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La compagnia toscana Zaches Teatro porta il suo pluripremiato "Pinocchio" al Teatro del Cerchio di Parma: la storia del burattino che vuole diventare umano recitata da...umani diventati burattini. Appuntamento sabato 16 gennaio alle ore 21 e domenica 17 gennaio alle ore 17 al teatro di via Pini. -

di Cristina Pedretti

Parma, 15 gennaio 2016 

È nel polveroso angolo d'un teatro di burattini dismesso che prende vita l'incanto di "Pinocchio – storia di un burattino e della fata che gli cambiò la vita", lo spettacolo della compagnia Zaches Teatro che andrà in scena a Teatro del Cerchio sabato 16 gennaio alle ore 21 e domenica 17 alle ore 17. Uno spettacolo già apprezzato e premiato (finalista al premio nazionale "In Box" 2015) che la compagnia toscana degli Zaches sta portando in giro per l'Italia dal 2014, attirando l'attenzione d'un vasto pubblico. Un'opera liberamente ispirata al Pinocchio di Collodi, che del testo originale mantiene le atmosfere cupe, la sensazione di straniamento e di meraviglia, l'inquietante forza dei personaggi. E sulla scena, con un sorprendente ribaltamento di ruoli, sono gli attori in carne ed ossa a trasformarsi in burattini, compiendo il percorso inverso a quella "incarnazione" tanto agognata da Pinocchio: tutti sul palco, dalla Fata turchina, a Mangiafuoco e al Gatto e alla Volpe, diventano burattini, e questa scelta drammaturgica esalta le capacità degli attori del Teatro Zaches, da sempre attenti a miscelare diversi linguaggi espressivi, come il teatro di figura, l'uso delle maschere e lo studio dei movimenti plastici abbinati alla musica elettronica. Lo spettacolo è dedicato a Nikolaj Karpov, l'attore e teorico teatrale russo (scomparso nel 2014) che fu un maestro del movimento scenico ed insegnò quest'arte a generazioni di attori. La regia e la drammaturgia sono di Luana Gramegna, gli interpreti sono Alice Conti, Gianluca Gabriele e Giulia Viana, mentre le musiche originali sono di Stefano Ciardi. Lo spettacolo è adatto a un pubblico di tutte le età. Per informazioni e prenotazioni: 331 8978682 e www.teatrodelcerchio.it 

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Lo spettacolo teatrale ideato nel centenario del Dadaismo e ispirato a Spoerri va in scena il 20 e il 21 gennaio alle 21 alla Galleria civica di Modena a Palazzo Santa Margherita. Ingresso gratuito, con prenotazione. Protagonisti artisti, attori e danzatori impegnati in un lavoro incentrato sui temi classici del Dadaismo. -

