Soddisfazione del Presidente della CNA provinciale soprattutto per le dichiarazioni sullo sblocco totale dei debiti della pa e sul taglio del 10% del cuneo fiscale -
Reggio Emilia, 24 febbraio 2014
"Siamo molto soddisfatti del discorso di esordio del Neo Presidente del Consiglio Matteo Renzi: con un taglio innovativo e un linguaggio semplice e diretto ha trattato i temi cruciali per la ripresa economica del Paese fornendo soluzioni concrete per il rilancio di investimenti e consumi".
È questo il primo commento di Nunzio Dallari, presidente di CNA Reggio Emilia, al discorso tenuto dal Presidente Renzi per chiedere il voto di fiducia al Senato. Molto apprezzati dal leader dell'Associazione di via Maiella l'ottimismo e il coraggio con cui Matteo Renzi guarda all'Italia come terra di opportunità.
"Sono quattro, in particolare, - continua Nunzio Dallari - i punti principali del suo discorso che le piccole e medie imprese attendevano da tempo venissero presi in considerazione dal Governo: sblocco totale dei debiti della Pubblica Amministrazione attraverso un diverso utilizzo della Cassa depositi e prestiti; riduzione del 10% del cuneo fiscale; facilitazione dell'accesso al credito per le pmi; snellimento del fisco e della burocrazia instaurando un rapporto diverso tra Pubblica amministrazione e cittadini anche attraverso l'uso della tecnologia, per ridurre il fattore tempo, una variabile non secondaria per le imprese".
"Ovvio che all'ottimo discorso di esordio – conclude il Presidente Dallari - ci aspettiamo segua una altrettanto ottima concretizzazione delle azioni proclamate: quello di oggi è solo un buon punto di partenza. Saremo vigili sul percorso che verrà intrapreso dal Governo nelle prossime settimane, dato che condividiamo con Renzi l'idea che il tempo con cui fare le cose non è un elemento secondario e non mancheremo di criticare l'operato del Governo qualora non vengano realizzati punti promessi".
(fonte: ufficio stampa CNA RE)
... speriamo non sia un treno o una canna rigata.
di Lamberto Colla ---
Parma, 23 febbraio 2014 -
Si è alzato il sipario sul primo Governo Renzi. Nelle prossime ore, quindi, verrà svelato definitivamente il programma, gli obiettivi e finalmente potremo capire meglio se l’enfant prodige della politica europea sarà in grado di farci percepire la luce in fondo al tunnel.
Una speranza che dobbiamo nutrire, al di là della appartenenze, militanze o simpatie verso un partito o un movimento.
Solo la politica , infatti,può generare l’innesco per una ripresa economica. In caso contrario il tessuto economico, e con esso quello sociale, collasserà definitivamente e il processo di reversibilità sarà terribilmente oneroso.
Certo il mandato di Renzi non è iniziato nel modo migliore. Candidati Ministri che declinano gli inviti, La Zanzara che punge l’ex ministro Barca e svela l’ombra di “De Benedetti” su Renzi e, infine, Grillo che farà opposizione dura, solo per partito preso.
Con queste premesse c’è poco da sperare. Eppure è indispensabile perché, come afferma lo stesso ex Ministro del Governo Monti Fabrizio Barca durante l’appassionata confidenza telefonica al finto Niki Vendola della “Zanzara”, il programma radiofonico condotto da Giuseppe Cruciani e David Parenzo, “se fallisce anche questa è un disastro”.
“Che c’azzeccano”, direbbe il Di Pietro dei tempi migliori. E oggi avrebbe di che dire e divertirsi. Dapprima il libro rivelazioni di Alan Friedman nel quale De Benedetti, insieme a Prodi e Monti svelerebbero l’ipotesi di complotto di Napolitano per fare fuori Berlusconi premier nel 2011. Poi, sempre De Benedetti che, seppure mai citato palesemente ma identificato come “il Paron di Repubblica”, avrebbe a più riprese incalzato l’ex ministro Barca nella speranza che accettasse la proposta di nomina al dicastero dell’economia. Infine Berlusconi che da vittima prima si trasforma in complice poi assecondando, almeno a parole l’ipotesi di programma renziano. Ma come, Prodi, de Benedetti e Monti non erano i nemici giurati di Berlusconi?
