In attesa della definizione degli accordi pluriennali tra Cina e USA e della pubblicazione di dati USDA (questa sera) il mercato delle materie prime si mantiene ancora su prezzi "popolari".
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 23 settembre 2015 -
Dopo la leggera spinta "emotiva" a risalire di venerdi scorso (25/9), dovuto probabilmente agli accordi in via di definizione tra Cina e Russia, il mercato delle materie prime non ha mostrato ulteriori segnali in questo primo inizio di settimana in attesa dei dati USDA.
Indicatori internazionali 30 settembre 2015
l'Indice dei noli è leggermente sceso a 926 punti, il petrolio staziona attorno a 45 dollari al barile e il cambio ha subito una leggera flessione positiva salendo a 1,1232.
In generale i prezzi stazionano ancora sul fondo per effetto delle varie tempeste finanziarie e a meno di sorprese provenienti dalla pubblicazione dei dati USDA gli operatori non si attendono, almeno nel breve periodo, aumenti significativi. (vedi grafici frumento e Soia anche in galleria immagini)
Mercato interno
Gli oleifici stanno operando per comprime il prezzo del seme di soia arrivando a offrire 325€/ton arrivo agli impianti per merce pronta secca.
Mercati sempre calmi per le proteine. La farina di soia proteica è stata trattata, su tutto il 2016, a 345 euro partenza al porto di Ravenna mentre la normale a 338 euro partenza dal porto di Venezia.
Il mercato delle bioenergie continua a muoversi sul Mais e suoi derivati dove però i venditori stanno assumendo un atteggiamento rialzista e la platea del rifiuto riguarda più i casi di DON invece delle Aflatossine.
(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
Officina Commerciale Commodities srl - Milano
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Listini in salute per il burro e le altre materie grasse. Inalterati i prezzi dei formaggi duri che continuano a soffrire della stagnazione dei consumi interni. Lievissimo rimbalzo per il latte spot limitatamente a quello di provenienza estera.
Di Virgilio. Parma 30 settembre 2015
LATTE SPOT Arresto del prezzo del latte spot. Solo un lieve rimbalzo è da segnalare per il latte pastorizzato spot di provenienza estera (+0,75%). In particolare il latte crudo spot nazionale è fermo nell'intervallo compreso tra 36,09 e 37,12€/100 litri di latte mentre lo spot pastorizzato estero con l'incremento registrato si colloca tra 34,02 e 35,05 €/100 litri latte.
BURRO E PANNA Listini del burro ancora in ascesa. Sette centesimi guadagnati da tutti i listini milanesi. +4,35% (1,20€/kg) anche per lo zangolato parmense con la prospettiva di un nuovo aumento sensibile nella prossima seduta di venerdì in considerazione della replica registrata ieri mattina alla borsa reggiana (1,27€/kg). Al galoppo invece da diverse settimane il listino della Crema di Latte contrattata a Milano che guadagna altri 6 centesimi (1,58€/kg) e analogamente la panna di centrifuga veronese prosegue la risalita seppure con un leggero distacco (1,50-1,55€/kg)
Borsa di Milano 28 settembre:
BURRO CEE: 2,67€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,87€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,87€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,67€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE: 1,58€/Kg.
Borsa Verona 28 settembre:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,50-1,55 €/Kg.
Borsa di Parma 25 settembre:
BURRO ZANGOLATO: 1,20€/kg.
Borsa di Reggio Emilia 29 settembre
BURRO ZANGOLATO: 1,27 1,27€/kg.
GRANA PADANO Ancora nessuna variazione ha riguardato i listini del Grano Padano.
Nello specifico i listini milanesi hanno confermato la forbice compresa tra 6,30 e 6,40 €/kg per la quotazione del 9 mesi e tra 7,05 e 7,70 è l'intervallo di prezzo per il 15 mesi d'invecchiamento.
PARMIGIANO REGGIANO La flessione registrata a metà estate non è ancora stata colmata e i prezzi del Parmigiano Reggiano stagnano. Confermati quindi i prezzi alla piazza di Parma che lo lo scorso 18 settembre ha registrato l'intervallo 7,40-7,75€/kg relativamente al 12 mesi di stagionatura e tra 8,45 e 8,80€/kg per il 24 mesi d'invecchiamento.
(Grafici CLAL in fondo pagina)
Quali prospettive per il Parmigiano Reggiano? Se ne è discusso a Noceto (Parma) con il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano Giuseppe Alai e la Vice Presidente Monica Venturini. A tappe forzate verso la modifica del disciplinare per fronteggiare il prossimo decennio.
di Lamberto Colla Noceto (PR), 29 settembre 2015
Il settore lattiero caseario sta attraversando una delicata fase di transizione compresso come è dalla contrazione dei consumi interni e dalla liberalizzazione a seguito della fine del regime delle quote latte.
Il Parmigiano Reggiano non si sottrae alla crisi che coinvolge l'intero settore ma può, anzi deve, trovare la strada in grado di riportarlo a emergere attraverso l'inasprimento dei contenuti qualitativi e distintivi del prodotto.
E' questo, in breve sintesi, il pensiero espresso dal Presidente Giuseppe Alai in occasione del convegno organizzato dal Centro di Consulenza Agriverde lo scorso martedi 29 settembre.
Quali prospettive per il futuro? E' la domanda che si pongono gli allevatori del comprensorio e che è stata girata ai massimi vertici del Consorzio Giuseppe Alai e Monica Venturini, presidente e vicepresidente rispettivamente, dal rappresentante di Agriverde, Mauro Scaccaglia il quale, introducendo i temi del convegno, ha voluto aggiungere altri argomenti caldi come l'utilizzo del robot di mungitura e la sua finanziabilità nell'ambito del Piano di Sviluppo Rurale.
A rispondere a questi ultimi interrogativi è stata Monica Venturini sottolinenando che "stante al disciplinare attuale non vi è uno specifico divieto all'utilizzo del Robot di mungitura salvo il fatto di rimanere nell'arco temporale delle 4 ore di mungitura e delle 2 ore di trasporto". Si apre invece, secondo la dirigente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, il tema della economicità e a tal riguardo invita gli allevatori a fare bene i conti. "da più parti del territorio, prosegue Monica Venturini, viene la richiesta di utilizzare il "robot" per poter fare un minor ricorso alla manodopera ma ad oggi non abbiamo studi concreti per affermare con sicurezza che la tecnologia sia da favorire o meno." Per quanto concerne la finanziabilità dell'impianto attraverso il PSR, secondo la vice presidente, non sussistono delle specifiche limitazioni e perciò "potete fare domanda di finanziamento ma attenzione ai conti perché è un impianto che mi dicono vada bene per le medie stalle quelle da 60-65 vacche".
Se dalla tecnologia potrebbe giungere un'aiutino alla economicità del processo produttivo è invece dal miglior posizionamento di mercato del prodotto che deve derivare quella quota di marginalità in grado di garantire la redditività d'impresa e il rinnovamento del disciplinare di produzione del "Parmigiano", in discussione in questi ultimi mesi, potrà dare nuovo impulso positivo sia al tema connesso ai costi di produzione sia al miglior posizionamento e affermazione del prodotto sui mercati di riferimento.
Sull'argomento è perciò chiamato a intervenire il Presidente Giuseppe Alai il quale, ancor prima di entrare nel cuore degli argomenti coglie l'occasione di una platea composta prevalentemente da operatori della filiera per fare chiarezza in merito a quattro argomenti molto dibattuti fuori dalle sedi istituzionali.
Una premessa indispensabile - anticipa Alai - per fare chiarezza e si comprenda la verità su alcune questioni di moda in questo periodo "senza girare intorno agli argomenti ma in modo aperto e chiaro e che sono: la promozione che fa il consorzio e perché si vede sempre il Grana Padano? La "pubblicità gratuita" di Pornhub, perché il sugo Barilla porta il Grana Padano e non il Parmigiano Reggiano e infine perché il consumo è solo nelle zone d'origine e nelle regioni limitrofe. Per il primo argomento la differenza la fa la disponibilità di risorse, 40 milioni del Grana Padano contro i 20 del consorzio".
I dati illustrati da Alai sono, come dallo stesso evidenziato, facilmente rintracciabili su internet nel sito del Grana Padano. Dati dai quali si evince che la possibilità di investimento sul territorio nazionale è di 1 a 5 nonostante entrambi i consorzi sostengano spese di funzionamento per 9 milioni e 5 milioni di promozione sull'estero. La differenza la fanno i 18 milioni che il Grana Padano acquisisce dalla marchiatura differenziata quindi dalle sanzioni per la maggiore produzione.
Entrando nel secondo argomento caldo, ovvero la pubblicità derivata dallo spot di Pornhub, la questione riguarda l'utilizzo del marchio non autorizzato mentre nulla di osceno è stato mostrato. "Oggi quello spot, sottolinea Alai, è visibile su tutti i siti internet ma nella sua limpidezza dove si vede questo signore che paragona la qualità premium del sito pubblicizzato come lo è il Parmigiano Reggiano nel suo settore. Terzo elemento caldo dicevamo è il sugo Barilla. Noi ci siamo dati una regola ben precisa per autorizzare l'esposizione del parmigiano reggiano in etichetta. Occorre che vengano rispettate due condizioni: che vi sia almeno il 4% sul peso complessivo e che sia l'unico formaggio utilizzato." Venendo infine all'ultimo argomento "fuori tema" il presidente, dati Nielsen alla mano, smentisce il luogo comune che il Parmigiano Reggiano sia consumato solo in zone limitate della penisola. Anzi la distribuzione è invece molto omogenea e non vi è un'area Nielsen che non abbia una copertura inferiore al 20% con punte del 28% e del 23% nelle isole.
Esauriti quindi questi argomenti di corollario il presidente entra nella illustrazione degli elementi in discussione nel travagliato percorso che sta conducendo alla modifica del disciplinare di produzione.
"Nel caso nostro - sottolinea Alai - deve rimanere saldissimo il legame con il territorio e la differenziazione dagli altri prodotti."
La qualità perciò come valore distintivo e in questa ottica anche la temperatura contribuisce a qualificare il Parmigiano Reggiano. Vero è che il processo di caseificazione va ugualmente a buon fine anche a temperature inferiori ai 18 gradi come alcuni operatori sostengono ma, secondo gli esperti interpellati dal Consorzio, sotto ai 18 gradi la carica batterica mesofila, quella ritenuta utile a generare i fattori di tipicità del parmigiano reggiano, viene compromessa abbattendo perciò il tasso di distintività e tipicità del prodotto.
Altro elemento in discussione è la gestione dei magazzini che deve essere migliorata.
Molto si sta discutendo sullo dibattuta sbiancato e la possibiità che sia oggetto di ritiro e destinato al consumo fresco. Una decisione che si lega a doppio filo anche all'ultimo tassello in discussione e che riguarda i controlli in grattugia. Alcuni vorrebbero che vi fossero dei controlli diretti in fase di lavorazione sui 27 centri di grattugia oggi presenti sul territorio, cosa che comporterebbe l'assunzione di 54 addetti e un costo di oltre 2 milioni di euro, altri invece che i controlli avvenissero sul prodotto grattugiato. Attraverso l'analisi degli isotopi, della lisozima e altri indicatori, si sarebbe in grado di intercettare le composizioni che non rispettano disciplinare. Unico neo sarebbe rappresentato dallo sbiancato che non potrebbe essere individuato per effetto della familiarità con il Parmigiano Reggiano ed è questo un motivo in più a sostegno di coloro che propendono verso le tesi del ritiro di questa particolare tipologia merceologica.
A conclusione del convegno intervengono il Vicesindaco Desolina Bizzi e il Sindaco di Noceto Fabio Fecci i quali, oltre ai saluti di rito, invitano a investire su questa pregiatissima produzione così fortemente radicata anche nel comune nocetano. Compatibilmente con le sempre più limitate possibilità di erogazione dovute al patto di stabilità che blocca le spese anche a quelle amministrazioni che hanno le risorse in cassa (2,4 milioni disponibili ma non utilizzabili dal comune di Noceto) l'amministrazione comunale è disponibile a affiancarsi alle iniziative in grado di promuovere la qualità del Parmigiano e perciò vedrebbero bene un maggior coinvolgimento del Consorzio del Parmigiano Reggiano nella splendida e partecipata corsa Farm Run che ha avuto il battesimo lo scorso agosto a Noceto.
L'1 e il 2 ottobre nella Piazzetta della Regione ben 17 imprese artigiane emiliano romagnole del settore alimentare selezionate nell'ambito delle 5 filiere di prodotto: salumi, formaggi, dolci tipici e paste ripiene, pane. -
Modena, 29 settembre 2015 -
Imprese agroalimentari modenesi a Expo, nell'ambito di "FOOD STORIES", progetto sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna e realizzato, in collaborazione con il Master Comet (Cultura Organizzazione Marketing dell'Enogastronomia Territoriale e del Prodotto Tipico) dell'Università di Parma e con l'Accademia della Cucina per valorizzare la cultura alimentare dell'Emilia Romagna, il suo territorio e le imprese eccellenti della produzione alimentare artigiana.
L'evento si svolgerà nelle giornate del 1 e 2 ottobre e vede la partecipazione di ben 17 imprese artigiane emiliano romagnole del settore alimentare selezionate nell'ambito delle 5 filiere di prodotto: salumi, formaggi, dolci tipici e paste ripiene, pane che rappresentano la tipicità alimentare dell'Emilia-Romagna.
Tra queste imprese tre saranno quelle modenesi: il Salumificio Vecchi di Castelnuovo (lavorazione cotechini e zamponi, prodotti a base di carne cotti e piatti pronti per la ristorazione), il Salumificio Gigi (lavorazione ciccioli, strutto, coppa di testa, pancetta steccata e altri salumi) anch'esso di Castelnuovo, e la Fattoria CA' DANTE di Pelloni, prosciuttificio con prosciutteria a Fanano.
