Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 31 2 agosto 2015

(in allegato il formato pdf scaricabile)
Anno 14 - n° 31 2 agosto 2015
1.1 editoriale E' sempre colpa dei giornalisti
3.1 cereali In USA tendenze ribassiste
4.1 Lattiero caseario Continua la crescita del latte spot. Flessione per il Parmigiano Reggiano
5.1 agro mercati Segnali di maggiore dinamismo sul fronte della compravendita dei cereali.,
6.1 frutta Frutta, +500% dal campo alla tavola
6.2 export Peru' I sapori emiliano-romagnoli sbarcano in Perù
6.3 Vini comuni Vini comuni, sempre più forte la leva del prezzo
7.1 Mais e Soia. mais e soia dati previsionali luglio 2015
8.1 acqua Acqua, una risorsa da gestire
10.1 pomodoro In anticipo la raccolta del pomodoro
11.1 eventi Corsa a ostacoli nel fango: una prova per veri duri!
11.2 eventi Ritorna la Sagra di Trecasali
12.2 promozioni "vino" e partners

Cibis 31 ago15 COP

Premiati nell'edizione 2015-2016 di Emilia Romagna da Bere e da Mangiare i vini di due cantine cooperative modenesi. -

Modena, 30 luglio 2015

Ci sono anche i vini di due cantine cooperative modenesi tra i vini eccellenti premiati nell'edizione 2015-2016 di Emilia Romagna da Bere e da Mangiare. Si tratta della guida ai vini, cantine, cibi e cucine del territorio realizzata da Primapagina Editore (Cesena) insieme alle Ais (Associazione italiana sommelier) territoriali. Il Villa Badia Lambrusco di Sorbara Dop 2013 (Cantina di Carpi e Sorbara) e il Tradizione Lambrusco Doc Salamino di Santa Croce 2014 (Cantina di S. Croce) hanno ottenuto il massimo punteggio (sei acini). Insieme a loro ci sono 116 vini (15 modenesi) prodotti nella nostra regione, selezionati dai sommeliers che hanno degustato oltre mille vini.

Emilia Romagna da Bere e da Mangiare è la guida ufficiale che racconta e promuove le eccellenze enogastronomiche dell'Emilia-Romagna, la regione italiana con il numero maggiore di prodotti Dop e Igp. Particolare attenzione è data al vino, con più di 300 cantine mappate e oltre mille etichette descritte con indicazioni di prezzo, vitigni e terroir e giudicate dall'Associazione italiana sommelier. La gastronomia regionale è presentata con approfondimenti su piatti, prodotti, musei del gusto, abbinamenti cibo-vino e un focus ogni anno diverso su un grande personaggio legato alla cultura e all'enogastronomia del territorio. La guida, acquistabile in libreria e on line su www.emiliaromagnavini.it, è la protagonista di Tramonto DiVino, kermesse enogastronomica estiva inserita nel cartellone "Emilia Romagna è Un Mare di Sapori" dell'Assessorato all'Agricoltura regionale. Ogni settimana, in una decina di città d'arte e località turistiche dell'Emilia-Romagna, sono proposti in degustazione oltre 300 vini in abbinamento a piatti preparati con i prodotti Dop e Igp regionali. La guida è presente poi al Vinitaly e ai principali eventi di settore italiani ed esteri e al centro di numerosi appuntamenti di degustazione organizzati ogni anno da PrimaPagina, editrice della guida.

(Fonte: ufficio stampa Confcoopertative MO)

ASSICA e Camera di Commercio di Parma danno il via al gruppo Linkedin "L'industria delle Carni e dei Salumi". Oltre 130 iscritti nella prima settimana alla nuova piattaforma per condividere notizie e approfondimenti sul settore. -

Parma, 30 luglio 2015 -

Ha preso il via questa settima la versione social della "piazza" del venerdì alla Borsa merci della Camera di Commercio di Parma, che, come noto, ospita le riunioni delle Commissioni Uniche Nazionali "Tagli di Suino" e "Grassi e Strutto".
Sul social network professionale Linkedin è stato creato il gruppo "L'industria delle Carni e dei Salumi".
Questo progetto parte dagli ottimi risultati ottenuti in termini di presenze e contrattazioni nel primo quadriennio di attivazione delle CUN a Parma. Il gruppo punta infatti a accrescere gli strumenti che legano la giornata del venerdì della Borsa merci e delle CUN con momenti di confronto e approfondimento che, dalla piazza reale, proseguano nella piazza virtuale di internet.
La sede della Borsa merci, che da più di un anno è dotata di un moderno accesso ad internet tramite wi-fi, permetterà agli operatori di condividere le discussioni del gruppo in tempo reale.

Nella prima settimana questo nuovo strumento ha già coinvolto oltre 130 iscritti. L'appuntamento di Parma si conferma ancora centro di riferimento per l'intera community professionale della filiera della carne suina e dei salumi. Attraverso una piattaforma social vengono infatti pubblicate news, aggiornamenti e link che riguardano l'intera filiera delle carni, per comporre un archivio di informazioni unico, fondamentale per tutti coloro che operano nel settore.
L'immediato successo della piattaforma dimostra che una filiera tradizionale, come quella legata all'Industria della carne fresca e dei salumi, è oggi molto attenta agli strumenti più moderni per migliorare il proprio business, creando contatti interessanti e tenendosi aggiornati in tempo reale sui trend nazionali e internazionali.

