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Domenica, 13 Settembre 2015 12:11

La ripresa per i fondelli

Siamo tornati ad essere un grande Paese. Abolizione dell'IMU e della Tasi, maggiori risorse ai comuni, crescita industriale pari alla Germania (o forse è vero il contrario) e aumento dei contratti a tempo indeterminato. Come non si può riaccendere la fiducia godendo di condizioni così favorevoli. E allora fiato alle trombe di regime. Come rimpiangere la libertà di espressione degli anni 60 e settanta.

di Lamberto Colla - Parma, 13 settembre 2015 -
"Bisogna ridare fiducia" è il Renzi pensiero che nei giorni scorsi ha attraversato l'etere e si è diffuso nei milioni di tubi catodici degli italiani. E se qualcuno fosse stato distratto nel seguire i suoi amici su facebook, tranquilli, l'informazione di regime lo raggiunge anche lì.

Il premio per tanto penare di questi anni di crisi e per le politiche economiche poco efficaci messe in campo dal governo Renzi è l'annullamento della tanto odiata tassa sulla casa. Ecco che l'annuncio a sorpresa di Matteo Renzi squarcia il cielo e giura che l'IMU e la Tasi saranno rimosse e il 16 dicembre sarà l'ultima volta che saranno iscritte nel calendario dei pagamenti degli italiani.

L'annuncio del taglio dell'odiate imposte avviene una quindicina di giorni dopo il garbuglio della pubblicazione dei dati del Ministero del Lavoro che avrebbero dovuto sostenere il precedente claim ottimistico di Renzi "I segnali di ripresa ci sono ma vanno colti"

Dopo il pasticcio del 25 agosto - giorno della pubblicazione di dati del Ministero del Lavoro sbagliati del 100% -  scorso c'era quindi Bisogno di una nuova iniezione di fiducia ed ecco che con la "sparata" del taglio dell'IMU il premier sale in cattedra nel talk show più visto da grandi e piccini, quel "Porta a Porta" che è sempre stato il rifugio sicuro per ogni nostro primo ministro.
Ma l'euforia alle volte gioca brutti scherzi e il nostro pirotecnico Capo del Governo si lancia in regali, premi e ricchi cotillon per tutti, Comuni compresi: "togliamo Imu e Tasi e daremo ai sindaci un assegno corrispondente".

Una frase che si può interpretare solo in modo, a meno che non si vada rubare all'estero, magari sul PIL della Germania, l'IMU e la Tasi saranno tolte ma, c'è da esserne certi, gli strateghi del ministero delle Finanze riusciranno nell'impresa di inventarne di altre o di fare qualche aggiustamento qua e là di qualche aliquota (già pronta l'Iva al 24% per il 2016), incrementando l'accise sui carburanti o qualche altra diavoleria.

Altrimenti con cosa si potranno alimentare i Comuni? Non certo con il maggior gettito d'Iva che tra riduzione dei consumi e evasione fiscale l'Italia si colloca ai vertici d'europa preceduta solo da Romania Lituania, Slovacchia e Grecia.

La fiducia che tanto si vorrebbe insufflare negli italiani non può venire così rapidamente depressa da incidenti di percorso che, seppure leggeri, sono stati colti da qualche giornalista, vorace di trovare notizie diverse dalle solite e a caccia di ogni dettaglio, sfumatura o inflessione dei rappresentanti del Governo.

Serve una bomba! E bomba sia.

L'ISTAT riesce, scavando a fondo, a tirare fuori il coniglio dal cappello a cilindro. A luglio La produzione industriale segna il +1,1%.

Finalmente una notizia positiva che non verrà smentita. La fiducia nel Governo e nelle sue politiche economiche tornerà a crescere perché, e qui il tocco di classe dell'improvvisazione scenica, "L'Italia è in ripresa, cresciamo come la Germania".

Peccato che ormai sia la Germania crescere come l'Italia e che il Bluff della ripresa Europea presto o tardi verrà a galla.

Un paio d'anni fa venne introdotto l'artificio contabile di inserire al bilancio nazionale dei Paesi UE, ovviamente nella quota attiva, le presunzioni di ricavi derivanti dal lavoro nero, dalla attività di prostituzione e altre amenità illecite, prossimamente saranno i profughi a dare un'aiutino ai bilanci potendo, stando alle anticipazioni dei giorni scorsi, gli Stati defalcare i costi sostenuti per l'accoglienza dei profughi.

Purtroppo c'é poco da essere ottimisti.