All'interno della Piazzetta EXPO' della Regione Emilia Romagna, saranno organizzate varie iniziative: tavole rotonde, workshop e, attraverso la proiezione di video e interviste agli imprenditori, saranno rappresentati e raccolti i case history dei percorsi eccellenti della produzione artigiana alimentare tipica. Sempre nell'ambito del progetto, sarà realizzata un'App scaricabile gratuitamente per i dispositivi smart, per favorire un'alta usabilità e alte performance degli strumenti, nonché la promozione delle imprese artigiani e del territorio.
L'App fungerà da guida per l'esplorazione del territorio regionale, sia verso le imprese del progetto, sia verso percorsi culturali e sarà veicolata non solo durante l'evento, ma soprattutto, attraverso una campagna nei confronti dei visitatori dell'Expo, degli operatori internazionali specializzati e degli influencer principali del settore, così da garantire la massima visibilità ai prodotti ed alle lavorazioni al fine di valorizzare la cultura alimentare dell'Emilia Romagna, il suo territorio e le imprese eccellenti della produzione alimentare artigiana. Il progetto intende, poi, intercettare gli orientamenti diffusi intorno a temi di forte interesse quali: cibo e territorio come fonte di identità, il turismo enogastronomico come esperienza, il valore del cibo naturale, l'attenzione all'artigianalità, nonché il piacere di produrre cibo. Inoltre, nel progetto sarà sviluppata un'analisi del settore food sulla base delle tendenze in atto, del rapporto tra l'evoluzione del settore e lo sviluppo dell'economia del territorio.
(Fonte: Ufficio Stampa CNA MO)
Se ne discuterà il prossimo martedi 29 settembre a partire dalle ore 10,00 presso la Sala Civica del Comune di Noceto (PR). Interverranno il Presidente del Parmigiano Reggiano Giuseppe Alai e la Vicepresidente Monica Venturini.
Noceto (PR) - 27 settembre 2015
La crisi che sta travolgendo il settore lattiero caseario nazionale ha coinvolto anche il Formaggio Parmigiano Reggiano.
Misure importanti sono state, per tempo, poste in essere dal Consorzio del Parmigiano Reggiano anche in previsione della della fine del regime delle quote latte, una per tutte l'avvio del progetto delle Quote Formaggio.
Per discutere sulle prospettive future, Agriverde, ha organizzato per il prossimo martedi 29 settembre alle 10,00 presso la Sala Civica di Noceto (Parma) un incontro con il Presidente Giuseppe Alai e la Vice-Presidente Monica Venturini per confrontarsi con gli allevatori e i presidenti dei caseifici.
I temi che verrano dibattuti:
1. Avvio del P.S.R.: quali tecnologie al servizio del Parmigiano Reggiano?
2. Prospettive di mercato del Parmigiano Reggiano
3. Parmigiano Reggiano e salute. Le valutazioni dal convegno recentemente organizzato a Expo 2015
4. dibattito e varie
L'incontro, fa sapere Agriverde, è aperto al pubblico. Martedi 29 settembre alle 10,00 presso la Sala Civica di Noceto (Parma)
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 39 27 settembre 2015 - Cereali, la quiete prima della tempesta? Fiscalità agricola, quanto costerà alle impresa il regalo del Governo? I prezzi agricoli hanno rialzato la cresta in agosto scorso. Mais e soia, le previsioni di settembre. Tedeschi rivisti e (s)corretti.
(in allegato il formato pdf scaricabile)
1.1 editoriale DAS(H) AUTO
3.1 cereali Mercati agricoli. La quiete prima della "tempesta"?
4.1 Lattiero caseario Lieve recupero del burro
5.1 mais e soia mais e soia: previsioni settembre 2015
6.1 Mercati agricoli Ismea. "AgrOsserva" - Speciale secondo trimestre 2015.
7.1 vino Gran finale frizzante a Pianello per il Valtidone Wine Fest
7.2 parmigiano reggiano Quali prospettive per Parmigiano Reggiano
7.3 pomodoro Il Festival del Pomodoro si presenta a Expo 2015
8.1 expo 2015 Expo. Il "World Food Research and Innovation Forum" oltre l'esposizione universale
8.2 fiscalità agricola IMU e Irap, i costi del loro funerale.
9.1 prezzi agricoli Ismea, prezzi agricoli rialzano la testa ad agosto
10.1 promozioni "vino" e partners
Flash update rapporto "AgrOsserva" - Speciale secondo trimestre 2015 e previsioni dell'anno. Quasi il 50% delle imprese si è orientata alla green economy.
Roma, 21 settembre 2015
La proiezione per l'intera annata 2015 resta saldamente positiva per l'agricoltura italiana che, in base alle stime Ismea, potrebbe chiudere il 2015 con un aumento del 3-3,5% del valore reale della produzione (a prezzi costanti) e del 2-2,5% per la stessa variabile calcolata a prezzi correnti.
Lo rivelano Ismea e Unioncamere nel Flash Update di AgrOsserva pubblicato oggi.
Gli elementi finora disponibili e le aspettative sugli sviluppi produttivi da qui a fine anno lasciano prevedere un'evoluzione migliorativa delle dinamiche occupazionali in agricoltura, che chiude il secondo trimestre dell'anno con un incremento del 2% degli occupati, dopo la già positiva performance del 2014 (+1,6%).
L'attesa frenata congiunturale del valore aggiunto agricolo (-1,1% sul primo trimestre 2015) non ha infatti smorzato una dinamica produttiva annuale positiva e in accelerazione (+1,7% il valore aggiunto sul secondo trimestre 2014 vs il più 0,6% tendenziale rilevato nel primo quarto d'anno).
Anche per l'industria alimentare, sottolinea AgrOsserva, la previsione, a tutto il 2015, indica una crescita, seppure moderata, con un aumento dello 0,3% della produzione (a prezzi costanti e al netto degli effetti di calendario) e dell'1,5% del fatturato calcolato ai prezzi ex fabbrica.
L'orientamento positivo delle indicazioni previsionali nell'agroalimentare è ancora principalmente associato a una prospettiva di crescita sostenuta (e in ulteriore accelerazione) delle esportazioni del settore, che nel primo semestre 2015 hanno registrato un incremento dell'8,1% rispetto al corrispondente periodo del 2014, contro il più 6,2% del primo quarto dell'anno. A fine anno è ipotizzabile attendersi un valore delle esportazioni di prodotti agroalimentari attorno ai 37 miliardi di euro, contro i 34,3 miliardi registrati nell'intera annata 2014.
La componente dei consumi resta invece la più fragile, seppure in lento rafforzamento. Nel primo semestre 2015 i dati Ismea-Nielsen sulla spesa delle famiglie italiane in alimenti e bevande indicano un incremento ancora molto modesto: dello 0,1% su base annua (il dato è stato rivisto al rialzo rispetto al meno 0,1% pubblicato nel numero di AgrOsserva di agosto).
Il 2015 potrebbe chiudere comunque con un risultato leggermente migliore. Si prevede a fine anno uno 0,3% di crescita cumulata nei dodici mesi, modesta ma indicativa di un cambio di direzione dei consumi, se confrontata con la dinamica negativa del 2014 (-1%).
Quanto alle dinamiche del credito, lo stock dei prestiti bancari alle imprese del settore primario (tra impieghi vivi, sofferenze e pronti contro termine attivi) ha fatto registrare, a luglio 2015, in base ai dati Banca d'Italia, un incremento dell'1,3% su base annua, portandosi a 44,6 miliardi di euro. L'evoluzione del credito in agricoltura appare ancora in controtendenza con la dinamica generale dei finanziamenti alle imprese che hanno invece subito, sempre in termini di consistenze, una flessione tendenziale a luglio 2015 del 2,3%, scendendo a 903,2 miliardi di euro. La quota dei finanziamenti bancari al settore primario, in rapporto agli impieghi totali destinati alle imprese non finanziarie, resta invariata al 4,9%.
GREEN
Un altro elemento positivo che si evince dal Flash update di AgrOsserva, è il crescente orientamento dell'agricoltura italiana verso modelli di sviluppo più sostenibili. Un'analisi di Unioncamere sul tema della Green economy mostra infatti come quasi la metà delle imprese agricole con dipendenti, negli ultimi tre anni (2012-2014), si sia impegnato nello sviluppo e nell'implementazione di metodi e tecnologie finalizzati alla riduzione dei consumi di energia ed acqua. E anche per il prossimo triennio, 10 aziende su 100 dichiarano di volere realizzare investimenti in tecnologie ambientali.
(fonte ismeaservizi 21 settembre 2015)
"OroRosso". Il festival del Pomodoro, in programma nel primo week end di ottobre a Piacenza si presenta nella splendida cornice di Expo in Piazzetta Piacenza il prossimo martedi 29 settembre.
Piacenza - Approda a Expo 2015, in piazzetta Piacenza, il Festival del Pomodoro in calendario nel primo weekend di ottobre: martedì 29 settembre, alle 12, si terrà infatti nella cornice della kermesse milanese la conferenza stampa di presentazione dell'evento.
Interverranno l'assessora al Commercio Giorgia Buscarini, il presidente della Camera di Commercio Giuseppe Parenti, il direttore generale del Consorzio del Pomodoro Casalasco Costantino Vaia, il presidente di Coldiretti Piacenza Marco Crotti, il presidente del Distretto del Pomodoro Pier Luigi Ferrari, il direttore dell'Unione Commercianti Giovanni Struzzola, il presidente della Fipe Cristian Lertora e, per Sgp Eventi che organizza la manifestazione, Stefano Pelliciardi.
... e a Piacenza la grande Kermesse "OroRosso" continua.
È il pomodoro il grande protagonista di OroRosso, che dal 2 al 4 ottobre 2015, riempirà le vie e le piazze di Piacenza di spettacoli, incontri, ospiti speciali e iniziative golose per celebrare l'eccellenza dell'ingrediente principe della dieta mediterranea.
In passerella non un pomodoro qualunque, ma quello del Nord Italia, che raccoglie nel distretto tra Piacenza, Parma, Cremona, Mantova, Ferrara, Lodi, Alessandria e Pavia il centro nevralgico della produzione di pomodoro per polpe, passate e altri prodotti per l'industria e per il grande mercato italiano e mondiale. Un sistema d'eccellenza che produce e lavora in questo territorio oltre il 50% del pomodoro italiano e che si sviluppa in una rete di circa 50 tra imprese di trasformazione e organizzazioni di produttori, connessi tra loro, dalla raccolta della materia prima nei campi al prodotto finito negli impianti.
Per festeggiare questo primato, OroRosso, promosso dal Comune e la Camera di Commercio di Piacenza e dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, colora il centro storico di Piacenza con tutte le sfumature del colore della passione.
Un viaggio nelle meraviglie del pomodoro attraverso decine di appuntamenti aperti al pubblico in un weekend di divertimento non-stop. Protagonisti del festival saranno chef stellati con showcooking che attraversano le mille declinazioni del pomodoro in cucina (dalla bruschetta al bloody mary passando,naturalmente, per la pizza e la pasta, in un "matrimonio" celebrato ad hoc); i ristoranti,che per l'occasione proporranno solo menu in rosso per l'intera durata della festa; gli operatori del settore, che sveleranno i segreti della coltivazione e il fascino dei vari processi di trasformazione, dal campo alla tavola; i bambini con laboratori didattici per imparare le proprietà dell'ortaggio in modo divertente, ad esempio dipingendo con il succo di pomodoro o imparando attraverso il gioco tutti i suoi benefici.
Ma al centro di tutto saranno soprattutto i visitatori comuni che potranno partecipare gratuitamente a decine di eventi in città e assistere agli spettacoli con parate in costume, show di cucina, degustazioni, mostre, artisti di strada, attori e personalità dello spettacolo.
È il caso, ad esempio, del "Pomodoro alla sbarra", un divertente talk show sotto forma di processo in cui un avvocato difensore tesse le lodi del pomodoro - in particolare quello del Nord - mentre un pubblico ministero conduce l'"accusa", tirando in ballo le proprietà nutritive, il ruolo nella dieta, il suo impiego in alcune delle ricette più amate della tradizione italiana.
Oppure la "Disfida della pizza", un match a colpi di mattarello tra la pizza napoletana, le sue varianti italiane e quella americana. L'intera città si trasformerà per tre giorni in una vera e propria capitale del pomodoro. Perfino le sue piazze "cambieranno nome" in omaggio all'ortaggio più amato del mondo: Piazza Duomo diventa la Piazza della Pizza, dove per tre giorni verranno sfornate in continuazione pizze di ogni genere e stile, spaziando con le combinazioni di ingredienti tra le classiche e le più originali; Piazza Plebiscito diventa la Piazza della Bruschetta -Tomato Street Food, dove la classica bruschetta mediterranea con il pomodoro a pezzi sarà solo una delle golosità disponibili, con un occhio al cibo da strada e alle varie sfiziosità da passeggio rigorosamente a base di pomodoro.
Per le vie del centro ci si potrà imbattere in una grande infiorata di 80 mq che riproduce con i fiori rossi un enorme pomodoro, ma anche in una coreografica riproduzione in oltre 50 mq dell'Italia in miniatura, dove grandi pomodori segnalano le più importanti aree geografiche del Paese dedicate alla produzione, la raccolta e la trasformazione del prodotto.
Ma accanto agli spettacoli votati all'animazione e al divertimento, si susseguiranno anche laboratori di cucina, lectio magistalis tenute da massimi esperti dell'argomento in ambito nazionale e anche un convegno scientifico sui benefici del pomodoro con il parere di nutrizionisti, oncologi e pediatri sugli effetti positivi del pomodoro nella dieta quotidiana.
