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Domenica, 08 Febbraio 2015 12:14

Il “califfato” sfida il mondo.

L'ultimo "spot", in ordine di tempo, dell'ISIS conferma, se ancora ce ne fosse stata la necessità, che l'obiettivo è la guerra di conquista senza esclusione di colpi. Cattolici, cristiani, sciiti o sunniti, nessuna confessione è esclusa, sono nel mirino. Quello rappresentato dall'Isis non è terrorismo ma attacco bellico e il terrore è l'arma in più che hanno messo in campo.

di Lamberto Colla - Parma, 8 febbraio 2015 -
Stanno crollando le ultime barriere a difesa della pace raggiunta e faticosamente mantenuta a seguito della seconda guerra mondiale.

Il Giappone, dopo l'assassinio del reporter, sta pensando di modificare la propria costituzione per poter intervenire a difesa dei propri cittadini fuori dal territorio nazionale. Il paese del Sol Levante dimostra come siano ben diversi i comportamenti tra gli Stati a forte connotazione democratica e quelli a cultura diversa, tutto un altro mondo. Non che sia peggiore o migliore ma diverso.

Tant'è che il confronto tra i due diversi pensieri e culture l'abbiamo avuto in parallelo nei giorni scorsi.

Se il Giappone ha reagito confrontandosi sulla necessità di modificare la costituzione, la Giordania ha risposto con la legge del taglione. E' stata eseguita immediatamente la pena di morte nei confronti della terrorista che fu oggetto di trattativa per la liberazione del pilota catturato dall'Isis, altri sei terroristi anch'essi passati alle armi e, come se non bastasse, senza chiedere permesso, l'aviazione ha attaccato le postazioni Isis in territorio siriano. Nessuna modifica di carta costituzionale, di protocolli da seguire, di scale gerarchiche e sovranità territoriali da rispettare. In guerra si applica il codice di guerra . Nessun tentennamento e dopo il primo attacco il Sovrano Abdullah, fresco di un accordo con Obama per sostegni militari per 1 miliardo di dollari all'anno, ha rilanciato la sfida ai miliziani del Califfo Nero Abu Bakr al-Baghdadi: "Saremo il vostro incubo. E' solo l'inizio".

E l'occidente cosa fa? Apparentemente nulla. Sembra che assista alle barbarie su bambini, donne e uomini perpetrati in nome del "profeta" che, a sua volta, molto probabilmente si starà rivoltando nella tomba non riconoscendo egli stesso i comandamenti del Corano applicati dal Califfato e dai tanti islamici estremisti sparsi in tutto il mondo occidentale.

C'è chi ragiona, su cosa fare, come il Giappone e chi invece, come l'Italia, che persegue il doppio binario dell'ambiguità. Da un lato il Ministro Gentiloni sbandiera che nessuna operazione militare potrà essere intrapresa senza una decisione politica e vorremmo ben vedere, ma dall'altro si apprende che ci sarebbero truppe speciali italiane impegnate in operazioni d'alto rischio sul teatro di guerra. Sarebbe la Task Force 45, attivi da circa quattro settimane. Una unità italiana ufficialmente inesistente - come riporta il "difesa on Line" lo scorso 27 gennaio commentando la notizia di un attacco a un convoglio canadese - e schierati alle dirette dipendenze della Combined Joint Task Force nella città di Arbil, nel Kurdistan iracheno. I 50 elementi della TF45 dovrebbero fungere da "moltiplicatori" per le truppe locali ed utilizzati in missione di ricognizione. Nello stesso articolo si apprende che sarebbero ben 7 le guarnigioni speciali dislocate sul territorio di guerra.

Se questa notizia fosse confermata, e non si comprende perché non dovrebbe, ci troveremmo di fronte all'ennesimo inganno, a decisioni prese in totale autonomia e discrezionalità. Volenti o nolenti sono missioni di guerra e come tale la popolazione deve essere informata.

La sensazione è che la politico occidentale non abbia ancora deciso cosa e come agire, mentre i generali invece parrebbe di sì.

Auguriamoci che in Europa non si alzi la bandiera nera del califfato. Cerchiamo di mantenere i confini attuali che già troppe volte sono stati stravolti. 

