Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 16 21 Aprile 14

SOMMARIO

Anno 13 - n° 16 - 21 Aprile 14

 

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SOMMARIO

Anno 13 - n° 16 21 Aprile 14

 

BUONA PASQUA

1.1 editoriale

Buona Pasqua

2.1 ambiente

S.O.S. Bonifica

3.1 concorso enologico

Concorso Enologico “Matilde di Canossa”

4.1 expo2015

Federalimentare 4 EXPO. L’Industria alimentare italiana a EXPO2015

5.1 Cibus 2014 5-8 maggio

Cibus 2014, l’industria alimentare si presenta al completo

6.1 Lattiero Caseario

“Mercati deboli. Latte Spot in forte ribasso.

7.1 expo2015

EXPO2015, Giovanni Mantovani nominato nel comitato scientifico per il padiglione del vino

8.1 biologico

Cresce il Bio. Quali prodotti utilizzare

9.1 grana padano 

Cresce la produzione e l’export sostiene la remunerazione 

10.1 consumi

Pasqua, 8 su 10 a casa

 

 

 

Cibus 16 21apr14 COP

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Domenica, 20 Aprile 2014 11:13

Concorso Enologico “Matilde di Canossa”

 

Quinta edizione del Concorso enologico “Matilde di Canossa-Terre di Lambrusco”. Per le iscrizioni c’è tempo sino al 6 maggio.

 

Reggio Emilia, 17 aprile 2014 - 

Dopo il successo del 2013 – che portato in selezione finale 90 vini (45 dei quali prodotti nella provincia di Reggio Emilia), per i viticoltori emiliani e mantovani è scattato il conto alla rovescia per la partecipazione al Concorso enologico “Matilde di Canossa-Terre di Lambrusco”, l’appuntamento annuale proposto dalla Camera di Commercio di Reggio Emilia per valorizzare e promuovere la miglior produzione di lambrusco.

Il lancio dell’iniziativa giunge dopo alcuni eventi che hanno visto l’Ente camerale particolarmente impegnato a sostegno della visibilità dei lambruschi e delle esportazioni dei vini reggiani.

Tra questi, spicca il grande consenso ottenuto al Vinitaly di Verona, nel cui ambito sono stati organizzati una cinquantina di incontri d’affari che hanno coinvolto dieci aziende locali e importatori e buyer di prodotti Top gamma provenienti non solo dall’Unione europea, ma anche dalla Russia, dagli Usa, dal Canada e dall’Asia. 

E’ dunque in questo contesto di crescente interesse sui lini locali che si inserisce la quinta edizione del Concorso enologico “Matilde di Canossa-Terre di Lambrusco”. L’iniziativa - patrocinata dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali – è dedicata proprio alle aziende produttrici di Lambrusco delle province di Reggio Emilia, Modena, Mantova e Parma, alle quali è offerta l’opportunità di veder premiato il loro impegno sulla qualità delle produzioni e, contemporaneamente, di inserire nella prestigiosa vetrina del concorso i propri  prodotti, che saranno presentati alle più prestigiose rassegne agroalimentari internazionali.

La prima vetrina internazionale per i vini selezionati dalla 5^ edizione sarà la fiera SIAL di Parigi, il salone leader mondiale dell’agroalimentare in programma nell’ottobre 2014 nella capitale francese. 

Le aziende interessate hanno tempo sino a martedì 6 maggio per iscriversi alla nuova edizione del Concorso enologico “Matilde di Canossa – Terre di Lambrusco”. Le operazioni di selezione si svolgeranno poi dal 22 al 23 maggio presso la sede della Camera di commercio di Reggio Emilia a Mancasale; saranno curate da commissioni formate per pubblico sorteggio e composte da 6 tecnici, di cui almeno 4 residenti in Emilia, e da 1 sommelier, sempre in base al metodo di valutazione “Union Internationale des Oenologues”. 

Il concorso riguarda tre categorie di vini: Vini Lambrusco frizzanti a denominazione di origine controllata (Dop), Vini Lambrusco frizzanti designati con indicazione geografica tipica (Igp) e Vini Lambrusco spumanti a denominazione di origine controllata (Dop).  

La proclamazione ufficiale dei vini premiati è prevista per fine giugno. 

Folta e prestigiosa, anche per il 2014 la compagine delle realtà istituzionali che affiancano la Camera di commercio di Reggio Emilia per la buona riuscita del Concorso: oltre al Ministero delle Politiche Agricole infatti, patrocinano la manifestazione la Regione Emilia Romagna, la Provincia di Reggio EmiliaEnoteca Regionale dell’Emilia Romagna e le CCIAA di Modena, Parma e Mantova; collaborano con la Camera di commercio Assoenologi, A.i.s. (Associazione Italiana Sommelier) e i quattro Consorzi che operano nelle zone tipiche di produzione del Lambrusco: Consorzio per la Tutela e la Promozione dei vini Dop Reggiano e Colli di Scandiano e Canossa, il Consorzio Marchio Storico dei Lambruschi Modenesi, il Consorzio Volontario per la Tutela dei Vini dei Colli di Parma ed il Consorzio Vini Mantovani. 

Le Cantine Reggiane selezionate dall’edizione 2013

Agriturismo il Bove,  Azienda Agricola Melioli Lorenzo . Az. Agr. Cantina Fantesini di Bigi C. e Fantesini C., Az. Agr. Il Mello di Gagliardi Paolo, Az. Agr. Moro di Rinaldini Paola, Az. Vinicola Bertolani Alfredo Srl, Ca’ De’ Medici Srl, Cantina Colli di Scandiano ,Prati Franco Srl, Cantina di Albinea Canali  Cantine Riunite & Civ Sca, Cantina Sociale Centro di Massenzatico Sca, Cantina Sociale di Arceto Sca, Cantina Sociale di Gualtieri Sca, Cantina Sociale di san Martino in Rio Sca, Cantina Sociale Prato di Correggio Sca, Cantine Lombardini Srl , Cantine Riunite & Civ Sca, Casali Viticultori Srl, Donelli Vini Spa , Ferrarini Spa , Lini Oreste e Figli Spa , Medici Ermete & Figli Spa 

 

Per iscrizioni e informazioni: www.concorsolambrusco.it o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

 

Nella foto: lo stand del Concorso Enologico "Matilde di Canossa - Terre di Lambrusco" all'edizione 2014 del Vinitaly.

 

 

 


  

 

 

 

Due padiglioni e 2.600 mq per raccontare storia, cultura e filiera del settore.

 

Milano, 16 aprile 2014 - Due padiglioni e circa 2.600 mq per raccontare l’agroindustria italiana ai visitatori di Expo 2015, in un viaggio interattivo per scoprirne i prodotti, i protagonisti, la ricchezza dei territori, i marchi e gli imprenditori che li hanno creati e sviluppati, rendendoli  un riferimento per l’economia del Paese e ambasciatori dell’italian food nel mondo. Sono le caratteristiche di Federalimentare 4EXPO, progetto di edutainment che Federalimentare, la Federazione dell’industria alimentare italiana, con il suo partner operativo Fiere di Parma, ha presentato a Expo 2015 SpA. E che costituirà il principale canale di comunicazione per la divulgazione e valorizzazione dell’immagine dell’industria alimentare all’Expo Milano 2015.

 

Federalimentare 4EXPO vivrà in 2 padiglioni polifunzionali di circa 1.300 mq ciascuno, sviluppati su 3 piani e collegati tra loro da una passarella di 8 metri di larghezza. Coinvolgerà circa 500 tra aziende, consorzi e organismi istituzionali del made in Italy alimentare e ospiterà nei suoi spazi istituzionali fino a 200 eventi nei 6 mesi della manifestazione

I padiglioni avranno un design interno e esterno armonizzato con quello del Padiglione Italia, di cui saranno lo “specchio industriale”, e si troveranno in una posizione strategica (NE 10 e NE 11), nella “testa” del “pesce” e in prossimità dell’ingresso Est, dal quale passerà il 40% del pubblico ma la maggior parte degli operatori “professionali” che visiteranno Expo 2015. 

 

Il progetto, che non prevede attività commerciali e di vendita, sarà un percorso interattivo per comprendere il valore delle filiere alimentari attraverso la galassia dei prodotti e delle aziende che hanno scritto la storia dell’Italia alimentare. Saranno 9 i percorsi tematici di edutainment dedicati ai settori chiave dell’industria alimentare (latte, formaggi e derivati; conserve vegetali; condimenti; sfarinati, pasta e pizza; carni; ittico; bevande; dolci; spezie e coloniali). 9 viaggi esperienziali realizzati con scenografie “immersive” e proiezioni 3D, che le aziende renderanno concreti e tangibili grazie alle postazioni interattive (fino a 500) che sveleranno ai visitatori il loro patrimonio storico e culturale. 

 

Oltre all’area edutainment, Federalimentare 4EXPO sarà anche il fulcro di eventi e relazioni istituzionali per il settore: le 2 terrazze – caratteristica unica nell’architettura dei Padiglioni di Expo 2015 – e la grande sala eventi polifunzionale da 1.500 posti, situata al piano terra del padiglione NE 10. Spazi che, in 6 mesi, ospiteranno circa 200 tra iniziative di promozione e comunicazione organizzate dalle aziende aderenti a Federalimentare e i principali appuntamenti del settore (assemblee delle associazioni di categoria, convention aziendali convention aziendali dell’industria alimentare, ecc.).

 

Secondo Filippo Ferrua Magliani, Presidente di Federalimentare, “L’agroindustria italiana riflette la ricchezza dei territori, dei prodotti e degli imprenditori che l’hanno creata e sviluppata. Processi e prodotti artigiani sono diventati industriali e hanno guidato lo sviluppo di un importante settore anch’esso leader nel mondo. Una ricchezza creativa e relazionale, che nasce da vicende industriali centenarie e vive nelle nuove generazioni di imprenditori e manager che alimentano lo sviluppo dell’Italian food nel mondo. Non esisterebbe made in Italy se alle spalle dei prodotti non ci fossero imprese che fanno della qualità una vera e propria ‘ossessione’: delle materie prime, dei processi, del confezionamento, dei prodotti. E attraverso questo progetto abbiamo la possibilità di raccontarlo”.  

 

“Oggi possiamo finalmente svelare i dettagli di questo progetto non commerciale di valorizzazione per l’industria alimentare – dichiara Paolo Zanetti, Vice Presidente di Federalimentare con delega Expo. Siamo contenti che Expo 2015 SpA si sia reso conto della validità di un progetto che abbiamo concepito e sviluppato assieme a Fiere di Parma fin dal 2010, con l’intento di valorizzare la storia, la cultura e la filiera dell’agroindustria italiana, secondo settore del manifatturiero italiano e ambasciatore del made in Italy, con un export di 26,2 miliardi di euro. Con questo padiglione educativo, che ha avuto anche l’apprezzamento del MIPAAF, verranno dati spazio e visibilità a chi produce il cibo che finisce ogni giorno sulle nostre tavole e su quelle di tutto il mondo, in un percorso coerente con i temi di una manifestazione che ha messo al centro del dibattito l’alimentazione e la nutrizione.”

 

Aggiunge Antonio Cellie, Ad di Fiere di Parma, partner operativo di Federalimentare: “La crescente fiducia nei confronti di Fiere di Parma da parte della business community dipende anche dall’approccio, scelto insieme a Federalimentare 12 mesi fa, rispetto alla grande opportunità di Expo. Secondo noi questo importante appuntamento deve essere anche un’occasione concreta di business per molte imprese italiane e quindi abbiamo immaginato e realizzato un modello di partecipazione per le aziende che sia rivolto anche ai professionisti della distribuzione e della ristorazione di tutto il mondo che si recheranno all’Esposizione Universale. Durante i sei mesi di Expo molti operatori chiave per il futuro del nostro agroalimentare verranno in Italia: all’interno dei padiglione Federalimentare4EXPO la nostra industria alimentare potrà incontrarli per spiegare loro perché il nostro panorama produttivo è così meravigliosamente diversificato e perché, grazie a un tessuto di imprese e territori unico al mondo, i nostri prodotti sono ineguagliati per qualità e sicurezza.”

 

Federalimentare 4EXPO potrà contare anche sul fondamentale contributo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che realizzerà un’analisi scientifica multidisciplinare per fotografare il sistema alimentare italiano e il suo ruolo nel panorama economico italiano. Così Lorenzo Ornaghi, Presidente dell'Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell'Università Cattolica del Sacro Cuore: “I marchi del sistema alimentare italiano disegnano la fisionomia di una vera e propria élite creativa, generatrice di ricchezza sociale, economica e anche culturale. Particolare attenzione verrà dedicata alla costante cura che tali realtà hanno per la qualità dei prodotti, per la loro gestione, per le iniziative che promuovono e sponsorizzano sul territorio e che le rendono punti di riferimento affidabili per le comunità locali. Questo studio economico-aziendale, politologico e sociale vuole scoprire ragioni e condizioni che hanno favorito la nascita e il consolidamento di queste aziende, spesso basate su un’architettura familiare. E sottolinea la necessità di un pieno riconoscimento e di una legittimazione della leadership del settore alimentare all’interno del più ampio sistema economico-sociale italiano.”

(Federalimentare)

 

Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari  forestali, Maurizio Martina, è stato istituto il Comitato scientifico del Padiglione del Vino dell'Expo 2015. Tra i rappresentanti del mondo vivitinicolo, anche Veronafiere la quale con Vinitaly supporta da quasi mezzo secolo l'imprenditorialità e l'export del settore.

Verona, 15 aprile 2014. Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere, è stato nominato con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari forestali, Maurizio Martina, componente del Comitato scientifico del Padiglione del Vino dell'Expo 2015. Il decreto di costituzione del Comitato affida ai membri designati l'elaborazione delle linee strategiche e il compito di valutare le idee progettuali da promuovere nell'ambito del Padiglione del Vino.

Oltre al direttore generale di Veronafiere, fanno parte del Comitato: Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi, con funzione di presidente, Raffaele Borriello, vice capo di Gabinetto del Ministero delegato all'Expo 2015, con funzioni di coordinatore, Piero Antinori, presidente Istituto Vino Italiano di Qualità – Grandi Marchi, Diana Bracco, commissario generale di sezione per il Padiglione Italia, Carlo Guerrieri Gonzaga, presidente Comitato Grandi Cru, Ruenza Santandrea, presidente Gruppo Cevico, Lamberto Vallarino Gancia, presidente Federvini, Domenico Zonin, presidente Unione Italiana Vini.

La nomina di Giovanni Mantovani arriva a pochi giorni dall'annuncio, fatto dal Ministro Maurizio Martina, dell’incarico a Vinitaly di realizzare e gestire il Padiglione del Vino, sulla base della convenzione siglata tra Padiglione Italia e Veronafiere. «La scelta di Vinitaly – aveva sottolineato a Vinitaly il Ministro Martina – è una scelta di competenza, esperienza e professionalità, fatta nella consapevolezza che possa assicurare al vino Italiano una importante e adeguata rappresentazione nell’ambito di Expo Milano 2015. Vinitaly è la manifestazione che più di ogni altra ha scandito e accompagnato l’evoluzione del sistema vitivinicolo nazionale e internazionale, contribuendo negli anni a rendere il vino una delle più coinvolgenti e dinamiche realtà del settore primario».

«L'istituzione del Comitato scientifico – afferma all'indomani della sua nomina Giovanni Mantovani – è un passo molto importante verso la realizzazione del Padiglione del Vino. L'ampia rappresentatività delle migliori componenti del mondo vitivinicolo italiano, unita alla nostra esperienza maturata con Vinitaly e attraverso la piattaforma di servizi all'estero per la promozione del vino italiano sapranno dare a questo simbolo del made in Italy la migliore visibilità all'interno di Expo 2015, al fine di favorire un ulteriore sviluppo dell'export delle nostre aziende».