Nonostante gli slogan di fiducia del Premier, ridondati dai media come fossero degli uffici stampa presidenziali, ci sono due dati inquietanti che raccontano di una Italia diversa:
1. siamo il Paese OCSE che registra il maggior numero di crisi aziendali. Mentre gli altri Paesi hanno avviato un processo di arretramento l'Italia ha visto incrementare del 66,3% i fallimenti dal 2009 al 2014.
2. l'ISTAT dal 2012 ha interrotto la registrazione, o meglio la divulgazione, dei dati relativi al numero di suicidi. L'ultimo dato risale al 2010 con 187 casi e 245 tentativi. (121 suicidi nel primo semestre 2015 secondo l'Osservatorio dei Suicidi)


Rimpiango la libertà di espressione degli anni 60 e settanta. Una libertà all'epoca non percepita ma che, a ben guardare (vedi foto di copertina) la rassegna di manifesti esposti nell'archivio del CSAC (Centro Studi e Archivio di Comunicazione) dell'Università di Parma, la maggior parte di quelli oggi non sarebbero tollerati, gli autori denunciati e perseguiti con enormi ammende economiche stratosferiche.

Se questo è il prezzo della modernità ne farei volentieri a meno.

PR CSAC scultura legno

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Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 36 06 settembre 2015 - Cereali potenzialmente verso la stabilità. Previsioni non confortanti per il settore lattiero caseario. Rischio maltempo per le ultime vendemmie e per il mais. Nasce il colosso del pomodoro.
(in allegato il formato pdf scaricabile)

1.1 editoriale Apocalisse
3.1 cereali Commodities: verso la stabilità ma alcune nubi potrebbero oscurare nuovamente il cielo
4.1 cereali Materie prime. La tempesta sta passando
5.1 Lattiero caseario Latte spot in altalena. Cede un euro.
6.1 eventi Prosciutto in vigna 2015
7.1 frodi latte NAS Cremona, bloccato un vasto traffico di farmaci utili a aumentare la produzione lattiera.
7.2 mercato del latte Latte, prezzi in depressione. Le previsioni non sono confortanti per i prossimi mesi
7.3 meteo e raccolti Rischio maltempo
8.1 lavoro Caporalato, misure severe per gli sfruttatori e premi per le imprese virtuose
8.2 raccolti Caldo, le due facce della medaglia
9.1 pomodoro e concentrazione Il colosso del pomodoro nasce dalla fusione Casalasco - ARP
10.1 maltempo Danni da maltempo a Reggio Emilia
11.1 promozioni "vino" e partners

cibus 36 2015 COP

Domenica, 06 Settembre 2015 12:52

Apocalisse!

In fuga dall'inferno. Una crisi migratoria senza precedenti. La doppia responsabilità del'Europa: dai bombardamenti all'accoglienza, l'UE ha mostrato i lati peggiori di questo continente che da culla delle civiltà sta rapidamente virando a culla delle inciviltà.

di Lamberto Colla - Parma, 6 settembre 2015 -
Dal giorno in cui tutti popoli dell'Unione Europea festeggiarono, in contemporanea, l'introduzione dell'Euro a oggi sembra sia trascorso qualche secolo invece di soli 13 anni.

Era il primo gennaio 2002. Sembrava venisse realmente suggellato il definitivo processo di integrazione di diversi popoli che, solo poco meno di sessant'anni prima, si erano confrontati con le armi. La moneta unica europea che avrebbe dovuto fare da catalizzatore delle politiche comuni, faceva finalmente il suo ingresso trionfante nei salotti buoni della finanza.

Alla mezzanotte di tredici anni fa i fuochi artificiali illuminarono il cielo della Banca Centrale Europea a Francoforte; il Pont Neyf a Parigi venne illuminato di blu con 12 raggi di luce che simboleggiavano le dodici nazioni in cui l'Euro era divenuto la valuta corrente. Carlo Azeglio Ciampi, Presidente della Repubblica, spendeva i suoi primi 154 centesimi di euro per pagare due caffè, uno per sé e uno per la moglie al Caffé Gambrinus di Napoli e il Presidente della Commissione Europea Romano Prodi, a Vienna, comprava un mazzo di rose per la moglie Flavia. Pagando in euro, ovviamente. Le abitudini di spesa cambiavano, quella notte, per 300 milioni di persone.
Dopo Shenghen, l'introduzione della moneta unica rappresentava l'ultimo passaggio per condurre l'UE verso quell'unificazione capace di fare definitivamente dimenticare gli orrori delle due guerre mondiali e con la forza del collettivo porsi come autorevole interlocutore internazionale ergendosi quindi a grande superpotenza.

