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Mercoledì, 15 Luglio 2015 11:10

Dossier Hera sul mercato libero dell'energia

Il nuovo numero online da questa settimana. Liberalizzazioni dei mercati dell'energia elettrica e gas: concorrenza, tutela e prezzi. Una sfida per il futuro che garantirà sempre di più efficienza e convenienza -

Parma, 15 luglio 2015 -

Dossier Hera: le nuove frontiere dell'energia

I Dossier Hera arrivano a quota 11: da questa settimana è on line il nuovo numero degli approfondimenti web della multiutility, dedicato al mercato libero dell'energia.
Un tema di grande attualità su cui non sempre i cittadini hanno le idee chiare e sono spesso disorientati tra le tante offerte. Oggi, infatti, nuovi fornitori di gas ed elettricità possono accedere ai mercati e i consumatori sono liberi di scegliere con chi stipulare i contratti. Per le famiglie questo è possibile dal 2003 nel mercato del gas e dal 2007 nel mercato elettrico. E, sempre per le famiglie, è prevista la possibilità di restare nei servizi cosiddetti "a tutela", alternativi al mercato libero: in quel caso, manterranno le tariffe stabilite dall'Autorità per l'Energia Elettrica, il Gas e il Sistema Idrico (Aeegsi), aggiornate ogni tre mesi.

Concorrenza, tutela e prezzi. Di questo si occupa il nuovo Dossier web del Gruppo Hera, on line da oggi con video interviste, articoli, infografiche e fotogallery, per dare una panoramica di cosa sta succedendo in Italia e in Europa nel settore dei servizi energetici.

Qualche dato sul mercato libero

Sono passati quasi 20 anni, infatti, da quando, nel 1996, le prime direttive dell'Unione Europea hanno dato impulso alle liberalizzazioni dei settori dell'energia elettrica e il gas, storicamente a presenza monopolistica. Queste misure hanno aperto e armonizzato il mercato europeo dell'energia, garantendo un equo accesso alle infrastrutture, trasparenza, tutela dei consumatori e una vivace concorrenza.
Negli ultimi anni i tassi di switch, cioè dei passaggi al mercato libero, sono cresciuti tantissimo anche in Italia e riguardano circa un quarto dei clienti domestici. Per quanto riguarda l'elettricità, i dati dell'Autorità indicano che nel 2014 i volumi di energia venduta sul mercato libero domestico sono cresciuti dell'11,2% rispetto al 2013. Nella vendita del gas, la crescita dei volumi sul mercato libero domestico è stata più contenuta (+1,1% sul 2013) ma bilancia la netta contrazione dei volumi venduti in regime di mercato tutelato (-23,6% sul 2013). In termini assoluti, infine, nel 2014 sono stati venduti 186,1 TWh di energia elettrica a mercato libero e 42.528 milioni di metri cubi di gas, sempre a mercato libero.

Il cliente al centro

La concorrenza generata dall'apertura dei mercati ha fatto sì che i clienti oggi possano scegliere tra le tante offerte disponibili, basandosi anche e soprattutto sulla qualità del sistema di relazione post-vendita messo in campo dalla società proponente. Per un cittadino non riuscire a fare una voltura, non avere chiarimenti su una bolletta o aspettare mesi per un cambio di contatore sono elementi che possono generare costi, perdite di tempo e difficoltà.
Il Gruppo Hera, consapevole del valore elevato che i clienti stanno attribuendo al servizio post vendita, in questi anni ha investito sempre più nella formazione del personale, nel miglioramento delle piattaforme informatiche e nel potenziamento dei canali di contatto, sia remoti/virtuali come il call center e il sito web, sia fisici sul territorio, con una rete di oltre 120 sportelli. Un sistema di relazione con i clienti che nel panorama nazionale è unico, per qualità e quantità dei canali di comunicazione, ed è soggetto a periodiche verifiche da parte di società esterne per valutare il grado di soddisfazione di chi ne usufruisce.

Hera: a SOStegno di chi è in difficoltà

Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da uno scenario economico sfavorevole. A protezione delle fasce di reddito meno abbienti, sono state attivate dall'Authority delle misure per combattere il disagio economico: si tratta di bonus sociali, introdotti per legge, che consentono a chi ne abbia di diritto di avere sconti fino al 20% su elettricità e gas. Con lo stesso spirito, Hera ha introdotto volontariamente ulteriori misure a sostegno dei propri clienti in difficoltà, come per esempio il bonus teleriscaldamento e la rateizzazione delle bollette, con la possibilità per alcune categorie (cassaintegrati, disoccupati, lavoratori in mobilità) di distribuire le rate su 6 mesi senza interessi.
Per dare comunicazione di tutti gli strumenti messi in campo, la multiutility ha pubblicato "SOStegno Hera": una guida pratica e completa che illustra le opportunità per contenere le spese su gas, energia elettrica, teleriscaldamento e acqua, dedicate a chi versa in una condizione di disagio fisico e/o economico. Si può scaricare dal sito del Gruppo o richiedere agli sportelli clienti presenti sul territorio.

