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Matteo Setti, portavoce di Grande Reggio, interviene a proposito delle ipotesi di candidature e future alleanze apparse sulla stampa -

Reggio Emilia, 4 febbraio 2014 -

"Stiamo lavorando per organizzare occasioni di dibattito pubblico su temi che riteniamo cruciali per il futuro di Reggio Emilia, perché è sul terreno dei progetti che intendiamo impostare il nostro rapporto con i cittadini e la dialettica con le forze politiche in campo".

"Non abbiamo cartelli elettorali preconfezionati – chiarisce Setti – ma abbiamo alcune idee: un sistema economico che rimetta al centro le forze produttive e non la politica, il recupero di un ruolo internazionale della città, un diverso modello di sviluppo urbanistico, la valorizzazione delle giovani generazioni e delle loro competenze... Su questo, e non su altro, siamo aperti a un confronto con chiunque".

"Le stesse premesse valgono anche per il toto-sindaco – prosegue il portavoce. Non abbiamo nessun candidato in pectore. Grande Reggio è un movimento in espansione e aperto a tutti i contributi, a tutte le buone idee, a tutti i reggiani che hanno a cuore la propria città. Sabato scorso abbiamo iniziato un percorso di condivisione di progetti che ci porterà a definire un programma elettorale e, contestualmente, a individuare anche una figura che lo incarni e lo porti avanti come candidato sindaco".

"Le indiscrezioni di candidature e apparentamenti di Grande Reggio che si sono rincorse in questi giorni sulla stampa locale – conclude Setti – non corrispondono alla realtà dei fatti e lasciano l'amaro in bocca, perché appaiono come una comunicazione a mezzo stampa tutta interna a un certo mondo politico cittadino, sempre più incentrato su se stesso e incapace di vedere che qui fuori la crisi è devastante. Noi siamo per una politica che dice cosa fa e non con chi sta. Ci rivolgiamo ai cittadini che ne hanno abbastanza di contrapposizioni ideologiche, che fanno perdere di vista i problemi veri della città, e vogliono valutare nel merito argomenti e proposte".

(Fonte: ufficio stampa Grande Reggio)

 

Lunedì, 03 Febbraio 2014 10:15

Reggio Emilia: Grande Reggio si presenta

Un nuovo impegno per restituire vera grandezza a Reggio Emilia

Reggio Emilia, 3 febbraio 2014 - C'era tanta voglia di darsi da fare, sabato primo febbraio all'Astoria, molto entusiasmo e un folto pubblico di simpatizzanti e curiosi di capire qualcosa di più sulla natura del nuovo soggetto politico di cui si è tanto parlato in queste ultime settimane. Il comitato Grande Reggio ha infatti annunciato l'intenzione di presentare alle prossime elezioni amministrative una lista, rispetto alla quale non sono però ancora state ufficializzate candidature.

E' stata invece chiaramente illustrata dal presidente Primo Gonzaga la visione politica che ispira questo progetto civico. "Il modello di sviluppo quantitativo che abbiamo perseguito sin qui ha fallito – ha dichiarato Gonzaga - abbiamo il dovere morale di dare un futuro ai nostri figli attraverso uno sviluppo qualitativo che richiede un diverso uso del territorio, un sostegno alle imprese ad alto valore aggiunto e un taglio netto ai lacciuoli burocratici".

Il rilancio economico del territorio è il cardine che è necessario sbloccare anche secondo Matteo Setti, portavoce del movimento ed esperto di economia internazionale: "Vedo eccellenze economiche di lunga tradizione e start-up creative in questa città, ma da fuori non le vedo valorizzate. Dobbiamo fare presto perché il nostro tessuto economico non ha più tempo da perdere".

