Sul volo di Stato per raggiungere i funerali di Nelson Mandela in Sudafrica, accompagnata dal fidanzato: la Boldrini denunciata dal Codacons. Pronta la replica della Presidente della Camera sulla posizione delle donne in Italia -
Parma, 17 dicembre 2013 -
L'occhio vigile del Codacons, che già in passato denunciò Clemente Mastella e Silvio Berlusconi, questa volta vuole giustamente fare luce sul caso Boldrini. Ieri mattina, l' associazione ha inviato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma e alla Corte dei Conti contro la Presidente della Camera, Laura Boldrini, per la vicenda del volo di Stato in Sudafrica sul quale ha viaggiato anche il suo compagno. Oggetto in questione è la presenza della Presidente della Camera alla cerimonia dedicata alla memoria di Nelson Mandela, evento che il Codacons afferma essere riservato solo a leader mondiali e capi di Stato, con un volo pagato dai cittadini. Un evento storico, a cui erano stati invitati i grandi leader mondiali, ottanta tra capi di Stato e di governo, da Obama a Castro, e, per l'Italia, in qualità di capo di Governo l'invito era stato rivolto a Enrico Letta.
Secondo la nota del Codacons quindi la Presidente della Camera Laura Boldrini, non rientrando in alcuna delle due categorie sopra menzionate, ovvero Capo di Stato o di Governo, avrebbe usufruito impropriamente del volo di Stato per essere presente all'evento, portando con se oltre al portavoce, al responsabile della comunicazione, alla consigliera per le relazioni internazionali, alla scorta, anche il compagno.
Il Codacons ha dunque chiesto alla Procura e alla Corte dei Conti di accertare se "possano configurarsi sprechi di denaro pubblico a danno della collettività e conseguentemente sanzionare le eventuali scelte dannose per la collettività stessa ivi comprese le ipotesi di illeciti fonte di danno erariale, e di predisporre tutti i controlli necessari per accertare e verificare se nei fatti esposti possano celarsi fattispecie penalmente rilevanti, ivi compreso quello di utilizzo illegittimo di fondi e/o risorse pubbliche".
Pronta la risposta della della Presidente della Camera che ha replicato alle accuse affermando che per lei e il suo staff non ci sono state alcune spese di viaggio a carico della Camera. La Boldrini ha sottolineato inoltre come la polemica sia fonte di una arretratezza sessista sulla posizione delle donne nell' Italia di oggi.
Ubaldi: “Tutti quelli che amministrano sanno che c’è un tempo dell’osservazione e poi un tempo destinato al fare. Dopo un anno e mezzo abbiamo deciso che non vi è più tempo di dilazioni e rinvii.”
Parma, 7 Dicembre 2013 --
”Civiltà Parmigiana c’è”. Questo in sintesi il messaggio lanciato stamattina alla conferenza stampa indetta dal coordinamento politico del Movimento Civiltà Parmigiana. Un’attesa di oltre un anno e mezzo prima di partire all'attacco di un “Governo Grillino” che non ha saputo organizzare una visione in grado di dare ai cittadini una idea di sviluppo.
Un anno e mezzo il tempo concesso a Pizzarotti & C. per prendere possesso della macchina comunale e mettere in moto il percorso di una linea politica autorevole ed efficace. Invece i risultati sono alla luce di tutti e registrati anche dalla annuale classifica stilata dal Sole 24 ore nella quale Parma ha perduto ben 10 posizioni in un solo anno. La Decrescita (in)Felice sta facendo effetto, forse questo era il vero obiettivo del nuovo che avanza?
“E’ venuto il tempo di una opposizione dura e decisa”, commenta Elvio Ubaldi, appena la neo coordinatrice del Movimento civico Cecilia Zanacca gli porge il microfono. “Tutti quelli che amministrano sanno che c’è un tempo dell’osservazione e poi un tempo destinato al fare. Dopo un anno e mezzo abbiamo deciso che non vi è più tempo di dilazioni e rinvii. Dopo avere atteso e dopo esserci anche illusi abbiamo concluso che dalla amministrazione non è stato prodotto nulla.”