Tutti i Dossier disponibili sul web

Del Dossier Hera sull'energia a mercato libero, come accaduto con quelli dedicati a energie rinnovabili, smart cities, efficienza energetica e rifiuti, sarà pubblicata una sintesi sui principali quotidiani della regione e sulle loro edizioni web. Tutti i numeri del Dossier sono sempre consultabili on line, sul sito di Hera www.gruppohera.it/dossier.

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Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 28 12 luglio 2015


SOMMARIO Anno 14 - n° 28 12 luglio 2015 (in allegato il pdf scaricabile)

1.1 editoriale Caos Grecia. Gli UEmanoidi non erano programmati per rispondere alla disobbedienza.
3.1 cereali Nonostante tutto l'Indipendence Day ha favorito leggeri ribassi
4.1 Lattiero caseario Tutto fermo.
5.1 agro mercati Ismea, tensioni sui prezzi dei cereali.
6.1 parmigiano reggiano Reggio Emilia - Prezzo "a riferimento" del latte industriale
6.2 parmigiano reggiano Parmigiano Reggiano, Preoccupazioni per la crisi greca
6.3 giardinaggio Un bel giardino con i piccoli aiutanti di Ferragosto.
7.1 export Canada, Parmigiano Reggiano punta al raddoppio
8.1 vino export Panel Business Strategies su consumatore cinese al 38 congresso mondiale OIV.
8.2 vino eventi Al Wine & Dine Festival di Shangai l'Italia sarà rappresentata da Vinitaly.
9.1 eventi Farm Run, Corsa a ostacoli nel fango: una prova per veri duri!
9.2 eventi made in italy Annunciata
10.1 Lattiero Caseario Lattiero Caseario in crisi. L'analisi di Giuseppe Alai presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano
10.2 promozioni "vino" e partners

Cibus 28 12lug15 COP

La piccola Grecia ha messo alle corde l'UE. E se invece la Merkel volesse distrarre l'opinione pubblica dai problemi finanziari della sua Germania riunificata?

di Lamberto Colla - Parma, 12 luglio 2015 -
"Come può uno scoglio arginare il mare" si chiedevano Mogol e Battisti negli anni settanta e oggi ci chiediamo come possa verosimilmente la piccola Grecia creare tanto scalpore e imbarazzo in Europa.

Un Paese di poco più di 11 milioni di abitanti (quindi la nostra Lombardia), la metà dei quali concentrati a Atene, per non avere ubbidito alle teutoniche (è proprio il caso di dirlo) regole europee ha portato lo scompiglio in seno ai parlamenti UE riscaldando gli animi di quasi tutti gli eurodeputati. E' sembrato di rivivere i giorni in cui Berlusconi diede del "Kapò" a Martin Schulz (correva l'anno 2003), quell'eurodeputato che, guarda caso, è l'attuale Presidente del Parlamento Europeo.

Una voce così fuori dal coro, gli euroburocrati e gli europolitici, non erano abituati ad affrontare, non essendo stati stati programmati per l'opzione "disobbedienza". Così gli UEmanoidi sono andati in "Tilt" e il loro capo, la portinaia del condominio europa Angela Merkel, subito dopo l'esito del voto greco ha cercato rifugio nell'amichetto del cuore, Francois Hollande, dimostrando di essere proprio alla frutta!

Chissà cosa si saranno detti e quali strategie avranno approntato per quest'europa nella quale, giorno dopo giorno, si vede montare la protesta.

All'Austria (261.000 firme raccolte nella petizione popolare quando ne sarebbero state sufficienti 100.000), sembra voglia aggiungersi anche la Slovenia e comunque i vari focolai antieuropeisti, distribuiti in almeno 16 Paesi, hanno ripreso vigore.

Dopo le "gesta" di Tsipras e Varoufakis, anche i più pecoroni hanno ripreso coraggio tornando a alimentare un sentimento antieuropeista facendo facilmente presa su quella fascia di popolazione, peraltro sempre più ampia, scontenta della propria posizione economica e che non nutre più alcuna speranza per il futuro. Un sentimento montante pericoloso che rischia la disgregazione dell'Europa minando i principi di pace e libertà che furono le fondamenta sulle quali si costruì il condominio europeo.

Ebbene oggi, in forza di una mandria di politici presuntuosi, ottusi, probabilmente al soldo delle multinazionali più spregiudicate, ostinati a muovere la politica attraverso le leve finanziarie piuttosto che ricercare le soluzioni finanziarie per realizzare progetti politici e sociali, quest'Unione Europea a trazione Merkel, rischia di sciogliersi come neve al sole riportando la lancetta dell'umanità indietro di molti decenni.

