Di Flavia De Michetti Roma, 26 maggio 2023 (Quotidianoweb.it) - Tale proposta vieterebbe lo sventolamento della bandiera nazionale palestinese ovunque nel Paese e i capi degli istituti ritengono che qualora venisse approvata, innescherebbe “Un'ondata di boicottaggi accademici di tutte le istituzioni israeliane e nel mondo”.
Il direttore dell'Università di Tel Aviv, Ariel Porat, assumendo una posizione irremovibile, ha perfino dichiarato che, se dovesse passare un disegno di legge di questo tipo, non applicherà la clausola della norma che impone l'espulsione permanente degli studenti che sventolano la bandiera palestinese. Il dirigente, infatti, ritiene che la legge sarebbe “illegale” e che potrebbe, quindi, essere soggetta alla Corte Suprema di Israele.
“L'Autorità palestinese non è uno stato nemico o un'organizzazione terroristica. Alzare la propria bandiera è un'azione protetta dalla libertà di espressione”, ha dichiarato Porat.
La proposta, fortemente sostenuta dal parlamentare Limor Son Har-Melech del partito di estrema destra Otzma Yehudit (letteralmente “Potere Ebraico”) e che, la scorsa settimana, ha superato la lettura preliminare alla Knesset (il Parlamento monocamerale di Israele), renderebbe illegale sventolare la bandiera di un'entità ostile a Israele.
Tuttavia, in alcune note esplicative è possibile leggere che viene stabilita la “reciprocità”, vietando dunque le bandiere di entità territoriali che, allo stesso modo, vietano la bandiera nazionale israeliana.
Lo scopo sembrerebbe essere quello di rendere illegale per gli israeliani sventolare bandiere palestinesi, autorizzando, in caso di violazione, la Polizia a intraprendere un'azione energica e immediata contro le manifestazioni nella comunità araba, dove tali striscioni sono spesso esposti.
Pur riconoscendo il diritto di protestare, il disegno di legge propone di rendere l'esposizione di tali bandiere un reato penale, punibile con un anno di reclusione.
In una dichiarazione di ieri, l’Association of University Heads ha denunciato la legislazione come un provvedimento esageratamente intransigente e, in particolare, come repressione della libertà di parola, dichiarando che “Il disegno di legge cerca di trasformare gli istituti di istruzione superiore in rami della Polizia israeliana e dello Shin Bet (agenzia di intelligence per gli affari interni dello stato di Israele), costringendoli a rintracciare centinaia di migliaia di studenti nei loro locali e a imporre punizioni per azioni che, attualmente, sono per lo più protette dalla libertà di parola”.
I dirigenti degli istituti hanno, inoltre, aggiunto: “Questa è politicizzazione e un intervento profondo e irragionevole nelle attività del campus. Un tentativo di utilizzare il mondo accademico per l'esecuzione penale, trasformando i dirigenti delle istituzioni in poliziotti, giudici e persino carnefici, quando si tratta di reati che non hanno nulla a che fare con il mondo accademico”.