Cos'è Linkedin, come ci si iscrive

Linkedin è un sito di business social networking affermato fra i professionisti e ormai diffuso in diversi settori. La possibilità che i social media come questo rappresentano in ambito business sono piuttosto interessanti e potenzialmente in grado di aumentare la visibilità di un brand, di un prodotto, di un appuntamento (come quello del venerdì a Parma) o di coinvolgere figure professionali di vario livello in gruppi di discussione e confronto, attraverso i quali è possibile tenersi aggiornati con news e segnalazioni. I gruppi di discussione interni a Linkedin sono lo strumento più adatto a condividere contenuti e notizie, spingendo i partecipanti a interagire gli uni con gli altri e diffondere le informazioni che vengono messe a fattor comune.
Per accedere al gruppo è sufficiente iscriversi (gratuitamente) al social network all'indirizzo www.linkedin.it  e chiedere l'accesso al gruppo, dopo averlo cercato digitandone il nome (o una sua parte) nella barra in alto alla pagina.

ASSICA - Associazione Industriali delle Carni

ASSICA, Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi, è l'organizzazione nazionale di categoria che, nell'ambito della Confindustria, rappresenta le imprese di macellazione e trasformazione delle carni suine. Nel quadro delle proprie finalità istituzionali, l'attività di ASSICA copre diversi ambiti, tra cui la definizione di una politica economica settoriale, l'informazione e il servizio di assistenza ai circa 180 associati in campo economico/commerciale, sanitario, tecnico normativo, legale e sindacale. Competenza, attitudine collaborativa e affidabilità professionale sono garantite da collaboratori specializzati e supportate dalla partecipazione a diverse organizzazioni associative, sia a livello nazionale che comunitario. Infatti, sin dalla sua costituzione, nel 1946, ASSICA si è sempre contraddistinta per il forte spirito associativo come testimonia la sua qualità di socio di Confindustria, a cui ha voluto aderire sin dalla nascita, di Federalimentare, Federazione italiana delle Industrie Alimentari, di cui è socio fondatore, del Clitravi, Federazione europea che raggruppa le Associazioni nazionali delle industrie di trasformazione della carne, che ha contribuito a fondare nel 1957.

La Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Parma

La Camera di Commercio di Parma, nata nel 1814, è una delle più antiche d'Italia. Oggi vi sono iscritte oltre 47.000 aziende, delle quali circa 43.500 attive (quasi una ogni 10 abitanti).
L'Ente è in particolare impegnato nella promozione dell'economia locale con servizi mirati alla crescita e al successo dell'imprenditoria locale sui mercati interni e internazionali. Gestisce il Registro delle Imprese ed è soggetto di riferimento a livello locale per l'informazione economica. Offre servizi funzionali al miglior funzionamento dei rapporti tra imprese e tra imprese e consumatori, come il servizio di Mediazione-conciliazione delle liti e la BIPAR (Borsa Immobiliare Parmense).
La Camera di Commercio gestisce la Borsa Merci, presso Fiere di Parma, specializzata nel negoziare prodotti di punta del territorio come materie prime agricole, prodotti zootecnici e dell'industria alimentare e un Centro congressi attrezzato per eventi di livello nazionale e internazionale.
E' fra i fondatori e socio di riferimento della Borsa Merci Telematica Italiana.

(Fonte: Ufficio stampa Camera di Commercio)

Giovedì, 30 Luglio 2015 08:33

Cereali. In USA tendenze ribassiste

Al migliorare delle condizioni meteo statunitensi ha fatto seguito un sensibile abbassamento dei prezzi.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 30 luglio 2015 -

Nella serata di martedi si è assistito a qualche leggero rimbalzo di assestamento dopo che, nelle giornate di venerdi (24/7) e di lunedi scorso, a seguito del rasserenamento meteorologico statunitense, si era avviata una tendenza fortemente ribassista.
In queste ultime ore prosegue il calo dei prezzi salvo il caso della farina di soia che segna un leggero recupero sino a dicembre 2015 per poi ridiscendere.

Indicatori internazionali 28/7/2015
l'Indice dei noli è sceso 1097, il petrolio è sceso 48,00 dollari al barile e il cambio €/$ si aggira intorno a 1,10496.

MP 28lug15

Sul mercato interno si assiste ancora a molta incertezza soprattutto riguardo al mais dove i prezzi sono ancora in continua variazione.

Dopo un'iniziale fase di attesa i mercati cerealicoli nazionali stanno mostrando un maggiore dinamismo sul piano della compravendita. I prezzi del frumento duro, rileva Ismea nell'Overview settimanale, già in flessione nei giorni scorsi, dovrebbero confermare, anche questa settimana, la tendenza al ribasso che ha caratterizzato le ultime sedute. Analoghe le aspettative nel comparto del tenero, con la raccolta ormai in fase avanzata anche in Francia, dove le quotazioni ai porti di imbarco stanno già mostrando qualche segnale di cedimento.

L'istituto di statistica conferma, sul circuito dei cereali foraggeri, un andamento sostenuto per granoturco e orzo. E' probabile, sottolinea Ismea, che le operazioni di raccolta del mais, subiranno ad agosto un anticipo di una decina di giorni, a causa delle alte temperature. Il calo produttivo sia Italia che in Europa potrebbe inoltre rivelarsi anche più accentuato rispetto alle stime iniziali, in previsione di un generale peggioramento delle rese, soprattutto nei paesi dell'Est.