Erano molti i professionisti, gli imprenditori e gli artigiani in platea, alcuni avvicinatisi a Grande Reggio da poco, altri coinvolti sin dall'inizio nella nascita del comitato. L'avvocato Franca Porta, vice presidente, ha citato Papa Francesco e il suo recente appello alla partecipazione politica per spiegare la decisione del suo impegno: "Non sono una politica, ma una cittadina che ha deciso di mettere le proprie competenze al servizio della città. Le idee sono tante e, dati i tempi di crisi, le risorse scarse, ma vengo dal volontariato e so che sfruttando bene poche risorse si possono fare grandi cose".

E l'impegno politico che Grande Reggio vuole attrarre è anche e soprattutto quello dei giovani, che oggi più che mai, devono costruirsi il proprio futuro a prezzo di grandi sacrifici. L'emblema di questo impegno è Stefano Rondanini, giovane con alle spalle laurea, master, stage a Milano e una serie di proposte lavorative insoddisfacenti. "Ho deciso di tornare a Reggio – ha raccontato Rondanini - ho aperto la partita Iva e ora faccio l'artigiano, il mestiere che ho imparato per mantenermi mentre studiavo. Voglio partecipare a questa esperienza politica perché non posso pensare che non ci sia via d'uscita a questa situazione che sembra contrapporre le generazioni. Noi giovani dobbiamo prendere in mano il nostro destino".

I ragionamenti hanno toccato molti temi, ma il programma per il governo della città nei prossimi anni è in divenire, aperto a tutti i cittadini che "credono che una Reggio diversa sia possibile". All'incontro era presente anche il consigliere comunale Giacomo Giovannini, che sostiene il percorso di Grande Reggio ed è intervenuto durante il dibattito. Proiettando il pensiero al 2015, Giovanni ha auspicato "un'amministrazione che abbia iniziato ad affrontare i problemi di sicurezza e traffico, e una città che abbia ricominciato a investire su se stessa. Condivido il percorso di Grande Reggio perché è un progetto aperto e inclusivo, portato avanti da persone dinamiche e propositive".

Economia, sviluppo, viabilità, servizi, sicurezza e molte altre sono le tematiche del programma di Grande Reggio, ma il contenitore delle buone idee non è mai colmo, come ribadisce in chiusura Matteo Setti: "Grande Reggio è un work in progress aperto a tutti. Perché Reggio Emilia torni la città di cui tutti i reggiani possono andare fieri in Italia e nel mondo".

Povera Italia. Rimane solo l’agricoltura ad investire sul Bel Paese. La Fiat “trasloca” e l’Electrolux sciocca con la sua proposta terzomondista.  

di Lamberto Colla ---

Parma, 02 febbraio 2014 -

 E per fortuna che c’è il “Parmigiano Reggiano” tra i pochi baluardi rimasti a difesa di cicli produttivi autoctoni capaci di conquistare i  mercati esteri pur consolidando la presenza sul territorio d’origine

Nonostante tutto, i piani strategici del Consorzio di tutela vanno nella direzione di ancorare, in modo sempre più solido, il prodotto al territorio e perseguire  l’obiettivo di raggiungere il 50% di quota d’esportazione. 

Una scelta che il consumatore sta premiando nonostante la crisi e nonostante il terremoto emiliano. Lo confermano i dati esposti lo scorso mercoledi nella annuale conferenza dedicata alla stampa. 

 +5% la quota d’export e un -1% di consumi interni perduti sul piano distributivo ma ampiamente compensati dalle vendite dirette nei caseifici che, nel complesso, portano a +0,2% l’incremento interno dell’assorbimento di prodotto.

  • Il “Parmesan” però Non fa notizia, Electrolux e FIAT molto di più -

Una notizia, come quella annunciata dal Consorzio del Parmigiano Reggiano, non fa notizia o, almeno, passa in secondo piano prevaricata da altre, a dir poco scioccanti, sulle quali gli organi d’informazione hanno dovuto accendere i fari per l’enormità dei fatti che hanno visto protagoniste FIAT e Electrolux.

Due differenti casi, accomunati dal medesimo interesse all’espatrio, che dovrebbero quantomeno fare riflettere i nostri politici seppure siano concentrati sulle importantissime questioni elettorali. Italicum si, porcellum no e viceversa.