E' gravissimo, a mio personalissimo giudizio, non aver trovato, in tempi rapidi, una soluzione per la "piccola" Grecia e dimostra per l'ennesima volta, al di là delle indubbie responsabilità dei vari governi ellenici, l'inconsistenza dei negoziatori e la scarsa lucidità politica dei rappresentanti del governo europeo.

Una incapacità già ampiamente dimostrata con la crisi degli immigranti e che, sinceramente, non vorrei misurare con l'Isis.

L'Unione Europea non si tocca ma le donne e gli uomini che la conducono sarebbe il caso di estrometterli e che ai nuovi venga assegnato il compito di reimpostare la politica restaurando i vecchi e sani principi che furono dei costitutori a partire dal Trattato di Roma del 1957.

Già in altre circostanze avevo sostenuto che la Germania, probabilmente con la complicità di qualcuno, avesse nascosto qualcosa tra le righe dei suoi bilanci. E la conferma comincia a affiorare da oltreoceano passando dai circuiti web ma nella totale indifferenza dei media più accreditati, le TV nazionali.

Una casermetta esplosiva ripiena di 54,7 trilioni di euro in prodotti derivati (i famosi prodotti finanziari "tossici") sarebbero detenuti dalla Deutsche Bank (DB). Una somma che equivale a 20 volte il Pil tedesco, che è di 2,74 trilioni e almeno a cinque volte il Pil dell'intera Eurozona, che è di 9,6 trilioni.

Lo scrive il giornale Usa online zerohedge.com. Però nonostante questa situazione, nessuno ne parla mentre si fa un gran parlare della "pesantissima" questione greca come se si volesse addossare, solo a altri, la responsabilità di una politica europea inconsistente, egoista e esageratamente sbilanciata verso gli interessi della Germania targata Angela Merkel. Donna forte e intelligente ma che, probabilmente, si è fatta prendere troppo la mano rischiando ora di trascinare la sua Germania unita e l'Europa, che di questa riunificazione si è addossata tutti gli oneri, verso un pericoloso burrone.

Pubblicato in Politica Emilia
Lunedì, 06 Luglio 2015 13:03

Eletto il nuovo cda di Banca di Parma

Riconfermato alla presidenza Alfredo Alessandrini e Pier Luigi Casa alla vicepresidenza. L'assemblea dei soci ha votato all'unanimità. -

Parma, 6 luglio 2015 -

Alfredo Alessandrini è stato riconfermato con voto unanime, alla presidenza di Banca di Parma e Pier Luigi Casa alla vicepresidenza: questo è il verdetto dell'assemblea dei soci che si è svolta sabato 4 luglio all'Auditorium Niccolò Paganini.

«Sono molto contento di questa riconferma, così come quella di tutto il cda e del collegio sindacale - ha dichiarato Alfredo Alessandrini -. Questa prima assemblea di Banca di Parma è molto importante perché dà l'avvio a una nuova fase di operatività. La banca, ne sono certo, saprà evidenziare le sue peculiarità che la rendono diversa e che potremmo sintetizzare nella vicinanza ai soci clienti siano esse imprese, privati o famiglie. Banca del territorio vuol dire mettere davvero al centro il socio cliente e soprattutto i suoi progetti per il futuro».

«Sono davvero orgoglioso del lavoro che siamo riusciti a fare e ora ad attendere Banca di Parma c'è la sfida del mercato con cui vogliamo confrontarci al più presto, mettendo in campo le nostre competenze e i nostri valori. – ha dichiarato Pier Luigi Casa che ha aggiunto – La città ci ha seguito e incoraggiato fino a questo momento, speriamo ora di poter lavorare al meglio».

Oltre ad Alessandrini e Casa sono stati, inoltre, riconfermati quali membri del collegio di amministrazione: Cristina Bazzini, Leoanrdo Cassinelli, Roberto Catelli, Antonio Costantino e Rinaldo Sassi.

Confermato anche il collegio sindacale che sarà composto da: Francesco Giannuzzi (presidente), Marco Giorgi (sindaco effettivo), Alessandro Maestri (sindaco effettivo), Antonio Cavazzini e Marco Randazzo (sindaci supplenti). È invece cambiato un membro del collegio dei probiviri che sarà composto da: Daniele Quadrelli, presidente, Antonio Casalini, Paolo Micheli (membri effettivi), Gabriele Soncini e Luca Verderi (supplenti).

Durante l'assemblea dei soci sono infine state approvate le politiche di remunerazione, alcune modifiche statutarie, il conferimento dell'incarico di revisione legale (ai sensi del decreto legislativo 39/2010, e dell'art. 43 dello statuto) che, su proposta del collegio sindacale, è andato a Analisi spa di Reggio Emilia.