Modena, 9 gennaio 2016

Sono aperte le prenotazioni per assistere allo spettacolo teatrale "Da Dada a Dada", che sarà rappresentato mercoledì 20 e giovedì 21 gennaio alle 21 alla Galleria civica di Modena a Palazzo Santa Margherita, in corso Canalgrande 103.
L'ingresso allo spettacolo, che rientra nell'ambito della mostra "Daniel Spoerri. Eat Art in Trasformation" è gratuito fino a esaurimento posti. Per informazioni e prenotazioni ci si può rivolgere al bookshop di Palazzo Santa Margherita in orario di mostra (dal mercoledì al venerdì dalle 10.30 alle 13 e dalle 15 alle 18, sabato, domenica e festivi dalle 10.30 alle 19) e negli stessi orari si può telefonare allo 059 2032919. Possibile anche la prenotazione via email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
"Da Dada a Dada", di cui una anticipazione parziale è stata presentata al Padiglione Svizzero di Expo 2015 a Milano, andrà in scena in anteprima assoluta in sala grande, dove è allestita la mostra di Daniel Spoerri. Lo spettacolo - ideazione e regia di Franco Brambilla, produzione Statale9teatro e Fondazione Mudima Milano, organizzazione Fadia Bassmaji - è ispirato all'opera dell'artista svizzero e ai testi teatrali "Il cuore a gas" (1921) di Tristan Tzara, uno dei più significativi dell'esperienza dadaista, e "Il desiderio preso per la coda" di Pablo Picasso, scritto durante gli anni dell'occupazione nazista di Parigi.
L'azione scenica sperimenta linguaggi e mette in discussione conformismo, luoghi comuni, certezze. Protagonisti artisti, attori e danzatori sono impegnati in un lavoro incentrato sui temi classici del Dadaismo: imballaggio, collage, happening, movimento del corpo, danza. In scena le attrici e gli attori Silvia Scotti, Fabio Brusadin, Barbara Nicoli, insieme con la danzatrice Sandhya Nagaraja. L'assistente è Alessandra Pavoni, la scenografa Giuliana Davolio, la sarta Nuvia Valestri.
Suoni, parole, musiche per uno spaccato del mondo dell'arte che prende vita dagli esiti del lavoro di un artista come Spoerri, nato danzatore e coreografo, che nel 1954 ha messo in scena a sua volta entrambi i testi.
Lo spettacolo, che sarà successivamente rappresentato alla Fondazione Mudima di Milano, si inserisce nelle celebrazioni per il centenario del Dadaismo la cui data di nascita si fa risalire al 5 febbraio 1916 quando inaugurò a Zurigo, città di adozione di Spoerri, il "Cabaret Voltaire"
La mostra "Daniel Spoerri. Eat Art in transformation", è a cura di Antonio d'Avossa e Nicoletta Ossanna Cavadini. Allestita fino al 31 gennaio a Palazzo Santa Margherita e alla Palazzina dei Giardini Ducali, è stata realizzata e coprodotta dalla Galleria civica di Modena e dalla Fondazione Cassa di risparmio di Modena con il m.a.x. museo di Chiasso (Svizzera).
In entrambe le sedi espositive è visitabile gratuitamente dal mercoledì al venerdì dalle 10.30 alle 13 e dalle 15 alle 18, sabato, domenica e festivi dalle 10.30 alle 19. ( www.galleriacivicadimodena.it ).

(Fonte: Comune di Modena)

Venerdì, 08 Gennaio 2016 09:22

"Mademoiselle Julie" di Strindberg a Teatro Due

Conflitti di classe e differenze tra uomo e donna, pulsioni animali e sete di potere, onore e desiderio: la tragedia naturalistica di August Strindberg "Mademoiselle Julie", per la regia di Walter Le Moli, va in scena a Teatro Due dal 7 al 13 gennaio. -

Parma, 8 gennaio 2016 - di Cristina Pedretti -

Nel 1888 August Strindberg, poliedrico artista e letterato, poeta, pittore e alchimista nato a Stoccolma nel 1849, scrisse quella che lui stesso definì come la prima tragedia naturalistica del teatro svedese: "La signorina Giulia" (Fröken Julie). Influenzato dal naturalismo di Emile Zola e dalle opere di Ibsen, Strindberg indagò, in questo dramma di un atto unico, le complesse reazioni della psiche e dei sentimenti davanti alle differenze: di classe, di genere, di morale. Appartenente alla nobiltà, la venticinquenne Julie si lascia trascinare dalle sue intime pulsioni e arriva a sedurre, nonostante l'evidente sconvenienza del gesto, l'umile servo Jean. Consapevole della propria inferiorità, Jean si trova a sua volta a vivere il conflitto tra il desiderio sessuale e la paura delle convenzioni sociali, perfettamente rispettate invece da Kristin, la cuoca di casa, che tenta di riportarlo alla ragione. In una spirale di attrazione, angoscia e violenze fisiche e psicologiche, vengono alla luce le sfaccettature dell'animo umano e l'incolmabile distanza tra i due sessi, oltre che tra le classi sociali. Strindberg, figlio di una cameriera e marito di una baronessa (Siri von Essen, che fu la prima ad interpretare Julie sul palco), inserì nel dramma quei tormenti che viveva nella vita privata e che all'epoca erano temi scottanti per la collettività. Un contrasto che portava inevitabilmente, sia nell'opera teatrale che nella realtà, a dolorose conseguenze. La produzione di Fondazione Teatro Due "Mademoiselle Julie", regia di Walter Le Moli, vede in scena Sara Putignano, Raffaele Esposito e Ilaria Falini e sarà rappresentata a Teatro Due il 7, 8, 9, 12 e 13 gennaio alle ore 21, e il 10 gennaio alle 16. Per informazioni e prenotazioni: www.teatrodue.org 