Questi i grandi temi che i nostri 1000 parlamentari stanno svolgendo con impegno e fatica;  intanto la baracca affonda. Invece di affrontare i problemi che precludono gli investimenti sul nostro territorio, invece di trovare la soluzione agli eccessivi costi della burocrazia, ai pesanti costi energetici (+30% rispetto ai Paesi a noi vicini), al carico fiscale e contributivo che grava sul costo del lavoro aziendale, invece di ridurre la spesa pubblica e di fare una reale lotta all’evasione, all’interno del Transatlantico si  sta combattendo una dura e ben poco elegante battaglia per stabilire le regole della prossima campagna elettorale. Robe da non credere.

  • Per l’Electrolux siamo alla pari dei Paesi emergenti dell’EST  - 

La proprietà svedese dell’impresa di elettrodomestici di Pordenone ci va giù pesante con le richieste. Secondo quanto riportato da il Sole 24 Ore, l’alternativa alla delocalizzazione industriale sarebbe quella di una riduzione di circa il 40% dei salari e di riduzione d’orario. I salari medi perciò passerebbero da 1.400 a 700-800€ e l’impiego lavorativo da 8 a 6 ore. Per contrastare la concorrenza dei marchi stranieri, coreani soprattutto, la casa svedese intenderebbe  equiparare il lavoro domestico a quello dei Paesi dell’est europa.  In alternativa la proprietà offrirebbe la chiusura degli stabilimenti in quanto non può permettersi una riduzione del 72% dell’UTILE NETTO come accaduto nel corso del 2013. Il Financial Time annuncia, come riportato da “Il Messaggero Veneto” che  «la disputa su Electrolux ha riacceso il dibattito sulla mancanza di competitività dell’Italia, dopo che il Paese ha perso circa un quarto della sua produzione industriale negli ultimi sei anni» 

Alla fine, la morale è che la proprietà non può guadagnare di meno e a rimetterci è la parte più debole messa a confronto con la scelta di perire subito o poco alla volta.  Così come l’usura anche questa proposta di parte svedese - parafrasando le parole di Papa Francesco di alcuni giorni fa - “ferisce la dignità inviolabile” dell’uomo.   

- La FIAT vola in nord europa. Speriamo che mantenga l’occupazione in Italia - 

Nasce il nuovo gruppo automobilistico FCA (Fiat Chrysler Automobiles) con sede legale in Olanda e sede fiscale a Londra. La promessa è per una piena occupazione italiana. “Ora possiamo dire di essere riusciti a creare basi solide  - è il commento dell’AD Sergio Marchionne - per un costruttore di auto globale con un bagaglio di esperienze e di competenze allo stesso livello della migliore concorrenza.”

Libri e registri volano  però verso lidi più sicuri; da Torino verso l’Olanda alcuni e verso Londra altri.  In Italia rimane quindi  l’attività operativa nella speranza che venga mantenuta la promessa occupazionale e il futuro industriale. 

C’è da augurarsi che una “Fiat globale” florida mantenga vivo il ricordo di quell’Italia che tanto ha concesso alla impresa torinese in passato. La riconoscenza non è un sentimento molto diffuso ma la speranza non va mortificata. La scelta di Elkann e Marchionne però deve fare riflettere e molto. 

  • Conclusioni - 

Il tasso di intelligenza del nostro Paese si sta pian piano riducendo per effetto della fuga di “cervelli” attratti da altri paesi tradizionalmente nostri concorrenti sul piano industriale. Le imprese che non possono traslocare sono destinate a una feroce selezione naturale e quelle che invece sono nelle condizioni di  farlo, presto lo faranno andando così le cose.

Molti i pensionati che già hanno preso la strada della Bulgaria, o delle Canarie, riscoprendo  una nuova giovinezza e soprattutto una rinnovata serenità, seppure lontani dai loro più cari affetti (e non è poco). A questo punto c’é da domandarsi cosa resterà dell’Italia? Forse nemmeno i monumenti sgretolati dall’incuria o venduti ai Paesi emergenti. 

