Nella Bassa modenese una cucciola di pittbull di 18 mesi veniva tenuta segregata in una gabbia, senza acqua né luce. Sull’Appennino modenese, invece, i Carabinieri hanno rinvenuto la carcassa di un segugio maschio con le zampe legate.
MODENA –
Dopo la storia del cane Thor, altre due brutte storie che riguardano altrettanti cani arrivano dal modenese.
La prima che vi raccontiamo, fortunatamente andata a buon fine, è quella di Jessica, una cucciola di pittbull di appena 18 mesi, “salvata” dalle grinfie del suo proprietario, un 43 enne di Mirandola, che la teneva segregata in una gabbia, senza acqua né luce, in un sotterraneo di un casolare nelle campagne.
Jessica, però, non si è rassegnata e ha continuato a guaire, finché la sua straziante richiesta di aiuto non ha attirato l’attenzione di quanti passavano in quella zona piuttosto isolata. Le segnalazioni alle Forze dell’Ordine si sono così moltiplicate.
I Carabinieri, nonostante la difficoltà di localizzare da dove venissero quei guaiti, sono finalmente riusciti a raggiungere la povera cucciola, che è stata trovata sporca, denutrita, impaurita e immersa nel buio di quel casolare abbandonato. Il cane è quindi stato liberato, rifocillato e rassicurato. Il proprietario, ormai ex, dal momento che il cane è stato sequestrato, invece, è stato denunciato per il reato di maltrattamento di animali. Jessica, invece, è stata affidata alle cure del Canile di Mirandola dove, una volta ripresa dalle ferite dell’anima, potrà trovare una famiglia che la ami.
Il finale non è invece lo stesso per il povero segugio, un maschio adulto, trovato ormai privo di vita in una zona impervia in località Pietraguisa, nel Comune di Palagano. L’animale è stato trovato con le quattro zampe legate nella giornata di sabato. Del suo recupero si è occupata la Polizia Municipale di Palagano e il corpo dell’animale è tutt’ora a disposizione dell’Istituto Zooprofilattico per le analisi atte a determinarne le cause della morte.
La Stazione Carabinieri della Forestale di Montefiorino sta invece svolgendo le indagini per valutare eventuali responsabilità in questa brutta faccenda. Il cane, infatti, era provvisto di regolare microchip, intestato a un 83 enne di Palagano.
Diverse le ipotesi formulate. Il cane potrebbe essere morto in altre circostanze e il suo corpo abbandonato, ma potrebbe anche essere stato “punito” per uno sgarro commesso solo nella testa del suo aguzzino, incaprettato e lasciato morire in quella zona impervia senza la possibilità di fuggire, mangiare e bere. Si attendono i risultati dell’autopsia per formulare i capi di accusa contro chi potrebbe aver commesso un atto tanto crudele nei confronti di un animale indifeso.