Sabato, 31 Ottobre 2020 14:54

Combattere il Virus valorizzando il lavoro (non deprimendolo). Riflessioni sul lavoro di Luigi Angeletti In evidenza

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Egregio signor Direttore,

Vorrei condividere con Lei e i suoi lettori alcune considerazioni che sono andate via via formandosi negli ultimi tempi riguardo il lavoro, i giovani, la socialità e le misure messe in campo per contrastare la pandemia.

Da anziano sindacalista è certamente il lavoro e la piena occupazione la mia priorità di vita e l'obiettivo che la società intera deve orientare i propri sforzi.

Lavoro è dignità, dignità è socialità e quindi serenità e pace sociale.

Ove venga meno uno dei presupposti di cui sopra inizia una caduta, tipo domino, dei valori, etici, cattolici e di buon senso, che oltre certi limiti gli effetti diventano irrecuperabili.

Il mio timore è che si stia camminando verso quel punto di non ritorno, ma non a causa del Virus, bensì delle misure poste in campo che non sono adeguate a mantenere in auge il delicato equilibrio tra lavoro, dignità e socialità, anzi, ritengo che stiano andando nella giusta parte opposta ovvero della disuguaglianza sociale, di genere e anagrafica.

Insomma, il caos!

Lo smart working è uno dei tasselli che preoccupa. Intanto, a lungo andare, viene meno la coesione all'interno delle imprese e delle istituzioni pubbliche che, soprattutto nel secondo caso, portano a un reale e ulteriore distacco tra istituzioni, intese come servizi ai cittadini. L'obbligo di prenotazione o di accesso via web ai servizi delle amministrazioni, da un lato ritarda la soluzione dei problemi contingenti dei cittadini e dall'altra addirittura esclude moltissimi dagli accessi, anziani e coloro che vivono in quelle zone oscure del disagio sociale.

Nelle imprese private, invece, il rischio è che i più giovani vengano prima o poi emarginati e poi abbandonati se non addirittura licenziati per varie ragioni, non ultima la crisi economica dilagante.

Alcuni rari esempi di inversione di tendenza li ho registrati, ad esempio una importante multiutility radicata nel bolognese sta operando nel tentativo di dare fiducia ai giovani tirocinanti, ma è ancora molto poco.

E' un seme che molti altri dovrebbero iniziare a coltivare, soprattutto in questa nostra grande regione che trova la radice economica in un sistema consolidato, ampio e potente ma che dovrebbe essere riformato per non rischiare di divenire egemone invece che collettivo.

Ed è forse qui che si trova la risposta alla domanda che si è posto il famoso politologo Carlo Galli intervistato da Silvia Bignami nell'articolo dal titolo "Così nella capitale della coesione il Pd regala alla destra la protesta sociale".

Il politologo si chiede per quale ragione il Pd lasci la difesa della protesta di piazza legittima, al netto delle infiltrazioni criminali, alla destra e il partito di maggioranza e di riferimento della sinistra non intervenga.

La risposta, almeno a mio avviso è semplice, e il politologo emiliano che ben conosce le relazioni socio economiche emiliane dovrebbe meglio comprendere più e prima di altri, sta nel fatto che oggi è forza di governo ma soprattutto è parente stretta, se non pater, del sistema economico di riferimento regionale, che dei valori originali sta quotidianamente perdendo la spinta e il ricordo.

Ecco quindi, che in forza del particolare momento storico, sociale e economico, ai drammi e rischi sia giunto il momento di affiancare le opportunità che potrebbero riassumersi in una apertura al pluralismo economico, abbandonando i retro pensieri delle singole parti sociali.

Concludo infine augurandomi che, a fronte di queste divergenze sociali che si stanno sempre più marcando, il partito che da molto tempo difende il riformismo  possa tornare a difenderlo riappropriandosi di un ruolo che oggi sta tentando di assolvere la destra.

Nel ringraziare per l'attenzione Voglia gradire i più cordiali saluti.

Luigi Angeletti

Bologna 31 ottobre 2020

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