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

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Mercati agricoli - Ismea, l'overview sui mercati agroalimentari

Dopo un'iniziale fase di attesa i mercati cerealicoli nazionali stanno mostrando un maggiore dinamismo sul piano della compravendita. I prezzi del frumento duro, già in flessione nei giorni scorsi, dovrebbero confermare, anche questa settimana, la tendenza al ribasso che ha caratterizzato le ultime sedute. Analoghe le aspettative nel comparto del tenero, con la raccolta ormai in fase avanzata anche in Francia, dove le quotazioni ai porti di imbarco stanno già mostrando qualche segnale di cedimento.
Lo rileva l'Ismea nell'Overview sui mercati agroalimentari di questa settimana, preannunciando, sul circuito dei cereali foraggeri, un andamento invece sostenuto per granoturco e orzo. E' probabile che le operazioni di raccolta del mais, i cui prezzi restano al momento ben inferiori ai livelli dell'anno scorso (-15% circa), subiranno ad agosto un anticipo di una decina di giorni, a causa delle alte temperature. Il calo produttivo sia Italia che in Europa potrebbe inoltre rivelarsi anche più accentuato rispetto alle stime iniziali, in previsione di un generale peggioramento delle rese, soprattutto nei paesi dell'Est.

Sui mercati vinicoli la campagna di commercializzazione, giunta ormai alle battute finali, conferma anche in questa fase conclusiva l'andamento a due velocità che ha chiaramente penalizzato i vini da tavola, in forte deprezzamento, sostenendo invece le quotazioni delle denominazioni d'origine, stabili o in lieve aumento.
Sulla nuova vendemmia le attese restano positive, con un probabile aumento delle produzioni per lo meno in Italia.

Stessa considerazione per gli oli di oliva, in un mercato che in Spagna resta però in forte tensione per i lampanti, segnalando valori eccezionalmente elevati (attorno ai 4 euro al chilogrammo) anche per gli extravergini. In Italia le scarse disponibilità e i ridotti volumi di scambio hanno lasciato invariati i listini degli oli di oliva di maggior pregio, con i valori che si attestano su una media di poco inferiore a 5,50 euro al chilo, franco produttore.

Il caldo torrido sta fortemente influenzando anche le dinamiche mercantili nel comparto ortofrutticolo. Gli ortaggi da cottura (le zucchine in particolare) risultano in questa fase maggiormente penalizzati rispetto ad altre produzioni, come pomodori e insalate. Per angurie e meloni è prevedibile, nonostante il buon andamento della richiesta al consumo, un ulteriore cedimento dei prezzi, motivato da un'offerta ovunque più abbondante.
Sui mercati frutticoli le residue disponibilità di albicocche, ancora soddisfacenti sotto il profilo qualitativo, chiuderanno la campagna con quotazioni stabili o in ulteriore aumento.
Agevole anche il collocamento di susine, con buone richieste sia sui mercati interni che all'estero e valori superiori alla scorsa annata, mentre segnano ancora il passo pesche e nettarine, pressate sui circuiti europei da un'offerta estera tuttora rilevante. Non è escluso che le basse quotazioni attuali possano risalire la china già nei prossimi giorni, in particolare nel mese di agosto, scongiurando il protrarsi di una situazione divenuta adesso piuttosto critica.
Prezzi in fisiologica contrazione per le uve da tavola con la progressiva espansione dell'offerta pugliese e metapontina. Ad eccezione delle uve siciliane, che frenano anche su base annua, le quotazioni restano su livelli superiori a quelli dell'estate 2014, in un contesto di scambi agevoli e di consumi complessivamente regolari.

In relazione ai lattiero-caseari, per i formaggi il momento resta sfavorevole, con il calo dei prezzi che sembra adesso coinvolgere anche il Grana padano, oltre al Parmigiano reggiano. Resta debole il mercato delle materie grasse, sulla scia di quanto già riscontrato a livello continentale, con prevedibili ulteriori riduzioni dei prezzi per il burro anche nelle prossime settimane. Da segnalare una probabile correzione al rialzo delle quotazioni spot del latte crudo alla stalla, da ricondurre a un calo delle rese presso gli allevamenti nazionali più accentuato rispetto al normale ciclo stagionale, a causa delle elevate temperature.

Per le carni prevale ancora un clima di attesa sul mercato dei bovini, con scarse pressioni alla vendita e ritmi di lavorazione piuttosto lenti nei centri di macellazione nazionali. Stessa dinamica per le carni avicole con poche spinte dal lato dell'offerta, anche a causa di una più alta mortalità negli allevamenti, e consumi ancora piuttosto frenati. Il bilancio di sostanziale equilibrio delle dinamiche mercantili suggerisce, sia per i bovini che per gli avicoli, un quadro di relativa stabilità sul fronte dei prezzi anche nei prossimi giorni. Più dinamico solo il segmento della fesa di tacchino.

Nel comparto suino le ridotte disponibilità di capi da macello potrebbero determinare ancora lievi correzioni al rialzo sui prezzi del bestiame vivo, mentre mantiene un trend ribassista l'intera linea dei suinetti d'allevamento. Più complessa la situazione sul mercato delle carni, con i macellatori che faticano ad assorbire i rialzi del vivo sia per le resistenze, a valle, della grande distribuzione, sia per una generale pressione dell'offerta europea, conseguente anche a un'elevata disponibilità di tagli congelati.

