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Giovedì, 08 Dicembre 2016 12:22

Topinambur in abbinamento ad Arneis o Franciacorta

Il topinambur, nome bizzarro che potrebbe trarre in inganno, è un tubero dal sapore di carciofo e tipico prodotto di questa stagione invernale. Ma come cucinarlo e quale vino poter abbinare ai suoi piatti ce lo spiega CECILIA NOVEMBRI, attenta e raffinata sommelier, che abbina sapientemente i nostri ottimi vini italiani.

Di Cecilia Novembri

In attesa del Natale dal punto di vista enogastronomico offre un ampio scenario di gustosi alimenti, come il Topinambur, originario dell'America settentrionale è un tubero che racchiude il sapore e la consistenza della patata con quella del carciofo.

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Molti sono i modi per degustare questo particolare tubero: cotto, crudo, fritto o ridotto a purea è ancora poco conosciuto in Italia, soltanto in Piemonte è molto diffuso dove viene consumato "in purezza" con la tradizionale bagna cauda.
Le preparazioni che sono in grado di esaltare l'originale aroma del topinambur lo vedono spesso abbinato alle patate.

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Il Flan di topinambur che grazie al suo retrogusto di carciofo si sposa perfettamente con la delicatezza e la dolcezza delle patate dando vita ad una piccola delizia e il Risotto con topinambur, particolarissimo grazie al sapore di carciofo che si mescola alla cremosità della patata.

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Per contrastare la tendenza amara del topinambur occorre abbinare un vino bianco morbido, ottimo l'abbinamento con un Arneis profumo fresco e delicato, invitante, con i sentori di camomilla, di frutta a polpa bianca e di erba naturale del vitigno, morbido e intenso al palato, con una leggera vena acidula che dona freschezza e persistenza.

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Perfetto, poi, un Franciacorta Saten che con i suoi tipici sentori di crosta di pane, note balsamiche, sfumature di mela, fichi secchi, nocciola e mandorla, regala al Flan e al Risotto una morbidezza che ricorda le sensazioni della seta!

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CREDITS: - cucinaresuperfacile.it – odealvino.com – unadonna.it – ilgiornale.it – mypersonaltrainer.it – limmi.it – de-gustare.it – venditapiccolifrutti.it – lagallinavintage.it – viaggivacanze.info – cantinavegliolorenzo.eu – piemonteland.it – cantinetta-antinori.com – unafranciacortina.com

JRE Italia, l'associazione internazionale che riunisce giovani chef di talento, ha scelto il suo nuovo presidente per il prossimo triennio: Luca Marchini, chef stellato del ristorante L'Erba del Re di Modena

Di Chiara Marando -

Martedì 06 Dicembre 2016 -

La cucina è creatività, sperimentazione, contrasto ed armonia, ma soprattutto passione. Una passione che nasce dal desiderio di dare forma ai sapori, scoprirne le caratteristiche e giocare con accostamenti inusuali tornando poi ad interpretare la tradizione e le sue materie prime.

Ci vogliono costanza e talento per fare la differenza, per rendere quella della tavola un'esperienza da ricordare. Ma ci vuole anche il confronto, quella capacità spesso difficile di dialogare con chi fa lo stesso mestiere, scambiarsi impressioni, storie e solidarietà.

Ed è proprio da queste basi che nasce l'attività svolta da JRE Italia, l'associazione internazionale che riunisce giovani chef dalle comprovate abilità, portavoce dell'alta cucina.

Lunedì 28 Novembre, al MUDEC di Milano, durante l’annuale Assemblea dei soci, JRE Italia ha scelto il suo nuovo presidente per il prossimo triennio: è Luca Marchini, titolare e chef del ristorante L'Erba del Re, nel cuore del centro storico di Modena, e chef executive del Pavarotti Restaurant Museum di Milano. La sua è una cucina in costante evoluzione, frutto di studio e grande rispetto per le materie prime, alla cui base c'è meditazione ed equilibrio.

In occasione della nomina, il nuovo presidente, già tesoriere dell'associazione, ha affermato: “Sono molto onorato di questa nomina, che ho accolto con grande senso di responsabilità. Desidero prima di tutto di ringraziare il presidente che mi ha preceduto e che ci ha traghettato fino a dove siamo oggi. Il mio impegno prioritario – spiega Marchini - sarà di grande coinvolgimento dei miei colleghi sia sull’aspetto decisionale sia su quello operativo. Sarà massima la trasparenza con gli associati e ampia la loro partecipazione. Insieme renderemo ancora più grande JRE”.

