La squadra tedesca conquista il titolo costruttori con tre gare di anticipo. Per la Ferrari il solito calvario.
Parma, 13 ottobre 2014 - di Matteo Landi -
Pochi giorni dopo la tragedia di Bianchi, la Formula 1 ancora con la testa in Giappone, è sbarcata a Sochi per il primo Gran Premio di Russia della storia della Formula 1. Ad ospitarlo è un circuito del tutto inedito, costruito intorno agli impianti del Sochi Olympic Park e composto da tante curve a 90°, poco interessante dal punto di vista del pilotaggio ma molto scenografico.
In questa ambientazione, ad uso e consumo delle televisioni, si è svolta una gara priva di particolari emozioni se si esclude uno dei sempre più frequenti svarioni di Nico Rosberg: dopo essere partito dalla prima fila, appena dietro al compagno di squadra e rivale per il titolo Hamilton, ha provato subito a fare la voce grossa cercando un sorpasso, piuttosto ottimista, alla prima frenata della corsa arrivando lungo ed uscendo fuori pista. Solo la via di fuga in asfalto ha permesso al tedesco di continuare senza problemi la sua gara, la quale è risultata però compromessa dal danneggiamento delle gomme e dal conseguente immediato pit stop. Ritrovatosi in fondo al gruppo è riuscito, grazie anche alla strategia, a risalire fino al secondo posto finale alle spalle del dominatore Hamilton.
Per la Mercedes si è trattato della doppietta che le ha consegnato il mondiale costruttori, il primo della sua storia. Un risultato senz'altro meritato ed il Gran Premio di Russia rispecchia l'intera stagione: non esistono problemi tali da mettere in dubbio il dominio tedesco. Nell'anno dei grandi cambiamenti regolamentari ha trionfato da una parte chi ha potuto investire di più, dall'altra chi è riuscito con ingegno ha sfruttare al meglio delle regole che parevano fatte a posta per favorire chi si costruisce, da solo, power unit e telaio.
Onore ai vincitori ed occasione gettata al vento dalla Ferrari, l'unica squadra che trovandosi nella stessa condizione avrebbe potuto contrastare lo strapotere teutonico. Una macchina sbagliata, sviluppi latenti e le conosciute interne lotte di potere sono stati i motivi che hanno tarpato le ali ad una squadra che con molta probabilità avrà bisogno di più di qualche mese prima di ritrovare la via del successo. Una conferma viene anche dal sesto e nono posto ottenuti rispettivamente da Alonso e Raikkonen nella gara russa. Per i piloti del cavallino si è trattata dell'ennesima gara difficile a bordo di una vettura dalla scarsa velocità di punta che non permette ai piloti di superare chi li precede anche quando il ritmo di gara sembra comunque buono.
A completare il podio ci ha pensato Bottas, autore di un'altra gara maiuscola con una Williams che quest'anno sembra definitivamente tornata su livelli degni del suo nome. Il Circus si prepara ora al terz'ultimo appuntamento della stagione, previsto il 2 novembre ad Austin. Se il campionato costruttori è ormai deciso è invece ancora lunga e aperta la lotta fra Hamilton e Rosberg per la conquista della corona iridata: con la nona vittoria della stagione l'inglese ha portato il suo vantaggio sul rivale a 17 lunghezze con ancora, al massimo, 100 punti conquistabili considerando il doppio punteggio che attribuisce la gara finale di Abu Dhabi. Nell'attesa di scoprire chi sarà il vincitore finale, l'intera Formula 1 continua a rimanere spiritualmente vicina a Bianchi nella speranza di saperlo presto vincitore di una sfida assai più importante. Forza Jules!