Grazie ai numeri realizzati nell'edizione appena conclusa, Vinitaly si è confermato anche quest'anno la piazza di incontro più importante a livello internazionale per i professionisti del vino: 4.100 espositori su 100.000 metri quadrati netti di superficie espositiva; 155.000 visitatori in crescita del 6% rispetto all'anno precedente; 55.000 buyer e operatori esteri, saliti al 36% del totale.

Servizio Stampa Veronafiere

Domenica, 20 Aprile 2014 09:22

Cresce il Bio. Quali prodotti utilizzare.

  

Il biologico risulta ancora in espansione a livello internazionale, sia sul fronte della domanda che dell'offerta, anche se a tassi più contenuti rispetto agli scorsi anni. E' quanto emerge dai dati diffusi da FIBL e IFOAM in occasione della Fiera Biofach di Norimberga.

di Virgilio - Parma, 16 aprile 2014.   Nel 2012 le superfici mondiali coltivate ad agricoltura biologica sono ammontate a 37,5 milioni di ettari e sono cresciute di mezzo punto percentuale sul 2011, mentre gli operatori bio, pari nel complesso a 1,9 milioni, sono aumentati del 7,6%.

A riferirlo è l’Ismea la quale sottolinea come il mercato mondiale stia ancora crescendo (+1,3% nel 2012) e valutato in circa 50 miliardi di euro. Il valore del mercato si concentra in gran parte in Nord America e in Europa, mentre è inferiore, talvolta anche di parecchio, nei continenti dove risiedono le superfici più ampie. Fenomeno, questo, che dipende da un forte orientamento all'export delle zone produttive verso le aree a maggiore domanda. Inoltre, vi sono continenti come l'Oceania in cui il bio è rappresentato in prevalenza da estensioni a prati e pascoli che, quindi, presentano uno scarso impatto sul mercato.
L’Italia si colloca tra i primissimi posti al mondo e quarta in europa. A comandare la classifica è la Germania con un giro d'affari nazionale di poco superiore ai 7 miliardi di euro, seguita dalla Francia (4 miliardi) e dal Regno Unito (1,95 miliardi).  Il quarto posto , come anticipato, spetta all'Italia, con circa 1,9 miliardi di valore del mercato interno (3,1 se si considera anche l'export) e un peso sul valore totale del mercato europeo bio dell'8%.

Sul fronte dei consumi interni, Ismea rileva una crescita ininterrotta e piuttosto sostenuta dal 2005, che si  rivela in controtendenza rispetto all'andamento dapprima stagnante e poi negativo degli acquisti di alimenti convenzionali. Tuttavia il consumo pro-capite rimane ancora a livelli decisamente inferiori rispetto ai "big spender" - 31 euro annui contro i circa 190 del paese in testa a tale graduatoria - e il peso delle vendite bio sul totale  agroalimentare risulta di appena l'1,5% a fronte del 7,5% del paese leader.

 

I prodotti utilizzabili 

Con il crescere dei consumi e delle superfici investite ad agricoltura biologica aumentano anche i rischi di un utilizzo improprio dei mezzi tecnici, in taluni casi neppure consentiti dal regolamento comunitario. 

Nonostante gli accurati controlli messi in campo dai diversi istituti pubblici e privati sostenuti e anticipati dai frequenti piani divulgativi può accadere che taluni possano sfuggire o mancare agli appuntamenti d’aggiornamento.

A questo proposito anche FederBio, che raggruppa tutti i principali attori della filiera del biologico, ha deciso di attivare un Gruppo di Lavoro allo scopo di esprimere un parere motivato sull’ammissibilità dei formulati commerciali impiegabili per approntare un elenco sempre aggiornabile dei prodotti fitosanitari impiegabili in agricoltura biologica.

Il tutto con l’intento non di penalizzare la filiera ma di supportare gli operatori e gli organismi di certificazione, semplificandone il lavoro.

Il processo di valutazione dei prodotti fitosanitari si è basato su due concetti fondamentali:

• Che il principio attivo sia incluso nell’allegato II del Regolamento CE 889/2008.
• Che il prodotto fitosanitario o il coadiuvante di prodotti fitosanitari siano regolarmente autorizzati in Italia dal Ministero della Salute una volta che il principio attivo sia stato valutato a livello europeo ed inserito nella Banca dati ufficiale del Ministero (disponibile presso http://www.salute.gov.it/fitosanitariwsWeb_new/FitosanitariServlet).

Grazie a questo incrocio è stata selezionata una lista di prodotti fitosanitari che contengono i suddetti principi attivi e che sono quindi impiegabili in agricoltura biologica.

La lista è ripartita in 3 sezioni:


1. Elenco dei prodotti fitosanitari impiegabili in agricoltura biologica per la difesa delle colture (consultabile e scaricabile in ordine alfabetico sia come principio attivo sia come nome commerciale) che contiene tutti i prodotti a base di sostanze di origine animale e vegetale, i microrganismi, le sostanze prodotte dai microrganismi, le sostanze da utilizzare in trappole e/o distributori automatici, preparati da spargere in superficie tra le piante coltivate e altre sostanze di uso tradizionale in agricoltura biologica, tutti regolarmente registrati in Italia.

Scarica il file:

in ordine per PRINCIPIO ATTIVO    in ordine per TIPOLOGIA DI AZIONE  

in ordine per NOME COMMERCIALE  

2. Elenco dei prodotti commerciali a base di feromoni (confusione e disorientamento sessuale) regolarmente registrati in Italia e ripartiti per le principali colture di applicazione (vite, pomacee, drupacee, altre), così da consentire una più rapida individuazione del prodotto.

Scarica il file:                                              in ordine per COLTURA

3. Elenco dei principali macrorganismi utili (insetti, acari e nematodi) che possono essere utilizzabili e reperibili sul mercato in Italia. Si sottolinea che questa categoria non necessita di alcuna autorizzazione per l’immissione in commercio in Italia, pertanto la lista viene riportata solo a scopi divulgativi. Altre specie possono essere utilizzate conformemente purché non esotiche.

Scarica il file:

                      in ordine per NOME MACRORGANISMO             in ordine per TARGET

Nei casi di prodotti fitosanitari con inquadramento normativo non chiaro, il Gruppo di Lavoro si avvale del parere ufficiale del MiPAAF.

Federbio, tuttavia, non assume nessuna obbligazione circa il puntuale e corretto aggiornamento della lista. La stessa Federazione, pertanto, non potrà essere ritenuta responsabile – né chiamata a risponderne - per l’eventuale omesso inserimento di formulati o per il non corretto mantenimento degli stessi nella lista. Similmente, gli operatori  assumono su di sé la responsabilità dell’uso degli agrofarmaci inseriti in lista e sono tenuti, prima dell’uso, a verificare la vigenza delle registrazioni e le caratteristiche tecniche degli stessi per la coltura su cui ne verrà fatto impiego.

La Lista è stata compilata grazie al supporto di BDF banca dati agrofarmaci (www.bdfagro.it - Ecospi srl Milano tel. 02.6555926), alla quale si rimanda per ogni ulteriore specifica tecnica dei prodotti commerciali (quali, ad esempio, dosaggio, colture e target di registrazione, tempo di carenza, etichetta completa, ecc.). La lista viene revisionata mensilmente in base alle nuove registrazioni sulla scorta degli aggiornamenti di BDF banca dati agrofarmaci.

Grazie ad una convenzione con Ecospi srl gli utilizzatori dei servizi di FederBio potranno acquistare BDF banca dati agrofarmaci ad un prezzo riservato indicato su www.bdfagro.it/federbio.htm.

Per ogni segnalazione di errori o mancate inclusioni si prega di contattare FederBio, all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

(Fonte FederBio)

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


  

 

Grana Padano, 1,5 milioni di forme vendute all’estero nel 2013 pari al 34% della produzione.

 

di LGC - Parma 14 aprile 2014 -

Non è stato certamente un 2013 tutto rose e fiori per settore alimentare e a questo non si è sottratto nemmeno il Grana Padano soprattutto per quanto riguarda la prima parte dell’anno. La conferma viene anche dal Presidente del Consorzio di Tutela del Grana Padano DOP, Nicola Baldrighi, intervistato da Assolatte. “ il 2013 si è chiuso positivamente, grazie ad un mercato del latte spot molto vivace. In Italia, il Grana Padano ha confermato i propri livelli di consumo e la sua leadership nel settore dei formaggi duri, con una quota del 49%. I risultati sono confermati dal calo delle giacenze, scese del 3%.

Sul fronte dei prezzi all’ingrosso, dall'inizio dell'estate abbiamo registrato una ripresa delle quotazioni, confermata anche a gennaio.”

L’adozione dei piani produttivi e l’export hanno contribuito al mantenimento dei prezzi su livelli di remuneratività. 

Nel corso del 2013 si è registrata infatti una contrazione della produzione del 3,3% rispetto il 2012. “ Sono risultati che soddisfano, - sottolinea il Presidente Baldrighi commentando i dati - ma occorre continuare a mantenere prudenza produttiva, e dedicare la massima attenzione alla qualità del prodotto.”

I dati diffusi dal Consorzio di Tutela del Grana Padano a inizio di aprile evidenziano come, anche per il mese di marzo, si sia confermata la tendenza all'aumento della produzione, con una variazione del +2,3% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente.
In ragione di tale recupero l'offerta del primo trimestre si assesta a quasi 1,4 milioni di forme, pari al +2,4% rispetto allo stesso periodo del 2013. 

I primi segnali di cedimento dai mercati all’ingrosso si stanno manifestando complice anche il crollo del Latte Spot probabilmente condizionato dalla decrescita del valore del latte tedesco e austriaco.

Sul fronte dell’export il Grana Padano sta dando invece notevoli soddisfazioni. “ Nel periodo gennaio – novembre 2013, il Grana Padano - informa Nicola Baldrighi -  ha confermato la propria leadership di formaggio DOP più consumato nel mondo, con un incremento delle esportazioni del 5,87%. Confortante  soprattutto l'aumento del 7% rilevato nella UE, mentre nei paesi al di fuori dell’Unione europea, l’incremento è stato del 4%.” 

1,5 milioni di forme vendute all’estero nel 2013 pari al 34% della produzione del Consorzio Di Tutela del Grana Padano. 

“Un  dato positivo, - conclude Baldrighi - che in 15 anni vedrebbe più che quadruplicato l'export di Grana Padano, e che premia  il nostro lavoro. Il Consorzio ha investito all'estero con lungimiranza, in anni in cui il mercato interno prosperava, consapevole della forza di questa eccellenza del Made in Italy.”

Domenica, 20 Aprile 2014 08:31

Pasqua, 8 su 10 a casa

 

Piu’ di 8 italiani su 10 trascorreranno tra le mura domestiche la Pasqua 2014 che si classifica tra le piu’ casalinghe degli ultimi decenni per effetto della crisi che taglia le partenze ma riduce anche la spesa per imbandire la tavola con i prodotti simbolo della ricorrenza.

Roma 12 aprile 2014 - 

E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia che il 24 per cento degli italiani non acquisterà quest’anno uova o colombe industriali o artigianali mentre si prevede un ritorno al fai da te casalingo che non si registrava dal dopoguerra per ben 5 milioni di italiani .
Lo dimostra il fatto che durante la settimana Santa saranno consumate dagli italiani - sottolinea la Coldiretti - circa 400 milioni di uova "ruspanti" che sono l’unico prodotto che ha visto aumentare gli acquisti nel 2013 (+2 per cento)  in netta controtendenza con il calo del 3,9 per cento fatto registrare in generale per l’alimentare. Sode per la colazione, dipinte a mano per abbellire le case e le tavole apparecchiate o consumate in prodotti artigianali e industriali o in ricette tradizionali da gustare a casa o in viaggio il ritorno delle uova (vere) è - sostiene la Coldiretti - la grande novità della Pasqua 2014.
Per le feste - precisa la Coldiretti - torna anche per la maggioranza degli italiani il viaggio a breve raggio da realizzare in giornata per fare una scampagnata, visitare una città d’arte, mete religiose o andare a trovare parenti e amici, magari facendo ricorso al pranzo al sacco preparato accuratamente a casa. Una tendenza che interessa anche la tradizionale gita fuori porta in agriturismo dove secondo Terranostra molte aziende si sono attrezzate con l'offerta di alloggio e di pasti completi ma anche di colazioni al sacco o con la semplice messa a disposizione spazi per picnic, tende, roulotte e camper per rispettare le esigenze di indipendenza di chi ama prepararsi da mangiare in piena autonomia ricorrendo eventualmente solo all'acquisto dei prodotti aziendali di campagna amica.
La preparazione casalinga dei piatti tradizionali è - sostiene la Coldiretti - una attività tornata ad essere gratificante per uomini e donne che si svolge proprio nella settimana che precede la Pasqua. Gli italiani ai fornelli - continua la Coldiretti - trovano supporto nel boom delle pubblicazioni e delle trasmissioni televisive dedicate alla cucina, ma anche da internet dove si contano oltre 415 mila italiani che dichiarano di partecipare regolarmente a community sul web centrate sul cibo, e sono invece complessivamente oltre 1,4 milioni quelli che vi prendono parte, comprendendo coloro che vi ricorrono solo in condizioni particolari come le feste. Una fonte di informazione utile per cercare di riportare in tavola sapori esclusivi della tradizione pasquale destinati a rimanere solo un piacevole ricordo per tutto il restante periodo dell’anno.
Accanto al pesce del venerdì Santo e alla carne di agnello della santa Pasqua nella lista dei prodotti preferiti per la Pasqua si trovano tra i dolci al primo posto  l'immancabile pastiera napoletana che batte la colomba mentre seguono da vicino la pizza di Pasqua e la treccia pasquale. Si tratta - continua la Coldiretti - di dolci caratterizzati spesso da sapori forti che hanno le uova tra gli ingredienti principali come la scarcedda lucana che è un dolce ripieno di uova sode o la torta pasqualina della Liguria che è un rustico ripieno di verdura, uova e parmigiano. (coldiretti)

 

Preparandosi a EXPO2015. Presentato a Milano il programma della principale fiera alimentare italiana – Internazionalizzazione e nuove strategie commerciali per il mercato nazionale – La kermesse sarà aperta dal Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina – Attesi 60 mila operatori

Milano, 16 aprile 2014 – La 17° edizione di Cibus, a Parma dal 5 all’8 maggio 2014, fa registrare un numero record di espositori, con tante aziende che tornano in fiera dopo anni di assenza ed un gran numero di nuovi prodotti che saranno presentati per la prima volta nelle giornate fieristiche. Una fidelizzazione rafforzata dal gradimento delle imprese alimentari italiane per il percorso di internazionalizzazione intrapreso da Fiere di Parma negli ultimi quattro anni e che fa di Cibus la prima fiera italiana del made in Italy alimentare e la terza fiera alimentare al mondo.

E’ quanto è emerso dalla conferenza stampa odierna tenutasi a Milano in cui è stato presentato il programma di Cibus 2014, oltre che il nuovo padiglione che Federalimentare e Fiere di Parma realizzeranno ad EXPO2015 .

All’apertura della 17° edizione di Cibus parteciperanno anche Maurizio Martina, Ministro delle Politiche Agricole e Carlo Calenda, Vice Ministro per lo Sviluppo Economico. Sono attesi mille top buyer da cento Paesi e circa diecimila operatori esteri, per un totale complessivo di 60 mila operatori, tra italiani e stranieri.

L’interesse per Cibus 2014 cresce anche per l’imminenza di Expo e per l’impegno del comparto industriale agroalimentare italiano di superare la fase di crisi del mercato interno e la volontà di conquistare nuovi mercati esteri.

“Dopo le 5 tappe del Cibus Market Check che ha portato le aziende italiane ad incontrare la grande distribuzione in tre continenti – ha dichiarato in conferenza Antonio Cellie, Ceo di Fiere di Parma – e dopo il successo del padiglione italiano alla fiera alimentare di Bangkok, abbiamo tracciato un percorso di collaborazione con “Anuga”, la fiera di Colonia, che ci consentirà di lavorare con i più importanti partner fieristici internazionali”.