Non si può più attendere. La politica deve riprendere in mano le redini del Paese e smetterla di essere soltanto aurorefenziale. 

 

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Martedì 28 gennaio 2014 si è riunito un gruppo di elettori del MoVimento 5 Stelle di Correggio per dar vita al GRUPPO CORREGGIO 5 STELLE e presentarsi alle prossime ELEZIONI COMUNALI 2014 -

Correggio, 31 gennaio 2014 -

I principali punti qualificanti l'azione politica saranno i seguenti.

Proporre un'amministrazione ispirata ai valori del "Buon Padre di Famiglia", evitando gli sprechi, rivedendo la spesa pubblica e indirizzando le risorse disponibili verso le realtà territoriali in difficoltà.
Sostituire chi ci ha governato finora ed accertare in modo approfondito le responsabilità e i danni collegati al fallimento EN.COR. SRL, perseguendo gli eventuali colpevoli.
Amministrare il territorio rispettando realmente l'ambiente tramite l'assoluta contrarietà al sistema delle centrali a biogas e biomasse di stampo industriale e non collegate coerentemente alle sole attività agricole locali.
Cemento zero: ovvero, attività edilizia ed urbanistica tesa esclusivamente alla sostituzione o riuso del costruito e alla manutenzione dell'esistente.
In particolare investire con oculatezza e con lungimiranza sulla manutenzione del sistema idraulico territoriale.
Governare la città attraverso un processo amministrativo totalmente trasparente, rispettoso delle leggi, dell'etica e degli impegni assunti verso la cittadinanza.

In piena sintonia con lo spirito del MoVimento 5 Stelle, si invitano tutti i cittadini elettori a dare il loro contributo per definire il programma, la lista dei candidati al Consiglio Comunale e il candidato Sindaco.
Prossimamente verranno allestiti punti di incontro con la cittadinanza e organizzate assemblee.

Per avere informazioni o inviare proposte al gruppo sono a disposizione i seguenti riferimenti:
email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
profilo Facebook: MoVimento Cinque Stelle Correggio

(Fonte: ufficio stampa MoVimento Cinque Stelle Correggio)

 

Giovedì, 30 Gennaio 2014 21:26

Reggio Emilia, la Lega Nord presenta 30 mozioni

Mancata convocazione del Consiglio Comunale. Gianluca Vinci (LN): “Questa situazione non si era mai verificata" - 

di I.R. Reggio Emilia 30 gennaio 2014 -

Con l’inizio del nuovo anno, la Lega Nord di Reggio ha già iniziato a scaldare i motori in vista delle prossime amministrative. L’occasione per l’ennesimo affondo all’esecutivo a maggioranza Pd è arrivato ieri, quando si è saputo che il consiglio comunale in programma per lunedì 3 febbraio non era stato convocato.

“A differenza della precedenti volte in cui si è avuto il rinvio per assenza di delibere della Giunta, questa volta si tratta di una totale assenza di delibere, mozioni e mozioni popolari”, accusa il consigliere comunale Gianluca Vinci, candidato sindaco in città per il Carroccio. “Questa situazione non si era mai verificata – continua il consigliere leghista -, almeno non negli ultimi vent’anni, stando a quanto riferito dagli uffici. La Lega Nord appena avuto notizia di ciò, nella mattinata di oggi ha depositato 30 mozioni”. Che probabilmente saranno discusse nella prossima seduta consiliare di lunedì 10 febbraio.

La tematica più rappresentata tra le mozioni proposte è senza dubbio la viabilità, un argomento che negli ultimi anni ha infiammato le cronache cittadine. Tra strade più o meno dissestate, moltiplicazioni di rotonde, strade chiuse arbitrariamente e parcheggi a pagamento anche fuori dal centro, l’assessore più chiacchierato era sempre quello alla Mobilità. Quel Paolo Gandolfi che, dopo tanto penare, adesso siede a Roma tra gli scranni della Camera dei Deputati.