Prima di Elvio Ubaldi erano intervenuti Massimiliano Mignani, storico coordinatore del movimento, e Cecilia Zanacca recentemente nominata al Coordinamento politico del movimento. Mignani nel suo intervento introduttivo ha riassunto le motivazioni che hanno spinto alla convocazione della conferenza stampa: riprendere le redini di Parma. “Non si può amministrare un comune - sottolinea Massimiliano Mignani - con l’unico scopo minimalista, seppure meritorio, dell’abbattimento del debito. Se la città si ferma perde le occasioni di competitività. Occorre invece attirare ricchezza e investimenti.” A Cecilia Zanacca invece il compito di riorganizzare le fila dello storico movimento civico cittadino e riprendere quindi, attraverso nuove strade, quegli obiettivi di città europea capace di produrre idee e di essere da traino per un’area più estesa dei semplici confini amministrativi. Una città capace di coinvolgere e costruire, progettare e realizzare.
“Il mio ruolo - sottolinea Cecilia Zanacca - sarà quello di prendere in mano questo movimento per cercare di dare nuovo entusiasmo e nuovo vigore. Con questa conferenza stampa si apre un nuovo ciclo per Civiltà Parmigiana”. Un ciclo che prenda a modello l’esperienza di governo cittadino durante i due mandati di Elvio Ubaldi, e li interpreti secondo le esigenze attuali e le radicalmente modificate condizioni sociali ed economiche del Paese.
Ripensare al futuro senza, ovviamente, dimenticare di affrontare la cruda realtà e i problemi contingenti, attraverso il confronto aperto ed elegante con tutte le componenti sociali e politiche nell’interesse dell’intera collettività e non solo di una sua parte.
“Oggi Parma, conclude Cecilia Zanacca, ha bisogno di una politica di dialogo e non di scontro, di confronto e non di autoreferenzialità, di contenuti e non di invettive, di modestia e non di boriosità. E’ in questo convincimento che noi di Civiltà Parmigiana intendiamo rimetterci al servizio della città convinti che Parma meriti molto di più di quello che la politica locale attuale sta offrendo.”
Lapidario il commento conclusivo dell’ex Sindaco verso l’amministrazione grillina: “il giudizio è negativo e irrevocabile. Non sarà una qualche occasionale convergenza che ci farà cambiare il giudizio. La sostanza è che da questi signori non vi è nessuna capacità di intraprendere le novità. Perché se da un lato c’è stato un tentativo di colmare il vuoto dall’altro vi è stato il vuoto completo. Il giudizio è radicale. Di questo passo non si può che precipitare nel vuoto.”
di Lamberto Colla ---
Del caso Cancellieri non v’è più traccia nelle cronache. Tutti i riflettori accesi sull’inutile disfida “democratica” e, mentre la “coldiretti” blocca i camion al Brennero, il “Made in Italy” viene massacrato a Prato insieme a 7 morti e centinaia di schiavi sotto gli occhi di tutti.
Parma, 8 dicembre 2013 -
Tanto rumore per nulla. Sono ferme al 20 di novembre le ultime cronache sul caso Cancellieri_Ligresti. Poi più nulla. Tutto caduto nel silenzio e ognuno è tornato a fare il proprio mestiere. Certamente più importante era la notizia della decadenza da Senatore di Silvio Berlusconi e del suo “dudu” che gioca con Putin.
Ancor più importante, perchè sul risultato si giocherà il futuro del Paese, la sfida che si consumerà proprio oggi 8 dicembre tra il “dotto” Cuperlo, il “trendy” Renzi e l’”outsider” Civati che manco l’onore di essere intervistato da Fazio ha avuto.
E mentre tutto questo bel “fumus”, ottenebrante e rincoglionente, è calato sulle teste di tutto il popolo italiano ci infilano una IMU mascherata, tagliano quasi tutte le pensioni d’oro tranne, ovviamente, quelle dei 2700 parlamentari a riposo.
Ma grande risonanza mediatica, invece, ha avuto la legge che punisce gli incendiari. Uno sforzo intellettuale impressionante per il quale gli estensori dovranno farsi almeno almeno un mesetto di ferie in qualche centro termale o villaggio benessere.
Vogliamo scommettere che troveremo in galera il contadino che ha dato fuoco alle sue stoppie e non i camorristi che sotterrano i rifiuti tossici?