La spinta all’internazionalizzazione è anche conseguenza di una crisi del mercato interno che è ancora notevole, come ha sottolineato Filippo Ferrua, Presidente di Federalimentare: “L’appuntamento di Cibus non è mai stato così importante: il 2013 si è rivelato come l’anno peggiore dall’inizio della crisi, dove la tenuta dell’export (+5,8%) non maschera la caduta dei consumi interni (- 4 punti in 12 mesi, -14 in 5 anni).  Nel 2014 questo trend rallenta ma, almeno per ora, non si ferma. In questo momento, il sostegno promozionale e di immagine che può dare Cibus ha perciò un valore vitale. Siamo sicuri che esso darà spinta al percorso di uscita dal tunnel della crisi”.

Un ottimismo condiviso dal Presidente di Fiere di Parma, Franco Boni che ha dichiarato: “Ci siamo preparati ad un'edizione di Cibus che abbiamo voluto davvero straordinaria, nell'attesa del grande evento EXPO”.

Non sono poche le novità di Cibus 2014, come ha spiegato Elda Ghiretti, Cibus Brand Manager: “ A partire da un layout rinnovato con un percorso più fruibile e coerente per i buyer in visita e dal marcato profilo multicanale di questa edizione che cerca di coinvolgere tutte le realtà che ruotano intorno al prodotto alimentare italiano”.

Spazio dunque al commercio al dettaglio, oltre che alla grande distribuzione; al food service ed alla ristorazione fuori casa; ai prodotti biologici, gluten free, halal e kosher; alle PMI regionali cui è dedicato un incoming specifico di buyer; al mondo dolciario integrato all’area del grocery; alla ristorazione con il ruolo attivo di ALMA, la Scuola di cucina internazionale; ed altro ancora (http://www.cibus.it/iniziative/).

Workshop, convegni, concorsi ed eventi di ogni tipo fanno di Cibus 2014 un appuntamento da non mancare. A partire dalla prima giornata che vede in programma il tradizionale convegno di apertura di Cibus in cui Federalimentare (che a Cibus terrà la propria assemblea annuale) presenterà lo stato dell’arte del settore industriale agroalimentare con i dati più aggiornati sulla produzione e gli interscambi con l’estero e un convegno coordinato da Barilla sul Protocollo di Milano (con la partecipazione di Guido Barilla, Carlo Petrini e Paolo De Castro).

E ancora nelle giornate seguenti il convegno “Promuovere il Made in Italy: lezioni dall’estero”, realizzato in collaborazione col Gruppo Food”: uno studio su come la Gdo estera presenta il prodotto italiano ed il premio Cibus a quelle catene distributive estere distintesi per operazioni di comunicazione e marketing finalizzate alla promozione dei prodotti Made in Italy.

Ed infine l’evento dedicato al Food Service e al Duty free: Cibus  ed il Gruppo Edifis illustreranno il mercato del food italiano nei luoghi di transito per definizione: i duty free, con esempi di best practices. (http://www.cibus.it/convegni/ ).

Infine va menzionato il nostro nuovo e potenziato fuori salone: Cibus Land, con degustazioni ed eventi nelle strade di Parma ed una grande lounge “After Cibus” riservata a visitatori ed espositori all’interno del palazzo del Governatore. Complementare a Cibus, si terrà la quinta edizione di “Pianeta Nutrizione & Integrazione”, forum interdisciplinare sulla sana nutrizione con seminari di medici e società scientifiche ed una sezione espositiva di prodotti alimentari salutistici.

 

(ufficio stampa Cibus 2014)

 

Presentano un assortimento di altissima qualità e sono il riferimento dei foodies d’oltreoceano. Una ricerca MRA per Parma Alimentare e Camera di Commercio li individua come approdo elettivo delle produzioni parmensi, le cui imitazioni (italian sounding) genererebbero un fatturato stimato in 3,1 miliardi di dollari a fronte del miliardo scarso riconosciuto ai prodotti autentici. I risultati dello studio presentati oggi alla Camera di Commercio di Parma durante il convegno “Parma a stelle e strisce, vendere il food in USA: istruzioni per l’uso”.

 

Parma, 16 aprile 2014 -

C’era una volta in America il semplice supermercato. Ma oggi non c’è più. O meglio, il semplice supermercato è solo una tessera del complesso mosaico che è diventato il sistema della distribuzione statunitense. Chi vuole affrontare il mercato al dettaglio dei generi alimentari è dunque avvisato: i tempi sono cambiati, ci sono 40 milioni di americani benestanti (reddito annuale oltre i 75mila dollari) e grandi appassionati di enogastronomia, i cosiddetti foodies, che non vedono l’ora di provare cibi e preparazioni autenticamente italiani e con la garanzia di alti livelli qualitativi. E che per questo si rivolgono a insegne della distribuzione a metà tra la drogheria di quartiere e il supermarket, i cosiddetti ‘specialty stores’, format di negozio focalizzato su un assortimento di alto livello e in cui i commessi, in alcuni casi, sono dei veri e propri consulenti di prelibatezze. Ci sono poi alcuni ‘wholesales clubs’, punti vendita in cui è possibile acquistare le specialità in quantità maggiori e a un prezzo più conveniente, ma soltanto corrispondendo prima un abbonamento (‘fee’) annuale, come un vero e proprio circolo cui ci si iscrive. Agli specialty stores e ai wholesales club si rivolgono anche i consumatori statunitensi più attenti agli aspetti salutistici della loro alimentazione e quindi maniacali nella lettura delle informazioni sulle etichette e sulle tabelle nutrizionali.

E’ a queste catene quindi che il Made in Italy, e il Made in Parma, si dovrebbe rivolgere per raggiungere i sofisticati golosi e gli scrupolosi consumatori salutisti che vivono in USA, secondo lo studio MRA presentato oggi dal presidente Carlo Bertozzi, e dal direttore della divisione consulenze Giovanni Grimaldi, alla Camera di Commercio di Parma in un convegno organizzato da Parma Alimentare. 

Realizzata attraverso l’analisi di 2.500 punti vendita, la ricerca parte da una rassegna sulla regolamentazione statunitense nel campo del commercio alimentare (retail e food service): dalla spedizione del prodotto all’etichettatura, dalla registrazione degli impianti ai dazi e alle tariffe, con specifiche su una selezione di prodotti agroalimentari del territorio. Si prosegue con la definizione dei foodies e dei consumatori ‘health conscious’ e con l’individuazione delle loro insegne preferite, accomunate dall’offerta di un’esperienza di acquisto piacevole e sofisticata e dalla scelta di referenze di alta qualità ed autentiche. Le catene individuate dallo studio (come Costco, 429 punti vendita, Trader Joe’s, 362 e Whole Foods, 303) possiedono inoltre dimensioni notevoli e quindi garantirebbero alla produzione agroalimentare buoni volumi di vendita.

Ma cosa portare sulla tavola degli americani? La ricerca si è focalizzata sul segmento specialità per numerose categorie di prodotto più rappresentative dell’area di Parma quindi, sughi per pasta a base di pomodoro, pomodori in scatola, olio d’oliva, paste fresche ripiene, Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma, salami e altri salumi e prodotti ittici. Per ciascuna categoria, sono stati messi in luce brand e peso delle private label, prezzi, caratteristiche del prodotto in termini di ricettazione e ingredienti ed è stata stimata la diffusione del prodotto autenticamente italiano rispetto a quello imitativo. 

Si scopre così che negli Usa il segmento specialità/premium, in cui competono i prodotti made-in-Parma, esprime una grande vitalità. E che il fenomeno dell’Italian sounding è estremamente radicato, anche nella categoria dei trend setting retailer. Rispetto alle categorie di prodotto elencate prima, il valore del mercato dell’Italian sounding è stimato in oltre 3 miliardi di dollari al consumo, a fronte di un valore delle importazioni dall’Italia che non supera il miliardo di dollari (al consumo). 

Consideriamo l’Italian sounding, non solo come una minaccia, ma anche come opportunità. C’è stata un’evoluzione dei prodotti imitativi che hanno registrato un deciso incremento qualitativo rispetto al passato, presentandosi anche in modo migliore e più curato, con prezzi paragonabili a quelli del nostro prodotto importato. Il prodotto italianeggiante agisce da ponte e prepara il terreno alla produzione made-in-Parma, contribuendo a stabilire una relazione forte tra una determinata categoria di prodotto e il nostro Paese. Quello che dobbiamo fare è sottrarre quote di mercato a questi prodotti imitativi di ‘seconda generazione’ puntando a elevare ulteriormente la qualità del nostro prodotto esportato” ha spiegato Carlo Alberto Bertozzi, presidente di MRA.

La ricerca che presentiamo oggi vuole offrire risposte concrete agli imprenditori agroalimentari del territorio interessati ad acquisire e consolidare quote di mercato negli USA. Oltre a fornire una panoramica sulle regole e sulle procedure che è necessario osservare per esportare oltreoceano, offriamo un supporto tecnico commerciale di base alle aziende parmensi. Il progetto prevede inoltre una fase conclusiva di natura promo-commerciale con partner del mercato statunitense” dichiara Cesare Azzali, amministratore delegato di Parma Alimentare. 

Andrea Zanlari, presidente della Camera di Commercio, ricorda che “Il sistema Parma si pone come piattaforma ideale per valorizzare le produzioni alimentari tipiche del nostro territorio nei mercati esteri e in particolare in quelli dove maggiore è la sensibilità verso la qualità e quindi maggiori sono i margini per concludere affari proficui. Tra questi mercati ci sono gli USA, dove conoscevamo già, grazie a precedenti ricerche da noi svolte, le potenzialità nel canale food service. Oggi abbiamo una fotografia delle opportunità presenti nel retail, dove scopriamo di poter arrivare direttamente al consumatore più attento alla qualità e agli aspetti salutistici del cibo. A Parma, attraverso la collaborazione con la Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari, Fiere di Parma e Alma, Scuola internazionale di Cucina Italiana, abbiamo tutte le competenze e le professionalità per promuovere e caratterizzare i nostri prodotti in modo idoneo e vincente. Le aziende di Parma si trovano quindi in una situazione di grande vantaggio da poter sfruttare per ottenere risultati importanti sul mercato degli USA”.

Completano la ricerca informazioni utili per comprendere le dinamiche commerciali presenti in USA e quindi i consigli per affrontare le negoziazione con i buyer in modo efficace. Non mancano spunti ed esempi per impostare correttamente campagne di promozione di prodotto.

L’evento ha visto la partecipazione di una cinquantina di aziende del settore alimentare parmense. Presenti anche diversi esponenti delle istituzioni, del mondo bancario e consulenziale, e i Consorzi dei prodotti del territorio. 

 

(Fonte: Ufficio stampa Parma Alimentare)

 

 

 

 

La settimana che precede la Pasqua ha confermato la debolezza dei mercati lattiero caseari. Ma è con l’inizio della settimana corrente che la debolezza si è manifestata con maggiore evidenza. 

di Virgilio - 

Parma 16 aprile 2014 --

 

Il Latte Spot prosegue la sua tendenza al ribasso e cede 52 centesimi rispetto l’apertura d’aprile. Ma è con la settimana in corso che la debolezza si manifesta ancor più marcatamente. Lunedi 14 aprile, infatti, alla borsa veronese si sono aggiunte perdite per altri 2,5 euro fissando i prezzi tra 39,18 40,21/100 litri di latte (-6,95% sul mese precedente e -3,36% sull’anno precedente). Un andamento che, seppure più attenuato, segue la tendenza del prezzo del latte proveniente dalla Germania e dall’Austria quotato a 37,42€  (-11,11% rispetto il mese precedente e -10,28% in confronto annuale).  Analogamente il mercato del Burro e della Crema cede  prima 5 e poi altri 10 centesimi in soli otto giorni. Il Burro CEE quotato a Milano lunedi 14 marzo, ad esempio, si è fermato a 3,30€/litro ( -15 centesimi rispetto la quotazione del 31 marzo). La Crema di latte ad uso alimentare, nella settimana in esame, non ha registrato variazioni. Vale la pena di segnalare invece la perdita di 10 centesimi registrata lunedi 14 marzo: 1,75€/Kg. per la panna di centrifuga quotata a Verona e 1,72€/kg per la crema di latte milanese.

Prosegue la tendenza ribassista del Parmigiano Reggiano al quale si affianca anche quella del Grana Padano.

5 i centesimi ceduti dal “Parmigiano” su tutte le piazze e per le diverse stagionature prese in esame. Sulla Piazza di riferimento di Parma il 12 mesi di stagionatura è stato quotato tra 8,70 e 9,05€/kg (-0,56% sulla prima settimana di aprile) mentre il 24 mesi ha registrato una perdita dello 0,98% fissando i prezzi tra 9,90 e 10,25 €/Kg. Altrettanto dicasi per il Grana Padano DOP che ha ceduto 10 centesimi sia a Mantova che a Milano. Mantova infatti ha fissato tra 6,90 e 7,20€/kg il 10 mesi e tra 7,75 e 8,05 il 14-16 mesi.  Un ulteriore cedimento è stato registrato a Milano con l’inizio settimana fissando tra 7,00 e 7,10€/kg il 9 mesi e tra 7,60 e 8,25€/Kg il 15mesi. 

- Parmigiano Reggiano - produzione febbraio 2014 - 

- Nel mese di febbraio l'andamento della produzione di Parmigiano Reggiano ha confermato la fase di stabilizzazione che ha caratterizzato la seconda metà del 2013. Il numero di forme prodotte si è attestato a 267.948 evidenziando una contrazione dello 0,9% rispetto al mese di febbraio dello scorso anno. La crescita dei caseifici delle provincie di Reggio Emilia (+2,9%) e Bologna (+5,6%) è stata compensata dalla flessione rilevata a Mantova (-4,3%) e Modena (-1,1%). Più contenuto il calo finora registrato in provincia di Parma (-0,8%).

  • Grana Padano - produzione marzo 2014 -

Produzione di Grana Padano - marzo 2014

 - I dati diffusi dal Consorzio di Tutela del Grana Padano confermano anche per il mese di marzo la tendenza all'aumento della produzione, con una variazione del +2,3% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente.
Grazie a tale recupero l'offerta del primo trimestre si assesta a quasi 1,4 milioni di forme, pari al +2,4% rispetto allo stesso periodo del 2013.

(Produzioni da fonte Ismea Servizi)

 

Le CUN si confermano riferimento nazionale per il mercato delle materie prime suinicole. Un successo che si deve all'attività istituzionale della Camera di Commercio di Parma e alla fattiva collaborazione con Assica -

 

Parma, 14 aprile 2014 –

Sono passati tre anni dall’avvio dei lavori delle Commissioni Uniche Nazionali “tagli di suino” “e grasso e strutto” istituite in esecuzione del Protocollo d’intesa suinicolo, sottoscritto dal tavolo tecnico del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali il 5 dicembre 2007. Le Commissioni sono ospitate dalla Borsa Merci di Parma ogni venerdì, dal 15 aprile 2011. 

 

“La scelta di Parma si conferma vincente. L’appuntamento del venerdì mattina presso la Borsa merci della città emiliana è diventato una consolidata abitudine per gli operatori del settore, segno che le CUN dedicate ai tagli e ai grassi si sono ormai imposte come riferimento nazionale per il mercato delle materie prime suinicole” ha dichiarato Lisa Ferrarini, Presidente di Assica (Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi aderente Confindustria).