#mercatiagricoli - 

(Fonte Ismea - Roma, 27 luglio 2015)

Domenica, 02 Agosto 2015 10:53

Frutta, +500% dal campo alla tavola

Coldiretti denuncia la speculazione sulla frutta e lancia il progetto FAI (Firmato dagli Agricoltori Italiani)

Parma 02 agosto 2015 -

Dalle pesche pagate al produttore 0,30 euro e rivendute al consumatore a 1,80 euro alle susine, per le quali l'agricoltore si vede corrispondere 0,40 euro per poi ritrovarle sui banchi dei supermercati a 1,40 euro, dai meloni che da 0,40 euro schizzano a 1,40 euro al chilo, all'uva da tavola che si trova in vendita a 2,50 euro rispetto agli 80 centesimi dati a chi la coltiva, che non riesce più a coprire neppure i costi di produzione.
A denunciarlo è la Coldiretti sulla base di un'analisi su dati Ismea relativi alla terza settimana di luglio resa, nota in occasione della Giornata dell'ortofrutta al Padiglione Coldiretti ad Expo.

"E' in atto una vera speculazione, sottolinea Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti, che paga la frutta al di sotto dei costi di produzione agli agricoltori e non permette a molti cittadini di garantirsi il consumo di un prodotto indispensabile per la salute in questa stagione".
In questo contesto una vera rivoluzione è in atto grazie al progetto "Scendipianta" di Fai, "Firmato dagli agricoltori italiani", che accorcia la filiera riducendo gli attuali 4-5 passaggi dal produttore alla vendita.

Un progetto che ha trovato l'attenzione della principale catena distributiva italiana "Conad" con cui è stato stretto un importante accordo nell'ambito del quale sono iniziate le prove su vari punti vendita con pesche e nettarine che piano piano si estenderanno anche alle altre specie ortofrutticole.

Ultimi giorni per la raccolta candidature delle imprese interessate: scadenza mercoledì 5 agosto

Nell'ambito dei progetti "Deliziando" e "America Latina", Unioncamere Emilia-Romagna e il sistema camerale regionale a supporto di PromoFirenze - Azienda Speciale della Camera di Commercio di Firenze, promuovono la partecipazione delle imprese del settore agroalimentare a una collaborazione con la catena peruviana di supermercati Supermercados Peruanos SA, che fa parte del gruppo Interbank ed è presente sul mercato con due diversi marchi: Vivanda e Plaza Vea.

L'iniziativa è finalizzata all'inserimento di prodotti a scaffale per la durata di due settimane nel secondo semestre 2015 all'interno degli otto punti vendita di Vivanda, il marchio che si rivolge a un target di prodotto medio alto.
Alle aziende interessate vengono richieste documentazioni (scheda tecnica dei prodotti; immagini; listino prezzi indicativi –fob-), utili ai fini della selezione da parte dei responsabili della catena peruviana di supermercati.
La presentazione dei documenti richiesti e la prima valutazione è gratuita per tutte le aziende che decideranno di candidarsi. A quelle che supereranno la selezione verrà richiesta una quota forfettaria di partecipazione pari a 300 euro, IVA 22%.
I Supermercados Peruanos si faranno carico delle spese di spedizione dei prodotti da un magazzino in Italia in Perù e del relativo sdoganamento. A carico delle aziende italiane selezionate le spese del Registro Sanitario peruviano (pari a circa 160 euro).

Il termine ultimo per la raccolta delle candidature è fissato per mercoledì 5 agosto
Sul sito di Unioncamere Emilia-Romagna, la scheda adesione e circolare informativa dove sono elencati i prodotti che potranno essere selezionati. Le aziende interessate dovranno compilare la scheda e spedirla alla Camera di commercio di competenza.

Per ogni ulteriore chiarimento, le aziende emiliano-romagnole potranno rivolgersi all'Ufficio Promozione della propria Camera di commercio.
Per il progetto Deliziando, Unioncamere Emilia-Romagna: Paola Frabetti, responsabile Internazionalizzazione Agro-alimentare tel. 051 6377019 e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

(fonte Unioncamere Emilia Romagna)

Vino: calo a due cifre per i vini comuni nella campagna 2014/15

Parma, 28 luglio 2015 -
Ismea ha analizzato l'andamento dei prezzi dei vini comuni, durante la campagna che si sta concludendo (2014-15), mettendo a confronto l'Italia con il suo più diretto competitor, la Spagna.

Dall'indagine emerge, per entrambi i Paesi, una perdita dei listini a due cifre.
Lo scenario che si delinea è quello di una forte competitività dei vini spagnoli esitati tradizionalmente a prezzi nettamente più bassi di quelli italiani e con ribassi a due cifre sia per i bianchi che per i rossi. E lo stesso è successo nel mercato dei vini comuni italiani.

In entrambi i Paesi, infatti i bianchi sono crollati del 30%, mentre la flessione nel segmento dei rossi si è arrestata al -12%. Del resto si è notato per tutta la campagna che il mercato del colore era attraversato da una domanda non particolarmente disposta a cedere sul prezzo, ma sicuramente più vivace rispetto a quello dei bianchi e questo sia in Spagna che in Italia.
La partita tra Italia e Spagna si gioca chiaramente sul fronte dei prezzi all'export.

Vino prezzi medi ITA SPAGNA

Le dinamiche degli ultimi anni dimostrano come la Spagna sia divenuta sempre più competitiva sul fronte dei prezzi diventando l'indiscusso leader internazionale nell'export di sfuso.

