In realtà i progetti bloccati sono due denominati uno: “Marvel” e l’altro: “Protector”, che prevedevano appunto l’applicazione dell’intelligenza artificiale l’uno per videosorvegliare e l’altro, per ascoltare i cittadini con l’ausilio del riconoscimento facciale h 24.
I due progetti finanziati dall’Unione europea avevano lo scopo di sperimentare, attraverso una piattaforma tecnologica, la funzione di raccogliere tramite delle telecamere e microfoni collegati ad un sistema di video-audio-sorveglianza, materiale da destinare “all’addestramento” dei modelli matematici di controllo sociale, in nome di future situazioni potenzialmente pericolose.
Trento però non è un caso isolato; in tutt’Italia, per chi non se ne fosse ancora accorto, i primi cittadini stanno creando restringimenti delle vie principali d’accesso alle città, installando telecamere che fungeranno da futuri varchi d’accesso in modo tale che i rallentamenti a cui verremmo sottoposti siano efficaci per controllare i nostri spostamenti e consentiti soltanto con un valido lascia passare.
Chi pensava che con l’ordinanza del Garante fosse finito tutto, probabilmente non ha fatto i conti con la Von der Leyen che, proprio a fine mese scorso ha annunciato “l’introduzione di un sistema complessivo di controllo dei dati che dovrebbe essere utilizzato dall’80% dei cittadini entro il 2030”.
Il discriminatorio green pass, ora trasformato in ID digitale, è più vivo che mai grazie al fatto che la parte più ampia della popolazione europea non ha battuto ciglio nel piegarsi al ricatto pandemico introdotto dai governi e ha dato, di fatto, “l’autorizzazione” agli stessi governi di bypassare i diritti individuali e costituzionali dei cittadini.
Un processo di rieducazione che passa attraverso una schedatura di massa degna di essere denominata controllo sociale e non più per un servizio precauzionale di monitoraggio sanitario, ma bensì per obbligare qualsiasi cittadino a sottostare con un click, ad una “vita sociale” non decisa da esso stesso.
Dobbiamo pensare che il nostro corpo, la nostra libertà di movimento, appartiene solo a noi stessi e non è di proprietà di un qualsiasi ente “padrone”, ma la pericolosità delle varie cessioni di “sovranità personale”, stanno aprendo la strada a dei rapporti di nuova schiavitù.
Probabilmente stiamo ritornando in quella fase del medioevo nella quale colui o colei che venivano definiti eretici, erano sottoposti a tortura fino a quando non avessero pronunciato la parola “credo” e forse molti non sanno che l’abolizione della tortura fu voluta dall’italiano filosofo-giurista, Cesare Beccaria.
Quello che sta avvenendo attorno al nostro essere persone libere, è un potente terremoto dove il nostro corpo, lo si vorrebbe denudato del suo significato umano.
Un passo per liberarsi della verità che spaccherà la vita delle persone e lo squarcio che si creerà, avrà proporzioni devastanti.
Già da molto tempo assistiamo ad investimenti sproporzionati che favoriscono propaganda e censura, cercando di convenzionare una società della post-verità.
La speranza, comunque, la dobbiamo riporre nella certezza del diritto come appunto avere un Garante della privacy che nel caso di Trento, ha difeso i diritti costituzionali individuali dei cittadini.
Sta a noi difenderci e come diceva Karl Popper: “La libertà può venir sempre perduta. Non c’è permesso di restare con le mani in mano, pensando che essa sia assicurata per sempre”.