Oggi invece sembra che tutti abbiano intrapreso l’antica strada delle “convergenze parallele”.
Dal “democratico” Web invitano Grillo a andare a colloquio da Renzi e lui, in diretta streaming, l’insulta gridando al mondo che “Non è un democratico”. Una bella figura di M... per il movimento e per l’Italia. L’ennesima conferma pubblica che l’Italia è una nazione allo sbando e con dei politici in piena crisi di nervi.
Il Governo ha giurato e a noi non resta che ben sperare e augurare a tutti “Buon Lavoro e in bocca al lupo”.
Assente il Ministro Padoan che giurerà al suo suo rientro dall’estero.
Ministri con portafoglio
Affari Esteri
Federica Mogherini
Interno
Angelino Alfano
Giustizia
Andrea Orlando
Difesa
Roberta Pinotti
Economia e finanze
Pier Carlo Padoan
Sviluppo economico
Federica Guidi
Politiche agricole, alimentari e forestali
Maurizio Martina
Ambiente, tutela del territorio e del mare
Gianluca Galletti
Infrastrutture e trasporti
Maurizio Lupi
Lavoro e politiche sociali
Giuliano Poletti
Istruzione, Università e ricerca
Stefania Giannini
Beni, attività culturali e turismo
Dario Franceschini
Salute
Beatrice Lorenzin
Ministri senza portafoglio
Riforme costituzionali e rapporti con il Parlamento
Maria Elena Boschi
Semplificazione per la Pubblica Amministrazione
Marianna Madia
Affari Regionali
Maria Carmela Lanzetta
Grande Reggio e Progetto Reggio ufficializzano l'apparentamento, per uno schieramento che punta alla concretezza e al rilancio di Reggio Emilia -
Reggio Emilia, 21 febbraio 2014 -
E' stata presentata ieri mattina città l'alleanza tra Grande Reggio e Progetto Reggio in vista delle elezioni amministrative. Presenti Primo Gonzaga, Franca Porta e Matteo Setti per Grande Reggio, e Matteo Iotti, Giacomo Giovannini e Maria Caroli per Progetto Reggio. Il nome della città ben chiaro sui simboli e comune ad entrambe le liste non è un caso: l'intenzione comune è quella di portare avanti una proposta basata sul civismo, sull'amore per la propria città e l'efficace rilancio della sua economia.
"Grande Reggio e Progetto Reggio sono due liste affini e complementari – ha spiegato il presidente di Grande Reggio, Primo Gonzaga – ognuna con la propria identità. Grande Reggio è una lista civica trasversale, composta da professionisti, artigiani, imprenditori, lavoratori: reggiani che hanno sentito forte il bisogno di impegnarsi in politica per tornare a dare vera rappresentanza politica a chi questa città la vive davvero e vuole realmente il suo bene".
"Progetto Reggio è invece una lista più identitaria – ha illustrato il capogruppo in consiglio comunale, Giacomo Giovannini - ideata e voluta da chi in questi anni in Sala del Tricolore ha fatto vera opposizione, contestando e contrastando molte criticità che oggi vengono improvvisamente scoperte e denunciate da diversi esponenti del centrosinistra, come se loro non ne avessero mai avuto alcuna responsabilità".
Identità diverse quindi, ma la visione, il programma e gli intenti sono i medesimi, come ha spiegato il portavoce di Grande Reggio, Matteo Setti. "Condividiamo l'idea di non apparentarci con alcun partito politico, e di percorrere con decisione la strada della proposta civica, cittadini che riprendono in mano il destino della propria città senza vincoli ideologici o di convenienza politica. Per questo motivo sosterremo anche lo stesso candidato sindaco e una identica linea di priorità: sburocratizzazione e razionalizzazione della pubblica amministrazione, concrete prospettive per i nostri giovani e per l'economia locale, internazionalizzazione della città".
"Puntiamo all'elettorato di opinione, alla gente che si informa, che pensa con la propria testa e che crede sia giunta l'ora che i cittadini riprendano in mano il diritto di decidere sulle questioni che riguardano la propria città – è stato il pensiero di Maria Caroli, consigliere circoscrizionale di Progetto Reggio – Non ci riconosciamo in definizioni logore come destra e sinistra, perché solo le parole Reggio Emilia sono quelle che davvero ci stanno a cuore".
