In tempi di crisi c'è chi ancora decide di investire in montagna.

Toano (RE) 28 ottobre 2014 --
Si è inaugurato nel tardo pomeriggio di sabato 25 ottobre a Toano il "Magazzino di stagionatura Cavazza", alla presenza dell'assessore alle attività produttive, del personale e dei tributi Massimo Albertini, con la benedizione dei parroci di Toano e Monzone, Don Graziano e Don Alpino.
Il proprietario Maurizio Cavazza, espertizzatore e commerciante di formaggio, ha deciso questo investimento in previsione della realizzazione, a breve, del nuovo "Marchio di Montagna".
La struttura è stata ricavata dal vecchio caseificio chiuso sette anni fa. Gli interni sono stati resi completamente antisismici e adeguati alle severe norme igieniche e di sicurezza. Il magazzino è stato dotato dei migliori impianti di antifurto sul mercato, e delle più moderne attrezzature per la gestione delle forme. La capienza della struttura è di 4350 forme.

Quattro generazioni Cavazza

Vendemmia, - 5,5 per cento rispetto a 2013, ma uva di buona qualità

Modena 28 ottobre 2014 --
Diminuisce la raccolta di uva nella nostra provincia, mentre si conferma buona la qualità. Lo afferma Confcooperative Modena, che ha analizzato i dati sulla vendemmia delle quattro cooperative vitivinicole aderenti, le quali lavorano il 60 per cento dell'uva coltivata in provincia di Modena. Ricordiamo che il movimento cooperativo nel suo complesso produce il 90 per cento dei Lambruschi modenesi. Quest'anno il prodotto conferito negli stabilimenti delle Cantine di Carpi e Sorbara, S. Croce di Carpi, Settecani di Castelvetro e Formigine Pedemontana ammonta a 672.312 quintali. «Rispetto all'anno scorso registriamo un calo del 5 e mezzo per cento - dichiara Alberto Vaccari, presidente della Cantina Formigine Pedemontana e coordinatore del settore vitivinicolo di Confcooperative Modena – Si temeva che le abbondanti piogge estive potessero compromettere la raccolta, invece l'andamento climatico di settembre, e soprattutto della prima metà di ottobre, unito a un maggior impegno richiesto ai viticoltori, ha consentito un risultato soddisfacente. Dal punto di vista qualitativo, nelle zone del Grasparossa grazie alla maturazione tardiva rileviamo un minore calo del contenuto zuccherino, mentre la zona del Sorbara ha risentito di un calo quantitativo a causa delle grandinate di aprile. Nel complesso, quindi, l'uva raccolta dalle nostre cantine si presenta in buone condizioni». Vaccari si dichiara ottimista anche sull'andamento delle vendite. «Gli operatori del settore credono nel prodotto e speriamo condividano sempre più il lavoro che si sta facendo tra Modena e Reggio Emilia per valorizzare il Lambrusco. Avremo un vino fresco, dalle belle tonalità e di buona personalità in grado – conclude il presidente della Cantina Formigine Pedemontana e coordinatore del settore vitivinicolo di Confcooperative Modena – di raccontare le eccellenze del nostro territorio».

Domenica, 02 Novembre 2014 10:00

Un PO di burro.

Ci voleva proprio il "Time" per riabilitare il burro?

di Lamberto Colla - Parma, 31 ottobre 2014 -

Nella culla del "parmigiano", in quelle terre a scavalco del PO che comprendono le province di Parma, Reggio nell'Emilia, Modena e una parte di Mantova e un'altra di Bologna, il burro è sempre stato, come il famoso formaggio DOP "parmigiano Reggiano" un componente importante della dieta alimentare.

Sciolto sui "tortelli d'erbetta" piuttosto che sulle paste in "bianco" o usato per cucinare la carne, il "burro", per lo più prodotto dalla panna di affioramento residuale della lavorazione del "Parmigiano Reggiano", magari accompagnato da un velo di zucchero o di marmellata spalmato sulla fetta di pane è stato il quotidiano compagno di merende dei bambini di campagna e di città. Chi non ha nostalgia di quegli anni, quando la mamma ci rincorreva per farci fare la sacrosanta merenda. Estate - inverno sempre a giocare, nelle periferie delle città, tutte uguali. In quelle disordinate terre di nessuno a fare da interdizione tra la campagna e la città che da lì a poco sarebbero divenute territori di conquista delle gru, simbolo della rinascita dell'Italia negli anni '60.

Affioramento della panna nella lavorazione del Parmigiano Reggiano

Cresciuti tutti bene e sani a differenza degli americani, coloro i quali iniziarono la guerra contro il nostro burro, proprio loro, mangiatori a "sbafo" di margarina. Già la margarina, il surrogato del "burro". Quel prodotto "inventato" per soddisfare i soldati napoleonici durante le lunghe campagne di guerra. Parente solo per il colore e la spalmabilità al più prezioso e nutriente burro, la margarina è il risultato dall'idrogenazione dei grassi vegetali, venne "spacciata" per alimento "leggero" quando invece era nota, almeno a tutte le comunità scientifiche, l'indigeribilità dei grassi trasformati nel processo di idrogenazione.

Pane burro

E gli effetti negativi sulla salute degli statunitensi non hanno tardato a manifestarsi con una obesità diffusa e oggi finalmente contrastata dalla First Lady Michelle Obama.
Forse, anche in forza di questa spinta politica, è per questa ragione che molte delle tradizioni mediterranee stanno per essere riabilitate dalla cultura scientifica d'oltreoceano.

Ed è proprio dell'estate scorsa che, attraverso il "Time", è stata data una spallata al comune pregiudizio sulla pericolosità del burro.
"La sua riabilitazione, scrive adnkronos lo scorso 21 giugno commentando la copertina di TIME, sembra dunque annunciare una vera e propria rivoluzione negli Usa. La rivista cita uno studio dell'Università di Cambridge (Uk), pubblicato su 'Annals of internal medicine', che ha passato in rassegna circa 80 ricerche su oltre 500 mila persone. I ricercatori sono giunti alla conclusione che i grassi saturi non aumentano il rischio di incorrere in patologie cardiovascolari.
Secondo lo studio, inoltre, anche i cosiddetti grassi 'buoni' sembrano non avere effetti protettivi rispetto al rischio".

Una notizia che può avere sorpreso molti ma non sicuramente il Dr., Dr. H.C., Prof. Giovanni Ballarini, illustre scienziato ma anche appassionato di culinaria tant'è che dal 2008 è stato chiamato a presiedere la prestigiosa Accademia Italiana della Cucina, il quale scrisse, circa una decina d'anni fa, addirittura l'Elogio del Burro, "Butter is Better".

Uno scritto che è sempre un piacere leggere per la preziosità dei contenuti narrati da mano appassionata e capace.

Per questa ragione, credo conveniente, riportare alcuni stralci che, ne sono sicuro, gradirete.

Una musica per il palato - Foto Consorzio Parmigiano Reggiano

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CENNI STORICI SUL BURRO

Il rapporto che l'uomo ha con gli alimenti non è mai stato unicamente ed esclusivamente di tipo nutrizionale o, come oggi si dice, fisiologico, e neppure di tipo soltanto economico. La scelta degli alimenti e di conseguenza anche il loro valore è dipeso e continua a dipendere anche dal soddisfacimento d'altre esigenze, di tipo psicologico interno spesso inconscio, ma anche di riferimento e legittimazione di valori e significati culturali. Questi potevano anche essere il frutto di condizionamenti spirituali e religiosi, poi tradotti in regole di vita od in rituali, quando non erano la fonte di pregiudizi culturali, che spesso vediamo ancora persistere od assumere nuove forme nelle attuali "religioni laiche". In quest'ambito, soprattutto per lo storico dell'alimentazione e del costume, ma anche dell'economia e della salute, una particolare importanza assumono i condimenti sia come fondi di cottura, sale ed aceto, spezie, ma soprattutto le sostanze grasse, che sono una componente irrinunciabile ad ogni sistema alimentare, definendone caratteri, specificità ed identità, tanto da poter essere inquadrati tra i marcatori culinari. In quest'ultimo ambito il burro non può essere considerato da solo, ma in rapporto anche ad altri grassi.

Lunga è la storia del burro, anzi la sua preistoria, in quanto si fa risalire all'inizio della domesticazione degli animali da latte, anche se con una contrapposizione ai latti fermentati. In modo molto schematico si ritiene che la vasta area della domesticazione degli animali produttori di latte, fin dai primordi sia stata inizialmente divisa in due sottoaree: a meridione ed in ambito della fertile mezzaluna
la temperatura elevata ha favorito lo sviluppo dei latti acidi; a settentrione il clima freddo ha favorito la produzione e l'utilizzo dei burro.

Nella Naturalis Historia (libro XXVIII) Plinio il Vecchio scrive che dal latte si ricava il burro e che questo è l'alimento più raffinato, e non soltanto un condimento, dei popoli barbari: un prodotto alimentare il cui consumo distingue i ricchi dai poveri (E lacte fit et butyrum, barbararum gentium lautissimus cibus et qui divites a plebe discernat). Il burro, condimento di lusso e grasso di élite dei popoli settentrionali, definiti "barbari", si contrappone all'olio d'oliva in uso presso i romani ed i greci, popoli "civili".
Oltre questa contrapposizione tra barbari e civili s'inseriscono già gli usi non nutrizionali del burro. Sempre Plinio ricorda che il burro ha attività protettive dai raggi solari e dall'umidità, per molti versi peraltro simili a quelle dell'olio. Se i barbari hanno l'abitudine di spalmarlo sulla pelle, Plinio ricorda che "anche noi lo facciamo con i nostri bambini". A Roma, infatti, il burro era reperibile, ma per usi diversi da quelli alimentari. Per questo Caio Giulio Cesare si stupisce quando, nella Gallia Cisalpina, gli sono offerti asparagi cotti nel burro. In tempi precedenti, in Grecia Ippocrate ricordava che il burro era importato dall'Asia per essere usato come unguento.
Nell'antichità la contrapposizione olio/burro era costantemente rappresentativa di un contrasto tra civiltà e barbarie. Riferendosi ai montanari dei Pirenei, Strabone con disprezzo afferma che "il burro serve loro da olio".

Passando al Medioevo JeanLouis Flandrin individua il burro come alimento popolare e provinciale, in contrapposizione anche all'olio. E' soprattutto nel medioevo che però si stabilizza la gran divisione dell'Europa in due parti. Nell'area mediterranea domina incontrastato l'olio d'oliva e successivamente d'altri vegetali, mentre nell'area continentale dominano i grassi animali, da quello di maiale (lardo e strutto od oleum lardinum) al più prezioso e raffinato burro. Una bipartizione tra grassi vegetali ed animali che comporta anche pregiudizi: se il burro nei paesi nordici era ritenuto ricco di virtù terapeutiche, e capace di alleviare la fame e la sete, oltre che imprimere energia, nell'Italia meridionale era considerato pericoloso, e causa di terribili malattie, quali la lebbra. Una concezione razzista quest'ultima che vediamo ripetersi per ogni alimento esotico: tipica è l'accusa, ancora nel settecento, alla patata di causare la lebbra.

Nell'ora accennata bipartizione s'inserirono anche valutazioni d'ordine religioso e soprattutto quelle relative ai concetti di "magro" e "grasso" e dell'astinenza dalle "carni". Termini questi che devono essere virgolettati in quanto di valore religioso che non coincide con quello odierno di tipo "botanico" o "zoologico". Infatti, già durante il Medioevo, il burro fu ammesso come alternativa all'olio per i giorni di magro, dapprima sporadicamente e, poi, in maniera sempre più generale. Negli ultimi secoli del Medioevo le autorità ecclesiastiche di diverse comunità dell'Europa settentrionale concessero il burro come condimento "magro" e nel capitolare de villis di Carlo Magno il butirum è elencato fra i prodotti quaresimali. In questo modo il burro viene a collocarsi vicino all'olio nella cucina "magra", mentre il lardo rimane sempre nella cucina "grassa".

Anche se non strettamente necessario, è utile accennare a quello che sembra sia stato il criterio religioso per discriminare tra "magro" e "grasso", qui di nuovo virgolettati. Con riferimento prima alla quaresima, poi per estensione alle vigilie ed a tutte le altre occasioni d'astinenza, sembra sia il criterio preso come riferimento sia stata l'arca di Noè che durante quaranta giorni (la stessa durata della quaresima) portò in salvo anche gli animali che, ovviamente non furono mangiati. Ciò che era fuori dell'arca poteva essere mangiato da Noè e dalla sua famiglia: dal pesce alle rane fino ad alcuni uccelli acquatici come le folaghe. Quest'ultima, almeno, era, infatti, l'interpretazione data dai monaci dell'abbazia di Pomposa. Inoltre tutto quello che era dentro all'arca era definito come "grasso" e quello che era fuori, invece, era giudicato "magro". La regola poteva tuttavia essere interpretata ed è ovvio che se sull'arca vi era una mucca, Noè e la sua famiglia si sarà cibato del latte e dei suoi derivati, ad iniziare dal burro. Per questo il burro poteva essere definito "magro".

