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Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 13 29 marzo 2015


SOMMARIO Anno 14 - n° 13 29 marzo 2015

(in allegato il documento scaricabile in pdf)


1.1 editoriale Miracolo italiano: Expo 2015
2.1 Speciale vinitaly Vinitaly 2015: un'ottima annata
3.1 cereali e materie prime (2) Comincia a farsi sentire il peso dei raccolti sud americani.
4.1 export e tutela L'Europa deve difendere la qualità per competere sui mercati
5.1 cereali e materie prime (1) mercato infiammato
6.1 Lattiero caseario Listini stabili su tutti i fronti
7.1 italian sounding Reggio Emilia chiede al Governo più tutela internazionale per il Parmigiano Reggiano
7.2 speciale vinitaly Torna a volare il mercato interno delle Cantine Lungarotti
8.1 export russia Crollo dell'export verso la Russia
8.2 speciale vinitaly Bevitori alla guida tremate. L'autovelox si è montato l'alcoltest
9.1 speciale vinitaly Le idee stravaganti e qui il tasso alcolico non c'entra
10.1 lavoro Street Food, come "aprire" una cucina su 4 ruote
11.1 speciale vinitaly Le creazioni di luce che seducono i wine blogger
11.2 prezzi origine Ismea, più 0,4% i prezzi agricoli a febbraio
12.1 speciale vinitaly Inaugurato il 49° Vinitaly con il Ministro Martina e una grandissima affluenza di pubblico.
12.2 speciale vinitaly Vinitaly, una grande festa italiana
13.1 speciale vinitaly Vinitaly, Valpolicella e Parmigiano insieme
14.1 promozioni Per Bacco che promozioni e che Partner

Domenica, 29 Marzo 2015 12:34

Miracolo italiano: Expo 2015

L'avranno vinta i "gufi" o le migliaia di maestranze e tecnici che stanno turnando giorno e notte per consegnare al mondo l'efficienza italiana? Anche Hannover non debuttò nel migliore dei modi tanto da essere rimasto come simbolo negativo nell'albo delle esposizioni universali. E che dire dei mondiali di calcio del Brasile?

di Lamberto Colla - Parma, 29 marzo 2015 -
Trentatre giorni all'inaugurazione di Expo2015. Un count down inesorabile scandito dalle pillole, quasi quotidiane, del Commissario Giuseppe Sala sullo stato di avanzamento dei lavori. 4 o 5 i padiglioni in ritardo sul crono-programma, stando all'ultimo resoconto di giovedi scorso del Commissario. Un ritardo sul 70% delle opere stando a altre fonti di informazione.
Un gap troppo elevato anche in ragione del fatto che l'accesso ai cantieri è giustamente protetto. Chi ha avuto modo di osservare da vicino (una cinquantina di giornalisti sono stati invitati alla inaugurazione del padiglione di Intesa San Paolo) ha potuto constatare un diffuso ottimismo tra gli operatori che non può che far ben sperare nell'ennesimo miracolo italiano.

Un po' come la liquefazione del sangue di San Gennaro, il primo maggio si alzerà il sipario di EXPO2015 di Milano e il teatrino dedicato al cibo andrà in scena regolarmente per 6 mesi in barba ai gufi.

A meno 50 giorni, preso dalla curiosità, ho tentato un avvicinamento all'area espositiva, giusto per curiosare e annusare l'atmosfera. Non nego di essere rimasto deluso, prima di tutto per la difficoltà di accesso.
Il traffico milanese non si può certamente considerare tra i più fluidi e le nuove infrastrutture sono ancora ben lontane dall'essere completate. Un esempio è il grande ponte ad arco progettato dagli architetti Antonio Citterio e Patricia Viel, difficile che possa essere inaugurato per tempo. Per chi dovesse invece giungere con la metropolitana dovrebbe farsi una sgambinata di circa un chilometro per raggiungere l'ingresso.

L'impressione e tengo a precisare, solo una impressione, è stata di un cantiere ancora in alto mare ben diversa dalla reale constatazione che tutti possono apprezzare seguendo le evoluzioni del Drone messo a disposizione da EXPO (Expo 2015: Belvedere in città) e che settimanalmente, postato su youtube, aggiorna sullo stato d'avanzamento dei lavori.
Infine ben venga l'investimento di quasi tre milioni di euro destinati a "pulire" il panorama, mimetizzare quanto ancora incompiuto e quello che rovinerebbe l'estetica. In fondo avremo ospiti importanti da tutto il mondo e sarebbe sconveniente e poco educato ospitarli nel disordine.