Costante sarà inoltre il riferimento all'andamento economico del mercato del pomodoro in Italia. Solo nel 2014, infatti, il distretto del pomodoro del Nord ha coperto quasi 36milaettari di terreno coltivato, generando un valore di circa 200 milioni di euro.
Dalla terra promessa alla terra dei fuochi. Quello che il Governo con una mano regala con l'altra toglie con gli interessi. L'assessore all'agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, fa i conti e se si confermasse l'ipotesi sarebbe un bilancio in forte perdita per gli agricoltori.
di Virgilio - Parma, 27 settembre 2015 -
C'era entusiasmo alle stelle quando il Presidente del Consiglio, all'interno dell'arena "Coldiretti" allestita a Expo 2015, lanciava l'ennesima promessa di tagli e agevolazioni.
Una ventata di ottimismo contagiosa che subito ha rimbalzato su milioni di tubi catodici.
Le perplessità sulla fattibilità di una operazione di tale portata le avevamo espresse in più occasioni e i primi sospetti che "qui gatta ci cova" erano venuti durante l'intervista del premier a "Porta a Porta" quando si lasciò sfuggire che ai comuni sarebbero andate le risorse di copertura alle imposte alienate.
Certamente la nuova boutade di Renzi gli ha fatto risalire la china della popolarità ma che ora mette sotto la lente di ingrandimento ogni piccola operazione o tentativo di recuperare i regali tanto sbandierati.
A opporre un attacco frontale con tanto di numeri ci ha pensato l'Assessore Regionale All'agricoltura della Lombarda, Gianni Fava, il quale, senza peli sulla lingua, dichiara che "Il taglio a Imu e Irap in agricoltura, annunciato da Renzi e Martina, é una fregatura colossale, che, per dare un beneficio agli agricoltori di 460 milioni di euro,
toglie al comparto un miliardo e 20 milioni". L'Assessore sembra essere ben informato tant'è che entra nel dettaglio di quelli che potrebbero essere i le voci coinvolte in questa operazione di rastrellamento compensativo e qualcosa in più.
"In base alle dichiarazioni - prosegue l'Assessore lombardo - del ministro Martina delle scorse settimane, il gettito Imu in agricoltura è di 260 milioni, mentre l'Irap ammonta a 200 milioni – ricorda Fava -. Ma, anche ammesso e non concesso di azzerare le due poste con questa norma, la copertura va fatta in altro modo e, dalle schede che girano informalmente, la penalizzazione ammonta a un miliardo.
Viene infatti azzerata l'agevolazione sul gasolio agricolo, che da sola vale 700 milioni, viene ammortizzato il vantaggio sull'imposta di registro, vengono cioè portate le transazioni di registro dall'1 per cento a 9 per cento, che vale, secondo le stime del Tesoro, 100 milioni di euro.
In più viene eliminato il vantaggio della forfettizzazione alle aziende che fatturano più di 2 milioni di euro e questa operazione vale, secondo i calcoli che circolano informalmente, 220 milioni di euro. In totale fa 1 miliardo e 20 milioni, alla faccia del saldo invariato".
In pratica, secondo l'assessore Fava, "si tratta di una presa in giro galattica e mi stupisce che il mondo agricolo abbia applaudito in modo entusiastico; temo che qualcuno non glielo abbia spiegato bene".
"Mi preoccupa il silenzio delle organizzazioni sindacali – ammette Fava -, soprattutto perché l'annunciato decreto colpisce gravemente l'agricoltura del Nord. Oltre il 50 per cento del gettito arriverà dal sistema agricolo della Lombardia, ma, nondimeno, a farne le spese saranno gli agricoltori del Centro e del Sud, perchè il taglio del gasolio agricolo colpirà l'ortofrutta in primis e le produzioni di cereali".
In attesa di riscontro varrebbe la pena che le Organizzazioni Agricole si mobilitassero per verificare, approfondire e soprattutto prevenire ogni fattore di rischio di recitare il definitivo de profundis dell'agricoltura nazionale.
Crescita del 4% su luglio e del 3,3% su base annua per spinte ortofrutticoli. Speculare e deflativa la tendenza di fondo: indice "core" al -3,3% annuo.
Roma, settembre 2015
Dopo l'andamento decrescente dei precedenti tre mesi ad agosto la dinamica dei prezzi agricoli torna positiva. Con un valore pari a 112,5 l'Indice dei prezzi agricoli alla produzione elaborato dall'Ismea (base 2010=100) registra un aumento sia rispetto a luglio (+4%) sia su agosto del 2014 (+3,3%).
I prezzi al consumo dei beni alimentari e delle bevande, alcolici inclusi, risultano - dalle indicazioni dell'Istat sempre riferite ad agosto - pressoché stabili su base mensile (+0,1% rispetto al livello di luglio), mentre nel confronto annuo confermano una tendenza inflativa (+0,9%).
L'Indice "core" dell'Ismea - che coglie la tendenza di fondo dei prezzi agricoli, scorporando dal calcolo dell'indicatore i prodotti ortofrutticoli, più volatili e maggiormente influenzati da fattori stagionali - si posiziona ad agosto a 115,7 (2010=100) e conferma una dinamica mensile in ascesa (+0,8% rispetto a luglio 2015). La comparazione col dato corrispondente di agosto 2014 rimane invece negativa, segnalando un meno 3,3%.
Nel comparto dei prodotti vegetali l'incremento mensile dei prezzi (+6,8%, dopo il -1,8% registrato a luglio), riflette principalmente il forte aumento delle quotazioni degli ortaggi di stagione (+23%). Positiva, nel mese di analisi, anche la dinamica dei prezzi degli oli di oliva (+2,9% su luglio), della frutta (+1,2%), dei cereali (+0,4%) e dei vini (+0,4%). Invariati i listini delle colture industriali, mentre segnano una variazione negativa i prezzi della soia (-0,5%).
Per i prodotti zootecnici, l'avanzata dei prezzi si conferma decisamente più contenuta (+0,8% sempre su base mensile), sintesi dei rialzi che hanno interessato i capi suini (+7,6%) e gli ovi-caprini (+1,4%) e della contrazione dei prezzi di conigli, avicoli e bovini (rispettivamente, -1,9%, -0,6% e -0,3%). In ulteriore flessione le quotazioni dei lattiero-caseari (-0,6%).
Su base annua, come evidenziato, la tendenza complessiva si conferma al rialzo (+3,3%), per l'effetto combinato dell'ascesa dei listini del comparto vegetali (+14,5% rispetto ad agosto 2014) e del deprezzamento dei prodotti zootecnici (-7,4% rispetto ad agosto 2014). I forti rincari degli oli d'oliva (+52,5%), degli ortaggi (+32,4%) e della frutta (+12,2%) spiegano, ancora una volta, l'inflazione dell'intero aggregato delle coltivazioni, nell'ambito del quale, di converso, viene confermata la tendenza negativa dei listini di vini, semi oleosi e colture industriali.
Nel comparto zootecnico, invece, la tendenza al ribasso dei prezzi è ascrivibile sia al bestiame vivo (-4,4%) che ai lattiero-caseari (-9,7%).
Ad agosto - conclude l'Ismea - la variazione acquisita dei prezzi agricoli per l'intera annata 2015 è pari al +0,4% e inverte la tendenza rilevata fino al mese scorso (quando era risultata pari al -1,3%). La variazione calcolata a partire dall'Indice core passa invece dal meno 3,5% di luglio al meno 3,1% di agosto.
(Fonte Ismeaservizi Roma, 17 settembre 2015)
Le variazioni dei prezzi sono prevalentemente da imputarsi alla volatilità dell'indicatore di cambio. I fondi sono nell'incertezza di orientarsi verso le commodities piuttosto che verso il finanziario o il monetario. In salita l'indice dei noli.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 23 settembre 2015 -
La variabile più significativa registrata da Venerdì ad oggi è rappresentata dal cambio Euro Dollaro sceso da 1,14 all'attuale 1,11691 generando un effetto rialzista nonostante il mercato non manifesti un numero significativo di scambi.
Indicatori internazionali 22 settembre 2015
l'Indice dei noli è intanto salito a 978 punti, il petrolio ha ripreso leggermente a crescere posizionandosi 46,11 dollari al barile e il cambio è tornato a scendere e si è collocato attorno a 1,1169.
Si avverte una certa stasi generalizzata e il clima di incertezza sembra colpire anche i fondi, indecisi se orientarsi verso le commodities, piuttosto che sul finanziario o il monetario.
Una situazione che gli analisti decifrano come prodromica a una imminente "tempesta" anche in ragione del fatto che i valori di mercato stagnano su valori piuttosto bassi, peraltro giustificati dalle consistenze di merce.
Qualche segnale di controtendenza potrebbe arrivare a seguito della visita del primo Ministro Cinese alla corte statunitense, prevista entro breve termine, dove molto probabilmente, verranno sottoscritti nuovi contratti commerciali.
Mercato interno
Ancora nessuna notizia di rilievo sul fronte interno. I consumi restano nella normalità e il mercato del mais è ancora condizionato dalla qualità sanitaria e l'offerta estera non si è ancora completamente manifestata.
Anche per il seme di soia poco da aggiungere. Si segnalano posizioni da ottobre a dicembre a 348 euro partenza nord Italia mentre per l'estero sui porti 350 da novembre a marzo per merce di varia origine.
Mercati calmi anche per le proteine. La farina di soia proteica è stata trattata, su tutto il 2016, a 348 euro partenza al porto di Ravenna mentre la normale a 338 euro partenza dal porto di Venezia. La farina di girasole proteico invece sembra avere raggiunto il culmine e stia avviandosi verso la fase di flessione dei prezzi. Infatti, mentre il pronto quota a 278 euro partenza dal porto, l'ottobre quota 260 e il novembre marzo 235. La farina di colza invece staziona a 265 euro arrivo da ottobre a gennaio.
Il mercato delle bioenergie continua a muoversi sul Mais e suoi derivati dove però i venditori stanno assumendo un atteggiamento rialzista.
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
Officina Commerciale Commodities srl - Milano
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La produzione di mais globale prevista è in leggerissima contrazione e le scorte previste in riduzione del -2,8%. La produzione mondiale di semi di soia è in aumento soprattutto in USA determinata dalla maggiore resa dei terreni mentre al contrario le rese si sono ridotte in Ucraina e in Australia
MAIS: Dati previsionali per 2015-16
La produzione globale di Mais per la nuova stagione 2015-16, iniziata il 1° Settembre, è stimata a 978.10 Mio t, -0.8% rispetto alle previsioni di Agosto, con contrazioni del raccolto negli Stati Uniti (-0.7%) e nell'Unione Europea (-6.8%). Ad esse si aggiungono riduzioni minori anche nelle Filippine, in Moldavia, Serbia e Tailandia.
Le scorte globali finali sono previste a 189.69 Mio t (-2.8%).
La produzione di Mais negli Stati Uniti è stata rivista al ribasso per le minori rese dei terreni (da 168.8 bushels/acro a 167.5). Nonostante la domanda mondiale sia in crescita, le esportazioni degli USA rimangono invariate e le scorte finali sono pertanto previste in diminuzione (-7.1%).
Nell'Unione Europea si attende un minor impiego di Mais e Avena nell'alimentazione zootecnica, a favore di un maggior uso di Orzo e Frumento.
Le importazioni di Mais sono stimate in aumento a 16 Mio t (+1 Mio t).
SOJA: Dati previsionali per 2015-16
La produzione mondiale di semi di Soia per la nuova stagione 2015-16 (inizio della stagione: 1° Ottobre) è attesa a 319.61 Mio t, -0.44 Mio t rispetto alle previsioni di Agosto.
Negli USA la produzione prevista è di 107.10 Mio t, grazie ad un incremento della resa dei terreni. Nella stagione in corso, sono aumentati impiego ed export di semi di Soia, determinando una diminuzione degli stock finali 2014-15 a 5.71 Mio t. Considerati i minori stock iniziali ed il maggior utilizzo, nella stagione 2015-16 si prevede un calo degli stock finali rispetto alle stime di Agosto (12.26 Mio t).
La produzione di semi di Soia stimata per l'Ucraina si è ridotta, a causa della siccità di Agosto che ha abbassato la resa attesa. Anche in Canada la produzione è prevista in diminuzione per la minor resa dei terreni.
Le importazioni cinesi di Soia sono confermate a 79 Mio t per la stagione 2015- 16, +2 Mio t rispetto alla stagione 2014-15 e + 8.64 rispetto alla stagione 2013-14.
(grafici in galleria immagini)
Parmigiano Reggiano e Grana Padano sono ancora inchiodati al prezzo di inizio agosto. Il consorzio del "Grana Padano" invita i gli associati alla prudenza produttiva. Standby per il latte spot dopo le due settimane precedenti segnate dalla crescita.
Di Virgilio 23 settembre 2015
LATTE SPOT Dopo l'impennata della scorsa settimana il latte spot ha confermato i listini. Nello specifico, alla borsa di Verona, il latte crudo spot nazionale è quotato tra 36,09 - 37,12€/100 litri mentre l'estero tra 34,02 e 34,54€/100 litri di latte.
BURRO E PANNA E' la volta del burro recuperare. 5 centesimi guadagnati dai listini per tutte le referenze quotate a Milano. Rimane inalterato il prezzo del Burro zangolato registrato alla borsa merci di Parma mentre già si è adeguata la borsa reggiana registrando un +4,35% equivalente a 5 centesimi (1,20-1,20 €/kg) anticipando, molto probabilmente, la prossima quotazione di Parma (venerdì 25 settembre). Continua la risalita della crema e della panna a uso alimentare nelle rispettive piazze borsistiche di Milano e Verona.
Borsa di Milano 21 settembre:
BURRO CEE: 2,60€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,80€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,80€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,60€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE: 1,52€/Kg.