Confrontando i vari segmenti, inoltre, si evidenzia come, secondo l'indice Ismea dei prezzi alla produzione, i vini comuni siano più esposti a variazioni anche molto significative, come in un effetto montagne russe. Invece, man mano che ci si sposta verso i vini a denominazione questa variabilità è inferiore, proprio a dimostrazione del fatto che i mercati meno soggetti all'effetto sostituzione appaiono più stabili sul fronte dei prezzi.
Nelle ultime due campagne, peraltro, a fronte di cali pesanti nel segmento dei vini comuni, i vini a denominazione di origine hanno segnato un incremento seppur lieve.

(in allegato il formato pdf della ricerca ISMEA)

(Fonte Ismea Servizi)

Domenica, 02 Agosto 2015 08:33

In anticipo la raccolta del pomodoro

Rispettata la programmazione dell'OI Pomodoro Nord Italia. Calo del 4% rispetto a quanto contrattato. Sono 38.948 gli ettari di superficie coltivata. Qualche timore sulle disponibilità idriche.

Parma 27 luglio 2015 - Si conferma un sostanziale rispetto della programmazione prevista dal contratto quadro nella campagna 2015 del pomodoro da industria del Nord Italia. L'Organizzazione Interprofessionale OI Pomodoro Nord Italia ha fatto il punto della situazione a pochi giorni dall'inizio della campagna 2015, già avviata con le prime raccolte e i primi conferimenti agli stabilimenti di trasformazione, in anticipo rispetto alla tempistica del passato vista la bella stagione.

"Siamo in linea con gli obiettivi di programmazione previsti dalla contrattazione – commenta l'OI -. Infatti dalla elaborazione dei dati relativi alle superfici effettivamente coltivate pervenuti dalle Organizzazioni di produttori del pomodoro, così come previsto dalle regole condivise, emerge una riduzione effettiva delle superfici rispetto a quelle contrattate inizialmente dalle Op del pomodoro associate all'OI, che si è attestata intorno al 4%".

Nel dettaglio le superfici effettive a pomodoro da industria coltivate dagli agricoltori delle Op e cooperative associate all'OI sono pari a 38.948 ettari. Questo dato dimostra che nei campi la produzione attesa è in linea con le richieste avanzate dalle industrie di trasformazione alla stipula dei contratti.

Guardando al dato complessivo delle superfici effettive l'Emilia Romagna si conferma leader nella produzione di pomodoro con il 67,6% delle superfici del Nord Italia (con la concentrazione maggiore nelle province di Piacenza, Ferrara e Parma) seguita da Lombardia (20,9%), Veneto (6,6%) e Piemonte (4,9%).
La produzione biologica – che si concentra soprattutto nelle province di Ferrara e Ravenna – rappresenta il 3,4% del totale, mentre il restante 96,6% delle superfici è coltivato con il metodo della produzione integrata.

Il via alla raccolta
L'OI comunica anche che da pochi giorni è iniziata la raccolta e il conferimento del pomodoro negli stabilimenti di trasformazione, in anticipo rispetto agli anni scorsi vista la bella stagione. Tuttavia non mancano le difficoltà dovute alle alte temperature che stanno provocando stress alle piante e stanno impedendo una maturazione omogenea delle bacche. Apprensione anche per il previsto calo della disponibilità idrica.

(Fonte OI Pomodoro Nord Italia)

Stazionari i listini del burro mentre segnali di cedimento si sono manifestati nella crema a uso alimentare

di Virgilio Parma 29 luglio 2015

LATTE SPOT Prosegue la risalita del latte spot seppure in crescita meno che proporzionale. +1,39% l'aggiornamento dei listini del latte crudo spot nazionale scaligero equivalente a 37,12 e 38,15€/100 litri di latte. Invariato invece il prezzo del latte intero pastorizzato spot estero che lo scorso 27 luglio ha confermato i valori precedenti (prezzi compresi tra 35,05 e 35,57 €/100)

BURRO E PANNA Dopo la sensibile flessione della precedente settimana i listini di burro milanese hanno, in questa 31esima settimana, mantenuto i valori. Flessione che invece ha interessato il burro zangolato di Parma (-7,14%) posizionando il listino parmense a 1,30€/kg equiparandosi al valore della borsa reggiana.
Altri 4 centesimi invece sono stati perduti dalla crema di latte a uso alimentare quotata a Milano e 3 centesimi sono stati lasciati sul campo anche dalla panna a uso alimentare di Verona.

Borsa di Milano 27 luglio:
BURRO CEE: 2,70€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,90€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,90€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,70€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE: 1,40€/Kg.

Borsa Verona 27 luglio:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,47-1,52 €/Kg.
Borsa di Parma 24 luglio:
BURRO ZANGOLATO: 1,30€/kg.
Borsa di Reggio Emilia 28 luglio
BURRO ZANGOLATO: 1,30 1,30€/kg.

GRANA PADANO Resiste la quotazione del Padano anche in quest'ultima settimana di luglio.
Niente di fatto quindi e listini confermati tra 7,10 e 7,75€/kg. per il prodotto di 15 mesi e tra 6,35 e 6,45 €/kg. il prezzo relativo al 9 mesi di stagionatura.

PARMIGIANO REGGIANO Diversamente dal Padano, il Parmigiano Reggiano cede su tutti i fronti. 5 centesimi è la perdita del 12 mesi di stagionatura rilevata alla borsa di riferimento parmense (7,45-7,75€/kg) e addirittura sono 10 i centesimi bruciati dal 24 mesi di stagionatura riportando il prezzo all'ingrosso tra 8,55 e 8,90 €/kg (-1,13%).

