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Atteso un +1,2% per il Pil reggiano nel 2015. Export in aumento, ma cresce anche la disoccupazione. Landi presidente della Camera di Commercio: "Azioni importanti su internazionalizzazione, innovazione e ricerca". -

Reggio Emilia, 5 giugno 2015 -

E' uno sguardo ampio sull'economia reggiana, ma anche sulle nuove fragilità che si manifestano sul versante della coesione sociale, quello che offrirà la tredicesima Giornata dell'Economia promossa dalla Camera di Commercio ed in programma lunedì 8 giugno nella Sala degli Specchi del Teatro Valli alle 16,30.

"Una realtà, quella reggiana - spiega il presidente della Camera di Commercio, Stefano Landi - che continua a soffrire, ma che registra anche segnali di ripresa che vanno accompagnati da nuove scelte che coinvolgono tutti i soggetti economici, sociali, politici e istituzionali e definiscano con chiarezza su quali priorità si debba oggi lavorare".
I dati sulle sofferenze e sui miglioramenti dell'economia reggiana sono chiari. Gli "Scenari per le economie locali" di Prometeia parlano di una crescita del Pil provinciale dello 0,4% nel 2014, mentre le previsioni per il 2015 parlano di un +1,2%, con situazioni che restano comunque fortemente differenziate tra i comparti: il valore aggiunto delle costruzioni, ad esempio, ha registrato un ulteriore calo dell'1,3%, mentre per l'industria in senso stretto si è registrato un +0,5% che, finalmente, interrompe un ciclo di due anni negativi.
E in questo alternarsi di situazioni critiche e "ripresine" - come le definisce lo stesso Landi - si inseriscono i risultati record raggiunti dalle esportazioni (+4%), il cui valore si è portato vicino ai 9 miliardi (oltre il 60% del valore aggiunto reggiano), ma anche quella questione occupazionale che - dice il presidente della Camera di Commercio – "rappresenta uno dei dati più gravi della nostra economia, con un tasso di disoccupazione che in un anno è salito dal 5,9% al 6,6%".

"Siamo evidentemente ben lontani - spiega Landi - da un dato regionale che si colloca all'8,3% e da quello nazionale attestato al 12,7%, ma nell'aumento della disoccupazione, già di per sé allarmante, si inserisce anche il forte aumento della percentuale di giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni che sono senza lavoro, con un balzo dal 26,4% al 33,5% tra il 2013 e il 2014".
"Ecco perché - sottolinea Landi - occorre concentrarsi su priorità di lavoro condivise, che da una parte affrontino le emergenze che permangono e, dall'altro, irrobustiscano i segnali di ripresa che si manifestano anche sulla stessa occupazione, prevista in aumento dell'1% nel 2015".

Molte le indicazioni che Landi offrirà in apertura della Giornata dell'Economia di lunedì 8 giugno (tra i relatori Lucio Caracciolo, direttore di Limes, rivista italiana di geopolitica), con un accento particolare sul tema dell'internazionalizzazione, dell'innovazione tecnologica e della ricerca.
"E' su questi fronti - osserva il presidente della Camera di Commercio - che abbiamo investito la quota più consistente delle risorse camerali: da una parte, infatti, è ancora troppo limitata la platea di imprese che esportano (poco più di 3.500), quando vi è un'alta percentuale di aziende che presentano le stesse caratteristiche e potrebbero avviare nuovi flussi commerciali nel mondo, consolidando l'enorme beneficio che ricade sull'economia e sul lavoro (e quindi anche sui servizi e sull'attrattività del territorio per nuovi investimenti) proprio grazie ai rapporti con l'estero; dall'altra parte occorre sostenere le imprese ad ampliare i loro orizzonti, visto che oggi il 54% delle aziende reggiane esportatrici è presente in un solo Paese estero".

"Con 1,5 milioni destinati all'internazionalizzazione, 1,8 milioni per l'innovazione tecnologica e 700.000 euro per la ricerca e sviluppo - osserva Landi - puntiamo allora ad uno sviluppo che non abbia le caratteristiche del "mordi e fuggi", ma ad accrescere su tutti i versanti, e stabilmente, la competitività delle nostre imprese, che grazie a ricerca e innovazione possono meglio cogliere anche le nuove opportunità che lentamente si vanno profilando anche sul mercato interno".
Proprio di opportunità e prospettive, di "tracce geoeconomiche" da seguire nel mondo e del "fare impresa nel mondo che cambia" parleranno lunedì al Valli Lucio Caracciolo (direttore di Limes, rivista italiana di geopolitica), Vittorio Borelli (presidente di Confindustria Ceramica), Roberto Nicastro, direttore generale di UniCredit, e Vincenzo Perrone, amministratore delegato di Lombardini srl.