Borsa Verona 21 settembre:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,47-1,52 €/Kg.
Borsa di Parma 18 settembre:
BURRO ZANGOLATO: 1,15€/kg.
Borsa di Reggio Emilia 22 settembre
BURRO ZANGOLATO: 1,20 1,20€/kg.
GRANA PADANO Nessuna nuova per il Grana Padano. Prezzi costantemente stabilia esclusione della leggera flessione registrata il 3 agosto scorso (-0,78%). Il rallentamento dei consumi interni sono parzialmente compensati dai dati dell'export nonostante, scrive il Consorzio del Grana Padano, "pur se molto positivo, sta riassestandosi su percentuali di crescita meno vistose dei primissimi mesi del 2015, riavvicinandosi quindi ai, pur buoni, trend di crescita degli anni scorsi." Nella circolare dello scorso 25 agosto il Consorzio invita i propri consorziati alla prudenza produttiva. Nello specifico i listini milanesi hanno confermato la forbice compresa tra 6,30 e 6,40 €/kg per la quotazione del 9 mesi e tra 7,05 e 7,70 è l'intervallo di prezzo per il 15 mesi d'invecchiamento.
PARMIGIANO REGGIANO Analogamente al cugino "padano" rimangono congelati anche i prezzi del Parmigiano Reggiano. Confermati quindi i prezzi alla piazza di Parma che lo scorso 18 settembre ha registrato tra 7,40-7,75€/kg relativamente al 12 mesi di stagionatura e tra 8,45 e 8,80€/kg per il 24 mesi d'invecchiamento.
(scorrere la pagina per i grafici. Galleria immagini)
SOMMARIO Anno 14 - n° 38 20 settembre 2015 - Cereali, mais ancora in fibrillazione e usciti i dati USDA. Il rimbalzo del latte spot. Dal primo ottobre si può chiedere il primo insediamento giovani. L'alluvione di Piacenza e i sorprendenti dati di ARPA. L'agricoltura italiana è la più Green. Cresce il consumo BIO. Fiscalità, il regalo di Renzi agli agricoltori.
(in allegato il formato pdf scaricabile)
1.1 editoriale New York, New York! E' qui l'America.
2.1 cereali Mais ancora in fibrillazione
3.1 cereali Dati USDA, ondata di rialzi
4.1 Lattiero caseario Rimbalzo del latte spot. Recuperata la perdita della scorsa settimana
5.1 Mercati agricoli Ismea. Lattiero caseari, situazione pesante su tutti i fronti
6.1 salute e parmigiano Parmigiano Reggiano e gli effetti sulla salute
6.2 primo insediamento E' possibile presentare le domande di primo insediamento
6.3 maltempo Alluvioni nel piacentino, tempi di ritorno fino a 500 anni
7.1 expo 2015 Coldiretti, l'agricoltura italiana è la più "green" d'Europa
7.2 fiscalità agricola Via IMU e IRAP agricola. Risparmi per un miliardo.
8.1 Biologico Bio, al dettaglio un giro d'affari di 2,1 miliardi di euro
9.1 promozioni "vino" e partners
Riviste le stime produttive da parte del Strategie Grain Francia e il mercato reagisce di conseguenza. La FED, come molti si attendevano, ha lasciato invariati i tassi e il cambio €/$ ha reagito con una lieve impennata.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 20 settembre 2015 -
La Federal Reserve, sotto la guida di Janet Louise Yellen dal febbraio 2014, ha deciso di non agre sui tassi di interesse e come prima conseguenza il cambio, nella mattinata di venerdi, si è attestato su 1,1427.
Indicatori internazionali 18 settembre 2015
l'Indice dei noli è intanto salito a 883 punti, il petrolio ha ripreso leggermente a crescere posizionandosi 46,70 dollari al barile e il cambio ruota attorno a 1,1427.
A portare un po' di verve al mercato ci ha pensato il rapporto di settembre di Strategie Grain Francia che, nel numero di giovedi scorso, ha aggiornato le stime produttive come di seguito:
+ 3,5 milioni di tonnellate della produzione di grano tenero rispetto ad agosto (da 144 milioni di t. a 147,5)
+ 1,6 di orzo (da 58,8 a 60,4 )
- 2,2 di mais ( da 59,6 a 57,4 il raccolto della campagna 2014/15 era stato stimato a 75,7 ) e questa è la differenza più significativa.
A fronte di tali dati il mercato del mais si prospetta ancora in fibrillazione e la forbice riscontrata tra i prezzi massimi e minimi è notevole, dell'ordine di 30-35€. Non vi è carenza di merce disponibile piuttosto sono pochi gli operatori disposti a vendere a fronte di un consumo che si mantiene nella norma.
Gli importatori offrono mais estero al porto di Ravenna per novembre 15 gennaio 2016 a 172 e novembre giugno a 180 contando forse su un cambio più favorevole. Rimangono comunque le riserve sulle garanzie qualitative.
Il mercato del seme di soya nazionale sta subendo l'influenza del "cartello" degli oleifici orientato come è a comprimere il valore del seme pur nella consapevolezza che sarà minore la pressione di merce dai paesi dell'Est (quindi merce ogm free). Le offerte si aggirano tra 330 a 335 euro tonnellata arrivo per merce pronta secca.
Per le proteine sta regnando la calma. Nei giorni scorsi si è trattata della farina di soya proteica su per tutto il 2016 a 345 euro partenza al porto di Ravenna mentre la normale a 336 euro partenza dal porto di Venezia.
Il mercato delle bioenergie si sta orientando al Mais seppure la tendenza sia rialzista. Il treno dei cruscami a buon mercato è ormai passato.
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
Officina Commerciale Commodities srl - Milano
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Lattiero caseari. Difficile ipotizzare una ripresa dei prezzi in autunno e anche il 2016 partirà in salita. E' quanto emerge da Ismea nell'Overview sui mercati agroalimentari.
Roma, 14 settembre 2015
Tante conferme e qualche ulteriore correzione al rialzo dei prezzi per le carni avicole e per alcuni tagli bovini. Sono le tendenze che nel corso della settimana potranno caratterizzare in Italia gli scambi sui mercati zootecnici.
Per i lattiero-caseari, in particolare, la situazione resta pesante su tutti i fronti.
È difficile - spiega l'Ismea nell'Overview sui mercati agroalimentari di questa settimana - ipotizzare, alle condizioni attuali, una ripresa dei prezzi in autunno, considerando che i mesi di settembre e ottobre coincidono tra l'altro con i picchi produttivi nella regione oceanica.
Anche il 2016 partirà probabilmente in sordina. Solo l'impatto di eventuali shock climatici nell'estate australe potrebbe determinare un riposizionamento dei prezzi, altrimenti destinati a mantenere, almeno a inizio anno, i bassi livelli attuali.
In ambito nazionale si prevede nel corso della settimana un andamento piatto sia per i formaggi che per le materie grasse. In alcuni paesi del Nord Europa burro e latte in polvere scremato hanno invece beneficiato di lievi aumenti di prezzo, per effetto dei ritiri realizzati nell'ambito delle misure di intervento.
Al contrario dei lattiero-caseari, la tendenza di fondo resta positiva per il bovino da carne, in un mercato che potrebbe confermare i lievi aumenti di prezzo sia per il bestiame vivo che per le carni. L'attività di macellazione sta registrando in questi giorni un andamento più regolare, mentre si segnala qualche difficoltà nell'approvvigionamento di capi da ristallo, a seguito dell'emergenza blue tongue scoppiata in Francia nel dipartimento dell'Allier, che rappresenta il principale bacino di produzione delle razze da carne francesi. Il blocco della movimentazione di capi è già operativo in un raggio di 150 chilometri dal focolaio, mentre si attendono le ulteriori decisioni che le autorità francesi potranno prendere per prevenire i contagi.
Nel comparto suino, migliorano le prospettive per i capi da macello e i tagli destinati alle lavorazioni industriali. Resta debole invece il listino dell'allevamento, con le taglie intermedie che sembrano accusare i maggiori contraccolpi dell'attuale pesantezza degli ordini da parte degli allevatori.
Sui mercati degli avicoli le indicazioni restano orientate positivamente, soprattutto per la fesa di tacchino, in un mercato che si preannuncia altrettanto dinamico per i conigli e stazionario per le uova, con possibili piccole correzioni al rialzo per i calibri medi.
In relazione ai cereali, il quadro mercantile in Italia ha assunto un andamento più stazionario, mostrando qualche accenno di debolezza solo per il grano duro. Non si esclude un rafforzamento delle quotazioni per il mais, in previsione di una riduzione delle rese fino al 10% e di un'alta percentuale di prodotto contaminato da aflatossine.
Sui mercati ortofrutticoli le contrattazioni, ancora alle prime battute, dovrebbero proseguire sulla base di prezzi grosso modo stazionari per le mele. I danni da grandine riscontrati in alcune zone dell'Emilia-Romagna, prevalentemente a carico delle varietà Abate e Kaiser, potrebbero invece peggiorare il quadro produttivo delle pere, in attesa che la commercializzazione entri nel vivo.
Per pesche e nettarine l'attività di compravendita dovrebbe proseguire speditamente e sulla base di prezzi stazionari o in marginale miglioramento. Idem per le susine, mentre le piogge hanno determinato, in Puglia, un peggioramento qualitativo dell'uva da tavola, che sui mercati nazionali ha già accusato alcuni cedimenti, probabili anche questa settimana. Più stabile il prodotto siciliano, mentre all'estero le uve apirene italiane iniziano a subire le pressioni concorrenziali del prodotto turco e spagnolo.
Poche le novità per gli ortaggi, con prezzi ancoro molto elevati per le insalate, a causa dell'eccezionale vuoto d'offerta abruzzese. La situazione potrebbe gradualmente normalizzarsi già nei prossimi giorni con i primi conferimenti di prodotti siciliani. Mentre si registra l'uscita di scena, ormai quasi definitiva, sia di angurie che di meloni. Restano in tensione, anche nella prospettiva settimanale, i prezzi dei pomodori date la scarsa produzione e le ridotte disponibilità sul mercato.
La previsione di una buona vendemmia (Ismea e Uiv stimano un più 12% rispetto all'anno scorso) sta rallentando nel frattempo le contrattazioni sul circuito delle uve da vino, limitando al momento gli acquisti dei vinificatori.
Stessa situazione sul mercato vinicolo, con poche richieste da parte degli imbottigliatori. Nel breve, il mercato dovrebbe mantenere lo stesso profilo attuale, in attesa che si definisca un quadro più esaustivo sulla produzione europea, che già in Spagna sembra subire una leggera flessione.
Riguardo agli oli di oliva, il mercato è ormai orientato a un graduale deprezzamento sia dei lampanti che degli extravergini, con scambi ridotti al minimo. Da evidenziare che le previsioni per novembre confermano il ritorno a livelli produttivi normali, anche in Spagna, dopo il risultato particolarmente negativo della scorsa campagna.
(fonte ismeaservizi 14 settembre 2015)
Dal primo ottobre è possibile presentare domanda per l'insediamento in azienda come titolare di giovani agricoltori (a condizione che abbiano meno di 40 anni). Il termine è stabilito al 1 dicembre.
Bologna - 15 settembre 2015
Il PSR (Piano di Sviluppo Rurale) prevede un premio a fondo perduto di 50.000 euro per le operazione di primo insediamento in territorio montano ed in aree svantaggiate, e di 30.000 euro nelle altre zone. Naturalmente, il cosiddetto premio vale per i nuovi insediamenti dei giovani quali titolari d'impresa agricola.
A supporto della domanda Giovani interviene in maniera complementare l'operazione ammodernamento aziende agricole Giovani agricoltori, dove è previsto un contributo del 50% a fondo perduto sugli investimenti produttivi e del 40% su attrezzature per lavorazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti aziendali.
Con provvedimento dirigenziale in data 14 settembre, la Regione Emilia Romagna, solo per l'anno in corso, in considerazione delle difficoltà di Agrea (Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura) ad attivare la procedura informatica relativa al Premio 'Insediamento dei giovani agricoltori' ed al collegato contributo 'Ammodernamento di aziende agricole dei giovani agricoltori', ha prorogato le date di inizio e fine procedura che diventano rispettivamente 1° ottobre e 1° dicembre.
L'agricoltura italiana è diventata la piu' green d'Europa con il maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario per prodotti a denominazione di origine Dop/Igp che salvaguardano tradizione e biodiversità, la leadership nel numero di imprese che coltivano biologico, la piu' vasta rete di aziende agricole e mercati di vendita a chilometri zero che non devono percorrere lunghe distanza con mezzi di trasporto inquinanti, ma anche la minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma e la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati come avviene in 23 Paesi sui 28 dell'Unione Europea.
E' quanto è emerso alla Giornata dell'Agricoltura italiana organizzata da Coldiretti ad Expo con la partecipazione di decine di migliaia di agricoltori provenienti da tutte le regioni guidati dal Presidente nazionale Roberto Moncalvo alla presenza del presidente del Consiglio Matteo Renzi.
L'Italia è l'unico Paese - sottolinea la Coldiretti - che può vantare 272 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) superiori a quelle registrate dalla Francia, oltre ventimila agriturismi ma è anche al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,4%), quota inferiore di quasi 4 volte rispetto alla media europea (1,4%) e di quasi 20 volte quella dei prodotti extracomunitari (7,5%). Ma l'Italia è anche il Paese con le regole produttive piu' rigorose nelle caratteristiche dei prodotti alimentari, dal divieto di produrre pasta con grano tenero a quello di utilizzare la polvere di latte nei formaggi fino al divieto di aggiungere zucchero nel vino che non valgono in altri Paesi dell'Unione Europea, dove si assiste ad un crescendo di diktat alimentari finalizzati a surrogati, sottoprodotti e aromi vari che snaturano l'identità degli alimenti.