(In allegato i grafici CLAL)

 

Prre 31

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 30 26 luglio 2015

(in allegato il formato pdf scaricabile)

SOMMARIO Anno 14 - n° 30 26 luglio 2015

1.1 editoriale Pagare o non pagare, questo è il dilemma!
3.1 cereali Mercati deboli ma prezzi ancora sostenuti
4.1 Lattiero caseario Forte ripresa del latte spot
5.1 agro mercati Ismea, l'overview sui mercati agroalimentari
6.1 imprese e finanza In Emilia Romagna i Confidi uniscono le forze
6.2 norme e vongole Vongole, al via iter per la modifica della taglia minima
6.3 WEB e eccellenze Le eccellenze reggiane sul web
7.1 mais & soia. mais e soia dati previsionali luglio 2015
8.1 export Export a -25,3%
9.1 eventi Corsa a ostacoli nel fango: una prova per veri duri!
9.2 eventi Presentata a Noceto la prima edizione di FARM RUN
10.2 aperitivo e prosecco Bollicina non significa 'prosecchino'
11.2 promozioni "vino" e partners

Cibus 30 26lug15 COP

Vongole - Grazie all'impegno della Regione avviato l'iter di modifica della taglia minima

Bologna 23 luglio 2015 - L'assessore regionale all'Agricoltura Simona Caselli risponde al consigliere della Lega Nord Alan Fabbri.

"Mentre la Lega ancora non prende iniziative concrete, nè qui nè al Parlamento UE, noi stiamo lavorando da tempo con il Governo e la commissione pesca UE per la modifica della taglia minima delle vongole. Cosi' l'assessore all'agricoltura, caccia e pesca Simona Caselli risponde al consigliere regionale della Lega Nord Alan Fabbri. "

La nostra proposta presentata a gennaio alla Commissione pesca del Parlamento europeo, ha consentito di avviare l'iter per la modifica della taglia minima nella regolamentazione comunitaria. La vice presidente della Commissione pesca On. Renata Briano ci ha riferito nei giorni scorsi che, d'intesa con il Governo, la modifica della taglia verrà inserita nel testo della 'legge Mediterranea' di prossima discussione a Bruxelles. Questo importante aggiornamento è stato comunicato alle associazioni regionali della pesca presenti al 'Tavolo blu' di lunedì scorso a Bologna che hanno espresso la loro condivisione. Ora ci aspetteremmo che la Lega collaborasse a questo percorso che rappresenta la possibilità piu' rapida e concreta di soluzione definitiva del problema."
(Fonte Regione Emilia Romagna 23 luglio 2015)

Domenica, 26 Luglio 2015 10:07

Export a -25,3%

Commercio Estero: frena per tonfo in Russia

Roma 23 luglio 2015
A frenare l'andamento delle esportazioni italiane nei Paesi extra Ue è il crollo delle spedizioni in Russia che nel mese di giugno sono calate del 25,3 per cento rispetto allo stesso mese del 2014.

E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti, sulla base dei dati Istat sul commercio estero a Giugno.

Il forte calo delle esportazioni Made in Italy nel Paese di Putin riguarda tutti i principali settori ma ad essere piu' colpiti – segnala la Coldiretti - sono chiaramente quelli interessati dall'embargo scattato il 6 agosto 2014 che ha sancito il divieto all'ingresso di una lista di prodotti agroalimentari che comprende frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce dai Paesi dell'Ue, dagli Usa, ma anche da Australia, Canada e Norvegia, che avrebbe dovuto durare un anno.

Nell'agroalimentare – sostiene la Coldiretti - ai danni diretti stimati in 20 milioni di euro all'anno di mancate esportazioni si sommano anche i danni indiretti dovuti alla perdita di immagine e di mercato provocata dalla diffusione in Russia di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy.

Lo stop alle importazioni dall'Italia ha provocato in Russia un vero boom nella produzione locale di prodotti Made in Italy taroccati, dai salumi ai formaggi con la produzioni casearia russa di formaggio - conclude la Coldiretti - che nei primi quattro mesi del 2015 ha registrato infatti un sorprendente aumento del 30 per cento e riguarda anche imitazioni di mozzarella, robiola o Parmesan.

Guida rapida per sapere tutto sulle bollicine. Perché il prosecco non è Franciacorta e il Franciacorta non è Champagne...Insomma: i vini frizzanti non sono tutti la stessa cosa. -

Parma, 26 luglio 2015 -

Un frizzantino non è un 'prosecchino'! Non solo quello, almeno... Quanti alla domanda: 'ci beviamo una bollicina?' rispondono: 'dammi un prosecchino...' ?
Questi 'detrattori' della bollicina non sanno che per ogni 'dammi un frizzantino' c'è un sommelier che impallidisce senza darlo a vedere! Perché, se è vero che siamo uno dei paesi che produce il vino tra i più apprezzati al mondo e che crea spumanti eccezionali, è altrettanto vero che si fa tanta confusione nel distinguere un Prosecco da un Franciacorta. Insomma, per noi, un 'frizzantino' è tutto uguale e soprattutto va bene solo per brindare.
Il che – a sentire gli esperti – è sbagliatissimo!
Prima di tutto lo spumante non è unicamente prosecco. Perché c'è anche il Franciacorta, che è ancora un'altra cosa.
Chiariamo: sia Franciacorta che Prosecco appartengono alla famiglia degli spumanti, cioè di quei vini prodotti tramite processo di spumantizzazione.
Però chiedere un Prosecco non significa chiedere un Franciacorta e viceversa. E chiedere un Franciacorta non significa trovarsi nel bicchiere dello champagne.