Insieme a lui, ad affiancarlo nel compito di consolidare il lavoro svolto dal presidente uscente Andrea Sarri, il neoeletto board dell'associazione: il vicepresidente Marcello Trentini, chef del Magorabin di Torino; Stefano De Lorenzi, segretario e tesoriere e chef del Ristorante Due Mori di Asolo; i consiglieri Aurora Mazzucchelli (Ristorante Marconi di Sasso Marconi), Alberto Faccani (Magnolia Ristorante di Cesenatico) e Filippo Saporito (Leggenda dei Frati, Firenze).

Pubblicato in Cultura Modena

Food for Soul, l'associazione Onlus fondata da Massimo Bottura, arriva a Modena con Socialtables@ Ghirlandina: dal 5 dicembre, ogni lunedì sera, pasti gratuiti per circa 60 persone in difficoltà, segnalate da Caritas e centri d’ascolto della città.

Di Chiara Marando -

Sabato 03 Dicembre 2016 -

Un terzo del cibo prodotto in tutto il mondo viene sprecato, buttato via. Non sono solo numeri e statistiche, è la realtà di quello che rappresenta un dramma a livello globale.

Lo spreco alimentare e la fame nel mondo sono due espressioni dello stesso problema: da questa convinzione prende le mosse il progetto di “Food for Soul”, l'associazione Onlus nata dalla mente dello chef pluristellato Massimo Bottura, che mira a sensibilizzare nei confronti di una maggiore sostenibilità e di un rifiuto dello spreco alimentare. E lo fa attraverso la realizzazione e promozione di iniziative, che preferiscono definire culturali, in collaborazione con chef, artisti, artigiani ed enti

Food for soul

Lo scopo è quello di incoraggiare le organizzazioni private e pubbliche a creare mense in tutto il mondo, promuovendo in tal modo il valore del recupero, non solo per le persone bisognose ma per intere comunità che devono prendere coscienza di ciò che accade intorno a loro.

Come lo fanno?

Raccogliendo fondi per ristrutturare spazi abbandonati in aree marginalizzate; cucinando pasti salutari e stagionali con il surplus alimentare preveniente da supermercati, produttori e botteghe; invitando chi ne ha più necessità, ma anche volontari e chef a condividere la stessa tavola.

Dopo il Refettorio Ambrosiano di Milano, la Mensa dell'Antoniano a Bologna ed il Refettorio Gastromotiva di Rio,Food for Soul arriva a Modena con Socialtables@ Ghirlandina.

In collaborazione con la Fondazione Auxilium, a partire dal 5 dicembre, ogni lunedì sera la mensa si preparerà a servire pasti gratuiti per circa 60 persone in difficoltà, segnalate da Caritas e centri d’ascolto della città.

Attraverso la cultura, la coscienza ed il senso di responsabilità possiamo fare la differenza – spiega Massimo Bottura - Questo è il messaggio che trasmetteremo anche nella mensa di Modena. L’abbiamo chiamato una tavola sociale, proprio perché il cuoco può raccontare e portare l’esperienza dei suoi ristoranti nel sociale. E qui a Modena l’iniziativa ha trovato subito il posto e le persone”

A darsi il cambio in cucina saranno gli chef dell'associazione “Modena A Tavola”, che si occuperanno di realizzare preparazioni nutrienti e bilanciate, con materie prime ricavate dal surplus proveniente da Modena e provincia: “Noi chef non potevamo che metterci a disposizione perché il ruolo di un cuoco e di un ristoratore è proprio quello di essere parte integrante della vita sociale dei luoghi in cui vive e lavora – commenta Luca Marchini, presidente del Consorzio Modena a Tavola – Massimo è il primo ad essere così, un esempio per l’intera comunità dei cuochi, e ci fa sentire orgogliosi del nostro contributo al suo progetto Food for Soul”.

Insieme a “Modena a Tavola”, altre importanti realtà locali hanno deciso di dare il loro contributo: il Comune e la Diocesi di Modena, il Mercato Albinelli e la Menu SRL.

Ma i socialtables@ Ghirlandina desiderano puntare l'attenzione anche sul grande potenziale delle numerose strutture esistenti sul territorio, attraverso un lavoro di recupero e ristrutturazione di quegli spazi ancora utili ma purtroppo inutilizzati, in linea con il lavoro e i valori portati avanti da Food for Soul.

Numerose sono le possibilità di partecipare al progetto anche con contributi individuali, siano essi economici o con attività di volontariato. Per saperne di più http://www.foodforsoul.it/it/

Pubblicato in Dove andiamo? Modena

E' andata in onda la prima puntata di 4 Ristoranti, il programma condotto dallo chef Alessandro Borghese su Sky Uno, in onda ogni martedì dalle 21.15. Ad aggiudicarsi il titolo di miglior ristorante dell'Emilia è stato il ristorante “Osteria di Scandiano”.