Su Repubblica, Ezio Mauro scriveva un'editoriale che pur celebrando l'importanza dell'evento metteva in luce le debolezze con le quali l'Euro faceva il suo ingresso nella buona società elencando quelle previsioni che poi non si sono realizzate:
"La moneta appare nuda perché nasce senza uno Stato che possa batterla, senza un esercito che sappia difenderla, senza un governo che riesca a guidarla, e infine senza un sovrano capace di rappresentarla e politicamente di "spenderla" nel mondo. Ma la stessa moneta creerà da sola, e impetuosamente, identità europea, coscienza comune, sovranità."

Solo 5 anni dopo si manifestarono i primi effetti negativi di una operazione venuta alla luce senza il reale consenso politico e senza una chiara e forte politica condivisa. E' il 2007 e fa il suo ingresso in scena una crisi finanziaria senza precedenti alla quale segue quella economica che tutto travolge, compresi i valori etici, aprendo le porte a spinte nazionaliste e arroganze imperialiste che sembravano sopite. Invece, come un cancro, il male si è infiltrato a tutti i livelli andando rapidamente a distruggere, negli otto anni successivi, quanto costruito nei 50 anni precedenti falcidiando i Paesi Euro (da 12 a 19 con il regno Unito sempre fuori) e il sogno di identità europea, di coscienza comune e sovranità tanto auspicata da Ezio Mauro.

Il culmine però si è raggiunto con la questione mediorientale e del nord africa. Dalla complicità nei bombardamenti in Iraq ai diretti bombardamenti in Libia, dal non intervento (politico) in Siria alla posizione sanzionatoria e di appoggio militare della questione Ucraina - Russia, l'Europa è riuscita a esprime il peggio e il contrario delle aspettative di ciascuno di noi.

L'effetto di questa antipolitica europea l'abbiamo davanti a noi tutti i giorni con popolazioni intere che spingono alle frontiere degli Stati membri capaci di respingere, murare da un lato o accogliere e lasciare transitare senza ordine dall'altro migliaia di disperati in fuga dagli inferni creati dal mondo occidentale (USA e Europa).
Il risultato è morte e distruzione. Dapprima furono le carrette del mare a portare sul vecchio continente attraverso il più vicino approdo, l'isola di Lampedusa barconi di profughi.
Un fenomeno che da quel giorno si è mostrato in costante evoluzione e che l'Ue non ha assolutamente voluto osservare lasciando all'Italia il compito di soccorre e arginare, malamente, quei primi anni di esodo.

Il mediterraneo è perciò diventato un cimitero accogliente per migliaia di bambini, donne e uomini in fuga dai territori di guerra ma ancora nulla. L'Ue è sorda e, oltre a deridere l'Italia, non promuove nessuna azione di analisi e previsione del fenomeno nè tantomeno delle politiche condivise per intervenire e arginare questo esodo biblico che si stava annunciando e impietosamente materializzato a metà estate alle frontiere orientali e del sud europa prendendo alla "sprovvista" coloro che hanno la presunzione di governare l'UE.
Ormai la pressione umanitaria alle frontiere è incontenibile e non ci sono nè muri, nè filo spinato nè cordoni militari in grado di arrestarla e è di poche ore fa la dichiarazione del Pentagono che il fenomeno migratorio non si arresterà prima di vent'anni.

Un fenomeno fuori controllo come fuori controllo è la lucidità delle donne e degli uomini di governo.

Basti pensare che il premier Cameron nell'arco di 48 ore ha dichiarato la chiusura delle frontiere anche per gli europei sneza lavoro e in seguito ha affermato la disponibilità illimitata ai richiedenti asilo, altrettanto la Merkel prima mette in discussione Shengen e il trattato di Dublino poi chiede il sostegno di tutti a favore dell'Italia che non può essere lasciata sola sul fronte sud.

Ora è tardi per una politica estera e dell'accoglienza. Al massimo si potranno arginare e prevenire effetti ancor più nefasti ma niente più.
E pensare che il preambolo alla carta dei diritti dell'uomo del 2000 annunciava che "l'Unione si fonda sui valori indivisibili e universali di dignità umana, di libertà, di uguaglianza e di solidarietà; (...) Essa pone la persona al centro della sua azione istituendo la cittadinanza dell'Unione e creando uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia."

