Non esiste una data precisa per la fine della carta stampata, ma i dati parlano chiaro e la tendenza è quella di una progressiva e incessante riduzione di questa modalità, per cui la fine sarà inevitabile.
Già nel 2004 il giornalista e scrittore statunitense Philip Meyer aveva profetizzato nel suo libro “The vanishing newspaper” che l'ultima copia cartacea del New York Times sarebbe stata nel 2043, e c'è chi sostiene che il funerale della carta stampata avverrà anche prima.
Lo stesso Mark Thompson, CEO del New York Times, anticipa al 2040 l'estinzione dei quotidiani cartacei come li conosciamo oggi. Sta di fatto che la linea è tracciata e la “scomparsa” della stampa su carta è solo una questione di tempo.
Il sistema scolastico precursore della digitalizzazione
Nel contesto scolastico italiano un decreto legislativo datato 19 febbraio 2004, n. 59, stabiliva l'introduzione per gli istituti di istruzione di secondo grado di testi prodotti nelle versioni a stampa, on line scaricabile da internet, e mista e quasi dieci anni fa, il Ministro dell'Istruzione Stefania Giannini ha varato il Piano Nazionale della Scuola Digitale sancendo di fatto la fine dei libri scolastici cartacei e segnando un passo significativo verso la digitalizzazione della scuola, tanto che oggi diversi istituti richiedono tassativamente l'utilizzo di libri in formato elettronico e l'utilizzo di Ipad o laptop in classe.
E questo – insieme alla contrazione delle vendite dei giornali - rappresenta un indicatore del declino della carta stampata anche nel settore educativo.
Quale futuro per l'editoria?
I giornali cartacei hanno subito un costante declino in termini di diffusione e ricavi pubblicitari negli ultimi due decenni e l'avvento di internet e dei social media ha di fatto rivoluzionato il modo in cui le persone accedono alle notizie, privilegiando la rapidità e la gratuità dell'informazione online. Questa tendenza ha portato alla chiusura di numerose testate e alla riduzione delle redazioni, mettendo in crisi un modello di business consolidato.
Tuttavia, nonostante le difficoltà, è ragionevole ritenere che i giornali cartacei non scompariranno completamente, ma si evolveranno. Il futuro potrebbe vedere una transizione verso edizioni periodiche, ma di maggiore qualità, focalizzate su analisi approfondite, reportage di lungo respiro e contenuti premium. I giornali cartacei potrebbero diventare prodotti di nicchia, apprezzati per la loro tangibilità e per l'esperienza di lettura che offrono.
La trasformazione del mestiere del giornalista
Il cambiamento nel panorama mediatico sta ridefinendo anche il ruolo del giornalista. Le competenze richieste si stanno ampliando, andando ben oltre la tradizionale capacità di scrittura e ricerca. I giornalisti dovranno essere sempre più versatili e multidisciplinari e avere competenze digitali senior, tanto che la padronanza degli strumenti digitali, dal data journalism alla creazione di contenuti multimediali, diventerà essenziale.
Inoltre dovrà avere un approccio di storytelling multipiattaforma: cioè saper adattare i contenuti ai diversi formati e piattaforme, dal testo scritto ai podcast, dai video ai social media.
Anche l'analisi dei dati e la capacità di interpretare grandi quantità di dati (Big Data) e tradurli in storie significative è sempre più richiesta. La verifica delle fonti è un must di questa professione, a maggior ragione oggi nell'era delle fake news, le competenze di fact-checking, verifica e credibilità diventano cruciali.
Anche il tema del personal branding non sarà da sottovalutare e i giornalisti saranno sempre più chiamati a costruire la propria presenza online e a interagire direttamente con il pubblico, e chi avrà maggior seguito riuscirà a spuntare compensi per l'attività giornalistica maggiori rispetto a chi rimarrà più in ombra.
Infine credo si andrà sempre più verso la specializzazione e la conoscenza approfondita di settori specifici, rispetto a fornire informazioni generiche.
Nuovi modelli di business e opportunità
La crisi del modello tradizionale sta spingendo l'industria dell'informazione a sperimentare nuovi approcci. Sempre più testate stanno migrando verso il paywall – cioè l'accesso a pagamento dei contenuti di un sito, anche del singolo articolo – e gli abbonamenti digitali, che permettono a vari livelli di fruire di contenuti e molte testate stanno puntando sempre più su notizie premium a pagamento per sostenere il giornalismo di qualità.
Il giornalismo diventerà sempre più imprenditoriale, con nuove realtà editoriali indipendenti, spesso focalizzate su nicchie specifiche che lavorano su singoli target di lettori.
Anche le collaborazioni con gli uffici stampa cambieranno passo e si creeranno partnership per avere notizie dal mondo economico d'impresa e non solo, così come il crowdsourcing, cioè lo sviluppo su base collettiva porteranno a modelli di giornalismo collaborativo e partecipativo del pubblico, che poi se vogliamo è un'evoluzione dell'UGC (user generated content, ossia contenuto generato dagli utenti).
Infine, un ruolo chiave verrà ricoperto dall'intelligenza artificiale di cui tanto oggi si discute: l'IA automatizzando compiti ripetitivi, permetterà ai giornalisti di concentrarsi su attività a maggior valore aggiunto e arricchirà ricerche e comparazione di dati.
I giornalisti che sapranno adattarsi, abbracciando nuove competenze e modelli di lavoro, continueranno a svolgere un ruolo cruciale nel panorama mediatico del futuro, mentre la forma tradizionale dei giornali come finora è stata conosciuta si ridimensionerà sempre di più.
L'essenza del giornalismo - raccontare storie di cronaca, informare il pubblico ed esercitare quella forma di controllo su quanto avviene nel proprio Paese - rimarrà pertanto fondamentale per la società.
La sfida per l'industria dell'informazione credo sarà quella di trovare un equilibrio tra innovazione tecnologica e valori giornalistici fondamentali, garantendo la sostenibilità economica, senza compromettere la qualità e l'integrità dell'informazione.
In questo scenario in rapida trasformazione, l'acquisizione di nuove competenze, la capacità di adattamento e la creatività saranno le chiavi del successo per i giornali e i giornalisti di domani.
E su questo ultimo punto anche l'Ordine dei Giornalisti, attraverso la formazione continua ripensata con un taglio sempre più pratico e aderente alle nuove necessità della professione, potrà giocare un ruolo importante per delineare gli scenari futuri.