 

“Questi tre anni sono stati intensi e pieni di attività. La nostra Borsa Merci di Parma, sede della Commissione Unica Nazionale “tagli di suino”, è diventata in questi anni sempre più il luogo dove gli operatori del settore, oltre a seguire le trattive del mercato,  possono usufruire di innumerevoli approfondimenti, convegni e seminari su molti aspetti legati alla filiera suinicola.  Temi trasversali, che hanno attirato oltre agli operatori del settore anche pubblici più diversi, come i giornalisti che spesso hanno seguito e raccontato sulle riviste di settore i temi proposti”

ha affermato Andrea Zanlari, Presidente della Camera di Commercio di Parma.

 

Ben nove i convegni organizzati fino ad ora. Tutti di temi di grande attualità e di interesse per il settore. 

23 giugno 2011 - Assemblea Assica

21 ottobre 2011 “Le prospettive della filiera suinicola: trend economici e novità normative in Italia e in Europa”

8 giugno 2012 - Convegno “Filiera suinicola: andamenti economici e azioni di supporto”

19 ottobre 2012 - Incontro “una opportunità per le imprese: i servizi finanziari e assicurativi agevolati di BMTI” e seminario di approfondimento “Art. 62: approfondimenti applicativi dopo il parere del Consiglio di Stato”

9 Novembre 2012 – Seminario “Si può vivere senza ossigeno? I salumi pre‐affettati tra aspetti tecnologici e novità normative”

24 maggio 2013 – Seminario “Impiego degli additivi alimentari nei prodotti a base di carne e Presentazione Linee guida per involucri” 

20 settembre 2013 - Convegno internazionale “I salumi del futuro: tra innovazioni tecnologiche e sfide salutistiche”

14 febbraio 2014 - “Sicurezza alimentare e prodotti a base di carne: la ricerca pubblica al servizio delle imprese”

7 marzo 2014 - “Le novità normative del 2014”

 

Convegni che hanno consentito di attivare importanti sinergie con altri soggetti legati alla filiera suinicola, tra cui: Borsa Merci Telematica, CLITRAVI - Liaison Centre for the Meat Processing Industry, Commissione Europea – DG Sanco, Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Fiere di Parma, Cibus Tec Industry, Ministero della Salute, Centro Ricerche Economiche sulle Filiere Suinicole,  PHYTOME Consortium (FP7 Project),  Maastricht University, Stazione Sperimentale per l'Industria delle Conserve Alimentari.

Ricordiamo che le Commissioni Uniche Nazionali formulano previsioni sull’andamento atteso dei prezzi nella settimana successiva per tutto il mercato nazionale. Ciò le differenza dalle Borse merci che rilevano a posteriori di prezzi all’ingrosso di merci che, per volume delle contrattazioni, rivestono localmente particolare importanza sul territorio provinciale delle singole Camere di Commercio. 

Dopo l’esperienza positiva delle due CUN, da fine 2012, sono state istituite, presso la Borsa Merci di Parma le quotazioni all’ingrosso dei rispettivi prodotti tutelati (in particolare la Mortadella Bologna IGP, i Salamini Italiani alla Cacciatora DOP, lo Zampone Modena IGP, e il Cotechino Modena IGP) oltre che le quotazioni dei rispettivi prodotti generici.

Questa è una conferma del fatto che struttura, posizione, mercato e concentrazione degli operatori fanno di Parma e della sua Borsa Merci la location naturale di trattative e rilevazione prezzi.

 

 

ASSICA - Associazione Industriali delle Carni

ASSICA, Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi, è l’organizzazione nazionale di categoria che, nell’ambito della Confindustria, rappresenta le imprese di macellazione e trasformazione delle carni suine. Nel quadro delle proprie finalità istituzionali, l’attività di ASSICA copre diversi ambiti, tra cui la definizione di una politica economica settoriale, l’informazione e il servizio di assistenza ai circa 180 associati in campo economico/commerciale, sanitario, tecnico normativo, legale e sindacale. Competenza, attitudine collaborativa e affidabilità professionale sono garantite da collaboratori specializzati e supportate dalla partecipazione a diverse organizzazioni associative, sia a livello nazionale che comunitario. Infatti, sin dalla sua costituzione, nel 1946, ASSICA si è sempre contraddistinta per il forte spirito associativo come testimonia la sua qualità di socio di Confindustria, a cui ha voluto aderire sin dalla nascita, di Federalimentare, Federazione italiana delle Industrie Alimentari, di cui è socio fondatore, del Clitravi, Federazione europea che raggruppa le Associazioni nazionali delle industrie di trasformazione della carne, che ha contribuito a fondare nel 1957.

 

 

La Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Parma

La Camera di Commercio di Parma, nata nel 1814, è una delle più antiche d'Italia. Oggi vi sono iscritte oltre 47.000 aziende, delle quali circa 43.500 attive (quasi una ogni 10 abitanti). 

L'Ente è in particolare impegnato nella promozione economica con servizi mirati alla crescita e al successo dell’imprenditoria locale sui mercati interni e internazionali, attraverso contributi e sostegno all’accesso al credito per lo sviluppo competitivo delle PMI; nel diffondere la cultura dell’innovazione; nel rafforzare il sistema infrastrutturale del territorio. Per sostenere l’internazionalizzazione delle imprese, realizza missioni di imprenditori parmensi in mercati esteri, ospita a Parma delegazioni di operatori stranieri, e organizza partecipazioni collettive di imprenditori locali a fiere all’estero. 

La Cciaa gestisce direttamente due strutture al servizio delle imprese: la Borsa merci, nel Centro Agroalimentare di Parma, specializzata nel negoziare prodotti di punta del territorio come materie prime agricole, prodotti zootecnici e dell'industria alimentare; e il Centro congressi. 

E' fra i fondatori e socio rilevante della Borsa Merci Telematica.

 

 

(Fonte: ufficio stampa Assica)

 

Cibus Agenzia Stampa Elettronica Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 15 14 Aprile 14

 

SOMMARIO

Anno 13 - n° 15 - 14 Aprile 14

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SOMMARIO

Anno 13 - n° 15 14 Aprile 14

SPECIALE VINITALY

1.1 editoriale

Grillini (non) parlanti. Obiettivo l’Europa.

3.1 Vinitaly 2014

La soddisfazione di espositori e buyer.

4.1 riso

L'Italia esporta riso in...Cina

5.1 Lattiero Caseario

“Parmigiano” in Flessione. 

6.1 parmigiano reggiano 

Parmigiano Reggiano protagonista in USA, Canada e Gran Bretagna 

7.1 Presenze record 

Vinitaly supera 155.000 visitatori (+6%) e cresce l’estero al 36% del totale

7.2 Sfida export  

Il primo Presidente del Consiglio a Vinitaly. Matteo Renzi

8.1 export dove?

Vinitaly, fotografia dell’export degli espositori

9.2 ocm vino

OCM, esaurite le risorse

10.1 export e gdo

GDO USA e UE sempre più interessate al vino italiano

10.2 marche

Marche: export boom per il verdicchio

11.1 expo2015 

Expo2015: a Veronafiere l’incarico di allestire il padiglione del vino. 

13.1 vinitaly 6-9 aprile                         Bagno di folla all’inaugurazione di Vinitaly 2014

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Domenica, 13 Aprile 2014 12:03

L'Italia esporta riso in...Cina

 

 

Ora è Taiwan che "si mette di traverso" ed a farne le spese sono i nostri produttori di olio e di riso (curiosa la notizia! esportiamo in Cina).

 

Parma 12 aprile 2014 - 

La Repubblica di Cina (quella arroccata nell'isola di Formosa dai tempi della Rivoluzione di Mao) in realtà pare non abbia in animo nessuna ritorsione verso l'Italia.

E di motivi ne avrebbe: mentre Obama apre le porte alla Cina di Taipei scatenando, per farla entrare, Michael Lawson, suo rappresentante in seno alla Organizzazione Internazionale dell'Aviazione Civile (ICAO), così da equiparare Taiwan a tutti gli altri Stati, l'Italia nega uno spazio fra le Nazioni all'EXPO 2015 per compiacere la Cina continentale (che invero fa grossi affari con l'"antagonista" taiwanese e che gli ha riservato un posto di rango "sovrano" nella precedente Expo, tenutasi a Shanghay nel 2010).

Tutto lascerebbe supporre che si tratti di una piccola vendetta  ma la realtà pare essere un'altra: quanto all'olio, Taipei, a seguito di un incontro tra esperti chimici italiani con i colleghi tecnici del Ministero della Salute di Taiwan e l'Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese (ex ICE) di Taipei ha comunicato che il Governo taiwanese avrebbe accettato le analisi chimiche sulla "clorofillina cuprica"  (che è un colorante)  esclusivamente se effettuate dalle ASL italiane e non da altri laboratori europei; si tratta di 7.000 tonnellate di olio di oliva annualmente importato a Taiwan, per un valore stimato di circa 62 milioni di euro per 50/60 per cento di provenienza italiana.

Una soluzione semplice, basta che le analisi siano effettuate in Italia, dalle ASL e non commissionate all'estero...

Stesso discorso per il riso la cui importazione dall'Italia anch'essa bloccata a Taiwan per una controversia sulla presenza di pesticidi.

In realtà ancora una volta la neglittosità è tutta italiana.

Basterebbe che l'Italia mantenesse i propri impegni, (nel nostro caso di riunire il "Foro italo-taiwanese di cooperazione economica, industriale e finanziaria" che è la sede ordinaria di discussione, tra il nostro Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dell'economia di Taiwan) per chiarire fra le parti i problemi che di volta in volta sorgono, ora, quelli dell'olio e del riso.

Taiwan per quanto non paragonabile come mercato alla Cina comunista, non è del tutto isolata a livello internazionale (ad esempio, la Santa Sede intrattiene relazioni diplomatiche con Taipei non con Pechino e così 23 nazioni al mondo).

Ed anche nel nostro Paese non mancano gli amici di Taiwan posto che fioccano le interrogazioni parlamentari a difesa delle piccola isola di Formosa e, soprattutto, dei produttori italiani in questo caso.

Oltre trenta parlamentari con diverse iniziative hanno richiesto ai Ministri responsabili (Esteri e Sviluppo Economico) di prendere posizione.

Per ora senza  risultato: debole con i forti e forte con i deboli sembra essere il leitmotiv della politica economica estera dell'Italia.

Ed intanto gli esportatori di riso e di olio possono attendere.

 

 


  

Il salone internazionale dei vini e dei distillati, ha confermato che, nonostante la crisi, il Lambrusco resta uno dei vini più apprezzati e richiesti sui mercati internazionali -

 

Modena, 11 aprile 2014 -

Anche la 48 esima del Vinitaly ha regalato soddisfazione alle cantine modenesi aderenti a Confcooperative. Il salone internazionale dei vini e dei distillati, chiuso mercoledì 9 aprile a Veronafiere, ha confermato che, nonostante la crisi, il Lambrusco resta uno dei vini più apprezzati e richiesti sui mercati internazionali. Sono positivi, pertanto, i commenti delle quattro cantine aderenti a Confcooperative Modena, le quali lavorano il 60 per cento dell'uva coltivata in provincia di Modena.

«Il padiglione dell'Emilia-Romagna e, in particolare, lo stand dei Consorzi dei lambruschi modenesi e reggiani, ha registrato una forte affluenza di pubblico – conferma Carlo Piccinini, vicepresidente della Cantina di Carpi e Sorbara – Abbiamo parlato con molti operatori stranieri, soprattutto extraeuropei, interessati a promuovere il Lambrusco nei loro Paesi». «Dopo il ProWein di Duesseldorf, anche il Vinitaly ha confermato il grande interesse per il Lambrusco – dichiara Matteo Torelli, export manager della Cantina Formigine Pedemontana – Abbiamo allacciato rapporti con importatori svizzeri, della Repubblica Ceca, Corea del Sud e Vietnam; si tratta di operatori specializzati che riconoscono la qualità dei nostri prodotti. Continua, poi, il successo del Lambrusco in Giappone, paese nel quale vanno bene il Grasparossa secco e il Pignoletto». «Il Vinitaly è sempre una bella vetrina per il Lambrusco – aggiunge Fabrizio Amorotti, della Cantina Settecani di Castelvetro – Ci conoscono e apprezzano dalla Spagna al Messico al Giappone, anche se abbiamo il problema del prezzo. Per questo dobbiamo spiegare bene le differenze tra i prodotti e far capire agli operatori stranieri che le nostre zone garantiscono il massimo della qualità. Ci chiedono il Lambrusco anche enoteche toscane e lombarde». «Anche per la nostra cantina Vinitaly ha avuto un esito positivo – conclude Villiam Friggeri, direttore della Cantina S. Croce di Carpi – Non sono mancati i contatti con agenti interessati sia al mercato nazionale che ai mercati esteri. La formula che riteniamo vincente per il Lambrusco è l’adesione congiunta delle cantine emiliane che, sotto il patrocinio dei Consorzi del Lambrusco di Modena e di Reggio Emilia, ha permesso a molti visitatori, grazie a un clima accogliente e professionale, di conoscere, degustare e apprezzare liberamente senza limitazioni i nostri Lambruschi nelle loro più differenti proposte territoriali e qualitative».

 

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)

 

 

 

Raccolti i pareri di espositori e buyer sia nazionali che esteri.

Verona, 9 aprile 2014. Vinitaly 2014 proficuo per espositori e buyer esteri, soddisfatti della qualità della manifestazione e degli incontri business. A Vinitaly Buyer’s Lounge, la nuova area dedicata ai contatti di affari di Vinitaly, è stato organizzato un fitto calendario di matching commerciale tra selezionati operatori esteri e cantine all’interno dell’area Taste&Buy e continuo è stato l’afflusso all’Enoteca realizzata con i vini appositamente pensati per i mercati internazionali e messi in degustazione dalle cantine che hanno aderito agli appuntamenti b2b. Organizzati da Vinitaly anche gli appuntamenti business per conto di alcune collettive, tra cui Regione Veneto e Sicilia.

 Vinitaly Buerys’ Lounge è un’iniziativa nata dal potenziamento dell'incoming realizzato da Veronafiere in collaborazione Vinitaly International, con i suoi delegati in oltre 60 Paesi e con l'Ice e con il Ministero dello sviluppo economico; quest’ultimo ha permesso la partecipazione di buyer da Australia ed Hong Kong.

Complessivamente l’attività di incoming ha potenziato la presenza di operatori del trade da Svizzera, Germania, Gran Bretagna, Francia, Spagna, Paesi Balcanici, Romania, Bulgaria, Polonia, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Ucraina, Russia, Paesi Baltici, Kurdistan, Paesi Scandinavi, Ungheria, Portogallo, Repubblica Ceca, India, USA, Canada, Paesi ASEAN, Corea, Giappone, Cina, Sud Africa, Israele, Camerun, Paesi area Mediterranea, Centro e Sud America e  Australia.

Successo anche per Vinitalybio, l’altra novità di questa edizione di Vinitaly. «Un successo straordinario – ha affermato Paolo Carnemolla, presidente di FederBio  – che testimonia anzitutto la validità di una scelta che ha puntato sulla certificazione come elemento distintivo e di trasparenza. Presenti durante tutta la durata della manifestazione numerosi operatori e buyer, sia italiani che esteri. Le numerose richieste di adesione per la prossima edizione danno anche la misura del valore della collaborazione fra FederBio e Veronafiere nello sviluppo di un progetto che certamente ha grandi potenzialità».

Grande affluenza nel nuovo padiglione Vininternational, dedicato agli espositori esteri. L’interesse per i vini degli altri Paesi produttori si è evidenziato anche con il “tutto esaurito” delle degustazioni organizzate dalle aziende presenti.

La soddisfazione per i risultati della 48a edizione di Vinitaly si può leggere nelle dichiarazioni rilasciate da alcune importanti cantine espositrici e buyer esteri.

Dichiarazioni espositori

Jacopo Biondi Santi, vincitore del Premio Internazionale Vinitaly 2014 per la sezione Italia e titolare dell’omonima azienda: «Per noi è andata benissimo. Abbiamo visto tutti gli importatori, con una buona presenza dalla Cina al Brasile, dal Canada agli Stati Uniti. Anche sul piano dell’affluenza è stato un Vinitaly da record. Abbiamo avuto afflusso continuo allo stand, nonostante avessimo quadruplicato gli spazi. Si è trattato di visitatori qualificatissimi, anche sul piano italiano e speriamo che sia l’inizio della ripresa del mercato interno».