Migliaia di agricoltori con Ministra di sostegno al seguito a bloccare e controllare i camion provenienti dal nord europa con derrate “Italian Sounding”. Più che una protesta una operazione mediatica per riproporre la necessità di difendere i prodotti nazionali. Quasi un rituale e una colorata messinscena ma ci sta sia nei modi che nella sostanza. Peccato che negli stessi giorni il Made in Italy venga mortificato proprio dal centro Italia. Ci sono voluti 7 morti arrostiti per “scoprire” che a Prato, la vera China Town d’Europa, si produce e etichetta Made in Italy solo esclusivamente con i nuovi schiavi. Cinesi anch’essi che dormono ammassati e a turno sul medesimo giaciglio in camerate poste sopra i locali di lavoro.
Si scopre che nel bel mezzo di un Centro Commerciale all’ingrosso “cinese” (vedi link a PadovaOggi) c’era addirittura una scuola per bambini cinesi, perfettamente attrezzata con aule, gessetti e lavagna con l’identificazione della aule ovviamente in caratteri cinesi. Una decina di aule per centinaia di studenti.
Una società, quella cinese, che vive e prospera all’interno della nostra ma applicando le loro leggi e la loro giustizia. Una società invisibile di cui raramente si parla e soprattutto si contrasta.
Perché quel tipo di “società” deve essere contrastata e perseguitata. E’ un tumore per la nostra società, la nostra economia e un insulto alla nostra morale.
Vengono perseguitati i “Vu Cumprà” sulle spiagge per lo spaccio di qualche “firma” falsa e non si ferma una intera industria del “made in Italy” anzi no, “Made in Slavery”.
Centinaia di schiavi moderni lasciati morire, proprio da noi che ci reputiamo la culla delle civiltà! Non ci sono scuse bisogna agire e stroncare questi illeciti e la prossima volta, invece del Brennero, prendete la strada di Prato e invece della Ministro dell’agricoltura vada la Ministra della Giustizia Cancellieri.
La comunità cinese ha colonizzato tutto il distretto produttivo dell’abbigliamento di Prato. Produce con etichette “Made in Italy” utilizzando personale IN SCHIAVITU’. E’ inaccettabile anche moralmente che non vengano perseguitati i responsabili e irresponsabili comandanti cinesi e i fiancheggiatori di qualsiasi nazionalità essi siano.
Gli ispettori dell’INAIL e del Ministero del Lavoro ti piombano in due per contestare una ritardata comunicazione di un giorno e ti appioppano 116€ di multa mentre sfugge al controllo di centinaia di aziende produttive e commerciali condotte da un dipendente soltanto ma coadiuvato da decine di irregolari.
E’ allucinante ma purtroppo questa è la cruda realtà che nessuno vuole vedere.
E allora continuiamo a seguire le storie di DUDU che ora ha anche la sua pagina Facebook...
(ultima ora. Il profilo di Dudù è sparito. E pensare che in poche ore aveva raccolto ben 800 amicizie).
SVEGLIA POPOLO!
E la chiamano dimenticanza. A noi vorrebbero togliere il beneficio dell'accise e per "loro" una dimenticanza la mancata applicazione del "prelievo di solidarietà" alle pensioni dei parlamentari.
Hanno ragione, continuamente pensano agli altri, e può capitare di dimenticarsi qualcosa per sé stessi. Hanno solo dimenticato di introdurre la categoria dei parlamentari nell'elenco dei pensionati d'oro. Quelle categorie professionali, insomma, che dovranno versare il contributo di solidarietà (superiori a 90 milioni l'anno).
Una dimenticanza nata dal fatto che, quella percepita, non è una pensione bensì un "vitalizio". Un vitalizio che, tra l'altro, consente di ottenere il rimborso dei viaggi per andare nella Capitale seppure non siano più ospiti operativi del Parlamento.
Ma cosa ci vanno a fare a Roma di così importante per la collettività tanto da dovere addirittura essere rimborsati? Il Parlamento non è più il loro luogo di lavoro!
Seguendo questo modello si dovrebbe rimborsare il viaggio all'emigrante che torni a guardare, con un po' di nostalgia, la miniera belga che l'ha ospitato dopo la seconda guerra mondiale. "Loro", dovrebbero andare in miniera!
di Carlo Alberto Sala
- in allegato "TruckNews n° 11 -
di Lamberto Colla ---
Ciao Darwin! Dai governi tecnici la conferma della teoria evolutiva.