(VIDEO allegato: Storia dell''Europa in 7 minuti)

L'obiettivo dell'ISIS

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(A seguire i reparti speciali schierati sul teatro di guerra dell'Isis - Da "Difesa on Line")

Le truppe speciali dislocate (da Difesa on line del 27 gennaio 2015)

USA: Navy Seal/Delta Force/Tier 1
La missione prioritaria dei reparti speciali americani è quella di scardinare la struttura di comando Isis. I gruppi agiscono in missioni di contro guerriglia, imboscate, eliminazione bersagli di alto profilo, caccia all'uomo. Fallite alcune missioni per liberare ostaggi.

Gran Bretagna: SAS
Diverse squadre di SAS sono state schierate da mesi in Iraq. Scopo prioritario è quello di seminare il panico tra i terroristi, agendo esclusivamente di notte. Agiscono da una base segreta nel deserto definita inespugnabile, l'Area 51 irachena. Formato il gruppo dei "Sessanta" con lo scopo di portare a Londra la testa di John il Jihadista.

Francia: Legione Straniera
Non c'è mai stata guerra in cui la Legione Straniera non sia scesa in campo per difendere Parigi. Il contesto iracheno è il perfetto habitat dei legionari del deserto che hanno ricevuto l'ordine di vendicare "La Strage di Parigi".

Canada: Joint Task Force 2 / 427° Special Operations Aviation Squadron
I commando del Joint Task Force 2 e del 427° Special Operations Aviation Squadron sono stati schierati a sostegno delle forze speciali della coalizione. Tre scontri a fuoco contro i jihadisti in due settimane. Numerosi bersagli abbattuti, nessuna perdita.

Australia: Special Air Service Regiment
Due squadroni della SARS (200 uomini) sono stati schierati in Iraq lo scorso novembre, ufficialmente con il compito di fornire assistenza alle milizie locali. Non si hanno notizie di scontri a fuoco. I SARS sono il terrore dei fondamentalisti per la loro conoscenza del terreno e per le numerose esperienze sul campo. Operano in Iraq fin dal 2003 in operazioni di contro-insurrezione ed in missioni ombra.

Olanda: Korps Commandotroepen
Imminente il rischieramento di due squadre del Korps Commandotroepen, i reparti speciali dei Paesi Bassi esperti nella guerriglia non convenzionale.

Italia: Task Force 45
Attivi da circa quattro settimane, gli uomini della Task Force 45 (unità italiana che ufficialmente non esiste) sono stati schierati alle dirette dipendenze della Combined Joint Task Force nella città di Arbil, nel Kurdistan iracheno. I 50 elementi della TF45 dovrebbero fungere da "moltiplicatori" per le truppe locali ed utilizzati in missione di ricognizione.

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La soddisfazione del Presidente Bonaccini per l'archiviazione disposta dal Gip del Tribunale di Bologna -

Parma, 4 febbraio 2015 –

Archiviato il caso del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che era stato indagato per peculato nella passata legislatura, all'interno dell'indagine per "spese pazze" svolta sui rimborsi dei capo gruppo della Regione Emilia Romagna. A Bonaccini erano state contestate spese per circa quattro mila euro. L'archiviazione è stata disposta dal Gip del Tribunale di Bologna, dottor Pansa, dopo che lo scorso settembre la Procura aveva avanzato la richiesta di archiviazione.

Le parole di soddisfazione del Presidente Bonaccini. "Ho sempre avuto piena fiducia nell'operato della Magistratura – ha spiegato Stefano Bonaccini – e questa fiducia non è mai stata posta in discussione dagli accertamenti svolti". "D'altronde – ha concluso il Presidente – la mia serenità nasceva dalla consapevolezza di aver sempre agito nel pieno rispetto delle regole e in assoluta trasparenza, ispirandomi al principio di massima sobrietà, anche ed anzitutto nell'utilizzo dei fondi pubblici".

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La nota stampa del consigliere della Lega Nord Mauro Melli sul bando aperto per selezionare un addetto stampa all'Unione Bassa Reggiana: "Ci sono decine di impiegati che potrebbero fare la medesima attività" -

Reggio Emilia, 3 febbraio 2015 -

"E' aperta la selezione per un addetto stampa all'Unione Bassa Reggiana per un periodo di due anni, l'incarico richiederà poche ore al mese e verrà retribuito con 4700 € all'anno.
Questa cifra rapportata al bilancio dell'Unione è modestissima ma considerato che molte famiglie fanno fatica ad arrivare a fine mese mi chiedo se era proprio necessario spendere questi soldi quando negli 8 comuni abbiamo decine di impiegati che potrebbero fare la medesima attività.
Anche ad inizio 2014 venne selezionato un addetto stampa ma non saprei valutare il suo lavoro visto che ha prodotto poco, praticamente inesistente.
Noi consiglieri di minoranza siamo abituati a fare da soli, che imparino anche i nostri sindaci!"