E invece è l'apocalisse e il simbolo di questo sta nell'immagine di copertina del Manifesto e dal suo titolo, discutibile ma sicuramente d'effetto e comunque in sintonia con il cinismo europeo, che accompagna l'immagine: "Niente Asilo".
Già, niente asilo per quel bimbo, dell'apparente età di tre anni, con i calzoncini blu e maglietta rossa che a faccia in giù sembra dormire sulla spiaggia turca.

Profughi dramma la-prima-pagina-shock-del-manifesto 1

Calzoncini blu e maglietta rossa sono una divisa per i bambini di quell'età che dovrebbero solo pensare a giocare, mangiare e rincorrere le coccole dei genitori e dei nonni e invece...

D'altra parte è sempre stato così abbiamo fatto finta di non accorgerci delle miserie dell'altro mondo e ora che approdano sulle coste e spingono ai confini di stato si ergono barriere e si dà in isteriche escandescenze solo perchè la miseria non la si osserva più ma la si tocca con mano.
Mi auguro che il sacrificio di quel bimbo abbia realmente smosso le coscienze dei grandi della terra e chissà che un giorno si possa scoprire che il nome di quel bimbo fosse Salvatore.

Possa oggi Salvatore correre e giocare spensierato in Paradiso raccogliendo per sempre quanto in terra gli è stato negato.

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Pino Agnetti promotore della campagna "Parma non è una discarica. Rifiutiamoci!", che tramite la pagina Facebook ha già raggiunto 1.700 firme, denuncia la situazione di degrado urbano dovuta al problema rifiuti e la mancata risposta del Sindaco Pizzarotti al confronto pubblico. -

Parma, 3 settembre 2015 -

"Credo che i bambini della foto (i cui volti sono stati volutamente oscurati) abbiano diritto, almeno a Parma, a non giocare fra i rifiuti. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa anche il sindaco Pizzarotti... Impresa per altro impossibile, a giudicare dal silenzio assoluto – complimenti per l'educazione – seguito alla mia proposta di un confronto pubblico sul tema che oggi sta più a cuore ai parmigiani. Non che mi fossi illuso, sia chiaro. Sta di fatto che, ancora una volta, il "primo cittadino" ha mostrato il più completo disinteresse per i propri cittadini. Segnatamente, per gli oltre 1.700 firmatari del mio appello "Parma non è una discarica. Rifiutiamoci!". Proprio oggi, in una intervista pubblicata su un quotidiano nazionale, lo stesso Pizzarotti ha dichiarato che "Occorre che si apra un dibattito a livello locale. Bisogna conoscere chi andiamo a votare. Altrimenti finisce, come è capitato, che ci ritroviamo in lista persone che non abbiamo mai visto né conosciuto, solo grazie ai voti online". Parole sante, signor sindaco. Infatti, sempre più spesso a Parma ci si domanda chi siamo andati a votare tre anni fa! Anche se va detto che il suo silenzio sprezzante la dice lunga in proposito. Motivo in più per andare avanti in questa battaglia di civiltà dietro cui non ci sono né partiti, né lobbies o interessi di parte. Solo il desiderio e la speranza di non vedere più i bambini di Parma giocare fra i rifiuti!".

Pino Agnetti, promotore dell'appello "Parma non è una discarica. Rifiutiamoci!"

Numero dei firmatari dell'appello: 1.715

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Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa di Cecilia Zanacca, leader di Prima Parma sull'assegnazione degli alloggi ERP. -

Parma, 1 settembre 2015 -

A breve si aprirà il nuovo bando per l'assegnazione degli alloggi ERP a Parma.
Sono oltre 1600 le domande arrivate all'ufficio competente con la richiesta di assegnazione di detti alloggi.
Il regolamento che detta le condizioni ed il punteggio per avere queste case, è stato negli anni più volte fonte di polemiche e malcontento.
Indubbio che si debba dare priorità a quei cittadini di Parma che, da più tempo vi risiedono e che, con il loro lavoro, impegno ed attaccamento al territorio, hanno contribuito in modo importante al nostro benessere comune. Il regolamento in vigore certamente non assicura tutto questo.
Chiediamo quindi che chi incaricato per legge, metta mano immediatamente ad una revisione integrale di questo regolamento e che ne modifiche quelle parti che risultano decisive per rispettare la priorità di noi Parmigiani.
In primis modificare i punti B8 (relativo ai nuclei famigliari che rientrano in Italia) e B10 (anni di residenza nel Comune di Parma alla data di presentazione della domanda).
Non è più il caso di prendere sottomano questo problema; è invece obbligatorio portare rispetto ai nostri concittadini in evidente ed accertata difficoltà.
Si sa che in tempi di crisi come quello che tutti noi stiamo attraversando, ogni risorsa è preziosa; questi alloggi possono consentire una vita dignitosa a coloro che al momento davvero non riescono a farcela!
Lavoro, assistenza sanitaria, wellfare: tante cose dovrebbero essere migliorate!
Iniziamo allora da qui: diamo le case disponibili ai Parmigiani!

