Domenica, 02 Agosto 2020 08:06

40 anni e sembra ieri. Da Bologna a Ustica, i misteri mai chiariti. In evidenza

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Berlusconi e Craxi Berlusconi e Craxi

Una mano invisibile mi spinse via dalla stazione di Bologna il 2 agosto 1980 alle 10,25. Universitario iscritto al terzo anno di agraria a Bologna e oggi ormai prossimo alla pensione ma  ancora non conosco tutta la verità.   Non riesco a immaginare i pensieri dei familiari delle vittime o dei 200 feriti di Bologna. Lo Stato c'è?

Di Lamberto Colla Parma, 2 agosto 163esimo giorno dell'anno 1 dell'era  COVID-19 e 144° pandemico - domenica-

La tentazione di parlare della questione di Salvini e della autorizzazione a procedere per i fatti della Open Arms è fortissima, mentre invece ho pensato alla montagna di vittime, dirette e indirette, delle due stragi che segnarono il 1980: Ustica, quando il 27 giugno un aereo di linea esplose in volo (81 morti) e Bologna (85 morti e oltre 200 feriti il più grave attentato dal dopo guerra) dove il 2 agosto una bomba alla stazione distrusse la sala d’attesa, diversi vagoni del treno in sosta al primo binario,

Ma in fondo sono comunque due facce della stessa medaglia.

La medaglia della labile democrazia, mai compiuta, di questo meraviglioso Paese.

Le due stragi, i cui punti oscuri e i depistaggi la fanno ancora da padroni , e un ex ministro dell’Interno che andrà a processo, senza l’accompagnamento dell’esecutivo di cui faceva parte, per avere difeso i confini nazionali, nonostante le intercettazioni di alcuni magistrati, coinvolti nel “Palamara Affair”, rivelarono che, per quanto in ragione e legittimità, Salvini andasse colpito.
''Mi dispiace dover dire che non vedo veramente dove Salvini stia sbagliando. - sosteneva Auriemma nella chat con Palamara - Illegittimamente si cerca di entrare in Italia e il ministro dell'Interno interviene perché questo non avvenga. E non capisco cosa c'entri la Procura di Agrigento'' e la risposta di Palamara arriva lapidaria: ''Hai ragione. Ma adesso bisogna attaccarlo''.

Una richiesta di rinvio a giudizio che avviene in  coincidenza con un periodo nel quale centinaia di illegittimi sbarcano sulle nostre coste e si scopre che molti sono pure vettori di Covid-19 e, come se non bastasse,  riescono persino a fuggire dai centri di accoglienza rischiando di contaminare aree che erano state preservate dal covid-19.

La giustizia farà il suo corso e staremo a vedere come finirà il processo.

Ma a essere una ferita aperta sono, senza ombra di dubbio e in modo trasversale da sinistra a destra, le due stragi di Bologna e Ustica ,dopo 40 anni ancora sono infestate da molti dubbi spesso frutto di  depistaggi orditi da parte di organismi dello Stato che, a posteriori, sono stati etichettati come “deviati” .

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E ogni anno le promesse di fare chiarezza si sprecano invano  da parte delle alte cariche dello Stato che in pellegrinaggio vanno a ricordare e vittime e incontrare i familiari, di anno in anno sempre più amareggiati

Quest’anno, ricorrendo il 40esimo, è stato il Presidente della Repubblica, Capo supremo delle forze armate,  nonché presidente del CSM, Sergio Mattarella, a officiare alle funzioni commemorative e a elargire parole di serenità, giustizia e fiducia (leggi intervento in calce).

E pensare che quel giorno di agosto, anche chi scrive, insieme a altri  4 amici di ritorno da Vulcano (Eolie), avrebbe dovuto sedere su quel treno. Un solo convoglio al giorno parte da Milazzo per raggiungere il nord Italia passando da Bologna, e in quello del 2 agosto avevamo la prenotazione che cancellammo all’ultimo momento per salire sul treno del giorno precedente, avendo ricevuto notizia che la campagna del pomodoro della STAR di Corcagnano  (PR) (dove ero iscritto per il lavoro di raccolta) era stata anticipata. Così  tutti e 5, compresi quelli che sarebbero andati all'Eridania (campagna dello zucchero) o in qualche altro stabilimento del parmense,  abbiamo interrotto la vacanza per risalire a Parma per assicurarci qualche corposo spicciolo che avrebbe rappresentato la nostra riserva aurea da consumare, per alcuni sfizi anche superflui ma salutare per l’autostima, durante il successivo anno accademico e sino all'inizio della successiva stagione di raccolta. 

E la mia facoltà era proprio a Bologna, dove ero iscritto al terzo anno di agraria. Città che raggiungevo quotidianamente con il treno locale, "stile far west",  delle 5,27 del mattino che, se tutto procedeva regolarmente,  sarebbe giunto a destinazione alle 8,05, dopo aver fatto sosta in ogni villaggio attraversato dalla via Emilia, per rientrare in serata con uno dei convogli che dal sud,  ogni ora dalle 18 alle 20,00, fermava  nella città delle due torri e avrebbero preso la direzione per Milano, Torino o Genova.