(Fonte: ufficio stampa Grande Reggio)
Il commento di Primo Gonzaga, Presidente di Grande Reggio sulle vicende che stanno animando le primarie del Partito Democratico -
Reggio Emilia, 19 febbraio 2014 -
«Trovo eccessivo che nelle vicende congressuali del PD i candidati si candidino anche a rappresentare l'intero Universo delle opinioni. Si parla del Park Vittoria e Vecchi dichiara che si deve fare, Corradini che non si deve fare, Sassi che non si deve fare, ma siccome è iniziato, bisogna terminarlo e il giovane Magnani, superstite dell'IDV, che non solo non si deve fare, ma nel caso, distruggerlo. Così tutti sono contenti: chi lo vuole, chi non lo vuole, chi lo vorrebbe e anche chi lo vorrebbe solamente un po'. Si parla di cooperazione e Vecchi ovviamente la difende, essendone da anni un consulente, Corradini essendone un dipendente, almeno per quanto riguarda l'aspetto contributivo, la attacca, per Sassi dovrebbe essere solo cooperazione sociale e per Magnani, internazionale.
Insomma, questi hanno sgovernato fino a ieri tutti insieme allegramente nella giunta Delrio e nell'evanescente giunta Ferrari, come assessori e come capigruppo, hanno votato tutto e quando hanno dissentito non lo hanno comunicato all'esterno. Stanno al potere da almeno due lustri - nel caso di Corradini, da sei - e ora se le suonano sul modello di sviluppo, sulle politiche ambientali e di riforma della macchina amministrativa, quando portano sulle spalle decenni di colate di cemento, di distruzione del territorio e di elefantiasi burocratica. Parlano di lavoro e forse pensano ai numerosi esponenti della loro casta, che un lavoro lo hanno trovato grazie al partito, vincendo concorsi per titoli, non esami, con master presi alla scuola del partito?
Confidiamo che visti i lori fallimenti economici sia a livello pubblico, sia a livello cooperativo, i reggiani questa volta riflettano, prima di credere ancora una volta alle promesse di un partito che garantisce ancora tutto a tutti, sapendo che la grande mammella pubblica non dà più latte. Sappiamo che i nostri concittadini non sono Pinocchio, ci resta solo da capire tra Vecchi e Corradini chi sia il gatto e chi la volpe».
Primo Gonzaga
Presidente Grande Reggio
(Fonte: ufficio stampa Grande Reggio)
Seconda tavola rotonda organizzata da Civiltà Parmigiana per sabato 22 febbraio alla Corale Verdi a partire dalle 9,45
Dopo il successo della prima tavola rotonda, Civiltà Parmigiana prosegue con ancor più convincimento il confronto con i cittadini e le rappresentanze di Parma.
Un tema storicamente complesso e dibattuto che, con l'acuirsi della crisi, è tornato prepotentemente alla ribalta. Il salotto di Parma, storicamente il fulcro del commercio della città ducale, manifesta segnali di degrado, sempre più evidenti, che vanno dall'arredo urbano, alla viabilità, alla sicurezza. Elementi che contribuiscono ad allontanare le persone e gli esercizi pubblici dal Centro.
Compresso tra le ordinanze viabilistiche e i Centri Commerciali sempre più numerosi e di maggiori dimensioni, il "Salotto di Parma" rischia, quindi, un progressivo e rapido impoverimento non solo economico, ma anche culturale e sociale venendo meno l'identità attrattiva del centro stesso.
Prima che tutto ciò si spenga in modo definitivo, Civiltà Parmigiana è dell'avviso che sia necessario riaccendere i fari su questo luogo e progettare un piano di rilancio a breve e a medio periodo invocando di abbandonare demagogie e dogmi politici per giungere, con azioni sinergiche, a un rapido recupero di attrattività e di vivibilità del "Centro Antico". Alla tavola rotonda, moderata dalla coordinatrice del movimento Cecilia Zanacca coadiuvata da Carlo Ferrari, parteciperanno i direttori delle organizzazioni di categoria, Giuseppe Malanca per ASCOM e Luca
Vedrini per Confesercenti, Giuseppe Dallara ex direttore di ARPA, Filippo Greci del Movimento Nuovi Consumatori. La tavola rotonda ospiterà inoltre un'idea di viabilità alternativa proposta da Giuseppe Pirazzoli.
