Una miscela di pensieri da mancata Covid-ansia che tende a creare una forma di pensiero unico, dove la tecnologia è l’unico metro di misura umano e culturale, per favorire i modelli economici altamente tecnologici e uno stato che punta a medicalizzare l’esistenza dei propri cittadini, schiacciando l’essenza della vita dei popoli.
Una prospettiva la cui unica componente è quella economica, basata sull’ideologia politica della quantità e non sull’effettivo valore del servizio all’uomo, facendole assumere un tono di vero e proprio oppressore dei popoli.
Il progresso scientifico dovrebbe costituire quella fonte di verità per l’evoluzione dei popoli, ma quello a cui stiamo assistendo è una deformazione della scienza, in favore dei dogmi economici dello scientismo.
Preoccupa davvero assistere al ritorno dei bollettini dei tamponati asintomatici untori. Abbiamo voluto parlarne con il Biologo molecolare Dr. Leonardo Guerra esperto in Ricerca e Sviluppo e Rapporti Istituzionali, con una grande esperienza professionale.
Dr. Guerra ascoltandola in tanti suoi interventi abbiamo capito che in questi ultimi tre anni, lei ha studiato molto i dati dei vaccini degli ultimi trent’anni, cosa ha scoperto?
In questi ultimi 3 anni, essendomi preso il tempo necessario, sono andato a rivedermi i dati di efficacia, nella vita reale, dei vari vaccini tradizionali, di quello Covid-19 e anche la storia delle varie pandemie che si sono susseguite con cadenza biennale negli ultimi 30 anni. Scarsa l’efficacia, se non trascurabile, nella maggior parte dei casi e, le seconde, tutte sospette di aver avuto un’origine umana se non addirittura militare, come il SarsCoV2.
Quindi parliamo di una tecnologia nuova o già conosciuta?
Nel caso dei vaccini Covid-19 si parla della tecnologia a mRNA che, seppur datata (2010), però non era mai stata usata prima nell’uomo. Si tratta di una tecnologia completamente diversa da quella dei vaccini tradizionali (si tratta, infatti, di una terapia genica), con effetti per certi versi ancora sconosciuti nell’uomo, molto potente e imprevedibile. Immessa in commercio grazie alla concessione di un’autorizzazione condizionata (legata alla presunta emergenza Covid 19), sulla base di studi clinici registrativi di qualità approssimativa e incompleti, soprattutto per quanto riguarda i dati di sicurezza. Con un rapporto beneficio/rischio, generale, sfavorevole. Attuare una vaccinazione di massa, addirittura globale, su persone sane in queste condizioni è stato sicuramente un azzardo. I dati di farmacovigilanza passiva (segnalazioni spontanee) del Governo UK, di EudraVigilance e VAERS parlano chiaro, nonostante una fortissima sottostima di sistema. Il caso AIFA, svelato dalla trasmissione “fuori dal coro” è sicuramente indicativo del clima generale nel nostro paese. Colpisce, inoltre, il fatto che la composizione di questi vaccini continui ad essere coperta da segreto militare.
Ma allora perché i medici in generale non si sono posti il problema della mancanza di dati?
La maggioranza della classe medica, purtroppo, ha abbandonato la sua missione di salvaguardia della salute delle persone (giuramento di Ippocrate, “Primum non nocère”) per diventare pressoché esecutori di ordini o promotori di terapie croniche allopatiche, spesso, di dubbia efficacia.
Il processo è iniziato molti anni fa, ed ha portato progressivamente all’abbandono nella medicina dei suoi capisaldi storici, fra questi: il valore straordinario del sistema immunitario di una persona sana, di quello insuperabile dell’Immunità Naturale e di Comunità, nella lotta alle malattie infettive, soprattutto di tipo influenzale come il Covid-19. Per il sistema attuale l’unica prevenzione possibile e le uniche terapie valide ed efficaci sono quelle esclusivamente coperte da brevetto.
Il cardine economico, guida, purtroppo e prevalentemente, le pratiche è quello dell’annullamento rischio professionale individuale, l’uso sistemico di protocolli clinici decisi spesso centralmente (OMS).
Perfino i clinici tradizionalmente esperti di vaccini (infettivologi, pediatri e ginecologi), con le loro società scientifiche, non si sono posti alcuno scrupolo e si sono trasformati prontamente in promotori, fin dal primo momento, di un vaccino sperimentale. Basti pensare soltanto alla sua somministrazione nei fragili e in gravidanza senza dati clinici di supporto. Alla faccia della “regola d’oro”, in vigore da almeno 50 anni, di non trattare con farmaci e vaccini le donne incinte e i bambini piccoli. Le ragioni sono ovvie, l’immaturità del sistema immunitario del nascituro lo esporrebbe a rischi di reazioni avverse molto gravi e persistenti. Lo stesso dicasi per il neonato. La storia insegna.
