Di Lambert "Daemon" Glue - Ducatus Parmae 3 dicembre 2032 - Sui profili social di «Non una di meno» è stato pubblicato un post che rivendica i risultati raggiunti con la manifestazione del 25 novembre tra cui aver “sanzionato la sede di ProVita&Famiglia, espressione del patriarcato becero e anti-scelta. Sui nostri corpi scegliamo noi! In Italia l'accesso all'aborto continua a essere ostacolato e negato”.
Una rivendicazione ufficiale con lessico molto simile alle “Brigate Rosse”. Stessa violenza ma addirittura maggior sfrontatezza. Senza vergogna esaltano la violenza come fattore punitivo legalmente riconoscibile.
Quali differenze rispetto all’assalto alla sede della CGIL del 9 ottobre 2021? Forse l’unica variante è che in quest’ultimo caso non è stato necessario fare infiltrare degli “agenti provocatori” e nemmeno agenti verificatori del “movimento ondulatorio” dei mezzi.
Ecco il testo della rivendicazione che val la pena richiamare affinché ognuno possa pervenire a personali considerazioni.
“La marea al Circo Massimo era straripante e incontenibile. In questo 25 novembre, che da otto anni politicizziamo e rendiamo precipitazione delle nostre mobilitazioni quotidiane, abbiamo portato tutto ciò che vogliamo, per una trasformazione radicale della nostra società, impregnata di violenza e cultura dello stupro.
Abbiamo ribadito che siamo al fianco del popolo palestinese. Non ci sono margini di ambiguità in questa storia di colonialismo, razzismo e violenza, tesa a cancellare il territorio palestinese e, soprattutto, il suo popolo.
Abbiamo urlato contro Valditara e il progetto sull’educazione all’affettività: crediamo davvero 30 ore settimanali extracurricolari possano essere sufficienti per contrastare la violenza di genere?
Abbiamo denunciato la vittimizzazione secondaria che la narrazione giornalistica esercita su chi subisce violenza.
Abbiamo invaso il Colosseo. Perché non ci stanno facendo uno sgarbo, ci stanno uccidendo. Ogni giorno. E il governo Meloni ha prodotto un contrasto solo formale e sensazionalistico alla violenza, inasprendo le pene, strumentalizzando gli stupri di Palermo e Caivano, militarizzando il linguaggio e i territori considerati “problematici” a causa della povertà e della marginalità sociale, evidenziando ed accrescendo un antimeridionalismo sempre più feroce e discriminatorio. Il governo tace invece sulle misure reali per il contrasto alla violenza, come il reddito di autodeterminazione, l’allargamento dei criteri di assegnazione per le case popolari e, più in generale, le garanzie per il diritto all’abitare, sottraendo fondi ai servizi e al welfare svincolati dalla famiglia, e centrati sulla libertà di scelta.
Abbiamo sanzionato la sede di ProVita&Famiglia, espressione del patriarcato becero e anti-scelta. Sui nostri corpi scegliamo noi! In Italia l’accesso all’aborto continua a essere ostacolato e negato.
Qui, la polizia, che in questi giorni ha dato spettacolo con post e dichiarazioni in supporto alle donne e contro la violenza di genere, ha picchiato le manifestanti, una delle quali è ancora in ospedale per accertamenti. Vi terremo aggiornati e ci stringiamo accanto a chi ha manifestato il suo dissenso di fronte alla sede di una organizzazione misogina come Provita e famiglia e per questo è stata picchiata.
Abbiamo gridato forte fino a perdere la voce, abbiamo ballato per sfogare la nostra rabbia. Abbiamo camminato insieme, in cinquecentomila. Sì, eravamo oltre mezzo milione a Roma.
Se domani sono io, mamma,
se domani non torno, distruggi tutto.
Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima.
NON UNA DI MENO”
A seguire invece le dichiarazioni dei portavoce di Pro life.