E allora via con le operazioni posa in opera, degli "External exhibition elements", degli allestimenti delle quinte di camouflage, nonché dell'installazione dell'arredo urbano del Sito Espositivo.

A questo punto, che siano 20 milioni o solo 15 milioni i visitatori, l'importante è aprire e dimostrare l'efficenza e la caparbietà della gente normale di questo piccolo grande paese.

La forza e la maestria di migliaiai di anonimi che con il sudore e l'ingegno fanno fare gran belle figure a incapaci, spesso disonesti, rappresentanti delle istituzioni.
Per tutte queste belle persone che lavorano giorno e notte dobbiamo fare il tifo. E se l'Expo 2015 avrà successo sarà prevalentemente per merito loro che, in piccolo, rappresentano la maggioranza del Paese, quelle donne e uomini che con umiltà e in silenzio con orgoglio responsabilità portano avanti, in gravi difficoltà, le loro famiglie.
L'Italia c'è!

Il volo del Drone del 16 marzo 2015

 

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La prima, presentata dalla Lega nord, primo firmatario Fabio Rainieri, sottoscritta anche dai consiglieri Enrico Aimi (Fi) e Tommaso Foti (Fdi), approvata all'unanimità. La seconda presentata da Pd e Sel, prima firmataria Barbara Lori (Pd), approvata da tutti Gruppi ad eccezione del Movimento 5stelle -

Parma, 26 marzo 2015 -

Sono state approvate ieri, dall'Assemblea legislativa regionale, due risoluzioni finalizzate ad evitare la soppressione della sede distaccata del Tribunale amministrativo regionale di Parma.

La prima, presentata dalla Lega nord, primo firmatario Fabio Rainieri, e sottoscritta anche dai consiglieri Enrico Aimi (Fi) e Tommaso Foti (Fdi), approvata all'unanimità, chiede alla Giunta regionale di adoperarsi presso il Governo "affinché valuti le ragioni di funzionalità e celerità della giustizia che rendono opportuno mantenere aperta la sede parmense" del Tar.

La seconda risoluzione, presentata da Pd e Sel, prima firmataria Barbara Lori (Pd), approvata da tutti Gruppi ad eccezione del Movimento 5stelle, che si è astenuto, chiede alla Giunta di attivarsi per chiedere al Governo "una proroga di almeno sei mesi, entro la quale svolgere un adeguato approfondimento sull'economicità dell'operazione e, più in generale, del reale rapporto costi-benefici considerato che la chiusura del Tar di Parma comporterebbe, comunque, la necessità di riorganizzazione in altra sede e un più complessivo allontanamento dai territori di riferimento" - si legge nella nota della Regione.

"La soppressione del Tar di Parma- spiega Rainieri nella nota - avrebbe come sicura conseguenza un aggravio a carico di cittadini e imprese di costi e disagi per ottenere giustizia, mentre è dubbia l'economicità della chiusura". 
Condivisione sulla mancata economicità dell'eventuale chiusura e sull'aggravio di costi per cittadini e imprese anche dai consiglieri Foti (Fdi), Aimi (Fi), Lori e Massimo Iotti (Pd), Igor Taruffi (Sel) e Gian Luca Sassi (M5s).

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La riflessione dell'Associazione Millecolori sull'operato degli amministratori sulla questione Parma Calcio e Scuola Europea: "Pizzavecchio o Tavezzotti?" -