Ma nei ricordi del passato, non ci sono esperienze terribili in questo ambito?
Molte, ma la più emblematica è degli anni ‘50 con la Talidomide, immessa sul mercato come ansiolitico per donne gravide, senza dati di sicurezza. Il dubbio che fosse stata introdotta per favorire gli aborti e il controllo delle nascite è sempre più presente. La storia della farmacologia è piena di fatti come questi, che purtroppo tendono a ripetersi. Per non parlare dell’uso del farmaco AZT (mostarda azotata) nell’HIV. Noi di formazione tecnico-scientifica, medici inclusi, siamo tendenzialmente miopi, con una vista addirittura convergente sui dettagli di un certo processo fisiopatologico o di un organo del corpo. Facciamo, quindi, fatica a guadagnare una visione complessiva e profonda che includa anche settori contigui alla pratica medica per poter così riconoscere la vera natura e l’eventuale dimensione politica di certi accadimenti.
Una rappresentazione terribile che ci porta a quell’Agenda 2030?
Il quadro nel suo insieme risulta, piuttosto, chiaro. Basti pensare al progetto in corso di realizzazione di concentrare il potere decisionale politico mondiale nelle mani dell’OMS, con la scusa del “Trattato pandemico globale” e della “One Health”, che include di fatto ogni aspetto della vita umana. Questo grazie alla prossima cessione di sovranità sanitaria da parte degli stati all’ente suddetto. L’Agenda 2030 ONU (holding della OMS), sottoscritta e firmata fin dal lontano 1992, è stata riconferma nel 2015, da ben 196 governi, il tutto all’insaputa dei loro cittadini. Ricordo soltanto che stiamo parlando di un’organizzazione sovranazionale (OMS) finanziata principalmente (circa il 70%) da privati (Bill Gates, GAVI ecc), con enormi conflitti d’interesse. Concentrare il potere nelle mani di questi burocrati, mai eletti e spesso incompetenti, che, in occasione della cosiddetta pandemia Covid-19 si sono dimostrati addirittura pericolosi, promuovendo l’adozione di provvedimenti assurdi (esempio mascherine e lockdown, su cui peraltro si sono contraddetti numerose volte), privi di alcuna base scientifica, risulta essere una vera “bestialità”, inaccettabile per noi italiani tutti. Il premier Meloni è stato avvisato direttamente tramite “pec” il giorno 27 dicembre del 2022. Nella lettera inviata da noi di ContiamoCi! l’abbiamo messa in guardia sugli enormi rischi collegati all’ipotesi di cessione di sovranità sanitaria all’OMS, ma non ci ha mai né considerati, né risposto.
Per non dimenticare, infine, il progetto di trasformare le nostre città in “Città dei 15 minuti”, prima fra tutte in Italia proprio Cagliari. Verranno installate migliaia di videocamere per il riconoscimento facciale e biometrico per garantire la sorveglianza e il controllo sistemico. Vi diranno che lo fanno per la vostra sicurezza. A ciascun cittadino verrà richiesto di dotarsi d’ID digitale e accettare il denaro elettronico (CBDC). La chiara volontà politica, non dichiarata, è di suddividere queste città dei 15 minuti in settori “ghetto” in cui rinchiudere progressivamente i propri cittadini, entro il 2030. Si veda cosa sta succedendo ad Oxford in UK. Lo scopo è limitare progressivamente tutte le libertà costituzionali, non ultima quella di movimento, con l’introduzione di un sistema arbitrario di crediti sociali legati all’ennesima ideologia funzionale all’obiettivo del progetto, costruita a tavolino negli USA dalle varie corporation globaliste, cioè quella del “cambiamento climatico” e dell’incremento della produzione di Co2 dovuta all’uso di combustibili fossili e al consumo di carne. Scienziati del calibro del Prof. Antonino Zichichi e del Prof. Franco Prodi, autorità mondiali in ambito climatico, continuano a smentirla, dati alla mano, da ormai almeno 10 anni in tutte le sedi.
Siamo di fronte a scelte politiche fatte sulla pelle dei cittadini… anche questa delle “Città dei 15 minuti”, ovviamente opportunamente confezionata, verrà rivenduta come opportunità unica per i cittadini di Cagliari, grazie a testimonial e narrazioni di marketing seduttive da far invidia alle migliori serie e fiction TV. A noi la scelta…dire NO all’ID digitale, al denaro elettronico e alle “città dei 15 minuti”, cioè a questa operazione lesiva dei nostri diritti costituzionali, o accettare anche questa ulteriore gabbia in cui farci infilare, da cui però sarà praticamente impossibile uscire.
Link utili:
https://www.quotidianoweb.it/cultura-e-societa/cagliari-smart-city-la-discesa-nella-follia/