Assalto alla sede di Pro Vita E Famiglia di Roma (25 novembre 2023)
«Siamo profondamente scioccati e turbati dalla violenza inaudita di quanti oggi durante la manifestazione contro ogni violenza, svoltasi a Roma, hanno accerchiato e poi assaltato la nostra sede. In assetto da guerra, manifestanti hanno lanciato bottiglie, pietre e fumogeni, serrande divelte, vetri spaccati con spranghe, abbattimento delle telecamere e vari tentativi di incendiare la sede, nonostante il presidio delle forze dell’ordine. Fortunatamente, i nostri collaboratori oggi non erano fisicamente presenti all’interno dell’ufficio.
La maschera è caduta mostrando il vero volto del transfemminismo: un movimento aggressivo, violento, pericoloso e ideologico che non tollera chi la pensa diversamente da loro e a cui non interessa nulla delle povere donne vittime di femminicidio. L’assalto alla sede di Pro Vita & Famiglia rappresenta un attacco alla libertà di tutte le donne che non si riconoscono nei vaneggiamenti è nella violenza di questi movimenti, gli stessi che pretenderebbero di entrare all’interno delle scuole per promuovere corsi di educazione al rispetto contro la violenza, il bullismo, educazione all’affettività è sessuale.
Ci aspettiamo dai politici che hanno partecipato alla manifestazione, Schlein e Gualtieri una presa di distanza netta è di condanna delle violenze perpetrate non solo nei confronti di Pro Vita & Famiglia ma anche nei confronti di tutte quelle centinaia di migliaia di famiglie che sostengono è credono nei nostri valori. Se pensano di poterci intimidire con la loro brutale violenza, si sbagliano. Continueremo a lavorare a testa alta per promuovere il valore della vita, della famiglia è della sacrosanta libertà di educazione». Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus.
Per la cronaca, poco dopo è stato trovato un ordigno all’interno, probabilmente introdotto attraverso la apertura che era stata fatta durante i tumulti.
Quindi l’idea era proprio di uccidere, addirittura di “bruciarli vivi”.
La mentalità è proprio quella e l’idea senza vergogna viene addirittura orgogliosamente diffusa, basti ascoltare questa attivista che ha avuto l’impudenza di pubblicare una sua sconcertante dichiarazione (ascoltate dal link).
E se ancora mancano all’appello di condanna alla “violenza” importanti leader politici e sindacali allora lo scontro fisico per la supremazia delle ideologie si avvicina a gran passi.
In compenso l’amministrazione comunale di Roma si è preoccupata di far sparire rapidamente le scritte infamanti arrivando addirittura a imbiancare le saracinesche dell’organizzazione assalita. Più alcuna traccia era visibile già pochi giorni dopo.
Un’ulteriore dimostrazione di come certe forze politiche e/o istituzionali entrino a gamba tesa nelle vicende manipolando le evidenze. Il 9 di ottobre 2021, nell’assalto alla sede CGIL, vennero presumibilmente utilizzati agenti provocatori, mentre lo scorso 25 novembre nessun arresto è stato effettuato e con, inimmaginabile rapidità sono state fatte sparire le prove della violenza.
Siamo perfettamente calati nella filosofia della ragione della forza contro la forza della ragione.
Le Reazioni della Politica (al 28 novembre 2023) - Ancora manca qualcun*/o/a all’appello della condanna.
“Elly Schlein e Maurizio Landini restano in un criptico e incomprensibile silenzio. Solo loro, in pratica. Sì, perché perfino Giuseppe Conte, dopo il feroce alla sede di Pro Vita e Famiglia avvenuto sabato, sia pure a scoppio ritardato ha avuto parole di condanna «contro ogni violenza». Ma a parte questo strano imbarazzo dell’opposizione a commentare un episodio dalle sfumature terroristiche – strano perché non si comprende tanta fatica a smarcarsene -, fortunatamente molte altre voci di condanna, dopo o anche prima quella del premier, Giorgia Meloni, sono arrivate.
Pensiamo al Vicepremier e Ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che notando una disparita di indignazione rispetto alla precedente devastazione della sede della Cgil, ha espresso a Pro Vita e Famiglia la solidarietà sua «di tutta la Lega e di tutto il popolo italiano». Vicinanza è stata espressa anche dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, che ha notato come l’assalto alla sede di Pro Vita «nulla c'entrava in quel momento con l'oggetto della manifestazione e la polizia è dovuta intervenire. Tutto ciò che va nella direzione di chiedere maggior tutela e garanzia va bene, però bisogna stare attenti a che non diventi strumento per raggiungere altri obiettivi».
