L'ipotesi inquietante più accreditata sul rapimento dei quattro dipendenti della Bonatti di Parma, sequestrati in Libia. -
Parma, 22 luglio 2015 -
L'ipotesi gira in rete: che i quattro dipendenti della Bonatti di Parma, sequestrati in Libia, siano un mezzo per ricattare l'Italia?
Gino Pollicardo, Fausto Piano, Filippo Calcagno e Salvatore Failla della Bonatti di Parma erano stati fatti sparire domenica scorsa.
Secondo quanto affermato da fonti di Tobruk, riportate da Huffpost, la milizia islamista di Zuara li avrebbe rapiti con il fine di ottenere il rilascio di sette trafficanti di migranti di nazionalità libica, detenuti in Italia.
Si tratterebbe di un'azione di pressione messa in atto da milizie islamiste locali per difendere gli interessi economici che deriverebbero loro dai traffici illeciti che hanno come mercato l'Europa.
Adiconsum sventa un tentativo di truffa informatica con falsa e-mail Enel: "Si tratta di un tentativo di raggiro simile a quelli più volte denunciati da altre aziende e istituti finanziari." -
Modena, 22 luglio 2015 -
Un caso dell' insidiosa truffa che si nasconde dietro a una e-mail con falso mittente è stato sventato da Adiconsum, che mette in guardia gli utenti. Sta infatti circolando una e-mail dal contenuto ingannevole che proviene da un indirizzo apparentemente riferito a una società del gruppo Enel. Il destinatario riceve una bolletta ed è invitato a cliccare un link che rimanda a un sito clone di truffatori informatici.
Proprio quello che è successo a un cittadino modenese, - informa Adicondum (associazione consumatori della Cisl), che avvertita per tempo è riuscita a sventare la truffa informatica, informandolo di non aprire il link contenuto nella e-mail.
M.M. aveva ricevuto una e-mail da un mittente che si presentava come Enel Servizio Elettrico – Servizio di maggior tutela (una società del gruppo Enel che esiste davvero). La mail conteva il sollecito a pagare una bolletta riferita al bimestre maggio-giugno 2015 e invitava a scaricarla da un link.
«Come ha comunicato nei giorni scorsi il gruppo Enel, queste e-mail non vengono inviate da Enel Energia né da Enel Distruzione né da altre società del gruppo o soggetti da esso incaricati – spiega la responsabile provinciale di Adiconsum Adele Chiara Cangini - Si tratta di un tentativo di raggiro simile a quelli più volte denunciati da altre aziende e istituti finanziari. Cliccando il link riportato, infatti, il cittadino si collega al sito 'trappola' dove viene invitato a scaricare una finta bolletta che in realtà contiene un virus informatico molto potente che blocca il contenuto del pc. L'obiettivo è chiedere poi un riscatto alla vittima dell'attacco per ottenere lo sblocco del pc e la decifratura dei dati. Invitiamo, pertanto, chiunque riceva questo messaggio a non cliccare il link segnalato».
L'associazione consumatori della Cisl ricorda che le procedure Enel non prevedono in alcun caso la richiesta di fornire o verificare dati bancari e/o codici personali attraverso link esterni. «Invitiamo i cittadini che dovessero ricevere questo tipo di e-mail a segnalare l'accaduto alla nostra associazione oppure ai Punti Enel distribuiti sul territorio (https://puntienergia.com/punto-energia-enel/emilia-romagna ). La segnalazione - conclude la responsabile provinciale di Adiconsum – può essere fatta anche chiamando il numero verde di Enel Energia 800 900 860».
La rete degli orti urbani di Reggio Emilia si apre a famiglie, scuole e associazioni. Al nuovo regolamento, approvato oggi a larga maggioranza dal consiglio comunale, seguiranno in autunno i bandi per l'assegnazione dei lotti liberi negli orti esistenti.
Reggio Emilia, 21 luglio 2015 - di Ivan Rocchi
Orti urbani, urban farming, agricoltura in città: chiamatela come volete, ma la mania di coltivare piante da frutto e verdure nei piccoli spazi di terra ha invaso anche la nostra città. Infatti non è raro vedere piante di pomodoro, erbe aromatiche o altri vegetali spuntare nei giardini condominiali. E quasi ognuno di noi, soprattutto in questa stagione, custodisce gelosamente sul balcone di casa uno o più vasi.