Di CM -

Mercoledì 30 Novembre 2016 -

E' andata in onda la prima puntata di 4 Ristoranti, il programma condotto dallo chef Alessandro Borghese su Sky Uno, in onda ogni martedì dalle 21.15. In questo appuntamento iniziale è stata protagonista l'Emilia, alla scoperta della pasta fresca, dei cappelletti, delle tagliatelle e dei tortellini.

Un tour che ha toccato quattro ristoranti portavoce delle diverse cucine e tradizioni: “l'Antica Osteria Vecchia Pirri” di Modena, dove comandano i tortellini fatti in casa; “Marta in cucina” di Reggio Emilia, nato dalla fantasia e dall’amicizia di tre chef provenienti da diverse regioni d’Italia; “Osteria di Scandiano” nel paese di Scandiano, nel quale si possono assaporare deliziosi tortelli e carne emiliana mentre si ammirano opere d’arte alle pareti; “Mentana 104” di Parma, non un vero e proprio ristorante, piuttosto un luogo dall'atmosfera informale che offre cibo gourmet con raffinati piatti da bistrot.

Il format è quello collaudato che vede i ristoratori sfidarsi offrendo un menu a testa, accompagnato di volta in volta dagli altri tre concorrenti. Dopo il conto, è il momento dei voti: sia Borghese che gli altri ospiti devono esprimere un giudizio su una scala da 1 a 10 su location, qualità del menu, servizio e costo delle portate

Ad aggiudicarsi il titolo di miglior ristorante dell'Emilia è Andrea Medici, mente e mano del ristorante “Osteria di Scandiano”, scelto come puro esempio di tradizione emiliana per le sue proposte culinarie strettamente legato al territorio, curato nei particolari e attento all'innovazione.

Ma tra i termini di votazione non c'è solo la cucina, anche la location diventa fondamentale. E su questo punto, l'Osteria di Scandiano” ha una marcia in più: situato nella piazza di Scandiano, si affaccia sulla medievale Rocca dei Boiardo del XII secolo. All’interno delle sale del ristorante, invece, si possono ammirare opere d’arte realizzate da artisti locali, in una galleria temporanea che cambia autore ogni quattro mesi.

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Il Campus Agroalimentare Statale "Rainieri Marcora": la realtà scolastica più imponente del territorio di Parma e Piacenza per fornire al nostro comparto agroalimentare le nuove leve.

Parma, 29 novembre 2016

Il Campus Agroalimentare "Raineri-Marcora" rappresenta la realtà scolastica più imponente del territorio di Parma e Piacenza, esso è sicuramente la struttura maggiormente attrezzata per fornire al nostro comparto agroalimentare quelle nuove leve che servono per mantenere eccellente il settore, fiore all'occhiello dell'economia parmense e piacentina. Una delle sue sedi si trova a Cortemaggiore, a cavallo tra le due province.

L'Istituto Statale "Rainieri Marcora" ha un corpo docente pari a circa 300 unità, a questi vanno aggiunti i tecnici e gli amministrativi. La celebrazione quest' anno dei suoi 50 anni di vita sono la testimonianza dell'importante ruolo che riveste in campo internazionale il comparto agrario agroalimentare, agroindustriale ristorativo e turistico. Il Polo Agrario comprende l'Istituto Tecnico Agrario, l'Istituto Professionale per l'Agricoltura e lo sviluppo rurale con sedi coordinate di Castel San Giovanni, Cortemaggiore una sezione carceraria, l'Istituto Alberghiero.

L'Istituto Agrario si colloca al centro dell'azienda agraria certificata biologica, ad indirizzo foraggero- cerealicolo- zootecnico con una estensione di 27 ettari. I cereali prodotti sono: frumento, orzo, grano duro. Il foraggio viene destinato all'alimentazione del bestiame. Nella stalla vengono allevate le razze: Frisona italiana, Bruna, Jersey. Il numero di capi presenti è pari a 69 di cui 30 vacche in lattazione, il latte biologico prodotto viene conferito al Consorzio Natura Alimenta per la produzione di Grana Padano BIO. I bovini del Raineri-Marcora partecipano a competizioni in importanti fiere zootecniche per la valutazione morfologica degli animali.