(Fonte: Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)

Domenica, 31 Maggio 2015 12:14

Dalle quote latte alle quote migranti

E' sempre più evidente lo stato confusionale in cui versa quest'Europa senza leader e orfana di strategia e coerenza. L'Inghilterra sarebbe pronta a uscire da un'UE alla quale non ha mai completamente aderito e la questione dell'immigrazione sta tormentando tutti anche se non sembra che la si voglia affrontare con la dovuta serietà.
Che l'Europa si desti!

di Lamberto Colla - Parma, 31 maggio 2015 -

La risposta dell'UE ai problemi di surplus è sempre una sola: le quote.

Anche dopo l'unione monetaria e l'apertura delle frontiere interne sembra di essere ancora fermi agli anni '70 e '80 quando la "Comunità" emanava direttive prima e regolamenti poi che i paesi aderenti traducevano in norme nazionali. Anzi era addirittura meglio prima perché almeno le sovranità nazionali erano rispettate e i provvedimenti europei erano frutto di concrete negoziazioni tra Stati.

L'Unione Europea, che ha cominciato a delinearsi con il nuovo millennio, avrebbe dovuto maturare verso una forma di Stato Federale quindi con strategie di politica estera ben delineate e una strategia di difesa, anche militare, dei confini chiara e soprattutto codificata.

E invece eccoci qui a sentire argomentare solo su questioni di finanza mentre, quando l'interesse è politico, allora le diplomazie più forti scavalcano le autorità competenti della UE e si autoproclamano ambasciatori per tutti (si veda il caso della crisi Ucraina e la trasferta franco-tedesca in terra russa nemmeno assistita dalla rappresentanza UE)

Isola lampedusa barca vendita

L'Immigrazione non è un fenomeno che riguardi UE?
La questione della immigrazione e in particolare quella da Sud sta letteralmente lacerando quest'Europa alla pari delle questioni finanziarie.
Anche in questo caso, l'Unione Europea, sta affrontando un problema politico con risposte e soluzioni dall'amaro sapore burocratico senza peraltro nemmeno porsi la questione della gestione politica del fenomeno ovvero affrontare l'emergenza umanitaria e come contrastare il rischio di infiltrazioni terroristiche.

Nulla di tutto ciò! La questione dell'inarrestabile spinta migratoria viene affrontata alla pari del surplus di latte: l'adozione di quote migratorie.

Le quote, una soluzione per ogni problema.
Liberati da appena due mesi del trentennale problema delle quote latte ecco che ci si ritrova invischiati nelle quote migratorie. Una soluzione assurda per fronteggiare un problema umanitario e di sicurezza di portata enorme.
Ma non c'è più da meravigliarsi. L'Europa è in mano a cinici quanto incompetenti capi di governo e di ottusi burocrati. Pronti a schiacciare il grilletto (vedi Francia e Inghilterra nel caso della Libia) per interessi strategici nazionali senza preoccuparsi delle conseguenze per poi ritirarsi dal pagamento del danno cagionato.

Già perché, vale la pena di ricordare, gran parte dei flussi migratori dal Sud sono il risultato di quella operazione anti Gheddafi voluta fortemente dalla Francia pur di impadronirsi dei ricchi contratti petroliferi sino ad allora in mano ai suoi alleati italiani.
Noi italiani ci meritiamo le conseguenze per non avere tirato fuori i "cosiddetti" ponendo il veto all'operazione militare ma ora, a uova strapazzate, meglio convincere la Francia a pagare dazio invece di voltare le spalle opponendosi alle quote migratorie.
Cari Hollande e Cameron, i cocci sono anche vostri.

Invece Inghilterra e Francia in primis seguiti a ruota da Spagna, Polonia e molti altri, avrebbero già annunciato la decisione di non accaparrarsi quote di migranti in contrasto evidente agli accordi europei e alle motivazioni etiche che sottendono alla costituzione dell'UE.

Addirittura l'Inghilterra presto proporrà il referendum per scegliere di proseguire o meno l'avventura UE. Proprio loro che ancora non hanno adottato l'euro e nemmeno la misura metrico decimale, passi per la guida sinistra che possiamo considerare come fattore folkloristico quanto i loro taxi e i double-decker bus.