Mauro Melli
consigliere Lega Nord Novellara

Sabato, 31 Gennaio 2015 14:18

Auguri Presidente!


Sergio Mattarella è il dodicesimo Presidente della Repubblica Italiana.

Parma 31 gennaio 2015 - 
Al quarto scrutinio, quando sarebbero stati utili 505 voti, è stato eletto a larghissima maggioranza il 12esimo Presidente della Repubblica Italiana.
Sergio Mattarella, giudice costituzionalista, proviene da una famiglia di navigati politici siciliani il cui fratello, Piersanti, fu assassinato dalla mafia.
Un lunghissimo e caloroso applauso ha accolto il raggiungimento del quorum minimo poi abbondantemente superato. 665 i voti assegnati al candidato presidente.

Auguri Presidente!

 

 

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Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 5 1 febbraio 2015

(Formato pdf scaricabile in allegato)

SOMMARIO Anno 14 - n° 5 1 febbraio 2015

1.1 editoriale Picconate alla Grecia! La finanza internazionale non perdona i ribelli.
2.1 nomine Alleanza Cooperative: Rosario Altieri è il nuovo presidente,
2.2 consumi Ismea, leggero rimbalzo dei consumi.
3.1 cereali Cereali, rientrano le previsioni pessimistiche sulla produzione canadese
4.1 Lattiero caseario Primi segnali di ripresa del burro
5.1 Agricoltura IMU: Moncalvo (Coldiretti), Governo mantiene impegni, bene Martina.
5.2 Ho.Re.Ca. Confesercenti Emilia Romagna, indilazionabile l'abbattimento fiscale.
6.1 terremoto Le utenze private vanno pagate da tutti, anche nei MAP..
6.2 EXPORT Distretti produttivi. In crescita l'export nel terzo trimestre 2014.
7.1 Expo 2015 La Fondazione Barilla ha presentato la "Carta di Milano" a Washington.

Cibus 5 COP

Prima, durante e dopo. Le dichiarazioni anti-euro non fanno bene alla borsa di Atene il cui indice è crollato prima e dopo il voto che ha confermato le previsioni dell'ascesa di Tsipras al governo ellenico.

di Lamberto Colla - Parma, 1 febbraio 2015 -
Sono bastate le proiezioni di una vittoria della sinistra antieuro di Tsipras per scatenare le ire della finanza internazionale sulla già martoriata Grecia, messa in ginocchio prima dai suoi governi rei di essersi intossicati dai prodotti finanziari di Goldman Sachs e poi dal colpo di grazia dalla Troika, a suon di ribassi in Borsa. - 11% prima e -10% post voto il crollo dell'indice borsistico di Atene accompagnato dai consueti commenti della "portinaia del condominio Europa" sempre pronta a dire la sua su tutto e tutti ma senza mai pagare dazio.

"Il salvataggio della Grecia è costato molto di più all'Italia che non alla Germania e alla Francia." A sostenerlo è il numero uno di UNICREDIT Giuseppe Vita presente alla trasmissione "Fischia il Vento(*)" di Gad Lerner del 21 gennaio scorso. "I soldi, prosegue il presidente del CDA di Unicredit spa, della Germania dati alla Grecia sono tornati nelle banche tedesche, i soldi della Francia sono tornati, in parte, a pagare i debiti delle banche francesi e i soldi dell'Italia sono rimasti lì, in aiuto alla Grecia".

Fatto sta che il popolo greco ha tutti i diritti di rialzarsi anche e soprattutto a fronte delle dichiarazioni dello stesso FMI (Fondo Monetario Internazionale) e componente della Troika che in più occasioni ha riconosciuto la gravità degli errori commessi in Grecia.