Con il procedere dei tempi e soprattutto con il diminuire della forza delle concezioni religiose, pur interpretate come facevano i monaci dell'abbazia di Pomposa... assumono maggiore importanza le componenti economiche e da non trascurare quelle gastronomiche. Infatti, i caratteristici punti di fusione dei diversi grassi li indirizza ad usi specifici: gli oli per condire, i grassi per cucinare, ecc. In questa situazione il burro non ha un posto di rilevo. Da una parte è confinato tra gli Alimenti "magri" e dall'altro è ritenuto un alimento per poveri, come sopra già indicato. Nel XV secolo in Italia vi è ancora una certa ambivalenza di significazioni.
Il Platina nel suo famoso trattato De honesta voluptate et valetudine composto a circa la metà del XV secolo afferma che il burro si può usare "in luogo del grasso e dell'olio per cucinare qualsiasi vivanda", ma nello stesso periodo il padovano Michele Savonarola sostiene che "molti (il burro) l'usano in loco de olio ( ... ) ma el buthiero nuoce allo stomaco e ai soi villi, quelli relaxendo, e a chi non l'ha usato, ge turba el stomaco".

Nell'etá moderna il burro assume un ruolo di èlite. Già a metà del secolo XVII Vincenzo Tanara nella sua opera L'economia del cittadino in villa non solo riconosce la particolare vocazione nei paesi settentrionali di quest'alimento, ma anche il suo utilizzo da parte dei ceti abbienti. Presso gli antichi, riferisce Tanara, il burro era la separazione della nobiltà dalla plebe, del ricco dal povero, perché il plebeo povero non poteva usare il burro per il suo prezzo elevato. Oltre alla possibilità di usare il burro al posto dell'olio e d'altri grassi, molte proprietà medicinali gli sono ascritte: dalle malattie respiratorie da raffreddamento al catarro ed alla tosse; dalle scottature alla cura dei foruncoli; dall'azione benefica sulle gengive e di rendere più fermi i denti alle screpolature delle labbra ed infiammazioni della bocca; dalla capacità di far sputare, fino all'attività contro il veleno di vipere ed aspidi, senza dimenticare le benefiche attività quando è spalmato sul corpo. Nell'alimentazione è sottolineata la sua capacità di sostituirsi all'olio, ma anche di essere utilizzato nelle decorazioni dei piatti e come medicamento.

Poco tempo dopo, il cardinale Alberoni, proponendo al re di Spagna, per le seconde nozze avvenute nel 1714, Elisabetta Farnese la descriveva "impastata di butirro e di formaggio piacentino" e cioè nutrita con quanto di meglio vi era, il che doveva far immaginare una pelle liscia e vellutata. Un rapporto tra burro e pelle d'altronde ben radicato anche negli allevatori che dalla sottigliezza ed untuosità della pelle dicevano di poter individuare la vitella o la vacca che avrebbe dato un latte ricco di grasso.
Come si vede il burro ha sempre avuto ma duplice valutazione: positiva e negativa, ma sempre per motivi estranei alla sua composizione. Una lunghissima preistoria ed un'ampia e diversificata storia ha comunque spesso celebrato gli aspetti positivi del burro, nelle sue molteplici applicazioni, ma soprattutto in quelle alimentari, sia nutrizionali sia gastronomiche, senza dimenticare le applicazioni cosmetiche e le utilizzazioni medicinali. Aspetti positivi che sono ampiamente documentati dalla tradizione, ma anche dal suo valore simbolico e, non da ultimo, anche dal suo valore commerciale, quando ad esempio in pianura padana il burro aveva un prezzo almeno pari a quello del formaggio grana.

Negli ultimi anni e per una non sempre limpida serie di motivi vi è stata un'inversione di valutazione e dall'amore sembra che si sia passati ad un odio, fino ad un'ingiusta criminalizzazione del burro che, nel quadro di una religione salutistica "laica", non è molto diversa dalla concezione che derivava da una religione "fideista" che lo inseriva tra i cibi "magri", in quanto prodotto da un animale portato da Noè sull'arca.
Il recente sviluppo della ricerca sulle attività non soltanto nutrizionali, ma anche sulle attività extranutrizionali e sulle caratteristiche salutistiche degli alimenti, non solo sta dimostrando che la tradizione aveva ragione, ma che il burro è dotato di particolari attività salutari, forse più d'altri alimenti oggi di moda

"Recenti indagini indicano come i grassi del burro hanno rilevanti attività salutistiche, in particolare di tipo extranutrizionale: attività immunostimolanti ed antinfettive, ormonali, psicodietetiche, anticancerogene, protettive cardiovascolari, antiartritica ed antiosteoporotica che rivalutano un alimento ingiustamente criminalizzato.
Inoltre il burro ha inimitabili doti che lo rendono insostituibile in cucina."
(Diritti del professor Giovanni Ballarini)
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- Informazioni sul burro -

Attività nutrizionali
Il nuovo orientamento nutrizionale e la rivalutazione del burro è una rivoluzione dovuta essenzialmente al nuovo posizionamento che i grassi hanno assunto nel fabbisogno giornaliero procapite:
il 30% delle calorie deve necessariamente derivare dai grassi.
In una normale dieta si dovrebbe consumare una quantità di grassi pari a 60-90 grammi al giorno: se si compie una discreta attività fisica o se si è in fase di accrescimento la quantità di grassi giornaliera dovrebbe arrivare a 100 grammi o più.
Ai grassi oggi sono collegate una serie di attività cosiddette extranutrizionali: i grassi sono importanti non solo quali apportatori di energia ma quanto apportatori di altri elementi che sono necessari per una vita sana e per un buon livello di salute.
Parlare di burro significa evocare il fantasma di un'altra parola ben più temuta: colesterolo.
Oggi le nuove conoscenze hanno stabilito che non è tanto importante la quantità: ma il rapporto tra colesterolo e lecitina.
Se infatti al colesterolo viene affiancata una discreta quantità di lecitina esso si trasforma in "colesterolo buono".
Nel burro ci sono circa 15 parti di lecitina per una sola parte di colesterolo.
Nel grasso del latte sono presenti inoltre degli acidi grassi che sviluppano un'ottima azione anti-tumorale, le vitamine A ed E che hanno proprietà antiossidanti ed il selenio.

Le attività salutistiche dei grassi del latte e del burro sono molteplici: dalla protezione dalle malattie cardiovascolari, ad una attività immunostimolante e di regolazione contro le allergie, ad una attività protettiva contro l'osteoporosi.
Senza dimenticare che i grassi del latte svolgono anche un'attività, più difficilmente dimostrabile, di natura psicodietetica ovvero di controllo psichico del senso di fame.

Il Burro in Cucina
Le caratteristiche gastronomiche del burro sono essenzialmente due:
la prima è quella che permette una cottura dolce legata al fatto che il burro contiene una discreta quantità d'acqua e proteine; l'altro aspetto è caratterizzato dalla presenza di lecitina che conferisce alle preparazioni gastronomiche particolare fragranza e morbidezza.
Pensare di produrre pasticceria di qualità senza l'apporto del burro è praticamente impossibile.
Vi è anche un altro aspetto importante da valutare: non esiste infatti un solo tipo di burro ma tanti tipi di burro così come esistono tanti tipi di vini e di oli di oliva.
L'originalità e la tipicità del burro dipende dal tipo di alimentazione della vacca da latte.
Un tempo la caratteristica di un burro era determinata esclusivamente dalla stagionalità. Le mucche partorivano in primavera, si cibavano di foraggio fresco, il periodo estivo era quello della lattazione che si protraeva fino agli inizi di novembre, quindi il risultato era un burro di colore giallo, molto fluido e spalmabile per la presenza di acidi grassi corti.
Oggi la situazione è ben diversa. Il latte viene prodotto tutto l'anno e la sua produzione, legata tendenzialmente alla creazione di formaggi di tipo industriale, punta molto sulla quantità di latte prodotto.
Nella nostra regione, precisamente nella zona di produzione del Parmigiano-Reggiano, i produttori di latte hanno voluto continuare nel solco della tradizione alimentando le vacche da latte esclusivamente con foraggio fresco e con alimenti rigorosamente approvati dal Consorzio del Parmigiano-Reggiano.

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Per maggiori informazioni sulla manifestazione "November Porc".

Per scoprire altri luoghi della nostra meravigliosa Italia: Italian Tourism Expo

A Soragna si spalancano le porte del Gusto! Le date di svolgimento saranno: sabato 8, 15, 22, 29 novembre 2014.

Soragna, 31 ottobre 2014 -
Il costante e crescente successo della manifestazione turistico-gastronomica del "November Porc", che tocca nel 2014 la sua tredicesima edizione, dimostra che l'attenzione per la gastronomia e le produzioni d'eccellenza è sempre più un motivo di attrazione per viaggiatori di ogni tipo, dall'Italia e dal mondo.
Chi viene per assistere alla produzione dei "ciccioli", chi per assaggiare i piatti tradizionali, chi per fare acquisti con assoluta garanzia di qualità, spesso desidera ampliare la propria esperienza con sempre nuovi modi di vivere la "bassa".

Ecco quindi l'importanza della rete della Strada del Culatello, di cui fanno parte i comuni di Fontanellato, Soragna, Roccabianca, Colorno, San Secondo, Polesine Parmense, Sissa, Zibello, e dell'offerta turistica ad essi collegata. Oltre ai Castelli, ai luoghi di Verdi, alle escursioni nei parchi, si aggiunge per la durata del November Porc una "gustosa" novità proposta dal Comune di Soragna: il "November Food Tour – a Soragna si spalancano le porte del gusto", che offre la possibilità di entrare direttamente nelle aziende di produzione di Culatello di Zibello DOP e di Parmigiano Reggiano, normalmente non aperte al pubblico, in compagnia di una Guida autorizzata. La Guida, specializzata in turismo enogastronomico, offrirà dettagliate spiegazioni sui prodotti, la loro lavorazione, gli usi in cucina, rispondendo alle curiosità di tutti i partecipanti.

Il tour a cadenza settimanale offre una mattina intera di autentica "esperienza" gastronomica, arricchita da una degustazione finale, che sarà indimenticabile per i partecipanti.
Il Tour si rivolge a tutti gli appassionati e i curiosi della migliore gastronomia italiana, sia italiani che stranieri con spiegazioni in italiano e in inglese.
Le date di svolgimento saranno: sabato 8, 15, 22, 29 novembre 2014, con partenza alle 8,45 presso l'Ufficio Turistico di Soragna (via Repubblica, 3 – tel. 0524 598932). E' necessario che i partecipanti possiedano auto propria (in caso di necessità, è disponibile un servizio di noleggio con conducente a prezzo convenzionato). La quota a persona è di 55 euro.
Per aderire è sufficiente prenotare via mail all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - o chiamare al n. +393277469902. Le Guide di Itinera Emilia forniranno tutte le informazioni utili.
....E speriamo ci sia la nebbia!

tournovember
(Fonte Comune di Soragna)

Nella cornice di Cibus Tec l'evento di punta dedicato al business e alla ricerca nelle tecnologie per la trasformazione dei prodotti vegetali -

Parma, 30 ottobre 2014 -

Apre i battenti a Parma la quinta edizione di "Tech Agrifood - European mediterranean Business Meetings", evento dedicato a imprese, centri di ricerca e università che operano nel campo delle tecnologie per la trasformazione di frutta, verdura e cereali e nella filiera vitivinicola e olearia.

Tech Agrifood è organizzato dalla Camera di commercio italiana per la Francia di Marsiglia, dalla Camera di commercio di Parma e da "Terralia", Polo di competitività del sud est della Francia, in collaborazione con Unioncamere Emilia-Romagna e Promec, Azienda speciale della Camera di commercio di Modena.

Partecipano 126 operatori provenienti da 11 paesi: Algeria, Egitto, Marocco, Tunisia, Turchia, Libano, Francia, Italia, Spagna, Russia, Vietnam. Sono in programma piu' di 500 incontri B2B per favorire lo sviluppo di partenariati commerciali, tecnologici e scientifici sui temi focus dell'evento, tra cui i processi di conservazione e trasformazione, l'imballaggio e il confezionamento, lo stoccaggio e la distribuzione.

Di grande interesse i workshops tematici inseriti a complemento dei B2B, coordinati rispettivamente dalla Stazione Sperimentale per l' Industria delle Conserve Alimentari mercoledi' 29 ottobre alle ore 17 e giovedi' 30 ottobre alle ore 12.15 dal Polo di competitività Terralia.

