Una storia a lieto fine quella che vede protagonisti Pablo e Ruben: la coppia gay ha ottenuto il permesso di soggiorno e visto riconosciuto il suo status di famiglia. -
Parma, 8 Settembre 2015 - in fondo al testo il video racconto del Comune di Parma -
Una storia d'amore, una storia a lieto fine quella di Pablo e Ruben che hanno deciso di raccontare la loro vicenda durante una conferenza stampa ufficiale, così che possa aiutare ed infondere speranza in quelle persone che vivono la stessa condizione. Insieme a loro il Sindaco Federico Pizzarotti, insieme al vicesindaco Nicoletta Paci e all'assessore Laura Rossi.
Pablo e Ruben hanno ottenuto il permesso di soggiorno ed hanno visto riconosciuto il loro status di famiglia. Si tratta di una richiesta "per motivi familiari", inoltrata attraverso il Comune alla Questura di Parma, per la coppia gay coniugata in Argentina.
Una vera novità per una coppia omosessuale, ma anche e soprattutto una grande dimostrazione di civiltà come afferma il Sindaco Pizzarotti: "Quando si forma una famiglia si fa una cosa importante. I tempi sono maturi perché anche in Italia si riconosca l'esistenza di coppie dello stesso sesso. E' una questione di civiltà e di affermazione dei diritti. Ringrazio la Questura di Parma – ha concluso il Sindaco – e vi sono grato - ha detto rivolto ai due giovani - perché avete accettato di raccontare la vostra storia e per la gioia che si legge sui vostri volti".
Nicoletta Paci ha voluto sottolineare quanto si sta facendo a Parma per l'affermazione ed il riconoscimento dei diritti: "Anche questa vicenda si inserisce nelle tante iniziative intraprese dal Comune di Parma , quali ad esempio il registro delle unioni civili, per l'affermazione e il riconoscimento dei diritti".
Si tratta di un'azione che ha visto protagonista il Comune di Parma, ed è stata condotta in stretta collaborazione tra l'Assessorato al Welfare e quello alle Pari Opportunità nell'ambito del Laboratorio Omofobia.
"Ci siamo sposati un anno fa a Buenos Aires e questo permesso di soggiorno arrivato senza problemi per noi è stata una piacevole sorpresa – ha dichiarato Pablo, 37 anni, che a Parma lavora come cuoco e come artista da circa dieci mesi – abbiamo scelto Parma perché io ho una sorella che vive qui e mi ha aiutato con le pratiche per la cittadinanza".
"Cercavamo un posto tranquillo – ha sottolineato Ruben, 32 anni - a Parma l'abbiamo trovato e contiamo di costruire qui il nostro futuro. Avevo una Galleria d'Arte a Buenios Aires, l'ho chiusa per raggiungere mio marito in Italia, e sto già lavorando per l'allestimento di mostre".
I due alpinisti impossibilitati a scendere sono stati soccorsi nella notte e ricoverati presso l' ospedale di Chamonix. -
Reggio Emilia, 7 settembre 2015 -
Due alpinisti reggiani sono ora ricoverati all'ospedale francese di Chamonix. Le operazioni di soccorso di questa notte hanno coinvolto la quadra mista del soccorso alpino valdostano e del Sagf di Entreves. I due alpinisti erano fermi sul Dente del Gigante, nel massiccio del Monte Bianco, impossibilitati a scendere. A complicare i soccorsi, il forte vento che impediva all'elicottero di avvicinarsi. La squadra ha quindi raggiunto i due a piedi trovandoli stremati e in stato di lieve ipotermia.