E sul territorio nazionale c'è anche il maggior numero di agricoltori biologici a livello europeo. Secondo un'analisi Coldiretti su dati Sinab, il nostro Paese conta 49.070 imprese biologiche, in aumento del 12% rispetto all'anno precedente, mentre cresce anche la superficie coltivata, salita a quasi 1,4 milioni di ettari (+5%). Le aziende bio italiane sono il 17% di quelle europee, una percentuale che ci rende campioni continentali del settore, seguiti dalla Spagna (30.462 imprese, 12% dell'Ue) e Polonia (25.944, 10% di quelle europee).
Il modello produttivo dell'agricoltura italiana è campione anche nella produzione di valore aggiunto.
Il valore aggiunto per ettaro realizzato dal settore è – sottolinea la Coldiretti - più del doppio della media UE-27, il triplo del Regno Unito, il doppio di Spagna e Germania, e il 70% in più dei cugini francesi. Non solo: siamo i primi anche in termini di occupazione, con 7,3 addetti per cento ettari a fronte di una media Ue di 6,6 (elaborazione su dati Commissione Europea).
La rete di vendita diretta degli agricoltori di Campagna Amica ha quasi diecimila riferimenti dove acquistare lungo tutta la Penisola prodotti alimentari a chilometri zero con una azione di sostegno alle realtà territoriali e un impegno contro l'inquinamento ambientale per i trasporti che non ha eguali negli altri Paesi dell'Unione e nel mondo. Un percorso reso possibile – sottolinea la Coldiretti - dal grande sforzo di rinnovamento dell'agricoltura italiana dove una impresa su tre è nata negli ultimi dieci anni con una decisa tendenza alla multifunzionalità, dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo ma anche le attività ricreative come la cura dell'orto e i corsi di cucina in campagna, l'agricoltura sociale per l'inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.
"Il successo dell'agricoltura italiana sta nella sua sostenibilità e nella sua bellezza che derivano da straordinarie qualità, varietà, distintività e articolazione sul territorio che non hanno uguali al mondo", ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che "si tratta di un risultato che è figlio di cura, di equilibrio, di tradizione e di innovazione, di buon lavoro, di rispetto, i quali rendono il Made in Italy a tavola esclusivo, quindi 'prezioso' e quindi vendibile su tutti i mercati della terra". "Se siamo ai vertici mondiali per la produzione biologica – ha continuato Moncalvo - se progressivamente abbiamo scalato addirittura il ranking nella produzione di "caviale", se la nostra rete di mercati in vendita diretta è la più estesa in Europa, se l'agricoltura giovane italiana è la più numerosa e più innovativa d'Europa, se i nostri formaggi e i nostri vini sono i più ricercati (e imitati) è perchè in questi anni abbiamo costantemente 'mantenuto' e 'innovato'" per garantire competitività al settore agroalimentare che rappresenta il 15 per cento del Pil nazionale, con un valore complessivo di 250 miliardi di euro di fatturato alimentato da 1,6 milioni di aziende agricole.
I PRIMATI DELL'AGRICOLTURA ITALIANA - FONTE COLDIRETTI
Il settore agroalimentare rappresenta il 15 per cento del Pil nazionale, con un valore complessivo di 250 miliardi di euro di fatturato, alimentato da 1,6 milioni di aziende agricole.
Il modello produttivo dell'agricoltura italiana è campione nella produzione di valore aggiunto. Il valore aggiunto per ettaro realizzato dal settore è – sottolinea la Coldiretti - più del doppio della media UE-27, il triplo del Regno Unito, il doppio di Spagna e Germania, e il 70% in più dei cugini francesi. Non solo: siamo i primi anche in termini di occupazione, con 7,3 addetti per cento ettari a fronte di una media Ue di 6,6 (elaborazione su dati Commissione Europea).
L'Italia è il Paese più forte al mondo per prodotti 'distintivi' con 272 prodotti Dop e Igp e 4886 specialità tradizionali regionali che salvaguardano la biodiversità e difendono la tradizione.
L'Italia è al vertice della sicurezza alimentare mondiale. Siamo il paese – rileva la Coldiretti - con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,4%), quota inferiore di quasi 4 volte rispetto alla media europea (1.4%) e di quasi 20 volte quella dei prodotti extracomunitari (7.5%).
L'agricoltura italiana è tra le più sostenibili. Con 814 tonnellate per ogni milione di euro prodotto dal settore, non solo l'agricoltura italiana emette il 35% di gas serra in meno della media Ue, ma fa decisamente meglio di Spagna (il 12% in meno), Francia (35%), Germania (39%) e Regno Unito (il 58% di gas serra in meno).
L'Italia è il primo paese europeo per numero di agricoltori biologici. Secondo un'analisi Coldiretti su dati Sinab, il nostro paese conta 49.070 imprese biologiche, in aumento del 12 per cento rispetto all'anno precedente, mentre cresce anche la superficie coltivata, salita a quasi 1,4 milioni di ettari (+5 per cento). Le aziende bio italiane sono il 17% di quelle europee, una percentuale che ci rende campioni europei del settore, seguiti dalla Spagna (30.462 imprese, 12% dell'Ue) e Polonia (25.944, 10% di quelle europee).
L'Italia dispone della più ampia rete di fattorie e mercati degli agricoltori in vendita diretta a chilometri zero che abbatte l'inquinamento determinato dai trasporti con quasi diecimila riferimenti della rete di Campagna Amica (scarica la App farmersforyou).
La terra promessa. All'assemblea Coldiretti Renzi interviene promettendo il taglio dell'IMU e dell'IRAP agricola a partire dal 2016. Martina: un impegno senza precedenti per il sostegno al reddito agricolo.
d Virgilio. Parma, settembre 2015 -
Entusiasmo alle stelle dopo l'annuncio del premier Matteo Renzi che dal prossimo anno anche l'agricoltura italiana verrà premiata dal programma di riduzione delle imposte. IMU e IRAP agricola verranno cancellate dalle lavagnette degli agricoltori.
Un'operazione di tagli, per il solo comparto agricolo, della portata di un miliardo di euro che dovrebbero, almeno secondo il Renzi pensiero, ridare fiducia agli italiani e mettere a tacere i "rosiconi" che ancora non credono alla ripresa economica.
Il "giallo" ha portato buoni consiglio a Renzi che, da Milano, si è lanciato nelle nuove promesse di fronte ai 30.000 della Coldiretti intervenuti a Expo2015 per celebrare la loro assemblea annuale.
"Il prossimo anno l'Imu agricola sarà cancellata: dal primo gennaio 2016 non si pagherà più. E anche sull'Irap agricola avete ragione: dal prossimo anno non si pagherà più. Abbiamo trovato le coperture ieri, sarà in legge di stabilità".
Perché non si corresse il rischio di male interpretazioni il Premier ha confermato che saranno abolite l'IMU sulla prima casa e la Tasi sottolineando anche che i Comuni (beneficiari di tali ricavi) riceveranno compensazioni di pari importo da parte statale.
Insomma un Matteo Renzi ancor più galvanizzato di quando, in fretta e furia, non si fece sfuggire l'occasione di portare i saluti e l'affetto di tutti alle regine degli USA Open di tennis - Flavia Pennetta e Roberta Vinci.
Tanto a cuore gli sta l'agricoltura che ha accettato di prendere in affido i formaggi italiani, per difenderli, s'intende, dal rischio che debbano confrontarsi con i formaggi realizzati senza latte come invece pretenderebbe l'Unione Europea.
Il Ministro Maurizio Martina, che accompagnava il premier nella fossa dei leoni gialli della Coldiretti, ha confermato che "Si va verso il taglio di 1 miliardo di euro di tasse per il mondo agricolo tra eliminazione di Imu e Irap agricola. Un impegno senza precedenti per il sostegno al reddito degli agricoltori italiani, per favorire gli investimenti e l'occupazione".
E parlando di occupazione non ci si poteva non soffermare sulla piaga del caporalato che tante vittime ha mietuto in questa calda estate giungendo a intimare che "non possiamo stare a guardare - ha detto il premier - vorremmo evitare un decreto legge, ma se sarà necessario lo faremo".
Presentato al Sana il Rapporto Ismea BIO - RETAIL sul mercato al consumo dei prodotti biologici nel 2014. In GDO, nei primi sei mesi del 2015, è quasi raddoppiato il tasso di incremento rispetto l'anno precedente.
Bologna, settembre 2015
Un giro d'affari al consumo superiore ai 2,1 miliardi di euro nel solo canale domestico, senza considerare quindi tutto quello che passa attraverso la ristorazione, i bar, le mense e in generale il food service. E' quanto vale il biologico in Italia (alimentare e non) secondo una recente stima di Ismea presentata al Sana di Bologna, lo scorso 12 settembre, nell'ambito del convegno "Tutti i numeri del biologico italiano" a cura di Sana, Ismea, Sinab e Nomisma.
A fare la parte da leoni sono la Distribuzione moderna (ipermercati, supermercati, discount, libero servizio) con un fatturato nel segmento di circa 855 milioni (il 40% del valore del bio-retail) e le superfici specializzate nella vendita di prodotti biologici che muovono più di 760 milioni di euro (equivalenti al 35% del totale).
Ai restanti canali le stime Ismea attribuiscono un'incidenza complessiva di quasi il 25%, rappresentata per il 10% da mercatini, vendite dirette, gruppi di acquisto solidali (Gas) e e-commerce, per l'8,9% dai negozi tradizionali e per il 5,1% dalle farmacie. Quasi trascurabile, pari allo 0,6%, la quota complessiva riconducibile ad erboristerie e parafarmacie.
I consumi di alimenti biologici presso la Gdo, spiega l'Ismea nel Rapporto BIO-RETAIL, esprimono tassi di crescita molto sostenuti, in evidente controtendenza rispetto alle vendite di prodotti alimentari convenzionali. Dopo aver chiuso il 2014 con un incremento dell'11%, gli acquisti di food bio hanno spiccato letteralmente il volo nei primi sei mesi dell'anno in corso facendo registrare un aumento in valore vicino al 20%, che allarga ulteriormente il gap con il trend dell'agroalimentare nel complesso, fermo nello stesso periodo a un +0,1%. I dati del panel Ismea Nielsen evidenziano poi un aumento diffuso in tutte le categorie di prodotto, le aree geografiche e canali della distruzione moderna. I comparti più dinamici si confermano i derivati dei cereali (+19% nel 2014 e +28% nella prima metà del 2015) e gli ortaggi freschi e trasformati (rispettivamente +14% e +21,8%).
Tra le aree geografiche spicca il ruolo del Nord (che concentra i 2/3 degli acquisti). Segue il Centro e, a distanza, il Sud, ancora residuale ma in forte crescita nel biennio in esame. Tra i diversi format della Gdo schiacciante è il peso dei super e degli Iper, che esprimono anche i tassi di crescita più elevati.
Spostandoci nello specializzato, Ismea stima una crescita delle vendite di prodotti bio (anche non alimentari) a un tasso medio annuo compreso tra un +12% e un +15% nell'ultimo quinquennio, che si rivela addirittura superiore di qualche punto percentuale alla pur brillante performance delle vendite nel modern trade. Presso il canale specializzato le vendite sono costituite per circa l'88% da prodotti alimentari e per il restante 12% da merceologie non food. Tra queste ultime, preponderante è il peso dei prodotti per la cura della persona (10%), mentre risulta ancora limitato il contributo dei prodotti per l'igiene della casa (1,4%) e il pet-care (0,3%).
Tra specializzato e Gdo, conclude Ismea, lo spread dei prezzi è del 10%-20%, a fonte di un plus di servizio offerto dai punti vendita specializzati come l'assortimento, l'informazione e la capacità di creare engagement anche attraverso i social network.
(Fonte ismea 12 settembre 2015)
Foto da Gallery SANA Bologna
Il direttore Deserti: "Dalla naturalità dei foraggi l'eccellenza in qualità". Si consolida il rapporto con la Whole Foods Markets. Obiettivo: battere i falsi Usa. Focus sul Parmigiano Reggiano di montagna, che vale 3,5 milioni di q.li di latte trasformato. -
Reggio Emilia, 17 settembre 2015 -
Occhi puntati sulla qualità, ma anche sul rafforzamento degli scambi con il mercato statunitense, che continua ad aumentare l'import: il Consorzio del Parmigiano Reggiano si presenta così a Cheese di Bra, la manifestazione che Slow Food dedica alle eccellenze del mondo dei prodotti lattiero caseari e che quest'anno si tiene dal 18 al 21 settembre.
"Abbiamo calendarizzato tante iniziative - spiega il direttore del Consorzio, Riccardo Deserti, finalizzate a valorizzare la completa naturalità del prodotto e l'attenzione che viene riservata alle materie prime, partendo direttamente dalla scelta e dalla cura dell'alimentazione delle bovine che producono il latte per il Parmigiano Reggiano".
Proprio in questo senso, tra gli eventi del Consorzio assume una particolare rilevanza il convegno "Good feed for good cheeses", che vedrà fianco a fianco il Parmigiano Reggiano e il Comté AOP: "due eccellenze - spiega Deserti - che in comune hanno proprio l'assoluta naturalità e una particolare cura dell'alimentazione delle bovine da latte, nella quale è assolutamente proibito l'uso di materie prime fermentate o insilate".
E' proprio a questo appuntamento (domenica 20 settembre alle ore 11,00 nella sala stampa di Slow Food) che interverrà Cathy Strange, la selezionatrice di formaggi della famosa catena distributiva americana Whole Foods Markets, il colosso della distribuzione Usa che nel luglio scorso ha scelto il Parmigiano Reggiano come prodotto di punta per qualificare l'intera offerta di formaggi della catena, orientandosi su un prodotto selezionato di almeno 24 mesi che viene porzionato nel punto vendita.