L'edizione 2014 di Tech Agrifood beneficia anche del supporto del progetto Euromed Invest, che ha l'obiettivo di promuovere il business e gli investimenti nell'area euromediterranea. Il progetto, finanziato dall'Unione Europea, ha assicurato la partecipazione all'evento di 4 agenzie per la promozione degli investimenti nei paesi della Riva Sud del bacino mediterraneo: AMDI (Marocco), ANDI ( Algeria), IDAL (Libano), FIPA (Tunisia).

"Creare occasioni e luoghi dove le imprese possano esprimere tutte le proprie potenzialità: credo che questa sia una delle missioni principali delle Camere di commercio - sottolinea Andrea Zanlari, presidente della Camera di commercio di Parma - Sono perciò orgoglioso dell'impegno che l'Ente che rappresento ha profuso anche quest'anno nell'organizzazione di Tech Agrifood. Grazie alla collaborazione con Unioncamere Emilia-Romagna questa edizione è arricchita anche della presenza di delegazioni provenienti da Russia e Vietnam. Considero dunque un grande risultato per la nostra città e per il suo sistema imprenditoriale ospitare la quinta edizione di Tech Agrifood, ottimo esempio di collaborazione fra enti, istituzioni e sistema delle imprese.

Jean Jacques Isoard, presidente della Camera di commercio italiana per la Francia di Marsiglia, dichiara che: "La nostra Camera, specializzata nell'assistenza alle imprese italiane e francesi e nell'organizzazione di incontri d'affari su settori specifici tra cui l'agroalimentare, ha da anni sposato un'apertura sul mediterraneo grazie all'organizzazione di incontri d'affari coinvolgenti operatori della riva nord e sud dell'area med.
E' la seconda volta che l'evento Tech agrifood viene ospitato a Parma nell'ambito del salone Cibustec Foodpack e ringrazio la Camera di commercio e Fiere di Parma in quanto tali incontri non potevano trovare collocazione tematica migliore".

(Fonte: Ufficio Stampa Camera di commercio di Parma)

Mercoledì, 29 Ottobre 2014 08:30

Nuovo scivolone per le due principali DOP

Invariati i listini del burro e del latte spot. Recupera la crema a uso alimentare milanese mentre i listini dei due principali grana mostrano ancora segnali di debolezza.

di Virgilio, Parma, 29 ottobre 2014 -

LATTE SPOT In merito al latte crudo spot nazionale su Verona i listini si mantengono costanti per la terza settimana consecutiva. 37,63€/100 litri è il valore minimo registrato mentre 38,66€ /100 litri è la punta massima confermata alla Borsa veronese.
Altrettanto dicasi per il latte intero pastorizzato spot di provenienza estera che per la seconda settimana ha confermato la forbice di prezzo tra minimo e massimo compresa tra 36,60€ e 37,63€/100 litri.

Latte Spot VR

BURRO E CREME Ormai consolidato da 7 settimane il prezzo del burro. Unica eccezione la Crema di Latte a uso alimentare quotata a Milano che raggiunge quota 1,68€/kg con un incremento del 3,71% rispetto la precedente ottava. La Panna di Centrifuga, quotata a Verona, alla pari del Burro, ha confermato i valori delle precedenti 5 rilevazioni con il prezzo compreso tra 1,60€/kg e 1,65 /kg. Il Burro CEE è pertanto fermo a 2,85€/kg e il Burro zangolato di creme fresche a Parma è stabile 1,50€/kg.

GRANA PADANO Seppure limitato alla piazza Milanese, il Grana Padano, riprende la discesa dopo una breve pausa registrata nelle due settimane centrali di ottobre. 10 centesimi perduti dal 9 mesi di stagionatura collocandosi così nell'intervallo compreso tra 6,35 e 6,45€/kg (-1,54%) mentre 5 centesimi sono stati lasciati sul campo dal 15 mesi e oltre facendo segnare i listini tra 7,00 e 7,65€/kg (-0,68%). Nessuna variazione registrata a Mantova ma sarà da verificare domani se verrà mantenuto il listino oppure se si adeguerà alla tendenza ribassista del capoluogo lombardo.

GP 15MMI

PARMIGIANO REGGIANO Continua preoccupare gli operatori il mercato del Parmigiano Reggiano. Dopo un settimana di tregua ha ripreso a scendere il listino del 12 mesi quotato alla borsa di Parma seguita da quella milanese dove, anche il 24 mesi, ha perduto quota. Nello specifico, a Parma il 12 mesi cedendo lo 0,66% si colloca tra 7,30 e 7,70€/kg (-5 centesimi) mentre i listini di milano registrano -10 centesimi e -5 centesimi rispettivamente per il 12 e per il 24 mesi.

POSSIBILI TRUFFE: IL CONSORZIO ALLERTA I CASEIFICI E LE AUTORITA' GIUDIZIARIE
- Il Consorzio del Parmigiano Reggiano alza la guardia e mette in allerta i caseifici, ma anche le autorità giudiziarie, rispetto a possibili truffe che potrebbero ricadere su produttori e commercianti nelle compravendite di prodotto.
In una lettera inviata a tutti i consorziati, infatti, l'Ente di tutela sottolinea d'aver ricevuto diverse segnalazioni, da parte di commercianti e operatori del settore, rispetto a soggetti che vanno proponendo ingenti quantità di formaggio a prezzi assolutamente anomali rispetto a quelli di mercato, "utilizzando ed evocando illegittimamente – si sottolinea nella comunicazione – il nome del Consorzio di tutela o vantando conoscenze e/accreditamenti all'interno dello stesso Consorzio che sono del tutto prive di fondamento".

PRRE 12MPR

Lambrusco, cantine cooperative ottimiste sulla commercializzazione. Diminuisce la raccolta di uva nella provincia di Modena, mentre si conferma buona la qualità -

Modena, 29 ottobre 2014 -

Diminuisce la raccolta di uva nella nostra provincia, mentre si conferma buona la qualità. Lo afferma Confcooperative Modena, che ha analizzato i dati sulla vendemmia delle quattro cooperative vitivinicole aderenti, le quali lavorano il 60 per cento dell'uva coltivata in provincia di Modena. Ricordiamo che il movimento cooperativo nel suo complesso produce il 90 per cento dei Lambruschi modenesi.

Quest'anno il prodotto conferito negli stabilimenti delle Cantine di Carpi e Sorbara, S. Croce di Carpi, Settecani di Castelvetro e Formigine Pedemontana ammonta a 672.312 quintali. «Rispetto all'anno scorso registriamo un calo del 5 e mezzo per cento - dichiara Alberto Vaccari, presidente della Cantina Formigine Pedemontana e coordinatore del settore vitivinicolo di Confcooperative Modena – Si temeva che le abbondanti piogge estive potessero compromettere la raccolta, invece l'andamento climatico di settembre, e soprattutto della prima metà di ottobre, unito a un maggior impegno richiesto ai viticoltori, ha consentito un risultato soddisfacente. Dal punto di vista qualitativo, nelle zone del Grasparossa grazie alla maturazione tardiva rileviamo un minore calo del contenuto zuccherino, mentre la zona del Sorbara ha risentito di un calo quantitativo a causa delle grandinate di aprile. Nel complesso, quindi, l'uva raccolta dalle nostre cantine si presenta in buone condizioni».

Vaccari si dichiara ottimista anche sull'andamento delle vendite. «Gli operatori del settore credono nel prodotto e speriamo condividano sempre più il lavoro che si sta facendo tra Modena e Reggio Emilia per valorizzare il Lambrusco. Avremo un vino fresco, dalle belle tonalità e di buona personalità in grado – conclude il presidente della Cantina Formigine Pedemontana e coordinatore del settore vitivinicolo di Confcooperative Modena – di raccontare le eccellenze del nostro territorio».

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative Modena)

E' stata inaugurata ieri la struttura del caseificio Roncoscaglia di Sestola con un nuovo negozio e una sala polivalente-museo -

Modena, 27 ottobre 2014 -

Un nuovo punto vendita per reagire alla crisi dei prezzi all'ingrosso del Parmigiano Reggiano e andare incontro alle esigenze anche culturali dei consumatori. È la scommessa del caseificio Roncoscaglia di Sestola, che ha inaugurato ieri – domenica 26 ottobre - un nuovo negozio e una sala polivalente-museo.

Il Roncoscaglia vende su Internet da sette anni, soprattutto ai gruppi di acquisto solidale; la nuova struttura serve per potenziare la vendita diretta ai consumatori e ai turisti che visitano il nostro Appennino. Grazie a un finanziamento del Gal Antico Frignano e Appennino Reggiano, il caseificio ha investito quasi 200 mila euro per costruire un edificio a forma di casello, sul modello dei caseifici che fino ai primi anni Cinquanta caratterizzavano le nostre campagne, soprattutto in pianura.

«L'obiettivo è collegare un prodotto di qualità come il Parmigiano Reggiano di montagna alla cultura rurale e alle tradizioni locali», spiega il presidente del caseificio Michele Lancellotti. La struttura occupa una superficie di 150 mq e comprende una sala polivalente-museo che serve per la presentazione e gli assaggi delle produzioni tipiche; oltre a Parmigiano Reggiano di montagna, burro, ricotta e golosino, si possono degustare i salumi ottenuti dai maiali allevati in caseificio e trasformati in conto lavorazione da un'azienda familiare locale con metodi tradizionali e aromi antichi.

Accanto al nuovo negozio c'è il laboratorio per il confezionamento del prodotto. Il Roncoscaglia, aderente a Confcooperative Modena, è stata una delle prime cooperative casearie nate nell'Alto Frignano; festeggia quest'anno il sessantesimo di fondazione, essendo nato il 7 marzo 1954. Attualmente ha nove soci che trasformano in Parmigiano Reggiano di montagna 17.500 quintali di latte, mentre la produzione si aggira sulle 3.200 forme l'anno.

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative Modena)

Il 29 e 30 ottobre alle Fiere di Parma nell'ambito di Cibus Tec - Foodpack. Partecipano 125 operatori da tutto il mondo -

Parma, 27 ottobre 2014 -

Dopo il successo della quarta edizione, svoltasi a a Marsiglia nel giugno del 2013, sta aprendo i battenti a Parma la quinta edizione di "Tech Agrifood - European mediterranean Business Meetings", evento dedicato a imprese, centri di ricerca, università che operano nel campo delle tecnologie per la trasformazione di frutta, verdura e cereali e nella filiera vitivinicola e olearia. Obiettivo: ricercare o offrire tecnologie nell'ambito dei processi di conservazione e trasformazione, imballaggio e confezionamento, stoccaggio, distribuzione e trasporto. Argomenti tutti all'avanguardia: la sicurezza e la qualità dei cibi, il packaging e l'etichettatura richiedono una costante ricerca e innovazione, da realizzarsi attaraverso il consolidarsi di sinergie tra i attori pubblici e privati.

Organizzano Tech Agrifood la Camera di commercio italiana per la Francia di Marsiglia, la Camera di commercio di Parma e "Terralia", Polo di competitività del sud est della Francia, in collaborazione con Unioncamere Emilia-Romagna. E' prevista la partecipazione di 126 operatori provenienti da 15 paesi: Algeria, Egitto, Marocco, Tunisia, Turchia, Emirati Arabi, Belgio, Francia, Italia, Spagna, Russia, Olanda, Argentina, Emirati Arabi, Vietnam, che saranno coinvolti in incontri d'affari per favorire lo sviluppo di partenariati commerciali, scientifici e tecnologici. I profili delle aziende iscritte sono visionabili sul sito dell'evento: www.techagrifood.com.

Tech Agrifood è organizzato all'interno di Cibus Tec – Foodpack il 29 e 30 ottobre. Le 2 giornate saranno arricchite anche da seminari tecnici, a cura della Stazione sperimentale per l'industria delle conserve alimentari di Parma e di Terralia.

(Fonte: ufficio stampa Camera di Commercio Parma)

Domenica, 26 Ottobre 2014 08:45

"Parmigiano" - Allerta per possibili truffe


Possibili truffe. Il Consorzio di Tutela del Parmigiano Reggiano allerta i Caseifici e le autorità giudiziarie.

