno fatto la storia di questa terra, descritti proprio nei documenti dell’archivio di Stato, in via D’Azeglio ci saranno anche i salumi di maiale nero di Parma, animale salvato dalla scomparsa dalla testardaggine di alcuni allevatori, che hanno voluto riprendere l’allevamento di una vera gloria territorio, che oggi è nell’aristocrazia dell’enogastronomia e si presenta con il prosciutto che ha ancora attaccato lo zampetto con l’unghia, come si usa per i prosciutti di razze locali di antica tradizione.

Altri prodotti di alta qualità in vendita al mercato vanno dai funghi biologici alla birra agricola, dai formaggi ovicaprini alla frutta e verdura fresca.

 

(Fonte: ufficio stampa Coldiretti Parma)

 

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