Dopo l'assemblea si è svolto il concerto che Banca di Parma ha aperto alla città, intitolato "Verdi... e altri orizzonti" tenuto da allievi e docenti del Conservatorio di Parma Arrigo Boito.

Una serata con musica lirica, da camera e con un pizzico dei colori dell'America Latina: è stata un'occasione per ascoltare un programma ricco, intessuto innanzitutto di arie verdiane, celebri pagine tratte da Un ballo in maschera, La traviata, Rigoletto. Non sono mancati i momenti romantici e virtuosistici di Liszt, quelli classici di Mendelssohn, contemporanei di Salzedo e le sonorità latino americane appunto.

Ora non rimane che attendere l'apertura che, come confermato anche durante l'assemblea, dovrebbe avvenire entro la fine del prossimo ottobre.

(fonte: ufficio stampa Banca di Parma)

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 27 05 luglio 2015
SOMMARIO Anno 14 - n° 27 05 luglio 2015

(in allegato il pdf scaricabile)

1.1 editoriale In fuga dall'abbraccio mortale
2.1 Pasta Che ci fa la pasta al Festival della magia internazionale?
3.1 cereali I dati USDA fanno scattare gli aumenti
4.1 Lattiero caseario A quando la ripresa del settore caseario?
5.1 cereali Meteo e rischio Grexit spingono le materie prime.
6.1 agro mercati Ismea, prezzi agricoli invertono la rotta a maggio
7.1 parmigiano reggiano Reggio Emilia - Prezzo "a riferimento" del latte industriale
7.2 parmigiano reggiano Parmigiano Reggiano, dopo Harrods con Massimo Bottura da Sotheby's
7.3 giardinaggio Un bel giardino con i piccoli aiutanti di Ferragosto
8.1 export Parmigiano Reggiano, volano le esportazioni USA (+74%)
9.1 pomodoro Pomodoro, danni da grandine. Si temono perdite del 10%.
10.1 eventi Farm Run, Corsa a ostacoli nel fango: una prova per veri duri!
10.2 eventi made in italy Annunciata la seconda edizione del Eat Drink Love Italian Londra
11.1 e.commerce "Vino", la prima app per conoscerlo e acquistarlo a buon prezzo
11.2 promozioni "vino" e partners

Cibus 27 2015 COP

Domenica, 05 Luglio 2015 12:08

In fuga dall’abbraccio mortale

L'Unione Europea in rotta di collisione. L'assedio di Atene non è certamente un buon esempio e prima o poi toccherà a altri paesi subire lo stesso trattamento. Intanto Regno Unito e Austria sarebbero al lavoro per progettare il distacco dall'Unione.

di Lamberto Colla - Parma, 5 luglio 2015 -
Il sogno di un'Europa forte e unita sta trasformandosi in incubo per le economie più deboli. La politica finanziaria ha preso in mano le redini del governo europeo lasciando alla politica, quella di governo, il compito di ratificare scelte attuate dai funzionari, euroburocrati scelti non si sa bene da chi, dalla presunzione di conoscere il futuro attraverso la mera lettura dei numeri.
La politica dell'Unione in mano a dei "cartomanti", per di più ben poco convincenti.

L'esempio di questa assurdità l'abbiamo tutti giorni davanti agli occhi.
Con tre fronti di guerra ai confini (crisi Russo-Ucraina, Isis a oriente e nord africa) e un esodo biblico di profughi in fuga dai teatri di guerra nel disperato tentativo di salvare almeno la vita tentando il rifugio nel Vecchio Continente, i premier sono in riunione permanente, da ormai due settimane, per imparare la lezioncina da impartire a Tsipras affinché si convinca di fare morire il suo popolo attraverso una lenta agonia altrimenti sarà una morte rapida. Un'alternativa ben poco allettante soprattutto per chi non ha più niente da perdere.

A questo punto mi domando dove sono finiti quei cantori, menestrelli moderni fieri di appartenere a quella sinistra radical chic, pronti a organizzare mega concerti in tutt'europa in favore dell'alienazione dei debiti del terzo mondo ma che, a favore della Grecia, non hanno organizzato nemmeno una messa cantata.

Che anche loro siano prezzolati dalla mano invisibile della finanza internazionale?

Fatto sta che tutti i giorni l'UE mostra i suoi lati peggiori.

Prima con l'Italia e la Spagna ora nei confronti della Grecia e del problema immigranti, e domani ancora con l'Italia e forse la Francia, l'Unione Europea non intende modificare la politica dell'abbraccio mortale porgendo così il fianco all'euroscetticismo dilagante che ha già fortemente contagiato Regno Unito e Austria. Della decisione del premier d'oltre Manica di aprire un referendum pro o contro la permanenza in UE già si sapeva ma dell'Austria e del suo progetto di fuoriuscita ben poco si è detto e tanto meno promozionato.

