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Carabinieri Parma: importavano cocaina dal Peru'. Arrestati per traffico di stupefacenti.

I Carabinieri di Parma hanno tratto in arresto, nelle prime ore di questa mattina, sei individui, italiani e stranieri (Colombia, Tunisia e Romania i Paesi di origine), ritenuti responsabili di traffico di stupefacenti: cocaina, eroina, hashish e marijuana.

I militari hanno eseguito il provvedimento in Parma, Milano, Riccione e Vicenza. La cocaina veniva spedita in Italia celata in plichi postali.

I particolari dell'operazione saranno resi noti in mattinata nel corso di una conferenza stampa, presso la Procura della Repubblica di Parma.

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Aperta a Milano, MIA Photo Fair, la fiera internazionale dedicata alla fotografia d’arte in Italia. Il comitato scientifico ha selezionato 85 gallerie, per quasi un terzo provenienti dall’estero; a queste si aggiungono 50 espositori suddivisi tra progetti speciali, editoria e progetti a 4 mani portando il numero totale degli espositori a 135. Foto dell'inaugurazione a cura di Francesca Bocchia.

23 marzo 2019

Il rapporto che lega la fotografia a Milano è sempre più saldo! Si è aperta ieri, la IX edizione di MIA Photo Fair la fiera internazionale dedicata alla fotografia d’arte in Italia, ideata e diretta da Fabio Castelli e Lorenza Castelli. Ospitata nuovamente da The Mall, nel quartiere di Porta Nuova a Milano, dal 22 al 25 marzo 2019, MIA Photo Fair garantirà ad appassionati e collezionisti un accesso privilegiato al mondo della fotografia, con la possibilità di approfondire la conoscenza del medium che meglio di ogni altro riesce a interpretare la realtà contemporanea.  

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“In otto anni di storia - afferma Fabio Castelli -, abbiamo assistito alla crescita di MIA Photo Fair, non solo come contenitore espositivo, ma come piattaforma culturale, sempre attenta ad accogliere le ultime istanze che provenivano dall’universo fotografico. Parallelamente abbiamo percepito una sempre più ampia considerazione sia dei visitatori, sia degli appassionati di questa forma d’arte, sia degli addetti ai lavori e degli investitori, soprattutto internazionali. Il fatto che anche all’estero MIA Photo Fair venga riconosciuta come una fiera di riferimento per la sua qualità e la sua serietà è un valore aggiunto di non poco conto”. “Il successo della manifestazione - conclude Fabio Castelli - passa anche attraverso il dato dei numeri. In otto anni sono stati oltre 400 gli espositori di Mia Photo Fair; con i suoi 170.000 visitatori avremmo riempito due volte lo stadio di San Siro”. 

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MIA Photo Fair, col patrocinio del Comune di Milano, della Regione Lombardia, della Città Metropolitana di Milano e il contributo del Main Sponsor BNL Gruppo BNP Paribas e degli Sponsor Eberhard & Co. e Olympus, si presenta con una nuova immagine coordinata, firmata dal fotografo norvegese Rune Guneriussen (Kongsberg, 1977), il cui lavoro è stato esposto in numerose mostre personali e collettive negli USA, in Cina, in Francia, Germania, Inghilterra, Svizzera, Olanda e Norvegia, oltre che in fiere internazionali (Paris Photo, Art Basel). 

Guneriussen utilizza oggetti creati dall'uomo per comporre installazioni temporanee nell’ambiente naturale, rendendole protagoniste delle sue eteree immagini fotografiche. La scelta di Guneriussen è stata guidata, oltre che dalla qualità artistica, anche dall’interesse verso uno dei problemi fondamentali del nostro tempo e cioè l'importanza di mantenere in equilibrio il rapporto tra l'uomo e la natura. L’autore sarà presente alla tavola rotonda - domenica 24 marzo, ore 16.00 - organizzata nell’ambito della XXII Esposizione Internazionale della Triennale di Milano, dal titolo Broken Nature. Design Takes on Human Survival, in programma dal 1° marzo al 1° settembre alla Triennale di Milano, che studia lo stato dei legami che uniscono l’uomo all’ambiente naturale, alcuni dei quali sono stati compromessi – se non definitivamente spezzati – nel corso della storia recente. Oltre a Rune Guneriussen, partecipano all’incontro Lorenza Baroncelli, coordinatore artistico e curatore del settore architettura, rigenerazione urbana e città alla Triennale di Milano e Laura Maeran, curatrice alla Triennale di Milano. 