Una politica comune d'immigrazione. La cosa strane è che esiste!
D'altronde ormai sappiamo bene come l'Europa sia brava a sottoscrivere programmi bellissimi che, alla luce dei fatti, risultano solo demagogia spinta.
Infatti, quanto scritto nei sacri testi UE per Una politica d'immigrazione comune per l'Europa (leggi il summary del 2008), è stato immediatamente smentito alla prima reale e concreta occasione di mettere in pratica i 10 comandamenti sull'immigrazione: "La politica comune di immigrazione europea, descrive il documento, deve fornire un contesto flessibile che prenda in considerazione le singole situazioni dei paesi dell'Unione europea (UE) e deve essere attuata in collaborazione tra i paesi e le istituzioni dell'Unione Europea (UE). La presente comunicazione prevede 10 principi su cui fondare una politica comune e illustra le azioni necessarie per la loro attuazione. Tali principi mirano a garantire che l'immigrazione legale contribuisca allo sviluppo socio-economico dell'UE, che le azioni dei paesi dell'UE siano coordinate tra loro, che si rafforzi ulteriormente la cooperazione con i paesi che non fanno parte dell'UE e che l'immigrazione illegale e la tratta di persone siano combattute efficacemente."

Una domanda sorge spontanea: rispetto a quanto sta accadendo in questi giorni sembra che l'UE si stia muovendo secondo i principi che essa stessa ha deciso, accettato e sottoscritto?
Forse nel 2008 gli estensori del documento non pensavano sarebbe potuto accadere quanto successo e che la "primavera araba", tanto acclamata dall'occidente, potesse trasformarsi in un boomerang dalle conseguenze difficilmente prevedibili. Tutto può accadere perché tutto è fuori controllo, fatti salvi i conti della Grecia e degli altri Paesi raggruppati nel "simpatico" acronimo PIGS (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna)

E in questo delicato momento storico le cancellerie dei vari paesi Ue discutono sulle quote si o quote no?
Il pericolo è in mezzo a noi, e non mi sto riferendo ai terroristi dell'ISIS ma alle teste bacate che stanno governando l'UE e gli stati membri in questo infuocato periodo che tanto ripropone le tensioni che anticiparono la prima guerra mondiale di cui ricorse il centenario la scorsa domenica.

La visione lungimirante dei padri dell'Unione è ormai cosa sepolta da molto, anzi troppo tempo.
Peccato perché insieme potevamo essere la prima potenza economica mondiale invece siamo diventati lo zimbello globale e la terra di conquista di tutti, alleati USA compresi.
Procedendo di questo passo ne vedremo delle belle e la Disunione Europea prenderà il posto dell'Unione Europea con buona pace di USA e Russia che torneranno a dividersi il mondo.

Sarebbe anche ora che l'Europa, e non solo l'Italia, si desti!

Pubblicato in Politica Emilia

Una giornata di confronto attivo tra imprenditori, export manager e rappresentanti di rilevo del territorio. L'incontro ha visto partecipare una settantina di imprenditori soprattutto emiliani e una rappresentanza proveniente da Lombardia, Sicilia, Liguria, Svizzera e Russia, in gran parte dei settori biomedicale, meccanica e micromeccanica, moda. Obiettivo: "Internazionalizzare per crescere e competere". -

Carpi, 27 maggio 2015 –

Import-export, fiscalità internazionale, e-commerce. Ecco alcuni dei temi affrontati nel corso del primo Export Manager Day che si è svolto oggi a Carpi, nella sala delle Capriate presso la sede della direzione commerciale della banca.
Una giornata di confronto attivo tra imprenditori, export manager e rappresentanti di rilevo del territorio che, utilizzando la leva della formazione e dell'informazione di Go International! – il programma di UniCredit focalizzato sull'approfondimento di tematiche legate al commercio internazionale - hanno voluto condividere un'importante opportunità di crescita, per sapere scegliere e muoversi in modo consapevole sui mercati esteri.

L'incontro ha visto partecipare una settantina di imprenditori soprattutto emiliani (in particolare dalle province di Modena e Reggio Emilia) e una rappresentanza proveniente da Lombardia, Sicilia, Liguria, Svizzera e Russia, in gran parte dei settori biomedicale, meccanica e micromeccanica, moda. Ad aprire la giornata, i saluti di Massimiliano Villa, Area Manager Carpi UniCredit. Subito dopo ha preso il via la tavola rotonda sul tema "Fiscalità internazionale ed e-commerce", che ha visto partecipare Marcello Braglia e Monica Zafferani dello Studio Tributario e Societario. La giornata è proseguita con Mauro Pondini, Responsabile UniCredit Foreign Trade Office Forlì e il workshop centrato sull'argomento "Affrontare l'import export in sicurezza, il Credito Documentario". Alessandro Paoli, Vice President UniCredit International Center Italy ha poi illustrato "Il sistema bancario U.S.A. e il ruolo di UniCredit". La giornata si è quindi conclusa con un dibattito e l'intervento di Stefano Giorgini, Regional Manager Centro Nord di UniCredit.

