di Lgc-
Parma, 08 agosto 2013 - -
A sentire i commenti del Ministro Saccomanni, "la crisi è vicina alla finita". A guardare i dati dei tribunali fallimentari invece sembra che la crisi sia molto vicina alle imprese.
Solo negli ultimi giorni, i tribunali fallimentari di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena, hanno pubblicato una trentina di fallimenti così ripartiti:
Piacenza: 7 nuovi fallimenti dal 17 al 30 luglio;
Parma: 7 nuovi fallimenti dal 26 luglio al 2 agosto;
Reggio Emilia: 7 nuovi fallimenti dal 10 luglio al 5 agosto;
Modena: 7 nuovi fallimenti dal 25 al 30 luglio.
Artigianato, edilizia e trasporti i settori più colpiti a conferma delle indagini svolte da Unioncamere e di recente pubblicazione.
Dall'indagine Unioncamere, infatti, del numero di fallimenti e concordati aperti nel primo semestre del 2013 e confronti con lo stesso periodo del 2012 emerge che in Emilia-Romagna, da gennaio a giugno 2013 si contano 520 fallimenti (+79, il 17,9% sullo stesso periodo del 2012) e 140 concordati (+83, il 145,6% in più sul 2012).
Nella macro-regione del NordEst (che include l'Emilia-Romagna) il tasso di crescita (ottenuto dal rapporto natalità-mortalità del totale delle imprese) nel II trimestre 2013 è dello 0,26%, contro uno 0,47% dello stesso periodo del 2012. Ma c'è da dire che , in particolare, le imprese artigiane sono in sofferenza e scontano una flessione dello 0,03% nel II trimestre del 2013, mentre nello stesso periodo dello scorso anno vi era invece un leggero aumento +0,27% .
E' da segnalare che sul fronte artigiano, per la prima volta in dieci anni si registra un sostanziale stallo (-113 imprese) tra aperture e chiusure. Frutto soprattutto della forte riduzione di iscrizioni di nuove imprese (4.835 unità in meno, pari ad una riduzione del 16% nel numero di aperture rispetto a quelle registrate nello stesso periodo del 2012).
A fronte di questa caduta di vitalità, la lieve contrazione delle chiusure (849 in meno nel confronto con il secondo trimestre dell'anno scorso) non è stata sufficiente a mantenere il saldo in territorio positivo. A incidere maggiormente sullo stallo del comparto artigiano sono stati i bilanci negativi delle costruzioni (-828 imprese), dei trasporti e magazzinaggio (-568) e delle attività manifatturiere (-506).