Una seconda categoria rappresentata tra le mozioni è quella dei temi più cari alla Lega: appartenenza e controllo degli stranieri. Come la mozione Reggio di Lombardia, che impegna Sindaco vicario e Giunta a far “riscoprire e valorizzare la risalente e storica appartenenza della nostra terra ai territori lombardi”. O la ‘Mozione predisposizione cartelli in lingua locale”, che auspica “l’adozione di cartelli in lingua reggiana affiancati a quella italiana indicanti il nome del paese o della frazione, ove il Vice Sindaco e la Giunta non ritengano più opportuno di procedere anche alla rimozione di quelli in lingua italiana”. O quella denominata ‘Monitoraggio contributi ai nomadi’, che forse per un refuso nella e-mail è stato indicata come ‘Mozione togliere i contributi ai nomadi’.

Tra le altre proposte che la Lega ha presentato, c’è n’è anche qualcuno che sembra stringere l’occhio all’elettorato del Movimento 5 Stelle. Non a caso, dopo gli scandali di Belsito e del cerchio magico, molti elettori del Carroccio si erano diretti verso il movimento di Beppe Grillo. E allora, anche la Lega prova a proporre una sua agenda digitale, con la ‘Mozione Wi Fi libero’: niente più accreditamento per accedere alla rete comunale che fornisce la connessione Internet gratuita attraverso numerosi hot spot disseminati per la città.

“La maggioranza e le altre forze di opposizioni non hanno alcuna istanza – attacca il consigliere e candidato sindaco della Lega -, una situazione mai verificatasi prima. Il PD a guida Luca Vecchi è totalmente svuotato di qualsivoglia iniziativa e la Giunta guidata da un Sindaco Vicario ormai a fine carriera politica, sono totalmente azzerati. Questo è il biglietto da visita che il PD reggiano ed il candidato favorito alle primarie Luca Vecchi consegnano alla città di Reggio, pensando che la cittadinanza dorma”.

Ma nonostante la sicurezza di vincere che ha già dimostrato in altre occasioni, tre giorni fa Vinci ha dovuto incassare una sonora sconfitta, questa volta mentre svolgeva la sua professione di avvocato. Come annunciato dall’emittente locale Telereggio, Vinci si sarebbe visto rigettare una richiesta di risarcimento per il suo assistito di 100.000 euro. Gabriele Fossa, ex ras del Carroccio a Reggio, aveva infatti sporto querela nei confronti di Pietro Spataro e Conchita De Gregorio, ma il vice direttore e la direttrice de l’Unità all’epoca dei fatti sono stati assolti ieri a Roma.

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Il Teatro dei DialettiTavola rotonda di Civiltà Parmigiana sabato 1 febbraio a partire dalle 9,30 presso la Corale Verdi (Vicolo Asdente – Parma)

 

 

Del Teatro dei Dialetti o meglio della Cultura Popolare dedicato a Giovannino Guareschi se ne discuterà sabato 1 febbraio alla tavola rotonda organizzata da Civiltà Parmigiana nell’ambito del ciclo di incontri dedicati a temi specifici sui quali il movimento intende focalizzare l’attenzione pubblica. 

Un’opera, quella del Teatro della Cultura Popolare, progettata ormai 10 anni fa e nata per rispondere alla domanda matura di decine di compagnie dialettali ma anche per dare risposte ad altre opportunità di uso da parte della città. 

Il teatro dei dialetti o meglio delle tradizioni, come sottolinea Giuseppe Marchetti, intendendo per tradizioni tutti quegli agganci culturali, linguistici e popolari che caratterizzano un territorio. Dal passato al presente, cioè dai cosiddetti classici ai contemporanei. Non solo teatro, dunque, ma incontri, convegni e manifestazioni che abbiano quale centro di interesse il dialetto sentito come lingua madre.