"Quell'accordo e questa presenza di Cathy Strange - sottolinea il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano - rappresentano una delle migliori risposte possibili - in assenza di tutele anche legislative che stiamo sollecitando nell'ambito dei negoziati TTIP in corso tra Unione Europea e Stati Uniti - al fenomeno delle frodi, che negli Usa si traducono in circa 100.000 tonnellate all'anno di consumi di "parmesan" immesso sul mercato e venduto facendo presumere (con il ricorso a marchi, bollini, simboli che richiamano il tricolore) che abbia un'origine italiana".
Al convegno, insieme al presidente del Consorzio, Giuseppe Alai, al direttore Riccardo Deserti e a Cathy Strange, interverranno il direttore Comité Interprofessionnel du Gruyére de Comté, Valéry Elisseeff, e il prof. Silvio Greco, docente di Produzioni agroalimentari all'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.
Molto spazio, nell'ambito dell'edizione 2015 del Cheese di Bra, sarà riservata ai caseifici del Parmigiano Reggiano (impegnati in degustazioni anche con abbinamento con vini, aceto balsamico tradizionale di Modena e birre di qualità) e, soprattutto, al formaggio di montagna delle province di Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna (sinistra Reno).
Con 3,5 milioni di latte trasformato annualmente, il Parmigiano Reggiano rappresenta, infatti, la più importante Dop per la montagna italiana ed europea.
(fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)
A inaugurarla il Ministro Maurizio Martina. Sei padiglioni per 33mila metri quadrati, oltre 1000 espositori, presenze da cinque Continenti (1 su 5 arriva dall'estero in rappresentanza di 30 Stati), oltre 350 buyer mondiali, 53 eventi tra workshop e meeting, i grandi cuochi del Gambero Rosso, 6000 pernottamenti gestiti dalla fiera. -
Parma, 17 settembre 2015 –
Edizione di grandi numeri la 32a di Macfrut (23-25 settembre) per la prima volta ospitata alla Fiera di Rimini. Ad inaugurarla sarà il Ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina, a testimonianza del sostegno del governo alla fiera dell'ortofrutta, l'unica ad essere finanziata dal Ministero dello Sviluppo Economico.
Grandi numeri, dunque, di questo appuntamento organizzato sempre da Cesena Fiera. Eccoli nel dettaglio: l'area fieristica è passata dai 20mila metri quadrati dell'edizione precedente ai 33mila nella Fiera di Rimini; la crescita degli espositori da 800 del 2014 agli oltre 1000 di quest'anno; una decisa svolta all'insegna dell'internazionalizzazione con un espositore su cinque che arriva oltreconfine in rappresentanza di 30 stati; la presenza di undici settori espositivi rappresentativi dell'intera filiera ortofrutticola (Sementi, Novità vegetali & Vivaismo, Tecnologie produttive, Produzione, Commercio & Distribuzione, Macchinari & Tecnologie, Materiali & Imballaggi, IV gamma, Frutta secca, Logistica, Servizi), 'spalmati' su 6 padiglioni (4 post-raccolta, 2 pre-raccolta).
Tutto questo in un settore cardine dell'economia italiana, con l'ortofrutta che rappresenta la seconda voce dell'export agroalimentare con 4,1 miliardi di euro (meglio fa solo il settore enologico).
Tante le novità di quella che è stata chiamata l'edizione 3.2 di Macfrut, che oltre ad ospitare convegni e workshop tecnici sui temi cardine del settore, da sempre pezzo forte della rassegna, quest'anno accoglie meeting e convention delle principali aziende espositrici chiamando a raccolta operatori da tutto il mondo (per citarne alcune di valenza internazionale: la neozelandese Zespri, l'americana Sun World, Coop Italia, Jingold, Terremerse, Apofruit, Besana –Vitroplant). Complessivamente nei tre giorni di fiera saranno ben 53 gli eventi, ospitati nelle 6 sale riunioni e 3 meeting area.
Un Macfrut Internazionale
È un Macfrut che parla le lingue del mondo quello di quest'anno, che ospiterà delegazioni e operatori da cinque Continenti. A cui si aggiungono oltre 350 buyer mondiali che già si sono registrati sulla piattaforma informatica in collaborazione con l'ICE (Istituto per il Commercio con l'Estero).
Riguardo gli espositori, uno su cinque arriva dall'estero con importanti new entry come Messico ed Ecuador (primo esportatore al mondo di banane, che sarà rappresentato da 9 tra le più importanti realtà produttive).
Nei giorni della Fiera sarà presente anche una delegazione iraniana, prima volta assoluta in una fiera Italiana, a poche settimane dalla possibile cancellazione delle sanzioni al Paese asiatico. Il mercato iraniano assorbe già volumi importanti di ortofrutta italiana, che potrebbero aumentare fortemente in caso di revoca dell'embargo. Inoltre l'Iran deve ricostruire la propria filiera e necessita di materiale vivaistico, nuove tecnologie e materiali di confezionamento.
La Repubblica Dominicana sarà il Paese d'onore rappresentata dal Ministro dell'Agricoltura (Angel Estevez), accompagnato da una delegazione di 40 imprenditori alla ricerca delle tecnologie per migliorare le loro filiere tropicali.
Partner fondamentale nella scommessa dell'internazionalizzazione è UniCredit, forte della sua capillare presenza nei paesi del Centro Est Europa, concretizzatasi nei mesi scorsi in sei road show (Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania, Bulgaria, Turchia). L'istituto bancario, business partner di Macfrut, nei giorni della kermesse riminese realizzerà anche un convegno sul tema dell'export dell'ortofrutta alla conquista dei nuovi mercati, insieme ai massimi esperti del settore (giovedì 24 settembre).
Macfrut capitale dell'innovazione
Se c'è un settore di cui l'Italia è leader mondiale assoluto è quello delle tecnologie meccaniche per le aziende ortofrutticole, sia ad indirizzo orticolo sia quelle ad indirizzo frutticolo. A Macfrut la meccanica ortofrutticola specializzata avrà grande spazio e visibilità nel maxi padiglione riservato al pre-raccolta grazie alla partnership siglata con la federazione dei costruttori italiani di macchine agricole FederUnacoma. Grande spazio anche alle macchine automatiche per il confezionamento e l'imballaggio, grazie all'accordo con Ucima, Unione dei costruttori italiani di machine agricole.
Per valorizzare l'innovazione nella produzione e nelle tecnologie della filiera ortofrutticola, insieme all'Informatore Agrario è stata ideata la prima edizione del Macfrut Innovation Award. Valutate da una qualificata giuria di esperti, sono state premiate le innovazioni tecniche più significative in termini di sostenibilità ambientale ed economica e miglioramento della qualità dei prodotti.
I grandi chef del Gambero Rosso
Dopo il positivo esordio a Rimini Wellness, il format 'Fruit veg fantasy show' viene riproposto in versione trade. La grande hall di ingresso di Rimini Fiera ospiterà show cooking e lezioni di cucina con frutta e verdura di qualità, insieme ai grandi chef del Gambero Rosso, Giorgione e Hiro su tutti. Non mancheranno suggerimenti di food art con l'educational del Gambero Rosso. Tutto questo trasmesso in diretta su Gambero Channel sulla piattaforma Sky e su Gambero Rosso web.
Collaborano al progetto 8 aziende protagoniste con i loro prodotti: Dole, Consorzio Jingold, Solarelli di Apofruit, Valfrutta, Almaverde Bio, Opo Veneto-Geofur, Nucis, e S.Lidano.
E' la prima volta che una fiera professionale dell'ortofrutta nel mondo presenta i prodotti nella loro valenza finale che è la tavola.
Pacchetto Ospitalità a 6000
A dimostrazione del grande interesse per la rassegna, sono oltre 6000 i pernottamenti gestiti dalla fiera di Cesena, attraverso l'Hospitality partner Viaggi Manuzzi, nelle strutture ricettive di Cesena, Rimini e la riviera romagnola.
Il Forum a Cesena 22 settembre
Un'altra delle grandi novità di Macfrut è in programma martedì 22 settembre al Cesena Expo Centre che ospiterà il primo Forum sulla filiera ortofrutticola, un appuntamento unico a livello europeo che, per la prima volta, mette in luce le valenze innovative dell'intera filiera ortofrutta dalla produzione alle tecnologie, al packaging, alla logistica, alla distribuzione, per ricavarne importanti indicazioni finalizzate alla crescita e alla razionalizzazione del settore.
Tre le sessioni in programma, che vedranno grandi nomi del panorama ortofrutticolo mondiale, realizzate in collaborazione con Agroter e Cso: Frutta e verdura nel supermercato del futuro; Presente e futuro delle promozioni in punto vendita, esperienze a confronto; L'innovazione tecnologica strumento strategico per conquistare i mercati.
Per prendere parte ai Forum è necessario iscriversi al sito: www.macfrut.com
Macfrut 3.2 – Professional tour
Nei giorni del Macfrut verranno organizzate in collaborazione con il Crpv (Centro ricerche produzioni vegetali), sei visite specializzate alle aziende della filiera ortofrutticola del territorio, indirizzate ad operatori specializzati e buyer di Paesi esteri, con lo scopo di ampliare il confronto con le eccellenze, al di là delle possibilità offerte dalla Fiera per presentare nel migliore dei modi le più significative realtà produttive ed organizzative.
La partecipazione delle delegazioni permetterà di fare emergere in modo strutturato i migliori contenuti del territorio in tema di ortofrutta: vocazione ambientale, organizzazione di filiera, virtuosità dei processi produttivi, ecc. da sempre elementi di eccellenza delle produzioni emiliano romagnole.
In particolare in ciascuna realtà che si andrà a visitare, grazie al coinvolgimento diretto di esperti (tecnici e ricercatori) che accompagneranno e si confronteranno con i visitatori. Quattro i comparti che i visitatori potranno 'toccare con mano' prendendo parte alle visite specialistiche in programma nei giorni di Macfrut: produzione in campo; magazzini di lavorazione; mercati ortofrutticoli; supermercati.
Ciliegio e Albicocco: Mercoledì 23 Settembre dalle 9.30 alle 12.00
Lavorazione e stoccaggio ortofrutta estiva: Mercoledì 23 Settembre dalle 9.30 alle 12.00
Centro Agroalimentare di Cesena: Giovedì 24 Settembre dalle 7.00 alle 9.30
Vendita al dettaglio: Giovedì 24 Settembre dalle 9.30 alle 12.00
Centro Agroalimentare di Rimini: Venerdì 25 Settembre dalle 07.00 alle 09.30
Orticole da Mercato: Venerdì 25 Settembre dalle 9.30 alle 12.00
(fonte: ufficio stampa Macfrut)
Saperi, sapori e capolavori: inaugurazioni oggi della due giorni di iniziative della Confesercenti E.R. a Expo, in Piazzetta Emilia-Romagna. -
Parma, 15 settembre 2015 -
Inaugurazione stamattina, della prima delle due giornate che hanno portato sul palcoscenico mondiale dell'Expo 2015 a Milano, gli imprenditori della Confesercenti E.R. aderenti alla rete del Tipico a tavola www.tipicoatavola.it, Biogourmet www.gourmetbio.it.
Sono saliti sul palco della Piazzetta della Regione Emilia Romagna (Cardo Nord Ovest, vicino al Padiglione Italia), il ristorante L'Incontro di Modena con il Tortellino, la Trattoria la Romantica di Ferrara con il gustosissimo Capellaccio di Zucca; l'Uva Grasparossa dell'Hotel Terme di Salvarola di Modena; il Tortello di Erbetta del ristorante Parma Rotta ovviamente di Parma. La formula utilizzata è stata quella del cooking show, ovvero della diretta dimostrazione dei piatti, che coinvolge direttamente i presenti che per l'occasione sono arrivati numerosi: scoprire i segreti di una delle cucine più famose del mondo è stato una vera ghiotta opportunità. Ma non è tutto: durante le dimostrazioni si sono svolti quiz e giochi con premi e gadget a tema.
Domani si replica con le numerose e spettacolari forme che possono prendere la frutta e la verdura della Scuola Intagliatori Frutta Verdura di Modena; il pane ferrarese dell'Orsatti Group; i Cappelletti di Romagna e la mitica "piadina da mare" del Consorzio Ristobar Spiaggia di Rimini. Infine, i tortelli con le code del Ristorante Lo Zingaro di Piacenza.
Le dimostrazioni si svolgeranno tutte nella Piazzetta Emilia-Romagna, Cardo Nord Ovest, vicino al Padiglione Italia.
(fonte: Ufficio stampa Confesercenti ER)
Derivati del latte stazionari salvo le creme e la panna a uso alimentare che segnano un sensibile recupero. Parmigiano Reggiano e Grana Padano rimangono ancora fermi alle quotazioni delle ultime 5 settimane.
di Virgilio, Parma 16 settembre 2015
LATTE SPOT Compensata la perdita della scorsa settimana. Rimbalzo per il latte spot nazionale sufficiente a recuperare totalmente la perdita registrata la scorsa settimana. Identico comportamento anche per il latte pastorizzato spot di provenienza estera. Nello specifico, alla borsa di Verona, il latte crudo spot nazionale torna nel range 36,09 - 37,12€/100 litri mentre l'estero tra 34,02 e 34,54€/100 litri di latte.
BURRO E PANNA Nessuna variazione di listino invece è stata registrata a Milano relativamente al Burro. Stazionari i listini dello zangolato alle borse di Parma e di Reggio Emilia mentre in sensibile recupero la Crema di latte a uso alimentare quotata a Milano e della panna di centrifuga veronese.
Borsa di Milano 13 settembre:
BURRO CEE: 2,55€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,75€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,75€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,55€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE: 1,50€/Kg. (+)
Borsa Verona 13 settembre:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,42-1,47 €/Kg. (+)
Borsa di Parma 11 settembre:
BURRO ZANGOLATO: 1,15€/kg.
