Venerdì, 13 Ottobre 2023 05:17

L’oncologo Bizzarri: “Bisogna studiare eventuali legami tra cancro e vaccini anticovid” In evidenza

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Il professor Mariano Bizzarri spiega perché la cosiddetta “campagna vaccinale anticovid” ha in realtà somministrato informazioni genetiche nella popolazione

Di Giulia Bertotto Roma, 12 ottobre 2023 (Quotidianoweb.it) - Il dottor Mariano Bizzarri, oncologo e  saggista romano, è professore associato presso il dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università La Sapienza di Roma. È Direttore del laboratorio di Biologia dei Sistemi presso il medesimo dipartimento. Sull'approccio sistemico alla biologia è stato il curatore di Systems Biology (2018). Autore di pubblicazioni scientifiche internazionali e di saggi divulgativi, tra gli altri, sull'eziopatogenesi multifattoriale del cancro e sui rischi della manipolazione genetica.

Quotidianoweb ha avuto la preziosa opportunità di intervistarlo. Perché ci troviamo di fronte a quella che potrebbe rivelarsi una rivoluzione genetico-antropologica dell’essere umano, iniziata con una sperimentazione su larga scala chiamata “campagna vaccinale anticovid”.

Professor Bizzarri, lei ha dichiarato in un’intervista a La Verità di condividere la preoccupazione del dottor Buckhaltus sui residui di RNA che resterebbero nell’organismo delle persone vaccinate (o meglio che hanno assunto il profarmaco cosiddetto anticovid) in quanto frammenti genetici possono entrare nel DNA.  Per questo, ha affermato, sono necessari controlli a campione. Può spiegarci meglio questo meccanismo?

Già sappiamo, da studi attendibili, che i frammenti di DNA o di mRNA (il quale viene poi convertito in frammenti di DNA), si integrano nel nostro corredo genetico. Spesso, per fortuna, questa integrazione non ha esiti nefasti, ma a volte invece possono causare effetti importanti nell’organismo. Dato che si tratta di un meccanismo potenzialmente di grande rilevanza nell’ambito medico, scientifico, e quindi anche sociale ed etico - perché andiamo a modificare la struttura e la stabilità del patrimonio genetico - è un tema che merita di essere indagato e studiato. Mi pare che invece si tenda a sottovalutare qualsiasi pericolo emerga da questi cosiddetti vaccini; ma non è così che procede la scienza.

Noi medici abbiamo infatti dati che ci fanno ritenere che, per più di un motivo -tra cui questo meccanismo- queste terapie geniche siano causa di patologie, e quindi malori, che non devono essere trascurate.

Di quali patologie parliamo?

Patologie cardiache molto serie come miocarditi e pericarditi, patologie neurologiche, sindrome di sindrome di Guillain-Barré, neuropatie, malattie autoimmuni.

Lei, in quanto oncologo, ravvisa un aumento nell’insorgenza di tumori e di cancro tra i suoi pazienti in seguito alla cosiddetta “campagna vaccinale”?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo distinguere la percezione dalla realtà statistica. La percezione è che ci sia un aumento di tumori, la realtà statistica è che alcuni tumori, soprattutto tra i giovani sono aumentati da circa quindici anni.

Oggi mancano studi, e quindi dati, per asserire che a seguito della vaccinazione anticovid ci sia stata una maggiore incidenza di neoplasie. Ma qui sta il problema: non si può sapere e trovare ciò che non viene cercato e soprattutto ciò che un certo sistema che si definisce scientifico -ma che è in realtà manovrato da volontà mediatiche ed economiche- non vuole indagare, e anzi vuole coprire. L’eventuale azione cancerogenica di questi vaccini insomma, non è stata studiata prima della cosiddetta campagna vaccinale e neppure dopo.

Occorrerebbe invece mettere in essere un programma di farmacovigilanza attiva per capire cosa sta succedendo, ma per far questo non basta un ricercatore zelante e di buona volontà, bisogna predisporre una rete di raccolta dati e studiarli, servono fondi e laboratori. Un buon punto di partenza potrebbe essere quello di verificare su animali da sperimentazione se la somministrazione di questi prodotti può indurre la proliferazione di nuovi tumori o indurre la riattivazione di quelli dormienti.

Quali esami di controllo consiglierebbe ad una persona che si è sottoposta a terapia genica anticovid e ora teme effetti avversi?

Contro la paura non ci sono farmaci, e dobbiamo stare attenti anche a non innescare una psicosi da vaccino. Se la persona in questione non accusa sintomi o malesseri, mantiene lo stesso stile di vita precedente alla vaccinazione senza avvertire particolare affaticamento, non dovrebbe fare alcuna analisi. Attualmente non è pensabile di fare screening per valutare direttamente gli effetti dell’inserimento di queste sequenze di DNA nell’organismo di milioni di persone.

I preparati anticovid essendo profarmaci e non vaccini, andavano per legge prescritti?

Esattamente. Quelli anticovid non sono vaccini ma terapie geniche, perché somministriamo all’organismo acidi nucleici che portano un’informazione, la quale in qualche modo modifica l’attività di sintesi genica, dunque rientrano perfettamente in questa categoria farmacologica. In quanto terapia, questi prodotti avrebbero dovuto sottostare ad un sistema di regolazione diverso da quello previsto per i vaccini; occorrevano test di tossicità e cancerogenicità, analisi mai effettuate, sia in forza dell’emergenza (in un primo tempo), sia per ottenere maggiori vantaggi tempistici e profitto dall’equiparare terapie geniche a vaccini. Questo non è avvenuto e continua a non avvenire. Una truffa mondiale.