«Tanta Italia di ottima qualità e molto estero, anche tedeschi» per Chiara Lungarotti, ma anche per Luisa Marinoni, responsabile ufficio marketing Italia di Cavit, questa edizione di Vinitaly si è caratterizzata con «un numero di buyer esteri maggiore rispetto agli altri anni».

Per Marta Gaspari, responsabile marketing di Donnafugata, «le presenze estere sono buone e la manifestazione è andata bene. Vinitaly si conferma una rassegna molto importante, anche rispetto ad altre».

Per Enrico Viglierchio, direttore generale di Castello Banfi: «È stata un’ottima fiera, sia per il mercato nazionale, con una presenza di operatori sempre più qualificati, sia per l’estero, con buyer dagli Stati Uniti e da tutti quei mercati che guardano con interesse al vino italiano. Estremamente positivo l’entusiasmo che si è respirato a questo Vinitaly».

«Crediamo molto in Vinitaly, per noi momento topico dell’anno, esattamente come la vendemmia e l’assemblea dei soci – ha detto Fabio Maccari, direttore generale Gruppo Mezzacorona –. Quest’anno abbiamo deciso di rinnovare totalmente lo stand ed è stato un successo di visitatori italiani ed esteri. Abbiamo presentato due nuovo prodotti e le proposte sono state recepite in maniera entusiastica. Un bilancio più che positivo, anche per effetto di un mercato che ho visto vivace».

Per Michele Bernetti, titolare di Umani Ronchi, «Vinitaly si conferma una manifestazione di livello, con un numero interessante di contatti stranieri, dall’Australia alla Svizzera: fondamentale per noi, che esportiamo il 75% della produzione».

Ivo Basile, direttore della comunicazione di Tasca d’Almerita, esprime un «ringraziamento a Veronafiere per il supporto sul piano logistico, che conferma la grande attenzione verso gli operatori per il buon esito della manifestazione».

«Rispetto allo scorso anno c’è stata una affluenza molto superiore e anche la qualità dei contatti è stata interessante, con operatori inglesi, olandesi, americani, giapponesi – dice Doriano Marchetti, presidente Terre dei Cortesi Moncaro – e si notano una maggiore positività e un interesse crescente da parte dei consumatori».

Per Anselmo Guerrieri Gonzaga, Tenuta San Leonardo: «La manifestazione è andata molto bene e grazie a Vinitaly in quattro giorni si riesce a fare il giro del mondo, un valore aggiunto per chi esporta il 50% della produzione come noi. Sono aumentati gli operatori professionali».

Soddisfazione anche a Vivit, con Federico Pignati, presidente del consorzio Terroir Marche e fra i soci di Aurora: «È stata la nostra prima volta a Vinitaly ed è stata una grande sorpresa per noi. È stato un vero boom per interesse, affluenza, contatti, visitatori italiani ed esteri, con una grande affluenza di buyer da Nordamerica, Germania, Danimarca, Olanda e Nord Europa».

Dichiarazioni buyer esteri

Brad Jensen, fondatore dell’americana Bon Vivant con un giro di affari di 2 milioni di dollari e vendite in molti Stati degli Usa, intervistato durante una delle degustazioni di Taste & Buy, l’iniziativa di Vinitaly all’interno del nuovo International Buyers’ Lounge, ha chiuso accordi con due nuovi contatti: «A New York ma anche in altre città i consumatori stanno scoprendo e iniziano a guardare oltre al Pinot Grigio e al Chianti. Io cerco cantine familiari, biologiche, sostenibili e di tutti i prezzi, fino al top».

Per la canadese Barbara Philip, unica Master of Wine donna del Paese e portfolio manager per la distribuzione e responsabile per le selezioni di vino europei del British Columbia Liquor Branch - Bcldb (con un volume di affari di un milione di dollari), già a Vinitaly nel 2012, il Salone veronese «è un momento importante per conoscere piccoli produttori e per partecipare ai seminari organizzati da Vinitaly, perché è importante imparare e capire i prodotti». Tornerà nei prossimi anni.

Yvonne Cheung, sommelier di Upper House di Hong Kong ha messo l’accento sulla varietà dei vini italiani: «C’è così tanto vino qui a Vinitaly che mi piacerebbe poter rimanere un mese intero. Ho trovato molti vini di tutti i tipi e di tante regioni; esplorare è stato fantastico». Di Hong Kong anche James Elliot Faber, sommelier al Yardbin/Ronin, che «cercherà di essere a Vinitaly ad ogni opportunità, perché ci sono ancora molti vini da conoscere e a cui dare visibilità».

Il grande interesse del mercato di Hong Kong per i vini italiani è testimoniata anche da Christian Pillsbury, managing director di Applied Wines: «Conosco abbastanza bene i vini più noti a livello internazionale, non vedevo invece l’ora di scoprire nuove regioni come Sardegna, Umbria , Calabria, Emilia-Romagna e di conoscere meglio questi vini. Non mi aspettavo però di scoprire cose nuove  delle regioni più famose che già amo. I tasting che ho seguito hanno davvero aperto la mia mente al concetto di qualità. Venire a Vinitaly è stata per me una grande opportunità».

La grande varietà di territori e vini italiani è stata una scoperta anche per Esther Lee, executive director di Amber Wines, aziende distributrice con base ad Hong Kong: «Ho trovato molta più diversità di quanto mi immaginavo. Una volta eravamo orientati sulle regioni vinicole più importanti  d’Italia, ma ora sappiamo molto di più delle regioni meridionali della penisola».

Tra i nuovi mercati di consumo potrebbe essere anche annoverata la Spagna, dove la cultura del vino è radicata ma dove i vini italiani non sono ancora molto conosciuti nella loro grande varietà. Due importatori presenti durante i giorni di manifestazione, Pyrénées (holding da un miliardo di euro con circa 15-20 milioni di vino, attivo nella grande distribuzione di alta gamma) e Good&Quality (specializzata in consumi gourmet con circa 1 milione di euro di fatturato in prodotti vinicoli), hanno definito Vinitaly «impressionante» per tutto quello che offre. Per Rafael Buerba Moreno di Food&Quality, a Vinitaly anche nel 2013, «quest’anno c’è ancora maggiore qualità e quantità dei contatti. La preferenza va verso i piccoli produttori che fanno qualità e per il rapporto più amicale che si può instaurare». Piccoli produttori, ma anche grandi, invece, per Albert Sabì di Pyréenés, che auspica attività di promozione del vino italiano in Spagna, rivolte al consumatore finale, per migliorarne la conoscenza e creare una domanda. (Verona Fiere)

Servizio Stampa Veronafiere

 

Parmigiano Reggiano

 

 

Aperte in contemporanea 600 forme di Parmigiano Reggiano in altrettanti punti vendita di Whole Foods di New York, Canada e Gran Bretagna.

 

Reggio Emilia, 8 marzo 2014  -  Oltre 600 forme di Parmigiano Reggiano sono state aperte contemporaneamente in altrettanti punti vendita (dagli Usa alla Gran Bretagna, al Canada) della catena Whole Foods, che ha dedicato al “re” dei formaggi l’edizione 2014 dell’evento “Crack Heard Around the World”.

Il via alla spettacolare manifestazione è stato lanciato dal punto vendita Whole Foods di Brooklyn (New York) da parte del presidente del Consorzio di tutela, Giuseppe Alai, che insieme al consigliere Aldemiro Bertolini (presidente della sezione di Modena) e allo chef tristellato Michelin, Massimo Bottura, ha direttamente tagliato una forma.

In contemporanea, il personale del reparto formaggi degli altri negozi della catena si è cimentato nella stessa operazione, tra la curiosità di migliaia di clienti che hanno poi potuto degustare il prodotto e acquistarlo.

Una forma di spettacolarizzazione particolarmente apprezzata fuori dai confini nazionali, ed in particolare negli Stati Uniti, che consente – osserva il Consorzio – quel contatto diretto con i consumatori che risulta fondamentale per far apprezzare nel migliore dei modi le caratteristiche del prodotto, inserendo negli eventi una serie di informazioni relative alla tradizione e alla storia di un prodotto naturale che conquista anche e soprattutto per questi elementi di legame con un preciso territorio.

“In molte aree – prosegue il Consorzio – proprio il rapporto diretto con la distribuzione e i consumatori rappresenta una efficace forma di contrasto a quelle evocazioni delle denominazioni di Dop come la nostra che le leggi locali ammettono (ad esempio proprio negli USA, dove ora si è aperta la battaglia lanciata dalla UE contro l’uso di termini come “parmesan” e altri), ma consentono anche di avvicinare maggiormente i consumatori al consumo di spicchi e di dimostrare come si presenta all’origine un prodotto che spesso vedono solo grattugiato”.

Non a caso Whole Foods ha scelto il Parmigiano Reggiano come formaggio principe tra tutti quelli venduti. La catena, infatti, ricerca e seleziona direttamente i fornitori nell’area di produzione ed investe molto sulla formazione del personale dei punti vendita, guidando gli addetti ad una buona conoscenza delle caratteristiche del Parmigiano Reggiano e delle corrette metodologie di servizio e conservazione. 

L’evento cui è stato dato il via a Brooklyn (e qui erano presenti grandi chef americani, Cristina Braguzzi, rappresentante di Antica Formaggeria di Carpi, l’azienda esportatrice che ha organizzato l’evento in collaborazione con la catena e con Forever Cheese, ditta importatrice rappresentata per l’occasione da Michele Buster) è stato anche preceduto da uno speciale incontro, riservato  alla stampa, presso il punto vendita Whole Foods di Columbus Circle (Manhattan, New York) durante il quale lo chef Massimo Bottura, patron dell’Osteria Francescana che vanta tre stelle Michelin ed è nella lista dei tre migliori ristoranti al mondo, ha dato vita ad un momento di alta cucina per mostrare la versatilità del Parmigiano Reggiano.

L’iniziativa ha avuto un notevole ritorno mediatico, anche grazie ad un concorso che ha coinvolto food blogger e consumatori, invitandoli ad inviare un proprio pensiero dedicato al Re dei formaggi. I vincitori saranno premiati con un viaggio di una settimana nella zona d’origine del Parmigiano Reggiano.

 

Centro Stampa Comunicazione Integrata:   Gino Belli   tel. +39 0522 546277;  

 

 

La rassegna conferma la sua leadership di principale piazza di affari internazionale del vino -


Verona 9 aprile 2014 - 

La rassegna conferma la sua leadership di principale piazza di affari internazionale del vino, con un aumento degli operatori del 6% per un totale di 155.000 presenze in 4 giorni di manifestazione. Importante la crescita in termini numerici e qualitativi dei buyer esteri, saliti a 56.000 rispetto ai circa 53.000 del 2013, raggiungendo un’incidenza del 36% sul totale.

«Alla vigilia di un EXPO che siamo pronti ad affrontare insieme a tutti gli attori coinvolti nel progetto – ha affermato Ettore Riello, presidente di Veronafiere durante l’incontro con Renzi – , non possiamo che esprimere la nostra profonda e sincera gratitudine  per il supporto che abbiamo trovato nelle più alte cariche istituzionali. Altro evidente segno di questa attenzione è stata la sempre importante partecipazione  a questa 48ª edizione del Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro, del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, del Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina, del Ministro dell’Interno Angelino Alfano e del Sottosegretario di Stato Giuseppe Castiglione.  Il Ministro Martina, in particolare, non solo ha presidiato tutti i giorni di attività ma, con tutto il suo staff ha contribuito a portare al Vinitaly temi e appuntamenti di grande rilevanza per il settore, a ulteriore conferma della concreta e reale vicinanza del suo Ministero ai reali bisogni del comparto».

L’appuntamento con la 49ª edizione di Vinitaly è in programma a Veronafiere dal 22 al 25 marzo 2015.

 

Domenica, 13 Aprile 2014 10:22

Il primo Presidente del Consiglio a Vinitaly

 

 

Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi lancia la sfida export: vino +50% nel 2020. 

Verona, 9 aprile 2014. Prima volta di un presidente del Consiglio in visita a Vinitaly, con Matteo Renzi a Verona nella giornata conclusiva del Salone internazionale del vino e dei distillati,  svoltosi insieme a Sol&Agrifood, Rassegna dell’agroalimentare di qualità ed Enolitech, Salone delle tecnologie per la viticoltura, l’enologia e l’olivicoltura.

A Vinitaly il premier Renzi ha lanciato l’obiettivo del +50% dell’export enologico al 2020 e ha annunciato il piano in 18 punti per la semplificazione in agricoltura e per il sostegno delle imprese agricole e dei giovani. «Abbiamo creato un hashtag apposito, “#campolibero”, che sarà messo online nel pomeriggio sul sito del Ministero delle Politiche agricole. Resterà online fino al 30 aprile per osservazioni ed entro il 15 maggio ci sarà un provvedimento di investimento forte sui due temi».

«Il Governo sta facendo molto per il vino – ha commentato Ettore Riello, presidente di Veronafiere durante l’incontro con Renzi – e l’investitura che abbiamo ricevuto dal Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina nella giornata inaugurale di Vinitaly per la realizzazione e la gestione del Padiglione del Vino ad Expo Milano 2015 è importante, perché riconosce alla fiera e a Vinitaly un ruolo centrale e di sistema per la promozione del vino italiano nel mondo».

«L’affluenza di buyer dall’estero a Vinitaly in costante crescita negli anni – ha detto Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere  – è una dimostrazione della centralità della nostra manifestazione per gli operatori professionali di tutto il mondo. Con 56.000 presenze estere quest’anno su un totale di 155.000 saliamo al 36% di buyer internazionali. Nella top ten quest’anno abbiamo al primo posto la Germania, con gli Usa quasi a pari merito; seguono Gran Bretagna, Canada, Russia, Svizzera, Asia con Singapore, Hong Kong e Cina, la Francia al settimo posto, Austria, Giappone. All’undicesimo posto i Paesi Scandinavi con Danimarca, Svezia e Norvegia».

«Alla vigilia di un EXPO che siamo pronti ad affrontare insieme a tutti gli attori coinvolti nel progetto – ha affermato Riello – , non possiamo che esprimere la nostra profonda e sincera gratitudine  per il supporto che abbiamo trovato nelle più alte cariche istituzionali. Altro evidente segno di questa attenzione è stata la sempre importante partecipazione  a questa 48ª edizione del Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro, del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, del Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina, del Ministro dell’Interno Angelino Alfano e del Sottosegretario di Stato Giuseppe Castiglione.  Il Ministro Martina, in particolare, non solo ha presidiato tutti i giorni di attività ma, con tutto il suo staff ha contribuito a portare al Vinitaly temi e appuntamenti di grande rilevanza per il settore, a ulteriore conferma della concreta e reale vicinanza del suo Ministero ai reali bisogni del comparto».

L’appuntamento con la 49ª edizione di Vinitaly è in programma a Veronafiere dal 22 al 25 marzo 2015.

 

  

 

Per la prima volta una ricerca IRI su vino italiano e supermercati esteri.

Verona, 7 aprile 2014. Se il mercato interno del vino nella Gdo nei primi mesi del 2014 sembra in ripresa, sicuramente più rosee sono le prospettive che si aprono nei mercati esteri. Nei supermercati Usa, l’Italia è il secondo Paese importatore con una quota del 28,3%, dopo l’Australia, distaccando di 22 punti la Francia. Anche nel Regno Unito siamo il secondo Paese con una quota del 17%, precedendo California e Francia. In Germania invece siamo il primo Paese, davanti a Francia e Spagna.

