L''incontro con Alessandro Bergonzoni, venerdì 4 dicembre al Teatro Due di Parma. Il comico, attore e scrittore bolognese, a teatro con lo spettacolo "Nessi", racconta la ricerca che sta alla base delle sue creazioni e i messaggi profondamente umani o meglio, "sovrumani", che l'artista infonde nelle sue opere. -
Parma, 9 dicembre 2015 - di Cristina Pedretti -
"Prima della Costituzione, del codice della strada, del galateo... ci sono norme che riguardano noi, il comandamento zero: fare nesso, cucire i fili con quello che ci sta intorno". Parte da questo concetto lo spettacolo teatrale di Alessandro Bergonzoni, intitolato proprio "Nessi", portato in scena al teatro Due di Parma nei giorni scorsi. Durante la sua permanenza in città, il comico bolognese ha anche partecipato a un incontro aperto al pubblico, negli spazi del teatro, presentato dal direttore di Fondazione Teatro Due, Paola Donati. L'incontro è stato l'occasione per comprendere i messaggi profondamente umani (o meglio, "sovrumani", perché spronano a superare la limitatezza dell'uomo) che l'artista infonde nelle sue opere. Bergonzoni infatti non è solo comico: attore, scrittore (il suo primo libro, "Le balene restino sedute", è del 1989) e autore di quadri e installazioni artistiche, ultimamente ha pubblicato anche un testo di poesie ("L'amorte", 2013). Tutto questo fa capire l'urgenza (e "Urge" è stato lo spettacolo teatrale che Bergonzoni ha portato in tour per ben quattro anni, dal 2010 al 2014) di comunicare un pensiero, di risvegliare le coscienze poetiche e artistiche di tutti, di far guardare oltre la singola opera, oltre al singolo libro, per spiegare che l'opera d'arte è lo spettatore stesso, lo spettacolo è la vita degli spettatori fuori dal teatro, la bellezza è insita nelle persone, anche se tutti si sforzano di cercarla altrove. E allora occorre anche capire che l'essere umano ha una potenzialità enorme, di cui però non si rende conto: l'assunzione di sostanze stupefacenti diventa inutile se l'uomo attiva lo stupefacente "naturale" che contiene in sé, se impara a sensibilizzare il corpo con la percezione degli altri corpi intorno, se si mette in sintonia con le frequenze emanate dal resto del cosmo. E se smette di nascondersi dietro la sicurezza di non poter cambiare le cose, se smette di ripetersi: "Ma tanto io cosa ci posso fare?". Perché c'è tanto da fare, e ognuno può fare, con le possibilità che ha, la differenza. Il lavoro che Bergonzoni porta avanti, con la sua incredibile e inimitabile abilità di giocare con le parole e di trasformare il banale in madornale, è raccontare le verità che raccoglie quotidianamente, cercando quella sintonia di frequenze, quella sensibilità di percezione che permette di fare "nesso non protetto", di legare davvero nel profondo le coscienze delle persone. Sempre con un eloquio dirompente, perché la velocità è necessaria, perché è il tempo a correre veloce e a non fermarsi per nessuno. Bergonzoni lo dice anche nel suo spettacolo: "Come vanno le cose?" "Miseria, come vanno!".