Nell'assoluto silenzio mediatico l'Austria, attraverso una petizione popolare (Volksbegehren) sta misurando la temperatura al popolo asburgico.
Secondo i promotori della petizione, che se supererà il numero di 100.000 firme obbligherà il parlamento a discutere e legiferare sulla questione, l'Austria trarrebbe notevoli benefici dall'uscita dall'UE consentendole di fatto di non aderire agli accordi transatlantici di libero scambio tra Ue, Usa e Canada; di recuperare parte dei miliardi di euro versati da vent'anni alle casse di Bruxelles per la "promozione Ue" senza aver alcun potere di codecisione nella destinazione dei medesimi fondi; di risparmiare i versamenti a favore dei «fondi di salvataggio per l'euro»; di risparmiare le obbligazioni di deposito per miliardi di euro a favore del «Meccanismo europeo di stabilità finanziaria»; di reintrodurre sovranità e politica monetaria proprie.

Insomma, anche l'aristocratica mitteleuropa si è rotta di partecipare o meglio subire una costrizione politica e monetaria, un "Superstato" costruito a misura di Germania sotto la vigilanza di Washington.

Un abbraccio mortale che, sino a quando si possiede qualche energia, varrebbe la pena sottrarsi o impuntando i piedi e facendo valere le proprie ragioni o, in ultima ratio, salutando l'allegra combricola come stanno proprio pensando di fare i sudditi di Sua Maestà Elisabetta e i ricchi Austriaci e come vorrebbero fare i Greci salvo diverso risultato della consultazione referendaria promossa, a sorpresa e in piena negoziazione con la ex troika, per oggi,  Domenica 5 luglio.

Così com'è strutturata e governata l'Unione Europea ha una aspettativa di vita molto breve.

Per immaginare un futuro è indispensabile un radicale cambiamento, riprogettando la politica dell'unione sulle basi originarie e relegando da subito i potenti ragionieri nei loro uffici.

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UniCredit ha firmato, con la Banca Europea per gli Investimenti (BEI), una nuova linea di finanziamento, per un ammontare di 300 milioni di euro. -

Milano, 2 luglio 2015 –

La settimana scorsa UniCredit ha firmato, con la Banca Europea per gli Investimenti (BEI), una nuova linea di finanziamento, per un ammontare di 300 milioni di euro, destinata alle imprese italiane di media capitalizzazione, con un organico fino a 3.000 dipendenti (Mid-Cap) dei settori produttivi e dei servizi.
Tale importo sarà destinato a sostenere lo sviluppo delle imprese che eseguano investimenti materiali e immateriali, ovvero finanzino il capitale circolante. Saranno finanziati sia i nuovi investimenti sia quelli in corso, purché non ancora ultimati.
La linea di finanziamento concessa dalla BEI, che potrà avere durata compresa fra i due e i dodici anni e un taglio massimo di 50 milioni di euro per ogni singolo progetto, verrà trasferita alle imprese attraverso UniCredit e UniCredit Leasing.
I nuovi fondi vanno ad aggiungersi a due precedenti iniziative avviate nell'aprile scorso, rivolte all'occupazione giovanile e alle imprese di piccole e medie dimensioni (PMI), anche quelle per un ammontare disponibile totale di 300 milioni.

Negli ultimi anni UniCredit ha erogato alle imprese italiane più di 4 miliardi di euro a valere su finanziamenti concessi da BEI, di cui quasi 1 miliardo nel corso del 2014.
Il plafond appena siglato conferma ulteriormente l'impegno congiunto di UniCredit e Bei a favore del sistema economico del Paese.
Gli interventi, relativi a imprese attive in tutti i settori produttivi (agricoltura, artigianato, industria, commercio, turismo e servizi) potranno riguardare l'acquisto, la costruzione, l'ampliamento e la ristrutturazione di fabbricati; l'acquisto di impianti, attrezzature, automezzi o macchinari; le spese, gli oneri accessori e le immobilizzazioni immateriali collegate ai progetti, incluse le spese di ricerca, sviluppo e innovazione; la necessità permanente di capitale circolante legata all'attività operativa.
Unicredit si impegna a fornire anche risorse proprie alle imprese beneficiarie, facendo così aumentare il plafond complessivamente a disposizione per il supporto del sistema economico italiano.