Parma, 23 marzo 2015 -

Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa integrale -

Tavecchio sarebbe intervenuto con colpevole ritardo sulla vicenda Parma Calcio poichè gli organismi di vigilanza da tempo avevano segnalato la gravissima situazione economico-finanziaria della società.
Riteniamo questo ritardo di Tavecchio gravemente colpevole poiché, nel frattempo, i debiti sono lievitati in danno dei fornitori, con l'auspicio che anche a causa di tale ritardo non siano state depredate le casse sociali.
Peraltro un qualche interrogativo anche il nostro Sindaco avrebbe dovuto formularselo quasi un anno fa essendo a conoscenza:
a) della non ammissione della squadra all'Uefa per problemi economici;
b) dei rilevanti debiti del Parma Calcio nei confronti di società comunali o partecipate del Comune (Parmainfrastrutture, Parma Gestione Entrate, Tep spa).
Egli ha invece preferito urlare (per ingraziarsi i tifosi) contro la perfida Uefa, tacendo colpevolmente la situazione a lui nota, ringraziando Ghirardi che era tornato sui suoi passi dopo il primo annuncio dell'abbandono.
Questo modo di fare per noi è tipico dei vecchi politicanti e, d'altronde, il ritardare gli atti dovuti è avvenuto anche per quanto riguarda la Scuola Europea.
Dalla stampa di questi giorni si è infatti appreso che, dopo due anni di cantiere fermo, si è deciso di risolvere il contratto con l'ATI appaltatrice.
Bene noi questo passo lo avevamo chiesto oltre un anno fa, prima con una diffida dell'aprile 2014 e poi con un esposto alla Corte dei Conti del maggio 2014. Avevamo infatti chiesto rapidità nelle decisioni perché quanto fino a quel momento realizzato continuava a deperire.
C'è voluto un anno per una decisione dovuta, scontata ed obbligata.
Questa scontata e dovuta decisione non poteva assumersi prima visto che tutti i fatti erano noti e che, nel frattempo, la struttura deperiva sempre più?
I danni conseguenti questo ritardo chi li pagherà?
Caro Sindaco Pizzavecchio o Tavezzotti siamo felici che si sia svegliato. Speriamo che adesso non ricada nel solito torpore relativamente ai tantissimi problemi della nostra Città (problemi che temiamo Lei neppure conosca fino in fondo perché "conoscere" comporta "fatica" e "rinuncia" alle gite in Russia, Kagawa, ecc.).

(Fonte: ufficio stampa Associazione Millecolori)

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Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 12 22 marzo 2015

SOMMARIO Anno 14 - n° 12 22 marzo 2015

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1.1 editoriale Parola d'ordine, boicottare. Evviva la libertà di pensiero!
2.1 cereali e materie prime (2) Materie prime, tendenze rialziste.
3.1 parmigiano reggiano La corsa degli allevatori per la "quota latte parmigiano reggiano"
4.1 cereali e materie prime (1) Materie prime, un mercato sconquassato. Il confronto con un anno fa.
5.1 Lattiero caseario Deboli segnali di ripresa per il Parmigiano Reggiano
6.1 mais & soia Mais & Soia: marzo 2015
7.1 vinitaly eventi Il Valpollicella diventa Vegan
7.2 aspettando vinitaly Lungarotti: Vino, Cultura e Giovani. Al Vinitaly guardando all'expo
7.3 aspettando vinitaly Vinitaly 2015: la 49^ edizione
8.1 aspettando vinitaly 112 aziende e 210 etichette dalle Marche al Vinitaly
9.1 agricoltura produzioni "AgrOsserva" Speciale Bilancio 2014
9.2 acqua Paesaggi mozzafiato dell'Emilia Romagna dove l'acqua, con la sua bellezza e la sua forza, è regina incontrastata
10.1 Aspettando vinitaly Donelli Vini celebra i 100 anni
11.1 promozioni e Partner Per Bacco che vantaggi con le Card Sconti di Stepa!

Non la pensi come noi, allora ti boicottiamo. Accadde a Guido Barilla nel settembre 2013 e ora a Dolce e Gabbana di essere oggetto di boicottaggio per avere espresso un pensiero personale fuori dal coro.

di Lamberto Colla - Parma, 22 marzo 2015 -

Pare sia vietato esprimersi a favore della famiglia tradizionale. Chi osa prendere le sue difese , eterosessuale o omosessuale che sia , viene immediatamente soffocato dalla violenta reazione della lobby gay.