Cecilia Zanacca

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Nell'interrogazione rivolta alla Giunta, la consigliera afferma che "le numerose crisi aziendali, che colpiscono segmenti chiave del manifatturiero emiliano-romagnolo, testimoniano purtroppo il perdurare di una crisi che continua a gravare sull'economia e sull'occupazione regionale". -

Bologna, 31 agosto 2015 -

"Rivedere le politiche in materia di lavoro" alla luce dei dati Inps dei primi sei mesi del 2015, da cui emerge che l'Emilia-Romagna, seppure aumentino i contratti a tempo indeterminato, è lontana da aver superato la crisi.
E, inoltre,"intervenire con politiche mirate per dare impulso alla crescita di imprese giovanili sul territorio regionale" e "attivare un piano diretto alla valorizzazione delle competenze dei lavoratori adulti espulsi e a forme di impegno condiviso, a livello territoriale, per il loro rientro al lavoro".

Sono queste alcune delle richieste rivolte alla Giunta regionale dalla consigliera Giulia Gibertoni (M5s), che, in un'interrogazione, afferma come i dati rivelino "l'inefficacia delle costosissime politiche di sostegno attuate dalla Regione per le imprese interessate, drenando per anni fondi europei, regionali e statali, senza centrare l'obiettivo di salvataggio delle aziende e dei posti di lavoro".

La consigliera sollecita quindi il governo regionale a richiedere, in particolare nella Conferenza Stato-Regioni, la revisione delle politiche per il lavoro che poggiano su azioni dirette a salvaguardare i servizi esistenti (Garanzia giovani) o sulla convinzione che il lavoro si crei con nuove norme (Jobs Act) per indirizzare queste politiche su strategie di investimento e di riqualificazione dei servizi.

La Giunta dovrà anche richiedere, nelle sedi di confronto fra Regioni, "l'adozione di strumenti condivisi, trasparenti, chiari e non mendaci per la misurazione dei fenomeni in corso nel campo dell'occupazione, evitando le clamorose smentite del ministero".

Gibertoni, infine, invita l'esecutivo regionale a sostenere il progetto di legge del M5s 'Misure regionali denominate Reddito di Cittadinanza', finalizzato a "promuovere reinserimenti lavorativi, nuova occupazione e sostegno economico a chi è in difficoltà".

Nel testo, la consigliera sostiene che "la scommessa del Presidente della Regione di creare 120.000 posti di lavoro in cinque anni, con un abbassamento al 4,5% della disoccupazione (oggi all'9%), sembra lontana dalla sua realizzazione" e che dai dati emergerebbe come la tendenza in regione a una contrazione sia delle imprese giovanili che delle altre sia "più pesante di quella nazionale".

"Le numerose crisi aziendali che colpiscono segmenti chiavi del manifatturiero emiliano-romagnolo, sono purtroppo una testimonianza- afferma- del perdurare di una crisi che continua a gravare sull'economia e l'occupazione regionale, segnata da difficoltà strutturali anche nel comparto agricolo ed in quello turistico" e che gli strumenti messi in campo, come il Patto per il lavoro, recentemente siglato, o come le ultime leggi regionali di riordino o sulle persone con fragilità e vulnerabilità, non concorreranno a superare.

(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell'Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa )

(cr)

(fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Lunedì, 31 Agosto 2015 09:04

Parma, opposizione inconsistente

Per Cecilia Zanacca, leader di Prima Parma - occorre riportare i cittadini a essere protagonista dei progetti della città e lamenta l'inconsistenza della minoranza in consiglio comunale.

A seguire il comunicato stampa di Prima Parma - Territorio & Autonomia

Consiglieri di Minoranza. .. se ci siete battete un colpo!

Noi parmigiani, quandanche non impegnati direttamente in politica, non abbiamo proprio il sentore della presenza dei Consiglieri di Minoranza in Consiglio Comunale, eccezion fatta per qualche sparuto e poco incisivo intervento a volte anche solo opportunistico.

