Domenica, 14 Luglio 2013 09:39

Saldi: Coldiretti, spesa abbigliamento e scarpe al minimo da 15 anni In evidenza

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Roma,  luglio 2013 – La spesa per abbigliamento e calzature è scesa al minimo da oltre 15 anni per un valore di appena 121 euro al mese per famiglia che rappresenta il 6,2 per cento del totale non alimentare speso nel 2012.

E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat in occasione dell'avvio in tutta Italia della stagione dei saldi. Gli acquisti di vestiti e di calzature sono scesi del 10 per cento in un anno e sono tra quelli che hanno subito i maggiori tagli per effetto della crisi che – sottolinea la Coldiretti - è arrivata addirittura a colpire le spese per l'alimentazione che sono scese a 468 euro per famiglia con una riduzione del 2 per cento. Tra le spese non alimentari - continua la Coldiretti -  non cala la quota destinata all'abitazione mentre addirittura aumentano quelle per l'energia ed i trasporti. Nell'alimentare se da un lato rimane abbastanza stabile la distribuzione del budget tra le diverse categorie di prodotto come pasta, carne, ortofrutta e latte, dall'altro aumenta notevolmente - afferma la Coldiretti - la percentuale di coloro che non risparmia solo su quantità ma anche sulla qualità che passa dal 53,6 al 62,3 per cento. A differenza di quanto è accaduto per tutti gli altri settori - sottolinea la Coldiretti -, dall'abbigliamento alle automobili, in cui gli italiani hanno rinunciato agli acquisti, per l'alimentare, che va in tavola tutti i giorni, questo non è possibile, almeno oltre un certo limite, ma si sta verificando un sensibile spostamento verso i prodotti a basso costo. Il risultato è che in Italia il cibo low cost è l'unico settore a registrare un aumento delle vendite per effetto della crisi ma anche - precisa la Coldiretti - nel primo trimestre del 2013 sono aumentati del 26 per cento gli allarmi alimentari, rispetto allo stesso periodo di cinque anni fa, prima dell'inizio della crisi. Dietro questi prodotti - conclude la Coldiretti - spesso si nascondono infatti ricette modificate, l'uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi che bisogna verificare con attenzione perché sul cibo oltre un certo limite non è possibile risparmiare senza mettere a rischio la salute.

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