Il primo a farne le spese fu Guido Barilla, nel settembre 2013, quando intervistato a "la zanzara" se ne uscì con una infelice quanto imprudente affermazione a favore della famiglia tradizionale escludendo categoricamente la possibilità di produrre "spot" pubblicitari con famiglie gay perché, insiste Guido, "...non la penso come loro e penso che la famiglia cui ci rivolgiamo noi è comunque una famiglia classica. Nella quale la donna, per tornare al discorso di prima, ha un ruolo fondamentale, è il centro culturale di vita strutturale di questa famiglia».
Un'opinione che ha immediatamente avuto eco sulla stampa tradizionale e viralizzata sui social media e l'hashtag #boicottabarilla è entrato tra i trend, diventando velocemente internazionale con la versione inglese #boycottbarilla. Una reazione che ha obbligato il presidente della multinazionale della pasta a scusarsi e a giustificarsi.

Episodio che, per certi versi, fu utile alla azienda parmense per riposizionare le proprie politiche interne e le campagne "gay friendly" oriented al punto tale da essere diventato un modello internazionale riuscendo a conseguire un punteggio perfetto dalla Human Right Campaign, un'importante associazione per i diritti degli omosessuali che stila ogni anno il Corporate equality index, una graduatoria basata sulle politiche interne ed esterne aziendali.

Molto probabilmente, gli stilisti Dolce e Gabbana, prenderanno esempio dalla Barilla e seguiranno un percorso di redenzione sempre che ne abbiano necessità.

Sorprende ancor più la presa di posizione, verso una famiglia tradizionale, da parte di Domenico Dolce e di Stefano Gabbana che non hanno mai fatto mistero della loro relazione, vissuta, come dovrebbe essere per tutti, nella totale normalità. Una relazione vissuta pienamente con amore prima e con affetto dopo la loro separazione. Una vita privata condotta con la discrezione di ogni coppia etero, senza clamori, lasciando che gli eccessi venissero apprezzati solo nelle collezioni ideate e prodotte dai due artisti e imprenditori.

Dolce e Gabbana da innamorati hanno rappresentato la normalità e come tale sono stati accettati.
Ciononostante il loro pensiero sulla famiglia tradizionale, non è stato apprezzato. E questo ci sta pure peccato che alla loro legittima opinione si sia contrapposta la solita violenza verbale con hashtag #boycottdolcegabbana compreso che in pochi giorni hanno generato ben 455.000 pagine di google.

Una violenza verbale alla quale i social media ormai ci stanno abituando e che rischia la disaffezione, da parte dei più moderati, all'utilizzo di questi straordinari mezzi di comunicazione.
Non concordo pienamente con l'opinione di Fabio Brinchi Giusti dalle colonne de Linkiesta etichetta come "cattivi" la maggioranza dei commentatori di facebook seppure sia indiscutibile che alcuni assidui frequentatori dei social utilizzino il "commento facile", molto spesso con arroganza. Ma quel che è peggio, postando ad libitum, questi opinionisti infaticabili riescono a rendere popolare l'opinione negativa e spesso violenta a discapito di quella più moderata e disponibile al confronto dialettico e culturale.

Vero è che il linguaggio muta con il mutare della società ma non vorrei mai che prendesse il sopravvento l'urlo, l'ingiuria e la vendetta.

Forse la modernità è anche questo prendere la storia, l'etica, il buon senso e la genetica e farne un bel rogo.

Come sarebbe bello, invece, consumare una buona pasta Barilla, inguainati in un elegante outfit di Dolce e Gabbana, coinvolti dalle dolci note di Elton John, in compagna della persona amata.

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Inchiesta giudiziaria per la realizzazione della Cispadana. Tra gli indagati anche l’ex assessore regionale Alfredo Peri

Parma 17 Marzo 2015 -

Maxi inchiesta sulle Grandi Opere che vede indagati l'ex assessore regionale  alla Mobilità e Trasporti Alfredo Peri, Mirko Fiammenghi ex consigliere regionale, e Graziano Patuzzi Presidente di ARC (Autostrada Regionale Cispadana).