«C’è grande interesse per il prodotto italiano nella grande distribuzione estera – spiega Giancarlo Gramatica, Cliente Director Iri, illustrando la prima ricerca di settore elaborata in esclusiva per Vinitaly – Negli Usa i più venduti sono Pinot Grigio, Chianti, Valpolicella/Ripasso/Amarone oltre spumanti e Prosecco. Nel Regno Unito la classifica vede al primo posto il Pinot Grigio, seguito da Prosecco e Sangiovese. In Germania la parte del leone la fanno il Prosecco Frizzante e il Prosecco Spumante». 

La crescita delle vendite di vino italiano nella Gdo estera nel 2014 viene valutata come probabile anche da Federdistribuzione: «È prevedibile uno sviluppo di un trend già in atto – afferma Alberto Miraglia – non poche insegne portano il vino italiano nei propri punti vendita internazionali, promuovendolo con manifestazioni specifiche o inserendolo regolarmente nell’assortimento. Altre favoriscono il prodotto nazionale sfruttando rapporti consociativi con catene distributive estere, incentivando rapporti diretti tra grande distribuzione straniera e cantine italiane, indicando cantine e prodotti interessanti da inserire nelle linee di vino di marca del distributore dell’insegna estera». 

Di vino nella gdo nazionale ed estera si parla oggi alle 10.30 durante il convegno “Cantine e grande distribuzione: nuove strategie per il mercato italiano ed estero” organizzato da Vinitaly. Modera i lavori Luigi Rubinelli, Direttore di RetailWatch; intervengono, oltre a Giancarlo Gramatica e Alberto Miraglia, anche Lamberto Vallarino Gancia, Presidente di Federvini; Domenico Zonin, Presidente di Unione Italiana Vini; Alessandro Masetti, Responsabile Reparto Bevande  di Coop Italia, Giovanni Panzeri, Group Category Manager e Responsabile Marca del Distributore di Conad, Dino Borri, responsabile Prodotto estero di Eataly.

 Ufficio Stampa Veronafiere  

Domenica, 13 Aprile 2014 09:55

OCM, esaurite le risorse

 

  

Gatto (DG Mipaaf) su OCM esaurite le risorse nazionali sino al 2016

(Vinitaly – Verona, 7 aprile 2014). "Il ministero delle Politiche agricole ha esaurito il plafond di risorse nazionali per gli anni 2014-2015 e 2015-2016, ma non significa che in quel periodo non saranno fatte iniziative di promozione, seppure in carico alle Regioni". Lo ha detto al Vinitaly Emilio Gatto, direttore generale per la promozione e la qualità agroalimentare del ministero delle Politiche Agricole, al convegno su "Ocm promozione tra opportunità, novità e criticità", organizzato dal Mipaaf in collaborazione con Business Strategies, società "professional trainer" sui mercati internazionali per le imprese italiane del vino. La futura promozione, ha ribadito Gatto, verrà declinata "concertando con le amministrazioni regionali e la filiera produttiva, in modo da avere un sistema flessibile e snello". Altro obiettivo del futuro decreto ministeriale per la promozione, "sarà l'apertura verso le micro aziende e progetti al di sotto dei 100.000 euro". “E’ un peccato – è intervenuta la Ceo di Business Strategies, Silvana Ballotta - ma ci sono certamente modi per sopperire a questa mancanza, ad esempio attraverso i fondi regionali e quelli interregionali”.

La futura Ocm vino, che sarà aggregata all'interno dell'Ocm unica, avrà ancora finalità di promozione dei vini italiani sui mercati extra Ue e, "novità assoluta, anche sul mercato intra-Ue", come ha ricordato Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, intervenendo da Bruxelles.

Se può considerarsi positivo l'impatto delle misure per la promozione, come ha ricordato Ottavio Cagiano de Azevedo, direttore generale di Federvini, "la nuova Ocm per noi presenta un punto delicatissimo, almeno finché non si chiarisce il meccanismo di passaggio dal sistema dei diritti di impianto a quello di autorizzazione". Importanti entrambe le linee di sviluppo delle misure per la promozione all'estero, ha precisato il direttore di Federvini, "sia sul piano commerciale che per l'educazione al bere, visto che in alcuni Paesi come il Nord Europa, dovremo insegnare a consumare il vino in abbinamento coi cibi come avviene nei Paesi mediterranei".

 Ufficio stampa Business Strategies: interCOM

 

 

Presentato il primo Outlook di wine2wine – L’Osservatorio b2b di Vinitaly. Intervistate le aziende espositrici di Vinitaly sul loro export e sulla loro capacità di strutturarsi e di affrontare nuovi Paesi. 

 

Verona, 8 aprile 2014. Russia, Brasile, Stati Uniti Area Centrale, sono questi i primi tre mercati su cui punteranno gli espositori di Vinitaly per aumentare il loro export. Emerge dal primo Outlook di wine2wine – L’Osservatorio b2b di Vinitaly, presentato oggi a Veronafiere.

Una raccolta di informazioni interessanti, ma soprattutto con un punto di vista originale, che è quello appunto degli oltre 4.000 espositori di Vinitaly, che rappresentano le aziende più importanti ed export oriented italiane.

Questo Outlook, con focus sull’export, è il primo di una serie di ricerche dell’Osservatorio di Vinitaly nell’ambito di w2w, la nuova iniziativa di formazione, informazione e networking in chiave business a supporto dell’attività imprenditoriale di Veronafiere/Vinitaly in programma il 3 e 4 dicembre 2014 a Verona.

«L’Outlook di Vinitaly ora e wine2wine a dicembre – ha affermato Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – sono i nuovi tasselli che aggiungiamo a Vinitaly, inteso come piattaforma di servizi alle imprese vitivinicole italiane che prima ascolta i propri clienti e poi li accompagna sui mercati internazionali».

Scorporando i dati raccolti dall’indagine sugli espositori (presentata da Enrico Gallorini di GRS Ricerca e Strategie), divisi in base al fatturato, emergono differenze significative rispetto all’export e ai Paesi target.

Se quelli con fatturato fino a 100.000 euro esportano mediamente in sei Paesi, quelli sopra i 500.000 mila euro sono presenti con i propri in vini mediamente in 20 mercati; i primi prevalentemente nell’Europa comunitaria i secondi in tutte le aree geografiche del mondo. Primo Paese di sbocco è per tutte le classi di fatturato la Germania, mentre al secondo e al terzo posto ci sono la Francia e la Svizzera per i piccoli produttori fino a 100.000 euro di fatturato, la Svizzera e il Belgio per quelli tra 100.000 e 500.000 euro e gli Usa Costa Est e la Svizzera per le cantine di grandi dimensioni. Non mancano comunque piccole realtà capaci di esportare nella East Coast degli Stati Uniti (30%), in Giappone e West Coast Usa (23%), Cina, Hong Kong e Australia (12,5%).

Anche i mercati su cui puntare in futuro, i most favourite target Countries, si diversificano in base al fatturato. Se sul campione totale, infatti, emergono Russia, Brasile e Stati Centrali degli Usa, per i piccoli le tre aree degli Stati Uniti sono ai primi tre posti della lista per oltre il 50% delle aziende intervistate, con la Russia e la Germania che seguono con il 46% delle preferenze. Per le medie aziende ci sono ai primi posti Russia (50%), Brasile (44%), Stati Uniti Centrali (41%), Regno Unito (40%) e West Coast (38%).

Russia in testa tra i mercati su cui investire per il 44% delle grandi aziende, con il Brasile al secondo posto (39%), mentre al terzo posto ci sono gli Emirati Arabi (31%), che precedono di un soffio Singapore (30%) e Messico (29%). La lista prosegue evidenziando una voglia di diversificare non presente nelle cantine di minori dimensioni, che si giustifica sia con la loro presenza già consolidata in un numero di Paesi maggiore, sia con una strutturazione organizzativa e una capacità di investimento maggiori. I Paesi, segnalati da almeno un quarto degli intervistati, sono in parte “esotici” e in parte “tradizionali, così dal sesto al ventesimo posto abbiamo: Area Centrale degli Stati Uniti, Corea del Sud, India, Svezia, Nuova Zelanda, Vietnam, Australia, Tailandia, Cina, Norvegia, Hong Kong, Taiwan, Turchia, Stati Uniti Costa Ovest e Finlandia.

«Le ricerche – ha spiegato Mantovani – rappresentano l’offerta dell’area Outlook b2b della nuova iniziativa wine2inew; ci saranno poi lo spazio ‘evento b2b’ con il vero e proprio forum di approfondimento e lo spazio ‘network b2b’ per l’incontro e il confronto tra aziende a supporto dell’attività imprenditoriale».

«La prima edizione di wine2wine avrà luogo – ha proseguito Mantovani – quando sarà pronto il progetto complessivo per il vino ad Expo 2015, mentre la seconda edizione si avrà nell’inverno 2015 a conclusione della grande esposizione mondiale e diventerà sicuramente un momento di consuntivo sulle attività svolte».

Il report completo, contenente anche un focus sull’export delle aziende che producono vino biologico, è scaricabile dal sito wine2wine.net  

 

Expo2015: a Veronafiere l’incarico di allestire il padiglione del vino. 

  

L’annuncio dell’incarico è stato comunicato dal Ministro delle politiche agricole alimentari forestali, Maurizio Martina, presente alla giornata inaugurale della 48ª edizione di Vinitaly, nel corso della conferenza stampa “Il Vino italiano per Expo Milano 2015”, tenutasi presso l’area Mipaaf.

Verona, 6 aprile 2014.   Vinitaly, rassegna di riferimento a livello internazionale nel settore enologico organizzata da Veronafiere, è stata incaricata della realizzazione e gestione del Padiglione del Vino per Expo Milano 2015. L’incarico è stato assegnato sulla base della convenzione siglata tra Padiglione Italia e Veronafiere, a meno di un mese dalla firma del protocollo tra il Ministero delle politiche agricole alimentari forestali, il Padiglione Italia e Expo 2015 S.p.A. (firmato lo scorso 10 marzo).

Commentando l’annuncio, il Ministro Maurizio Martina ha dichiarato: «La scelta di Vinitaly è una scelta di competenza, esperienza e professionalità, fatta nella consapevolezza che possa assicurare al vino Italiano una importante e adeguata rappresentazione nell’ambito di Expo Milano 2015. Vinitaly è la manifestazione che più di ogni altra ha scandito e accompagnato l’evoluzione del sistema vitivinicolo nazionale e internazionale, contribuendo negli anni a rendere il vino una delle più coinvolgenti e dinamiche realtà del settore primario».

Diana Bracco, Presidente Expo 2015 S.p.A e Commissario per il Padiglione Italia, ha aggiunto: «L’accordo di oggi è importantissimo perché un altro pezzo fondamentale della cultura e della produzione italiana fa il suo ingresso nel grande mosaico del Padiglione Italia all’Expo 2015. In particolare il vino è uno degli elementi centrali della nostra storia e della nostra stessa identità. I vigneti punteggiano tutta la nostra penisola e rendono il comparto vinicolo italiano unico al mondo per varietà e qualità. Il Padiglione Italia sarà il cuore dell’intera Esposizione, e il fatto che la stessa Unione Europea abbia deciso di collocare il proprio spazio espositivo al suo interno, a poca distanza dal vino italiano, è un’ulteriore occasione di attrattività del nostro Cardo: il vino pertanto avrà la giusta primazia che si merita».

«In virtù della profonda conoscenza di Veronafiere del settore agroalimentare, abbiamo ritenuto fin da subito un dovere mettere a disposizione del Paese la nostra esperienza per un’occasione tanto importante e strategica come EXPO 2015, e abbiamo trovato nel Ministero delle politiche agricole alimentari forestali, in Expo 2015 S.p.A. e nei rappresentanti di Padiglione Italia interlocutori che, con altrettanta sensibilità, hanno dimostrato attenzione e piena comprensione per il valore aggiunto che il coinvolgimento di Vinitaly può portare nel corso dell’Esposizione Internazionale. Desidero infine sottolineare che l’incarico rappresenta un riconoscimento all’intero sistema fieristico italiano» ha dichiarato Ettore Riello, Presidente di Veronafiere.

«Opereremo con il preciso obiettivo di dare massima e piena rappresentazione del comparto, della sua storia e identità e delle sue potenzialità, coinvolgendo tutte le espressioni della filiera, valorizzando per ciascuna di esse il contributo unico e determinante che ha apportato e potrà apportare al comparto, nell’ambito dei precisi contenuti che animeranno il Padiglione» ha concluso Giovanni Mantovani, Direttore Generale di Veronafiere.

Il Padiglione del Vino a Expo Milano 2015 si svilupperà su una superficie di circa 2.000 metri quadrati e sorgerà nelle aree di pertinenza del Padiglione Italia, esattamente all’incrocio tra il Cardo NE e il Decumano, pertanto nella piazza centrale dell’intera area Expo, dove godrà della massima visibilità.

Nella realizzazione dello spazio e gestione della regia, Vinitaly lavorerà in concerto con Ministero delle politiche agricole alimentari forestali, Padiglione Italia ed Expo 2015 S.p.A per il coinvolgimento di tutta la filiera vitivinicola italiana: dalle associazioni ai grandi gruppi di produttori, dai comitati alla distribuzione ai soggetti che ne divulgano la cultura.

Il Padiglione del Vino italiano racconterà la storia e la tradizione culturale del comparto, riserverà un’area dedicata al “primo approccio” al mondo del nostro vino per i milioni di visitatori che non lo conoscono, destinerà spazi agli educational attraverso wine tasting e masterclass, nonché con il coinvolgimento di produttori e testimonial, e guiderà agli abbinamenti “wine&food” nell’area specifica.

Un focus importante sarà inoltre sul turismo del vino, sulla cultura del territorio e le bellezze italiane ad esso legate. Non mancherà una forte connotazione tecnologica, fino ad offrire veri e propri viaggi virtuali ed interattivi alla scoperta di attrezzature, macchine e prodotti per la produzione, l’imbottigliamento ed il confezionamento di vino. I visitatori potranno infine accedere all’“Enoteca dei vini italiani”, con relativo wine shop, per la vendita diretta del prodotto confezionato, con consegna a domicilio, merchandising e gadget del vino e di EXPO 2015.

Diana Bracco - foto repertorio

L’elaborazione delle linee strategiche di sviluppo e definizione del progetto sarà in capo al Comitato Scientifico, di prossima costituzione. Al fianco di Diana Bracco, Commissario Generale di Sezione per il Padiglione Italia e, presieduto da Riccardo Cotarella (Presidente Assoenologi), il Comitato vedrà anche: Piero Antinori, Presidente Istituto del vino italiano di qualità - Grandi Marchi; Giovanni Mantovani, Direttore Generale Veronafiere;  Ruenza Santandrea, Presidente Gruppo Cevico; Lamberto Vallarino Gancia, Presidente Federvini; Domenico Zonin, Presidente Unione Italiana Vini; il Presidente del Comitato Grandi CRU che sarà nominato dall’Assemblea. Del Comitato farà parte anche Raffaele Borriello, Vice Capo di Gabinetto del Ministero delegato all’EXPO 2015, in qualità di coordinatore.

 Servizio Stampa Veronafiere

 

 

Domenica, 13 Aprile 2014 08:40

Marche: export boom per il verdicchio.