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Uno spettacolo per grandi e piccini: in scena la magia musicale di Rapunzel. Lorella Cuccarini torna protagonista di una favola musicale apprezzata da tutta la famiglia, indossando i panni di Madre Gothel. Per la prima volta i personaggi si trasformano da disegni animati in video a figure reali su palco, in un curioso scambio tra realtà e cartoon. - 

- di Pietro Razzini -

Parma, 26 dicembre 2015 -

Dal 18 dicembre al 10 gennaio la magia di Rapunzel sarà in scena al Teatro degli Arcimboldi a Milano. Lorella Cuccarini torna protagonista di una favola musicale apprezzata da tutta la famiglia, indossando i panni di Madre Gothel. Alessandra Ferrari, Giulio Corso, Alessandra Ruina, Martina Gabrielli e Mattia Inverni sono solo alcuni degli altri attori che trasformeranno il palco in un mondo fatato, seguendo le partiture di Alessandro Procacci, Davide Magnabosco e Paolo Barillari. Il regista Maurizio Colombi, infine, è riuscito a ridare attualità alla fiaba attraverso la riscrittura del testo e l'inserimento di idee originali.

CAST

Oltre ai già citati personaggi è utile segnalare che il cast è composto da diciotto performer. Ballerini, acrobati, cantanti e attori si alternano sul palco in un impianto scenico che mostra oltre quindici quadri in continuo movimento. Questa è solo una delle grandi sorprese proposte dal musical: per la prima volta, infatti, i personaggi si trasformano da disegni animati in video a figure reali su palco, in un curioso scambio tra realtà e cartoon. Una sorta di double-fiction mai realizzata precedentemente in teatro. Da notare, infine, il grande impatto visivo delle scenografie: nate dal progetto di Alessandro Chiti, rappresentano una rilettura in chiave moderna dei luoghi e delle ambientazioni della favola classica.

LA STORIA

Il musical si sviluppa intorno al confronto tra Rapunzel, l'eroina positiva alla ricerca della sua vera identità, e l'eroina negativa, egoista e presa da se stessa, Madre Gothel. L'eterna lotta tra il bene e il male, tra la brama della vanità delle cose fatue e il gusto per le cose semplici, va in scena al Teatro degli Arcimboldi. In questo contesto Maurizio Colombi, vero e proprio maestro di questo genere di spettacoli, architetta tutta una serie di primizie capaci di ingolosire il pubblico: le lanterne che vengono fatte volare sugli spettatori, per esempio. Oppure la magia dei capelli di Rapunzel (illuminati da un miriade di piccole luci) che, grazie alla loro lunghezza di ben otto metri, consentiranno alla principessa perduta di far salire e scendere dalla torre Madre Gothel.

TOUR

Rapunzel, dopo le giornate milanesi, raggiungerà anche l'Emilia Romagna: il Teatro Europa Auditorium di Bologna sarà lieto di ospitare il musical a partire dal 21 gennaio. Prima, il gruppo di lavoro si trasferirà a Genova (14 gennaio). A seguire, invece, ci saranno le tappe di Firenze (4 febbraio), Torino (11 febbraio), Napoli (26 febbraio), Bari (1 aprile) e Roma (6 aprile).