Parma, 24 novembre 2013 -
Occorre imparare dai figli dei ministri, dei viceministri o dei premier tecnici. Imparare da loro a non essere "Choosy" e "Sfigati" come hanno sentenziato l'ex Ministro del Lavoro Elsa Fornero e l'ex sottosegretario Michel Martone. Bisogna sapersi adattare e accettare dei lavori anche di basso profilo.
Purtroppo non tutti hanno la possibilità di ricevere in dote i corredi cromosomici di Mario Monti, di Elsa Fornero e, in questi giorni scopriamo, la perfezione anche nella sequenza del DNA di Anna Maria Cancellieri l'attuale ministro della Giustizia. Capacità, competenze e soprattutto adattabilità alle avverse condizioni. Un mix di valori in grado di condurre chiunque ai vertici dell'economia, della finanza e dell'università.
Uomini e donne predestinati a lasciare un segno, una firma indelebile nella storia moderna del nostro Paese.
Non tutte le ciambelle vengono con il buco tant'é che altrettanto bene non è andata al "Trota" il quale , per chi l'avesse dimenticato, era il rampollo predestinato di Umberto Bossi. Ma si sa, tra "Delfini" e "Trote" le differenze sono abissali anche nelle similitudini, alla pari tra "Uomo" e "Scimmia".
- Promemoria -
L'ultimo in ordine di tempo è Piergiorgio Peluso, figlio della Guardasigilli. Una splendida carriera da top manager culminata in Fonsai da dove è stato liquidato, dopo soli 14 mesi di lavoro, con circa 5 milioni di euro (3,6 milioni di buonuscita) poi approdato in Telecom. In una intercettazione telefonica, la figlia di Ligresti avrebbe commentato, secondo quanto riportatao da "Il Fatto Quotidiano" che dopo aver incassato "cinque milioni e mezzo" da FonSai "figurati cosa gli daranno in Telecom". Ma c'è di più, il rampollo della Cancellieri sarebbe stato dichiarato "testimone inattendibile" dal tribunale di Parma nel processo Parmalat-Ciappazzi come riportato da "Repubblica Parma" a seguito della "testimonianza" "contro" Geronzi e il suo diretto superiore Matteo Arpe.
In precedenza è stata la figlia dell'ex Ministro Fornero a essere passata al vaglio dei giornalisti dopo quell'infelice etichettatura che la madre fece ai giovani in cerca di lavoro. Tra l'altro ben poco "choosy" stando almeno a una recente indagine che rileva come il 50% dei giovani sia disponibile a accettare lavori meno qualificati del proprio livello d'istruzione.
Silvia Deaglio - in "arte" Fornero - che molto si arrabbiò all'epoca delle indiscrezioni giornalistiche, di posti fissi, denuncia il web, ne avrebbe due. A 37 anni (6 anni prima della media nazionale ovviamente) divenne professore associato di Genetica Medica alla facoltà di Medicina dell'Università di Torino (dove insegnano sia il padre che la madre) e responsabile della ricerca alla Hugef, Nomina, quest'ultima, che le giunse solo un mese prima di ricevere l'incarico universitario e, secondo quanto il web (vox populi) denuncia sia stato uno dei motivi di sostegno all'assunzione in ruolo.
Alcune sue ricerche sono state finanziate dalla Compagnia di Sanpaolo, fondazione che è la prima azionista della banca Intesa Sanpaolo, di cui sua madre era vicepresidente.
E che dire del figlio di Mario Monti, Giovanni, e stavolta anche lui Monti non potendo prendere il cognome della madre per mimetizzarsi un po' di più.
Un esperto di finanza, chiamato a ruolo di top manager in Parmalat da Enrico Bondi che a sua volta, è diventato commissario il commissario per la Spending Review durante il governo di Mario Monti e oggi commissario all'ILVA di Taranto.
Ebbene, il predestinato Giovanni dopo la sua uscita da Parmalat, a seguito della riorganizzazione imposta del nuovo AD Yvon Guerin (vedi Milano Finanza), ha trovato approdo nella Goldman Sachs, quindi ancora sotto le alucce paterne.
- Conclusioni -
Come è bello predicare bene e razzolare male. Lo vorremmo tutti!