Borsa di Reggio Emilia 14 settembre
BURRO ZANGOLATO: 1,15 1,15€/kg.
GRANA PADANO Nessuna variazione di prezzo è stata riscontrata alla borsa milanese riguardo al Grana Padano. Nello specifico i listini milanesi hanno registrato ancora una forbice compresa tra 6,30 e 6,40 €/kg per la quotazione del 9 mesi e tra 7,05 e 7,70 è l'intervallo di prezzo per il 15 mesi d'invecchiamento.
PARMIGIANO REGGIANO Anche il Re dei formaggi non è stato intaccato da variazioni di listini.
Confermati quindi i prezzi alla piazza di Parma che lo lo scorso 11 settembre ha registrato l'intervallo 7,40-7,75€/kg relativamente al 12 mesi di stagionatura e tra 8,45 e 8,80€/kg per il 24 mesi d'invecchiamento.
(In allegato, nella galleria immagini, i grafici CLAL)
Un convegno con i "guru" di immunologia, pediatria, scienze dell'alimentazione, endocrinologia. -
Reggio Emilia, 15 settembre 2015 -
Entra più che mai nel vivo il programma di lavoro lanciato dal Consorzio del Parmigiano Reggiano ad Expo, connotato, in particolare, dalla continuativa presenza nel "supermercato del futuro" allestito da Coop Italia.
Dopo che il Parmigiano Reggiano è stato dal 9 ad oggi 14 settembre al centro delle iniziative alla "piazzetta" allestita dalla Regione Emilia-Romagna, per la realizzazione di progetto curato in collaborazione con Unioncamere Emilia-Romagna, le attività del Consorzio culmineranno con un convegno scientifico giovedì 17 settembre.
L'appuntamento del convegno sugli aspetti nutrizionali e metabolici del Parmigiano Reggiano è in programma il 17 settembre - dalle 15,00 alle 18,30, ad EXPO, Sala Eventi Coop Forum, e sotto la guida scientifica del prof. Sergio Bernasconi, Ordinario di Pediatria all'Università di Parma, farà il punto sulle caratteristiche nutritive e dieto-terapiche del prodotto, con particolare riferimento al rapporto tra assunzione e patologie cardiovascolari e dismetaboliche, unitamente al tema del paziente pediatrico affetto da allergie e/o disbiosi intestinali e alle correlazioni tra consumo di Parmigiano Reggiano e metabolismo osseo (dietoterapia dell'osteoporosi).
A parlarne saranno Leone Arsenio (specialista in malattie del ricambio, diabetologia, geriatria), Roberto Berni (specialista nutrizione pediatrica e patologie allergiche), Maria Luisa Brandi (docente di endocrinologia all'Università di Firenze), Federico Cioni (medico specialista in scienze dell'alimentazione, medicina interna e diabetologia) e Lorenzo Lughetti (docente di pediatria generale e specialistica all'Università di Modena-Reggio Emilia).
"Con questo insieme di iniziative - osserva il direttore del Consorzio, Riccardo Deserti - proponiamo un viaggio a tutto campo nel mondo del Parmigiano Reggiano, con il quale accendiamo nuove luci di conoscenza sul nostro prodotto, partendo dagli aspetti legati alla produzione, alla tradizione, ai diversi gusti in funzione della stagionatura, al legame con il territorio, per arrivare ad approfondimenti scientifici che riguardano anche la sua utilità per il benessere fisico ai fini della prevenzione e della cura, come integratore, di patologie piuttosto frequenti".
Il convegno del Consorzio del 17 settembre è stato accreditato per la professione di medico chirurgo (tutte le specialità), biologo, nutrizionista, dietista e vale due crediti ECM.
(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Pamigiano)
Dopo una settimana di assestamento che seguiva l'ondata ribassista di agosto, segnali di nuovi rialzi provengono dai mercati internazionali nonostante i dati USDA abbiano confermato consistenze importanti.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 15 settembre 2015 -
Con la pubblicazione dei dati USDA gli operatori ipotizzavano un mercato tendenzialmente neutro mentre al contrario si è assistito a un generale incremento dei prezzi.
DATI USDA
Venerdì 11 settembre 2015
SEMI settembre 887,60 (+3,2) novembre 874,20 (+0,2) gennaio 877,40 (0)
FARINA settembre 314,10 (+2,7) ottobre 310,90 (+2,9) dicembre 309,30 (+2,6)
CORN settembre 374,40 (+12,6) dicembre 387,00 (+12,6) marzo 398,20 (+12,6)
Con gli incrementi registrati sui contratti a termine internazionali tutto lascia ben sperare che nei prossimi mesi vi possano essere degli incrementi anche in Italia.
Indicatori internazionali 11 settembre 2015
l'Indice dei noli è intanto sceso a 855 punti, il petrolio quota circa 44 dollari al barile e il cambio ruota attorno a 1,1196.
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
Officina Commerciale Commodities srl - Milano
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Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 37 13 settembre 2015
Cereali, una sorprendente stabilità. Crisi del latte prevedibile. Qualcuno già rimpiange le Quote Latte? Grandinate e danni nel modenese. Vino, l'Italia torna leader?
(in allegato il formato pdf scaricabile)
SOMMARIO Anno 14 - n° 37 13 settembre 2015
1.1 editoriale La ripresa per i fondelli
3.1 cereali Commodities: sorprendente stabilità
4.1 Lattiero caseario Tutto fermo, tranne il latte
5.1 vendemmia Vino: Italia verso riconquista leadership mondiale
6.1 latte Crisi del latte: noi l'avevamo detto.
6.2 Olio extravergine Gli extravergine si sfideranno a Cape Town
6.3 maltempo Grandinata Modenese: i sindacati sollecitano aiuti per gli stagionali
7.1 protesta Agrinsieme: difendiamo la nostra zootecnia
7.2 grassi combustibili Uso dei grassi animali come combustibile: la Provincia di Parma chiarisce
8.1 zootecnia Trattori contro blindati. Gli effetti del libero mercato
9.1 promozioni "vino" e partners
Il mercato sta conservando una fase di stabilità alla quale da tempo gli operatori non erano abituati. Le variazioni e le attenzioni si concentrano prevalentemente sugli scostamenti valutari.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 11 settembre 2015 -
Le notizie diffuse dai vari istituti di analisi statistica confermano la consistenza di merce seppure ci si attendano valori di stock leggermente diversi da quelli dell'ultimo bollettino Usda di Agosto. Corn 40,90 milioni contro 43,51 e per quanto riguarda i semi di Soya 11,53 milioni contro i 12,79. Numeri che dovrebbero generare un effetto rialzista. Diverso il caso del Grano che invece dovrebbe rimanere nella zona neutrale se non addirittura con una leggera flessione negativa (23,62 contro 23,13).
In Europa, France Agrimer, nella giornata di giovedi scorso ha confermato i dati di produzione del Ministero dell'Agricoltura sui raccolti Francesi: produzione di grano a 40,7 contro 37,5 dello scorso anno, produzione di orzo a 12,4 contro 11,7 e la produzione di corn è stimata a 13,26 contro 17,95.
Confermate le perplessità relativamente al mercato del mais condizionato come è dalle potenziali turbative connesse alla qualità e alla quantità. Tale incertezza ha generato una forbice di prezzi molto elevata con un delta che nei casi estremi ha raggiunto i 30-35€ di differenziale tra prezzo minimo e prezzo massimo. Sulle piazze estere si assiste a prezzi significativamente superiori per il mais e per l'orzo. Nella giornata di giovedi scorso è stato trattato del mais a 188€ arrivo Lombardia (Ottobre - Marzo).
Segnali rialzisti per l'orzo, mentre il grano in questo momento pare essere il cereale a livello mondiale più frenato.
Calma piatta anche per le proteine con la farina di soya che ha replicato sostanzialmente i medesimi valori. 357 € partenza Ravenna sino al 31/12/15 mentre cala il primo semestre a 352 € sempre partenza Ravenna. L'unico prodotto proteico in tensione riguarda la farina di girasole proteico che quota 275€ base Ravenna.
Il mercato delle bioenergie si sta muovendo su Cruscami e su Mais dove però i venditori stanno assumendo un atteggiamento molto più rialzista.
Indicatori internazionali 11 settembre 2015
l'Indice dei noli è intanto sceso a 855 punti, il petrolio quota circa 44 dollari al barile e il cambio ruota attorno a 1,1196.
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
Officina Commerciale Commodities srl - Milano
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Vendemmia di qualità: 47 milioni di ettolitri, +12% sul 2014 a livello nazionale. Domenico Zonin: l'annata metereologica ci consegna un'uva sana e abbondante, almeno rispetto alla media degli ultimi anni, e di qualità tra il buono e l'eccellente.
Erbusco (Franciacorta, BS), 11 settembre 2015
Una produzione di vino a livello nazionale stimata attorno a 47 milioni di ettolitri, il 12% in più rispetto ai 42 milioni diffusi dall'Istat per il 2014 (lo scorso anno si è avuta una produzione particolarmente scarsa). La cautela è sempre d'obbligo quando si parla di previsioni, tanto più se si considera che il clima del mese di settembre sarà decisivo nel determinare una buona o un'ottima vendemmia soprattutto per la qualità dei grandi rossi. Se tali dati fossero confermati, l'Italia riguadagnerebbe la leadership mondiale tra i paesi produttori, visto che la Francia prevede 46,5 milioni di ettolitri (-1% su base annua) e la Spagna circa 43 milioni (-3%)".
Questi i risultati principali della ricognizione operata tra la fine di agosto e la prima decade di settembre sul territorio nazionale da Ismea e Unione Italiana Vini con la collaborazione del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, presentati oggi in una conferenza stampa organizzata in Franciacorta presso l'Azienda Agricola Cà del Bosco.
"Anche quest'anno - spiega Ezio Castiglione, Presidente ISMEA - Unione Italiana Vini e Ismea consolidano il proprio impegno al servizio del mondo vitivinicolo proponendo queste elaborazioni come momento di sintesi e confronto istituzionale in collaborazione con il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, con l'obiettivo di aiutare gli imprenditori nelle scelte aziendali cui sono chiamati con dati puntuali e interpretazioni oggettive".
"In sintesi possiamo dire che l'annata metereologica ci consegna un'uva sana e abbondante, almeno rispetto alla media degli ultimi anni, e di qualità tra il buono e l'eccellente - prosegue Domenico Zonin. Pur con tutte le cautele del caso perché siamo al 30% circa della raccolta e al termine della vendemmia manca ancora un mese, e consapevoli della variabilità tra zona e zona, la previsione di crescita del 12% rispetto al 2014 ed una ottima qualità media, motivano un nostro moderato ottimismo".
A livello territoriale si è assistito ad incrementi generalizzati in quasi tutte le regioni. Fanno eccezione Lombardia (-3%) e Toscana (0%), regioni che anche lo scorso anno sono risultate in controtendenza rispetto al resto d'Italia. Fuori dal coro anche la Calabria (-10%). Elemento che emerge con chiarezza è il ritorno a gradazioni considerate nella norma, dopo il calo dello scorso anno, ed un livello delle qualità che va dal buono all'ottimo, con punte di eccellenza in tutta la Penisola.
"Le stime formulate da ISMEA e UIV - ha spiegato Ezio Castiglione, Presidente ISMEA - sono frutto di un'accurata attività di ricognizione svolta nella prima decade di settembre attraverso una rete di rilevazione distribuita su tutto il territorio nazionale. Con gran parte delle uve precoci e delle basi spumante già in cantina e le indicazioni continuative su rese e raccolti, riteniamo di poter fornire un affidabile quadro predittivo sugli sviluppi quantitativi e qualitativi della campagna in corso. Se da un punto di vista strettamente produttivo le premesse per un'annata positiva ci sono tutte - ha aggiunto Castiglione - l'osservazione delle dinamiche del mercato invita alla prudenza. Il risultato vendemmiale di quest'anno si inserisce in una situazione piuttosto complessa, specie nel circuito dei vini comuni, soggetto alle forti pressioni della concorrenza spagnola. Lo scenario che si delinea è di un mercato a due velocità, con il segmento dei vini a denominazione capace di mantenere una buona remunerazione e di crescere sui mercati esteri e la fascia dei vini comuni in una condizione più critica, già penalizzata da importanti flessioni dei prezzi".
"La buona annata - conclude il Presidente Zonin - potrà avere ripercussioni positive anche sul mercato interno che soffre, ormai, da diversi anni. Siamo convinti che una rinnovata qualità dei vini sostenuta da politiche di prezzo adeguate, in un contesto economico che sta offrendo segnali ripetuti di lieve ripresa, contribuirà a riavvicinare il consumatore italiano ad un consumo più costante del nostro prodotto. Per raggiungere questi risultati è però necessario che la filiera condivida strategie sui prezzi capaci di garantire stabilità e prospettiva di medio-lungo periodo a chi opera sul mercato. Sono fiducioso sulla maturità raggiunta dalle filiere di territorio e sulla consapevolezza conquistata da un settore produttivo che sta mietendo da anni successi sui mercati internazionali".
(Fonte Ismea 11 novembre 2015)
Vincitori della medaglia d'oro nelle tre categorie previste, i Paesi del Sudamerica hanno dovuto tributare gli onori al Sudafrica: la nazione ospite di quest'anno della più importante competizione dedicata agli oli extravergine di oliva ha messo nel suo medagliere 5 delle 9 medaglie in palio e 9 Gran Menzioni su 12
Cape Town - Sudafrica, 11 settembre 2015. A vincere le medaglie d'oro messe in palio da Sol d'Oro Emisfero Sud svoltosi quest'anno in Sudafrica sono stati il Cile nella categoria fruttato leggero, l'Argentina per il fruttato medio e l'Uruguray per l'olio extravergine di oliva fruttato intenso.