Fotografia del Consiglio Comunale: Maggioranza - sindaco in primis, più impegnati a salvare la faccia anche sfruttando l'impatto mediatico del M5S a livelli nazionale che desiderosi di risolvere situazioni al limite. Minoranza assolutamente priva sia di una linea politica che di progetti operativi, capace di sfruttare scelte infelici dei vari assessori (per loro fortuna hanno molto materiale a disposizione!) o di vestire gli abiti di angeli custodi di cittadini in difficoltà ... senza peraltro risolvere nulla !!!
È ben vero che ormai la politica a Parma non appartiene più al Consiglio Comunale ma ai singoli cittadini, alle associazioni ed ai nuovi movimenti politici che avranno l'ardito compito di lavorare con costanza, onesta e senso etico; perchè solo così sarà possibile riprendere a CRESCERE
Solo riportando i cittadini ad essere protagonisti dei progetti della città considerando la qualità della loro vita come elemento essenziale e prioritario (e per qualità della vita, parliamo di casa, lavoro, scuola, disabili, ecc.) rispetto a tutto il resto, ridaremo loro fiducia nelle istituzioni e negli amministratori.

Noi di Prima Parma - Territorio & Autonomia vogliamo riportare la nostra città a quel ruolo di protagonista che le compete per storia e cultura; un ruolo quasi raggiunto anni fa, perso poi per i fatti a tutti noti ...
Faremo anche di più; vigileremo sulla correttezza ed opportunità delle scelte dell'attuale amministrazione (es. Nomina di Giorgi a Direttore Generale...) non credendo più da tempo nel lavoro della maggioranza ma neppure in quello della Minoranza che, ahimè, tanto parla ma nulla fa!

Cecilia Zanacca
Prima Parma - Territorio & Autonomia

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Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 35 30 agosto 2015 - (in allegato il formato pdf scaricabile)
SOMMARIO
1.1 editoriale Ma quale ripresa, ci siam mangiati sin e collane della nonna
3.1 cereali Il crollo delle borse trascina le commodities.
4.1 Lattiero caseario Crollo del Burro, tengono Grana e Parmigiano.
5.1 mais e soia Mais e Soia dati previsionali 2015-2016
6.1 Bufale e social Ancora discredito sulla pasta Barilla
7.1 quote latte Quote latte, Agea ha provveduto alla quantificazione delle restituzioni per l'ultima campagna
8.1 emilia romagna Miele, 467 mila euro per gli apicoltori dell'Emilia-Romagna
8.2 immigrazione Expo: dai campi profughi ai campi coltivati, Cia: un progetto di cooperazione mondiale
8.3 quote latte Quote latte: nuove disposizioni di Agea sulle fideiussioni
9.1 pomodoro Pomodoro 2015, nel segno della qualità
9.2 ambiente Emilia Romagna. In arrivo 9 milioni per rimuovere l'amianto nelle imprese
10.1 dissesto idrogeologico Dalla Regione 100 milioni per il dissesto idrogeologico
11.1 promozioni "vino" e partners

Cibus 35 30ago15 COP

Ripresa, "I segnali ci sono e vanno colti", dice Renzi. Una ripresa ci sarà pure, diciamo noi, ma nessuno la vede. Più dell'ottimismo occorre una gran dote di fantasia per leggere i segnali positivi. Se poi i dati da interpretare sono quelli del lavoro, dobbiamo aggiungere i dubbi sulla correttezza delle fonti.

di Lamberto Colla - Parma, 30 agosto 2015 -
Renzi: "Abbiamo una cornice complicata, ma la ripresa c'è": "I segnali ci sono e vanno colti".

Sono per caso i dati dell'occupazione che dovrebbero mettere il buonumore, diffusi il 25 agosto e rettificati, nientepopodimeno che dimezzati, il giorno successivo? O forse dovremmo brindare al prossimo aumento dell'aliquota iva (25,5%) che darà il definitivo colpo di grazia ai consumi e alla ripresa economica?

C'è poco da essere ottimisti, le uniche promesse che siamo sicuri verranno mantenute riguarderanno l'imposizione fiscale che, di governo in governo, è sempre cresciuta, fatto salvo il periodo berlusconiano. L'unica condizione che potrebbe fare sfumare l'introduzione automatica relativa all'incremento dell'aliquota iva (introdotta nella legge di stabilità 2015) sarebbe l'attuazione di una drastica riduzione delle spese (spending review) o una forte ripresa economica.

fisco gde

Considerato che i segnali della ripresa sono debolissimi - l'OCSE ha calcolato che nel secondo trimestre il pil dell'Italia è salito di appena lo 0,2% - e che di spending review non se ne sente più parlare da quando Cottarelli se ne è tornato al suo ufficio del FMI in quel di New York, ecco che, non può essere diversamente, la definitiva botta ai consumi e di conseguenza all'occupazione, verrà con gli scatti delle aliquote Iva programmate.
Forse per addolcire la pillola o forse per eccesso di protagonismo, dal palco di CL Renzi è tornato a promettere un riduzione delle tasse e soprattutto l'eliminazione di quelle sulla casa per tutti.