Di «nota stonata» ha invece parlato il ministro per le Riforme Maria Elisabetta Alberti Casellati ad Agorà, commentando sempre gli atti di intimidazione a danno di Pro Vita, mentre il capodelegazione di Fratelli d'Italia-Ecr al Parlamento europeo, Carlo Fidanza, ha vibrato una chiara critica alle «militanti "democratiche" e "contro ogni violenza" che, dietro la maschera della lotta alla violenza sulle donne, nascondono l'odio per chi difende vita e famiglia». Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti – che è stato anche a rendere solidarietà personalmente all’associazione la cui sede è stata assaltata – ha parlato di «indegni e irrispettosi soprattutto per quelle migliaia di persone che ieri chiedevano solo, al contrario, di fermare la violenza in tutte le sue forme». Molto lunga, poi, la lista dei politici di Fratelli d’Italia che hanno condannato l’accaduto.
Si va infatti dal senatore Lucio Malan («allucinante che ciò avvenga in una manifestazione che si dichiara contro la violenza») alla senatrice Lavinia Mennuni («sconcertata dall’agghiacciante attacco violento avvenuto»); dal co-presidente del gruppo ECR al Parlamento Ue, Nicola Procaccini («resto basito, gesto vigliacco») a Maddalena Morgante, responsabile nazionale del Dipartimento Famiglia e valori non negoziabili del partito («attacco surreale e inaccettabile»); dal segretario di Presidenza alla Camera e deputato di Fratelli d'Italia, Riccardo Zucconi («occorre condannare fermamente questi atti») alla senatrice Elena Leonardi («peggio ancora il silenzio di Schlein e Landini»); dall’onorevole Antonio Baldelli («un assalto proditorio») al senatore Michele Barcaiuolo («un’aggressione violente»); da Marfia Chiara Iannarelli, consigliere e vicepresidente della Commissione Pari opportunità e responsabile del Dipartimento Famiglia e valori non negoziabili di FdI per Roma Capitale («non voglio pensare che questa sia la maschera di certa sinistra dietro l'immagine progressista») alla consigliere Eloisa Fanuli («solidarietà e vicinanza al movimento Pro Vita & Famiglia»), dall’onorevole Fabio Pietrella («episodi vergognosi e inaccettabili») ai colleghi Alessandro Amorese e Grazia Di Maggio («Schein e Landini prendano le distanze»); da Simona Baldassarre, Assessore alle Pari Opportunità della Regione Lazio («Molto grave ciò che è accaduto nella sede di Pro Vita») all’onorevole Francesco Filini («La magistratura ora individui i responsabili»).
Degna di nota, in positivo, anche la nota della senatrice di Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva: «Condanniamo in modo inequivocabile le aggressioni alla sede di Pro Vita & Famiglia». Parole, queste ultime, che colpiscono forse più delle altre, arrivando da una esponente di centrosinistra. Rischiano però di essere, onestamente, troppo poche. Soprattutto, come si diceva in apertura, dinnanzi al perdurante silenzio di Elly Schlein e Maurizio Landini. Un silenzio che avrà le sue ragioni e lecito in democrazia, ci mancherebbe. Ma che alcuni malintenzionati – pardon, malintenzionat* - potrebbero perfino prendere come una forma di appoggio. Non è certamente questo il caso, vogliamo sperare. Ma il rischio che certi atteggiamenti alimentato è esattamente questo. Un rischio da non sottovalutare.”
“Meditate gente, meditate”!
Link:
https://www.gazzettadellemilia.it/politica
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https://www.gazzettadellemilia.it/cronaca/costume-e-societa/item/44025-cgil-9-ottobre-pro-vita-25-novembre,-intervista-a-fiore-sotto-accusa-piantedosi-e-la-%E2%80%9Cmagistratura-di-regime%E2%80%9D
Non una di meno… violenza
La Schlein non risponde (video da mettere in copertina)
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https://x.com/stefanosplendo2/status/1729615273383100716?s=46&t=6ZRbjd4ZVOQdmMHZTcj4rA
Il comune di Roma pulisce la sede e imbianca le serrande