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Confermato il comitato scientifico, composto da Fabio Castelli, Gigliola Foschi, Roberto Mutti, Enrica Viganò che ha selezionato 85 gallerie, per quasi un terzo (27) provenienti dall’estero, ovvero da 12 paesi europei (Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Montenegro, Olanda, Romania, Spagna, Svizzera, Ungheria) e da 4 nazioni extraeuropee (Cina, Giappone, Israele, USA); il resto (58) giunge dall’Italia. A queste si aggiungono poi 50 espositori suddivisi tra progetti speciali, editoria e progetti a 4 mani portando il numero totale degli espositori a 135. MIA Photo Fair può contare sul supporto di importanti sponsor.  

Per l’ottavo anno consecutivo, BNL Gruppo BNP Paribas è partner di MIA Photo Fair nel ruolo di Main Sponsor, promuovendo il Premio BNL Gruppo BNP Paribas assegnato da una giuria ad artisti che prendono parte alla fiera, esponendo con le proprie gallerie di riferimento. Le opere finaliste verranno pubblicate su @bnl_cultura, l'account Instagram di BN LGruppo BNP Paribas dedicato all’arte e alla fotografia. L’opera vincitrice entrerà a far parte del patrimonio artistico della Banca, che ad oggi conta oltre 5.000 lavori. Il 2019 vedrà la nascita del sodalizio con OLYMPUS che per l’occasione presenta la mostra Dialoghi visivi.  

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Fotografie della Collezione Castelli: 19 immagini in un percorso espositivo diviso in quattro sezioni, che delineano alcuni tra i molti ambiti di indagine della fotografia come il reportage, la natura morta, l’architettura, la moda e la sperimentazione fotografica. Grazie al supporto di Eberhard & Co., anche MIA Photo Fair ricorderà Leonardo da Vincinel 500esimo anniversario. Sono infatti esposti alcuni fogli riprodotti dal Codice Atlantico, conservato in originale alla Biblioteca Ambrosiana di Milano. Tale selezione, curata da Edoardo Zanon del “Centro Studi Leonardo3” di Milano, illustra gli appunti e gli studi sulla prospettiva e sull’ottica del Maestro. 

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Partendo da questi dati sperimentali é allestita, da Beppe Bolchi, una “Camera Obscura”, il cosiddetto “occhio artificiale”, dove il visitatore può diventare vero e proprio protagonista dell’esperienza stenopeica. 

Nuova è anche la collaborazione con LA CUCINA ITALIANA, il mensile di cucina e lifestyle di Condé Nast, che nel 2019 compie 90 anni. Nell'area ristorante di MIA Photo Fair si tiene una mostra con le più belle immagini della rivista che conta tra i fondatori il futurista Filippo Tommaso Marinetti. 

 

LE NOVITÀ DI MIA PHOTO FAIR 2019  

MIA Photo Fair ha sempre cercato di essere una piattaforma su cui discutere di fotografia nei suoi molteplici aspetti. Ecco perché l’edizione 2019 si arricchisce di una nuova sezione dal titolo Beyond Photography, con l’intento di sottolineare cosa vuol dire oggi ‘fotografia’ soprattutto in rapporto al mondo dell’arte contemporanea. All’interno di Beyond Photography si trova un gruppo di gallerie che sono solite esporre in fiere italiane e internazionali non specificatamente dedicate alla fotografia o che rappresentano artisti la cui ricerca contempla altri mezzi oltre alla fotografia; tra queste, A100 gallery conLuca Coclite, Federica De Carlo e Matteo Nasini, CE Contemporary con Rania Matar, la Galleria Clivio con Julien Blaine, Sylvano Bussotti, Giuseppe Chiari, Lamberto Pignotti e Sarenco, Maria Livia Brunelli MLB Gallery con Anna Di Prospero e Jacopo Valentini, la Galleria Massimo Minini con Roger Ballen, Vanessa Beecroft, Elisabetta Catalano, Bertrand Lavier, Matthieu Mercier e Ariel Schlesignere Progetto Arte elm con Ivan Falardi e Giò Pomodoro.  

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Tra le novità più suggestive di MIA Photo Fair 2019 vi è la collaborazione con Photo Independent, la fiera di fotografia di Los Angeles - che quest’anno ha avuto un appuntamento europeo al Carrousel du Louvre a Parigi - che sonda le nuove generazioni di fotografi indipendenti. Lo spazio di Photo Independent propone una selezione dei più interessanti autori, scelti tra i molti che hanno esposto nella rassegna californiana. La Corea del Sud è il paese ospite di MIA Photo Fair 2019.  

Per l’occasione, il Consolato Generale della Repubblica di Corea promuove il Focus Korea, ideato in collaborazione con la Korea Foundation, organizzazione associata al Ministero degli Affari Esteri sudcoreano, curato da Christine Enrile, fondatrice e direttrice artistica della C|E Contemporary, che presenterà una serie di lavori di alcuni dei più importanti artisti coreani della nuova generazione.  

L’intento è quello di promuovere il talento dei giovani fotografi e condividere con il pubblico l’attuale realtà dell’arte contemporanea coreana. L’architettura e il design sono due argomenti che MIA Photo Fair indaga con attenzione, attraverso una serie di appuntamenti di varia natura. 