Pomeriggio di tensione in zona stazione. Una cinquantina gli uomini delle Forze dell'ordine sul posto. Arrestati nove nigeriani. -
Reggio Emilia, 7 settembre 2015
Il pomeriggio di ieri, domenica 6 settembre, verso le sedici ha visto la zona stazione di Reggio Emilia divenire teatro di una maxi rissa che ha coinvolto una trentina di persone. Due bande di extracomunitari, probabilmente nigeriani, si sono scontrati tra piazzale Marconi, viale IV Novembre e piazzale del Tricolore armati di diversi oggetti. Sul posto sono intervenuti una cinquantina gli uomini delle Forze dell'ordine fra carabinieri e agenti della municipale. Nella rissa sarebbe stato utilizzato anche un machete. Quattro i feriti, nove gli stranieri arrestati con l'accusa di concorso in rissa aggravata. Sequestrati anche un martello e un cacciavite. Ancora da chiarire le ragioni scatenanti la rissa che sarebbe partita da un negozio etnico.
64enne aggredito al Parco Ducale nella tarda serata di martedì scorso. Ancora ignote le identità dei tre aggressori. -
Parma, 3 Settembre 2015 -
Picchiato e rapinato. Questo è il triste episodio che ha visto protagonista un 64enne aggredito nella tarda serata di martedì all'interno del Parco Ducale di Parma. Era circa mezzanotte, poco prima dell'orario di chiusura dei cancelli, quando l'uomo è stato avvicinato con una scusa da un giovane. Alle sue spalle altri due complici lo hanno colpito violentemente con calci e pugni e poi derubato di soldi e cellulare.
Appena i tre sono fuggiti, la vittima ha chiamato la polizia che si è subito recata sul posto per accertare la dinamica dei fatti. Purtroppo, a causa del buio, il volto degli aggressori era difficilmente identificabile e l'uomo non ha potuto fornirne una descrizione.
La polizia sta indagando per risalire alle loro identità ma ancora non ci sono novità sull'accaduto.
Ulteriori sviluppi nell'Operazione Aemilia: sequestrati beni per un totale di 35 milioni di euro e nuovi arresti. -
Modena, 3 Settembre 2015 -
Procede l'inchiesta Aemilia della Procura di Bologna e le indagini hanno portato a nuovi importanti sviluppi.
Proprio questa mattina sono stati sequestrati beni complessivi per un totale di 35 milioni di euro. A coordinare l'operazione, oltre 100 carabinieri dei comandi di Modena, del Ros e di Reggio. L'arresto è scattato per Michele Bolognino, Palmo e Giuseppe Vertinelli, indagati per fittizia intestazione di beni, associazione di tipo mafioso, nonché impiego di denaro da proventi illeciti, riciclaggio insieme ad altri reati con finalità mafiosa.
Le indagini sono state dirette dai sostituti procuratori Marco Mescolini e Beatrice Ronchi, che indagano sulla Cosca Grande Aracri di Cutro il cui epicentro è stato identificato a Reggio Emilia.
Dall'analisi della documentazione contabile sequestrata è emersa "la riconducibilità agli indagati di ogni processo decisionale interno alle aziende – precisa una nota dei carabinieri di Modena - per cui qualsiasi "ordine" relativo alle operazioni aziendali veniva vagliato e gestito dai reali dominus, dietro lo schermo di compiacenti prestanome. Ciò ha consentito di ricondurre ai fratelli Vertinelli e al Bolognino una serie di imprese attive nel settore dell'edilizia, quali il Consorzio Stabile Gecoval di Aosta, la S.I.C.E. s.r.l., l'Impresa Vertinelli s.r.l., l'Edilizia Costruzioni Generali s.r.l., queste ultime di Montecchio Emilia, la Top Service s.r.l. di Parma e la Opera s.r.l. di Crotone".
Ma la lista è ancora lunga come sottolineano gli inquirenti: "Sono stati inoltre trovati riscontri circa la riconducibilità agli indagati delle società (pertanto sottoposte a sequestro) Touch s.r.l. di Crotone, operante nel settore degli autotrasporti, la Tangenziale Nord Est s.a.s., la Mille Fiori Service s.r.l. e la Achilli & Schianchi s.n.c., tutte con sede a Montecchio Emilia e attive nel settore della ristorazione e bar. Il valore complessivo dei beni sequestrati supera i 35 milioni di euro".
