Di Flavia De Michetti Roma, 28 marzo 2023 (Quotidianoweb.it) - Nelle ultime ore, il vescovo di Osnabrück e Vicepresidente della Conferenza Episcopale Tedesca Franz-Josef Bode si è dimesso e ha dichiarato: “Nei quasi 32 anni del mio servizio episcopale, inclusi quasi 28 anni come vescovo di Osnabrück, ho portato la responsabilità in una chiesa che non solo ha portato benedizioni, ma anche sensi di colpa. Soprattutto nel trattare i casi di violenza sessuale da parte di chierici, io stesso mi sono concentrato a lungo più sui perpetratori e sull'istituzione che sulle vittime. Ho giudicato male i casi, spesso ho agito con esitazione e ho preso alcune decisioni sbagliate e non sono stato all'altezza delle mie responsabilità di vescovo in questi momenti”.
Bode ha inoltre aggiunto: “Riconosco espressamente la mia responsabilità e i miei errori personali e, oggi, posso solo chiedere perdono a tutte le persone colpite”.
Il vescovo ha più volte rifiutato di dimettersi, nonostante un rapporto provvisorio sugli abusi, pubblicato il 20 settembre 2022, di 600 pagine circa intitolato “Violenza sessuale contro minori e persone vulnerabili da parte del clero nella diocesi di Osnabrück dal 1945”.
Secondo quanto riportato nel testo, infatti, nei primi tempi del suo mandato, ha ripetutamente mantenuto in carica persone accusate di abusi o le ha nominate ad altri incarichi, compresi ruoli di leadership nella pastorale giovanile.
Lo stesso giorno, forse non a caso, Papa Francesco ha confermato una versione aggiornata relativa alle procedure per prevenire e contrastare il fenomeno degli abusi sessuali all’interno della Chiesa Cattolica, diffondendo la nuova versione del motu proprio “Vos estis lux mundi”, in vigore a partire dal 30 aprile e che sostituisce la versione uscita a maggio 2019.
Tra le novità introdotte, la più importante riguarda il “Titolo II”, con le disposizioni estese anche ai “Fedeli laici che sono, o sono stati, moderatori di associazioni internazionali di fedeli riconosciute o erette dalla Sede Apostolica, per i fatti commessi mentre erano in carica”.
È importante ricordare che non si tratta di un documento nuovo, ma di una conferma di quanto fatto dal Papa nel motu proprio originario ed è anche il risultato dell'esperienza di altre Chiese. Proprio per questo motivo si assiste all'inserimento di laici che ora sono anch'essi sotto la guida di Vos Estis.
A quasi quattro anni dalla sua entrata in vigore, dunque, le modifiche apportate servono per favorire una migliore applicazione delle norme.
Sono state introdotte molte altre novità per far sì che il testo delle procedure contro gli abusi si armonizzi con le altre riforme normative, introdotte dal 2019 ad oggi.
In particolare, con la revisione del motu proprio “Sacramentorum sanctitatis tutela” (norme emendate nel 2021), con le modifiche al Libro VI del Codice di Diritto Canonico (riforma del 2021) e con la nuova Costituzione sulla Curia Romana, “Praedicate Evangelium” (promulgata nel 2022).
Tra queste, dunque, quella che riguarda gli adulti “vulnerabili”.
Mentre prima, infatti, si parlava di “Atti sessuali con un minore o con una persona vulnerabile”, nella nuova versione si parla di “Delitto contro il VI comandamento del decalogo commesso con un minore o con persona che abitualmente ha un uso imperfetto della ragione o con un adulto vulnerabile”.
Un’ulteriore modifica riguarda la tutela di chi presenta la segnalazione di un presunto abuso.
In precedenza, si affermava che a colui che segnala non può essere imposto alcun vincolo di silenzio, ora, invece, si aggiunge che questa tutela va estesa, oltre a chi effettua una segnalazione, anche “alla persona che afferma di essere offesa e ai testimoni”.
È stata, inoltre, rafforzata la sezione dove si chiede di salvaguardare “La legittima tutela della buona fama e la sfera privata di tutte le persone coinvolte”, oltre alla presunzione di innocenza per chi è indagato, in attesa che vengano accertate le sue responsabilità.
Nella vecchia versione di “Vos estis lux mundi” si parlava più genericamente di “sistemi stabili”, mentre in quella nuova viene anche specificato che le Diocesi e le Eparchie devono dotarsi di “organismi e uffici” facilmente accessibili al pubblico per ricevere le segnalazioni di abusi, precisando anche che il compito di procedere con l’indagine è un dovere del vescovo del luogo dove sarebbero avvenuti i fatti denunciati.
Il documento continua a comprendere non soltanto le molestie e le violenze sui minori e sugli adulti vulnerabili, ma anche la violenza sessuale e le molestie conseguenti all’abuso di autorità. Un obbligo che include, dunque, anche qualsiasi caso di violenza sulle religiose da parte di chierici, come anche il caso delle molestie a seminaristi o novizi maggiorenni.
Nel giugno del 2021, è stata resa nota una lettera inviata in Vaticano qualche mese prima dello stesso anno, nella quale veniva espressa “La massima preoccupazione per le numerose accuse in tutto il mondo di abusi sessuali e violenza commesse dai membri della Chiesa cattolica contro i bambini e per le misure adottate dalla Chiesa cattolica per proteggere i presunti abusatori, coprire i crimini, ostacolare la responsabilità dei presunti abusatori ed eludere le riparazioni dovute alle vittime”.
Le preoccupazioni riguardavano anche i continui tentativi da parte dei membri della Chiesa Cattolica di minare gli sforzi legislativi per perseguire i delinquenti sessuali nelle giurisdizioni nazionali, oltre alle pressioni per preservare la prescrizione che impedisce alle vittime che raggiungono l'età adulta di rivolgersi alla giustizia.
Tra i casi nazionali di Concordato sono esplicitamente menzionati l’Italia e l’Argentina.
(immagine tratta da dossiercatechista.org.)