Il tre agosto 1980 andai invece in auto  a vedere la mia stazione e la mia città adottiva ferite e il treno, quello sul quale non sono mai salito grazie a Dio e alla mano invisibile che mi ha distolto dal luogo predestinato al disastro, disintegrato davanti a un terrificante cratere simbolo dell’esplosione che avrebbe potuto essere provocata da una bomba d'aereo e non certo dall'esplosivo che poteva essere contenuto in una borsa 24ore o in un cestino dei rifiuti. 

Alle 10,25 del 2 agosto 1980 la mia vita è cambiata, nel senso opposto alle 85 vite che viaggiavano su quel caldo treno ormai arrivato a destinazione dopo quasi un giorno intero di viaggio.

Pace all’anima loro, gli innocenti di Ustica e Bologna, nella speranza che finalmente la democrazia si instauri anche in Italia… ma ne dubito, posto che sono stati secretati persino i verbali delle commissioni che sottendevano ai DPCM dell'emergenza sanitaria e istituito il lockdown!

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Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della commemorazione delle vittime della strage di Bologna

Bologna, 30/07/2020
La ringrazio, caro Presidente Bolognesi, per queste considerazioni e per queste indicazioni che ho ascoltato con grande attenzione e registrato con rispetto e altrettanta attenzione.
Dopo il gesto di omaggio alla lapide che ricorda le vittime della barbarie degli stragisti, vi sono poche parole da poter pronunziare, e sono: dolore, ricordo, verità.
Il dolore per le vittime, per tante donne, uomini e bambini assassinati dalla violenza del terrore stragista. Ognuna di queste persone aveva una storia, una prospettiva di vita, un futuro che è stato rimosso, sottratto loro e cancellato.
È stata sconvolta la vita di molti familiari delle vittime. Questo ha indebolito il nostro Paese nella sua società, complessivamente, privandolo di storie di futuro dei suoi cittadini e di tante persone che erano qui in quel 2 agosto, come queste foto manifestano e ricordano.
Questo dolore non è estinguibile; è una ferita che non può rimarginarsi e che per questo motivo chiede ricordo. Il ricordo delle vittime, anzitutto, di quel che è avvenuto, per essere vigili, per evitare che si ripetano, che si ripeta qualunque avvisaglia di strategie del terrore come quella che allora fu messa in campo.
Nel ricordo rientra anche rammentare la reazione di Bologna e dei bolognesi. Una reazione immediata di soccorso per i feriti; una reazione civile, determinata, composta, con molta forza, a difesa della vita, della libertà, della democrazia contro lo stragismo e la strategia del terrore. Una reazione che è stata accompagnata da tutta Italia; una reazione che ha rafforzato la nostra democrazia e ha sconfitto lo stragismo e le sue strategie criminali.
Questo ricordo, naturalmente, sarebbe incompleto e inefficace se non accompagnato, come è stato fatto in questi anni costantemente dai familiari delle vittime e dall’Associazione che li rappresenta, dalla richiesta di verità piena.
E questo è il terzo elemento che vorrei sottolineare: l’esigenza di piena verità, l’esigenza di giustizia, di verità completa che è stata perseguita con determinata e meritoria ostinazione dall’azione giudiziaria, dalla sollecitazione dei cittadini, dei familiari delle vittime contro ogni tentativo di depistaggio e di occultamento.
Questo richiede, naturalmente, che si faccia di tutto, con impegno completo e senza alcuna riserva, perché la verità venga raggiunta in pieno.
Quindi la mia presenza qui, caro Presidente e rappresentanti dei familiari delle vittime, ha questo significato: partecipazione al dolore che rimane, per quanto avvenuto; solidarietà della Repubblica per questo dolore; ricordo, dovere del ricordo e della memoria, perché non si smarrisca mai la consapevolezza di quanto avvenuto e della sua gravità, e di quanto va impedito per il futuro; ribadire l’esortazione, la sollecitazione a sviluppare ogni impegno per la verità, con ogni elemento - documentale o non documentale - che possa contribuire a raggiungere pienamente la verità.
Dolore, ricordo e verità piena: sono queste le sollecitazioni che raccolgo e che esprimo per solidarietà nei vostri confronti e nei confronti di Bologna, della città ferita, che non dimentica questa ferita e che ha reagito in maniera esemplare a quel che è avvenuto.
È questo il significato della corona di fiori davanti alla lapide e del nostro breve incontro in questo luogo che raccoglie la memoria di quanto avvenuto: partecipare al dolore, ripetere il dovere della memoria e ripetere e ribadire l’impegno per la verità.


LINK:
https://www.gazzettadellemilia.it/economia/item/27865-aperta-in-ritardo-la-pesca-al-tonno.html

https://www.ilgiornale.it/news/politica/quelle-chat-che-inguaiano-toghe-salvini-ha-ragione-va-1864525.html

https://www.quirinale.it/elementi/49906

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