Ombre nelle procedure di realizzazione, molte ombre sulle quali è importante fare luce, esattamente come sostiene l’assessore regionale ai Trasporti Raffaele Donini:  "Esprimo totale fiducia nel lavoro dei magistrati e il convincimento che Alfredo Peri, ex assessore alla Mobilità e Trasporti della Regione Emilia-Romagna, Miro Fiammenghi, ex consigliere regionale, e Graziano Patuzzi, presidente di ARC (Autostrada Regionale Cispadana), possano dimostrare la loro estraneità dalle accuse contestategli e l’assoluta correttezza dei comportamenti tenuti nello svolgimento dei loro incarichi – e continua - per noi la Cispadana è un'opera strategica e va realizzata, ma nelle procedure non deve esserci nessuna ombra. Questa amministrazione regionale si è impegnata fin dal suo insediamento, nel gennaio scorso, a richiedere la conclusione della procedura di VIA e il passaggio della concessione allo Stato”.

Insomma, un’opera considerata strategica sia per il valore trasportistico, che per dare maggiore competitività ad un territorio nel quale sono insediate migliaia di imprese e lavoratori.

Anche il Movimento 5 Stelle si è fatto sentire sull’argomento chiedendo di congelare l’iter di approvazione ed i lavori della Cispadana, almeno fino a quando le inchieste giudiziarie che riguardano la realizzazione dell’autostrada regionale non saranno concluse. Una richiesta che arriva dopo l’ennesimo scandalo giudiziario che sta mettendo sotto la lente degli inquirenti gli intrecci tra politica ed appalti per la realizzazione dell’opera che dovrebbe attraversare per 67 km la Bassa emiliana, da Reggio Emilia a Ferrara.

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Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 11 15 marzo 2015


SOMMARIO Anno 14 - n° 11 15 marzo 2015
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1.1 editoriale Giustizia e moralizzazione. Cosa insegna la triste storia del bunga bunga.
3.1 export vino I Buyer internazionali vogliono il vino del Belpaese
4.1 cereali e materie prime Materie prime, in attesa degli effetti di Expo2015,
5.1 Lattiero caseario Burro: raggiunto il colmo?
6.1 economia Inflazione: Coldiretti, pesa balzo prezzi verdura del 10,8%
6.2 quote latte Quote latte, in partenza le cartelle esattoriali.
6.3 aspettando vinitaly Le cantine più famose al mondo si convertono al "bio" e l'Emilia Romagna c'é.
7.1 export eventi Parmigiano e Prosciutto di Parma in "vetrina" da Harrods,
7.2 aspettando vinitaly Il boom dei vini biologici, e artigianali.
8.1 aspettando vinitaly Il Lambrusco coccola il palato degli italiani.
9.1 promozioni e Partner Per Bacco che promozione!

Cosa rimane dopo il caso Ruby. Macerie della giustizia, macerie della politica e della credibilità nazionale. La giustizia nostrana sempre più simile alla sharia? Per fortuna esiste il terzo grado di giudizio.

di Lamberto Colla - Parma, 15 marzo 2015 -

L'assoluzione dell'ex premier e ex cavaliere Silvio Berlusconi per il caso "Ruby" non può e non deve essere archiviata ma diventare oggetto di studio politico, economico, deontologico, sociale e religioso.
Non tanto per la sentenza finita a favore del signor B. qualsiasi, ma per gli interrogativi che spalanca sulla conduzione ma soprattutto sulla pubblicizzazione delle varie fasi del percorso giudiziario e degli effetti privatistici e pubblici che questo ha comportato.

Una magistratura inquirente che, alla luce dei risultati, è apparsa più dedita alla moralizzazione piuttosto che a offrire il meglio del nostro ordinamento giuridico.
Una giustizia, che almeno nelle prime fasi, si è mossa alla pari della sharia (diritto penale islamico. Nel Corano stesso sono descritte le pene da applicare ai casi più gravi lasciando solo i reati minori al sindacabile giudizio degli amministratori della giustizia) mettendo in evidenza, se comunque ce ne fosse stato bisogno, il grado di degenerazione raggiunto dalla nostra classe politica e il ridottissimo tasso di moralità, limitato alla quasi esclusiva facciata di circostanza.