Alle loro spalle, però, tra secondi e terzi posti i produttori oleicoli sudafricani hanno conquistato ben 5 medaglie su 9: una medaglia di bronzo nella categoria fruttato leggero, una medaglia d'argento e una di bronzo per il fruttato medio e un argento e un bronzo per l'olio fruttato intenso. A completare il risultato del Sudafrica, le Gran Menzioni di tre oli fruttati leggeri e di sei oli fruttati medi.
Segue nel medagliere il Cile, con anche una medaglia d'argento e due Gran Menzioni nella categoria fruttato leggero e una Gran Menzione per il fruttato medio.
Buona, secondo i giudici internazionali, la qualità espressa da tutti i produttori in concorso, che hanno saputo fronteggiare un'annata non facile a causa della prolungata siccità.
Si conclude con questi risultati la seconda edizione di Sol d'Oro Emisfero Sud, il concorso nato nel 2014 dallo sdoppiamento di Sol d'Oro per dare agli oli extravergine di oliva prodotti al di sotto dell'equatore e in contro stagione rispetto a quelli dei tradizionali Paesi produttori dell'emisfero nord la possibilità di essere valutati nel loro momento ottimale di freschezza.
Competizione itinerante nei Paesi produttori, Sol d'Oro Emisfero Sud organizzato da Veronafiere ha potuto contare in Sudafrica sulla collaborazione del Ministero dello Sviluppo Economico del turismo e agricoltura del Sudafrica, della Provincia di Western Cape e di Wesgro, l'ente ufficiale di promozione di turismo commercio e investimenti di Cape Town e Western Cape.
Alla cena di gala per la proclamazione dei vincitori, svoltasi ieri sera (10/9/2015 ndr) presso Casa Labia a Cape Town alla presenza del primo ministro della Provincia di Western Cape, Helen Zille, del ministro dello Sviluppo economico, turismo e agricoltura di Western Cape, Alan Winde, dell'amministratore delegato di Wesgro, Tim Harris, e del console italiano a Cape Town, Alfonso Tagliaferri, il vicepresidente vicario di Veronafiere Damiano Berzacola ha ricordato che «Veronafiere ha ideato Sol d'Oro come momento di confronto e miglioramento delle produzioni oleicole di tutto il mondo, che guardano da sempre all'Italia come esempio di qualità tecnologica e produttiva».
«Sono certo – ha concluso Berzacola - che questa edizione di Sol d'Oro Emisfero Sud abbia anche rappresentato un momento molto importante di conoscenza ed incontro, utile a rinsaldare e rinnovare i buoni rapporti di partnership esistenti tra Repubblica Sudafricana e Italia, tra i produttori di olio e vino locali e Veronafiere, Sol&Agrifood, Vinitaly ed Enolitech».
«Veronafiere – ha sottolineato Helen Zille, primo ministro di Western Cape – ha dimostrato di avere fiducia nello sviluppo dei nostri produttori di olio e di vino, dando loro aiuto e assistenza, permettendo loro di migliorare al punto da superare anche le produzioni dei Paesi dell'emisfero nord. Quello di Veronafiere – ha concluso – è un modo incoraggiante di promuovere la produzione agroalimentare, che si adatta perfettamente alla politica e ai progetti di Western Cape».
Elenco dei vincitori e delle Gran Menzioni per categoria
Categoria fruttato leggero
1 Terramater S.A., Petralia, Cile
2 Agricola Pobena S.A., Alonso olive oil ultra premium Frantoio, Cile
3 Rio Largo Olive Estate, Rio Largo, Sudafrica
Gran Menzioni
Agr. Y For. Don Rafael Lida, 8 Olivos Blend, Cile
Oakhurst Olives, Oakhurst Delicate, Sudafrica
Empresas Carozzi S.A., Carozzi Intense, Cile
Willow Creek Olive Estate, Willow Creek Director's Reserve, Sudafrica
Babylonstoren, Babylonstoren, Sudafrica
Categoria fruttato medio
1 Miditerra S.A., Miditerra Grand, Argentina
2 Baleia Wines, Baleia Olives & Oil, Sudafrica
3 Adamskloof, Adamskloof, Sudafrica
Gran Menzioni
Morgenster, Morgenster Extra Virgin Olive Oil, Sudafrica
Porterville Olives (Pty) Ltd, Andante Intenso, Sudafrica
Tokara, Tokara Premium, Sudafrica
Chaloner SACC, Chaloner Mountain Extra Virgin Olive Oil, Sudafrica
Olivares de Quepu SA, 1492 Picual, Cile
Homegrown Farms Cc, Prince Albert EVOO - Karoo Blend, Sudafrica
P.C. Coetsee t/a Marbrin Farms, Marbrin Olive Growers Directors Reserve, Sudafrica
Categoria fruttato intenso
1 Agroland SA, Colina de Garzón Trivarietal, Uruguay
2 Wildekrans, Wildekrans Keerweer Extra Virgin Olive Oil, Sudafrica
3 Gabriëlskloof, Gabriëlskloof, Sudafrica
Legenda: Azienda, nome dell'etichetta del prodotto, Paese di provenienza.
Un provvedimento legislativo e un intervento della Regione Emilia-Romagna per difendere il reddito dei lavoratori delle aziende danneggiate dalla grandinata che sabato scorso 5 settembre ha devastato le produzioni agricole nelle province di Modena, Ferrara e Reggio Emilia.
Lo chiedono i sindacati Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil, sottolineando che molti lavoratori stagionali nella Bassa Modenese che si apprestavano alla raccolta di pere e uva non potranno godere né di un ammortizzatore sociale di compensazione (in quanto non esiste per loro una cassa integrazione), né di sussidi straordinari stanziati dal governo, come accaduto per altri eventi calamitosi.
Il problema non riguarda solo le attività agricole nelle campagne, ma anche i magazzini ortofrutticoli dove viene selezionato il prodotto, come è il caso della cooperativa Cipof di San Possidonio. «L'unica integrazione al reddito è la disoccupazione agricola, – affermano Piersecondo Mediani (Fai-Cisl), Marco Bottura (Flai-Cgil) ed Ennio Rovatti (Uila-Uil) - erogata nell'estate dell'anno successivo, che prevede una riduzione dell'indennità in caso di diminuzione delle giornate lavorate. In questo il reddito degli stagionali si abbasserà sia a causa delle giornate di lavoro perse che a causa della riduzione dell'indennità di disoccupazione».
I sindacalisti ricordano che il meccanismo della "calamità", attivo fino al 2007, garantiva in questi casi una disoccupazione agricola legata almeno alle giornate dell'anno precedente l'evento calamitoso, attenuando così l'impatto sulla riduzione delle giornate di lavoro. Dal 2008 non è più così, a seguito alla riforma della disoccupazione agricola (legge 247/07): il beneficio del riconoscimento delle giornate lavorate l'anno precedente è garantito solo nel caso in cui l'azienda agricola presso cui ha lavorato il dipendente abbia beneficiato degli interventi del fondo di solidarietà nazionale finalizzati alla stipula di contratti assicurativi contro i danni alle colture. «Questo significa che se non c'è l'assicurazione sulle colture, non ci sono benefici neppure per i lavoratori. Il meccanismo, inoltre, è aggravato da un iter burocratico che rende complicato l'ottenimento dei benefici anche in caso di stipula del contratto assicurativo. Per questo – concludono Mediani (Fai-Cisl), Bottura (Flai-Cgil) e Rovatti (Uila-Uil) – sollecitiamo un provvedimento legislativo e un intervento della Regione Emilia-Romagna a difesa del reddito dei lavoratori delle aziende agricole danneggiate dalla grandinata del 5 settembre».
(Modena 8 settembre 2015)
Il mercato detta legge. Agricoltori e allevatori europei manifestano, anche con violenza, a Bruxelles. Gli effetti negativi della fine del regime delle quote latte si sono manifestati molto prima dell'immaginabile. Ma era un destino segnato e qualcuno dovrà pagarne le conseguenze. Gli allevatori hanno già dato.
di Lamberto Colla 13 settembre 2015 -
Non poteva che finire così: trattori che sfidano i blindati davanti alla Commissione dell'UE a Bruxelles.
A pochi mesi dalla tanto auspicata liberazione dal regime delle quote latte ecco che ci si rende conto della voracità del mercato libero e competitivo. Ed allora gli animi si infiammano e la protesta si trasforma in scontro come documenta il servizio della Tv Belga RTBF.
A nemmeno 4 mesi di distanza dalla liberalizzazione del mercato del latte il prezzo alla stalla crolla per effetto, prevalentemente, dell'eccesso di offerta rispetto alla domanda e, per di più, si allarga ancor più la forbice tra prezzo alla stalla (0,35€/litro) e prezzo al consumo (1,45€/litro) a confermare, se mai ce ne fosse stato ancora bisogna, della stragrande forza dell'industria di trasformazione e della distribuzione rispetto al settore primario.
La cosa era ben più che prevedibile, era una certezza ma nessuno di coloro che avrebbero avuto il compito di governare e di quelli invece che avrebbero avuto il compito di negoziare le politiche agricole (Organizzazioni professionali Agricole) hanno fatto qualcosa nella speranza, forse, di liberarsi una volta per tutte del peso delle quote latte.
Le regole del mercato sono ferree, se i consumi stagnano e l'offerta cresce è inevitabile che il prezzo scenda.
Ma si sa i furbetti ci sono da tutte le parti e in tutti i paesi dell'UE.
Così, se l'Italia è riuscita a ingarbugliarsi sin dalle origini con la gestione delle quote latte (dal bacino unico alla prima supermulta dell'equivalente di 2 miliardi di euro (1994) pagata dai contribuenti e non dai singoli splafonatori, come avrebbe dovuto essere, alla rivolta dei Cobas latte che inneggiavano alla libertà sacrosanta di produrre, in barba a ogni regola scorrazzando liberamente, a suon di ricorsi ai TAR, nelle praterie del latte infischiandosene delle maggiori produzioni e del prelievo supplementare orientandosi invece a investire, in tecnologie e nuove mandrie, quelle risorse che invece gli altri (95% degli allevatori) dovevano investire nell'acquisto o affitto delle "quote" (di fatto una licenza a produrre latte) o per pagare le multe annualmente conteggiate (più male che bene) dall'Aima e dall'Agea relativamente ai quantitativi prodotti oltre il limite assegnato annualmente a ciascuna stalla.
Per l'Italia, a dire il vero, il problema nacque molti anni prima delle quote latte, sin dagli anni settanta quando la CEE sanzionò il Bel Paese applicando i "Montanti Compensativi", obbligandoci perciò a importare latte dalla Germania (sempre loro) compensando gli effetti dovuti all'alto differenziale di svalutazione tra le due monete sovrane. Una concessione che ha condotto a ridurre la produzione nazionale, a favore di quella tedesca, ben al di sotto della soglia di autoapprovvigionamento lattiero italiano (attualmente intorno al 70%). Così, nel 1983, anno nel quale si congelarono le produzioni per dare vita al regime delle quote latte l'Italia si è trovata a poter produrre molto meno di quanto fosse la domanda interna.
E poi si arrivò all'allargamento dei confini Ue con l'ingresso dei forti produttori di latte dell'Est che non vedevano l'ora di esportare in Europa, per di più in mercato protetto.
Infine, ma non da ultimo, con l'approssimarsi della fine del regime ecco che quasi tutti, tranne l'Italia che invece doveva fare i conti con le multe e di tutta quella quota di latte destinata ai formaggi DOP già contingentata per la difficoltà di trovare nuovi canali distributivi, hanno cominciato a aumentare le produzioni nella speranza di avvantaggiarsene una volta liberi dal vincolo delle quote. Un'euforia che si è scatenata poi dal primo maggio 2015 quando "finalmente" sono state abbattute le barriere.
Poco più di 90 giorni e la rabbia è già salita dalle stalle alle stelle almeno osservando la protesta di lunedi 7 settembre. Trattori contro blindati. Avrebbero dovuto fare a testate contro i blindati e allora sì che l'avrebbero avuta vinta.
O si torna a un regime protetto o la china sarà dura da risalire come avevamo anticipato i giorni scorsi.
A dire il vero avevamo anche anticipato le furberie dei francesi , tedeschi e irlandesi, eccetera, e che sarebbero stati sufficienti pochi mesi perché il bubbone esplodesse. Ma mai avremmo pensato, così pochi mesi.
Il 5 aprile scorso scrivevamo che "Ancora pochi mesi e la fragilità del nostro sistema lattiero caseario si manifesterà con violenza a meno di un miracolo o che si faccia finalmente squadra coinvolgendo tutti, nessuno escluso, industriali compresi ovviamente.
Sarà invece più facile trovare da leggere nostalgiche poesie sui bei tempi delle vituperate quote latte."
Una questione che era nota da tempo tant'è che venne aperto un dossier sul latte, chiuso solo il 14 luglio 2014 nel quale si respingevano specifiche richieste dei paesi germanocentrici (oltre a Germania quindi Olanda, Polonia, Austria, Danimarca e Belgio) i quali chiedevano di modificare il tenore in grasso per eludere il pagamento delle multe latte avendo essi stessi "notevolmente aumentato le proprie produzioni di latte proprio allo scopo di godere di un "vantaggio competitivo" in occasione delle nuove misure di intervento sul latte che verranno adottate a partire dalla campagna lattiera 2015-2016".
Ogni Paese perciò ha messo del proprio per arrivare a questa ulteriore crisi del latte.
Ma quello che più sconcerta è l'atteggiamento delle Organizzazioni Sindacali Agricole che, sulla questione "latte", hanno sempre assunto una posizione ambigua forse per timore di qualche ritorsione da parte governativa o industriale.
Che non ci sia qualche scheletro nell'armadio!