Pino Agnetti promotore della campagna "Parma non è una discarica. Rifiutiamoci!", che tramite la pagina Facebook ha già raggiunto 1.700 firme, denuncia la situazione di degrado urbano dovuta al problema rifiuti e la mancata risposta del Sindaco Pizzarotti al confronto pubblico. -
Parma, 3 settembre 2015 -
"Credo che i bambini della foto (i cui volti sono stati volutamente oscurati) abbiano diritto, almeno a Parma, a non giocare fra i rifiuti. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa anche il sindaco Pizzarotti... Impresa per altro impossibile, a giudicare dal silenzio assoluto – complimenti per l'educazione – seguito alla mia proposta di un confronto pubblico sul tema che oggi sta più a cuore ai parmigiani. Non che mi fossi illuso, sia chiaro. Sta di fatto che, ancora una volta, il "primo cittadino" ha mostrato il più completo disinteresse per i propri cittadini. Segnatamente, per gli oltre 1.700 firmatari del mio appello "Parma non è una discarica. Rifiutiamoci!". Proprio oggi, in una intervista pubblicata su un quotidiano nazionale, lo stesso Pizzarotti ha dichiarato che "Occorre che si apra un dibattito a livello locale. Bisogna conoscere chi andiamo a votare. Altrimenti finisce, come è capitato, che ci ritroviamo in lista persone che non abbiamo mai visto né conosciuto, solo grazie ai voti online". Parole sante, signor sindaco. Infatti, sempre più spesso a Parma ci si domanda chi siamo andati a votare tre anni fa! Anche se va detto che il suo silenzio sprezzante la dice lunga in proposito. Motivo in più per andare avanti in questa battaglia di civiltà dietro cui non ci sono né partiti, né lobbies o interessi di parte. Solo il desiderio e la speranza di non vedere più i bambini di Parma giocare fra i rifiuti!".
Pino Agnetti, promotore dell'appello "Parma non è una discarica. Rifiutiamoci!"
Numero dei firmatari dell'appello: 1.715
L'ignobile gesto compiuto vicino ai bambini che giocavano al parco giochi è stato visto da un automobilista che ha chiamato le forze dell'ordine. -
Reggio Emilia, 2 settembre 2015 -
Aveva già alle spalle alcune denunce per atti esibizionisti ed ieri mattina, l' ottantenne di Reggio Emilia, è stato scoperto vicino ad un parco giochi cittadino mentre si masturbava nei pressi di bambini. Grazie ad un automobilista di passaggio che è intervenuto per farlo smettere e ha chiamato i Carabinieri, l'uomo è stato rintracciato dai militari dopo essersi nascosto in una chiesa vicina ed arrestato per atti osceni.
Guidava sotto il pesante effetto di droghe il camionista che il 6 agosto ha ucciso un'imprenditrice 52enne di Sorbolo lungo l'Autostrada del Sole presso Parma. -
Parma, 1 Settembre 2015 -
E' stato un "omicidio stradale" quello che lo scorso 6 agosto ha ucciso Sonia Baiocchi, imprenditrice 52enne di Sorbolo. Il camionista che ha travolto l'auto con a bordo la coppia, dopo aver perso il controllo che suo camion a rimorchio, guidava sotto l'effetto di sostanze stupefacenti.
Ecco il resoconto dei fatti
"Sono all'incirca le 23 e siamo sull'A1, all'altezza dello svincolo A15 - Parma Mare. M. P., 47 anni, residente ad Anzio (Roma), procede sulla corsia di destra con un autotreno Volvo Truck della Sarchioto Group Srl., ma improvvisamente sbanda sulla destra. Il mezzo pesante urta con violenza la barriera metallica e viene "rimbalzato" nella carreggiata come una "scheggia impazzita", tagliandola in diagonale e centrando una Citroen Xsara che viaggia nella seconda corsia di marcia (quella centrale), e che ha la sventura di trovarsi al posto sbagliato al momento sbagliato.
Agganciata dall'autotreno, che poi finirà la sua folle corsa anche con il ribaltamento del rimorchio sul fianco destro, l'auto viene schiacciata e trascinata per svariati metri contro la barriera metallica centrale dell'autostrada.