In conclusione si aprirà un dibattito sul tema viabilistico e sulle implicazioni relative alla sicurezza in centro antico.
L'appuntamento sarà quindi alla Corale Verdi, in vicolo Asdente, per Sabato
22 febbraio con inizio alle 9,45. Un invito aperto a tutti
Primo Gonzaga, presidente del comitato: 3 proposte concrete per rimettere al centro chi lavora e produce -
Reggio Emilia, 15 febbraio 2014 -
"Grande Reggio scenderà in piazza martedì prossimo assieme a Rete Imprese Italia". Lo annuncia Primo Gonzaga, presidente del comitato Grande Reggio, che chiarisce: "Non è solo un modo di dire o retorica: molti dei promotori e sostenitori di Grande Reggio sono commercianti, artigiani e imprenditori. Siamo tutti animati dal desiderio di costruire una città amica delle imprese e dello sviluppo. Anche Reggio Emilia ha bisogno di iniziative forti e realmente efficaci, non di qualche iniziativa sporadica o una tantum".
"Nel nostro progetto per la città abbiamo proposte concrete e ben definite – spiega il presidente di Grande Reggio – come l'istituzione dell'Assessorato alle Attività Produttive e allo Sviluppo, affiancato da un comitato costituito da artigiani, commercianti, imprenditori e titolari di partita Iva, che sono i motori dello sviluppo, e che potranno contribuire efficacemente a ideare, sostenere e controllare direttamente le politiche dell'Amministrazione".
Prosegue Gonzaga: "Abbiamo anche intenzione di identificare un dirigente comunale cui affidare come compito specifico quello di semplificare, tagliare, eliminare procedure e adempimenti. Questo obiettivo dovrà essere una priorità per l'intera macchina amministrativa, e in questa direzione definiremo incentivi per gli uffici che sapranno ridurre la burocrazia a vantaggio di cittadini e imprese, scoraggiando la proliferazione di nuove procedure burocratiche".
"Inoltre, analizzeremo tasse e balzelli a carico dei cittadini, allo scopo di verificare se il costo complessivo per incamerarle e per controllarne la riscossione sia inferiore ai proventi che tali tasse comportano. Se così non fosse procederemmo senza indugio alla loro eliminazione".
"L'amministrazione deve essere al servizio dei cittadini – conclude Primo Gonzaga. Non è più accettabile che ogni volta che si verifica la necessità di reperire risorse siano i soliti noti (imprese e famiglie) a pagare. Per realizzare questo cambiamento epocale è necessario anche cambiare il governo della città. Vogliamo restituire le chiavi di Reggio Emilia a chi l'ha costruita e può svilupparne tutte le potenzialità: imprenditori, artigiani e lavoratori".
(Fonte: ufficio stampa Grande Reggio)
Dopo sei mesi mancano ancora le disposizioni attuative.
- Emilia, febbraio 2014 -
Un problema che si trascina da oltre quattro anni, da quel novembre 2009 quando è stata abrogata l’agevolazione per il gasolio destinato al riscaldamento delle serre per le produzioni ortoflorovivaistiche. Il “decreto Fare” infine avrebbe dovuto mettere una pietra tombale sulla questione e invece ancora si rimane in attesa, dopo quasi 6 mesi dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, delle disposizioni per l’agevolazione del gasolio destinato al riscaldamento delle serre. “La norma, sottolinea Coldiretti, prevede la riduzione dell’accisa a 25 euro per mille litri. Ad oggi manca ancora il decreto attuativo che chiarisca le condizioni operative per poter rendere applicabile l’agevolazione. Il settore florovivaistico è, a ragione, considerato uno dei settori di punta dell’economia agricola del nostro paese, contribuendo, con un fatturato di oltre 3.000 milioni di euro, per oltre il 6 per cento del totale alla produzione agricola nazionale. Il saldo attivo nella bilancia import/export è stato pari a oltre 160 milioni di euro nel 2012 ed è importante riuscire ad agganciare la ripresa economica, già partita in altri paesi, per incrementare le nostre esportazioni.”