"L'orizzonte export e la valorizzazione del Made in Italy costituiscono un elemento fondamentale per lo sviluppo della produttività - ha detto il Regional Manager, Stefano Giorgini - e sono strettamente connessi alla longevità e alla competitività delle imprese italiane. Forti della nostra esperienza sul campo, siamo convinti che il sostegno alle aziende che vogliono aprirsi o rafforzare il proprio posizionamento fuori dai confini nazionali passa anche attraverso la leva della formazione e dell'informazione. Per questo UniCredit – grande Gruppo internazionale che tiene ben salde le radici e l'attenzione sui territori nei quali è presente - da anni sostiene le aziende che vogliono aprirsi all'estero anche con iniziative di aggiornamento, b2b e ovviamente con prodotti e servizi dedicati".
"Un impegno a tutto campo - ha sottolineato l'Area Manager UniCredit di Carpi, Massimiliano Villa - che si completa con gli appuntamenti di GoInternational!, programma formativo di UniCredit che offre alle imprese corsi e momenti di approfondimento gratuiti su temi legati all'export e all'internazionalizzazione, per sostenere la crescita delle aziende nei mercati internazionali e aiutare gli imprenditori nella realizzazione di scelte sostenibili e adeguate al proprio business".

I momenti formativi sono stati sviluppati dalla scuola interna di formazione UniCredit in sinergia con le strutture di business internazionale del Gruppo e con i migliori professionisti del settore, per offrire un quadro chiaro e il più completo possibile su contesto di riferimento, norme, tecniche, strumenti. UniCredit mette così a disposizione il proprio variegato patrimonio di esperienze e know-how tramite professionisti qualificati, con l'obiettivo di accompagnare le Aziende nell'affrontare adeguatamente le opportunità offerte dai mercati internazionali in un contesto che richiede una conoscenza sempre più approfondita e aggiornata.

(Fonte: ufficio stampa Unicredit)

Lunedì, 25 Maggio 2015 18:09

A Carpi l'Export Manager Day di UniCredit

Mercoledì 27 maggio, nella Sala delle Capriate, sede della Direzione di UniCredit a Carpi, una giornata di formazione e approfondimento
dedicata alle imprese che puntano all'export per crescere. -

Modena, 25 maggio 2015 –

Fa tappa a Carpi l'Export Manager Day di UniCredit: una giornata di confronto attivo tra imprenditori, export manager e rappresentanti di rilevo del territorio che, utilizzando la leva della formazione e dell'informazione di Go International! – programma messo a punto dal Gruppo Bancario e focalizzato sull'approfondimento di tematiche legate al commercio internazionale – potranno condividere un'importante opportunità di crescita, per sapere scegliere e muoversi con maggiore consapevolezza sui mercati esteri.
L'Export Manager Day è in programma per mercoledì 27 maggio, con inizio alle 9, all'interno della Sala delle Capriate, sede della Direzione di UniCredit a Carpi, in via Berengario, 1.

La giornata sarà aperta dai saluti di Massimiliano Villa, Area Manager Carpi UniCredit. Subito dopo prenderà il via la tavola rotonda sul tema "Fiscalità internazionale ed e-commerce". Seguirà un workshop sui temi: "Affrontare l'import export in sicurezza, il Credito Documentario" e "Il sistema bancario U.S.A. e il ruolo di UniCredit". L'incontro sarà quindi concluso da un dibattito e dall'intervento di Stefano Giorgini, Regional Manager Centro Nord di UniCredit.

L'obiettivo di UniCredit è mettere a disposizione della propria clientela il patrimonio di esperienze e know-how del Gruppo tramite professionisti qualificati (interni ed esterni) per accompagnare le aziende ad affrontare adeguatamente le opportunità offerte dai mercati internazionali in un contesto che richiede, molto più che in passato, una conoscenza approfondita e aggiornata degli aspetti di riferimento, dei principali punti di attenzione, delle possibili criticità e rischi.

(Fonte: ufficio stampa Unicredit)

Pubblicato in Comunicati Lavoro Modena

Organizzata dalle CNA di Ferrara, Ravenna, Imola, Forlì – Cesena, Rovigo e Rimini e da Cna Produzione nazionale, alla manifestazione hanno partecipato 140 aziende. Sviluppo e innovazione crescono attraverso la rete tra imprese. -

Parma, 22 maggio 2015 -

Dalla provincia di Ferrara e dalla Romagna, ma anche da aree limitrofe, 350 imprenditori in rappresentanza di 140 imprese della produzione e dei servizi si sono incontrati venerdì, presso la Fiera di Ferrara, alla seconda edizione di Cna Business Day, manifestazione organizzata dalle Cna di Ferrara, Ravenna, Imola, Forlì – Cesena, Rovigo e Rimini e da Cna Produzione nazionale, con la partnership dell'Associazione Costruiamo Opportunità e il contributo di UniCredit, Citroen, Heracomm, Acantho, Avis e Cna ServiziPiù.
Caratterizzata da un fitto programma di appuntamenti e matching, fissati dalle stesse imprese con l'obiettivo di ricercare eventuali partner per future iniziative economiche commerciali, o comunque estendere la rete di relazioni della propria azienda, l'intensa giornata è stata caratterizzata da un fitto intreccio di conversazioni incrociate e da una molteplicità di incontri all'insegna del business to business.