Il frutteto è costituito da peri, meli, ciliegi, peschi di varietà di piante da frutto antiche, la gestione prevede la collaborazione dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, con la messa a dimora nello scorso anno di 200 nuove varietà. Il vigneto costituito da vitigni autoctoni ha permesso la produzione in via sperimentale di passito. Le serre producono Stelle di Natale, gerani ed altre piante ornamentali e piante da orto per il trapianto a pieno campo nel periodo estivo. Nell'orto botanico sono rappresentate il più riccamente possibile tutte le famiglie delle piante arboree e arbustive adatte ai nostri climi. Attualmente sono presenti circa 100 specie distribuite in 30 famiglie. Esso costituisce un valido strumento didattico per la classificazione botanica ma anche strumento per pubblicazioni ad uso di studenti ed appassionati di botanica.

L'azienda agraria pur avendo una finalità esclusivamente didattica vive unicamente con il ricavato delle proprie produzioni operando direttamente sul libero mercato.

Il campus è dotato di quattro palestre ben attrezzate, un impianto di atletica leggera, un campo da calcio e da rugby.

L'indirizzo di studi del Diplomato in Agraria, Agroalimentare e Agroindustria prevede 3 articolazioni, Produzioni e Trasformazioni, Gestione dell'Ambiente e del Territorio, Viticoltura ed Enologia ( quest'ultima con possibilità di frequentare un sesto anno di corso dopo la maturità per il conseguimento della specializzazione di enotecnico).

L'Istituto Professionale di Castel San Giovanni è integrato con la realtà produttiva del proprio territorio possiede una attrezzata cantina dove vengono prodotte e poste sul mercato ben sei tipologie di vino (spumante metodo classico, passito di Malvasia, Gutturnio e Ortrugo). Sperimentazione di sidro di mele e pere spumantizzato.

L'Istituto Professionale di Cortemaggiore fornisce al diplomato competenze relative alla valorizzazione, produzione e commercializzazione dei prodotti agrari ed agroindustriali. Integrato nel territorio gestisce le filiere produttive di carne e latte.

L'Istituto Professionale di Piacenza ha come indirizzo di studi Servizi per l'Agricoltura e lo sviluppo rurale con opzione valorizzazione e commercializzazione dei prodotti agricoli del territorio. Integrato nel territorio gestisce la coltivazione di piante da semina e da frutto in campo e in ambiente protetto.

L'Istituto Alberghiero prevede 4 articolazioni del piano di studi Enogastronomia, servizi di sala e vendita, accoglienza turistica, prodotti dolciari artigianali e industriali. E' dotato di locali che consentono l'attività didattica quale laboratorio di cucina, ristorante didattico, accoglienza turistica, laboratorio di pasticceria e sala bar.

(Fonte: Gilda degli Insegnanti Parma e Piacenza)

 

 

Sabato, 26 Novembre 2016 10:06

Sotto accusa: il caso Prosecco

Momenti bui per il Prosecco dopo l'ultimo colpo mediatico sferrato dal servizio andato in onda durante la puntata di Report del 14 novembre scorso: dito puntato contro l'uso improprio dei pesticidi ed il nome usurpatoai produttori del Carso.

Di Chiara Marando -

Sabato 26 Novembre 2016 -

Momenti tutt'altro che rosei per il tanto amato Prosecco dopo l'ultimo colpo mediatico sferrato dal servizio andato in onda durante la puntata di Report del 14 novembre scorso. Un'inchiesta che ha puntato il dito, ed i riflettori, contro l'uso improprio dei pesticidi ed il nome usurpato indebitamente ai produttori del Carso.

Iniziamo con l'analizzare la questione dei pesticidi.

L’enorme richiesta di mercato e il business delle bottiglie in crescita hanno determinato un’espansione delle vigne in tutto il Veneto, comportando lo sviluppo di colture intensive, con trattamenti che arrivano a ridosso di case, scuole, strade.

Le immagini e le informazioni trasmesse dal programma di Rai 3 hanno parlato di atomizzatori per strada, di abitanti che hanno sviluppato una “sensibilità chimica multipla” proprio a causa degli eccessivi dosaggi spruzzati a poca distanza dalle zone abitate, il tutto senza siepi di protezione in grado di fare da barriera naturale. La regola pare essere quella di uscire solo indossando la mascherina.

Sulla base di questi fatti, si evidenziano numerosi casi di decessi per tumore o leucemia, una panoramica nera che non fa ben sperare.

Ma la domanda è se tutto questo sia la conseguenza delle coltivazioni di Prosecco, oppure se non serva solo come capro espiatorio.

Prosecco Report

Per fare chiarezza è bene ricordare che esiste un regolamento che pone limiti ben precisi sull'uso della terra, inoltre la Regione ha stabilito delle linee guida atte a restringere e ridimensionare l’uso di sostanze chimiche. Certo, c'è la possibilità di richiedere delle deroghe – i dubbi sono soprattutto su queste deroghe - in caso di attacchi improvvisi legati a malattie della vite.