Dal prossimo autunno anche i cittadini che non hanno queste possibilità potranno finalmente dedicarsi all’agricoltura urbana grazie al nuovo regolamento approvato oggi a larga maggioranza – 20 voti favorevoli e due astenuti - dal consiglio comunale. I nuovi orti arricchiscono la rete esistente di circa 300 appezzamenti, che coinvolgono circa mille coltivatori.
Gli orti sociali fino ad ora erano destinati ad anziani e pensionati, mentre grazie al nuovo Regolamento la possibilità di assegnazione viene estesa a famiglie, associazioni e scuole. Il Comune infatti sottolinea che negli ultimi tempi erano pervenute numerose richieste di affidamento, a seguito di una maggiore diffusione della cultura dello urban farming, ma anche a causa della crisi economica che colpisce sempre più famiglie.
Orti urbani per tutti, quindi: le concessioni rimangono gratuite e avranno un’equa rotazione. “Tra gli elementi distintivi del regolamento approvato - spiega l’assessore a Partecipazione, Cura dei quartieri e Agenda digitale Valeria Montanari - voglio sottolineare l'attenzione costante alle fasce più deboli e ai nuovi bisogni di socialità, con la massima apertura possibile alle scuole e alle associazioni. Intendiamo promuovere una diversa cultura del cibo, per una rieducazione all'alimentazione consapevole, alla sostenibilità e alla consapevolezza di ciò che mangiamo”.
Per quanto riguarda i requisiti richiesti per l'assegnazione degli orti urbani per i singoli cittadini e nuclei famigliari, gli assegnatari devono dimostrare di non avere la proprietà, il possesso o la disponibilità di altri appezzamenti di terreno coltivabile superiore ai 30 metri quadrati e non essere imprenditore agricolo. I rapporti tra il Comune di Reggio Emilia e gli assegnatari degli orti urbani saranno gestiti da Comitati di gestione e dai Centri sociali.
I quattro tecnici, dipendenti della Bonatti di Parma, sarebbero stati prelevati domenica sera mentre stavano rientrando dalla Tunisia. -
Parma, 21 luglio 2015 -
Ore di tensione e speranza per gli italiani rapiti vicino Tripoli. La Farnesina si è subito attivata, per i quattro tecnici della Bonatti, società di costruzioni e manutenzione di impianti energetici con sede a Parma. I quattro sarebbero stati rapiti domenica sera mentre rientravano dalla Tunisia nella zona di Mellitah, a 60 km di Tripoli.
Gino Pollicardo, Fausto Piano, Filippo Calcagno e Salvatore Failla sono i nomi dei quattro italiani. Il primo residente in provincia di La Spezia, il secondo in provincia di Cagliari e gli ultimi due in Sicilia in provincia di Enna e Siracusa.
Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha affermato che è difficile fare ipotesi sugli autori del rapimento, precisando che l'Unità di crisi della Farnesina sta lavorando con urgenza e con l'intelligence."
La vicinanza di un ex collega di Parma su Facebook
"Quello che è successo in Libia oggi poteva benissimo accadere a me fino ad un anno fa. Ci si reca in quei posti solo per lavorare e non per divertirsi; per farvi arrivare il gas con il quale vi riscaldate in inverno, con il quale vi raffreddate in estate (ebbene si) e con il quale vi fate da mangiare tutto l'anno. Per cui questa volta non ammetto "se la sono cercata", ma solo #Solidarietà" - si legge nel profilo Facebook di un ex collega dei 4, Manuel Bianchi.
Durante un diverbio dopo le percosse, l'uomo ha afferrato un coltello da cucina: la donna ha chiamato i Carabinieri che l'hanno arrestato. -
Modena, 17 luglio 2015 -
I Carabinieri della Stazione di Novi di Modena sono intervenuti ieri a seguito di una richiesta di aiuto formulata da una donna minacciata con un coltello dal proprio compagno. A seguito di un diverbio l'uomo ha percosso la donna con un pugno al volto e l'ha minacciata con un coltello da cucina, poi trovato e sequestrato dai Carabinieri in fase di sopralluogo. La donna (40enne) ha spiegato che ci sono state altre circostanze in cui era stata percossa dal convivente (45enne), dalla cui relazione ha avuto figli minori che non risulta, al momento, essere stati presenti durante i maltrattamenti.