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Particolarmente interessante é il percorso che Fabio Novembre, uno degli architetti e designer italiani più conosciuti e apprezzati a livello internazionale, nonché grande appassionato e collezionista di fotografia, compone selezionando alcune delle opere esposte a MIA Photo Fair. Nasce la prima edizione del premio MIA Photo Fair Fotografia d’Architettura, in partnership con lo Studio G*AA di Attilio Giaquinto e ArtPhotò di Tiziana Bonomo, che si rivolge a quegli artisti che espongono le loro opere all'interno della sezione Gallerie. Il Premio punta a dare risalto al dialogo costante tra fotografia e architettura, per la capacità della fotografia di documentare e interpretare i cambiamenti della realtà.

Per il terzo anno consecutivo IQOS é presente a MIA Photo Fair con la propria lounge, che ospita il progetto fotografico Everyday Uniqueness, ideato e realizzato appositamente per IQOS da Paolo Pellegrin, fotoreporter italiano di fama internazionale e vincitore di numerosi premi e riconoscimenti, tra cui dieci edizioni del World Press Photo Award. Everyday Uniqueness, attraverso la magia della fotografia, racconta visivamente il concetto di unicità.  

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                                                       Settimo Benedusi e Paolo Pellegrin 

Il pubblico potrà essere protagonista del nuovo progetto performativo di Settimio Benedusi per HP. All’interno di MIA Photo Fair si tiene, infatti, una edizione speciale di RICORDI?, il format creato da Benedusi per riportare in auge il privilegio del ritratto fotografico stampato. Tale progetto nasce dalla presa di coscienza che, con l’avvento delle nuove tecnologie, le immagini hanno iniziato a rivelare la loro precarietà, dimenticate sulle memorie degli smartphone o dei tablet o conservate su sopporti digitali, col rischio non troppo remoto di perdere una buona parte dei ricordi di una vita. Con questa iniziativa Benedusi desidera recuperare la fotografia stampata su carta, nel suo essere oggetto fisico e tattile, che può essere esposto e interagire con le persone che la guardano e con l’ambiente che le accoglie. L’obiettivo dell’esperienza è quindi sottolineare l’importanza della fotografia stampata e farsi pionieri del ritorno del ritratto fotografico d’autore. Gli scatti verranno realizzati durante i giorni di MIA Photo Fair su un set all’interno dello stand “Benedusi per HP”, saranno subito stampati in formato A2 con una stampante HP top di gamma per le stampe fotografiche professionali e infine incorniciati in diretta. 

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La fiera ospita inoltre, per il terzo anno anche il Premio RaM Sarteano, nato dalla collaborazione tra MIA Photo Fair e il Comune di Sarteano (SI), che inviterà alcuni artisti a esporre in una mostra collettiva nei mesi di luglio - settembre 2019, all’interno della Rocca Manenti a Sarteano. 

Il comitato di selezione del Premio sarà formato da Fabio Castelli, Francesco Landi, sindaco del Comune di Sarteano. 

CODICE MIA 

Torna CODICE MIA - VI edizione, l'evento di riferimento per gli artisti mid-careerc he intendono confrontarsi direttamente con esperti del collezionismo a livello internazionale. Gli incontri avranno la forma tipica di una lettura portfolio e solo un selezionato gruppo di 30 fotografi avrà la possibilità d'incontrarsi a tu per tu con personaggi di spicco nel mondo della fotografia, tra cui collezionisti e curatori di collezioni corporate.  

CODICE MIA si completa anche quest’anno con il prestigioso Charles Jing Grant per il miglior portfolio, che si va ad aggiungere al consolidato Premio CODICE MIA. Al primo classificato verrà quindi riconosciuto un premio di 7.000 Euro, in aggiunta alla concessione gratuita di uno stand nell’edizione 2020 di MIA Photo Fair a Milano. Al secondo, sarà assegnato un premio di 3.000 Euro. Proposta MIA Uno degli appuntamenti più attesi di MIA Photo Fair, fin dalla sua prima edizione, è Proposta MIA, la sezione dedicata a fotografi indipendenti selezionati dal comitato scientifico, che si presentano al mondo delle gallerie e al pubblico e che, nel tempo, si è rilevata essere una vera risorsa per gli autori, consentendo a molti di loro di entrare a fare parte della scuderia di prestigiose gallerie. 

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PROGRAMMA CULTURALE 

All’interno del ricco programma culturale di MIA Photo Fair, un posto di riguardo lo ha il format Arte e Scienza, volto a indagare i rapporti tra la fotografia d'arte e le diverse branche della scienza. Già molto apprezzato nella scorsa edizione, quest’anno il dialogo si concentra sul tema delle neuroscienze e viene sviluppato in collaborazione con l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, nuovo partner scientifico del format. 