"Le imprese che oggi ce la fanno sono quelle che si mettono in rete", ha affermato in apertura della manifestazione Paolo Govoni, presidente regionale di Cna Emilia Romagna e presidente della Camera di Commercio di Ferrara ricordando come, su questo versante, gli incontri tra imprenditori di diversi settori e filiere produttive, costituiscano un formidabile e poco costoso strumento per allargare i confini dell'impresa e veicolare gli stessi processi di innovazione.

"Dall'economia vengono segnali positivi – aveva esordito Alberto Minarelli, presidente provinciale della Cna di Ferrara, dopo il saluto ai partecipanti e agli ospiti - che vanno osservati con attenzione, ma anche con cautela, perché il percorso per una vera ripresa dello sviluppo non è scontato e richiederà, anzi, decise azioni di riforma, innanzitutto rivolte ad alleggerire le aziende del pesante carico fiscale e burocratico che ne rallenta lo sviluppo. In ogni caso, gli imprenditori senza attendere tempi migliori, hanno imboccato il percorso dell'innovazione, investendo nelle proprie risorse e capacità di fare rete per competere sul mercato e per crescere".

Dopo il benvenuto del presidente dell'Ente Fiera di Ferrara, Filippo Parisini, è intervenuto Luciano Resciniti, Area manager di UniCredit Ferrara. "L'incontro di oggi – ha detto Luciano Resciniti, Responsabile Area Commerciale Ferrara di UniCredit – si configura come un'opportunità importante per le imprese del territorio. Un momento di confronto e di crescita in relazione alla possibilità di far rete; e anche un momento di approfondimento su tematiche importanti per lo sviluppo di un business di qualità, grazie al workshop che ci vede partecipare su un argomento di stretta attinenza e risvolti pratici in merito alle tematiche del commercio internazionale".

In tarda mattinata si è, poi, tenuto un workshop dedicato al tema dell'internazionalizzazione, a cui sono intervenuti Pierpaolo Giannaccari, specialista per l'Estero di UniCredit e Gaetano Bergami, presidente nazionale di Cna Produzione. "Gli imprenditori che si affacciano ai mercati esteri – ha spiegato Pierpaolo Giannaccari, Specialista Estero UniCredit - devono essere al corrente non solo delle opportunità ma anche dei rischi connessi al business oltre confine. Oggi abbiamo voluto concentrare l'attenzione sui sistemi di pagamento illustrando loro gli strumenti migliori – come la lettera di credito - e il ruolo delle banche che anche su questo fronte possono essere di grande supporto dal punto di vista tecnico e dal punto di vista della capacità di garantire le transazioni, tutelando così l'imprenditore e il suo business".

Per tutta la giornata, il colpo d'occhio dei tavoli del grande salone della Fiera, affollati di imprenditori, tecnici e consulenti nelle diverse problematiche della gestione manageriale, ha dato testimonianza della vitalità e del grande fervore espresso da un mondo imprenditoriale, capace di esprimere grande voglia di crescere, e di mettere a frutto le proprie inestimabili capacità professionali e innovative per creare nuove condizioni di sviluppo competitivo.

(Fonte: ufficio stampa Unicredit)

Domenica, 24 Maggio 2015 12:07

Diritti acquisiti, per molti ma non per tutti

La legge è uguale per ... quasi tutti. Già abbiamo visto che tra pensioni e vitalizi (leggi pensioni dei parlamentari) c'è differenza sostanziale e non solo formale ma, alla luce del decreto del governo di restituzione parziale del maltolto "Fornero", lo Stato può ledere i diritti acquisiti dei "poveri" perciò, e questa è logica, può farlo anche per i "ricchi".

di Lamberto Colla - Parma, 24 maggio 2015 -
Non passa giorno che non si scopra quanto sia malleabile e plasmabile il diritto italiano. Emblematico il caso delle pensioni.
La "lacrimosa" Ministra Fornero, complice del professor Monti il teorico dell'austerity, riuscì a fare risparmiare allo Stato oltre 18 miliardi di euro prelevandoli dalle pensioni. Un taglio lineare discutibile ma accettabile alla luce del rischio di default dello Stato.
Un diritto acquisito leso dei pensionati che, secondo la normativa vigente durante il loro periodo lavorativo, avrebbe garantito loro un determinato reddito una volta fuoriusciti dal circuito lavorativo.

