Vettel torna sul podio e si complimenta con il neo sette volte iridato Hamilton. L'inglese vince una gara pazza, complice un asfalto inadeguato.
di Matteo Landi
Sette volte Campione del Mondo, come Michael Schumacher. Epoche diverse, lo abbiamo detto più volte, rendono il paragone infattibile, ma la grandezza di Hamilton va oltre i numeri ottenuti al volante di vetture prestazionali quali McLaren prima e Mercedes dopo. La statura del pilota di Stevenage deriva dal modo in cui conduce gare difficili come quella odierna. Dopo una qualifica non eccezionale, solo sesto, l'inglese ha corso da attendista nella prima parte di gara. Mentre intorno a lui molti sbagliavano lui ha aspettato che la pista diventasse quasi asciutta, il momento giusto per portarsi in testa con un sorpasso, il meno bello della giornata, non appena ha avuto la possibilità di attivare l'alettone mobile. La grandezza della sua gara è evidente se paragonata a quella di Bottas. Il finlandese, che avrebbe dovuto contendere il titolo a Lewis, è incappato in una giornata decisamente storta. Non parliamo di sfortuna ma di quegli errori che non gli consentono di elevarsi ai livelli di Hamilton, e neanche di avvicinarli. A fine gara il sette volte iridato ha atteso alcuni minuti prima di scendere dalla sua vettura, non ha trattenuto le lacrime mentre metabolizzava quel che aveva appena ottenuto. Vettel, di nuovo sul podio, gli ha allungato la mano e si è complimentato con lui. Undici titoli mondiali in un frame, il momento più toccante della domenica.
Ferrari di nuovo sul podio! Vettel perfetto, Leclerc indomabile
Più del titolo vinto da Hamilton, in fondo ha corso un campionato a due in cui l'unico avversario è stato quel Bottas che oggi ha mostrato tutti i suoi limiti, ha destato scalpore riaccendendo gli entusiasmi la rimonta delle due Rosse, scattate entrambe dalla sesta fila. Al via Leclerc ha subìto il lato meno gommato e più scivoloso della pista sprofondando nei bassifondi della classifica. Vettel ha corso alla....Vettel! Abbiamo finalmente rivisto il pilota veloce e capace di andare oltre alle difficoltà della sua Ferrari. Ad inizio gara si è reso autore del migliore scatto da fermo. Dopo pochi chilometri dietro le due Racing Point battistrada (!) c'era lui, terzo. La gara è stata pazza per tutti ed il tedesco non è mai stato il più rapido in pista ma è stato colui che ha sbagliato meno tenendo costantemente un ritmo adeguato. Leclerc è invece rinvenuto come una furia, sorpasso dopo sorpasso. Spesso è risultato il pilota più veloce ed è stato un vero peccato vederlo arrancare al via per colpe non sue. A fine gara il monegasco non si è accontentato di una terza posizione certa ma si è gettato all'inseguimento della seconda piazza occupata da un grandissimo Sergio Perez. All'ultimo giro ha raggiunto il messicano e lo ha passato, ma una staccata a ruote fumanti non gli ha permesso di tenere la giusta traiettoria. La Racing Point lo ha quindi sopravanzato e Vettel ha colto l'attimo, tornando su un podio che per lui non arrivava dal Gp del Messico dello scorso anno. All'interno di un'annata per la Scuderia di Maranello sportivamente disgraziata il terzo posto del tedesco, molto "attaccato alla maglia", autore di svariati errori nel passato recente ma capace anche di riportare la Rossa a lottare per il titolo nel 2017 e nel 2018, è un bagliore di luce inatteso e bello. Un voto positivo va oggi ad entrambi i piloti, anche a Leclerc appunto, tutto grinta e cuore, un vero animale da gara.
Stroll poleman, Perez secondo al traguardo: che weekend per Racing Point!
Poteva essere la grande domenica di Stroll, ma una strategia non ottimale lo ha privato di un podio ampiamente alla portata. Il nono posto finale non gli rende merito ma poco importa: la pole position ottenuta circa 24 ore prima è qualcosa che rimarrà per sempre nei ricordi degli appassionati e nelle statistiche più prestigiose: prima volta in carriera per lui e prima partenza al palo per la Racing Point. Da notare anche il ritorno alla pole position per un pilota canadese: non accadeva da Jerez 1997, la gara che incoronò Campione Jacques Villeneuve. Numeri a parte è da rimarcare la bravura sul bagnato di Stroll, imprendibile in prova e nella prima bagnatissima parte di gara. Con questa prestazione ha definitivamente zittito chi non gli riconosceva i giusti meriti, nonostante le vittorie ottenute nelle categorie inferiori, in quanto figlio di uno degli uomini più ricchi del mondo: Lawrence, possessore della squadra per la quale corre e che il prossimo anno diverrà Aston Martin. Non da meno è risultato il compagno di Lance, quel Sergio Perez che ancora non ha un contratto per l'anno prossimo: in qualifica è risultato terzo, in gara si è arreso solo ad Hamilton, avendo la meglio su quel pilota, Vettel, che il prossimo anno occuperà il suo sedile.
La pessima organizzazione turca esalta Mugello ed Imola
Evoluzioni dei piloti a parte è giusto evidenziare la cattiva organizzazione del Gran Premio di Turchia. Da biglietti proposti a soli tre euro in piena pandemia all'ovvia assenza di pubblico, fino ad una riasfaltatura sconsigliata dalla Federazione e da consulenti esterni ma ugualmente eseguita a ridosso del weekend di gara. Oltretutto utilizzando un manto appena adeguato per la normale circolazione stradale, figuriamoci per le vetture più veloci del pianeta! Venerdì i piloti non hanno contenuto le critiche ed abbiamo assistito a fuori pista, testacoda e giri lentissimi. Un fondo sporco, oleoso, oltretutto lavato nonostante la bassa temperatura atmosferica non ne consentisse un'adeguata asciugatura. Guardando ai ritorni ed alle prime volte di questo strano 2020 spicca ancora di più l'ottima organizzazione dei Gran Premi di Toscana e dell'Emilia Romagna. In vista delle prossime stagioni, Stefano Domenicali, prossimo Presidente e CEO della F1, pensaci bene!