Tra il 2008 e il 2013 la Repubblica Ellenica ha lasciato per strada il 24% del proprio Pil, di gran lunga la contrazione più grave rispetto a quella accumulata in qualsiasi altro Paese di Eurolandia. Negli stessi anni i consumi sono sprofondati del 26% e gli investimenti si sono ridotti di quasi due terzi. Non solo: secondo un rapporto dei ricercatori delle Università di Cambridge, Oxford e Londra pubblicato a inizio anno dalla rivista medica britannica The Lancet, in Grecia la mortalità infantile nei primi mesi di vita dei bambini è aumentata del 43% a seguito dei tagli alla spesa pubblica e al dimezzamento del bilancio della Sanità imposti dall'Unione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale.

Val la pena perciò di gioire dello 0,7% di incremento del PIL greco frutto della "cura" imposta dall'UE?

Meno male che il "B" all'epoca, quand'era ancora presidente del consiglio italiano, avesse con tutte le sue forze contrastato e rifiutato gli "aiutini" del FMI ben conscio di quello che sarebbe accaduto: l'abbraccio mortale della troika!

Ed oggi il premier greco tenta il tutto per tutto alleandosi con l'estrema destra con buona pace dei nostri irriducibili e romantici comunisti i quali, ben attrezzati da sessantottini, cantavano "Bella Ciao" sotto il palco di Tsipras la scorsa domenica. Un esempio e un modello per tutta europa commentavano; poi il silenzio dopo la feroce notizia raccolta già durante il viaggio di ritorno. Altro che "Patto del Nazareno".
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(*)Fischia il vento è un programma di Gad Lerner nato dalla collaborazione tra Repubblica e laeffe Tv e prodotto da Pulsemedia. In onda il mercoledì alle 21 in contemporanea su Repubblica.it e laeffe (canale 50 del digitale terrestre e 139 di Sky)

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L'Assemblea legislativa ha votato i tre delegati della Regione Emilia-Romagna che parteciperanno alla prossime elezioni del presidente della Repubblica -

Parma, 26 gennaio 2015 -

Sono la presidente dell'Assemblea legislativa, Simonetta Saliera, il presidente della Giunta regionale, Stefano Bonaccini, e il presidente del Gruppo Lega Nord, Alan Fabbri, i tre delegati della Regione Emilia-Romagna che parteciperanno alla prossime elezioni del presidente della Repubblica. I tre "grandi elettori", scelti dai 50 votanti dall'Assemblea legislativa con voto segreto, hanno conseguito rispettivamente: Saliera 35 voti, Stefano Bonaccini 30 voti, Alan Fabbri 12.

Tra i votati anche Giulia Gibertoni, capogruppo M5s, con 6 voti, risultata non eletta.

Prima delle operazioni di voto, Raffaella Sensoli (M5s) era intervenuta per sostenere la candidatura della capogruppo Giulia Gibertoni. Il consigliere della Lega nord, Gabriele Delmonte, aveva invece candidato il capogruppo Alan Fabbri, in quanto "espressione assoluta e maggioritaria della minoranza". Paolo Calvano, capogruppo del Pd, aveva infine proposto, a nome del centrosinistra, "le due massime cariche della Regione, il presidente della Giunta, Stefano Bonaccini, e la presidente dell'Assemblea legislativa, Simonetta Saliera".

"Mi auguro che come presidente della Repubblica venga proposta una figura con un solido senso delle Istituzioni, capace di essere punto di equilibrio tra i poteri dello Stato e strenuo difensore delle libertà costituzionali, sul quale una larga maggioranza dei parlamentari e dei delegati regionali possa riconoscersi. Per quanto mi riguarda personalmente, io, per la mia storia politica, non sarei mai stata tra i 101". Così la presidente dell'Assemblea legislativa regionale, Simonetta Saliera, uno dei tre delegati della Regione Emilia-Romagna scelti dall'Assemblea legislativa per partecipare all'elezione del nuovo capo dello Stato. Con lei ci saranno il presidente della Giunta, Stefano Bonaccini, e Alan Fabbri, presidente del Gruppo Lega Nord.