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A 40 anni dalla scomparsa di Pier Paolo Pasolini, arriva a Teatro Due "Il Vantone", graffiante commedia sociale (traduzione in dialetto romanesco dal latino "Miles Gloriosus" di Plauto) con l'attore e grande amico di Pasolini, Ninetto Davoli. Spettacolo in scena venerdì 18 e sabato 19 dicembre alle ore 21. -

Parma, 18 dicembre 2015 

- di Cristina Pedretti -

Nel 1963 Pier Paolo Pasolini, su richiesta di Vittorio Gassman, si dedicò alla traduzione della commedia del III secolo a.C. "Miles Gloriosus" del commediografo latino Plauto: ne scaturì un testo in versi settenari a rima baciata in dialetto romanesco, intitolato "Il Vantone". Oggi, a quarant'anni dalla tragica scomparsa di Pasolini, "Il Vantone" va in scena sul palco del Teatro Due; a interpretarlo, l'attore feticcio e grande amico personale di Pasolini, Ninetto Davoli, insieme ad Edoardo Siravo, per la regia di Federico Vigorito.

Classe 1948, Giovanni detto Ninetto Davoli esordì come attore proprio scelto da Pier Paolo Pasolini che nel 1964 lo volle per una comparsata nel film "Il Vangelo secondo Matteo", per affidargli poi il ruolo di coprotagonista del grande Totò nel film "Uccellacci e uccellini" del 1966. La collaborazione tra i due proseguì ("Edipo Re", "Teorema", "Il Decameron", "I racconti di Canterbury", "Il fiore delle mille e una notte") e cementò il loro rapporto di amicizia. Nella giornata di oggi, venerdì 18 dicembre alle ore 18 Ninetto Davoli incontrerà il pubblico negli spazi del Teatro Due, e sarà poi in scena ne "Il Vantone", sia venerdì 18 che sabato 19 dicembre, alle ore 21. Sul palco con lui anche Edoardo Siravo, Gaetano Aronica, Paolo Gattini, Marco Paoli, Silvia Siravo, Enrica Costantini e Valerio Camelin. Per informazioni: www.teatrodue.org 

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Mercoledì, 16 Dicembre 2015 17:13

"La peste" di Camus al Teatro del Cerchio

Venerdì 18 e sabato 19 dicembre "La peste" di Albert Camus torna al Teatro del Cerchio: l'originale spettacolo per un solo spettatore alla volta, replicato ogni anno da ormai 15 anni, continua ad appassionare e incuriosire il pubblico, che entra in diretto e personale contatto coi personaggi dell'opera. Un'occasione da non perdere per vivere intensamente l'esperienza teatrale. -

Parma, 16 dicembre 2015

di Cristina Pedretti -

Fu subito un grande successo letterario il romanzo "La peste", scritto dal francese Albert Camus nel 1947: l'autore, vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 1957, è considerato uno dei padri dell'esistenzialismo, perché visse ed indagò i profondi tormenti esistenziali dell'uomo e della società nel difficile momento storico a cavallo delle due guerre mondiali. Tema cruciale della poetica di Camus è l'assurdità della vita: davanti a tanti destini inspiegabilmente crudeli, l'essere umano può reagire in modi diversi. Questo accade anche ne "La peste": un piccolo paese è colpito da un contagio mortale e viene bloccato e isolato dall'esterno con un cordone sanitario; gli abitanti, costretti a restare sul posto, affrontano come possono la situazione. C'è chi si rinchiude in casa terrorizzato, chi si dà a una ricerca egoistica del proprio piacere, chi si prodiga per aiutare i malati e cercare una cura. Ed è proprio la solidarietà, secondo Camus, l'unica arma con cui l'essere umano può affrontare l'assurdità della vita e reagire davanti alle sofferenze: perché se è vero che il dolore è inevitabile, è anche vero che nella condivisione lo si può lenire. Da questa intensa opera letteraria è tratto lo spettacolo teatrale "La peste" che andrà in scena al Teatro del Cerchio venerdì 18 e sabato 19 dicembre: uno spettacolo molto particolare e coinvolgente, pensato per un solo spettatore alla volta, che si troverà a diretto contatto con i personaggi in scena, in undici stanze diverse.