Armeggiava con un tronchese sulla rastrelliera della piscina di Modena. Fermato dagli addetti all'impianto che hanno avvertito la Polizia municipale. -
Modena, 17 luglio 2015 -
La Polizia municipale di Modena ha arrestato un ladro di biciclette alle piscine Dogali che era stato fermato da alcuni cittadini mentre con un tronchese di colore rosso cercava di tagliare la catena di una bici legata alla rastrelliera, dopo aver già danneggiato il lucchetto di un'altra. E' successo nel pomeriggio di ieri, giovedì 16 luglio, e oggi, per direttissima è stata decisa la condanna a sei mesi per furto aggravato, una multa da 140 euro e l'obbligo di firma in Questura.
Il ladro di biciclette è un tunisino di 44 anni (M.S. le iniziali) che può vantare diversi precedenti per reati contro il patrimonio e ben 26 alias, cioè identità dichiarate in altre circostanze. Anche al momento del fermo non aveva documenti.
La Polizia municipale è stata chiamata dei responsabili della piscina dopo che un addetto dell'impianto aveva notato l'uomo armeggiare su due bici nei pressi della rastrelliera. Vistosi scoperto dal personale di vigilanza, ha cercato di scappare, tentando anche di usare il tronchese contro le persone che lo hanno inseguito. Bloccato, è stato arrestato da una delle due pattuglie della Polizia municipale giunte sul posto. Nel frattempo, una donna uscita dalla piscina ha riconosciuto una delle due biciclette, quella con il lucchetto danneggiato, e le è stata consegnata dopo aver mostrato la chiave che apriva perfettamente la serratura. Il proprietario dell'altra bicicletta (nera, da donna) non è ancora stato rintracciato.
Oltre al tronchese, al tunisino sono stati sequestrate anche diverse chiavi di lucchetti per bici.
Il laboratorio si trovava all'interno di una palazzina in fase di costruzione, nel cantiere in stato di abbandono in via Udine. Lo spacciatore pluripregiudicato è stato colto in flagrante dalla Municipale mentre preparava le dosi, dopo una settimana di appostamenti. -
Modena, 17 luglio 2015 -
Un vero e proprio laboratorio per il confezionamento di stupefacenti, con tanto di ripiano di lavoro, anfratti in cui stoccare il materiale, sacchetti di cellophane, forbici e bilancino di precisione. Una volta preparate le dosi prendeva via telefono gli ordini dai suoi clienti, ormai fidelizzati, e ne attendeva l'arrivo per la consegna. La Polizia municipale di Modena è riuscita a porvi fine dopo una settima di appostamenti. In manette è finito A.R. uno spacciatore di 41 anni originario della Libia ma in Italia da diversi anni e attualmente clandestino.
Gli agenti in borghese, intorno alle 16 di martedì, hanno fatto irruzione nel cantiere in stato di abbandono in via Udine, a fianco del centro commerciale e hanno colto in flagrante lo spacciatore proprio mentre stava preparando delle dosi di stupefacenti. L'uomo è stato processato per direttissima nella mattinata di mercoledì ed è stato condannato a un anno e sei mesi, e al divieto di dimora in città.
Numerosi i precedenti per spaccio e furto e con alias di nazionalità diversa da quella dichiarata. Addosso, aveva circa una trentina di grammi di eroina, alcuni di cocaina e di hashish, parte dei quali ancora da confezionare. Durante il blitz, gli agenti del Nucleo Problematiche del Territorio hanno anche fermato alcune persone giunte nel parcheggio del centro commerciale in attesa di acquistare droga dallo spacciatore.
Anche grazie a informazioni fornite dai residenti della zona, gli agenti hanno ricostruito i movimenti dello spacciatore pluripregiudicato: l'uomo si era insediato da un paio di mesi all'interno della palazzina in fase di costruzione, dove al primo piano aveva allestito il laboratorio e nell'area cortiliva, all'interno di un box in lamiera, passava la notte e teneva i suoi effetti personali. Lo spacciatore aveva creato una fenditura nella recinzione del cantiere e, all'arrivo dei clienti raggiungeva il parcheggio del centro commerciale, che fungeva da piazza per lo scambio della droga, procedendo a una rapida consegna.