 

EDITORIA 

L’area dedicata all’Editoria presenta espositori selezionati per il secondo anno dalla curatrice anglo/francese Magali Avezou, tra cui case editrici internazionali, editori indipendenti e librerie specializzate. MIA Photo Fair rinnova la collaborazione con Musement, operatore multipiattaforma per la ricerca e prenotazione di tour e attrazioni in tutto il mondo. Il provider è infatti official booking partner della fiera. 

Che si tratti di estimatori, appassionati o professionisti del settore, tutti potranno unirsi ai programmi culturali, agli eventi e alle conferenze dedicate al mondo dell’arte e della fotografia attraverso il sito www.musement.com  o tramite il sito www.miafair.it

Milano, febbraio 2019 MIA Photo Fair 2019 The Mall – Milano Porta Nuova P.zza Lina Bo Bardi 22 – 25 marzo 2019 

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Pubblicato in Cultura Emilia

Per fortuna che ci sono i Carabinieri, così come la Polizia di Stato, i Vigili del Fuoco e tutte le altre forze dell'ordine, ma in questa circostanza è un uomo dell'Arma che si è distinto.

Di Lamberto Colla Parma 21 marzo 2019 - I fatti ormai sono noti, un senegalese naturalizzato italiano, perfettamente integrato al punto di essere abilitato alla guida di un mezzo per il trasporto di ragazzini, ha sequestrato 51 giovanissimi, legandogli le mani con i nastri da elettricista dopo aver sequestrato i loro cellulari. Direzione Linate dove aveva intenzione di compiere una strage di innocenti per vendicare le morti in mare.

Se quanto era nella mente di Ousseynou Sy, il 47enne sequestratore e probabile terrorista di origini senegalesi, non è andato in porto lo si deve a due fattori imprevedibili:

1. la astuzia coraggiosa del ragazziono che ha finto di non possedere il cellulare riuscendo quindi a chiedere i soccorsi;

2. il coraggio e la prontezza di riflessi del carabiniere che dopo avere intercettato il mezzo l'ha speronato e immediatamente si è scagliato a mani nude sul mezzo, spaccando i vetri e le sue stesse mani, ma portando a casa la vita a 51 ragazzini mentre l'autobus andava a fuoco, dopo che il delinquente  aveva cosparso gli interni di liquido infiammabile e poi appiccato il fuoco.

Nell'arco di 40 minuti tutto il dramma si è risolto positivamente senza l'intervento delle forze speciali, ma solo grazie alla professionalità e dedizione di quegli operatori della sicurezza che quotidianamente presidiano le nostre strade, i quartieri, le autostrade, sempre pronti a intervenire per salvare la pelle a qualcuno con il rischio di lasciarci la loro.

Ebbene, dopo che tutto si è concluso positivamente, ecco che i soloni della politica e del giornalismo partiticizzato inizano a tamburellare contro Salvini, contro la politica dell'immigrazione voluta da Salvini ma sostenuta dalla maggioranza dei cittadini, almeno a detta dei sondaggi.

Così in primo piano passano le accuse di natura strettamente politica e non la celebrazione delle forze dell'ordine che hanno saputo rispondere con prontezza, tempestività, coraggio e assumendosi enormi responsabilità personali. 

Se qualcosa fosse andato storto avremmo dovuto assistere a qualche processo, non solo mediatico, al gruppo di intervento dell'Arma e ai loro superiori. Le cronache ne avrebbero parlato per giorni e giorni mentre oggi, a operazione conclusa con ben 51 giovani vite salvate, della prodezza di questi uomini in divisa nera con guarnisioni rosse e argentate, già non se ne parla più

Credo che il famoso giornalista Gad Lerner avrebbe potuto spendere parole positive verso l'Arma invece di cogliere l'ennesima occasione per colpire chi non la pensa come la parte politica di sua appartenenza. La "follia criminale del cittadino italiano" - commenta il giornalista - è semplicemente "l'esito di una contrapposizione isterica che manifesta ostilità agli immigrati additandoli come privilegiati, negando le loro sofferenze e la loro umanità".

Lerner ha cantato quasi subito ma presto molti altri si aggiungeranno al coro mentre il Carabiniere "eroe" tornerà di pattuglia augurandosi che non gli accreditino il conto della "gazzella" incidentata nello speronamento.

Poi qualcuno indagherà e, auguriamoci, condannerà coloro che hanno omesso di informare del passato criminale dell'autista, tra i cui reati annovera guida in stato di ebbrezza, quando pare già lavorasse per la compagnia attuale, e di  violenza sessuale

Se questo era una risorsa integrata, figuriamoci gli altri! No comment,

 

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Dal 15 al 24 marzo il Teatro Nuovo di Milano sarà la casa di “Viktor und Viktoria”, commedia ispirata al film di Reinhold Schunzel. La regia di Emanuele Gamba porta in scena Veronica Pivetti, Giorgio Borghetti, Yari Gugliucci, Pia Engleberth, Roberta Cartocci e Nicola Sorrenti.