Se a suo tempo costoro avessero avuto l'incertezza di realizzare questi ricavi avrebbero potuto decidere di risparmiare maggiormente e magari di destinare parte del risparmio in assicurazioni integrative o investimenti diversi da portare a reddito.

Invece niente. Decisero di fidarsi dello Stato e su di esso investirono anche perché, è bene ricordare che sino a metà anni '90, non vi erano alternative.
Purtroppo scoppia una crisi e lo Stato è a rischio insolvenza. Una motivazione che giustifica operazioni straordinarie e come in precedenza si fecero dei prelievi sui conti correnti dei cittadini e altre malefatte analoghe, con il Governo Monti Robin Hood se la prese con i poveri con buona pace di tutti o quasi. Già perché un buon numero di cittadini, eletti dagli stessi appena tartassati, avendo pensioni che vanno sotto il nome di "vitalizi" non vennero assoggettati ai tagli di cui sopra.

Vabbé passi. Prima o poi, era il pensiero comune, anche loro riusciranno a emanare quelle leggi e leggine che elimineranno questi benedetti privilegi.
Tre anni dopo, e è cronaca di questi giorni, la Consulta dichiara incostituzionale il provvedimento della "Fornero" e lo Stato dovrà restituire il maltolto (quasi 20 miliardi di euro)  a quei pensionati utilizzati per fare cassa da tre anni a questa parte.

Giusto o sbagliato, fatto sta che sarebbe stato sancito il diritto acquisito anche per questa categoria di cittadini ex lavoratori, bene o male, alla pari di quegli altri che percepiscono e percepiranno i "vitalizi".
Invece no. Con una rapidità impressionante, nel giro di poche ore, il Governo è riuscito a firmare un decreto nel quale si sancisce che, invece di 20 miliardi, restituirà poco più di 2 miliardi. Giusto quella quota garantita dal "tesoretto" generato dal minor carico di interessi gravanti sul debito pubblico. L'UE applaude il Governo Renzi, che è riuscito a mantenere entro la soglia del 3% il patto di stabilità, e i pensionati piangono lacrime vere insieme a loro i nipoti disoccupati e figli inoccupati che sulla pensione degli antenati contavano per sopravvivere.

Ricordiamo che questi ex lavoratori sono il vero e più efficace ammortizzatore sociale adottato in questo lungo periodo di crisi e confusione giuridico/istituzionale.

Non tutto il male viene per nuocere.
In sostanza, facendo una rapida escursione sui fatti giuridici, è stato dapprima sancito il principio dei diritti acquisiti ma contestualmente anche normato che, in caso di straordinarietà, questi diritti possono essere revocati addirittura con decreto e non con legge parlamentare.
Lo stesso Presidente della Repubblica ne ha dato il buon esempio imponendo il tetto massimo per sé stesso e per tutti i dipendenti del Quirinale.

Si Può Fare!
Si può perciò, vista la straordinarietà, annullare o almeno rimodulare i principi che regolano i "vitalizi". Giusto per memoria ricordiamo che esistono parlamentari che hanno timbrato il cartellino per un solo giorno ai quali è garantito un vitalizio di circa 2.200€ mensile.
Facendo leva perciò sulle necessità dettate dalla straordinarietà e sulla questione etica, infine sui procedenti legislativi, ultimo dei quali il decreto legge sui rimborsi varato lunedi scorso dal Governo Renzi, ci sarebbero spazi ampissimi di manovra per andare a toccare gli interessi e i "diritti acquisiti" di quei tanti paperoni che hanno avuto il merito e la fortuna di lavorare per la pubblica amministrazione & dintorni.
Tra costoro ci sarebbero anche gli stessi Giudici della Corte Costituzionale; il cui stipendio è sensibilmente superiore a quello del Presidente della Repubblica e quasi il doppio di quello "ufficiale" di Obama. Insomma, sono i più pagati al mondo.

Vero che siamo nella terra del diritto però c'è un limite a tutto, soprattutto ai privilegi in tempi di "carestia".

giudici corte costituzionale N

Pubblicato in Politica Emilia

Ben sotto le aspettative l'occupazione alberghiera e prezzi delle camere anche raddoppiati. Ciononostante l'effetto Expo fa segnare un +15% per commercio e hotel. A maggio raddoppiati i prezzi delle camere.

di Virgilio Parma, 24 maggio 2015

L'Expo milanese comincia a fare sentire i suoi influssi positivi sull'economia locale. I negozi e gli hotel del capoluogo e dell'hinterland milanese, a poco più di 15 giorni dall'inizio della manifestazione mondiale, hanno fatto segnare, mediamente, un +15% di vendite. Secondo i dati raccolti da Confcommercio nell'azione di monitoraggio, centro, nelle vie dello shopping, le vendite crescono del 15%. E negli alberghi le prenotazioni aumentano del 20%, di cui il 60% confermate già nei mesi scorsi.