Portato al comando di via Galilei per accertamenti, sono emersi i precedenti e lo stato di clandestinità. L'Amministrazione sta inoltre provvedendo a rintracciare la proprietà dell'area di cantiere, dove sono state rinvenute anche numerose siringhe.
Altre nove richieste di custodia cautelare emesse dalla Dda di Bologna. Tre le persone dell' 'Ndrangheta emiliana attiva tra Reggio Emilia, Parma, Piacenza e Modena. Sequestrati beni per 330 milioni. -
Parma, 16 luglio 2015 -
Continuano le indagini legate alla operazione Aemilia che vede coinvolta l' 'Ndrangheta nel Nord Italia. Questa mattina, i carabinieri hanno eseguito nuove misure di custodia cautelare nei confronti di nove persone in particolare in Emilia-Romagna e Lombardia. Fra queste, tre risulterebbero esponenti della 'Ndrangheta emiliana attiva tra Reggio Emilia, Parma, Piacenza e Modena e operante anche a Verona, Mantova e Cremona. L' inchiesta della Procura distrettuale antimafia di Bologna ha portato inoltre al sequestro di società, beni e attività commerciali per un valore che si aggira in torno ai 330 milioni di euro.
I due ladri sono stati scoperti dal proprietario di casa che ha sentito rumori sospetti. Dopo una breve colluttazione sono riusciti a fuggire. Sono in corso le indagini dei Carabinieri. -
Modena, 16 luglio
Martedì sera verso le 21.00 i Carabinieri della Stazione di San Felice sul Panaro sono intervenuti in un'abitazione di Camposanto. Pochi minuti prima, due malviventi, forse pensando che non ci fosse nessuno in casa, avevano forzato una finestra per entrare. Il proprietario però, che era al piano di sopra, allertato da rumori sospetti, è sceso al piano terra e ha sorpreso i due giovani ladri. Trovatosi faccia a faccia con i malviventi ne è nata una breve colluttazione, durante la quale i due sono riusciti a strappargli la catenina dal collo, fuggendo subito dopo a bordo di un'auto parcheggiata sotto l'abitazione, dove c'era un complice ad attenderli.
La vittima ha riportato solo qualche graffio al braccio. Immediatamente l'uomo ha chiamato i Carabinieri che si sono recati sul posto per raccogliere tracce utili alle indagini. A seguito dell'episodio sono stati rinforzati i dispositivi perlustrativi dell'Arma nel territorio. Si invitano i cittadini a segnalare tempestivamente la presenza di autovetture o persone sospette al 112.
La nuova ordinanza firmata dal Sindaco Dosi per il rispetto di igiene e decoro. La sanzione prevista in caso di inadempienza va da 25 a 500 euro. -
Piacenza, 14 luglio 2015 -
A Piacenza, i padroni dei cani d'ora in avanti dovranno essere più attenti quando porteranno a spasso il proprio animale domestico. E' stata infatti firmata ieri dal sindaco Dosi, l'ordinanza comunale che prescrive, l'obbligo di lavare immediatamente con acqua – fatta eccezione per i periodi di gelo – le deiezioni liquide prodotte dai rispettivi animali su aree pubbliche o di utilizzo comune (strade, piazze, marciapiedi), nonché sui muri di affaccio di edifici anche privati e mezzi in sosta al margine della via. I cittadini devono inoltre assicurarsi che le deiezioni canine non sporchino la soglia di immobili e bocche di lupo delle cantine.
"Si tratta di un provvedimento – spiega il primo cittadino – da tempo invocato, a tutela del decoro e dell'igiene degli spazi condivisi. Nel pieno rispetto del benessere degli animali, quel che si chiede è, a maggior ragione nel periodo estivo, quel che si chiede è un comportamento che osservi le regole basilari della civile convivenza".
La sanzione prevista in caso di inadempienza va da 25 a 500 euro. Gli obblighi dell'ordinanza non si applicano ai non vedenti conduttori di cani da guida e a persone con problemi di disabilità fisica o mentale, nonchè a cani in dotazione alle Forze di Polizia durante l'esercizio delle proprie funzioni.