La Tavola Rotonda, presieduta da Cecilia Zanacca coordinatrice di Civiltà Parmigiana, vedrà la partecipazione di alcuni tra i protagonisti del mondo culturale della nostra città, quali l’architetto Flavio Franceschi, al quale peraltro fu affidato l’incarico della progettazione architettonica, del Prof. Giuseppe Marchetti, apprezzato e stimato critico letterario e Premio Sant’Ilario nel 2010,  e di Claudio Cavazzini presidente del Circolo G.Guareschi nonché membro del Direttivo del Comitato di Maschere Italiane a Parma e figura di riferimento della Compagnia Dialettale “Famija Pramzana”

L’appuntamento, aperto a tutta la cittadinanza, è per sabato 1 febbraio presso la Corale Verdi a partire dalle 9,30.

Gradita ed apprezzata sarà la partecipazione di eventuali addetti ai lavori e di rappresentanti delle forze / movimenti politici della città

Civiltà Parmigiana

 

Mercoledì, 22 Gennaio 2014 10:50

Parma, Bersani dimesso dall’ Ospedale Maggiore

Proseguirà il decorso post operatorio e la convalescenza a casa -

Parma, 22 gennaio 2014 -

L' ex segretario del Pd Pierluigi Bersani, ricoverato al Maggiore di Parma dopo il malore, avvenuto il 5 gennaio a causa dell' emorragia celebrare che lo aveva colpito è stato dimesso ieri. Lascia l' ospedale con un giorno d'anticipo, rispetto a quanto era stato previsto, perché il decorso post operatorio prosegue bene e potrà continuare la convalescenza nella sua abitazione di Piacenza. Le condizioni continueranno ad essere monitorate e continuerà il programma di riabilitazione.

 

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Domenica, 19 Gennaio 2014 11:42

Così fan tutti...

 

Con “Così fan tutti” in Francia tentano di liquidare il caso Hollande-Julie Guyet, Valerie Trierweiler (detta Rottweiler) e Segolene Royal ex (moglie e politica) come una questione privata e non politica. Il Presidente, “cornificatore seriale”, si indigna e la stampa lo asseconda e protegge arrivando persino a sostenere che “Non è il Bunga Bunga”. Hanno ragione, è forse peggio!

 

di Lamberto Colla ---

Parma, 19 gennaio 2014 -

Francois Hollande si presenta e vince le elezioni sostenendo che la sua sarebbe stata una “presidenza esemplare” con riferimento al suo predecessore e al cambio di premiere dame in corso d’opera con l’italiana Carla Bruni. Già qualcosa strideva all’epoca. Infatti la donna che lo accompagnava durante le sue visite ufficiali altro non era che l’amante del presidente quando ancora era unito in matrimonio con la Segolene Royal anch’ella politico di razza. Ed ora Sarkozy se la ride di brutto e, immagino, anche lo stesso Berlusconi tanto vituperato dalla stampa estera per le sue “festine private” organizzate, peraltro, in casa sua e non nell’appartamento di un criminale.

- Chi la fa l’aspetti - 

Nel colpaccio di “Closer” non è escluso che ci possa essere lo zampino della Famiglia Berlusconi  posto che l’editore è  Mondadori al cui vertice siede Marina, la “Lady di ferro” della famiglia, mentre a capo del Magazine francese, invece, è lo stesso Amministratore Delegato del gruppo editoriale milanese, Ernesto Mauri. E’ lo stesso Mauri, in una intervista al Corriere della Sera e riportato da Panorama.it a dispiacersi per il malore dell’attuale compagna presidenziale ma lasciando intendere che 7 anni prima era stata lei stessa la causa della rottura della precedente relazione di Hollande. 

Era il 2007, infatti, quando Closer portò alla ribalta la relazione segreta tra Hollande e la Trierweiler immortalati in “vacanza” in Marocco. Insomma chi la fa l’aspetti.

