Di Andrea Caldart Cagliari, 2 agosto 2022 - Alla notizia della visita, subito la gran cassa dei media cinesi, risuonavano che la sola ipotesi che la Pelosi andasse a visitare l’isola “ribelle” può innescare una spirale di nuova crisi che andrà a complicare i già tesi i rapporti tra i due paesi.
Ancora tutto da confermare?
Secondo i media di Taiwan, tra cui l’emittente televisiva Next Tv, che riporta una propria “notizia esclusiva” riguardo all’arrivo della Pelosi sull’isola, confermano che arriverà nella nottata di oggi.
Anche a Washington si sono mobilitati subito con il portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale, John Kirby, il quale ha precisato ieri che: "Pelosi non ha ancora annunciato una visita a Taiwan e sta a lei decidere" ribadendo altresì: "Niente è cambiato nella politica degli Stati Uniti" verso Taiwan, "non ne sosteniamo l'indipendenza".
Lo scopo del viaggio è “riaffermare l’impegno irremovibile degli Stati Uniti nei confronti di alleati e amici nell’Indo-Pacifico” e prosegue la speaker della Camera Usa: “Un Indo-Pacifico libero e prospero gioverà non solo agli Stati Uniti ma anche al mondo intero”.
Alla fine, alle 17,00 ora italiana, l'aereo con a bordo Nancy Pelosi è atterrato nella provincia cinese "ribelle", nell'imbarazzo, si legge, degli stessi statunitensi.
Un po' difficile da capire questa bandiera dei diritti umani se pensiamo un Paese che Amnesty International ha più volte ripreso dichiarando ultimamente: "Il governo degli Usa ha fatto ripetutamente ricorso alla forza letale in vari paesi del mondo, utilizzando anche droni armati, in violazione dei suoi obblighi sanciti dalle norme internazionali sui diritti umani e, dove applicabile, dal diritto internazionale umanitario.
Ong, esperti delle Nazioni Unite e mezzi d’informazione hanno documentato come questo tipo di raid compiuti all’interno e all’esterno di zone di conflitto armato attivo abbiano causato ferimenti o arbitrariamente privato persone che dovrebbero essere tutelate, compresi molti civili, del loro diritto alla vita, compiendo atti in alcuni casi equiparabili a crimini di guerra”.
Sempre secondo Amnesty c’è dell’altro: “La sempre più scarsa attenzione dimostrata dall’amministrazione verso la protezione dei civili durante operazioni militari letali ha aumentato la probabilità di uccisioni illegali, ostacolato la valutazione della legalità di questi raid e impedito l’accertamento delle responsabilità e l’accesso alla giustizia e a rimedi efficaci per le vittime di uccisioni illegali e danni ai civili”.
I cinesi non sono stati con le mani in mano a guardarsi negli occhi e, attraverso una dichiarazione del loro ambasciatore alle Nazioni Unite Zhang Jun, il quale ha sottolineato come: "Una visita del genere è molto pericolosa, molto provocatoria". "Se una visita del genere si verifica, minerà anche le relazioni tra la Cina e gli Stati Uniti”.
Insomma, la tensione non è solo a stelle e strisce, ma anche nelle stelle cinesi che sotto la loro luce, nelle ultime ore, hanno fatto muovere aerei da guerra cinesi, avvistati in prossimità della linea mediana dello Stretto di Taiwan con navi da guerra cinesi che sono presenti non lontano dalla linea di separazione.
Francamente risulta davvero incomprensibile il perché di ogni pretesto per mettere in atto azioni e provocazioni militari dove, lo scenario finale, sarà solo l’aumentare di vittime e, noi che siamo governati da filo-atlantisti, saremo i primi.
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https://www.amnesty.it/rapporti-annuali/rapporto-2021-2022/americhe/stati-uniti-damerica/
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(Foto. Nancy Pelosi prima a sinistra: President John F. Kennedy observes as Thomas D’Alesandro, Jr. is sworn in as a member of the Renegotiation Board in the Oval Office, White House, Washington, D.C. (L-R) Nancy D’Alesandro (later Nancy Pelosi); Annunciata “Nancy” Lombardi D’Alesandro; President Kennedy; Thomas D’Alesandro; White House Administrative Officer Frank K. Sanderson.)