E allora, cosa li differenzia? Semplicemente la zona di produzione e vinificazione, che dà risultati totalmente differenti. Il Prosecco DOC è prodotto in Veneto e Friuli da un vitigno di nome Glera. Per la sua spumantizzazione si usa il metodo Charmat.
Franciacorta è una differente zona di produzione che si trova in Lombardia. I vini DOCG Franciacorta sono tra le bollicine più pregiate che abbiamo in Italia. Per produrre un Franciacorta si utilizza invece il metodo classico.

Spesso lo spumante viene considerato un "vino" di poca importanza, dimenticando che anche Prosecco e Franciacorta fanno parte di questa grande categoria, distinguendosi però per la zona di produzione e per il metodo di spumantizzazione usato.
Per i non addetti ai lavori, tutti possono essere classificati come "bollicine", un termine colorito, entrato nel linguaggio comune, ma che non ha nulla di tecnico ed è rifiutato dai veri esperti.
Le bollicine sono la caratteristica principale che accomuna tutti i i vini spumantizzati e sono l'effetto dell'anidride carbonica trattenuta nel vino.

Il più conosciuto tra tutti è il prosecco. E l'errore dei più sta nel chiamare con questo nome tutto quello che frizza.
Quante volte mentre facciamo un aperitivo sentiamo dire: "mi fa un prosecchino?".
In qualche caso, cosa ci mettano in quel bicchiere rimane un mistero, tanto fa lo stesso. Il prosecco è un vitigno, glera, presente soprattutto in Veneto. Come ogni vitigno lo si può vinificare fermo o spumantizzato. In questo secondo caso si utilizza il metodo Charmat, cioè una fermentazione in autoclavi.

Franciacorta e Champagne sono zone di produzione. La prima in Italia, in Lombardia, vicino Brescia, l'altra in Francia, ad est di Parigi. Entrambe danno il nome al loro vino principale, il Franciacorta e lo Champagne ed entrambe utilizzano il metodo classico per farlo (che in Francia si chiama metodo Champenoise). Il Franciacorta è una DOCG cioè una denominazione di origine controllata e garantita. E grazie ad una modifica del disciplinare nel 2010 anche il metodo con cui viene fatto si chiama Franciacorta.
Questo vino si sta diffondendo anche all'estero, proprio perché tecnica e passione dei vignaioli lo stanno rendendo un prodotto unico e molto apprezzabile. Il Franciacorta non è assimilabile allo Champagne, non è né peggiore né migliore. E' semplicemente diverso.

L'errore più frequente sta proprio nel collocare tutte queste 'bolle' in un'unica famiglia, come se fossero identiche. Si fa ancora tanta confusione per scarsa cultura ed esperienza. In Italia beviamo, di solito, i vini fermi, relegando Prosecco, Franciacorta e Champagne a bottiglie per le occasioni speciali. E invece questi frizzanti possono essere abbinati veramente a tutto.
Impariamo, dunque, a degustarli senza pregiudizi, lasciando al nostro gusto e all'olfatto il compito di trovare e apprezzarne le differenze...

Ak

Domenica, 26 Luglio 2015 08:42

Ismea, l'overview sui mercati agroalimentari

Le temperature elevate stanno accelerando il processo di maturazione e raccolta delle pesche e nettarine

Roma - Il perdurare delle elevate temperature, come rilevato dall'Overview dell'Ismea di questa settimana, sta accelerando il regolare processo di maturazione e raccolta di pesche e nettarine, con un eccesso di disponibilità di prodotto che non riesce ad essere assorbito dal mercato. Sul fronte estero continuano inoltre a pesare gli effetti dell'attuale situazione commerciale tra Ue e Russia, che di riflesso stanno appesantendo il circuito interno, sul quale la domanda risulta interessata ma insufficiente. Tale difficile situazione potrebbe in parte essere alleviata dalle misure attualmente in discussione a Bruxelles per contenere gli effetti dell'embargo russo sul comparto ortofrutticolo europeo, e che prevedono, se attivate, il ritiro di 9.250 tonnellate di pesche e nettarie italiane tra l'agosto 2015 e il mese di giugno 2016.

Per quanto riguarda le albicocche, si avvia a conclusione la campagna di commercializzazione, con un'offerta in ulteriore assottigliamento e quotazioni in rialzo, grazie ad un profilo qualitativo ancora adeguato e ad una domanda costante. Aumentano le disponibilità di susine presenti sul mercato, con prezzi in fisiologica flessione ma più alti di quelli spuntati nel corso della precedente campagna. Esordio positivo per le uve da tavola pugliesi Apirene e Vittoria, con quotazioni superiori al 2014. Avvio positivo anche nell'areale Lucano, ma solo per le uve Apirene. Stabile invece l'andamento del mercato del prodotto siciliano, sia sul profilo degli scambi che delle quotazioni.

Anche per gli ortaggi di stagione, la settimana dovrebbe svolgersi confermando le dinamiche di quella scorsa. Nel caso dei meloni, per i quali la domanda risultava già vivace nelle settimane precedenti, il perdurare del caldo dovrebbe mantenere sostenuta la richiesta con una stabilità delle attuali quotazioni. Il positivo andamento del mercato delle patate novelle sta determinando un clima favorevole per il prodotto comune, scambiato, in esordio di campagna, a prezzi considerati soddisfacenti dagli operatori.