UniCredit

UniCredit è una delle maggiori istituzioni finanziarie in Europa, con un network internazionale distribuito in 50 Paesi, 17 dei quali con una banca commerciale radicata sul territorio. Il Gruppo opera attraverso circa 8.500 sportelli e 147.000 dipendenti, servendo oltre 32 milioni di clienti, con attivi per 900 miliardi di Euro; è una delle banche più solide d'Europa, con un CETier1 di 10,35% pro- forma (Fully loaded secondo Basilea 3, incluso il deal Pioneer). Nell'Europa Centro Orientale, UniCredit è l'indiscusso leader di mercato, con quasi 3.500 filiali e attivi pari a 165 miliardi di Euro.
UniCredit è attivo nei seguenti Paesi: Austria, Azerbaijan, Bosnia-Herzegovina, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Germania, Italia, Polonia, Romania, Russia, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Turchia, Ucraina e Ungheria.
Per maggiori informazioni www.unicreditgroup.eu/it 

BEI

La Banca europea per gli investimenti (BEI) è l'istituzione finanziaria di lungo termine dell'Unione europea i cui azionisti sono gli stessi Stati membri. Il suo compito è erogare finanziamenti sul lungo termine per progetti validi al fine di contribuire agli obiettivi politici dell'UE.

(fonte: ufficio stampa UniCredit)

Circa 250 le imprese della provincia di Reggio Emilia che hanno rapporti commerciali con il territorio ellenico. -

Reggio Emilia, 30 giugno 2015 -

Fiato sospeso, anche nella nostra provincia, per le drammatiche vicende che stanno investendo la Grecia, che seppure non sia nei primissimi posti per le nostre esportazioni (si colloca infatti al 23° posto), pesa comunque per quasi 90 milioni sull'economia reggiana.
L'Ufficio Studi della Camera di Commercio, infatti, evidenzia che sono circa 250 le imprese della provincia di Reggio Emilia che hanno rapporti commerciali con il territorio ellenico, aziende che nel 2014 hanno esportato merci in Grecia per un valore pari a 87,4 milioni di euro con un aumento del 5,9% rispetto al 2013. Nello stesso periodo hanno acquistato prodotti per 21,9 milioni registrando, però, una flessione del 6,8% (le importazioni nel 2013 si erano attestate a 23,5 i milioni).
Nel primo trimestre del 2015, il valore dell'export reggiano ha già raggiunto i 23,8 milioni con una crescita, rispetto allo stesso periodo dell'anno passato, del 5,1%; nel contempo anche l'import ha registrato una ripresa passando da 7,3 a 7,6 milioni di euro (+4,3%).

tab export reggio-grecia

L'interscambio delle imprese della provincia di Reggio Emilia con la Grecia riguarda, per la quasi totalità, i prodotti manifatturieri. Gli articoli di abbigliamento e il sistema moda nel complesso, con 8,6 milioni esportati nel periodo gennaio-marzo 2015, rappresentano la parte più consistente e registrano una crescita del 29,2% rispetto al primo trimestre 2014. Segue il metalmeccanico - in particolare pompe e compressori, organi di trasmissione, di sollevamento e movimentazione, con un valore dell'export che è passato da 5,9 a quasi 6,7 milioni (+11,3%).
In aumento del 21,9% ed un valore pari a 3,2 milioni, il settore ceramico, che occupa il terzo posto fra i principali prodotti "made in Reggio Emilia" venduti nella penisola ellenica.
In flessione, invece, i prodotti alimentari in complesso che scendendo da 2,7 a poco meno di 2,4 milioni registrano un calo del 12,8%, anche se la voce più consistente del settore alimentare, quella cioè relativa alla "carne lavorata e conservata" che comprende gli insaccati, mostra una crescita del 3,6%.
Tutto questo, ovviamente, fino al braccio di ferro del Governo greco con la Ue, che apre scenari punteggiati da incognite e inquietudini.

(Fonte:Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)

Opportunità di business in Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia. Un incontro operativo organizzato da UniCredit, Camera di Commercio di Forlì-Cesena, Cesena Fiera-Macfrut e Rete Enterprise Europe Network per gli imprenditori del territorio interessati ad avviare o implementare il business oltre confine. -

Parma, 24 giugno 2015 -

Esperti di business incontrano le imprese del territorio per illustrare opportunità e limiti dell'internazionalizzazione in Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia, affrontando tematiche concrete per l'approccio ai mercati di riferimento: processi d'azienda, accorgimenti bancari e finanziari. Questo, in sintesi, l'obiettivo dell'appuntamento pensato e organizzato per le imprese locali e volto a fornire strumenti e conoscenze necessari per aprire la propria attività a nuovi mercati.

L'incontro organizzato da UniCredit, in collaborazione con Camera di Commercio di Forlì-Cesena, Cesena Fiera-Macfrut e Rete Enterprise Europe Network, si è svolto oggi presso la Sala del Consiglio dell'ente camerale. In primo piano i fattori di contesto operativo, le relazioni con le banche, i principali assetti normativi dei Paesi, oltre ad un approfondimento sull'agroindustria.