Tuttavia, ad esempio, le analisi effettuate da Polo Lab, richieste dal Comitato Colli Puri di Collabrigo, hanno ottenuto dei dati che dimostrerebbero come nei vini, biologici e non solo, sono presenti residui di pesticidi ma sempre ampiamente nei limiti di legge, anche se alcuni non più autorizzati.

Quindi dove sta la verità?

Sicuramente l'argomento merita particolare attenzione, verifica, conferma o confutazione delle accuse, ma non certamente terrorismo psicologico.

E sicuramente tutto questo deve essere fatto al più presto. Quello del Prosecco è un patrimonio importante, tanto essere destinato alla certificazione Unesco se dovesse passare la candidatura di Conegliano e Valdobbiadene, ma è fondamentale che problematiche e domande sospese trovino soluzione e risposta. Insomma, per dirla tutta, è conoscenza comune che non sia possibile produrre un vino completamente biologico se coltivato proprio accanto ad un vigneto curato con metodologie tradizionali. Quindi anche sul bio ci sarebbe da fare chiarezza.

prosecco

Il problema del nome

Poi c'è la questione del nome che gli abitanti del Carso rivendicano come proprio. Il paesino denominato “Prosecco”esiste, è vicino a Trieste e conta 1300 abitanti, ma non vi si produce il Prosecco. Quindi è lecito domandarsi perché il nome derivi proprio da lì: la nascita della denominazione interregionale che comprende Veneto-Friuli Venezia Giulia corrisponde ad una operazione attuata per “registrare” il nome delle bollicine in quanto, si sa, l'unico modo per avere l'esclusiva di una denominazione protetta è quella di legarla ad un territorio geografico. Il tutto fu esteso anche al Carso ed al piccolo paese di Prosecco.

I produttori del Carso accettarono di cedere il nome ed essere inseriti nella denominazione solo dopo la firma di un protocollo. All'epoca era ministro dell'Agricoltura Luca Zaia, oggi presidente della Regione Veneto.

Un protocollo che faceva promesse, a quanto apre mai rispettate. Oggi, la risposta dei carsici è arrivata e chiede una royalty sul venduto, ovvero l'autotassazione di un centesimo che funga da risarcimento.

Proprio su questo punto la risposta di Stefano Zanette, Presidente del Consorzio di tutela del Prosecco, alle telecamere di Report è stata un secco “questo non avverrà mai”.

 

Clicca per guardare la puntata di Report del 14/11/2016

Pubblicato in Cultura Emilia

Una guida che presenta la tradizione gastronomica di Parma e Provincia partendo dai piatti per poi arrivare a consigliare i ristoranti dove poterne assaporare la migliore espressione: questa è l'idea di Piatto desiderato, Piatto trovato".

Di Chiara Marando 

Parma 23 Novembre 2016

Una guida che presenta la tradizione gastronomica di Parma e Provincia partendo dai piatti per poi arrivare a consigliare i ristoranti dove poterne assaporare la più alta espressione: questa è l'idea di "Piatto desiderato, Piatto trovato", o meglio la cosiddetta "Guida Nanni 2017" realizzata da Ermanno Ghiozzi.
Un totale di 223 piatti diversi che costituiscono il tessuto tipicamente mangereccio della storia culinaria del territorio, un percorso che spazia da quelli maggiormente conosciuti per arrivare a preparazioni più rare da trovare, ma altrettanto gustose da scoprire.
Un viaggio che non tocca solo i grandi ristoranti stellati, ma si ferma anche nelle piccole trattorie ed osterie che propongono specialità uniche nel loro genere.

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Ermanno è riuscito a raccogliere le sue esperienze di amante della buona tavola in un volume che celebra l'eccellenza della Food Valley, selezionando ciò che più ha lasciato il segno e lasciando spazio ad alcuni consigli degli chef.

Ad aiutarlo, nella parte più legata all'enologia, il critico enogastronomico Andrea Grignaffini che ha scelto i vini migliori per accompagnare e far risaltare il sapore di ogni portata. Un compito accolto con grande entusiasmo proprio perché, come dice lui durante la presentazione tenutasi all'interno del Palazzo del Governatore a Parma, "Ermanno rappresenta il critico contemporaneo che guarda oltre e la sua è la guida del futuro – spiega Grignaffini – la gente purtroppo mangia meno e lui risponde consigliando un piatto piuttosto che un ristorante. E' una guida pop che fa un excursus generale andando oltre la tradizione e incontrando i gusti del pubblico".

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Anche Sandro Piovani, giornalista enogastronomico, ha definito il volume "La fotografia dello stato di cose tra Parma e Provincia. Un punto di partenza per conoscere meglio la cultura e la tradizione che caratterizzano il territorio".