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 4 25 gennaio 2015


SOMMARIO Anno 14 - n° 4 25 gennaio 2015 (scaricabili in pdf allegato)

1.1 editoriale Chi, dopo Napolitano insieme a Draghi, per la resurrezione?
2.1 alimenti animali Efsa, su mangimi con solanum glaucophillum
3.1 mais e soia Mais & Soia dati previsionali 2014-15
4.1 Lattiero caseario Leggero rimbalzo per il latte spot
5.1 lattiero caseario Parmigiano Reggiano, preoccupa il prezzo medio latte 2014
5.2 quote latte Quote latte, una sentenza di assoluzione passata in sordina
6.1 crisi latte Confagricoltura, la crisi del Parmigiano Reggiano rispecchia quella di tutto il comparto.
6.2 parmigiano reggiano Il Sistema Parmigiano Reggiano in audizione in Senato
7.1 prezzi agricoli Ismea, meno 5,5% i prezzi agricoli nel 2014

Cibus 4 COP

Tra 5 giorni inizierà la kermesse parlamentare che porterà a eleggere il nuovo Capo dello Stato. In un momento così critico della nostra storia la scelta del nuovo inquilino del Quirinale dovrà essere guidata da saggezza e responsabilità perché, come ha insegnato "Re Giorgio", questa carica non è propriamente quasi formale ma sostanziale.

di Lamberto Colla - Parma, 25 gennaio 2015 -
Difficile interpretare il mandato di Giorgio Napolitano ma quello che in questi 9 anni di guida del Paese ha insegnato è l'importanza istituzionale della Carica di Presidente della Repubblica. Dopo il carisma di Sandro Pertini, Giorgio Napolitano ha saputo invece interpretare il ruolo con quell'autorevolezza, sconosciuta negli ultimi 50 anni, dimostrando coraggio e grandissime doti di statista.

Esporsi con un giudizio è prematuro anche in forza della crisi in cui il Paese è sprofondato negli ultimi 8 anni.

Una crisi economica talmente pesante da essere riuscita a minare e portare alla luce, in modo marcato, i fattori di criticità che da troppo tempo ribollivano sotto crosta. Una crisi di valori della nostra società che si è perfettamente rispecchiata nelle rappresentanze popolari, sia nello spessore degli uomini e delle donne parlamentari sia nelle competenze, che avrebbero dovuto accompagnare i profili della stragrande maggioranza dei rappresentanti di partito che si sono avvicendati a Montecitorio e in tutti i parlamentini regionali. A tutto ciò va sommato un ricambio generazionale ai vertici della grande industria che, alla pari della politica, non è stata all'altezza dei padri.

Crisi economica, crisi di valori hanno esposto l'Italia alla speculazione finanziaria internazionale trovando terreno fertile per crescere e prosperare con sempre maggiore virulenza come un batterio riesce a fare nell'organismo non curato adeguatamente e con la necessaria tempestività. In questo stato moribondo il medico Napolitano ha dovuto operare in un quadro clinico gravissimo, dotato di strumenti antiquati, avendo in cura un paziente che non aveva per nulla voglia di guarire. Saprofiti e varie colonie di batteri, di per sé non mortali, si sono insediati liberamente e nel loro proliferare esponenziale hanno indebolito, sin quasi allo sfinimento, il paziente ospite.
E' in questo contesto che si è mosso il Presidente Napolitano dimostrando capacità, esperienza giuridica e istituzionale non comuni. Onore quindi all'uomo al quale va il merito di aver avuto il coraggio di prendere in mano il malato sfinito e contagioso.

Ora viene il turno degli altri, uomini e donne di governo, di dimostrare il loro senso di responsabilità e di assumere il coraggio che Napolitano ha dimostrato, affinché non si vanifichi il suo impegno e i sacrifici di 60 milioni di cittadini. Un uomo o una donna che sappia raccogliere e sfruttare pienamente l'opportunità che Mario Draghi è riuscito, testardamente, a fare adottare dal'UE strumenti di finanza non convenzionali sconfiggendo il fronte tedesco e facendo passare, all'unanimità, una politica finanziaria di investimenti allentando, finalmente, il cappio dell'austerità soffocante.

Già perché l'Italiano Mario Draghi non solo è riuscito nell'impresa di conquistare la poltrona più alta dell'Eurotower ma, alla pari di Napolitano, è riuscito a imprimere la sua personalità con coraggio e determinazione ottenendo quello che nessuno avrebbe sperato: l'immissione di liquidità nel circuito europeo.
La stampa di moneta fresca per acquistare titoli di debito dei paesi membri. 1.140 miliardi di euro in scaglioni mensili di 60, che entreranno nel circuito portando ossigeno alle imprese e, auguriamocelo, al lavoro.