Come afferma il regista Mario Mascitelli: "Replichiamo "La peste" ogni anno, ormai da quindici anni, perché è uno spettacolo amatissimo dal pubblico e registriamo sempre il tutto esaurito. La prenotazione è obbligatoria perché formiamo gruppi di 10 spettatori e facciamo entrare uno spettatore ogni 3 minuti. In questo modo riusciamo a ripetere lo spettacolo, della durata di 33 minuti, in più turni". Venerdì 18 si inizia alle 19.30, mentre sabato 19 il primo turno è alle 15.30, con la possibilità di partecipare fino al turno delle 21.30. Sul palco, oltre al regista e attore Mascitelli, anche gli attori Gabriella Carrozza, Mario Aroldi, Martina Vissani, Licia Caroselli, Damiano Camarda, Pier Federici, Stefania Maceri, Andrea Faccioli, Simone Baroni, Sharon Tomberli, Martina Manzini, Silvia Nisci, Anna Lisa Cornelli, Antonella Prencipe, Giuseppe Piccione, Chiara Casoli e Dalila Reas. Prenotazione (obbligatoria) al 331 8978682. Per informazioni: www.teatrodelcerchio.it 

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Mercoledì, 09 Dicembre 2015 09:29

"Nessi", Alessandro Bergonzoni racconta la sua ricerca

L''incontro con Alessandro Bergonzoni, venerdì 4 dicembre al Teatro Due di Parma. Il comico, attore e scrittore bolognese, a teatro con lo spettacolo "Nessi", racconta la ricerca che sta alla base delle sue creazioni e i messaggi profondamente umani o meglio, "sovrumani", che l'artista infonde nelle sue opere. -

Parma, 9 dicembre 2015 - di Cristina Pedretti -

"Prima della Costituzione, del codice della strada, del galateo... ci sono norme che riguardano noi, il comandamento zero: fare nesso, cucire i fili con quello che ci sta intorno". Parte da questo concetto lo spettacolo teatrale di Alessandro Bergonzoni, intitolato proprio "Nessi", portato in scena al teatro Due di Parma nei giorni scorsi. Durante la sua permanenza in città, il comico bolognese ha anche partecipato a un incontro aperto al pubblico, negli spazi del teatro, presentato dal direttore di Fondazione Teatro Due, Paola Donati. L'incontro è stato l'occasione per comprendere i messaggi profondamente umani (o meglio, "sovrumani", perché spronano a superare la limitatezza dell'uomo) che l'artista infonde nelle sue opere. Bergonzoni infatti non è solo comico: attore, scrittore (il suo primo libro, "Le balene restino sedute", è del 1989) e autore di quadri e installazioni artistiche, ultimamente ha pubblicato anche un testo di poesie ("L'amorte", 2013). Tutto questo fa capire l'urgenza (e "Urge" è stato lo spettacolo teatrale che Bergonzoni ha portato in tour per ben quattro anni, dal 2010 al 2014) di comunicare un pensiero, di risvegliare le coscienze poetiche e artistiche di tutti, di far guardare oltre la singola opera, oltre al singolo libro, per spiegare che l'opera d'arte è lo spettatore stesso, lo spettacolo è la vita degli spettatori fuori dal teatro, la bellezza è insita nelle persone, anche se tutti si sforzano di cercarla altrove. E allora occorre anche capire che l'essere umano ha una potenzialità enorme, di cui però non si rende conto: l'assunzione di sostanze stupefacenti diventa inutile se l'uomo attiva lo stupefacente "naturale" che contiene in sé, se impara a sensibilizzare il corpo con la percezione degli altri corpi intorno, se si mette in sintonia con le frequenze emanate dal resto del cosmo. E se smette di nascondersi dietro la sicurezza di non poter cambiare le cose, se smette di ripetersi: "Ma tanto io cosa ci posso fare?". Perché c'è tanto da fare, e ognuno può fare, con le possibilità che ha, la differenza. Il lavoro che Bergonzoni porta avanti, con la sua incredibile e inimitabile abilità di giocare con le parole e di trasformare il banale in madornale, è raccontare le verità che raccoglie quotidianamente, cercando quella sintonia di frequenze, quella sensibilità di percezione che permette di fare "nesso non protetto", di legare davvero nel profondo le coscienze delle persone. Sempre con un eloquio dirompente, perché la velocità è necessaria, perché è il tempo a correre veloce e a non fermarsi per nessuno. Bergonzoni lo dice anche nel suo spettacolo: "Come vanno le cose?" "Miseria, come vanno!".

