E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat in occasione dell'avvio in tutta Italia della stagione dei saldi. Gli acquisti di vestiti e di calzature sono scesi del 10 per cento in un anno e sono tra quelli che hanno subito i maggiori tagli per effetto della crisi che – sottolinea la Coldiretti - è arrivata addirittura a colpire le spese per l'alimentazione che sono scese a 468 euro per famiglia con una riduzione del 2 per cento. Tra le spese non alimentari - continua la Coldiretti - non cala la quota destinata all'abitazione mentre addirittura aumentano quelle per l'energia ed i trasporti. Nell'alimentare se da un lato rimane abbastanza stabile la distribuzione del budget tra le diverse categorie di prodotto come pasta, carne, ortofrutta e latte, dall'altro aumenta notevolmente - afferma la Coldiretti - la percentuale di coloro che non risparmia solo su quantità ma anche sulla qualità che passa dal 53,6 al 62,3 per cento. A differenza di quanto è accaduto per tutti gli altri settori - sottolinea la Coldiretti -, dall'abbigliamento alle automobili, in cui gli italiani hanno rinunciato agli acquisti, per l'alimentare, che va in tavola tutti i giorni, questo non è possibile, almeno oltre un certo limite, ma si sta verificando un sensibile spostamento verso i prodotti a basso costo. Il risultato è che in Italia il cibo low cost è l'unico settore a registrare un aumento delle vendite per effetto della crisi ma anche - precisa la Coldiretti - nel primo trimestre del 2013 sono aumentati del 26 per cento gli allarmi alimentari, rispetto allo stesso periodo di cinque anni fa, prima dell'inizio della crisi. Dietro questi prodotti - conclude la Coldiretti - spesso si nascondono infatti ricette modificate, l'uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi che bisogna verificare con attenzione perché sul cibo oltre un certo limite non è possibile risparmiare senza mettere a rischio la salute.