A Parma un convegno dedicato alla cultura del vino e dell’olio
Si è tenuta nella Biblioteca Monastica dei Padri Benedettini della Chiesa di San Giovanni Evangelista a Parma il convegno dedicato alla Giornata Nazionale della Cultura del Vino e dell’Olio organizzato da AIS – Associazione Italiana Sommelier e moderato da Antonietta Mazzeo, sommelier AIS, editorialista affiliato alla stampa specializzata Arga/Unaga e tecnico esperto in oli d’oliva vergini ed extravergini.
L’evento, patrocinato dalla Regione Emilia-Romagna e dal Comune di Parma, è stato introdotto da Annalisa Barison – Presidente AIS Emilia – che ha ricordato come il divulgare cultura rientri tra le mission dell’associazione, in particolare con progetti formativi rivolti alle nuove generazioni, e dall’Assessore al Turismo del Comune di Parma Cristiano Casa, che ha sottolineato come la città di Parma abbia una forte cultura enogastronomica e sia un territorio aperto a molteplici iniziative, realizzate anche grazie alla collaborazione con l’AIS.
Il convegno è entrato nel vivo con l’intervento di Antonio Iaderosa, ispettore e funzionario del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali MIPAAF. Tra le attività svolte dal ministero rientra la repressione delle frodi alimentari e la tutela della qualità dei prodotti, dal controllo delle etichettature, alle azioni contro le contraffazioni e l’italian sounding anche attraverso accordi con le principali piattaforme di commercio elettronico, tipo Ebay, Amazon, Alibaba, ecc... Stiamo vivendo un momento di grande evoluzione in ambito alimentare che vede l’introduzione di nuovi cibi come gli insetti e di un forte incremento dell’export nel comparto agroalimentare con un progressivo passaggio da un approccio di filiera ad un approccio sistemico.
Anna Maria Compiani, delegata AIS di Parma, ha parlato del progetto di ricerca sulla Malvasia di Candia che ha portato alla pubblicazione di un libro dal titolo “La Malvasia di Parma”, mentre il prof. Andrea Fabbri, agronomo e docente del Dipartimento di Scienze degli Alimenti dell’Università di Parma, ha illustrato il panorama delle proposte formative in Italia e all’estero specifico per lo studio delle olive e degli oli e ha spiegato che dalla ricerca sulle antiche varietà un tempo presenti in territorio parmense, oggi parzialmente reintrodotte, si può ottenere un olio di ottima qualità, che andrebbe valorizzato investendo maggiormente in questo settore dalle forti potenzialità ancora inespresse.
Il Consorzio per la tutela dei Vini dei Colli di Parma consta di 45 soci tra produttori e cantine, ha spiegato il Presidente Maurizio Dodi, con un’estensione di 500 ettari rispetto agli 8000 ettari dei vicini piacentini. Il parmense è una realtà produttiva molto limitata destinata a rimanere piccola a causa delle attuali leggi che impediscono l’ampliamento dei terreni impiegati per la viticoltura. Oltre alla Malvasia, nel parmense si coltiva il lambrusco Maestri, che rappresenta la migliore varietà di lambrusco sul territorio e molte aziende sono diventate biologiche con vigneti sempre più accoglienti, ideali per passeggiate e tempo libero, con cantine aperte e degustazioni in loco, che servono a far conoscere e apprezzare l'enogastronomia tipica del territorio.
Massimiliano Carpanese, proprietario di Parma Menù, ha raccontato l’esperienza dell’azienda di famiglia, da salumieri, a imprenditori della ristorazione, fino ad arrivare a produttori di un lambrusco Maestri fermo che ha ottenuto la Dop, di una birra realizzata con grani antichi e prossimamente anche di un olio extra vergine di oliva, all'interno di un progetto che include anche la produzione di olive in salamoia con il sale autoctono di Salsomaggiore Terme. Una testimonianza importante che dimostra come tradizione e innovazione siano i fattori su cui puntare per il futuro.
Infine i professori dell’Istituto Agrario di Parma Bocchialini - Gloria Fiorino, Andrea Anselmi e Mattia Toscani – hanno illustrato i progetti formativi per gli studenti realizzati in collaborazione con le associazioni e gli enti territoriali di riferimento, come i Consorzi, i Musei del Cibo e la stessa AIS, che hanno portato tra gli altri alla creazione dell’attività imprenditoriale Food Farm 4.0 e della linea di prodotti in vendita con il marchio “Bontà di Parma”.