Di Lamberto Colla Parma, 15 Dicembre 2024 - C’è sicuramente da fidarsi. Le parole distensive del nuovo padrone di Damasco, che addirittura lascerà alle donne di non indossare il copricapo e pure di guidare le automobili, devono rassicurarci.
Infatti a cantare vittoria nell’immediatezza della deposizione di Assad e a plaudire alla liberazione sono stati il decaduto Biden, che ha onestamente dato la grazia al figlio, e il decadente Macron, il cui governo è appeso a un filo e sotto scacco della sinistra.
Loro hanno applaudito al rovesciamento politico siriano pensando di indebolire Russia e Iran. Così come in Afganistan gli USA armarono i Talebani per sconfiggere sempre l’odiata Russia e quel che avvenni dopo lo sappiamo.
Dai talebani all’11 settembre, quindi al-Qaida e infine alla Primavera araba, grazie al contributo Anglo-Francese attraverso i quali si arrivò al rovesciamento di Gheddafi, senza autorizzazione internazionale, per non parlare di Saddam Hussein assalito, destituito e impiccato a seguito di false prove di essere in possesso di armi di sterminio di massa.
La CIA è quasi sempre stata regista, compresa la rivoluzione ucraina del 2014 di Piazza Maidan (EuroMaidan).
Roba da “gomblottisti”, continueranno a sostenere certuni!
Ed ora applaudono al ritorno dei “tagliagole”. Quelli che hanno assaltato e trucidato europei da nord a sud, da est a ovest. Dal Bataclan a Nizza e agli assalti all’arma bianca di Londra e di altri capitali europee. Ogni cristiano era un infedele e perciò degno di morire per mano di chiunque fosse mussulmano.
La Siria potrebbe diventare il primo tassello del mosaico del Califfato. Quella ampia area mediterranea che dall’Iraq arriva alla Spagna.
Quello che hanno tentato di fare gli Jihadisti solo pochi anni fa e che vennero sconfitti solo quando intervenne la Russia coni i suoi soldati a terra e non come gli alleati che tentavano di vincere solo con bombe e missili.
Bravi i nostri leader, che plaudono al sostegno della nuova Siria a patto che mantengano le promesse di transizione liberale.
Ma chi è questo nuovo leader di cui sentiremo parlare… anche troppo.
“Chi sei tu, Abu Mohammed al-Jolani, - si domanda Giorgio Ferrari, dalle colonne di L’Avvenire del 9 dicembre scorso - nuovo padrone della Siria? Sei il fanatico qaedista che venerava l’11 settembre delle Torri Gemelle? Sei l’erede dello scomparso Stato islamico, il Daesh spazzato via insieme al suo califfo e ai ribelli qaedisti di al-Nusra? O sei soltanto il leader di Hts, quell’Organizzazione per la liberazione del Levante, che ora sorride, blandisce, rassicura, motteggia tolleranza? Quello che dice: «Vedete?, non ho fatto del male a voi cristiani», per poi aggiungere: «Nessuno ha il diritto di cancellare un altro gruppo. Queste comunità religiose hanno coesistito in questa regione per centinaia di anni e nessuno ha il diritto di eliminarle». Sembra sincero, Al-Jolani, mentre strizza l’occhio alla modernità («Da noi le donne girano libere, fumano sigarette, guidano le automobili…»), lasciando tuttavia tralignare un lampo di crudele presagio che sembra dire: «I taleban in Afghanistan al nostro confronto sono un modello di tolleranza e di inclusione…»”.
Ed ora poveri Curdi torneranno a essere massacrati dai Turchi. I Curdi furono quelli che più di tutti gli altri è stata la forza di terra più determinata a distruggere lo Stato islamico in terra di Siria.
Fu sufficiente il “cinguettio” di Donald Trump che annunciava, in quell’ottobre del 2019, l’intenzione di ritirare le truppe dalla Siria, che le colonne dei blindati hanno lasciato le caserme turche alla volta dei territori curdi siriani e solo 24 ore dopo i missili, con la “mezza luna” avevano già solcato i cieli e fatto le prime vittime civili.
Ora affidiamo ai tagliagole il futuro del medio oriente e di questa Europa inutile, penosa, solo orientata al “Green” ma ormai al verde, anche di idee e di intelligenze.
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