Ma non tutto è rosa e fiori. Il settore alberghiero, nonostante l'incremento registrato, l'occupazione rimane al di sotto delle aspettative degli operatori turistici. Certamente, come tutti gli eventi che si protraggono per una durata consistente, occorre un periodo di rodaggio più lungo per trarre delle considerazioni più consolidate ma, stando ai dati raccolti da l'Osservatorio Digitale di Prontohotel.it il motore di ricerca e confronto prezzi hotel che ha analizzato lo scenario nel periodo di maggio 2015, il risultato fin qui conseguito è ancora lontano dalla attese.
La media di occupazione delle strutture è superiore solo del 12,9% rispetto a quella dello stesso periodo del 2014, avendo registrato una media di occupazione camere degli hotel milanesi di appena il 61%: una percentuale piuttosto bassa, se si confronta con quella dello scorso anno (2014) che registrava un 54% di camere vendute.

Al contrario, stando ai dati forniti dal PHPI (Pronto Hotel Price Index, indice dei prezzi medi per una notte in camera doppia) nel capoluogo lombardo i prezzi degli alberghi a Maggio 2015 sono aumentati del 100%, passando da una tariffa media di 155 Euro registrata nel mese di Maggio 2014 ad una tariffa media di 310 Euro attuali.

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Ben sotto le aspettative l'occupazione alberghiera e prezzi delle camere anche raddoppiati. Ciononostante l'effetto Expo fa segnare un +15% per commercio e hotel. A maggio raddoppiati i prezzi delle camere.

di Virgilio Parma, 24 maggio 2015

L'Expo milanese comincia a fare sentire i suoi influssi positivi sull'economia locale. I negozi e gli hotel del capoluogo e dell'hinterland milanese, a poco più di 15 giorni dall'inizio della manifestazione mondiale, hanno fatto segnare, mediamente, un +15% di vendite. Secondo i dati raccolti da Confcommercio nell'azione di monitoraggio, centro, nelle vie dello shopping, le vendite crescono del 15%. E negli alberghi le prenotazioni aumentano del 20%, di cui il 60% confermate già nei mesi scorsi.

Ma non tutto è rosa e fiori. Il settore alberghiero, nonostante l'incremento registrato, l'occupazione rimane al di sotto delle aspettative degli operatori turistici. Certamente, come tutti gli eventi che si protraggono per una durata consistente, occorre un periodo di rodaggio più lungo per trarre delle considerazioni più consolidate ma, stando ai dati raccolti da l'Osservatorio Digitale di Prontohotel.it il motore di ricerca e confronto prezzi hotel che ha analizzato lo scenario nel periodo di maggio 2015, il risultato fin qui conseguito è ancora lontano dalla attese.
La media di occupazione delle strutture è superiore solo del 12,9% rispetto a quella dello stesso periodo del 2014, avendo registrato una media di occupazione camere degli hotel milanesi di appena il 61%: una percentuale piuttosto bassa, se si confronta con quella dello scorso anno (2014) che registrava un 54% di camere vendute.

Al contrario, stando ai dati forniti dal PHPI (Pronto Hotel Price Index, indice dei prezzi medi per una notte in camera doppia) nel capoluogo lombardo i prezzi degli alberghi a Maggio 2015 sono aumentati del 100%, passando da una tariffa media di 155 Euro registrata nel mese di Maggio 2014 ad una tariffa media di 310 Euro attuali.

Pubblicato in Economia Emilia

Giovedì 21 maggio, uno sguardo ai mercati finanziari globali con 5 esperti, per valutare opportunità e rischi degli investimenti. Per UniCredit interviene Carlo Aloisio, Senior Broker - Private Investor Products Italy Markets Corporate & Investment Banking. -

Parma, 19 maggio 2015 -

Nell'ambito degli appuntamenti dell'ITForum 2015 in programma a Rimini, giovedì 21 maggio a partire dalle 16 presso la sala dell'Arco, sarà possibile dare uno sguardo ai mercati finanziari globali con il supporto di cinque esperti, per valutare opportunità e rischi degli investimenti.
Per UniCredit interverrà Carlo Aloisio, Senior Broker - Private Investor Products Italy Markets Corporate & Investment Banking UniCredit Bank AG. Con lui Wlademir Biasia, Strategist - Partner Foundation of WB Advisors; Gaetano Evangelista, AD Age Italia; Claudia Segre, Segretario Generale ASSIOM FOREX & Board Member AC; e Giovanni Zibordi, Strategist Cobraf.com. Modera Claudio Kaufmann, Direttore Editoriale ITF News.