Tutte le sere a partire dalle 20.45. Il 16, 17 e 24 marzo anche alle 15.30. Lo show racconta di un mondo dello spettacolo che non è sempre scintillante. Ecco perché quando la crisi colpisce gli artisti, anche essi devono aguzzare l’ingegno. Parte da qui la storia di Viktoria, talentuosa cantante disoccupata che si finge Viktor e conquista le platee. Ma il suo fascino androgino scatenerà presto curiosità e sospetti. 

LA STORIA

La vicenda è ambientata in una Berlino stordita prima dai fasti e poi dalla miseria della repubblica di Weimar. In questo contesto, un’attrice di provincia, Susanne Weber (Veronica Pivetti), approda in città spinta dalla fame e in cerca di scrittura. Il freddo le ha congelato le membra, e anche il cuore non è rimasto illeso. L’incontro con un collega attore, Vito Esposito (Yari Gugliucci) immigrato italiano, sembra cambiarle la vita. E mentre la città subisce gli umori delle nascenti forze nazionalsocialiste di Hitler in lotta con gli spartachisti dell’estrema sinistra, Susanne e Vito s’immergono negli eccessi della vita notturna weimeriana. La coppia condivide fame, scene e battute e, alla fine, si scambieranno anche... sesso ed identità! Ed è per proprio per l’affamata ditta che Susanne si sacrifica e diventa “Viktor und Viktoria”, cioè un acclamato ed affascinante “en travesti”(un personaggio che in un'opera teatrale viene interpretato da un attore di sesso opposto), anche grazie all’aggiunta di un colorato, buffo e stravagante fallo di cotone che diventa l’emblema del loro piccolo grande segreto. 

IL SIGNIFICATO

Si ride ma non solo: tra battute di spirito e divertenti equivoci, infatti, si legge la critica a una società bigotta e superficiale sempre pronta a giudicare dalle apparenze. La Berlino degli Anni Trenta fa da sfondo ad una vicenda che, con leggerezza, arriva in profondità. Veronica Pivetti si cimenta nell’insolito doppio ruolo di Viktor/Viktoria, nato sul grande schermo e per la prima volta sulle scene italiane nella sua versione originale. Ed è proprio una spassosa Veronica Pivetti ad emergere all’interno di una commedia ricca di artisti di qualità: sarà lei, infatti, a raccontare una storia piena di qui pro quo, cambi di sesso, scambi di persona e piena di intrecci sentimentali senza esclusione di colpi.

Pietro Razzini

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Un'unione devastante, simpatica, ironica, irresistibile. Il teatro Leonardo di Milano ospiterà dal 14 al 24 marzo il nuovo spettacolo della Rimbamband per la regia di Goele Dix. Ed è proprio da questa unione che nasce “Manicomic”, uno show che ha già conquistato il Teatro Palazzo di Bari totalizzando 11 sold out su 11 repliche programmate (con più di 750 persone a sera) e ora si propone in tutta la sua comicità anche nella metropoli lombarda.

Non solo uno spettacolo ma una festa di pubblico: in scena, in un imprecisato luogo di cura, si ricreerà il mondo di un medico che segue i suoi quattro pazienti più gravi, affetti da varie patologie. Renato ha frequenti disturbi di personalità multipla, Francesco (il “Rosso”) è un po' Dottor Jekyll e un po’ Mr. Hyde, Vittorio è un alcolizzato cronico e Nicolò ha una grave forma di “neomelodite” ossessiva compulsiva. Come combattere tutto ciò? Con la musicoterapia, l'ippoterapia, l'elioterapia, lo sport e lo psicodramma, ossia la cura delle nevrosi attraverso l’improvvisazione teatrale. Come direbbero i protagonisti: “Ce n'è di che uscire pazzi”.

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Manicomic si preannuncia una sfida intrigante per la Rimamband: la sfida di un gruppo che è abituato a mettersi in gioco con forme d’arte che mixano il comico e il teatral-musicale. Raffaello Tullo, Renato Ciardo, Nicolò Pantaleo, Francesco Pagliarulo e Vittorio Bruno sono i cinque maestri di un genere in cui la maschera e la comicità vanno a braccetto con la giocoleria, la clownerie, il mimo, il tip tap e la straordinaria capacità musicale di ogni strumentista. Si tratta del quarto spettacolo della Rimbamband scritto da Raffaello Tullo. In questa occasione, tuttavia, c’è un elemento che regala ulteriore notorietà allo show: la regia di Gioele Dix. Per l'attore e regista milanese, con il suo autorevole punto di vista squisitamente teatrale, è un ritorno sui sentieri della follia, dopo aver diretto “Matti da slegare” con Giobbe Covatta e Enzo Iacchetti e “Fuga da via Pigafetta” con Paolo Hendel.

