Di Andrea Caldart Cagliari, 17 febbraio 2023 (Quotidianoweb.it) - In molti nel mondo si stanno chiedendo come mai l’organo di stampa più conosciuto in America il New York Times, si sia scatenato contro Ursula Von der Leyen, denunciandola.
Un media che da sempre sembra diventato quasi la voce ufficiale di Biden accreditando su qualsiasi tema l’ottuagenario presidente proferisca, ha spiazzato tutti con l’annuncio di aver citato in giudizio la Von der Leyen.
Anche perché dobbiamo ricordare che tutti gli intrecci con l’Europa, partono da lì, dall’America e quindi che cosa “viaggia” su questa “operazione speciale”?
Forse tentare di lavarsi la coscienza e recuperare un pochino di credibilità, vista “la spalla” data alla narrazione della pandemia e l’inefficacia dei vaccini.
Un modo per cercare di far dimenticare il killeraggio della narrazione dei “salvifici vaccini” suggeriti dall’agenda del WEF di Schwab, Bill Gates & Co, o un servo in crisi d’identità verso un padrone che non riconosce più?
Fatto sta che attaccare la Von der Leyen proprio adesso, probabilmente all’apice della crisi tra Russia e Ucraina, ha davvero dell’enigmatico.
Va detto anche che prima del NYT c’era stato già il quotidiano tedesco Bild-Zeitung che cercò con la legge di avere i famosi contratti e Sms tra Ursula e Albert Bourla, ma senza successo ottendo solo l’archiviazione da parte dei Tribunali tedeschi.
Che l’apprezzamento della Von der Leyen sia ormai pressochè nullo non serve uno studioso a capirlo e da parte sua, Ursula non è che si adoperi per spegnere questo fuoco, anzi.
In questi giorni è riuscita a far sbattere le porte in faccia alla commissione che indaga sulla questione contratti Pfizer e Sms riuscendo ad ottenere che non vi fosse il suo controinterrogatorio pubblico.
In questo modo la presidente Von der Leyen ha fatto capire chiaramente che ha qualcosa da nascondere, circa il suo ruolo di “negoziatrice” tra l’Europa e la Pfizer.
Ieri la Conferenza dei Presidenti, che comprende tutti i capi dei gruppi politici e il Presidente della Commissione, hanno deliberato di porre le domande alla Von der Leyen a porte chiuse, in privato.
Un bel primato di trasparenza istituzionale su di un accordo multimiliardario che genera morti e danni fisici, e che dovrebbe avere come primo principio, quello di essere visibile e consultabile da tutti, ed invece ora, Ursula può stare tranquilla, protetta dai membri politici europei più alti in grado.
Solo L'eurodeputato del Partito popolare europeo, Siegfried Mureșan, ha respinto “l’accusa” che il gruppo stesse proteggendo la presidente dicendo che questa è la “conclusione alla ricerca di un argomento”.
E forse “l’operazione speciale” lanciata dal NYT cerca anch’essa una conclusione, quella di far uscire di scena personaggi come Ursula che continuano ad incitare all’odio, propagandando una russofobia con sanzioni che avvantaggiano Putin e indeboliscono l’Europa e anche l’America.
Che l’ottuagenario Biden lo abbia capito?
Tutte le ipotesi sono aperte e non perdiamo mai di vista gli “amici americani” e soprattutto dobbiamo ricordaci che, il marito di Ursula, è il direttore di un’azienda farmaceutica americana co-interessata nell’affare dei vaccini.
Quella che abbiamo davanti sembrerebbe essere un’Europa sempre più corrotta, caso Qatar, opacità dell’amministrazione della presidente e mancanza di trasparenza verso i cittadini che ancora una volta di più, vedono, i conflitti d’interesse dei grandi gruppi finanziari privati, predominare volutamente contro gli interessi reali della società civile.