  • Garconiere “criminale” e Bunga Bunga -

Hollande, val la pena ricordare, è a capo di una grande potenza nucleare. Una responsabilità che nessun primo ministro italiano mai avrà. La sicurezza di una Potenza nucleare e dei suoi alleati passa anche attraverso la sicurezza del presidente stesso. Per tale ragione, al di là delle questioni etiche che per molti possono essere superabili, Hollande mai e poi mai avrebbe dovuto eludere le sorveglianze e, “mimetizzato” dal solo casco, scorrazzare in scooter per raggiungere il luogo segreto che, sfortuna ha voluto, fosse riferibile a un pregiudicato legato alla mafia corsa.  Non è cosa di poco conto e nemmeno di esclusiva e privatistica faccenda, come molta stampa francese vorrebbe far credere; anzi di natura assolutamente pubblica e di una gravità inaudita. Altro che Bunga Bunga. E invece, il vicedirettore di LePoint, Sébastien Le Fol, intervistato da Lettera43.it minimizza sostenendo che “all’Eliseo è sempre stato così”, ospitando inquilini  avvezzi a relazioni segrete e a coltivare amanti, a partire da quella Madame Pompadour che fu l’amante di Luigi XV per arrivare quindi a Sarkozy passando da Mitterand il quale, dalla relazione extraconiugale, ebbe anche una figlia. 

Spiare e intruffolarsi nelle abitazioni private, in continente o in Sardegna, è un obbligo anzi un dovere della stampa  se nel mirino vi è un Primo Ministro italiano, mentre è violazione della “privacy” se nel mezzo dell’obiettivo e in luogo pubblico, ci casca  il Presidente di una Repubblica “democratica” come quella francese. 

Viene spontaneo domandarsi come avrebbero titolato certi giornali  nazionali e esteri se Berlusconi fosse stato “ospite” di una dimora di proprietà mafiosa: come minimo che lui stesso fosse il gran capo dell’organizzazione criminale e, a seguito di queste rivelazioni, qualche zelante magistrato avrebbe aperto un fascicolo ad hoc e consumato qualche centinaia di migliaia di euro in intercettazioni e in procedimenti giudiziari.

In Francia invece tutto tace. Nessuno, apparentemente, sapeva nulla compresi, molto probabilmente, i servizi di sicurezza i quali altrimenti avrebbero dovuto, quantomeno, avvertire il Presidente dell’inopportunità di accedere a quei locali così a rischio. Già perché se, ci pensiamo bene, se fosse accertata la proprietà mafiosa dell’appartamento, la criminalità organizzata avrebbe potuto sfruttare la situazione per riempire il “nido d’amore” di cimici e telecamere per intercettare informazioni riservatissime e potenzialmente sensibili per la sicurezza dello Stato. 

Forse la fantasia sta correndo troppo velocemente. La passione per i romanzi “gialli” e gli intrighi di corte sta prendendo il sopravvento sulla oggettività e banalità di una comune relazione clandestina consumata nell’appartamento di un probabile mafioso.

Per la prossima volta, Signor Presidente, per eludere la sorveglianza dei  fotografi di Closer, consigliamo di  indossare l’utilissimo casco  che riproduce i tratti di Berlusconi.    

 

casco berlusconi gde

 

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Lunedì, 13 Gennaio 2014 16:44

Piacenza, revocati tutti gli assessori comunali

 

Riassetto della Giunta comunale . Le deleghe temporaneamente in carico al Sindaco Dosi.

 

Piacenza, 13 Gennaio 2014 --

E’ stato firmato oggi l’atto di revoca di tutti gli assessori e delle rispettive deleghe (temporaneamente assunte dal sindaco), registrando contestualmente le dimissioni degli assessori Cacciatore e Palladini, formalmente comunicate all’Amministrazione comunale nella mattinata di sabato 11 gennaio.

In data odierna vengono quindi nominati ufficialmente gli assessori Tiziana Albasi, Silvio Bisotti, Luigi Rabuffi, Katia Tarasconi, Francesco Timpano, senza procedere all’attribuzione delle deleghe.