LO SPETTACOLO - “È uno spettacolo pieno di cose nuove che vi sorprenderanno: ci sono molte idee particolari all'interno di una struttura del teatro comico che osserva le sue regole ferree. Non si perde mai però la scioltezza e la freschezza, in una pièce che tratta la follia in maniera molto intelligente. Sono felice e onorato di lavorare con la Rimbamband, un gruppo dotato di grande energia e straordinaria creatività”, ha affermato Gioele Dix parlando di Manicomic, show in cui gli oggetti diventano degli strumenti musicali: palloni da pallavolo, case-contenitori, palloncini e campanelli. Ma non solo: si gioca con la “table percussion”, il tip tap e tanto altro ancora. In Manicomic la metafora musicale e il gioco teatrale si incontrano in un particolare spazio in cui ricreare un effetto straniante e stralunato: ciò che ne deriva è un mix di poesia e comicità del tutto originale. A differenza degli altre notti griffate Rimbamband, le variazioni tra il claunesco e il surreale di Raffaello Tullo e dei suoi compagni di ventura si esercitano sul tema della follia, senza alcuna malizia carognesca ai danni dei malati di mente. Insomma, l’occasione è ghiotta per ridere e sorridere con Gioele Dix e la Rimbamband. 

Pietro Razzini

 

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È arrivato anche in Italia, con tutto il suo fascino irresistibile, uno dei musical più premiati nella storia di Broadway. Al Teatro Nazionale CheBanca! di Milano, spazio a uno show che ha pochi eguali al mondo. Produzione firmata Stage Entertainment per “A Chorus Line – Il Musical”, nuovo allestimento mai presentato prima d’ora, con una creatività tutta italiana: la regia di Chiara Noschese, gestita nel rispetto di script e direzione originale, è riuscita a rendere ancor più attuale il testo iniziale, regalando emozioni intensa a tutto il pubblico.

Le possibilità di ammirare lo show non mancheranno per gli amanti del genere: “A Chorus Line”, infatti, rimarrà nella metropoli milanese fino a metà aprile.

L’APPROFONDIMTO - Ed è proprio Chiara Noschese a inquadrare al meglio il suo lavoro: “Si tratta di uno spettacolo unico, con un linguaggio moderno, che brilla immutato nel tempo: i candidati all’audizione vivono un viaggio tra passato e presente, esprimendo i loro pensieri e le loro sensazioni attraverso musica e danza. Ci appassioniamo alle storie, diventando parte di quel presente che condividiamo con tutti i 19 protagonisti. Ci emozioniamo con loro, viviamo la loro audizione che diventa, fatalmente, anche la nostra. È una macchina perfetta, una scatola cinese costruita con rigore, e con altrettanto rigore e rispetto abbiamo cercato di rendere A Chorus Line, uno show 2.0.”

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LA STORIA - Il musical racconta il dietro le quinte di uno spettacolo teatrale, mostrando l’impegno, la fatica, i sogni e il sacrificio di chi vuole disperatamente farcela. In pratica è un’opera di teatro nel teatro: semplicemente geniale. Sul palco un gruppo di ballerini pieni di speranza si presenta a un provino. Sono tutti pronti a farsi giudicare dal regista Zach per aggiudicarsi un ruolo nello spettacolo di prossima produzione, raccontandosi e condividendo con lui le loro storie. Come nello spettacolo, così nella vita reale, gli stessi artisti, a ogni alzata di sipario, portano in scena loro stessi, determinati nel dimostrare chi sono. Messo in scena per la prima volta allo Shubert Theatre di Broadway il 25 luglio 1975, A Chorus Line rimase in cartellone 15 anni per un totale di 6.137 repliche. Lo show fece così tanto scalpore da essere rinominato come il “Re dei Musical”: vinse 9 Tony Award, un premio Olivier Award per il miglior musical e un Premio Pulitzer per la drammaturgia. Successivamente, nel 1985, la Columbia Pictures ne distribuì la versione cinematografica.

Pietro Razzini

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Domenica 10 febbraio, a Milano, si sono svolti i festeggiamenti per il capodanno Cinese. Una ricorrenza che celebra la fine dell'anno del cane - uno dei 12 segni zodiacali cinesi - e l'inizio di quello del maiale, secondo lo zodiaco cinese.

Fulcro della festa, che si tiene all'interno del quartiere Chinatown in cui risiede la più grande comunità cinese di Milano, è la sfilata lungo tutta via Paolo Sarpi, che ha visto tanti curiosi prendervi parte, nonostante la pioggia.