"Come siamo arrivati a questo punto?" Franca Porta, vicepresidente di Grande Reggio, propone regole più stringenti negli appalti pubblici e un progetto per normalizzare il mercato -
Reggio Emilia, 12 febbraio 2014 -
"Perché in tanti anni non ci si è accorti delle infiltrazioni mafiose nel reggiano?". A parlare così è Franca Porta, vicepresidente di Grande Reggio, che spiega: "Questa domanda è la prima cosa che mi viene in mente quando leggo sui giornali delle sempre più frequenti interdittive antimafia o dei numerosi atti vandalici che coinvolgono cantieri e automezzi nel nostro territorio". "Per lungo tempo – prosegue l'avvocato Porta – si è detto che avevamo gli anticorpi contro le mafie e si è agito come se il nostro territorio fosse impermeabile alla penetrazione della criminalità organizzata. Oggi vediamo dove siamo arrivati... ma come è stato possibile?! Non si può non essere sconcertati ma nemmeno restare a guardare: questa è la Reggio Emilia che vogliamo lasciarci alle spalle".
La vicepresidente di Grande Reggio non si limita all'amara constatazione e aggiunge: "Quella contro la criminalità organizzata è una lotta che deve coinvolgere tutti, a livello personale e pubblico, e la politica deve stare in prima fila con ogni mezzo a sua disposizione. Noi vogliamo dare alla città un'amministrazione forte, che agisca in piena sinergia con le forze dell'ordine sul fronte del contrasto alle infiltrazioni mafiose e alla criminalità organizzata".
Lotta fianco a fianco con le forze dell'ordine quindi, ma non solo. Il primo tema chiave secondo Porta è quello delle regole negli appalti pubblici: "Nei limiti delle competenze devolute all'autorità locale intendiamo sgombrare il campo da qualsiasi ambiguità collaborando per regolare in modo rigido e trasparente gli appalti pubblici, con un occhio di riguardo soprattutto alle disposizioni sui subappalti".
"Poi – spiega l'avvocato - c'è un discorso relativo alle condizioni di concorrenza sleale che i capitali della criminalità organizzata generano in un sistema economico già duramente provato". Si può fare qualcosa? Conclude Franca Porta: "L'amministrazione comunale potrebbe farsi capofila di un progetto di collaborazione tra le banche del territorio e gli altri attori del mondo economico, per la creazione di un borsino degli investimenti locali. Pensiamo a conti deposito specifici per una raccolta di capitali dedicati esclusivamente al reinvestimento sul territorio. In questo modo si favorirebbe l'erogazione di finanziamenti ad aziende reggiane sane, che si impegnano a loro volta ad investire in loco i capitali e quindi ad immetterli nell'economica locale".
(Fonte: ufficio stampa Grande Reggio)
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 06 10 Febbraio 14
Anno 13 - n° 06 - 10 Febbraio 14
(PDF Scaricabile)
SOMMARIO
Anno 13 - n° 06 10 Febbraio 14
1.1 editoriale
A caccia di petroldollari per sconfiggere la crisi
3.1 Lattiero Caseario
Stabili i DOP, prosegue la discesa dei listini dei derivati del latte
4,1 credito imprese
Reggio Emilia, “Le opportunità di accesso al credito per lo sviluppo dell'impresa agroalimentare”
5,1 inflazione
Istat, cambia la composizione del paniere
5,2 nomine
Patfrut, Piero Emiliani è il nuovo presidente
5,3 eventi
BIT 2014, tre giorni invece di 4 e altre novità
6,1 ambiente
Future Build, progettare smart city. Parma 13 - 16 febbraio
7.1 Confcooperative
I debiti della pubblica amministrazione
Il Primo Ministro esporta ottimismo e importa ossigeno per la Cassa Depositi e Prestiti. 500 milioni dal Fondo Sovrano del Kuwait. Speriamo non vadano solo all’Alitalia.
- di Lamberto Colla ---
- Parma, 9 febbraio 2014 -
Altri 3 viaggetti del Premier e si potrebbero riparare i danni delle alluvioni.