La giornata di lavoro è stata aperta dai saluti introduttivi di Alberto Zambianchi, Presidente Camera di Commercio di Forlì-Cesena; e di Angela Vella, Vice Area Manager Romagna UniCredit. Sono quindi seguiti gli interventi centrati sulle caratteristiche dei mercati di Repubblica Ceca e Slovacchia; e della Polonia, a cura rispettivamente di Fabio Bini, Head of International Clients department Corporate, Investment and Private Banking, UniCredit Bank Czech Republic & Slovakia-; e di Hubert Narkiewicz - Senior Relationship ManagerCentro Corporate di Danzica, su "Il mercato Polonia, il contesto operativo per leimprese e il supporto di UniCredit". Sui rischi e sulle opportunità di business secondo il sistema legale vigente in Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia, è stato invece centrato l'intervento di Daniele Iacona, Studio Schoenher.
La parola è passata quindi a Renzo Piraccini, Presidente di Cesena Fiera, per un dettagliato Focus sul settore ortofrutticolo con il progetto di rilancio di Macfrut. Infine, della Rete Enterprise Europe Network ha parlato Laura Bertella, Unioncamere Emilia Romagna-Politiche comunitarie e per l'innovazione.

"Nell'attuale contesto che vede perdurare alcuni effetti della crisi economica e diminuire le "risorse camerali" - dichiara Alberto Zambianchi, Presidente della Camera di Commercio di Forlì-Cesena - abbiamo instaurato con Università, Istituti di credito e, in generale, con i principali attori locali, collaborazioni fruttuose e sinergiche, risultato di una scelta mirata a costruire un nuovo modello di intervento sul Territorio e una "best practice" replicabile in altri contesti.
Mettendo a sistema le funzioni istituzionali del nostro Ente e le specifiche competenze dei partner di volta in volta coinvolti, la Camera offre alle imprese che intendono internazionalizzarsi, strumenti sempre più puntuali ed efficaci. È il caso di questo Forum in cui professionisti di diversi settori mettono al servizio delle imprese le proprie expertise su tre Paesi dell'Est Europa che i dati economici confermano avere potenzialità interessanti per i nostri imprenditori."

"Per le imprese del territorio una delle principali opportunità di crescita e di sviluppo aziendale – ha sottolineato Angela Vella, Vice Responsabile Area Commerciale Romagna UniCredit – è senza dubbio il rapporto con nuovi mercati, l'apertura a nuovi orizzonti economici e a nuove occasioni di business. Per questo portiamo avanti con entusiasmo la realizzazione di eventi come questo Forum, in grado di fornire un sostegno operativo alle aziende che già operano su mercati oltre confine o che vogliono ampliare il proprio business all'estero. Riteniamo infatti che costituisca un incoraggiamento forte e una forte garanzia per gli imprenditori il fatto di poter fare affidamento su un Gruppo come il nostro, che può contare su un network internazionale presente in 50 mercati ma che mantiene ben salde le radici e l'attenzione sui territori in cui è presente".

"Internazionalizzazione e innovazione devono essere i capisaldi del sistema ortofrutticolo per competere nel mercato globale – ha affermato Renzo Piraccini, Presidente di Cesena Fiera – Macfrut ha imboccato entrambe le strade, rivolgendosi in modo particolare ai mercati emergenti dell'Est Europa insieme a UniCredit. Ai cinque road show (Bulgaria, Polonia, Romania, Ungheria, Repubblica Ceca), hanno preso parte una cinquantina di aziende da tutta Italia che si cono confrontate con oltre 400 operatori stranieri. Questi appuntamenti sono stati il punto di partenza di più ampi e approfonditi meeting business che ci saranno nella tre giorni di Macfrut in Fiera a Rimini".

Schede Paese - Trend e potenzialità delle aziende locali nel business con Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia

POLONIA
Per ciò che riguarda la provincia di Forlì-Cesena,nel 2014 il valore delle esportazioni verso la Polonia è stato di quasi 116 milioni di euro, mentre le importazioni sono state di 24 milioni di euro. Rispetto all'anno precedente, le vendite dal territorio di Forlì-Cesena verso la Polonia hanno registrato un aumento del 3%, gli acquisti un calo dell'8%.

Nel 2014, le esportazioni della provincia di Forlì-Cesena verso la Polonia hanno riguardato principalmente le seguenti merci:
Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti per oltre 50 milioni di euro, in rialzo del 16% rispetto al 2013;
Sostanze e prodotti chimici per oltre 16 milioni di euro, +1% rispetto al precedente anno;
Apparecchi elettrici per poco meno di 16 milioni di euro, con una variazione nulla rispetto all'anno precedente;
Macchinari ed apparecchi per circa 9 milioni di euro, in flessione del 32% su base annua;
Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori per 5,6 milioni di euro, in crescita del 12% rispetto al 2013.

