Giovedì, 23 Marzo 2023 06:17

Truffa delle mascherine, due imprenditori reggiani a processo In evidenza

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Il tribunale del Riesame di Bologna ha accolto il ricorso della Procura di Reggio Emilia sulla richiesta dei domiciliari per Paolo Paris e Lorenzo Scarfone nell’ambito dell’inchiesta “The Mask”. Ma i due indagati potranno impugnare il provvedimento in Cassazione

REGGIO EMILIA, 22 marzo 2023  – Corruzione, truffa aggravata, frode nelle pubbliche forniture, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Sono queste le ipotesi di reato formulate dal sostituto procuratore Marco Marano nei confronti di sei persone, nell’ambito dell’inchiesta “The Mask” della Guardia di Finanza di Reggio Emilia su un appalto da 5,6 milioni di euro per la fornitura di mascherine nel marzo 2020, in pieno periodo pandemico, affidato in forma diretta dall’Ausl reggiana alla Commodity Guideline Partner, una ditta individuale con sede a Trento.

Si tratta dell’ex risk manager dell’Ausl Pietro Ragni, ora in pensione, Giovanni Morini, ingegnere e responsabile del Servizio Prevenzione e protezione dell’Ausl locale, due intermediari, uno francese e uno spagnolo, attivi nel commercio di dispositivi medici, e due imprenditori: il trentino Paolo Paris e Lorenzo Scarfone, residenti a Reggio Emilia.

Proprio Paris e Scarfone ora rischiano i domiciliari. Il Tribunale del Riesame di Bologna ha infatti accolto il ricorso della Procura sulla richiesta di misura cautelare nei confronti dei due imprenditori. In precedenza, nello scorso mese di settembre, il Tribunale del Riesame di Reggio Emilia, competente in materia di misure patrimoniali, aveva rigettato la richiesta della Procura sul sequestro del presunto profitto del reato, circa due milioni di euro, e rigettato la richiesta della stessa Procura sulla misura cautelare. La Procura, tuttavia, ha impugnato la decisione e, questa volta, il Tribunale della Libertà di Bologna l’ha accolta.

La misura diventerà esecutiva entro 30 giorni dal deposito delle motivazioni, tuttavia, gli avvocati dei due imprenditori potrebbero evitare i domiciliari ai loro assistiti ricorrendo in Cassazione.