Galleria Fotografica a cura di Francesca Bocchia

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Dal 15 gennaio fino al 30 aprile ventidue ristoranti gourmet della Lombardia offriranno la possibilità di consumare dei menu completi - antipasto, primo, secondo e dolce - a 60 euro comprensivi di vino, bevande e caffè: questa è l'iniziativa lanciata dalla guida InGruppo.

Di Chiara Marando –

04 Febbraio 2019 -

L’alta cucina non può essere solo un’esperienza per pochi, mira a farsi conoscere e apprezzare da un pubblico di appassionati ben più ampio e desideroso di scoprire sentori nuovi. Ecco quindi che i ristoranti gourmet lombardi hanno scelto di aderire a un progetto, quello di InGruppo, che si muove proprio in questa direzione: dal 15 gennaio fino al 30 aprile ventidue tra queste realtà della Lombardia offriranno la possibilità di consumare dei menu completi - antipasto, primo, secondo e dolce - a 60 euro comprensivi di vino, bevande e caffè.

A fare eccezione solo Da Vittorio, Enrico Bartolini Mudec, Sadler e A’ Anteprima, che invece propongono un menù completo a 120 euro. In questo caso si tratta sì di un costo raddoppiato ma, soprattutto se si parla dei fratelli Cerea e di Enrico Bartolini, riuscire a mangiare in un tre stelle Michelin, nel primo, e in un due, nel secondo, a quella cifra è certamente un grande lusso da non farsi scappare.

Quella di InGruppo (guida edita dall’agenzia Mediavalue) è una iniziativa che ben si inserisce nel panorama attuale della cucina d’autore che vuole portare avanti il vessillo dell’eccellenza e dell’arte culinaria riducendo sempre più quella sensazione di chiusura che ne rappresenta l’ombra. InGruppo descrive tra le sue pagine i migliori ristoranti della Lombardia, corredando ogni scheda con una ricetta che ne rappresenta il cavallo di battaglia.

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Ma non solo, la Guida promuove anche il "Diritto al Tappo", un'usanza divenuta abitudine all’estero ma ancora poco comune in Italia: portarsi la propria bottiglia di vino al ristorante, pagando 10 euro per il servizio con tutti gli accorgimenti del caso, come la cura, la giusta temperatura e i bicchieri più adeguati per una perfetta degustazione.

Quali sono i ristoranti che aderiscono a questa iniziativa?

A’Anteprima, Chiuduno (BG)

Al Vigneto, Grumello del Monte (BG)

Antica Osteria dei Camelì, Ambivere (BG)

Casual, Bergamo Alta

Colleoni Dell’Angelo, Bergamo

Collina Almenno, San Bartolomeo (BG)

Da Vittorio, Brusaporto (BG) *

Ezio Gritti, Bergamo

Frosio, Almè (BG)

Il Saraceno, Cavernago (BG)

La Caprese, Mozzo (BG)

Lio Pellegrini, Bergamo

LoRo, Trescore Balneario (BG)

Osteria della Brughiera, Villa d'Almè (BG)

Posta, Sant'Omobono Terme (BG)

Roof Garden Restaurant, Bergamo

Tenuta Casa Virginia, Petosino di Sorisole (BG)

Cucina Cereda, Ponte San Pietro (BG)

Enrico Bartolini Ristorante, Milano*

Pomiroeu, Seregno (MB)

Trussardi alla Scala, Milano

Sadler, Milano*

*In questi casi ilmenu completo è a 120 euro invece che 60 euro

Pubblicato in Food

Dal 22 al 27 gennaio, da martedì a domenica. Cenerentola arriva a Milano, sui pattini, regalando uno spettacolo di eccezionale bravura tecnica e dalle emozioni senza fine. Il Teatro degli Arcimboldi sarà la sede di "Cenerentola on Ice", spettacolo offerto da una delle più famose compagnie di danza su ghiaccio del mondo: The Imperial Ice Stars.

L'appuntamento, realizzato grazie a Lunchbox Theatrical Productions e Tony Mercer in collaborazione con World Entertainment Company, trasformerà la location in Viale dell'Innovazione in una grande pista di pattinaggio dove prenderà vita una delle storie più amate da adulti e bambini. Gli orari? Da martedì a sabato alle 20.30 (il sabato si aggiungerà anche uno spettacolo pomeridiano alle 15.30), la domenica alle 15.30 e alle 19.30.

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SUCCESSO ASSICURATO

I lunghi tour in Australia, Nuova Zelanda, Regno Unito, Corea, Singapore, Hong Kong, Tailandia, Giappone e Sud Africa hanno certificato il successo di uno spettacolo che ha potuto fregiarsi della regia di Tony Mercer, in collaborazione con tre degli allenatori di pattinaggio più stimati al mondo: Evgeny Platov (doppia medaglia d'oro olimpica e quattro volte campione mondiale) e i campioni mondiali di danza su ghiaccio 2006 e 2007 Albena Denkova e Maxim Staviski. 

