Sabato, 06 Aprile 2013 13:57

38 esimo parallelo, venti di guerra In evidenza

Scritto da

- di Lamberto Colla - 


Parma 06 Aprile 2013

E' di poche ore fa la notizia che l'esecutivo della Corea del Nord non sarà in grado di garantire la sicurezza dei diplomatici stranieri in caso di conflitto. A riferirlo è l'Ambasciata Britannica a Pyongyang dopo che si sono succeduti tutta una serie di mosse e contromosse militari scatenate dalle esercitazioni militari congiunte di Corea del Sud e USA.

 

- La tregua del 1951 -

Dapprima fu la dichiarazione di annullamento della tregua del 1951 e poi via via dichiarazioni sempre più bellicose seguite da spostamenti di basi missilistiche mobili della Corea del Nord con target l'isola di Guam e il Giappone.

- Tensione sui mercati -

Segnali di conflitto imminente resi ancor più veritieri dalle tensioni che iniziano ad avvertirsi sui mercati internazionali delle materie prime strategiche; olii, burro e latte in polvere. Negli ultimi giorni si sono scatenate richieste di accaparramento di grandi quantitativi di questo prodotti indispensabili per l'alimentazione umana.
Ancora i prezzi non sono cresciuti ma il fermento di trattative e soprattutto le grandi quantità che vengono richieste non lasciano presagire nulla di buono.
- 10 aprile a rischio -
Il 10 aprile, l'ipotetica data di apertura del conflitto, è molto, troppo vicina. Forse è tutta propaganda ma la apprensione è reale.
Il segnale più concreto sta nel fatto che le enunciazioni di imminente conflitto arrivino direttamente da leader supremo, Kim Jong-un e non, come in passato, dal ministro degli esteri o da qualche altro portavoce.

- Conclusioni -


Un 38esimo parallelo sotto scacco nucleare. Già perchè quella che si preannuncia o meglio viene millantato dai nord coreani è appunto un conflitto nucleare. Infatti le rampe missilistiche sono state caricate con i vettori Musudan di medio raggio (4.000 km), peraltro non ancora testati, presentati in pompa magna durante la sfilata militare del 2010.

Dobbiamo soltanto sperare e pregare che i missili siano di carta pesta e che il tutto rimanga una semplice, folle provocazione propagandistica nord coreana.

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