Cosa sono i vini bio? Gli appuntamenti di Vinitaly aperti agli addetti e a chi vuol conoscere e investire. Saloni specializzati e un seminario-degustazione per spiegare cosa sono, come sono e come si vendono i vini di nuova generazione.
di Alessandra Ardito - Parma, 11 marzo 2015 –
Il vino certificato bio convince. E diventa un primato tutto italiano.
Frutto di un'attenzione per il territorio, piace sempre più sui mercati internazionali.
Spesso è il risultato dell'opera laboriosa di piccole, piccolissime cantine più conosciute all'estero che nel proprio Paese.
A Vinitaly, in programma a Verona dal 22 al 25 marzo, si parlerà di un amore esploso negli ultimi anni per produzioni enologiche sane e convincenti.
Due saloni specializzati, Vinitalybio e Vivit, e quest'anno, per la prima volta, una collettiva Fivi faranno un po' di chiarezza sui prodotti bio del mercato vitivinicolo mentre il seminario 'The Good, the Bad and the Ugly of Artisanal Wines', organizzato dalla Vinitaly International Academy, definirà cosa sono e come si qualificano – anche dal punto di vista commerciale sui diversi mercati – le varie tipologie di prodotto.
Immancabile e necessaria, al termine degli incontri, una degustazione di vini italiani ed esteri per capire il valore organolettico dei vini artigianali, in crescita anche dal punto di vista qualitativo. Perché i vini biologici rappresentano in Italia - primo produttore europeo - ormai l'11% della superficie vitata e una produzione potenziale di 5 milioni di quintali di uva da vino, con un peso di oltre il 7% sul totale nazionale. Numeri poco incisivi, ma pure in aumento, invece, per i vini naturali, che rappresentano un mondo difficile da circoscrivere.
Nel contesto di un progetto di valorizzazione di questo mercato in espansione e di comprensione delle normative vigenti, Federbio ha organizzato anche il convegno 'La revisione della normativa sul vino biologico. Il comparto si confronta'. L'incontro ha lo scopo di avviare un percorso di ampia consultazione tra tutti gli attori del comparto vitivinicolo italiano, al fine di porre le basi per alleanze e sinergie con le organizzazioni di altri Paesi europei, a tre anni dall'approvazione del regolamento europeo sulla produzione dei vini biologici. La teoria sarà naturalmente affiancata, all'interno di Vinitalybio, dall'Enoteca bio, che mette in degustazione tutti i vini biologici delle oltre 220 cantine che li propongono a Vinitaly.
Vivit sarà invece la vetrina dei vini artigianali, frutto del lavoro di quei produttori che si riconoscono nell'autenticità di un territorio e nella individualità. Oltre 120 le cantine presenti, provenienti oltre che dall'Italia da Gran Bretagna, Francia, Germania, Austria e Slovenia. Una collettiva di 56 aziende vitivinicole aderenti alla Fivi (Federazione italiana vignaioli indipendenti) affiancherà gli incontri.
La Fivi è un'associazione di aziende vitivinicole (convenzionali, biologiche e biodinamiche) che svolgono al loro interno tutto il ciclo dalla raccolta dell'uva alla commercializzazione del vino prodotto con le proprie uve, con lo scopo di rappresentare la figura del viticoltore di fronte alle istituzioni, promuovendo la qualità e l'autenticità dei vini italiani.
A conclusione del focus di Vinitaly, 'The Good, the Bad and the Ugly of Artisanal Wines' sarà l'appuntamento degustativo per chi è scettico nei confronti di concetti come artigianalità e 'startigianalità' nel mondo del vino, anche quando si tratta di grandi aziende. E' molto spontaneo, infatti, chiedersi se solo coloro che si sporcano le mani in vigna tutti i giorni con piccole produzione possano godere di questa definizione e se i vini non biologici possano essere anch'essi artigianali.
A parlarne, ancora una volta, grandi esperti del mondo del vino italiano e internazionale .
I lavori si chiuderanno con una speciale degustazione guidata di otto tra vini italiani ed esteri, di produttori famosissimi in tutto il mondo, dall'italiano Gulfi (espositore di Vinitaly) al francese Leroy.