Ma non è tutto: lo show è speciale anche per i suoi straordinari effetti. Il fuoco e la pioggia, i voli e i magnifici paesaggi proiettati: magia per gli occhi e per la mente. Infine, ma non meno importanti, gli sfarzosi costumi di Albina Gabueva, costumista del famoso Teatro Stanislavskij di Mosca. E i protagonisti? Cenerentola sarà interpretata da Olga Sharutenko mentre Bogdan Berezenko sarà il suo principe. Tra gli altri ruoli fondamentali, il padre di Cenerentola (Sergei Lysev), la matrigna (Maria Mukhortova) e le sorellastre (Irina Milana e Ekaterina Sheremeteva).

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TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI: DA PALCO A PISTA 

Sarà WEC a trasformare il palcoscenico del Teatro degli Arcimboldi in una grande pista di pattinaggio. Compito sicuramente non semplice. Il lavoro inizierà il giorno precedente la prima del 22 gennaio, dalle 7 del mattino, quando si scaricheranno due tir di 14 metri pieni di attrezzature, costumi, scenografie, impianto audio e luci, fino alla creazione della vera e propria pista per pattinare. Qualche numero per capire l'imponenza della struttura: 15 chilometri di tubature sottostanti la pista, temperatura abbassata a "-15" gradi, 4 tonnellate di granella di ghiaccio per un risultato finale che porterà alla creazione di uno strato di ghiaccio dallo spessore di 7 centimetri e dal peso di 14 tonnellate. Già questo è quasi magia.

Pietro Razzini

Pubblicato in Cultura Emilia

Soffici, golose, leggerissime e in versione dolce e salata: sono le delizie di Niko Romito, i bomboloni che escono dal suo nuovo format "Bomba".

Articolo e foto di Chiara Marando -

Mercoledì 9 Gennaio 2019 -

Cosa vuol dire provare lo street food firmato da uno chef stellato? Vuol dire assaggiare la semplicità nella sua forma più elevata, leccarsi le dita per recuperare anche quell’ultima goccia di salsa rimasta, ma soprattutto “godere” del piacere del cibo in modo immediato e privo di fronzoli.

A portare la sua firma e le sue “bombe” in quel di Milano, precisamente in piazza XXV aprile, è stato Niko Romito. Un successo di pubblico e critica immediato. Perché? Facile, per quella sua chiave di lettura che mira a rendere il buono accessibile, ad ampliarne il raggio d’azione recuperando la genuinità di alimenti conosciuti e popolari presentandoli in una veste più ricercata e curata.

“Bomba” è questo! Niko Romito non ha scoperto l’acqua calda, ma la sua forza è esattamente quella di aver avuto l’idea vincente. Se a ciò si aggiunge l’estrema bontà dei prodotti e la formula vincente di comunicazione, il gioco è fatto.

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Il bombolone viene nobilitato ma non stravolto. Un grande classico della pasticceria rivisitato in stile contemporaneo. L’ispirazione è arrivata da papà Antonio Romito che, negli anni ’70, aveva fatto diventare questa golosa sfera di pasta lievitata la sua specialità. Un dolce di famiglia, quindi, da custodire ed elevare. E Niko ci ha messo la sua mano, una ricerca costante sull’aspetto dell’impasto, della lievitazione e della frittura. Il risultato è un soffice “krafen”, dal sapore delicato e leggerissimo perché fritto a regola d’arte.

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Le varianti dolci spiccano in abbondanza di ripieno e in piacevolezza, con qualche nuova strada gustativa. La crema si arricchisce del liquore “Strega” che ne rende ancora più delicato e incisivo il gusto; il Gianduja riempie di pura burrosità il palato; poi c’è il “Bombamisù” rivisitazione del famoso dolce che risulta, forse, eccessivo per le coronarie.

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La vera novità è la veste salata, dove il bombolone diventa panino che racchiude farciture golose da creare scegliendo tra una selezione di alta qualità. Due strade, una più semplice con proposte tipo Stracchino, Prosciutto di Parma e rucola, oppure Scarola ai pinoli, uvetta, olive e pomodorini confit; e l’altra gourmet e maggiormente sostanziosa come nel caso della farcitura con carne di manzo e spinacino fresco, ma anche il ricco maiale fondente e senape.

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Insomma, spuntino molto più che spezzafame, ma soprattutto pranzo diverso dal solito se abbinato a un calice di vino scelta dalla carta. Il tutto a prezzi molto democratici.

I bomboloni dolci considerati “base” hanno un costo di 2,50 euro cadauno, quelli più elaborati di 4 euro.

Le bombe salate, invece, passano dai 5,50 euro cad. per quelle meno ricercate, ai 7 euro per le gourmet.

 

Bomba di Niko Romito

Piazza XXV Aprile, 12

20124 Milano MI

Pubblicato in Food
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