Ben diverso invece il comportamento tenuto dai giudici francesi nel caso che ha visto coinvolto l'ex direttore del FMI (fondo Monetario Internazionale) e candidato all'Eliseo Dominique Strauss-Kahn "reo" di avere il vizietto orgiastico. Una debolezza, peraltro confessata, venuta fuori di pubblico dominio a seguito della denuncia di una inserviente dell'Hotel che lo ospitava a New York che poi si è rivelata solo frutto di una macchinazione, molto probabilmente, ordita per intralciare la sua ascesa alla poltrona più ambita di Francia e proseguita con l'accusa di favoreggiamento della prostituzione nel processo che lo vedeva coinvolto sul giro di squillo all'Hotel Carlton di Lille.
In questo caso la magistratura transalpina decise di non procedere in quanto nulla di legalmente rilevante fu riscontrato. Non venne in mente a alcun magistrato di costruire una linea d'accusa sulla base di comportamenti che rientrano nella esclusiva sfera privata. Al contrario lo stesso pubblico ministero fece richiesta di proscioglimento «puro e semplice». Poi, come era da attendersi, il giudizio morale si è abbattuto sul collo dell'uomo politico emarginandolo come era giusto che fosse.

Uno sviluppo processuale ben diverso da quello riservato all'ex premier italiano.
Già perché se il signor B. è stato assolto perché il fatto non sussiste, la qual cosa comunque non scioglie il giudizio morale sulla persona che ognuno potrà far valere nella segretezza dell'urna. 

Ma come si diceva, la questione apre molti interrogativi. Il primo e più scontato è quello che la complicità tra alcuni giornali nazionali e alcuni giudici sia stata orchestrata per favorire la decadenza del potente leader del partito di maggioranza relativa e Capo del Governo senza curarsi degli interessi reali del Paese.

Le bastonate mediatiche provenienti anche dalle testate estere hanno giudicato ancor prima della sentenza contribuendo a scatenare il tornado finanziario che si è potuto misurare con lo spread a "forza" 585 registrato nel 2011 ovvero quasi 500 punti superiori al 2007 quando misurava stazionario intorno ai 90 punti. Proprio quel valore, 585, fu la goccia che fece traboccare il vaso e portò alla sostituzione imperativa del Capo del Governo orchestrata dal Presidente Giorgio Napolitano.

Ed ecco che, dopo anni di saccheggio, lo spread è in questi giorni tornato ai valori del 2007 lasciando però sul terreno le testimonianze della devastazione.

E per fortuna che esiste il terzo grado di giudizio, quello della Corte Suprema di Cassazione che, a quanto pare, sta diventando sempre più l'ultimo baluardo a difesa del diritto, di quella giustizia giusta che cittadini vorrebbero avere come alleata.
Quella Corte Suprema che ha il coraggio di ribaltare anche le sentenze dei due precedenti gradi, come il caso recente degli allevatori lombardi coinvolti nella vicenda "quote latte", o come la vicenda che vedeva contrapposti produttori di un salame tipico e una multinazionale dell'alimentare e, per finire, al caso Berlusconi premier.

Il ricorso alla cassazione sta diventando indispensabile per fare valere i propri diritti. Il guaio è che in pochi possono permetterselo. Il ceto medio è stato sepolto dalle macerie dello spread e il diritto a una giustizia equa si è perciò limitato alla estrema minoranza del Paese e non più alla maggioranza. E poiché è un diritto individuale la difesa del cittadino, se questa non può essere perseguita causa impossibilità economica, il diritto stesso viene compromesso.

Non è proprio il caso, in questo periodo di forte e diffuso sconforto, mettere in cattiva luce il potere giudiziario e con esso le forze dell'ordine, argini maestri di contenimento del fiume "insofferenza" al colmo della sua portata.

Ecco perché sarebbe il momento che, separatamente, il potere politico e il potere giuridico ripensassero i loro comportamenti, o meglio quello di alcuni loro illustri, mediatici e telegenici rappresentati, e sotterrando l'ascia di guerra ricominciassero a dare il buon esempio.

Sono i cittadini che lo vogliono è lo Stato di Diritto che lo pretende.

Non è scritto da nessuna parte che debbano esserci dei vinti e dei vincitori, si può benissimo ripartire azzerando tutto pensando esclusivamente agli interessi della nazione.

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Progetto di legge approvato all'unanimità dall'Assemblea legislativa regionale dell'Emilia-Romagna: ridotte le indennità, abolita quella di fine mandato e azzerati i fondi ai gruppi per un risparmio complessivo sui costi della politica di 7,5 milioni di euro -

Parma, 11 marzo 2015 -

Sì unanime da parte di tutti i Gruppi assembleari: Pd, Sel, Ln, M5S, Fi, Fdi, AltraER,  - che peraltro hanno condiviso emendamenti al testo - sui tagli ai costi della politica previsti dal progetto di legge approvato dall'Assemblea legislativa regionale dell'Emilia-Romagna.