Una cifra importante ma nel complesso insignificante quella promessa dal Kuwait la cui destinazione è ignota. Si sa che i 500 milioni andranno alla Cassa Depositi e Prestiti la quale, va ricordato, gestisce una parte consistente del risparmio italiano, il risparmio postale. Quelle stesse Poste Italiane che, a metà dicembre, decisero di investire nel capitale Alitalia per 75 milioni di euro. Un intervento che consentì alla compagnia aerea di riprendere il volo, non solo metaforicamente. Se non fosse sopraggiunta la notizia di Poste Italiane, Alitalia avrebbe dovuto lasciare a terra i passeggeri proprio durante le festività natalizie e, probabilmente, si sarebbe interrotta la trattativa strategica con la Compagnia araba ETIHAD.
L’accordo con il Fondo Sovrano del Kuwait chiude il cerchio. ETIHAD ha necessità di garanzie per completare l’operazione Alitalia e Alitalia ha bisogno di ETHIAD per il rilancio della compagnia stessa. Un partner ideale per Alitalia in quanto consentirebbe di sviluppare le linee di lungo raggio verso oriente e, a differenza dell’ipotesi di Air France, non possiede un Hub antagonista sul suolo europeo. Il sospetto si sia trattato di aiuti di Stato, nonostante le rassicurazioni del Ministro Lupi, esiste e con essa il rischio di infrazione alle norme europee con le conseguenti sanzioni milionarie da un lato e il conseguente abbandono del potenziale socio Arabo. Per cui meglio correre ai ripari e il viaggio lampo in terra araba di Enrico Letta potrebbe avere avuto proprio come scopo primario l’Alitalia.
Niente in contrario su questo ma qualcosa da ridire si. Innanzitutto l’eccesso d’esaltazione del risultato concreto conseguito. 500 milioni non sono sicuramente sintomo di grandi investimenti. E’ senza ombra di dubbio un, seppur piccolo, segnale di fiducia che viene riconosciuto al nostro Paese. E come potrebbe essere diversamente. Siamo fortemente patrimonializzati e soprattutto abbiamo sempre pagato i nostri debiti.
D’accordo quindi sulle espressioni di positività ma arrivare a dire che la crisi è alle spalle è quantomeno impudente. Non si tratta di disfattismo ma di percezione. La crisi o meglio gli effetti della crisi si stanno contabilizzando in tutte le famiglie. I risparmi si assottiglino e 7 anni dopo l’inizio della crisi il pessimismo dilaga. Se essere fuori dalla recessione vuol dire avere una previsione di Pil dello +0,6% (crescita praticamente uguale a zero) nel 2014, allora c’è poca da essere allegri. Con questi numeri Confindustria stima per il 2021 il momento del ritorno alle condizioni pre 2007 (14 anni anni dopo).
E’ giusto salvare l’Alitalia ma è ancor più giusto salvare L’Italia e la sua gente. Il sospetto che la trasferta del Premier sia stata organizzata, quasi esclusivamente, per l’Alitalia è forte. Intanto per la consistenza dell’incassato. 500 milioni sono, nel contesto, bruscoline. Basti pensare che i conteggi dei danni delle piogge degli ultimi 15 giorni ammontano a un miliardo di euro (400 emilia e 250 lazio e 350 liguria) e diventano 1 miliardo e 650milioni con i conti dell’alluvione della Sardegna del novembre scorso. Restano fuori dal conteggio l’alluvione in liguria del 2011 e il terremoto in emilia 2012 solo per restare ai tempi più recenti.
Infine la stretta creditizia. Le imprese sono rese sempre meno elastiche dal “credit crunch”, bloccate in una terribile morsa, la peggiore dal 2001. Per sopravvivere molte imprese e per riprendere la strada dello sviluppo altre avrebbero necessità di iniezioni di liquidità mentre al contrario questa è sempre meno. Meno per la difficoltà a pagare da parte dei clienti e meno per effetto della chiusura dei rubinetti degli Istituti di Credito.
Secondo i dati diffusi da Bankitalia, i prestiti alle famiglie sono scesi dell'1,5% nell’arco di dodici mesi (-1,3% rispetto al mese precedente) mentre quelli alle società non finanziarie sono diminuiti, sempre su base annua, del 6% (-4,9% a ottobre) - Bollettino Banca d’Italia del gennaio 2014 -
Se l’intenzione del Governo è fare riprendere il volo all’Italia e non solo alla sua compagnia di bandiera, occorre liberare risorse a favore delle imprese, affinché queste generino nuovo lavoro e conseguentemente nuovo impiego.
O le banche riaprono i rubinetti o si muore di sete.
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