È boom per l'export dei vini marchigiani con un +36% rispetto al 2012

(Verona, 6 aprile 2014). È boom per l'export dei vini marchigiani con un +36% rispetto al 2012: su un fatturato complessivo del pianeta vino che nelle Marche supera i 136 milioni (+8,8%), le esportazioni valgono oltre 68 milioni di euro, il 50% del totale. A fare da traino è il Verdicchio – il vino bianco fermo più premiato dalle guide italiane 2014 e ambasciatore delle Marche nel mondo – che con 17 mln di euro assorbe circa il 25% delle esportazioni e fa un balzo sorprendente nel 2013: +41,6% in valore e +10% in quantità (8 milioni e mezzo le bottiglie all'estero). Merito di politiche promozionali vincenti e di una riconosciuta qualità, a partire dalla crescita del prezzo medio del Verdicchio a ettolitro, aumentato del 17,6% rispetto all'anno precedente (dati Ismea). Ma anche della versatilità dell'offerta, sia in termini di varietà – dal Verdicchio al Rosso Piceno, dall'Offida Pecorino al Falerio, dalla Lacrima all'Igt Marche – che di rapporto qualità-prezzo, con bottiglie dai 3 ai 10 euro e oltre. Un boom dell'export che è andato a compensare il -9,4% in valore del mercato interno rispetto al 2012. Fondamentale perciò è stato il sostegno della Regione Marche, che negli ultimi quattro anni ha investito attraverso Ocm e Psr 11.159.000 euro per i viticoltori. A sottolineare la vocazione export oriented dei vini marchigiani è stata l'assessore all'Agricoltura della Regione Marche, Maura Malaspina, intervenuta oggi nella giornata inaugurale del Vinitaly in rappresentanza del presidente della Regione  Marche, Gian Mario Spacca, assieme ai direttori dell'Istituto Marchigiano di Tutela Vini, Alberto Mazzoni e del Consorzio Vini Piceni, Armando Falcioni.

Tra i Paesi di riferimento della regione vitivinicola più collinare e più longeva d'Italia, Stati Uniti (che assorbono circa il 60% dell'export), Canada e Giappone. Nel Vecchio Continente la parte da leone la fa l'Europa del Nord: Belgio, Olanda, Germania, Svezia e Inghilterra, con un mercato che vale circa 13 milioni di euro sui 20 milioni dell'Ue-28. Buone performance extra Ue anche in Svizzera e in Norvegia, destinazione sulla quale si stanno concentrando molte cantine marchigiane. Sul fatturato totale dei vini marchigiani, l'accelerazione maggiore (+10,3%) la porta la qualità delle produzioni a marchio Doc, Docg e Igt, che passano da 80 a 88,2 milioni di euro. Significativa la linea degli spumanti (il cui simbolo regionale, oltre al Verdicchio, è la Vernaccia di Serrapetrona, unico vino italiano che subisce tre fasi di spumantizzazione), che incide complessivamente per 36,2 milioni e registra un +15% sul 2012.

Tra i segmenti emergenti, in linea col dato nazionale, c'è anche il biologico. Con circa 3.278 ettari di superficie vitata bio (fonte: Sinab), pari al 19% della superficie vitata regionale (17.400 ettari), le Marche sono la sesta regione d'Italia più votata alla viticoltura bio (dopo Sicilia, Puglia, Toscana, Umbria e Abruzzo). Un interesse verso il settore che ha portato alla nascita di un'associazione di 'vignaioli bio' sul territorio. Si chiama Terroir Marche, con 8 produttori che su 93 ettari hanno sposato la filosofia biologica, per una produzione complessiva di 338mila bottiglie.

Le Doc Marche: Bianchello del Metauro, Colli Maceratesi, Colli Pesaresi, Esino, Falerio, I Terreni di Sanseverino, Lacrima di Morro d'Alba, Pergola, Rosso Conero, Rosso Piceno, San Ginesio, Serrapetrona, Terre di Offida, Verdicchio dei Castelli di Jesi, Verdicchio di Matelica. Le Docg Marche: Conero, Offida, Vernaccia di Serrapetrona, Castelli di Jesi Verdicchio Riserva, Verdicchio di Matelica Riserva. 

 

Una ricerca sull’impatto dei prodotti alimentari imitativi sul mercato delle produzioni autentiche di Parma sarà presentata al convegno “Parma a stelle e strisce: vendere in USA il food, istruzioni per l’uso” organizzato da Parma Alimentare la mattina del 16 aprile alla Camera di Commercio di Parma (via Verdi 2).

 

Parma, 10 aprile 2014 -

Una ricerca su 2.500 punti vendita di alimentari in USA evidenzia che i “foodies” americani si avvicinano ai prodotti autentici solo dopo aver assaggiato le imitazioni. Quali sono dunque le migliori strategie per un approccio commerciale efficace verso gli Stati Uniti nel settore agroalimentare? Per rispondere a questa domanda il 16 aprile dalle 10 a Parma si svolgerà l’incontro “Parma a stelle e strisce: vendere in USA il food, istruzioni per l’uso” promosso da Parma Alimentare e Camera di Commercio (sede dell’evento). Durante il convegno, per ogni categoria di prodotto “Made in Parma” saranno presentate in dettaglio le specificità emerse dalla ricerca Management Resources of America (www.groupmra.com). Saranno evidenziati alcuni fenomeni comuni a più categorie: dall’olio d’oliva ai salumi, passando per il Parmigiano Reggiano e le conserve ittiche.

Si discuterà in particolare di:

Procedure, autorizzazioni e “regole del gioco” per esportare negli USA;

Cosa vendere: una serie di linee guida per predisporre in America un pacchetto davvero attrattivo in termini di produzione, linea, packaging e claim, posizionamento e livello di prezzo;

Come vendere: i punti di forza e distintivi, rispetto all’offerta attuale, da valorizzare con il trade e le politiche di promozione raccomandate;

A chi vendere: l’elenco delle insegne commerciali e dei distributori food service ideali per “fare da ambasciatori” dei prodotti di Parma nell’area Nord Est e Midwest degli States.

 

Dopo i saluti di Andrea Zanlari, presidente della Camera di Commercio, e di Cesare Azzali, amministratore delegato di Parma Alimentare, la presentazione della ricerca sarà svolta da Carlo Alberto Bertozzi e Giovanni Grimaldi, rispettivamente presidente e direttore consulenze di MRA. A seguire ci sarà un ampio spazio riservato alle domande del pubblico. Nel primo pomeriggio sono previsti incontri one-to-one tra gli esperti di MRA e le imprese interessate. Per registrarsi all’evento, prenotare un incontro o richiedere maggiori informazioni è possibile rivolgersi a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - 0521 287696.

 

(Fonte: Ufficio stampa Parma Alimentare)

 

 

Sabato 12 aprile inaugurazione del nuovo stabilimento di produzione 4 Madonne Caseificio dell'Emilia, che nel terremoto del 29 maggio 2012 ha perso 18 mila forme di Parmigiano Reggiano e subito danni per 7,5 milioni di euro -
 

Modena, 10 aprile 2014

Nel terremoto del 29 maggio 2012 ha perso 18 mila forme di Parmigiano Reggiano e subito danni per 7,5 milioni di euro. Meno di due anni dopo è l'unico caseificio dell'intero comprensorio del Parmigiano Reggiano a produrre formaggio in quattro stabilimenti: Lesignana di Modena, Camurana di Medolla, Varana di Serramazzoni e Arceto di Scandiano (Reggio Emilia).

Stiamo parlando del 4 Madonne Caseificio dell'Emilia, cooperativa che aderisce a Confcooperative Modena e associa 65 aziende agricole le quali conferiscono oltre 400 mila quintali di latte, con una produzione annua che si aggira sulle 75 mila forme. La metà è prodotta a Lesignana nel nuovo stabilimento che viene inaugurato dopodomani – sabato 12 aprile – alle 10.

«Completiamo quell'ampliamento e ammodernamento del caseificio che avevamo deciso di fare prima del terremoto e che abbiamo dovuto giocoforza rimandare, ma al quale non abbiamo voluto rinunciare - afferma il presidente della cooperativa Andrea Nascimbeni – Anzi, abbiamo trasformato un evento negativo come il sisma in un'opportunità per dare nuovo impulso e sviluppo al nostro caseificio, oggi ancora più di prima capace di garantire un reddito alle aziende agricole socie».

Il nuovo stabilimento per la produzione del Parmigiano Reggiano occupa un'area di 3 mila metri quadrati e comprende sala ricevimento latte, sala affioramento, sala lavorazione latte, presalatoio e salatoio. Il 4 Madonne ha introdotto tecnologie di nuova generazione in un processo secolare, come la produzione di Parmigiano Reggiano, per ottimizzare gli spazi e ridurre i costi conservando intatta la qualità.

«Oggi abbiamo degli impianti e macchinari che aiutano l'uomo, ma non lo sostituiscono. La produzione – assicura Nascimbeni - continua ad avvenire nello scrupoloso rispetto del disciplinare, con la massima attenzione alle materie prime. Sabato presentiamo un caseificio che sembra un'industria, ma in realtà è un artigiano che cura ogni minimo dettaglio di ciascuna delle cento forme di Parmigiano Reggiano prodotte ogni giorno e destinate alla stagionatura».

La novità più interessante riguarda la lavorazione del latte: l'affioramento avviene in quattro vasche contenenti ciascuna 70 quintali di latte. Da qui, attraverso macchine automatiche e secondo tempi programmati al secondo, il latte viene immesso nelle 52 caldaie della sala lavorazione. La tecnologia è stata testata nello stabilimento di Medolla e ha dato eccellenti risultati. Per il nuovo stabilimento di Lesignana e la ristrutturazione di quello di Medolla il 4 Madonne Caseificio dell'Emilia ha speso otto milioni di euro; meno della metà - 3,5 milioni – arriva dai contributi pubblici. Ricordiamo che un anno fa la cooperativa ha inaugurato le nuove scalere antisismiche del magazzino per la stagionatura, che contiene 33 mila forme, realizzato un nuovo punto vendita al pubblico e un reparto di confezionamento di tipo semi-industriale per le consegne del confezionato in tutta Italia. Nato nel 1967, nel corso degli anni il 4 Madonne Caseificio dell'Emilia ha incorporato i caseifici S. Pietro di Cittanova, Solarese di Solara. S. Luca di Medolla, Giardina di Arceto e S. Giovanni di Varana. Nel 1996 ha ottenuto la certificazione del sistema di qualità secondo le norme Uni En Iso 9001 e successivamente le certificazioni internazionali BRS e IFS; i dipendenti sono una quarantina. All'inaugurazione di sabato 12 aprile intervengono il presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro, gli assessori regionali Tiberio Rabboni e Gian Carlo Muzzarelli, il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano Giuseppe Alai, l'Arcivescovo di Modena-Nonantola mons. Antonio Lanfranchi, i presidenti nazionale e provinciale di Confcooperative Maurizio Gardini e Gaetano De Vinco. 

 

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative Modena)

 

Mercoledì, 09 Aprile 2014 10:11

Lattiero Caseario, "Parmigiano" in flessione.

 

 

 

Prosegue la discesa del latte spot. Parmigiano in flessione mentre il Padano conferma i prezzi dell’ottava precedente. Burro e crema stabile ma...

 

di Virgilio - 

Parma 09 aprile 2014 --

 

La prima settimana di aprile ha evidenziato prezzi in flessione per il Parmigiano Reggiano mentre per il Grana Padano i valori si sono mantenuti stabili seppure l’apertura della seconda settimana di aprile abbia già registrato una perdita sulla piazza milanese. Analogamente il burro pur nella conferma dei prezzi registrati nell’ultima ottava di marzo ha iniziato a manifestare segnali di  nuova flessione nella settimana in corso. Stabili da 4 settimane invece le creme a uso alimentare su entrambe le piazze di riferimento (Milano e Verona).

Prosegue la tendenza ribassista del latte spot. Ancora una perdita dello 0,61% si è registrata a Verona portando la forbice di prezzo a collocarsi tra 41,24 e 42,27€/100 litri di latte.

Entrando in maggiore dettaglio, il burro CEE ha confermato il prezzo di 3,45€/kg che resisteva dal 10 marzo ma già all’apertura della settimana borsistica in corso ha ceduto 5 centesimi (3,40€/kg). Stabile, come si diceva, il Padano nella settimana di riferimento ma occorre registrare che nella seduta di lunedi 7 aprile la borsa milanese oltre a registrare il segno negativo per il burro ha interrotto la debole stabilità del Grana Padano DOP lasciando sul terreno 10 centesimi sia per il 9 sia per il 15 mesi di stagionatura fissando i valori tra 7,05 e 7,15 (9 mesi) e 7,70 e 8,35€/kg (15 mesi). Invece confermata la tendenza ribassista per il Parmigiano Reggiano che perde 10 centesimi a Reggio Emilia e 15 a Parma per la stagionatura di 24 mesi, mentre il 12 mesi è rimasto sostanzialmente stabile seppure Milano abbia registrato una perdita di 10 centesimi già dalla settimana in corso. 8,85€/kg (12 mesi ) e tra 10,35 e 11,10 (24 mesi) sono infatti i prezzi fissati a Milano il 7 aprile.

PRRE 24M RE gde

- La Troika obbliga la Grecia a “allungare” la scadenza del latte fresco da 5 a 11 giorni. - 

 Con una maggioranza risicata, il Parlamento greco, ha approvato il provvedimento riguardante i termini di scadenza del latte fresco. Ufficialmente per liberalizzare il settore e favorire i consumatori mentre è cosa nota che la pressione della Troika è stata tale al punto di rischiare di compromettere l’ultima, indispensabile, quindi vitale trance di finanziamento da parte della UE. Con l’adozione del provvedimento che porta da 5 a 11 i giorni  per poter dichiarare il “latte fresco” sono state spalancate le porte del mercato interno al latte di altri Paesi, prevalentemente europei, che contribuiranno a sferrare un altro duro colpo alla economia ellenica. Il settore lattiero caseario greco, c’è da credere, subirà un colpo quasi mortale. La concorrenza è sacrosanta e il provvedimento era necessario ma non indispensabile.  L'ennesimo obolo che il governo di Atene ha dovuto pagare per ottenere gli ultimi aiuti di 10 miliardi di euro concordati con il secondo memorandum del 2012, che, tutto insieme, vale ben 130 miliardi di euro. Una spirale eutanasica si è innescata e sarà difficile da troncare: aiuti in cambio di austerity e ristrutturazione funzionale negli interessi dei paesi creditori. In questi tre anni non sembra che la cura dei ragionieri europei abbia sortito benefici effetti per i greci e l’economia interna.

 

Sono in vetrina al Vinitaly i vini selezionati nell'ambito del Concorso enologico "Matilde di Canossa - Terre di Lambrusco" promosso dalla Camera di Commercio. Operatori australiani e il Team Grissin Bon nello stand della CCIAA -

 

Reggio Emilia, 7 aprile 2014 -

La Camera di Commercio rilancia gli investimenti per diffondere la conoscenza del Lambrusco, che si conferma il vino più venduto in Italia con 15 milioni di bottiglie (precedendo così il Chianti) e uno dei prodotti trainanti l’export italiano di vini, che nel 2013 ha fatto segnare un incremento di oltre il 7% in valore, superando i 5 miliardi di euro.

I vini selezionati nell’ambito del Concorso Enologico “Matilde di Canossa – Terre di Lambrusco”, promosso proprio dall’Ente camerale, sono, infatti in vetrina da ieri, nell’ambito della più prestigiosa kermesse mondiale per il vino: il Vinitaly, in corso a Verona fino al 9 aprile (www.vinitaly.com) e pronto a battere le cifre del 2013, che parlano della partecipazione di oltre 4.000 espositori e 148.000 visitatori, di cui 53.000 dall’estero.

Lo stand camerale dedicato al concorso è  situato nel padiglione dell’Emilia Romagna – il n. 1  stand A9 - ed ospita l’intera selezione dei lambruschi dell’edizione 2013 del “Matilde di Canossa – Terre di Lambrusco”.

Sommelier professionisti permettono agli operatori, al pubblico o ai semplici curiosi di fare un viaggio nelle terre del Lambrusco di qualità da Parma a Reggio Emilia, da Modena a Mantova,  per conoscere le varie tipologie delle bollicine rosse.

All'interno dello stand della Camera di Commercio, i visitatori possono degustare i lambruschi selezionati dall'ultima edizione del concorso e, grazie all'ausilio della guida “Terre di Lambrusco” (la pubblicazione multilingue che riporta i nomi, i produttori e la descrizione dei vini vincitori), acquisiscono informazioni sul territorio e sulle sue eccellenze vinicole.