Il tempo di un panino e il Premier è stato prontamente sbugiardato dal ministro Padoan. Così, sempre dal palco del Meeting di Rimini, il ministro, senza ma e senza se, ha richiamato il Premier alla realtà sottolineando che, in merito alla prospettata ipotesi renziana di tagliare le tasse sulla casa per tutti, «per essere credibili bisogna tagliare la spesa».

Una pugnalata alla schiena ma è, purtroppo, la sacrosanta realtà.

Il tempo sta per scadere e la bomba a orologeria sta per esplodere se non verrà disinnescata con la spending review. L'aumento dell'Iva sarà automatico, ossia non saranno necessarie né nuove norme, né decreti, provvedimenti o quant'altro per consentire al governo di valersi di tale clausola di salvaguardia. Clausola di salvaguardia, voluta dall'UE, da applicarsi nel caso in cui non si fosse dato seguito alla revisione della spesa pubblica.

Dunque, se tutto rimarrà così com'è, tra circa 4 mesi scatterà il primo dei tre aumenti programmati. In particolare: dal 10 al 12% nel 2016, al 13% nel 2017 e dal 22 al 24% nel 2016, al 25% nel 2017 ed al 25,5% nel 2018.

Tutto questo è certo, scritto, certificato e sottoscritto.
Difficile che nel corso dell'imminente autunno si riesca a pianificare una riduzione di circa 20 miliardi. L'obiettivo complessivo di 32 miliardi (pari al 2% del PIL) avrebbe dovuto completarsi con la ripresa economica e da realizzarsi nel periodo 2014-2016.
Orbene il 2014 è trascorso e il 2015 sta finendo. I consumi stagnano e la ripresa misura 0,2%. Dei tagli alla spesa pubblica non v'è segnale. Il risultato perciò sarà la deflagrazione dell'Iva al 24% dal 1 gennaio 2016.

Sul fronte occupazionale non è che stia andando benissimo nemmeno lì.
Gli effetti delle manovre (alleggerimento della contribuzione, jobs act e il programma Garanzia Giovani) messe in campo dal Ministero del Lavoro stentano a manifestarsi.

I conti non tornano e il Ministero del Lavoro, come sopra anticipato, ha dovuto correggere i dati sul numero dei contratti resi noti il giorno precedente dopo che ad accorgersi dell'errore erano stati "Il Manifesto" e "Repubblica", perché quelli su cessazioni, collaborazioni e apprendistato erano stati calcolati male. In conclusione il numero dei contratti aggiuntivi a tempo indeterminato è stato dimezzato passando da 630.585 a 327.758 rispetto allo stesso periodo del 2014 (gennaio- luglio). Un insieme di valori che comprende anche le stabilizzazioni, favorite dagli sgravi contributivi concessi da gennaio al datore di lavoro che trasforma un contratto a tempo determinato in un contratto a tempo indeterminato.
Non si può negare che un effetto positivo non ci sa stato, ma i numeri sono ancora irrisori.

E non potrebbe essere diversamente considerato che l'occupazione c'è se c'è lavoro e se c'è lavoro c'è consumo.
Invece i consumi stagnano nonostante tutto.
Nonostante che per restare a galla molte famiglie abbiano fatto incetta di ogni catenina, anelli, orecchini sparsi nei cassetti di casa e venduti ai vari "compro oro" e similari cresciuti come funghi in tutta la penisola. Ma anche le medagliette d'oro della cresima sono finite e i gli stessi negozi, sorti sull'onda della crisi, stanno chiudendo. Dei 35.000 che erano nel 2011 sono rimasti circa 20.000 e a detta di Oroitaly, l'associazione nazionale che associa tutta la filiera orafa di alta qualità dagli artigiani, alle piccole e medie imprese del settore, dai grossisti ai negozi di gioielleria, "gli italiani hanno esaurito il loro 'tesoretto - afferma all'Adnkronos Gianni Lepre, segretario generale di Oroitaly - hanno venduto tutto quello che avevano, compresi i gioielli che avevano in casa".