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Pubblico dibattito dal titolo "Operazione Aemilia: la 'ndrangheta tra Parma e Reggio...e a Montechiarugolo?", Giovedì 3 dicembre ore 21 Monticelli Terme, Centro Polivalente. Ospite della serata Sabrina Pignedoli, giornalista del 'Resto del Carlino', autrice di un recentissimo libro-inchiesta, intitolato "Operazione Aemilia. Come una cosca di 'ndrangheta si è insediata al Nord". L'ingresso gratuito. -

Parma, 2 dicembre 2015 -

Giovedì 3 dicembre alle ore 21 presso il Centro Polivalente di Monticelli, in viale delle Terme, si terrà un pubblico dibattito dal titolo "Operazione Aemilia: la 'ndrangheta tra Parma e Reggio...e a Montechiarugolo?" promosso dal Circolo culturale La Fenice e dal circolo 'La Ricreativa' di Tortiano.
Ospite della serata Sabrina Pignedoli, giornalista del 'Resto del Carlino', autrice di un recentissimo libro-inchiesta, intitolato "Operazione Aemilia. Come una cosca di 'ndrangheta si è insediata al Nord", in cui sono descritte le attività criminose di alcune famiglie di 'ndranghetisti ormai da un trentennio stabilitisi fra Parma e Reggio, così come emergono dalle indagini della Procura.
La 'ndrangheta e le mafie perché sono nel nostro territorio? Cosa emerge dalle indagini più recenti? Come si presentano? Di cosa si occupano? Cosa rischiano l'economia legale e la nostra comunità? Ma soprattutto, cosa dobbiamo fare noi cittadini? Di tutto ciò si discuterà nell''incontro, presentato dal prof. Maurizio Olivieri e condotto da Cristiano Antonino, editore di RossoParma, che ha seguito questi temi sul territorio: un'occasione per parlare pubblicamente con persone competenti di un fenomeno che non può non solo essere ignorato, ma nemmeno essere ritenuto secondario, e rispetto al quale si impone di prendere coscienza, proprio in seguito ai recenti sequestri di beni per mafia e l'ultima retata dell'operazione Aemilia che ha coinvolto proprio anche il Comune di Montechiarugolo.

"Il libro non è il primo sul tema, e temo non sarà l'ultimo - dichiara Maurizio Olivieri - ma sta suscitando molto interesse nelle discussioni pubbliche e nei dibattiti. Credo che ormai la questione stia arrivando alla maggioranza dei cittadini: i tempi ora sono evidentemente più maturi per una presa di coscienza. Le dinamiche descritte nel libro, che si riferiscono a territori vicinissimi a noi e a persone che gravitano anche nel nostro territorio, non sembrano così lontane e comunque sono un motivo in più per fare attenzione: un appello a imprenditori professionisti, partiti e cittadini".

L'ingresso gratuito.