"Rivolgo il mio deferente omaggio a tutti coloro che hanno perso la vita adempiendo con onore al proprio dovere, al servizio dell'Italia e della comunità internazionale" - Giorgio Napolitano
di Lamberto Colla ---
Parma, 17 novembre 2013 -
- 10 anni dopo Nassirya -
Così, il Presidente Giorgio Napolitano, ha voluto commemorare il 10° anniversario della strage di Nassirya, che ricorreva il 12 novembre scorso. "I caduti che commemoriamo in questa giornata, conclude il Presidente della Repubblica, sono stati interpreti coraggiosi e sfortunati di questo grande impegno italiano. Dobbiamo esserne orgogliosi e tributare loro la nostra riconoscenza per quanto hanno dato".
Ma nella giornata della commemorazione una vocina usciva dal coro...
«Tutti noi ricordiamo commossi i 19 italiani deceduti in quell'attacco kamikaze, e oggi siamo vicini ai loro familiari . A volte ricordiamo anche i 9 iracheni che lavoravano nella base italiana, ma non troppo spesso. Nessuno ricorda però il giovane marocchino che si suicidò per portare a compimento quella strage: quando si parla di lui, se ne parla solo come di un assassino, e non anche come di una vittima, perché anch'egli fu vittima oltre che carnefice» Con queste parole la deputata del M5S; Emanuela Corda, ha gelato il Parlamento e probabilmente verrà ricordata in futuro: alla stregua di coloro che gridarono 10 100 1000 Nassirya parafrasando la più celebre frase del "CHE": 10 10 1000 Vietnam.
Volere a tutti i costi essere fuori dal coro non sempre è sintomo di intelligenza. L'opinione personale è sacrosanta e soprattutto quella di un Parlamentare ma il buon gusto dovrebbe essere trasversale ai partiti. Non è perciò indispensabile fare opposizione a tutto per Default.
Comunque uno la pensi va portato rispetto al dolore dei familiari che hanno perduto i loro cari e altrettanto al diffuso sentimento di commozione e rabbia per tutti i militari e civili italiani che hanno perduto la vita nei teatri di guerra. Già sono troppi i teatri di guerra che è ben poco "onorevole" contribuire a innescarne uno anche domestico.
La contrapposizione generale e ostinata utilizzata come esclusivo strumento di dialogo politico contribuisce solo al radicamento di posizioni estremistiche, al trasformare il dialogo in "tifo politico" ben poco costruttivo anzi molto destabilizzante. Sarebbe stato bello vedere, almeno nella circostanza commemorativa, tutti i parlamentari accomunati dal medesimo sentimento e orgoglio nazionale. Invece, nemmeno in queste occasioni riescono ad esprime solidarietà e unità nazionale.
Credo ci sia ben poco da sperare nel futuro se il nuovo è quello rappresentato dai pentastellati o quantomeno da quello che stanno dimostrando al governo centrale o periferico come in quel di Parma.
Val la pena ricordare che gli italiani massacrati a Nassiriya si trovavano in Iraq nell'ambito dell'operazione "Antica Babilonia"", iniziata il 15 luglio 2003 e terminata il primo dicembre 2006. Una missione di peacekeeping autorizzata dalle Nazioni Unite, conseguente alla guerra avviata dagli Stati Uniti per deporre il dittatore Saddam Hussein.
I militari italiani avevano compiti diversi, tra cui quelli di addestrare le forze di sicurezza irachene. E aiutare, nella vita di tutti i giorni, la popolazione civile.
Ma a Nassirya esistevano tre importanti ponti sul fiume Eufrate da difendere da parte del contingente italiano e il loro abbattimento invece era l'obiettivo dei terroristi.
Molto ci sarebbe da dire sulle regole di ingaggio esistenti in quel periodo, sugli attacchi condotti quotidianamente dagli oppositori iracheni alle nostre pattuglie e alle nostre postazioni.
Molto ci sarebbe da dire anche sulle paure dei nostri ragazzi. Possibili bersagli di "bombe" nascoste sotto i teneri sguardi di bambini o di sofferenti donne.
Magari quegli stessi bambini o donne ai quali i militari Italiani avevano portato soccorso, aiuto con la presunzione di donare un po' di speranza.
Comunque, come ha commentato Orlando Sacchelli sul giornale.it , "Al di là di ogni elucubrazione socio-filosofico o politica, accostare le vittime ai criminali è inquietante. Ed è ancor più grave che simili affermazioni vengano fatte in parlamento."
Dove sono stati smarriti "Intelligenza" e "Buongusto"?
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