Tanti seppure ancora pochi rispetto i 4.500 miliardi di dollari immessi negli ultimi anni dagli Stati Uniti. Un'operazione che ha raggiunto lo scopo e l'economia a stelle e strisce ha ripreso a correre e con essa l'occupazione. I risultati conseguiti dall'economia americana e il progetto di valorizzare la classe media, esposti dal presidente USA nelle scorse ore, sono stati salutati, dai rappresentanti del Congresso, con una standing ovation nonostante la maggioranza, dopo le elezioni di medio termine, sia passata in mano agli oppositori di Obama.

Un comportamento ben diverso da quelli che quotidianamente osserviamo in Italia dove l'opposizione, pura e dura, proviene più dall'interno del partito di maggioranza che dalle opposizioni. Dove mai si riesce a trovare la quadra nemmeno sulle grandi questioni.
Il 30 di gennaio inizieranno le elezioni che porteranno al successore di Napolitano, chissà che la fortuna o l'insperabile buon senso dei grandi elettori, ci consegni nelle mani di un grande leader. Un Capo dello Stato carismatico che abbia le doti necessarie per far tornare il giudizio nei partiti e che il Parlamento torni a essere un luogo di discussione politica e non il pollaio che è oggi. Vogliamo un leader, donna o uomo che sia, capace di riaccendere gli animi degli italiani e il loro orgoglio nazionale.

Gli italiani vogliono risorgere e non insorgere!

Cortile d'Onore del Quirinale - 14 gennaio 2015 - Presidenza della Repubblica

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Progetto di legge a firma dei consiglieri del Movimento 5 stelle, prima firmataria Giulia Gibertoni, dal titolo: "Norme per l'eliminazione dei privilegi e l'abolizione definitiva dei vitalizi, legati alla carica di consigliere regionale dell'Emilia-Romagna" -

Parma, 20 gennaio 2015 -

Un'indennità di carica ridotta a 5 mila euro mensili lordi e niente più indennità aggiuntive, abolizione delle indennità di fine mandato, abolizione dei vitalizi con effetto retroattivo e cancellazione dei contributi per il funzionamento dei gruppi.

E' quanto prevede il progetto di legge a firma dei consiglieri del Movimento 5 stelle (prima firmataria Giulia Gibertoni) dal titolo: "Norme per l'eliminazione dei privilegi e l'abolizione definitiva dei vitalizi, legati alla carica di consigliere regionale dell'Emilia-Romagna". Il progetto – spiegano i consiglieri – "è volto ad abolire privilegi ritenuti ingiusti sia dai proponenti che dalla stragrande maggioranza dei cittadini, anche tenuto conto della situazione economica in cui viviamo, dimostrando, con i fatti, che abolire i privilegi si può".

I principi a cui si ispira la proposta – si legge nella relazione al provvedimento - "sono quelli costituzionali, da troppo tempo ignorati dal legislatore regionale. Principi che mostrano come la Carta costituzionale abbia valori moralizzatori inascoltati, rappresentati dal principio del buon andamento stabilito dall'articolo 97, del principio della equità rispetto a tutti i cittadini, stabilito dall'articolo 3, dal principio di ragionevolezza, utilizzato come complemento e in appoggio a qualunque altro principio costituzionale e richiamato a parametro nei giudizi della Corte costituzionale, assumendo un connotato conformativo rispetto ad ogni parametro costituzionale".

Il testo introduce poi il principio di retroattività delle disposizioni relative ai vitalizi, considerati questi ultimi non rientranti tra quelli "immutabili anche di fronte a eventuali modificazioni legislative successive". A sostegno di questa proposta normativa i consiglieri Cinque stelle citano il parere di Ferdinando Imposimato, presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione, in merito alla irretroattività. In base a tale parere il legislatore ordinario potrebbe emanare norme retroattive, "purché trovino adeguata giustificazione sul piano della ragionevolezza e non si pongono in contrasto con altri valori o interessi costituzionalmente protetti". Pertanto, spiegano Gibertoni e colleghi, "partendo da questi assunti, dal rispetto del principio di ragionevolezza, e dal fatto che il vitalizio non è equiparabile ad una pensione come è pacifico secondo la giurisprudenza costituzionale, è possibile e necessario agire retroattivamente con ragionevolezza per riportare equità ed eguaglianza nella normazione regionale".

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

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