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In arrivo l'artista giapponese Naoko Tanaka e il performer austriaco Simon Mayer. Oltre alla nuova creazione di Lenz Fondazione ispirata all'Hyperion di Friedrich Hölderlin. E all'ultima possibilità per vedere Unfinished interior dell'inglese Tim Spooner, realizzato su misura per il Festival. -

Parma, 1 dicembre 2015 

Giornate feconde, a Parma. Il Festival di Visual & Performing Arts Natura Dèi Teatri continua a portare in città artisti inconsueti e performance preziose, in una proposta culturale che da venti anni si caratterizza per rigorosa visionarietà e pervicace pars construens.

Mercoledì 2 dicembre alle ore 21 l'artista visiva e performativa giapponese Naoko Tanaka presenterà in prima nazionale, dopo il recente debutto alla Sophiensaele di Berlino, Unverinnerlicht, imponente installazione-performance che «invita gli spettatori a cercare di prevedere il presente come fosse memoria, di smarrirsi nel mare di immagini perdute». Lo stesso giorno, alle ore 19 e alle ore 22.30 sarà possibile vedere per l'ultima volta la performance Unfinished interior dell'inglese Tim Spooner, pensata e realizzata su misura per il Festival Natura Dèi Teatri 2015, esito di una residenza dell'artista a Lenz Teatro.

Giovedì 4 dicembre in programma altri due debutti.

È in prima nazionale, alle ore 21, SunBengSitting di Simon Mayer, performer, coreografo e musicista austriaco che incarnerà un energico e coraggioso viaggio nella propria autobiografia in un mix di ballo folcloristico, jodel e danza contemporanea. Lo spettacolo sarà a Parma dopo il successo ottenuto a ImPulsTanz, lo storico Festival viennese dedicato alla migliore danza contemporanea internazionale.

Debutto assoluto, alle ore 22.30, per Hyperion #2 Solo quando le case e i templi sono morti le bestie selvagge osano nelle porte e per le strade di Lenz Fondazione, frutto di una nuova residenza del musicista elettronico polacco Paul Wirkus: ispirato all'Hyperion di Friedrich Hölderlin (poeta, filosofo e drammaturgo romantico al quale l'ensemble ha dedicato agli esordi un lunghissimo percorso di ricerca), lo spettacolo diretto da Maria Federica Maestri segna il ritorno in scena di Adriano Engelbrecht, musicista e performer che in passato ha intensamente collaborato con Lenz, insieme a Valentina Barbarini. Drammaturgia e imagoturgia sono di Francesco Pititto: «Il nuovo paragrafo ispirato all'Hyperion si connette nitidamente al tema del Festival: si fondono costantemente presente e passato, in un continuo scambio di prospettive e paesaggi. Nella morta Grecia, doppiamente morta in quanto oppressa dai Turchi e immemore degli dèi, Atene appare al giovane Iperione come un immenso naufragio».

Prosegue, infine, la videoinstallazione Providence di Fiorella Iacono. L'opera, allestita negli spazi di Workout Pasubio Temporary (in via Palermo 6 a Parma – ingresso da via Catania), è stata creata in dialogo con il tema concettuale dell'edizione 2015 di Natura Dèi Teatri: Materia del Tempo – Porte.

ND'T 015 è un progetto artistico di Lenz Fondazione sostenuto da MiBACT_Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Regione Emilia-Romagna, Provincia di Parma, Comune di Parma_Assessorato alla Cultura, AUSL Dipartimento Assistenziale Integrato di Salute Mentale - Dipendenze Patologiche AUSL Parma, Fondazione Monteparma, Comune di Sala Baganza e realizzato in collaborazione con Università degli Studi di Parma, CIRS_Centro Interdipartimentale di Ricerca Sociale, Workout Pasubio Temporary, con il patrocinio di Azienda Ospedaliero - Universitaria di Parma.