Reggio Emilia, 25 ottobre 2014 - Il Consorzio del Parmigiano Reggiano alza la guardia e mette in allerta i caseifici, ma anche le autorità giudiziarie, rispetto a possibili truffe che potrebbero ricadere su produttori e commercianti nelle compravendite di prodotto.
In una lettera inviata a tutti i consorziati, infatti, l'Ente di tutela sottolinea d'aver ricevuto diverse segnalazioni, da parte di commercianti e operatori del settore, rispetto a soggetti che vanno proponendo ingenti quantità di formaggio a prezzi assolutamente anomali rispetto a quelli di mercato, "utilizzando ed evocando illegittimamente – si sottolinea nella comunicazione – il nome del Consorzio di tutela o vantando conoscenze e/accreditamenti all'interno dello stesso Consorzio che sono del tutto prive di fondamento".
L'Ente di tutela sottolinea, inoltre, la particolare insidiosità di quelle che possono configurarsi come autentiche e rilevanti truffe: per rendere credibili le loro proposte – spiega il Consorzio – tali soggetti risulta abbiano anche organizzato incontri presso i magazzini di caseifici consorziati, proponendosi agli stessi caseifici come potenziali acquirenti e, contemporaneamente, spacciandosi di fatto, nei confronti dei loro potenziali clienti, come i proprietari del formaggio visionato.
Questi fatti sono già stati segnalati dal Consorzio alla Procura della Repubblica di Reggio Emilia e ad altre autorità competenti, primi fra tutti i componenti della Commissione provinciale antitruffa, che include, insieme al Questore, il Prefetto, il Comandante dei Carabinieri e il Comandante della Guardia di Finanza.
Allertate le autorità e i consorziati, il Consorzio, in considerazione della gravità dei casi segnalati (accresciuta dagli ingenti quantitativi di prodotto che vengono offerti ), invita i caseifici a prestare la massima attenzione ai contratti commerciali che venissero loro proposti e, in caso di situazioni anomale, a non esitare nell'informare immediatamente il Consorzio e, se del caso, le forze dell'ordine e le autorità giudiziarie.
(Ufficio Stampa Consorzio Tutela Parmigiano Reggiano)

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 43 26 ottobre 14

(in allegato il settimanale scaricabile in pdf)

SOMMARIO Anno 13 - n° 43 26 ottobre 14

1.1 editoriale Attenti al canone!
2.1 tutela Falso Parmesan sequestrato al SIAL di Parigi,
3.1 lattiero caseario Lattiero caseari, prezzi fermi.
4.1 crisi russa Embargo Russo, di male in peggio.,
5.1 eventi vini Piacenza, Gutturnio Festival in vista dell'expo
5.2 pomodoro OI Pomodoro, consegnate 2.320.000 di tonnellate di prodotto.
6.1 alluvione Parma Alluvione, servono risposte concrete
6.2 consumi e evoluzione L'eugenetica del consumatore
6.3 eventi Al Salone del Gusto con il Caseificio 4 Madonne
7.1 turismo e tradizioni Culatello, il principe della Nebbia

10.1 ultim'ora Allerta "parmigiano". Possibili truffe

Domenica, 26 Ottobre 2014 11:17

Falso Parmesan sequestrato al SIAL di Parigi

Nuova denuncia del Consorzio, con immediato intervento delle autorità francesi.

Reggio Emilia - A poche ore di distanza dall'apertura del Salone Internazionale dell'Alimentazione a Parigi, il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha chiesto l'intervento delle autorità francesi ed ha ottenuto il sequestro di ben 7 prodotti riportanti o evocanti le denominazioni che appartengono in modo esclusivo alla Dop italiana.
Si è ripetuta così, a distanza esatta di un anno, una situazione già riscontrata all'Anuga di Colonia, altro "tempio" dell'agroalimentare internazionale.

Immediata e dura la reazione del Consorzio del Parmigiano Reggiano, che già all'inizio di ottobre, aveva invitato alla vigilanza le autorità francesi.
"Paradossalmente – sottolinea il presidente del Consorzio di tutela, Giuseppe Alai – anche in queste grandi vetrine internazionali si registrano forme di contraffazione e usurpazione del nome del nostro prodotto, applicato nei modi più fantasiosi ad altri formaggi o a prodotti che possono contenere Parmigiano Reggiano, ma che in alcun modo possono fregiarsi del suo nome o di altre diciture evocative o, ancora, della denominazione "Parmesan", anch'essa in uso esclusivo al nostro prodotto".

Giuseppe Alai - presidente Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano

Proprio la Corte di Giustizia delle Comunità Europee aveva a suo tempo sentenziato che il termine "Parmesan" non è affatto generico e costituisce una evocazione della denominazione "Parmigiano Reggiano"; conseguentemente, il suo uso per formaggi non conformi al disciplinare costituisce una violazione alla Dop italiana.
"Grazie all'immediato intervento dei nostri uffici legali in Italia e in Francia – spiega Alai – si è arrivati al ritiro del prodotto ingannevole presentato al Sial".
"La tempestività del lavoro delle autorità di vigilanza francesi – prosegue il presidente del Consorzio – dimostra che i sistemi di vigilanza del Consorzio e i meccanismi di tutela che abbiamo ottenuto in questi anni in ambito Unione Europea funzionano: ora resta l'auspicio che il ripetersi di queste dure azioni repressive ponga fine ad una pratica che vede in campo anche aziende importanti del settore, che certo non possono né ignorare né fingere di non conoscere le norme cui debbono attenersi in materia di tutela delle denominazioni, finalizzate anche alla tutela dei consumatori".

L'intervento del Consorzio del Parmigiano Reggiano è avvenuto sulla base di una legislazione dell'Unione Europea (maturata dopo anni di contenziosi) che prevede, tra l'altro, l'obbligo di tutela delle Dop "ex officio" in tutti gli Stati membri della UE, assegnando così ai Paesi membri l'ineludibile compito di un diretto intervento di vigilanza e l'adozione di adeguate misure.
(Ufficio Stampa CFPR 20 ottobre 2014)

Domenica, 26 Ottobre 2014 10:30

Embargo Russo, di male in peggio.

Mosca estende l'embargo anche a farine animali, grassi e altri prodotti bovini e suini e pollame dall'UE. Ghilardelli (Lega Nord Emilia Romagna) chiede tutele per aziende esportatrici.

di LGC - Parma, 24 ottobre 2014 -

La situazione tra Russia e UE invece che distendersi sembra sempre più acuirsi. E' di questi giorni la notizia di un ulteriore giro di vite da parte di Putin a sfavore delle produzioni agricole europee.
Un costo notevole per l'Italia che vede ancor più contrarsi il bacino d'esportazione dei prodotti agroalimentari che vedrebbe penalizzato il comparto di ulteriori 3,2 miliardi di euro.
E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti nel commentare l'annuncio del Rosselkhoznadzor, l'ente federale che controlla la qualità dei prodotti agricoli in Russia. Il pretesto della nuova misura è il rilevamento in 17 casi della presenza di sostanze vietate in derivati bovini provenienti da Italia, Austria, Ungheria, Germania, Danimarca e Polonia.

E' un conto pesante che viene pagato dalla nostra economia che ha già visto calare del 63% le esportazioni verso quel Paese da quando, il 7 agosto scorso, scattarono le prime misure d'embargo.
Misure restrittive anche verso il colosso statunitense della ristorazione McDonald's, il quale in una nota riportata dall'ANSA, nei giorni scorsi, ha dichiarato che le autorità russe stanno svolgendo più di 200 ispezioni sui ristoranti della catena e aggiunge di essere in procinto di fare ricorso alla disposizione di chiusura disposte lo scorso agosto, per motivazioni sanitarie, di 9 dei 430 locali fast-food collocati sul territorio russo.

Bovini da Carne al Pascolo

Embargo Russia; Ghilardelli (Lega Nord): "Si tutelino le nostre aziende che esportano"
"La situazione tesa tra la Russia e l'Unione Europea non sembra migliorare e a farne le spese dal punto di vista commerciale potrebbero essere tutte le aziende italiane, con particolare riferimento a quelle dell'Emilia Romagna, che hanno in corso rapporti consolidati con il Paese extraeuropeo. Il rischio è che tutto ciò che è stato avviato, o che si trova al momento in corso di avviamento, si possa bloccare a causa delle restrittive leggi e delle pesanti sanzioni che gli Stati Uniti e l'Unione Europea hanno imposto a Mosca e il conseguente embargo verso i prodotti dell'Occidente imposto dal Governo russo". Commenta Manuel Ghilardelli, candidato alle elezioni regionali per la Lega Nord, che prosegue: "Quello che più mi preoccupa è il comparto agroalimentare del territorio piacentino che sta iniziando a stringere accordi e rapporti con la Russia e che potrebbe perdere tutto il lavoro svolto a causa di questo embargo. Secondo una prima stima di Coldiretti le esportazioni italiane di prodotti agricoli verso Mosca sono crollate del 63%, mentre il Made in Italy ha avuto un calo del 16,4%. Sono stati colpiti anche prodotti tipici, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano (per 15 milioni di euro) ma anche prosciutti a denominazione di origine".

Il candidato del Carroccio si unisce alle dichiarazioni rilasciate da Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, nel corso della sua ultima visita in Crimea che chiede apertamente "la rimozione dell'embargo agroalimentare russo a quelle Regioni che si sono schierate anche con atti ufficiali contro le sanzioni occidentali a Mosca imposte dagli Stati Uniti e dalla Ue per la crisi ucraina."

"Il Governo – conclude Ghilardelli - deve intervenire per difendere il lavoro delle nostre imprese, ma deve farlo con azioni concrete, aprendo un canale di dialogo con la Russia e con Putin, perché la salvezza dell'economia del nostro Paese passa anche da qui. Anche la Regione Emilia-Romagna deve prendere posizione, facendo pressioni sul Governo centrale perché lavori al fine di tutelare le nostre imprese".

Approvato il programma triennale 2015-2017 e nominati i nuovi tre vicepresidenti, Martelli, Saviotti e Spelta

Parma 20 ottobre 2014 - L'attività 2015-2017

E' di 2.320.448 tonnellate la quantità di pomodoro consegnata nell'area del Nord Italia quando ormai si è agli sgoccioli della campagna 2014. Mancano ancora i dati di alcune consegne, in via di completamento in questi giorni, ma ormai il quantitativo del pomodoro trasformato non subirà rilevanti variazioni e resterà al di sotto della soglia di 2.400.000 tonnellate, il quantitativo di riferimento per avere una produzione in equilibrio con la capacità di assorbimento dei mercati. Il brix medio ponderato è di 4.61, in calo rispetto alla media triennale di 4.91. In generale la campagna è stata fortemente condizionata dal maltempo che ha comportato notevoli problemi sia per la parte agricola sia per la parte industriale. La resa media per ettaro è stata infatti di 65,02 t/ha al cospetto di una media triennale di 69,19 t/ha e la resa industriale inferiore allo standard e quindi con meno prodotti finiti ottenuti rispetto alle previsioni.
I dati sono stati presentati durante l'assemblea dell'OI Pomodoro da Industria del Nord Italia che ha anche provveduto alla nomina dei tre vicepresidenti che affiancheranno il presidente Pier Luigi Ferrari nella conduzione dell'Oi. La componente agricola ha nominato Rossella Martelli di Asipo, la componente industriale Bruna Saviotti di Tomato Farm e la parte della cooperazione Stefano Spelta di Arp.
Altro passaggio rilevante è stato l'approvazione del programma triennale delle attività 2015-2017 con l'OI che sarà obbligatoriamente chiamata a mettere a punto metodi e strumenti per migliorare la qualità dei prodotti (puntando soprattutto sull'armonizzazione dei disciplinari di produzione integrata, sul coordinamento e rafforzamento dell'attività di ricerca e sperimentazione e sul coordinamento delle richieste di deroga territoriale) così come a migliorare la conoscenza e la trasparenza della produzione e del mercato tramite la raccolta, l'elaborazione e la diffusione delle informazioni statistiche relative alla produzione e alla trasformazione degli associati, sempre nel rispetto delle regole sulla privacy. Ma l'OI sarà impegnata, nei limiti consentiti dalla normativa, anche nella definizione di regole condivise; nello sviluppo di modelli digitali uniformi per le relazioni di filiera tra gli associati; nella verifica della congruità dei contratti; nell'istituzione di gruppi di controllo durante la campagna di trasformazione; nell'individuazione di metodi e strumenti per un'efficace valutazione della qualità; per la valorizzazione della produzione integrata e biologica e nell'orientamento delle produzioni verso qualità e sostenibilità. Tra le funzioni indicate nel piano triennale anche la promozione della riduzione dei costi; lo sviluppo di progetti su innovazione, integrazione di filiera e formazione e poi ancora nei servizi di informazione; nelle posizioni condivise sulle politiche di settore; nello studio di strategie per la valorizzazione del prodotto; nel dialogo per la commercializzazione; nel curare i rapporti con le altre OI e nella promozione della buona occupazione.

IN ALLEGATO FOTO DEI TRE VICEPRESIDENTI: Da sinistra Spelta, Martelli, Ferrari (presidente) e Saviotti.

Domenica, 26 Ottobre 2014 09:57

Alla scoperta del “culatello”.

Quest'anno ricorre il trentennale del corso di formazione che recuperò l'antica arte dei "macellini".

- Parma, 26 ottobre 2014 -
Riconosciuto come DOP (Denominazione di Origine Protetta) dal 1996 il "Culatello di Zibello DOP" ha origini molto più antiche e "nobili".
Sembra infatti che questo tipico salume della "bassa parmense" sia stato portato in dono alle nozze tra Andrea dei Conti Rossi e Giovanna dei Conti Sanvitale nel 1322. Prodotti da "investitura" sono stati rintracciati in scritti ancor più antichi nei quali si faceva riferimento alla prelibatezza del prezioso salume. Tanto prezioso che era consuetudine utilizzare il "culattello" in pagamento di quanto dovuto ai nobili proprietari terrieri.