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La Guida Nanni diventa così una tappa di quel percorso iniziato da Parma che l'ha portata ad essere nominata City of Gastronomy UNESCO e ad ospitare la presentazione della Guida Michelin 2017: "Parma ha da sempre l'attitudine al mangiar bene, al vivere bene – spiega l'assessore al turismo Cristiano Casa – nel progetto che abbiamo attivato c'è stata, ed è presente tutt'ora, una ricerca al tema food che risulta dominante nel nostro territorio. Abbiamo stilato un disciplinare che regoli le eccellenze offerte dalla nostra zona, un modo di preservarne l'unicità. Parma è da sempre città della gastronomia, è la sua essenza, l'UNESCO ha certificato questa realtà".

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Tutto il ricavato della vendita di "Piatto desiderato, piatto trovato" sarà devoluto in beneficenza all'A.RI.M Onlus, associazione di volontariato per la ricerca e prevenzione delle malattie gastrointestinali.

Pubblicato in Cultura Parma

Una foto scattata per denunciare lo spreco alimentare, questo è ciò che Chef Rubio ha voluto comunicare a gran voce sui canali social: l'immagine di un bidone della spazzatura ricolmo di cibo, appena fuori da un locale di Milano.

Di Chiara Marando -

Sabato 19 Novembre 2016 -

Una foto scattata per denunciare lo spreco alimentare, un'abitudine che sembra dilagare nella realtà di oggi, un'istantanea che testimonia la tendenza di una società, soprattutto di giovani, che sempre più si allontana dalla ricerca della qualità e dell'equilibro alimentare e non solo.

Questo è ciò che Chef Rubio, alias Gabriele Rubini”, ha voluto comunicare a gran voce sui canali social: l'immagine di un bidone della spazzatura ricolmo di cibo, appena fuori da un locale di Milano.

L’emblema della società che ormai abbiamo intorno a noi – scrive lo chef romano che, con il suo modo di fare schietto e sfrontato, non teme le critiche e la protesta – Il cibo purtroppo si è sempre sprecato, ma ora più che mai è diventato l’incontro dell’effimero, del vuoto cosmico e una religione da seguire pedissequamente, pena il blocco dai social”.

chef rubio

Un appello indirizzato a chi “ va ad aperitivare senza senso”, per spingerli ad aprire gli occhi su una problematica diventata urgente ma ancora ignorata: “Finché andrete ad aperitivare senza senso in giro (ao namo la’ che famo tappo così risparmiamo), in locali scadenti, per far cassa questi vi offriranno senza sosta cibo ancor più scadente che manco li cani, e che inesorabilmente finirà nel pattume ogni notte così fino a chiusura locale (se spera)…”. Una critica esplicita, una provocazione in pieno stile Chef Rubio che va a colpire nel segno in modo diretto e senza troppi giri di parole, perché in questi casi sono i fatti a parlare da soli.

Per favore, state a casa se potete, cucinate per gli amici (se ne avete) che così facendo risparmierete soldi e salute… e magari potrete fare la battaglia a chi commenta più ferocemente un piatto (come sempre, senza cognizione di causa) come vi hanno insegnato in TV e darete un senso alla vostra giornata”.

Il post ha ottenuto più di 6mila like e oltre 300 commenti.

Risultato: un messaggio importante a cui i media hanno dato sempre più risalto, un'esternazione libera che viene da chi vive ogni giorno la cucina e ama conoscerne ogni aspetto. Perché, da sempre, Rubio si batte contro lo spreco alimentare utilizzando diverse forme e mezzi di comunicazione, siano essi interviste, programmi TV, showcooking ed eventi che lo vedono protagonista. L'ultima di queste è stato il video messo online “Lo Chiamavano Chef Rubio” prodotto dal duo comico Actual, ovvero una una mini parodia in 4 minuti del film italiano diretto dal regista Mainetti, mirato alla disincentivazione allo spreco del cibo ed alla sua perdita di significato sui social. In sintesi, ciò che si ricerca è il rispetto verso quello che mangiamo, ma anche verso una più sana idea di socializzazione e nutrizione con la riscoperta della buona tavola.

Pubblicato in Cultura Emilia
Giovedì, 17 Novembre 2016 10:50

La presentazione della Guida Michelin 2017 a Parma

Per la prima volta è stata presentata a Parma, grazie al riconoscimento del Unesco quale città creativa della gastronomia, l'edizione 2017 della prestigiosa Guida Michelin. Nell'autorevole cornice del Teatro Regio sono state assegnate dal direttore internazionale delle guide Michelin, Michael Ellis, le nuove stelle Michelin alla presenza del sindaco Federico Pizzarotti e di altre autorità locali. Con un parterre di oltre 150 giornalisti della stampa italiana ed estera è stata consacrata ancora una volta l'eccellenza italiana nel "Food".