L'indennità mensile dei consiglieri regionali fissata a 5 mila euro lordi, dagli attuali 6.104; l'abolizione dell'indennità di fine mandato e l'azzeramento dei fondi ai Gruppi per il funzionamento, per un risparmio complessivo sui costi della politica, considerati tutti gli interventi, di 7,5 milioni di euro nell'arco dei cinque anni della legislatura cominciata dopo le elezioni regionali del novembre scorso. Fondi che, per decisione condivisa da maggioranza e opposizione, verranno destinati a finanziare politiche di sicurezza, legalità e qualità del lavoro, il sostegno al microcredito per lo sviluppo dell'imprenditorialità, il reinserimento lavorativo e l'inclusione sociale

Il provvedimento, presentato da Pd e Sel (i capigruppo, rispettivamente Paolo Calvano e Igor Taruffi,primi firmatari) razionalizza anche le modalità di assunzione del personale delle strutture speciali e modifica più leggi regionali - spiega la nota. 

Presentato dalla maggioranza e scelto come testo base, è composto da 15 articoli ed è finalizzato a ridurre le spese dell'Assemblea legislativa in ordine al trattamento economico dei consiglieri e al funzionamento dei Gruppi. Il progetto di legge è arrivato in Aula dopo che in commissione Bilancio, affari istituzionali e generali sono stati accolti numerosi emendamenti presentati sia dai proponenti sia dai consiglieri di opposizione.

Nel dettaglio, le misure più rilevanti -

L'indennità mensile di carica lorda dei consiglieri regionali è fissata a 5 mila euro (rispetto a 6.104,47), con un risparmio annuo di 662.682 euro per un totale di 3.313.410 euro nell'arco della legislatura. A questo risparmio va sommato quello derivante dalla diminuzione delle indennità di funzione, calcolate in percentuale sull'indennità di carica, per un totale di altri 346.582,69 euro per legislatura. Contestualmente, diminuiscono le indennità di funzione anche di assessori, presidente e vicepresidente di Giunta. Il rimborso forfetario mensile delle spese per l'esercizio del mandato riconosciuto ai consiglieri viene fissato a 2.258.65 euro. Viene eliminata l'indennità di fine mandato dei consiglieri, misura che genera un risparmio totale per la legislatura di 1.526.117,5 euro. Infine, l'eliminazione del fondo per le spese di funzionamento dei Gruppi garantisce un risparmio pari a 472.962,3 euro annui, che diventano 2.364.811,5 nella legislatura.

In totale, i risparmi conseguiti per questa legislatura ammontano a 7.550.921,69, equivalenti a 1.510.184,338 euro all'anno.

Sulla materia erano stati presentati altri due disegni di legge, abbinati al testo della maggioranza: uno del Gruppo M5s, intitolato "Norme per l'eliminazione dei privilegi e l'abolizione definitiva dei vitalizi, legati alla carica di consigliere regionale dell'Emilia-Romagna", e quello di iniziativa popolare, su "Modifiche alla legge regionale 14 aprile 1995, n.42 'Disposizioni in materia di trattamento indennitario agli eletti alla carica di consigliere regionale".

La destinazione delle cifre risparmiate 

In Aula sono stati approvati alcuni emendamenti, il più significativo dei quali definisce la destinazione delle cifre che verranno risparmiate grazie a questa legge: la Regione adotterà provvedimenti finalizzati a finanziare politiche di sicurezza, legalità e qualità del lavoro, sostegno al microcredito per lo sviluppo dell'imprenditorialità, il reinserimento lavorativo e l'inclusione sociale. Si è previsto di incentivare la forma del tirocinio formativo fra quelle a cui potranno aderire i Gruppi assembleari, e si è sottolineata l'esigenza di garantire appropriate postazioni lavorative alle persone con disabilità. Infine, è stata estesa l'esclusione dell'erogazione dei vitalizi ai consiglieri condannati in via definitiva per delitti a sfondo mafioso.

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

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