Il Culatello selezionato per il Principe Carlo d'Inghilterra - Antica Corte Pallavicina

Un prodotto quindi tradizionalmente destinato alle ricche tavole dei nobili ma praticamente assente da quelle del volgo il quale invece doveva, per così dire, accontentarsi del "Fiocco di Culatello" realizzato con le due fasce muscolari anteriori del prosciutto mentre le tre posteriori venivano destinate alla produzione del più pregiato Culatello.
La fetta di culatello è perciò ben riconoscibile dalla importante "noce di grasso" che si estende dalla periferia a quasi il centro della fetta dalla quale si inseriscono i tre fasci muscolari.

Culatello di Zibello DOP - la "Noce di Grasso" che congiunge le tre fasce muscolari

Posto che vai salume che trovi. Se il "Prosciutto di Parma" deve la sua squisitezza e popolarità all'aria secca che fluisce a Langhirano, e zone limitrofe, proveniente da mar ligure accompagnando nella stagionatura il più famoso prodotto di salumeria (prosciutto deriva da prosciugare) il Culatello e alla pari il Fiocco di Culatello devono la loro qualità alla "nebbia", perciò all'umidità, tipiche delle zone rivierasche del PO.
Da metà novembre e sino a fine febbraio le temperature rigide della pianura padana consentono di procedere al rito laico della macellazione del maiale e alla conseguente produzione delle decine di salumi che ne derivano. Ed è proprio la "nebbia" e il "Genius Loci" (ambiente microbico locale) che consente la maturazione, del prodotto. Il marcatore culturale che consente la produzione, "solo in queste zone", del principe dei salumi.

La stagionatura "umida".
Infatti, dopo i primi 10-12 giorni posto a riposare in ambiente fresco e ventilato e i seguenti 3-4 mesi in ambiente asciutto, i restanti 7-11 mesi, il "Culatello di Zibello", viene lasciato maturare nell'ambiente umido di cantina costituita di pareti di mattoni e pavimentazione di sabbia, il regno del genius loci.
A fine stagionatura il Culatello, riconoscibile per la sua forma globosa a "pera" dovuta alla rifilatura delle masse muscolari alle quali furono asportate le parti grasse in fase di preparazione, ha perduto circa il 45% del suo peso originale passando da circa 6 chilogrammi a 3-3,5 kg.
Per il consumo del prodotto manca ancora una fase: il "bagno purificatore" . Per due giorni il culatello viene lasciato in ammollo in acqua (alcuni indicano di usare il vino) al fine di ammorbidirlo e essere così pronto per la affettatrice, rigorosamente di ampia lama, per passare quindi alla tavola, questa volta, di tutti i palati.

Del recupero della antica arte dei "macellini" (coloro che andavano di casa in casa a confezionare i tanti salumi realizzabili con il maiale allevato per un anno intero dalla famiglia contadina), altrimenti chiamati "norcini", si deve al CFPA di Sissa (Centro di Formazione Professionale per l'Agricoltura) della Regione Emilia Romagna che, giusto 30 anni fa decise di avviare il primo corso di formazione, proseguito senza interruzione da Agriform srl, ente di formazione scaturito dalla fusione - misto pubblico privata - tra i centri di formazione in carico alle Organizzazioni Professionali Agricole e il CFPA regionale di Sissa.

Un corso che divenne da subito popolare a livello nazionale al punto tale che venne l'idea di portarlo "fuori" dalle mura della scuola per due giorni all'anno inaugurando, nella ricorrenza del decimo anno del ciclo formativo, la festa "I Sapori del Maiale" alla quale venne legato il "Mese gastronomico Sissese" oggi inglobati all'interno della più ampia manifestazione November Porc.

Coincidenza vuole che quest'anno cada quindi il ventennale della manifestazione sissese e il trentennale del corso di formazione che diede vita e alimentò la manifestazione sin dalle sue origini.

E dal prossimo 8 novembre prenderà il via, proprio da Sissa, la lunga e affascinante manifestazione "November Porc" che vede protagonisti i migliori prodotti locali festeggiati nei comuni di Sissa (8 e 9 Novembre), Polesine Parmense (15 e 16 novembre), Zibello (22 e 23 novembre) e Roccabianca (29 e 30 novembre).

Per maggiori informazioni sulla manifestazione "November Porc".

Per scoprire altri luoghi della nostra meravigliosa Italia: Italian Tourism Expo

 

La Cia reggiana commenta i dati produttivi del mais e apre una finestra sul futuro: possibili incrementi produttivi del 50/60% -

Reggio Emilia, 25 ottobre 2014 -

"Davvero una buona annata per il mais nel territorio reggiano, grazie al recupero di superfici occupate da questa coltura, alle temperature mai troppo elevate, alla possibilità di disporre costantemente di acqua per irrigarla". Sono le valutazioni di sintesi della Cia di Reggio Emilia rispetto al raccolto del mais, coltura di fondamentale importanza, soprattutto per gli usi zootecnici che si fanno delle farine ricavate dalla sua granella, che sono un elemento chiave (apportando proteine "nobili") della qualità dei nostri prodotti tipici.

Ma le prospettive per il futuro – rileva la Cia reggiana – sono di un netto miglioramento in termini di produttività di questa coltura: infatti, sono in corso sperimentazioni, condotte nella pianura padana dall'Università di Torino, per ora su 10 ettari di mais, che hanno consentito incrementi produttivi nell'ordine del 50/60%. Se infatti attualmente in pianura padana la resa media di mais irriguo è di 12/14 tonnellate ad ettaro, nei campi sperimentali di cui si diceva si è arrivati a 20 tonnellate ad ettaro.

Questo grazie ad una nuova tecnica, sviluppata con un progetto patrocinato da Expo 2015, che è una combinazione di prodotti e tecnologie innovative per ottenere dal mais il massimo profitto ma in chiave ecosostenibile. Senza dover ricorrere al transgenico è stato selezionato un particolare ibrido di granella con un livello produttivo superiore; il nuovo ibrido ha permesso di seminare il mais con una maggiore densità di impianto; si è adottata inoltre un' innovativa gestione del suolo: consiste nell' utilizzo di una macchina che esegue una lavorazione solo nella zona di semina. La lavorazione localizzata, che riduce la mineralizzazione della sostanza organica e l' erosione del suolo, viene abbinata ad altre tecniche ecosostenibili, come i sistemi di irrigazione a goccia che ottimizzano la distribuzione dell'acqua e l'utilizzo di fertilizzanti ad alta efficienza con distribuzione anch'essa localizzata.

Buone notizie quindi per i produttori – commenta la Cia di Reggio Emilia – che potranno tra qualche anno contare sulla possibilità di risultati ancora migliori di quelli registrati quest'anno, dovuti in primo luogo a superfici che sono tornate intorno ai 10mila ettari, dopo il calo degli ultimi anni, con questo tornando a contendere al grano tenero il primato di cereale più presente nel territorio reggiano; questo è stato dovuto principalmente alle difficoltà nelle semine dello scorso autunno; chi ha incontrato questi problemi ha fatto ricorso quindi alla semina del mais, che avviene principalmente in primavera. Va detto anche che l'incremento di superfici è stato dovuto più alla prospettiva di destinare il prodotto alle biomasse (ovvero agli impianti di biogas) che alla granella per usi zootecnici. Molto buone anche le rese, che fanno registrare una produzione media di granella secca di 130-150 ql/ha, nettamente sopra la media degli ultimi anni (in linea con le stime elaborate da Ismea che indicano per quest'anno un aumento dei raccolti in Italia del 14,3% per il mais).

Altrettanto importante – conclude le sue valutazioni la Cia reggiana – lo stato sanitario del mais: sono pressoché assenti le micotossine che avevano invece minato la produzione degli ultimi anni; queste infatti si sviluppano con alte temperature ed elevata umidità, una condizione che quest'anno non si è verificata.

(Fonte: Ufficio stampa Cia di Reggio Emilia)

Il 4 Madonne Caseificio dell'Emilia è l'unico dell'intero comprensorio a produrre in quattro stabilimenti -

Modena, 22 ottobre 2014 -

C'è anche il 4 Madonne Caseificio dell'Emilia tra i partecipanti al Salone Internazionale del Gusto e Terra Madre, in programma a Torino da domani - giovedì 23 – a lunedì 27 ottobre. È la prima volta che la cooperativa casearia di Lesignana di Modena prende parte a questa manifestazione, considerata uno degli eventi più importanti per la promozione dell'agroalimentare italiano nel mondo.

Ricordiamo che il 4 Madonne è l'unico caseificio dell'intero comprensorio del Parmigiano Reggiano a produrre formaggio in quattro stabilimenti: Lesignana di Modena, Camurana di Medolla, Varana di Serramazzoni e Arceto di Scandiano (Reggio Emilia). Aderente a Confcooperative Modena, la cooperativa casearia associa 65 aziende agricole le quali conferiscono oltre 400 mila quintali di latte, con una produzione annua che si aggira sulle 75 mila forme; la metà è prodotta a Lesignana nel nuovo stabilimento inaugurato lo scorso 12 aprile. Intanto dal 16 settembre il 4 Madonne ha iniziato a vendere il Parmigiano Reggiano anche su Internet. Info: www.caseificio4madonne.it

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative Modena)

Mercoledì, 22 Ottobre 2014 08:45

Lattiero caseari, prezzi fermi.

Tutti i prezzi invariati rispetto la precedente ottava. In aumento la produzione e giacenze mentre perdura la crisi dei consumi del Parmigiano Reggiano.

di Virgilio, Parma, 22 ottobre 2014 -

LATTE SPOT Restano invariati i prezzi del latte crudo spot nazionale alla borsa di Verona anche nella 42esima settimana. 37,60 e 38,66 €/100 litri di latte sono i valori minimo e massimo confermati lo scorso lunedì 20 ottobre. Anche il latte crudo pastorizzato spot estero ha mantenuto il prezzo registrato il precedente lunedì (13/10) con quotazioni comprese tra 36,60 e 37,63€/100 litri.

BURRO E PANNA Il prezzo del burro è congelato da 6 settimane. Nello specifico, lo scorso 20 ottobre, alla borsa milanese, il burro CEE ha visto la conferma di 2,85€/kg, 3,05 per il burro da centrifuga, 2,10 per il burro pastorizzato e 1,90€/kg per lo zangolato Inalterato anche il listino del burro zangolato da creme fresche alla borsa merci di Parma (1,50€/kg). Nessuna variazione per la crema a uso alimentare contrattate a Milano e a Verona.

GRANA PADANO Inalterati anche i listini del Grana Padano per entrambe le referenze quotate alla borsa di Milano. 6,45€/kg. il prezzo minimo del padano stagionato 9 mesi e 6,55 €/kg il valore massimo mentre è compreso tra 7,05 e 7,70 €/kg lo stagionato di 15 mesi e oltre.

PARMIGIANO REGGIANO Battuta d'arresto per il Parmigiano Reggiano. Dopo tanto penare una settimana di stasi dei valori del Parmigiano reggiano per entrambe le stagionature (12 e 24 mesi) e in tutte le piazze prese in considerazione.
Nello specifico, a Parma, il 12 mesi è stato quotato tra 7,35 e 7,75€/kg e il 24 mesi è invece fermo tra 8,75 e 9,10€/kg. Secondo i dati SI-PR (Sistema Informativo Parmigiano Reggiano) di settembre la produzione è aumentata (+0,7% tendenziale annuo) così come le giacenze (+1,1% tendenziale) che, in combinazione con il perdurare della riduzione dei consumi (-2,8% tendenziale), stanno procrastinando la situazione di crisi del Parmigiano Reggiano.

 

Dieci imprese agroalimentari reggiane partecipano alla collettiva organizzata dalla Camera di Commercio al SIAL di Parigi, una delle più grandi vetrine mondiali di settore -

Reggio Emilia, 21 ottobre 2014 -

Sono dieci le imprese agroalimentari reggiane che partecipano alla collettiva organizzata dalla Camera di Commercio al SIAL di Parigi, una delle più grandi vetrine mondiali di settore con i suoi oltre 150.000 visitatori provenienti da 200 Paesi.
Al Salone internazionale, la Camera di Commercio partecipa anche con i vini selezionati nell'edizione 2014 del Concorso enologico "Matilde di Canossa-Terre di Lambrusco", con informazioni sui prodotti e degustazioni guidate da un sommelier professionista.