Di Cecilia Novembri

PARMA CITTÀ CREATIVA PER LA GASTRONOMIA UNESCO.
Queste poche parole spiegano in modo esauriente la giornata memorabile vissuta il 15 novembre presso il Teatro Regio di Parma.
La città emiliana ha ospitato, per la prima volta, la presentazione della 62° edizione della GUIDA MICHELIN ITALIA.

guida michelin 2017 stelle ristornati chef

Fatto estremamente importante per la cultura culinaria, e non solo, che accompagna Parma e che la incorona a tutti gli effetti un punto di riferimento per il gusto made in Italy, sia in ambito italiano che internazionale. 150 i giornalisti presenti sia della stampa italiana che straniera, hanno presenziato il sindaco Federico Pizzarotti, l'assessore al turismo Cristiano Casa e alla cultura Laura Maria Ferraris.

guida michelin 2017 stelle ristornati chef parma

La presentazione è stata officiata dal direttore internazionale delle guide Michelin Michael Ellis che ha annunciato i 343 ristoranti del territorio nazionale insigniti della tanto ambita stella.
La guida presenta un new look, ai già noti simboli, stelle e Bib Gourmand, se ne aggiunge un altro, il piatto che indica i ristoranti che propongono un buon pasto con prodotti di qualità, esordisce poi la rubrica "Ci Piace", i suggerimenti degli ispettori che segnalano tappe imperdibili come se fosse il "consiglio di un amico" ed infine collegandosi a www.guida.michelin.it, la Guida Michelin Italia si trasforma in un motore di ricerca che permette di scegliere un ristorante secondo gusti, occasioni e budget.
La cerimonia è stata aperta con la presentazione dei nuovi ristoranti e degli chef che hanno conquistato una stella Michelin, 28 sono i ristoranti ai quali viene assegnata una stella, 5 i nuovi ristoranti con due stelle Michelin, e infine sono stati confermati gli 8 ristoranti con tre stelle Michelin.

guida michelin 2017 stelle ristornati chef presentazione

Un caso mai accaduto prima è quello dello chef Enrico Bartolini che, oltre ad avere conquistato le due stelle a Milano, è riuscito anche ad ottenere una stella Michelin in ciascuno degli altri due ristoranti aperti a Bergamo, Casual Ristorante chef Cristian Carraro, e a Castiglione della Pescaia La trattoria Enrico Bartolini, chef Marco Ortolani.

guida michelin 2017 stelle ristornati chef ortani

UNA STELLA MICHELIN

Da Francesco, Cherasco (CN)
La Madernassa, Guarene (CN)
21.9, Piobesi d'Alba (CN)
Zappatori, Pinerolo (TO)
Casual, Bergamo
Felix Lo Basso, Milano
Lume, Milano
La Tavola, Laveno Mombello (VA)
El Coq, Vicenza
La Veranda, Bardolino (VR)
La leggenda dei frati, Firenze
La trattoria Enrico Bartolini, Castiglione della Pescaia (GR)
Lux Lucis, Forte dei Marmi (LU)
Lunasia, Viareggio
Il Pievano, Gaiole in Chianti (SI)
Nostrano, Pesaro
Il Vistamare, Lido di Latina (LT)
Il Tino, Fiumicino (RM)
Aminta Reesort, Gennazzaro (RM)
Assaje, Roma
Bistro 64, Roma
The Corner, Roma
Magnolia, Roma
Per Me, Roma
Piazzetta Milù, Castellammare di Stabia (NA)
Il Mosaico, Ischia/Casamicciola (NA)
Veritas, Napoli
Quintessenza, Trani (BT)
Pietramare, Isola di Capo Rizzuto (KR)
Dal Corsaro, Cagliari
Accursio, Modica (RG)

DUE STELLE MICHELIN

Enrico Bartolini al Mudec, Milano
Seta, Milano
Terra, Sarentino (BZ)
Locanda Margon, Trento/Ravina
Danì Maison, Ischia (NA)

TRE STELLE MICHELIN

Ristorante Reale, Niko Romito
La Pergola, Heinz Beck
Osteria Francescana, Massimo Bottura
Piazza Duomo, Enrico Crippa
Enoteca Pinchiorri, Annie Feolde
Dal Pescatore, Nadia Santini
Le Calandre, Massimiliano Alajmo
Da Vittorio, Enrico e Roberto Cerea

CREDITS: Francesca Bocchia
With the Courtesy of: – ilgiornaledelcibo.it – ristorazioneitalianamagazine.it

 

Pubblicato in Cultura Emilia
Giovedì, 17 Novembre 2016 09:37

La Food Valley conquista New York

Food Valley protagonista a New York. Taglio del nastro per la rassegna delle eccellenze enogastronomiche dell'Emilia-Romagna. Con il via alla 'mostra' dei prodotti Dop e Igp regionali: si apre la settimana della cucina emiliano-romagnola nella Grande Mela. Usa primo mercato extraeuropeo per l'export agroalimentare made in Emilia-Romagna. 