Il conducente, Mauro Mora, 55 anni, riporta numerose fratture ma sopravvive, miracolosamente. Non c'è invece nulla da fare per la moglie, Sonia Baiocchi, 52 anni, molto conosciuta e ben voluta a Sorbolo, dove conduceva assieme al marito due imprese edili: la donna, che lascia anche due figli e una nipotina, e che si trova sul lato-passeggero in cui avviene il terribile impatto, muore praticamente sul colpo a causa delle gravi ferite riportate".
Solo ora, dopo una serie di verifiche ed indagini, si è appreso che il conducente dell'autotreno, indagato per omicidio colposo, era sotto l'effetto di sostanze stupefacenti.
I congiunti della donna, attraverso i consulenti Linda Mazzon e Carmine Romano, si sono quindi rivolti a Studio 3A, la squadra di professionisti specializzati nel risarcimento, per far valere i propri diritti e anche per fare piena luce su una tragedia che presenta ancora parecchi lati oscuri, a cominciare da quello legato al cronotachigrafo del mezzo pesante, che è scomparso.
Ermes Trovò, Amministratore unico di Studio 3A, tornando a sollecitare la conclusione dell'iter legislativo per l'omicidio stradale, e facendosi anche portavoce dei familiari di Sonia Baiocchi, afferma:
"Questo non è omicidio colposo: quando uno si mette in strada, tanto più con un mezzo pesante, totalmente imbottito di droga, sa di poter uccidere. Quello di Sonia Baiocchi è un omicidio a tutti gli effetti: un omicidio stradale. Noi sosteniamo da tempo la necessità di un inasprimento delle pene e che il reato di omicidio stradale va distinto da quello di omicidio colposo. Ormai non bastano più le parole per esprimere la rabbia e l'indignazione di fronte a vicende di questo genere, eppure non passa giorno in cui non dobbiamo leggerne altre. Non c'è più tempo. Mentre attendiamo che diventi legge il Ddl che introduce il reato di omicidio stradale, continuiamo ad assistere impotenti a terribili morti causate da pirati della strada, ubriachi o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, come in questo caso. La linea deve essere severa, non si può più transigere: i colpevoli vanno puniti".
Alla guida ubriaco ha travolto lo scooter su cui viaggiavano due coniugi, fuggendo dopo l'incidente. La vittima dell'incidente è Pinuccio Zambianchi, deceduto durante il trasporto in Ospedale. -
Piacenza, 1 settembre 2015 -
Il tragico incidente si è consumato ieri sera poco dopo le 20.30, a Pontenure nel piacentino, dove un uomo di 64 anni, Pinuccio Zambianchi è morto dopo essere stato travolto da un'auto. Il pirata della strada era alla guida ubriaco, quando ha imboccato contromano la via Emilia a Pontenure e ha travolto lo scooter su cui viaggiavano la vittima e la moglie, rimasta ferita. Dopo l'incidente, l'auto non si è neanche fermata a prestare soccorso. L'Ansa riporta che secondo testimonianze il veicolo addirittura sarebbe passato sopra al 60enne a terra nel tentativo di fuggire. Il conducente dell'auto è stato subito fermato dai Carabinieri, poco chilometri dopo l'incidente. L'uomo che deve rispondere di omicidio colposo e fuga, verrà processato per direttissima.
Latitante arrestato a Fabbrico: deve finire di scontare la condanna a 6 anni e 8 mesi di reclusione per tentato omicidio. -
Reggio Emilia, 31 agosto 2015 -
E' stato arresto dai parte dei Carabinieri un cittadino turco di 34 anni, su cui grava un provvedimento di cattura internazionale emesso dal Tribunale di Denizli, in Turchia. Latitante, era domiciliato a Fabbrico, nella Bassa Reggiana. L'uomo, deve finire di scontare la condanna a 6 anni e 8 mesi di reclusione per tentato omicidio di cui gli restano circa due anni. Bloccato dai militari, si trova nel carcere di Reggio Emilia in attesa di essere consegnato alle autorità turche.