di Matteo Landi 22 ottobre 2023 -
Dopo la stupenda pole position, conquistata venerdì, Leclerc era luminoso. Le sue parole e l'espressione del suo volto trasmettevano speranza. La speranza di poter rivedere una bella Ferrari lottare per la vittoria. Un solo giorno, e la speranza già diventa illusione. Nelle qualifiche della gara Sprint era comunque riuscito ad issarsi in prima fila, anche se battuto da Verstappen, ma poche ore dopo, in occasione della gara corta, il monegasco aveva già capito che quella che aveva fra le mani era la solita Rossa bizzosa. Veloce sul giro secco, ma lenta sul passo gara. Diciotto secondi di distacco dal vincitore, in diciannove giri, rappresentavano una sentenza. Terzo, ma in sofferenza anche nei confronti del rimontante Norris. Dal sorriso smagliante del venerdì, attraverso i dubbi del sabato, fino al volto scuro della domenica.
Domenica amara per la Rossa
Nel giro di 48 ore Charles è passato dall'abbraccio gioioso con i suoi meccanici, ad una lite con il suo ingegnere in mondovisione. Il monegasco non ha intralciato il passo del compagno Sainz, lo ha lasciato sfilare, accettando quanto gli è stato chiesto dal box. Un ordine giusto considerando l'andamento della gara, ma difficile da digerire per chi aveva sperato in una vittoria solamente due giorni prima. Lo spagnolo lo avrebbe comunque superato, forte di un set di gomme assai più fresco. La Ferrari con il monegasco ha tentato la carta della disperazione, quella della strategia sull'unica sosta, una meno degli avversari. Il gioco non è valso la candela, e Leclerc ha tagliato il traguardo mestamente in sesta posizione, ben lontano anche dal compagno Sainz, quarto. Chi venerdì ha sperato che la Ferrari potesse ripetere il miracolo di Singapore ne sarà rimasto deluso. A Maranello stanno comunque dimostrando di essere in grado di progredire a campionato in corso, andando in controtendenza rispetto a quanto mostrato nel recente passato. Anche se questo non sembra bastare per poter raggiungere e superare in classifica costruttori una Mercedes che ha rafforzato il secondo posto, alle spalle dell'inarrivabile Red Bull.
Verstappen, la cinquantesima vittoria arriva di puro talento
Non quanto a Singapore, ma negli USA Verstappen è parso in difficoltà in diversi momenti del weekend. Sesto nella qualifica che conta per lo schieramento della gara principale, a causa di un suo raro errore commesso nel giro decisivo. Vincente con facilità nella gara corta, nella corsa domenicale ha invece dovuto dar sfoggio di tutto il suo miglior repertorio per artigliare un successo tutt'altro che scontato, dati i valori in campo visti ad Austin. Verstappen ha lottato contro una Mercedes tornata a brillare, grazie anche alla classe del sette volte iridato Hamilton, e contro una McLaren eccellente nelle mani di Norris. Nei primi giri di gara Lando, scatenato, si è involato davanti a tutti dopo aver bruciato il poleman Leclerc al via. Dietro di lui si è fatto presto minaccioso l'inglese del team di Toto Wolff, mentre il tre volte iridato della Red Bull risaliva alle loro spalle, ma senza quel ritmo devastante mostrato in altre gare. La corsa si è giocata sulle strategie. Hamilton sembrava optare per la carta dell'unica sosta (fallimentare, come detto, per Leclerc), salvo compiere un secondo pit stop molto posticipato. Negli ultimi giri Verstappen, salito intanto in testa, dopo essersi scrollato di dosso, con difficoltà, Lando Norris, ha visto diventare sempre più grande la sagoma della Mercedes di Hamilton. Si fosse fermato per il suo pit-stop appena un giro prima forse l'inglese avrebbe avuto la possibilità concreta di tornare a quel successo che gli manca dal dicembre del 2021. Ed invece fra lui ed il trionfo sono passati poco più di due secondi. Vantaggio che Verstappen ha con fatica custodito fin sulla linea del traguardo. Spesso è stato detto che la grandezza dell'olandese è direttamente proporzionale alla bontà del mezzo che ha guidato negli ultimi anni. Oggi, in occasione del suo 50esimo trionfo, Verstappen ha dimostrato che può battere tutti anche con un mezzo non all'altezza del suo talento.