Per informazioni e iscrizioni: goo.gl/L8IiKo e www.itforum.it/rimini2015/programma?e=1OCPG5GTP14I&idfrom=ACU8OM2G49VM 

(fonte: ufficio stampa Unicredit)

Presentato il Rapporto sulla coesione sociale a Reggio Emilia realizzato dall'Osservatorio Economia, Coesione sociale e Legalità della Camera di Commercio. Mazzoli: "fenomeni non facilmente reversibili". Landi: "Serve un'azione congiunta di intensità inedita".-

Reggio Emilia, 15 maggio 2015 -

"Fuga da Reggio Emilia?". E' sicuramente questo il titolo più provocatorio tra i tanti contenuti nel Rapporto sulla coesione sociale a Reggio Emilia realizzato dall'Osservatorio Economia, Coesione sociale e Legalità della Camera di Commercio.
La spiegazione è nelle parole del sociologo Gino Mazzoli, che ha curato la raccolta dei dati e le analisi contenute nel ponderoso studio.
"Abbiamo un export invidiabile, un capitale sociale (organizzazioni del terzo settore e volontari) molto consistente, eppure - dice Mazzoli - la "fuga dei cervelli", le rimesse degli immigrati in calo verticale, i "quasi poveri" (14.000) raddoppiati in tre anni, i 70.000 lavoratori vulnerabili (34.000 disoccupati e 35.800 fruitori di ammortizzatori sociali) l'esplosione degli sfratti (passati dai 543 del 2001 ai 2.800 del 2013) e il 50% di pensionati poveri (il 54% è sotto la soglia dei 750 euro al mese) inducono a pensare che la nostra provincia, oltre a perdere attrattiva, stia producendo fenomeni di ritiro e di fuga".

Pochi anni fa, ricorda Mazzoli, parlavamo di una provincia ancora forte, ma più vulnerabile, e progressivamente questi fenomeni di fragilità si sono trasformati in povertà, tanto che oggi - dice Mazzoli - "ci si può chiedere se la povertà stia diventando una fuga".
Ma la risposta la offre lo stesso rapporto camerale: "Per ora - sottolinea il noto sociologo reggiano - niente di allarmante, ma al contempo il fenomeno non sembra facilmente reversibile".

Quello che il Rapporto sulla coesione sociale presenta è comunque sicuramente un territorio che soffre demograficamente (-1.000 abitanti nel 2014, e solo 133 bambini in più in un decennio), per la situazione delle famiglie (70.000 quelle composte da una sola persona e un reddito tornato ai livelli del 2004), per l'aumento dei giovani che non studiano nè lavorano (il 15,4% dei reggiani tra i 15 e i 24 anni), per un'economia che guadagna posizioni nella classifica della competitività (5° posto in Italia, migliorando di 26 posizioni tra le province Italiane rispetto al 2010) e delle esportazioni (quasi 9 miliardi nel 2014), ma che tra il 208 e il 2014 ha visto un aumento dei disoccupati pari a 18.400 unità.

Dati tra i quali, dice Mazzoli, spicca la "fuga dei cervelli reggiani all'estero", con 2.609 persone che in sei anni hanno assunto la residenza all'estero, salendo però a 10.500 se si considerano anche coloro che si sono trasferiti in cerca di lavoro senza cambiare residenza.

E dal fronte dei servizi sociali non arrivano notizie migliori. Per ogni 100 anziani sopra i 75 anni, nella nostra provincia vi sono 13 badanti e 1,2 posti in centro diurno, 2,9 posti in casa protetta, 3,8 prestazioni di assistenza domiciliare (1-2 ore settimanali per ogni anziano), con un nettissimo sbilanciamento a favore del badantato e famiglie sempre più in difficoltà (per ragioni economiche, ma fors'anche per la rigidità dell'offerta pubblica) nell'accesso al pubblico, come attesta il consistente calo -37.000 giornate dell'utenza dei centri diurni e degli asili nido.

Una situazione complessiva, quella rivelata dal Rapporto sulla coesione sociale, a fronte della quale, e pur senza allarme, "oggi occorre - afferma il presidente della Camera di Commercio, Stefano Landi - un'azione congiunta di intensità inedita da parte delle forze politiche e sociali, degli operatori economici e delle istituzioni, per rilanciare Reggio Emilia non banalmente come la città dei primati in una società complessivamente in crisi, ma come un territorio in cui la coesione è valore ed è azione, è principio fondativo ed obiettivo da ricercare costantemente.
"Serve fare squadra - scrive al proposito Mazzoli - tra i diversi attori locali per rendere più attraente questo nostro ancora ricco e vitale territorio".

(Fonte: Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)

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