La collettiva di aziende organizzata dall'Ente camerale rientra nel ricco carnet di iniziative che in questi mesi si stanno realizzando a beneficio dell'agroalimentare reggiano, con una particolare accentuazione delle proposte relative alla presenza delle nostre eccellenze alimentari anche nei canali digitali.
Le aziende reggiane partecipanti alla collettiva camerale a Parigi (che si chiuderà il 23 ottobre) rappresentano alcuni dei settori di punta delle nostre Dop, ed in particolare Aceto Balsamico Tradizionale, Parmigiano Reggiano, salumi e piatti pronti.
Nella capitale francese sono presenti Cantarelli 1876, Antica Cascina San Lorenzo, Astrology, Acetaia del Casato Bertoni, Forgrana Corradini, I Sapori delle Vacche Rosse, Industrie Montali, Grana d'oro, Acetaia di Montericco ed Europi.

(Fonte: Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 42 20 ottobre 14

(Cliccando su "allegati" è possibile scaricare in formato PDF)


SOMMARIO Anno 13 - n° 42 20 Ottobre 2014

1.1 editoriale Ebola, è vero allarme?
2.1 mercati agricoli Ismea, prezzi agricoli in ripresa a settembre
3.1 Lattiero caseario Il Parmigiano scende più del Padano
4.1 mipaaf MIPAAF, 40 milioni di intervento a sostegno degli indigeti.
5.1 export vini Le Eccellenze vitivinicole a Melbourne
5.2 norme sementiere ASSOSEMENTI: per la selezione del seme aziendale occorre la licenza sementiera
6.1 eventi Speriamo ci sia la nebbia. Tutti pronti per il November Porc.
7.1 turismo Vacanze Slow sul Grande Fiume

Domenica, 19 Ottobre 2014 20:30

Ismea, prezzi agricoli in ripresa a settembre

Su base tendenziale, il confronto con settembre 2013 mostra una flessione del 5,4% per l'insieme delle coltivazioni

Roma, 14 ottobre 2014 - L'indice Ismea dei prezzi all'origine dei prodotti agricoli si è attestato, a settembre, a 111,6 (base 2010=100), facendo segnare un aumento del 2,4% su base mensile e una riduzione del 6,6% rispetto a settembre 2013.

Nel comparto delle coltivazioni le quotazioni alla prima fase di scambio hanno registrato, rispetto ai livelli di agosto, un aumento medio del 7%, dinamica che riflette principalmente i recuperi, seguiti ai forti ribassi estivi, di frutta (+6,6%) e ortaggi (+13,9%).

Prosegue il trend al rialzo degli oli di oliva (+6,5% su base mensile), in un mercato influenzato dalle previsioni di riduzione della produzione in Europa, con forti cali attesi in Spagna e Italia.

Cambiano direzione i listini dei vini che, dopo un lungo trend al ribasso, hanno fatto segnare un aumento dello 0,8% mensile. Sui mercati dei cereali settembre ha chiuso con un meno 5,2%. Il mais è stato ancora il prodotto più penalizzato (-13,7% su base mensile), schiacciato dalla pressione dell'offerta sia nazionale che estera. In frenata, per le stesse motivazioni, anche la soia che rispetto ad agosto, rileva l'Ismea, ha ceduto il 22,4%.

Nel comparto zootecnico l'andamento mensile segnala una caduta dei prezzi del 2,2% di media. A cedere sono state soprattutto le quotazioni del bestiame vivo (-3,7%), in particolare di avicoli (-10%) e suini (-8%), mentre i lattiero caseari hanno limitato i ribassi a un meno 0,8%.

Su base tendenziale, il confronto con settembre 2013 mostra una flessione del 5,4% per l'insieme delle coltivazioni, con riduzioni più marcate per vini(-16,1%), frutta (-16,9%) e semi oleosi (-21,5%). In controtendenza gli oli di oliva, che in un anno sono invece rincarati del 18,7%.

Prezzi più bassi anche per le produzioni zootecniche, che in media hanno ceduto il 7,8% su settembre 2013. Pesante il bilancio per il bestiame vivo (-12,2%), con flessioni generalizzate anche perle uova e i lattiero caseari, in calo rispettivamente del 6,3% e del 3%.
(Fonte Ismea Servizi)

Indigenti, Mipaaf: stanziati 40 milioni di euro per aiuti alimentari. Bando per 12,5 milioni di euro di formaggi dop.

Roma, 09 ottobre 2014 -

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che l'organismo pagatore Agea, su delega del Ministero del Lavoro e con l'indirizzo del Mipaaf, ha emanato oggi un bando di gara per la fornitura di 12,5 milioni di euro di formaggi DOP agli Enti Caritativi (Organizzazioni partner) che assistono gli indigenti.

Si tratta di una procedura innovativa già sperimentata lo scorso anno, che tende a premiare la varietà dell'assortimento ed il valore biologico e nutrizionale dei formaggi, tutti comunque a Denominazione di origine protetta.

Questa gara, si aggiunge a quelle già eseguite utilizzando il Fondo Nazionale Indigenti istituito presso il Mipaaf per 8,4 milioni di euro di pasta e 1,1 milioni di euro di farina. Queste ultime hanno già portato all'aggiudicazione di forniture per 3.608 tonnellate di farina e 13.700 tonnellate di pasta, le cui consegne agli Enti caritativi stanno iniziando proprio in questi giorni.

Si tratta di un primo risultato che si completerà con l'attivazione di forniture per altri prodotti sempre destinati agli indigenti come ad esempio polpa di pomodoro, carne e minestrone in scatola e succhi di frutta, fino ad un impegno finanziario di € 36,7 milioni di euro già resi disponibili su richiesta del Dicastero del Lavoro, che si aggiungono ai 9,5 milioni di euro del Fondo Nazionale già impegnati.

Questo primo intervento di mercato sarà rafforzato non appena verrà approvato dalla Commissione europea il nuovo programma operativo finanziato dal FEAD (Fondo aiuti europei agli indigenti) ai sensi del regolamento UE n. 223/2014, che ha sostituito il precedente programma di aiuti sostenuto con i fondi della politica agricola comune.
Attraverso tale programma, saranno messi a disposizione ulteriori 40 milioni di euro a completamento dello stanziamento 2014, 80 milioni di euro nell'esercizio 2015 e 66 milioni di euro, salvo integrazione con cofinanziamento nazionale, per ciascun anno sino al 2020.

"Grazie alla sinergia con il Ministro Poletti - ha detto il Ministro Maurizio Martina - abbiamo potuto mettere in campo un piano di interventi a favore degli indigenti. Fino al 2020 avremo a disposizione oltre 400 milioni e abbiamo deciso di anticipare il massimo della quota nazionale fin da subito con i primi 40 milioni di euro per gli aiuti alimentari. Con queste risorse riusciamo a supportare il lavoro degli Enti caritativi, messi in crisi dalla fine del precedente programma europeo di aiuti. Stiamo distribuendo in questi giorni più di 16mila tonnellate di pasta e farina e con il bando sui formaggi DOP abbiamo fatto un ulteriore passaggio per assistere i 4 milioni di italiani che soffrono di povertà alimentare. È un tema sul quale continueremo a spingere anche a livello europeo, tanto da averlo messo tra i punti cardine della discussione sulla sicurezza alimentare dello scorso Consiglio informale dei Ministri dell'Agricoltura dell'Ue a Milano".
(Fonte Mipaaf 9 ottobre 2014)

Dall'Ara: "Siamo soddisfatti per questa decisione"

 - L'attività di selezione meccanica della granella aziendale destinata ad essere reimpiegata come seme, svolta con attrezzature mobili presso gli agricoltori, è lecita solo se autorizzata dal competente Servizio fitosanitario regionale. Infatti, con una ordinanza del 21 luglio scorso, il Tribunale di Mantova, a seguito di un ricorso presentato da Assosementi insieme a tre aziende associate, ha inibito in via cautelare una ditta locale dedita a tale lavorazione mobile "dal proseguire l'attività in assenza dell'autorizzazione di cui alla legge 1096/71 e successive modifiche".
Il regolamento di esecuzione della legge sementiera nazionale n. 1096/71 prescrive che tutti i prestatori di servizi, qualora svolgano attività di lavorazione delle sementi, debbano possedere la licenza sementiera prevista dall'articolo 2 della legge del 1971. Una volta di competenza delle Camere di commercio, i compiti di accertare l'idoneità delle attrezzature impiegate e la presenza dei requisiti di professionalità necessari sono stati trasferiti con una legge del 2007 ai Servizi fitosanitari regionali.
"Siamo soddisfatti per questa decisione che ribadisce qualora ce ne fosse stato bisogno – ha dichiarato il Presidente di Assosementi, Guido Dall'Ara – la necessità di dotarsi di questa autorizzazione per operare nel pieno rispetto della legalità, soprattutto in campo sementiero e dei materiali da riproduzione dove le norme debbono essere viste quali strumenti posti a difesa degli utilizzatori finali, cioè degli agricoltori".

(Fonte Assosementi 7 ottobre 2014)

Domenica, 19 Ottobre 2014 20:06

Le Eccellenze vitivinicole a Melbourne

Vinitaly international approda a Melbourn. Il mercato australiano sta diventando sempre più interessante i vini italiani.

Verona, 13 ottobre 2014 –

La Vinitaly International Academy vola agli antipodi per portare l'eccellenza della produzione vitivinicola italiana per la prima volta anche a Melbourne, il 26 e 27 ottobre prossimi, nella cornice di Vinitalia Down Under, che quest'anno inaugura la sua seconda edizione. L'evento, organizzato dalla Camera di Commercio ed Industria Italiana (CCIE) di Melbourne in collaborazione con Veronafiere, e finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico all'interno del progetto ITALIAN WINE MEETS AUSTRALIA – Piano di Promozione Straordinaria del Made in Italy – Campagna promozionale del vino italiano in Australia, ha l'obiettivo di promuovere il vino italiano con appuntamenti dedicati ai professionisti del settore, agli operatori e al grande pubblico.

Vinitaly Australia, coerentemente con la mission di Vinitaly International, apre un canale bidirezionale tra gli operatori del continente interessati ad approfondire la conoscenza della variegata produzione italiana e i nostri produttori sempre più interessati a penetrare in nuovi mercati. La tappa di Melbourne diventa così un nuovo passo in avanti nell'esecuzione della missione di Veronafiere che mira a supportare e potenziare le attività di export, generando cultura e conoscenza attorno alla ricca produzione vitivinicola italiana, creando occasioni di incontro tra produttori e distributori.

Il mercato australiano è costantemente in crescita e sta diventando sempre più importante per il vino italiano, che si posiziona al terzo posto per volumi d'importazione. Nel 2013 sono stati 8,9 i milioni di litri di vino italiano consumati dagli australiani, per un totale di circa 30 milioni di euro.
Le giornate saranno scandite dagli Executive Wine Seminars, tutti di livello avanzato, che si apriranno il 26 ottobre con il tema "Italy's greatest wines from the country's best producers". Il giorno successivo i focus saranno su "The many different terroirs and wines of Barolo" e l'analisi delle peculiarità di ogni biotipo di vino, a seconda delle diversità dei territori e delle conformazioni geologiche, a cura del Direttore Scientifico Ian D'Agata; a seguire "Great Grapes Varieties and Wines from Friuli Venezia Giulia", dove saranno protagoniste alcune delle più importanti cantine friulane e vi sarà l'occasione per gli importatori di incontrare i produttori e gettare così uno sguardo da una posizione privilegiata sui vini regionali più prestigiosi.

"Con la tappa a Melbourne, Vinitaly International aggiunge un ulteriore e importante tassello nella strategia di sostegno della produzione vitivinicola italiana – spiega Giovanni Mantovani, Direttore Generale di Veronafiere – attraverso il presidio di un mercato dalle enormi potenzialità come quello australiano. Dopo gli appuntamenti di Shanghai e Dalian, la Vinitaly International Academy approda in Australia per portare tutto il valore aggiunto della formazione di alto livello di enologi esperti, con un programma mirato sulla cultura enologica italiana e occasioni di incontro con i principali importatori del Paese".
(Fonte Verona Fiere)

Po, rocche e castelli della "bassa parmense" attendono migliaia di "gastronauti" da tutt'Italia per celebrare il sacrificio del maiale.

di Virgilio - Parma 19 ottobre 2014 --
Il maiale, questo splendido animale, che per secoli, ha costituito il principale sostentamento alimentare familiare regalando una preziosa dispensa proteica alle popolazioni padane verrà celebrato nella cornice rustica di Sissa e di altri villaggi concorrenti al circuito gastronomico del "november porc".
A partire dal prossimo 8 novembre, avvolti nell'atmosfera tipica dei luoghi rivieraschi del Po così cari a Giuseppe Verdi e Giovannino Guareschi, si potranno assaporare e apprezzare i sapori e i profumi frutto di quel fastidioso, per molti, evento atmosferico ma miracoloso e indispensabile "ingrediente" del principe dei salumi, il Culatello di Zibello DOP, quale è appunto la "nebbia".