Per informazioni e prenotazioni: Lenz Teatro Via Pasubio 3/e, tel. 0521 270141, 335 6096220, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  - www.lenzfondazione.it/natura-dei-teatri/2015 

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Venerdì, 27 Novembre 2015 12:48

Il mito di Dracula in scena al Teatro Due di Parma

Il 27 e 28 novembre, in prima nazionale, "Drakula – da Bram Stoker", una coproduzione italo-croato-slovena del visionario regista Andràs Urbàn. Le atmosfere gotiche e oniriche del romanzo sono solo il punto di partenza per un'opera che indaga le ambiguità dell'animo umano, i lati oscuri più intimamente celati, le verità che si abbeverano e si affogano nel sangue.-

Parma, 27 novembre 2015 -

Fu nel 1897 che lo scrittore irlandese Bram Stoker presentò al mondo il suo Conte Dracula: affascinato dalla figura realmente esistita del principe rumeno Vlad Dracul, e in seguito a lunghe ricerche sulla cultura e la religione dei Balcani, Stoker creò il romanzo gotico del terrore per eccellenza, su un personaggio divenuto ben presto leggendario. Nonostante le innumerevoli trasposizioni e le derivazioni dirette di questo cult (i vampiri di "Twilight" sono solo l'esempio più recente), lo spaventoso quanto seducente conte non smette di entusiasmare il pubblico, sempre contagiato dalla sua immortale bellezza.

Al Teatro Due di Parma, nelle serate di venerdì 27 e sabato 28 novembre alle ore 21.00, si potrà assistere, in prima nazionale, a "Drakula – da Bram Stoker", spettacolo ideato e realizzato in una originale coproduzione internazionale fra il Teatro Nazionale Croato di Zagabria, il Teatro Nazionale Sloveno di Maribor e Fondazione Teatro Due. Le atmosfere gotiche e oniriche del romanzo sono solo il punto di partenza per un'opera che indaga le ambiguità dell'animo umano, i lati oscuri più intimamente celati, le verità che si abbeverano e si affogano nel sangue. Come spiega Kata Gyarmati, autrice della drammaturgia: "Quando appare Dracula, si può essere certi che la battaglia della vita e della morte è già iniziata. Eppure, Dracula è appassionato di oscurità e sfumature. Rifugge il sole e la luce, due elementi essenziali per la nostra esistenza. La parte più importante del lavoro è coincisa con l'affrontare alcune domande che la storia di Dracula ci ha suscitato e che ci sembrano cruciali rispetto al contemporaneo. Se non altro, Dracula si è rivelato un coltello, uno strumento per andare più a fondo dentro di noi. Forse il vampirismo oggi consiste nel succhiare il nostro stesso sangue, perché siamo diventati allo stesso tempo prede e predatori, ed è evidente a tutti i livelli della nostra società, non solo nel campo delle relazioni interpersonali. E se ti viene succhiato il sangue, goccia dopo goccia, diventi sempre più debole, finché esausto e impotente, sei destinato a morire o a trasformarti in un vampiro".

"In questo rapporto tra l'essere umano e Dracula" dice il regista serbo Andràs Urbàn, "ci siamo concentrati sulla prospettiva della vittima, dove la vittima è, ovviamente, l'umano. Dracula incarna la minaccia imminente per l'esistenza umana. E il nostro Drakula non è una fuga nella metafisica, ma piuttosto un salto nel disumano. In condizioni disumane, qualsiasi anelito vitale diventa solo un mezzo per sfuggire alla disumanità. Sia Dracula che l'uomo rappresentano, quindi, un percorso verso l'auto-distruzione, perché indipendentemente dalla direzione di partenza, stiamo tutti per scontrarci. Chi ci sta succhiando il sangue? Cosa opprime la vita umana?". Sul palco, nove attori provenienti dai tre teatri coinvolti nel progetto: Matevž Biber, Mia Biondić, Dado Ćosić, Jurij Drevenšek, Davide Gagliardini, Edvin Liverić, Gian Marco Pellecchia, Nika Rozman e Lucija Šerbedžija.

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