REPUBBLICA CECA
Per ciò che riguarda la provincia di Forlì-Cesena,nel 2014 il valore delle esportazioni verso la Repubblica Ceca è stato di quasi 46 milioni di euro, mentre le importazioni hanno superato i 10 milioni di euro. Rispetto all'anno precedente, le vendite dal territorio di Forlì-Cesena verso la Rep. Ceca hanno registrato un aumento del 5%, gli acquisti del 3%.

Nel 2014, le esportazioni della provincia di Forlì-Cesena verso la Repubblica Ceca hanno riguardato principalmente le seguenti merci:
Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti per quasi 18 milioni di euro, in aumento del 12% rispetto al 2013;
Macchinari ed apparecchi per più di 8 milioni di euro, in crescita del 17% rispetto all'anno precedente;
Sostanze e prodotti chimici per 6 milioni di euro, in rialzo del 36% su base annua.

SLOVACCHIA
Per ciò che riguarda la provincia di Forlì-Cesena,nel 2014 il valore delle esportazioni verso la Slovacchia è stato di oltre 14,5 milioni di euro, mentre le importazioni hanno superato i 21 milioni di euro. Rispetto all'anno precedente, le vendite dal territorio di Forlì-Cesena verso la Slovacchia hanno registrato un aumento del 12%, gli acquisti del 6%.

Nel 2014, le esportazioni della provincia di Forlì-Cesena verso la Slovacchia non sono state significative.

Si stima che per l'anno in corso, le esportazioni totali di Forlì-Cesena e provincia aumenteranno del 9%, le importazioni faranno registrare un +5%.

[Fonte. Elaborazioni Territorial&Sectorial Intelligence su dati ISTAT e stime Prometeia]

(Fonte: ufficio stampa Unicredit)

Lunedì, 22 Giugno 2015 11:41

Russia, venti guerra, non solo fredda.


La NATO vorrebbe proseguire la sua avanzata sempre più a ridosso dei confini russi e pretenderebbe che Putin non avesse reazioni?

di Lgc Parma 22 giugno 2015 - 
Mentre in Ucraina si continua a combattere, distruggere e uccidere nell'assoluto silenzio della stampa (fonti dirette raccontano di scontri terribili), gli Stati Uniti perseverano nell'alimentare una politica di tensione verso la Russia.

Dalla parte opposta, purtroppo, non si trovano a affrontare un "agnellino" ma il duro Putin che risponde colpo su colpo alle provocazioni e le sue minacce, ormai dovremmo averlo imparato, sono promesse.

C'è da dire che la goccia che fece traboccare il vaso di Putin fu la questione Crimea, regione Russa da sempre, che solo per ragioni amministrative interne, a seguito di un processo di decentralizzazione dei poteri avviato dal leader sovietico Nikita Chruščëv nel 1954, venne sottoposta al controllo della "provincia" Ucraina.
A quasi 25 anni di distanza, l'Unione Europea ma soprattutto il Patto Atlantico è alle porte della Russia e la cosa non può far dormire sonni tranquilli al leader sovietico il quale, come ultima ratio, non ha certamente remore nell'utilizzare le armi.

Tant'è che è delle ultime ore la minaccia diretta alla Svezia affinché non accetti di aderire alla Nato. La minaccia russa ha tuonato forte attraverso l' ambasciatore in Svezia. Il diplomatico russo Viktor Tatarinstev ha usato toni tutt'altro che pacifici verso Stoccolma durante una intervista a un quotidiano svedese: "Se dovesse decidere di aderire alla Nato, dovrà essere consapevole dei rischi cui si espone".

Sino ad ora né la Svezia né la Finlandia, pur essendo parte integrante dello scacchiere occidentale, hanno mai aderito all'Alleanza Atlantica seppure, negli ultimi mesi, in diverse circostanze si siano sfiorati incidenti tra le forze armate russe e quelle svedesi.

Le provocazioni sono ormai all'ordine del giorno, alle accuse giornalistiche, Putin risponde con provocazioni tangibili, vuoi attraverso le incursioni di caccia, privi di segnali di identificazione, intercettati a solcare i cieli dei paesi alleati oppure, è roba di pochi giorni fa, inviati a sfiorare le navi da guerra occidentali.

I media, in questo clima di "guerra", concedendo ampio spazio alle ragioni della Nato e degli USA e quasi nulla a quelle in favore della Russia contribuiscono ben poco a stemperare la frizione tra le due grandi potenze.

E l'Europa sta a guardare senza rendersi conto che sarebbe proprio il vecchio continente il vero teatro di una guerra, ben poco fredda!

Pubblicato in Cronaca Emilia
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