Tra le tante iniziative rivolte a operatori commerciali e consumatori, spiccano sicuramente tre eventi che si muovono tra promozione economica e spettacolo.

Il primo – tenutosi il 6 aprile, giornata inaugurale del Vinitaly – ha avuto per protagonisti una decina di operatori commerciali australiani, che nello stand della Camera di Commercio di Reggio Emilia (con la partecipazione di esponenti di Veronafiere e della Camera di Commercio italiana a Melbourne, coprotagonisti dell’evento) hanno potuto degustare i lambruschi selezionati nell’ambito del Concorso Camerale (90 etichette, complessivamente).

Nel pomeriggio di domani, 8 aprile, poi, nello stand camerale è atteso l’intero Team Grissin Bon, che parteciperà alla presentazione della nuova edizione del Concorso “Matilde di Canossa – Terre di Lambrusco” con annessa degustazione.

Dieci aziende vinicole reggiane, infine, sono state  protagoniste del grande workshop che si è svolto oggi, 7 aprile, con incontri b2b tra produttori di vino emiliano romagnoli e 40 importatori provenienti da 11 Paesi extra UE (Birmania, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Giappone, Hong Kong, Russia, Stati Uniti d’America, Sud Africa e Thailandia) e 7 nazioni Europee (Belgio, Danimarca, Germania, Olanda, Polonia, Regno Unito, Svizzera). L’iniziativa rientra nell'ambito del più ampio progetto regionale (denominato “Deliziando”) promosso da Unioncamere, dall'Assessorato all'Agricoltura della Regione Emilia-Romagna e finanziato anche dalla Camera di Commercio di Reggio Emilia.

Agli incontri con gli operatori commerciali stranieri hanno partecipato la Cantina sociale di Puianello e Coviolo, l’azienda agricola Podere Giardino, la Società agricola Storchi di Storchi Gianni, la tenuta La Piccola Società Agricola, Rinaldini-azienda agricola Moro, Ferrarini spa, la Tenuta di Aljano-società agricola di Marco Ferioli, Casali Viticoltori, Lini Oreste & Figli e la cantina sociale di S. Martino in Rio.

 

 

(Fonte: ufficio stampa Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)

 

Cantine Casabella: il "Duca di Ferro 2010", gutturnio doc riserva, è premio speciale "Denominazione di Origine 2014" nel centenario della cantina -

 

Piacenza, 7 aprile 2014 -

Si chiude con un premio prestigioso, lo speciale "Denominazione di Origine 2014", la 48.esima edizione Vinitaly delle Cantine Casabella di Castell'Arquato per il "Duca di Ferro" gutturnio doc riserva, cavallo di battaglia della casa. Un grande riconoscimento che si è andato ad aggiungere alla Gran Menzione.
A ritirare il premio, nella sala Rossini del padiglione conferenze di Vinitaly, a Verona, il direttore delle Cantine Casabella Gianfranco Rossi. A consegnare l'attestato all'interno delle premiazioni del 21 Concorso Enologico Internazionale, Damiano Berzacola, Vicepresidente di Verona Fiere, e Giuseppe Martelli, direttore generale di Assoenologi e presidente del Comitato Nazionale Vini del Ministero dell'agricoltura. A vincere il "Duca di Ferro 2010", gutturnio doc riserva, che ha conseguito, in assoluto, il miglior punteggio quale vino di denominazione di origine italiana, giudicato da una giuria, severissima, che ha lavorato in 15 sessioni per oltre 40 ore di valutazione su circa 3 mila campioni pervenuti alla rassegna per essere degustati dalle 21 commissioni giudicatrici.
Un vanto per le Cantine Casabella che, proprio nell'anno del centenario, vedono riconosciuto un lavoro che dura da anni ed a cui partecipano tutti gli operatori che si muovono attorno questo marchio: dagli agricoltori agli operai, dagli export manager agli impiegati, sino ai commerciali ed agli enologi. Una squadra di primo livello, con nomi importanti nel mondo dell'enologia: tra tutti gli enologi Stefano Testa ed Antonio Maccieri, creatori dei vini di questa cantina. Ed è un premio doppiamente gustato se si considera che il gutturnio riserva 2010 è stato scelto dalla cantina quale rappresentante di questo primo secolo di vita e che quindi esce dalla produzione in una veste grafica d'eccezione, con tre etichette scudate ed in serie limitata a cento per ricordare questi cento anni di vini. Un traguardo nelle terre del Ducato. E la rassegna veronese è stata per Casabella la conferma di un messaggio di tradizione ed innovazione, che sta portando la cantina nel mondo, con una produzione di circa 6 milioni e mezzo di bottiglie.
«Vinitaly è per noi un appuntamento irrinunciabile- ha confermato il direttore Gianfranco Rossi- a cui giungiamo sempre con piacere perché è una delle vetrine più prestigiose a livello internazionale, con una rigida selezione dei riconoscimenti. Inoltre è un momento di conoscenza, di marketing e di comunicazione verso chi già ci conosce e chi ancora non ha avuto modo di incontrare Casabella. Il premio speciale è solo una tappa del percorso di qualità che abbiamo intrapreso. È un premio di squadra, di tutta la famiglia Casabella, che ringrazio e che sprono a proseguire su questa strada».

Nelle foto: il direttore di Cantine Casabella con la Gran Menzione ed al ritiro del premio speciale.

 

(Fonte: ufficio stampa Cantine Casabella)

 

 

 

 

Vinitaly inaugura in un bagno di folla. Il Ministro Martina «Il vino è stato e sarà anche in futuro un grande ambasciatore del Made in Italy nel mondo. I numeri che presenta una manifestazione come Vinitaly sono la dimostrazione di un importantissimo punto di forza delI’agroalimentare del Paese»

 

di Virgilio - 

Verona 06 Marzo 2014 ----

Complice la temperatura estiva un bagno di folla ha celebrato l’avvio della 48esima edizione di vinitaly. Migliaia di persone hanno preso d’assalto gli oltre 4.200 espositori presenti alla più importante manifestazione mondiale dedicata al vino.

E, come consuetudine, il taglio del nastro è avvenuto alla presenza del Ministro dell’Agricoltura Alimentazione e Foreste. La prima volta del Ministro Maurizio Martina, il quinto in cinque anni, il quale intervenendo per ultimo al convegno inaugurale promette solennemente di “combattere senza sosta l’italian sounding” ma anche di dare una definitiva svolta alla semplificazione delle procedure raccogliendo l’invito del governatore del Veneto, Luca Zaia, il quale ha  anche chiesto di perseguire le vere frodi. 

«Il vino è stato e sarà anche in futuro un grande ambasciatore del Made in Italy nel mondo» ha dichiarato Maurizio Martina, Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, intervenendo all’inaugurazione del salone questa mattina. «Dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione – ha continuato il Ministro – perché i numeri che presenta una manifestazione come Vinitaly sono la dimostrazione di un importantissimo punto di forza del'Italia».

Paolo De Castro e Maurizio Martina

Per il Presidente De Castro «il dato estremamente positivo che celebriamo al 48° Vinitaly di Verona riguarda la straordinaria crescita che il settore sta registrando in tutti i mercati del mondo. Il 2013 si è concluso con saldo positivo all’estero di oltre 5 miliardi: è avvenuto il cosiddetto “sorpasso”, cioè esportiamo più vino di quanto ne beviamo in Italia. Merito della vitalità delle nostre imprese».

Per Martina, infine, ai formidabili dati dell’export occorre affiancare un processo utile a “riattivare la domanda interna”.

Alla cerimonia di apertura presenti anche il Presidente della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, Paolo De Castro, il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, il Presidente della Provincia di Verona, Giovanni Miozzi, e il Sindaco di Verona, Flavio Tosi. A rappresentare Veronafiere, il Presidente, Ettore Riello e il Direttore generale, Giovanni Mantovani. 

La cerimonia si è quindi conclusa con le premiazioni del 21 esimo concorso enologico internazionale assegnando 73 medaglie uscite da 21 commissioni, presiedute da Giuseppe Martelli, Direttore generale di Assoenologi e presidente del Comitato nazionale Vini del Ministero dell'agricoltura. che hanno valutato oltre 3.000 vini provenienti da 30 diversi Paesi.

Il premio “Gran Vinitaly 2014” è stato assegnato alla CAVIT di S.C. di Trento che ha ottenuto il maggior punteggio con due medaglie conseguite in gruppi diversi.

Il Premio Speciale “Vinitaly Nazione 2014” quest’annoè andato in Italia a Cantine Due Palme Soc. Coop. Agricola - Cellino San Marco.

Invece il premio "Banca Popolare di Verona" è stato assegnato al vino Colli Piacentini Doc Malvasia Passito "Sensazioni D'inverno - le Virtù del Poggio" 2011 della Società Agricola Terzoni Claudio S.r.l. - Vernasca (PC) per aver conseguito il miglior punteggio fra tutti i vini veneti, o emiliano romagnoli, o trentini o friulani di tutte le categorie previste dal regolamento del 21° Concorso Enologico Internazionale.

(La classifica completa 2014 è disponibile su http://www.vinitaly.com/areaEspositori/concorsiVinitaly/sel/2)

 

Insieme a Vinitaly, hanno aperto i battenti anche Sol&Agrifood, la Rassegna dell’agroalimentare di qualità ed Enolitech, il Salone Internazionale delle Tecniche per la Viticoltura, l’Enologia e delle Tecnologie Olivicole ed Olearie.
«Sono due manifestazioni dalle potenzialità di successo replicabili come quelle di Vinitaly – ha commentato ancora Martina –. Oltre al vino, nel settore agroalimentare abbiamo altri prodotti e altre filiere d’eccellenza che lavorano altrettanto bene».

 

Vinitaly, domani inizia la kermesse veronese

Dal 6 al 9 aprile Verona ospiterà il gotha dell’enologia e non solo. Alle 11,00 manifestazione di inaugurazione del 48esimo Vinitaly.

di Virgilio - 

Parma 05 Marzo 2014 --

Numeri in crescita così come la qualità degli eventi  che arricchiscono una delle più importante rassegne internazionali dedicate al mondo del vino. 

Quattro giorni intensi che se dovessero replicare i numeri dello scorso anno vedrebbero 148.038 visitatori dei quali quasi 53.000 esteri aggirarsi tra gli oltre 4.000 espositori ben organizzati all’interno degli 89.000 mq di superficie netta.

I presupposti per replicare i numeri dello scorso anno ci sono tutti. Espositori e eventi di qualità e per tutti i gusti.

Al debutto quest’anno uno spazio espositivo dedicato al vino biologico, organizzato da Vinitaly grazie alla collaborazione di FederBio. In scena aziende produttrici Bio per eccellenza, che rispondono con rigore alle normative di tutela UE, raccontando storie di vini che ignorano la

chimica e piegano la tecnologia al rispetto della totale naturalità. Insieme agli stand, a disposizione del pubblico, un’enoteca per la degustazione di tutti i vini bio-certificati presenti a Vinitaly (VINITALYBIO: DEBUTTA IL SALONE DEDICATO AL VINO BIOLOGICO CERTIFICATO).

Enolitech e Sol&Food sono due eventi nell’evento che vanno a completare l’offerta di Vinitaly. Il primo dedicato alle tecnologie nel settore enologico e oleario (L'INNOVAZIONE NEL MONDO DEL VINO E DELL’OLIO PASSA PER ENOLITECH), mentre il secondo più dedicato al palato; OLIO, FOOD E BIRRA: I TRE VOLTI “BUONI” DI SOL&AGRIFOOD.

 

 

 

 

 

SOMMARIO

Anno 13 - n° 14 - 07 Aprile 14

(PDF Scaricabile)

1.1 editoriale

Rivoluzione francese al femminile 

3.1 aziende

CASABELLA, 100 anni DiVini.

4.1 Lattiero Caseario

Torna a scendere il latte Spot.             

5.1 parmigiano reggiano

Parmigiano Reggiano in assemblea. Nuove azioni per la redditività.

6.1 biologico

Bruxelles ha varato la proposta di riforma del biologico

6.2 Collegato DDL

Confagricoltura. "Norme importanti per la semplificazione, ma da perfezionare nell'iter parlamentare"

7.1 vinitaly 2014

De Castro: Vinitaly ambasciatore del vino in Italia e nel mondo

7.2 Marketing

Vino: risalgono le vendite nei supermercati.

8.2 Vino 

Il Wine kit per fare il Verdicchio

9.1 vinitaly 6-9 aprile

Ismea al Vinitaly 2014

 

 

 

 

Accordi con gli esportatori e intese con la distribuzione straniera. Produzione in lieve calo, bene i consumi

 

Parma, 2 aprile 2014  -  Se l’agroalimentare “made in Italy” vale 33,5 miliardi di euro e il “made in Germany” ne vale quasi il doppio (60 miliardi), per il Paese che vanta il maggior numero di prodotti Dop a livello mondiale, cioè proprio l’Italia, vi sono ampi spazi di crescita e per azioni che consentano di trasformare un indiscusso primato di notorietà in reale reddito per i produttori.

E’ partendo da questi dati che il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai, ha presentato oggi all’assemblea dei soci una serie di linee di lavoro che puntano proprio ad accrescere la redditività del comparto, fondata su un nuovo equilibrio che chiama in causa la produzione (e il tal senso agisce il piano di regolazione dell’offerta che per il 2014 prevede la produzione di 3.250.000 forme, ovvero 29.000 in meno rispetto al 2013, la tradizione, l’innovazione, i legami con il territorio, i nuovi modelli di consumo, il rapporto qualità/prezzo e, in particolare, le relazioni commerciali e le modalità di comunicazione.

Sullo sfondo vi sono buone condizioni, a partire da una produzione che nei primi due mesi del 2014 ha fatto segnare un -0,1%, da un export che nel 2013 è cresciuto del 5,62% (la quota di export è così salita al 34%, con 46.000 tonnellate in più), da consumi interni in crescita dello 0,2% mentre sono apparsi in flessione tutti i formaggi duri, fino a scorte sensibilmente in calo dal settembre fino al gennaio scorso e leggermente in ripresa a febbraio per l’allungarsi del periodo di stagionatura.

Alai Giuseppe - Consorzio Parmigiano Reggiano only parmesan  6580 gde1 cibus

“Il “quanto” produrre – ha detto Alai – lo abbiamo già stabilito, così come il “come” (con un disciplinare sempre più rigido nei vincoli con il territorio sia per la produzione che il confezionamento): oggi siamo impegnati su “quali” mercati e “quali” consumatori, con azioni specifiche sulla comunicazione (sempre più orientata sulle caratteristiche del prodotto e su tasting in store piuttosto che su una notorietà ampiamente acquisita) e su nuovi accordi commerciali”.

Fra questi spiccano quelli orientati al rafforzamento dell’export, con l’obiettivo di raggiungere una quota del 50% nei prossimi cinque anni.

Nascono da qui – ha ricordato Alai – gli accordi con gli esportatori italiani e, al tempo stesso, ile nuove intese con la grande distribuzione estera, che può offrire ai consumatori stranieri un prodotto naturale a condizioni accessibili, evitando speculazioni sui prezzi che limiterebbero inevitabilmente un consumo diffuso.

Su queste linee di rafforzamento dell’export sarà fondamentale – ha osservato Alai –l’esito della pressione che la UE sta esercitando sugli Stati Uniti, nell’ambito degli accordi sul libero scambio, affinché sia cambiata una legislazione americana che ammette la produzione di formaggi con denominazioni simili a quelle del Parmigiano Reggiano (e tra queste anche “parmesan”). “Una battaglia – ha concluso Alai davanti ai rappresentanti di oltre 200 caseifici – che va sostenuta incisivamente, perché è con questi nuovi accordi diplomatici che si può raggiungere un obiettivo altrimenti impensabile”.

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