Ma la "nebbia" è anche elemento decorativo inscindibile e distintivo dalla "bassa". Le atmosfere ovattate da questo fenomeno rendono il paesaggio incantato e surreale, sempre uguale a sé stesso come lo vedevano e vivevano i due grandi artisti "Verdi" e "Guareschi".
Il Po che scorre e accoglie gli affluenti, il Taro, il Parma e l'Enza è il denominatore comune, la madre natura, di una terra in continuo rapporto, tra amore e odio, con le sue acque che esondando fertilizzano ma anche distruggono, che erano barriera naturale alle "invasioni straniere" ma anche risorsa idrica inesauribile per le coltivazioni e generatore di quella umidità che, insieme alla nebbia determina la conservazione e stagionatura del prelibatissimo "Culatello" e della pregevole e antichissima "Spalla Cruda di Palasone".

Tutto questo si potrà rivivere nei giorni dedicati alle celebrazioni dell'arte della "maialatura", quel rito che, grazie all'arte maestra dei macellini, trasforma il "sacrificio" del maiale in un dono alla sopravvivenza delle nostre popolazioni.
Ed è per questa ragione che da sempre, il momento della macellazione del maiale è sempre stato un momento di festa della "famiglia coltivatrice", un momento di collettività dove tutti, bambini compresi, erano coinvolti ad assistere i macellino e con loro si festeggiava la fine del lavoro di approvvigionamento della dispensa familiare, utile a superare il rigido inverno padano.
Ecco perché, 20 anni fa, si è riproposto di celebrare questo antico rito "laico" in "piazza"; luogo deputato alla socialità e alla comunione delle persone. Una festa per ricordare le proprie origini e un'occasione per vivere la famiglia e gli amici come un tempo. Il piacere di alimentarsi e di stare insieme.
Da Sissa era iniziata l'era delle celebrazioni poi proseguita nell'ambito del "November Porc" acquisendo altri tre punti di incontro e di offerta di originale convivialità: Polesine, Zibello e infine Roccabianca. Un mese quello di novembre dedicato, oggi come ieri, al maiale ma anche ai piaceri della tavola come luogo di riunione di conviviale familiarità.

Gli Appuntamenti November Porc 2014:
SISSA: 8 e 9 novembre
POLESINE parmense: 15 e 16 novembre
ZIBELLO: 22 e 23 novembre
ROCCABIANCA: 29 e 30 novembre

(per informazioni: November Porc

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In arrivo 176 milioni di euro alle aziende agricole in difficoltà per il cattivo andamento climatico e l'embargo russo -

Parma, 17 ottobre 2014 -

Da ieri, giovedì 16 ottobre, l'Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura Agrea inizia a pagare l'anticipo della Domanda unica 2014 della Pac. Le imprese agricole interessate, dopo la verifica del rispetto delle condizioni di ammissibilità all'aiuto, sono 44.500 e l'importo complessivo da erogare è di circa 176 milioni di euro.
L'anticipo era stato richiesto al ministero delle Politiche agricole all'inizio di settembre dall'assessorato regionale all'Agricoltura, per dare un sostegno finanziario alle aziende strette tra gli effetti delle avverse condizioni climatiche di quest'estate e l'embargo russo.

L'anticipo è fissato al 45% dell'importo ammissibile per il premio titoli, ordinari e speciali, e al 50% per i premi "a superficie" dell'articolo 68. Agrea prevede di completare l'erogazione agli agricoltori entro fine ottobre.
Ieri, mercoledì 15 ottobre, Agrea ha chiuso il bilancio dell'esercizio finanziario 2014, partito il 16 ottobre 2013. Complessivamente sono stati erogati circa 650 milioni di finanziamenti a oltre 53 mila aziende agricole, per oltre 75 mila domande (ogni azienda può presentare più di una richiesta). Particolarmente significativi i risultati del Programma di sviluppo rurale con oltre 176 milioni di euro erogati a circa 17 mila aziende e il pagamento di oltre 22 mila domande.

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Tanti piacentini e non solo per questa edizione 2014 del Gutturnio Festival e Premio Coppa d'Oro che ha consacrato ancora una volta Coppa Dop e Gutturnio Doc protagonisti indiscussi dell'enogastronomia locale, che insieme per il secondo consecutivo hanno dato vita alla manifestazione "Mi Piace Tipico" il tradizionale appuntamento coi sapori che si è svolto dal 10 al 12 ottobre a Piacenza.

Piacenza, 16 ottobre 2014 -

La novità di quest'anno, oltre alla rassegna gastronomica "Mi Piace Tipico" che ha coinvolto ristoranti della provincia e agriturismi del circuito Terra Nostra di Coldiretti, sono stati gli showcooking dei 3 grandi cuochi piacentini Claudio Cesena dell'Antica osteria della Pesa, Filippo Chiappini Dattilo de L'Antica Osteria del Teatro e Ettore Ferri de La Colonna, cui si è affiancata la Scuola Alberghiera, hanno registrato il tutto esaurito con grande successo di pubblico e hanno dato l'opportunità di presentare piatti unici realizzati con coppa e gutturnio, i quali a loro volta si sono ben accompagnati con un ottimo calice di gutturnio abbinato dai sommelier Ais e Fisar. I tre piatti speciali che hanno cercato anche di rispettare il km zero sono stati rispettivamente: coppa leggermente affumicata con funghi finferli, creme caramel salato alla zucca guarnito con coppa croccante, panzerotti alla coppa gratinati con spuma di pomodoro.

La splendida cornice del salone di Palazzo Gotico, già sede del convegno di venerdì 10 ottobre dal titolo "La scelta della qualità" e delle premiazioni dell'ambito Premio Coppa d'Oro attribuito all' ambasciatore Domenico Giorgi, all'imprenditore Oscar Farinetti e alle due squadre di pallavolo locali Copra Ardelia Volley e Nordmeccanica Rebecchi Volley; ha dato l'opportunità anche quest'anno ad esperti del settore o semplici visitatori di degustare i vini delle 29 cantine piacentine che hanno aderito alla manifestazione. I vincitori di questa edizione del Premio Qualità Gutturnio Frizzante, anche quest'anno realizzato con i caratteristici vinarelli dell'artista piacentina Maurizia Gentili, sono stati: Tenuta Pernice, Cantine Bonelli, Enrico Loschi, Montesissa e Il Poggiarello. Anche quest'anno grazie all'associazione culturale Gut è stato possibile acquistare il vino in degustazione presso lo spazio "La bottega delle Dop" allestita sotto i portici di piazza Cavalli insieme all'assaggio e vendita delle coppe "Oro" cioè quelle stagionate a 8 mesi, due mesi in più rispetto a quanto prevede il disciplinare delle DOP.

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Le migliori cantine piacentine (in allegato elenco delle 30 cantine piacentine partecipanti) hanno fatto degustare i loro vini autoctoni nella prestigiosa di Palazzo Gotico che fu costruito alla fine del XIII secolo per iniziativa di Alberto Scoto, potente signore della città, sull'area dove originariamente sorgevano il convento di San Bartolomeo e la chiesa di Santa Maria de Bigulis.

"Anche quest'anno il Gutturnio Festival ha dimostrato la vitalità dei produttori nel proporre vini di grande qualità, a loro vanno i miei complimenti e ringraziamenti" queste le parole di Patrizio Campana presidente dell'associazione culturale Gut che anche quest'anno ha organizzato l'evento "Il pubblico, vario per età e provenienza, ma accomunato da una grande passione per il gusto, ha apprezzato non solo i vini ma anche la possibilità di entrare nei vigneti e nelle cantine attraverso i racconti e le esperienze di chi li vive tutti i giorni. Il Vino e i salumi tipici sono un biglietto da visita sensoriale che dobbiamo presentare ad un pubblico più vasto possibile che l'anno prossimo busserà alla nostra porta con l'EXPO a Milano. E' un appuntamento per il quale ci sentiamo pronti e che apporrà definitivamente il visto sul passaporto dei nostri vini per un mercato mondiale, naturale obiettivo per il nostro futuro".

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Elemento molto importante di questa edizione è stato il progetto del Consorzio Salumi DOP "Te lo do io il panino" che ha dato l'opportunità agli studenti delle scuole di Piacenza di usufruire di una agevolazione durante il week end della manifestazione per acquistare un gustoso panino con la coppa.
Al termine della manifestazione queste le parole del presidente della Camera di Commercio "Sono molto soddisfatto dei risultati di questa nuova edizione della manifestazione Mi Piace Tipico" ha dichiarato Giuseppe Parenti, colui che ha proposto e promosso per primo l'istituzione del Premio Coppa d'Oro "sono contento anche che in tanti abbiano detto e scritto che sarà uno dei progetti fondamentali per l'Expo del 2015. Noi ci abbiamo creduto da subito. Il nostro legame con Expo è stato continuo, così come il fatto di aver compreso che il cibo di qualità è la vera scommessa per il futuro del nostro Pianeta. Occorre che i produttori non perdano mai di vista che l'asticella va posta in alto, non ci si può accontentare di prodotti buoni, occorre produrre e vendere prodotti eccezionali."
Il week end della manifestazione è stato piacevolmente allietato dalle note jazz della musica dal vivo della scuola Milestone di Piacenza; mentre a dar man forte allo staff dell'osteria dei sapor dop i ragazzi della scuola alberghiera di Piacenza.

(Fonte: ufficio stampa Coppa d' Oro)

Mercoledì, 15 Ottobre 2014 08:32

Il "Parmigiano" scende più del "Padano"

Listini calmi. Scende il Parmigiano di 24 mesi a Parma e il latte spot estero a Verona. Per il resto tutto invariato. "Operazione "Salva Grana" del Mipaaf.

di Virgilio, Parma, 15 ottobre 2014 -
LATTE SPOT Prosegue l'ondata di ribassi (-1,37%) del Latte intero pastorizzato spot estero (Germania e Austria) mentre, almeno nella settimana in corso, il latte spot nazionale ha registrato un momento di stasi confermando le quotazioni rilevate nella 41esima ottava (37,63 - 38,66€/100 litri di latte). Tra 36,60 e 37,63€/100 litri i due prezzi minimo e massimo fissati a Verona lunedì 13 ottobre.

BURRO E CREMA Fermamente stabile il prezzo del burro ormai da diverse settimane. Solo la crema di latte a uso alimentare quotata a Milano dimostra ancora vivacità realizzando un nuovo aumento dell'1,25% portando il valore a 1,62€/kg.

Burro CEE

GRANA PADANO Confermato tra 7,05 e 7,70€/kg il prezzo del grana padano di 15 mesi di stagionatura e tra 6,45 e 6,55€/kg per il 9 mesi quotati alla Borsa di Milano.

GP 15 M

PARMIGIANO REGGIANO La borsa di rifermento comprensoriale di Parma dichiara la perdita di altri 5 centesimi relativamente al Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura. Tra 7,35 e 7,75 €/kg il prezzo aggiornato del prodotto pronto per la marchiatura. Invariato invece il 24 mesi così come la quotazione rilevata nelle piazze nelle quali viene contrattato il "parmigiano".

PRRE PR 12M

Operazione "Salva Grana".
Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che l'organismo pagatore Agea, su delega del Ministero del Lavoro e con l'indirizzo del Mipaaf, ha emanato oggi un bando di gara per la fornitura di 12,5 milioni di euro di formaggi DOP agli Enti Caritativi (Organizzazioni partner) che assistono gli indigenti.
Una misura che ha tutta l'aria di andare a sostegno delle produzioni DOP le cui quotazioni sono in costante ribasso per effetto della riduzione dei consumi interni e, sul fronte estero, dall'embargo russo nei confronti dei prodotti alimentari UE.

 

Grandi manovre in preparazione dell'Expo 2015. L'eccellenza gastronomica piacentina si organizza per accogliere al meglio gli ospiti di Expo 2015. Lunedi si poserà la prima pietra del Museo Nazionale dell'Agricoltura.

di Lamberto Colla - Piacenza 11 Ottobre 2014 --
Prove generali per Expo 2015. Piacenza fa sistema e si prepara a dare il meglio per ospitare e lasciare un "buon ricordo" a coloro i quali che da EXPO 2015 saranno calamitati verso la seconda città, dopo Torino e prima di Cremona, toccata direttamente dal Grande Fiume nel suo percorso di 652 km che dal Piemonte scende verso l'adriatico.

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Il Po, come peraltro la maggior parte dei fiumi, é stato culla di civiltà importanti dalle quali è nata la cultura gastronomica italiana capace di affermarsi localmente e, sin dal medioevo, di essere esportata oltre i confini cittadini come ha ben spiegato Massimo Montanari docente di Storia medievale dell'Università di Bologna. "La storia della cucina italiana è la storia di città che si scambiano i prodotti - sottolinea il professor Montanari". E' da quella enorme famiglia di prodotti fermentati che si è sviluppata la cultura gastronomica mediterranea. Quella capacità, come osserva lo storico, delle popolazioni italiche di riuscire a governare le fermentazioni e trasformare gli elementi semplici in pane, vino, formaggi e salumi, aggiungendo due valori come il "sapore" e la "conservabilità". Due elementi che hanno consentito di esportare il "piacere", sin dall'epoca medievale, a vantaggio delle economie locali.

