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I gloriosi Curdi, un popolo senza terra In evidenza

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Di Nicola Comparato Felino, 8 dicembre 2022 -

I Curdi sono una popolazione che oscilla tra i  30 e 35 milioni di persone. Di origini iraniche, la loro regione di appartenenza storica è il Kurdistan, ovvero "terra dei Curdi", uno stato mai nato e tuttora non riconosciuto, diviso tra Turchia, Siria, Iran, Iraq, Azerbaigian e Armenia, e la sua parte più estesa è collocata in Turchia, dove sono presenti più di 10 milioni Curdi.

Il Kurdistan si presenta prevalentemente come una regione montuosa dell'Asia Minore di circa 450 mila km2, ed è bagnata dai fiumi Tigri ed Eufrate.

 I Curdi che vivono in quel territorio sono un popolo di origine molto antica e la loro lingua appartiene al ceppo degli idiomi di origine iranica. In epoca antica, intorno al 7° secolo d.C. la regione dell'attuale Kurdistan fu invasa e conquistata dagli Arabi, favorendo la conversione all'Islam di gran parte del popolo Curdo. Intorno al 13° secolo, con la nascita del sultano Saladino, acerrimo nemico dei Crociati in Palestina e Gerusalemme, la storia vedrà regnare per la prima volta una dinastia di origine Curda in  Egitto e in Siria. Nel 16° secolo invece, la storia sarà meno gloriosa con i Curdi, che vedranno quasi tutte le loro terre inglobate dall'Impero Ottomano e dalla Persia. Nonostante questo i Curdi, popolo forte e fiero, riuscirono sempre a mantenere una elevata autonomia anche sotto il dominio degli invasori.

Me è durante gli anni dell'Ottocento del XX secolo che i Curdi cominciano a manifestare le loro idee di indipendenza, con numerose azioni e rivolte, purtroppo sempre messe a tacere dall'Impero Ottomano.

Dopo il primo conflitto mondiale, gli stati vincitori della guerra smantellarano e divisero tutti i territori compresi nell'Impero Ottomano, tanto da far sperare ai Curdi nel conferimento di uno stato Indipendente, come sancito dal Trattato di Sèvres del 10 agosto 1920, che stabiliva il diritto all'autonomia di un seppur ristretto territorio alla popolazione curda.

L'allora governo turco, però, si oppose a questa decisione e con il Trattato di Losanna stipulato nel 1923 annullò quanto stabilito tre anni prima a Sevres riconoscendo alla Turchia il controllo di uno dei più vasti settori del Kurdistan.

Vani furono i tentativi dei Curdi di riappropriarsi in tutti i modi delle loro terre. Al termine della Seconda guerra mondiale anche i Curdi stanziati in Iran, in Iraq e in Siria tentarono più volte di ribellarsi ai loro regimi senza ottenere successo.

Tra il 1980 e il 1988, durante la guerra tra Iran e Iraq, i Curdi furono vittime di violente rappresaglie da entrambe le parti. Alla fine della Guerra del Golfo, nel 1991, una lunga scia di sangue voluta dall'allora leader Saddam Hussein, soppresse una rivolta indipendentista scoppiata nel Kurdistan iracheno. Questi fatti portarono ad un intervento dell'ONU, che condannò fortemente la repressione dei Curdi iracheni, aprendo la strada alla creazione di una fascia di sicurezza per il popolo curdo stanziato nell'area Nord dell'Iraq.

Ma a nulla valsero tutti questi sforzi. Infatti, i Curdi continuarono ad essere discriminati e perseguitati in quelle zone, così come in Turchia, e in Siria, dove a buona parte di questo popolo fu negato il diritto di voto, la leva nell'esercito, il lavoro statale, il possesso di un automobile, e l'utilizzo della lingua madre in assemblee pubbliche.

Attualmente, nella moderna divisione degli Stati presenti in Medio Oriente, il riconoscimento di uno Stato autonomo del Kurdistan appare a dir poco impossibile, dato che nessuno degli stati coinvolti, è disposto a cedere ai Curdi delle aree del proprio territorio, rischiando di perdere molte materie prime, come ad esempio il petrolio. E parlando di Curdi, come non citare Abdullah Öcalan, leader del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan), catturato il 15 febbraio 1999 in Kenya da alcuni agenti dei Servizi Segreti Turchi e tuttora rinchiuso, come unico detenuto, in un carcere di massima sicurezza ad İmralı, un'isola situata nel Mar di Marmara in Turchia. Uno dei più grandi esempi di persecuzione nei confronti di questo popolo. Ma anche la determinazione di uomini e donne Curde che pochi anni fa hanno combattuto per contrastare l'avanzata dei terroristi islamici dell'Isis in territorio siriano sembra essere finita nel dimenticatoio.

In conclusione, quella dei Curdi è una eterna battaglia per la libertà e per l'indipendenza, e se ci sarà da lottare per ottenere tutto ciò, il valoroso popolo Curdo continuerà a lottare. Sempre.

(Nella foto, Nicola Comparato con il Sindaco di Berceto, in provincia di Parma, Luigi Lucchi, il 5 ottobre 2019, durante la cerimonia per il riconoscimento della Nazione Curda e il conferimento della cittadinanza onoraria ad Abdullah Öcalan.)

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