A breve (entro domani o mercoledì al più tardi), si procederà alla nomina ufficiale degli assessori Giorgio Cisini, Stefano Cugini, Luigi Gazzola, Giulia Piroli, con conseguente attribuzione delle deleghe a tutti i componenti della nuova Giunta comunale. 

Oggi, avendo avocato tutte le deleghe a sé, il sindaco sarà chiamato a rispondere a tutte le interrogazioni e interpellanze in sede di Consiglio comunale, procedendo inoltre a effettuare tutte le comunicazioni previste per i diversi assessorati. 

(Comune di Piacenza)

Domenica, 12 Gennaio 2014 10:57

Incivili. Ma dove è finita la pietas?

di Lamberto Colla ---

I casi di Caterina e di Bersani evidenziano un  malore sociale figlio non solo della crisi ma anche della perdita di valori etici e di rispetto e amore del prossimo.   

Parma, 12 gennaio 2014 -

Il caso di “Caterina” mi aveva talmente colpito che non ero riuscito a scrivere nulla al riguardo. Sarei caduto nelle banalità di rito ed ho ritenuto che già troppo risalto era stato dato a quell’incivile comportamento di taluni grafomani. 

Pochi giorni dopo un simile comportamento si manifestò per Bersani colpito da malore.

Insulti sul profilo Social di “Caterina” per avere difeso la sperimentazione sugli animali che da quella sperimentazione deve la vita, auguri di morte all’ex segretario PD postati a commento degli articoli che divulgavano la notizia del suo ricovero.

Non sono certamente un ammiratore politico di Bersani, come d’altronde non lo sono più nemmeno di coloro che dovrebbero essere oppositori della sua area politica, ma quando ho letto degli auguri di morte a lui diretti mi è tornata la rabbia che avevo avuto leggendo il caso di Caterina. 

Però alcune riflessioni questi due casi ravvicinati me le hanno stimolate.

La prima, scontata, che esiste una gran massa di imbecilli, maleducati, arroganti, esibizionisti e insensibili. Una fascia di soggetti che probabilmente si sta allargando e che attraversa più strati sociali. 

Una seconda considerazione è che la radicalizzazione delle opinioni sta diventando “fede integralista”. Animalisti nel primo caso e  nuovi movimentisti (lungi dal parlare di politica che è ben altra cosa) nel secondo i quali, pur di difendere la propria appartenenza e fede, sarebbero disposti a tutto. E si sa che dalle parole ai fatti il passo è breve.

La terza e più  consolante considerazione è legata ai mezzi di informazione che hanno dato evidenza del fenomeno: i nuovi media, giornali digitali e social media.

Se fossimo ancora nell’epoca analogica dell’informazione non avremmo potuto rilevare una stima del fenomeno, ovvero, di quanti siano portatori di sentimenti negativi, aridi e privi di quel senso di  “pietas” che consentirebbe di approcciare il dolore altrui in modo solidale e soprattutto libero da ogni   condizionamento religioso, sociale, politico, razziale o, men che meno, partitico. Come si diceva, se fossimo vissuti nell’era dell’informazione pre digitale, nessun organo di informazione avrebbe riportato di quegli insulti e se l’avessero fatto non avrebbe avuto la possibilità di misurare la portata del fenomeno;  sia per il fatto che in pochi si sarebbero presi la briga di scrivere , affrancare e spedire alla redazione il loro commento, sia perché, proprio in ragione di ciò sarebbe sorto il sospetto che si trattasse di fenomeno isolato o quantomeno marginale e perciò  non degno di pubblicazione.

Il digitale, invece, ha consentito di misurare il fenomeno. Senza spese (carta, busta e francobolli) il popolo - almeno quello “bue”, si scatena e si sente libero di manifestare e sfogarsi senza inibizioni e senza vergogna. 

Un’ultima riflessione. Consola il fatto che,  attraverso il digitale, si può dare “un nome” a ognuno di questi inqualificabili soggetti. 

 

 

 

 

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