Bologna, 17 novembre 2016

Il Made in Italy sbarca nella Grande Mela con i prodotti simbolo dell'agroalimentare. Dal Parmigiano Reggiano al Prosciutto di Parma, dagli Aceti balsamici alla Padina Romagnola, alla Mortadella Bologna, passando per il Sale di Cervia, il Cotechino Modena e i grandi vini. Grandi nomi e grandi marchi di una filiera – il comparto agroalimentare dell'Emilia-Romagna - che vale oltre 20 miliardi di euro, il 15% del totale nazionale, che dà lavoro (considerando anche i settori collegati) a oltre 300 mila persone e che nel 2015 ha messo a segno un valore record dell'export con quasi 5,8 miliardi di euro, +6,2% rispetto all'anno precedente. Un trend che continua anche nel 2016.

Ieri il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha inaugurato la rassegna delle eccellenze enogastronomiche emiliano-romagnole, prodotti che fino al 20 novembre saranno in vetrina a Eataly Dowtown nell'ambito della prima Settimana della cucina italiana nel Mondo, l'iniziativa promossa dal ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale in collaborazione con quelli dell'Agricoltura, dello Sviluppo economico e dell'Istruzione.

Il taglio del nastro con il presidente Bonaccini anche l'assessore regionale all'Agricoltura, Simona Caselli, il Console generale d'Italia a New York, Francesco Genuardi, e l'ad di Fico Eataly World, Tiziana Primori - vede dunque l'Emilia-Romagna mettere a tavola il mondo. Esordio con il Parmigiano Reggiano Day, organizzato dalla Regione in collaborazione con il Consorzio del Parmigiano Reggiano, l'Enoteca dell'Emilia-Romagna e i cuochi dell'Associazione Chef to chef, la prima di una serie di giornate dedicate che fino al 20 novembre vedrà protagonisti i prodotti Dop e Igp regionali. Obiettivo, raccontare le storie che hanno reso possibili alcune delle eccellenze enogastronomiche della Food Valley, con degustazioni guidate in tre appuntamenti quotidiani.

Chef Food Valley Usa

L'Emilia-Romagna è la prima regione in Italia e in Europa per prodotti Dop e Igp: ben 44, con un valore alla produzione di oltre 2,5 miliardi di euro, il 40% del dato nazionale e il 15% di quello europeo. Secondo la classifica Qualivita Ismea sull'impatto territoriale dei prodotti a Indicazione geografica in Italia, su 20 province, al primo e al secondoposto ci sono Parma (950 milioni di euro) e Modena (376 milioni), al quarto Reggio Emilia con 355 milioni. All'ottavo posto Bologna con 290 milioni. Emiliano-romagnolo anche il ristorante che nel 2015 è stato incoronato migliore del mondo da "50 Best Restaurant" , ovvero l'Osteria Francescana di Modena dello Chef Massimo Bottura, tra i protagonisti della missione emiliano-romagnola negli Usa insieme ad altri grandi cuochi stellati di Chef to Chef quali Igles Corelli, Riccardo Agostini e Alberto Bettini, insieme alle Mariette di Casa Artusi. Gli Stati Uniti sono per l'agroalimentare regionale il mercato più importante fuori dall'Unione europea con un export in costante crescita e che dopo il +28,5% messo a segno nel 2015 vede proseguire il trend positivo anche nei primi sei mesi del 2016, che hanno fatto registrare un +8,9%.

La missione a New York, guidata dal presidente Bonaccini, vede la partecipazione del Comune di Bologna, del Comune di Parma, città designata nel 2015 dall'Unesco come Città Creativa della Gastronomia, di FICO Eataly World (il grande parco tematico che a Bologna vedrà riuniti tutti i saperi dell'eccellenza enograstronomica emiliano-romagnola e italiana), della Fondazione FICO per l'Educazione alimentare e alla sostenibilità, di Casa Artusi, dei Consorzi di tutela e dell'Enoteca regionale dell'Emilia-Romagna.

 

Pubblicato in Cronaca Emilia
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