E' un'ulteriore segnale che la difficoltà è distribuita sul territorio e prende sempre più in largo. Ogni intervento attuato oggi dal Goerno sarebbe in ritardo ma meglio di niente; salviamo il salvabile.

Quello che penso è che il conto alla rovescia è quasi al termine e andrà a termine perché le istituzioni sono nella più totale confusione.

La farsa del funerale di Vittorio Casamonica ne è l'emblema.
Con l'isis alle porte fa venire i brividi pensare che un elicottero sia riuscito a sorvolare Roma spargendo petali rossi.

Ma il siparietto più brutto è stato offerto proprio dai vertici delle istituzioni. Un coro di "non siamo stati avvertiti", "non sapevamo" che lascia perplessi sulle loro capacità ma anche sulla dignità di chi rappresenta quelle istituzioni, statali, periferiche e locali che siano.

Finora a farne le spese è stato solo l'elicotterista ma credo che l'elenco dei signori da "decapitare" sia lungo anche se, come è probabile, oltre al commissariamento del Municipio di Ostia non si andrà e l'elicotterista, vista la sua perizia, verrà assunto da qualche corpo speciale.

Caro Renzi, c'è ben poco da brindare!

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A seguire il comunicato stampa pervenuto dall'avvocato Massimo Rutigliano. "PIZZAROTTI – GIORGI E PD!!! " Nei giorni scorsi sulla stampa locale è apparsa la notizia che il dott. Marco Giorgi, attuale Presidente di ASP di Parma, sarebbe stato nominato quale nuovo Direttore Generale del Comune di Parma.

Due riflessioni:
A) sono convinto che tale nomina sia avvenuta quantomeno in violazione dell'art. 4 D.L.vo n. 39/2013 posto che ASP, stando al bilancio al 31/12/2014, ha ricevuto finanziamenti dal Comune di Parma quale contributo "per le spese di funzionamento generali aziendali". Dubito che tale fondamentale circostanza sia stata adeguatamente valutata e portata a conoscenza di chi dovrebbe aver esaminato la questione.
Le conseguenze sono molto gravi e sono certo che il Responsabile Anticorruzione del Comune di Parma vigilerà al riguardo. In ogni caso la sottoporrò direttamente anche all'Autorita' anti corruzione presieduta dal dott. Cantone ed alla Corte dei Conti;

B) quale iscritto al PD mi auguro che si sia trattato di una mera (quanto – ma solo sul piano personale - legittima) ambizione del dott. Giorgi e non già di un tentativo di inciucio di una parte del PD con l'ormai ex 5S Sindaco Pizzarotti che, resosi conto della sua totale inadeguatezza quale amministratore (anche se all'esterno cerca di vanitosamente raccontare il contrario), stà cercando in tanti modi di trovarsi una qualche nuova collocazione, evidentemente ritenendo che il suo "genio" non meriti di tornare al suo precedente lavoro.
Senonchè un tale tentativo di inciucio sarebbe una delle operazioni politiche più stupide che chi lo volesse praticare potrebbe compiere (indipendentemente da ipotetiche induzioni in errore extra comunali).

Ritengo che tale operazione sarebbe gravemente stupida in quanto:
1) la politica è fatta di confronto di idee e non di giochini (ancor più se giocati da pessimi giocatori) la cui perpetuazione ha portato le persone ad allontanarsi dalla politica (le percentuali dei votanti lo confermano, così come lo confermano i voti in favore di movimenti politici di protesta che, però, alla resa dei conti, una volta conquistato il "potere", hanno manifestato la loro incapacità di amministrare e la loro piena capacità di "banchettare" a spese della collettività. Ci ricordiamo il cerchio magico di Bossi, maestro di Salvini?);
2) Federico Pizzarotti, politicamente parlando, è ormai un sorridente "cadavere che cammina". Camminare con un cadavere è vivamente sconsigliato;
3) Il consenso si conquista con le idee e la capacità di amministrare, non con altro. Il Sindaco, purtroppo per Parma, queste qualità ha dimostrato di non possedere;
4) Il PD ha l'obbligo di presentare alla città un programma serio e realistico, aprendosi al contributo ed alla partecipazione delle persone che hanno davvero a cuore l'interesse della città.
Se questo non dovesse accadere (ma il PD della città di Parma stà operando proprio in questo modo, a partire dalla lodevole iniziativa ParMap) altre, più amare e piu drastiche non potranno che essere le riflessioni e le scelte.
Parma, 26 agosto 2015
Massimo Rutigliano

Pubblicato in Politica Parma
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