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"La storia della cucina italiana è la storia di città che si scambiano prodotti tra i territori, sottolinea Montanari, anche con fenomeni di marketing politico. Ci sono testimonianze che ricordano come il Cardinale Alberoni facesse marketing politico portando con sé le coppe Piacentine". Il fatto che i "signori" portassero i prodotti di eccellenza fuori dalle mura non solo faceva bene agli aristocratici ma anche ai prodotti e conseguentemente al territorio. "Faceva bene anche all'economia del territorio. In questo meccanismo di circolazione dei prodotti, conclude il professore, il prodotto locale non era più locale" e da questa tradizione nacque la necessità di identificare la provenienza di ogni singolo prodotto.

Il Premio "Coppa d'Oro", giunto all'ottava edizione, istituito e promosso dalla Camera di Commercio di Piacenza, in collaborazione con il Consorzio Salumi Tipici Piacentini, per sostenere i concetti di qualità e di eccellenza piacentina in tutto il mondo, dà il via a una tre giorni che dallo scorso anno riunisce il premio Coppa d'Oro e il Gutturnio Festival, nel cuore della città e sotto l'insegna "Mi Piace Tipico".

Patron e ideatore del premio sin dalle origini è il presidente della Camera di commercio, Giuseppe Parenti, il quale introducendo i lavori del convegno, moderato dalla splendida e brava giornalista RAI Camilla Natta, ha anticipato il progetto di creazione del Museo Nazionale dell'Agricoltura, che verrà probabilmente posto nei locali di Stradone Farnese. "Lunedi prossimo alle 15,00, comunica l'ingegner Parenti, faremo il sopralluogo per visitare i locali che ospiteranno il Museo Nazionale dell'Agricoltura. Probabilmente non saremo pronti per l'Expo ma sarà disponibile per i prossimi secoli".

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Al convegno "La scelta della qualità", moderato da Camilla Natta, hanno dato il loro contributo, oltre al professor Massimo Montanari, Oscar Farinetti imprenditore illuminato e presidente di Eataly, Nicola Levoni vice-presidente dell'ISVI Istituto Valorizzazione Salumi Italiani, Andrea Sinigaglia direttore generale di ALMA la Scuola internazionale di cucina italiana e Andrea Grignaffini enogastronomo e giornalista allievo di Luigi Veronelli.
Per Nicola Levoni, già presidente dell'ISVI dal 2006 al 2012, la qualità si deve fare e mantenere ma deve anche essere tutelata e vigilata anche, all'estero.
Il direttore di ALMA, Andrea Sinigaglia, si sofferma sui disciplinari di qualità le cui norme non devono essere intese come vincoli bensì come piano di regole entro le quali operare. Sono lo spazio entro cui muoversi, gli fa eco Massimo Montanari, "senza regole c'è solo il caos".
A Andrea Grignaffini il compito di informare come poter illustrare la qualità di pietanze e prodotti stando dall'altra parte del tubo catodico. "E' il dettaglio che illustro e che rende distintivo quel particolare prodotto". L'occasione di una platea così autorevole spinge Grignaffini, allievo di Luigi Veronelli a ricordarlo, nel decimo della sua scomparsa il prossimo 29 novembre, invitando a commemorare una delle figure centrali nella valorizzazione e nella diffusione del patrimonio eno-gastronomico italiano o a Vinitaly o ancor meglio al prossimo Expo 2015.

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Presentato dal professor Daniele Fornari, docente dell'Università Cattolica di Piacenza, come "imprenditore positivo" poiché ha continuato a investire anche in tempo di crisi creando lavoro per molti giovani, Oscar Farinetti punta l'accento invece sull'ottimismo. "Ottimismo, vuol dire essere al di là di ogni situazione politica, sociale e economica. Se pensi da ottimista pensi alle soluzioni dei problemi, se pensi da pessimista credi che le cose non si possono risolvere e passi il tempo a lamentarti che è uno sport nazionale molto diffuso. Ripeto ottimismo non vuol dire pensare che tutto vada bene, però si sà che le cose si possono risolvere".

Come tradizione vuole, ogni anno, viene assegnato il "Premio Coppa d'Oro" a personaggi che si sono distinti per aver ben rappresentato Piacenza e nell'ottava edizione, questo prestigioso riconoscimento, è stato assegnato a Domenico Giorgi, piacentino e Ambasciatore d'Italia in Giappone, a Oscar Farinetti, unico non piacentino premiato, patron di Eataly, reduce dalla recentissima inaugurazione dello store alla Cavallerizza che si è dimostrato sempre entusiasta dei salumi e delle eccellenze eno-gastronomiche piacentine.
Infine il premio ad un' altra eccellenza di casa, la pallavolo sia maschile che femminile, con un riconoscimento alle due squadre cittadine, Nordmeccanica Rebecchi Volley e Copra Ardelia Volley, due testimoni dello sport locale, ad alti livelli, che hanno riportato agli onori della cronaca italiana e mondiale la pallavolo piacentina.
A consegnare i premi oltre ai relatori del convegno ha partecipato anche la Prefetta di Piacenza Anna Palombi, Il sindaco Paolo Dosi e il Presidente della Provincia Massimo Trespidi che ha colto l'occasione per ringraziare tutti per il sostegno ricevuto durante il suo mandato da amministratore. Presenti anche i comandanti dell'Arma e della Finanza e ovviamente i presidenti dei Consorzi dei Vini e dei Salumi e molte personalità del sistema economico locale.

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Sponsor volley femminile
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Ed ora campo libero alla manifestazione già a a partire da oggi 11 ottobre, con Matteo Anselmi e Sonia Castellani che assieme agli studenti della Scuola Alberghiera proporranno i Tortelli con la coda rivisitati con Coppa Piacentina DOP e Gutturnio.
Alle 18 ci sarà Claudio Cesena del Relais Cascina Scottina, con la Coppa leggermente affumicata con funghi finferli composta di pere e riduzione al Gutturnio.
Domenica 11 ottobre alle 12,30 sarà la volta di Filippo Chiappini Dattilo de l'Antica Osteria del Teatro con il Piatto segreto dello Chef. Per concludere, sempre domenica 12 ottobre, alle 18, Ettore Ferri de La Colonna proporrà i suoi Panzerotti di coppa gratinati con cialda di Coppa piacentina DOP.
Gli chef realizzeranno ed illustreranno i loro piatti che sarà possibile degustare, insieme ad una selezione di salumi piacentini DOP e un vino abbinato dal sommelier, acquistando il biglietto al costo di 12 euro.
I posti sono limitati e per questo è necessario prenotarsi visitando il sito www.gutturniofestival.it e seguendo le istruzioni presenti nella sezione showcooking.

Cibus Agenzia Stampa Elettronica Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 41 13 ottobre 14

SOMMARIO Anno 13 - n° 41 13 Ottobre 2014

(Cliccando su "allegati" è possibile scaricare in formato PDF)

1.1 editoriale La portinaia del condominio Europa

2.1 EFSA OGM con un solo click

3.1 Lattiero caseario La lenta agonia delle due principali DOP

4.1 Sicurezza alimentare Contraffazione, sequestrati 7000 ettolitri di vino toscano

5.1 consumi Consumi, irrilevante l'aumento registrato in agosto

5.2 Ambiente Nutrie, la Regione supporta i Comuni.

6.1 agriturismo Maremma, da godere in relax.

7.1 Coppa d'Oro Piacenza, Coppa d'Oro e Gutturnio Festival si preparano a Expo 2015

9.1 crisi Coldiretti, crolla raccolto extravergine, volano prezzi +38%

 

Domenica, 12 Ottobre 2014 10:51

OGM con un solo click

Un nuovo software dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) mette a disposizione delle parti interessate uno strumento per effettuare l'analisi di dati complessi nel contesto della valutazione dei rischi da piante geneticamente modificate (GM).

Parma 6 ottobre 2014 - Il programma, di facile utilizzo, può essere scaricato gratuitamente dal sito web dell'EFSA e permette ai soggetti che devono presentare richieste di autorizzazione, ad esempio Stati membri e aziende, di analizzare dati desunti da esperimenti sul campo con un singolo clic del mouse.
In base alla legislazione dell'UE gli organismi geneticamente modificati (OGM) devono essere sottoposti a una valutazione del rischio prima di essere immessi sul mercato. Parte integrante di tale disamina scientifica è la valutazione di prove sul campo che forniscano i dati per la valutazione comparativa, metodo che mette a confronto le piante geneticamente modificate con le loro controparti convenzionali.

L'EFSA, in collaborazione con l'Università e il Centro di ricerca di Wageningen nei Paesi Bassi, ha sviluppato uno strumento software per eseguire l'analisi statistica necessaria per la valutazione comparativa in modo conforme alle linee guida dell'EFSA e alla legislazione dell'Unione europea.
La dott.ssa Claudia Paoletti, dell'Unità GMO dell'EFSA, ha dichiarato: "Questo software è un prezioso strumento di lavoro per tutti quelli che desiderano produrre dati conformi alle raccomandazioni contenute nella guida dell'EFSA. I soggetti interessati - compresi i richiedenti - che applicano lo strumento software OGM correttamente, possono essere certi che i dati comparativi ottenuti siano adatti alle finalità della valutazione del rischio. Il software è un ausilio messo a disposizione dall'EFSA per agevolare tutte le parti interessate, ma non è obbligatorio usarlo".

Il software esegue l'analisi simultanea della pianta geneticamente modificata rispetto alle sue varietà di controllo e di riferimento non geneticamente modificate (test di differenza e test di equivalenza, rispettivamente, come descritto nel regolamento (UE) n.503/2013). Con un solo clic viene generato un documento che elenca tutte le differenze significative e le rispettive categorie di equivalenza. Il software è flessibile e consente alle parti interessate di modificare alcune impostazioni a seconda delle esigenze specifiche dell'analisi che si vuole eseguire. Permette inoltre l'introduzione di fattori diversi secondo le specifiche condizioni ambientali delle singole prove sul campo.

"Abbiamo testato ed eseguito il debug del sistema prima di andare in diretta", ha aggiunto la dott.ssa Paoletti. "Si tratta pur sempre di un nuovo software e piccoli problemi iniziali non possono essere del tutto esclusi. Abbiamo creato un'apposita casella di posta elettronica e incoraggiamo qualsiasi utente a darci un riscontro, in modo da poter affinare ulteriormente il programma".

GMO Analysis software for comparative assessment

Ministro Martina: "Abbiamo un sistema di controlli efficace e ben radicato sul territorio"

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che in un'operazione congiunta tra l'Ispettorato Repressione Frodi (ICQRF) e i Carabinieri sono stati sequestrati circa 7mila ettolitri di vini appartenenti alla denominazioni di origine Morellino di Scansano DOCG, Maremma Toscana DOC e all'indicazione geografica Toscana, per un valore complessivo di 420mila euro.

Gli uffici della Toscana e dell'Umbria dell'ICQRF, insieme ai Nas, ai Nil Carabinieri di Livorno e Grosseto e ai militari della Stazione Carabinieri di Orbetello, hanno svolto accurate verifiche fisiche e documentali presso due cantine di una delle più grandi aziende vinicole della provincia grossetana.

Il sequestro è stato necessario per l'assoluta mancanza di tracciabilità documentale dei mosti in fermentazione presenti nei vasi vinari al momento del controllo. Infatti l'azienda non aveva effettuato alcuna annotazione sui Registri Vitivinicoli. I mosti in fermentazione non erano identificabili per l'assenza delle indicazioni obbligatorie nei cartelli apposti sulle vasche e per la mancanza dei relativi documenti di accompagnamento. Inoltre sono state rilevate altre irregolarità amministrative di natura igienico sanitaria e urbanistica, che saranno segnalate alle Autorità competenti.

"Abbiamo un sistema di controlli efficace e ben radicato sul territorio - ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina, commentando l'attività eseguita nell'ambito dei controlli della campagna vendemmiale -, come dimostra anche questa operazione. Dall'inizio dell'anno abbiamo fatto più di 60mila controlli, anche per tutelare i nostri prodotti a denominazione, come in questo caso. La reputazione e la sicurezza dei nostri vini d'eccellenza va salvaguardata attraverso operazioni sinergiche che vedano il coordinamento degli organismi di controllo e mettano fuori gioco chi viola la legge. È un tema sul quale siamo costantemente impegnati e che vogliamo rilanciare anche in ambito europeo con il Forum sulla lotta alla contraffazione agroalimentare che organizzeremo a marzo 2015, riunendo tutti gli organismi di controllo europei".
(MIPAAF 3 ottobre 2014)

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