Nel circuito dei frumenti, sulla scia delle flessioni della scorsa settimana, le quotazioni del duro potrebbero registrare ulteriori lievi ribassi, dopo un inizio di campagna caratterizzato da una dinamica rialzista dei prezzi. Situazione analoga sul mercato del grano tenero, dove tuttavia la tendenza flessiva dovrebbe rivelarsi più attenuata. Nello scenario mondiale, le ultime notizie provenienti dal Nord America sembrano indicare un rientro dell'allarme siccità paventato nelle scorse settimane. Per il granturco e l'orzo, invece, la dinamica dei prezzi potrebbe confermarsi ancora positiva.

Gli oli di oliva continuano ad essere interessati dalle tensioni al rialzo registrate sulle piazze spagnole, e quindi italiane, soprattutto per il lampante, con riflessi anche sui raffinati. In campagna, frattanto, si segnalano le prime preoccupazioni per il forte caldo che sta interessando gli areali produttivi spagnoli e italiani. Inoltre, nel nostro Paese gli operatori, preoccupati anche dal forte tasso di umidità, in alcuni casi stanno già avviando trattamenti preventivi antiparassitari.

Sul mercato bovino, le quotazioni degli animali avviati alla macellazione dovrebbero rimanere stabili sui livelli della scorsa settimana; mentre nel segmento delle carni, specie per i quarti anteriori, la situazione rimane poco fluida e la stabilizzazione delle quotazioni potrebbe essere considerata un buon risultato dagli operatori. Nel mercato degli avicoli, il contesto risulta poco dinamico e nei prossimi giorni si potrebbero registrare ulteriori ritocchi al ribasso delle quotazioni del vivo e del macellato. Nel circuito delle uova, invece, la domanda rimane vivace, sul fronte interno e soprattutto su quello estero, e le quotazioni dovrebbero assestarsi sui livelli alti delle settimane precedenti.

Nel settore suinicolo, i prezzi dei suinetti d'allevamento registrano ulteriori ma fisiologici cedimenti. Listini stabili, invece, per i capi da macello destinati al circuito Dop e in lieve ascesa quelli dei capi da macello del circuito no Dop.

Per latte e derivati prosegue la fase di stagnazione del mercato nazionale, con i prezzi dei formaggi grana ancorati su valori nettamente inferiori rispetto allo scorso anno nonostante il contenimento dell'offerta. Nel corso delle prossime settimane si potrebbero registrare ulteriori lievi ribassi per il Parmigiano Reggiano, mentre per il Grana e le materie grasse non si prevedono rettifiche nelle quotazioni. Segnali positivi solo sul fronte della domanda estera. Nei primi quattro mesi del 2015 l'export di formaggi e latticini è aumentato del 6,6% in volume e del +2,5% in valore, soprattutto grazie al traino degli Stati Uniti (+30% in quantità su base annua). Per Grana Padano e Parmigiano Reggiano i risultati ottenuti sui mercati esteri non sono tuttavia entusiasmanti, considerando che la crescita dei volumi venduti (+10,8% nel periodo gennaio-aprile) è stata ottenuta a parità di fatturato all'export rispetto allo scorso anno. (fonte Ismea 20 luglio 2015)

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MAIS: Dati previsionali per 2015-16

La produzione di Mais per la nuova stagione 2015-16 (inizio della stagione: 1° Settembre) è prevista a 987.11 Mio t, -0.2% rispetto alle previsioni di Giugno, con riduzioni in USA e UE parzialmente bilanciate da maggiori raccolti in Brasile e Cina.
Negli Stati Uniti si stima una riduzione delle aree dedicate alla coltivazione di Mais ed una conseguente minor produzione (-0.7%). L'aumento delle esportazioni e dell'impiego nella produzione di Etanolo della stagione 2014-15, in vista di un maggior consumo di carburante (Energy Information Administration), hanno ridotto gli stock iniziali previsti per la nuova stagione (-5.2%).
Le scorte iniziali sono attese in diminuzione anche per il Brasile, dove l'export è indicato in aumento sia nella stagione in corso, sia nella stagione futura, generando concorrenza per gli USA.
Nell'Unione Europea le recenti temperature eccessive riducono le rese nelle aree maggiormente produttive, riflettendosi in una diminuzione delle produzioni per la stagione 2015-16 (da 68.14 a 65.77 Mio t). Le importazioni europee sono previste in aumento (+2 Mio t) a 14 Mio t.

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SOJA: Dati previsionali per 2015-16

 La produzione mondiale di semi di Soia per la nuova stagione 2015-16 (inizio della stagione: 1° Ottobre) è attesa a 318.92 Mio t, +0.4% rispetto alle previsioni di Giugno, riflettendo maggiori raccolti previsti negli USA e in Bolivia.
 Negli Stati Uniti la superficie coltivata è prevista in aumento a 84.4 Mio acri (+0.7 rispetto a Giugno), con una resa di 46 bushels/acro (equivalenti a 3.13 tons/ettaro). La produzione di semi di Soia è stimata a 105.73 Mio t (+0.9%).
 Gli stock iniziali e finali statunitensi sono previsti rispettivamente a 6.94 Mio t e 11.58 Mio t, in diminuzione rispetto alle previsioni di Giugno.
 La produzione prevista in Argentina e Brasile, principali Esportatori di Soia insieme agli USA, è confermata a 57 e 97 Mio t.
 Le importazioni nei principali Importatori sono previste invariate a 77.50 Mio t per la Cina e in aumento a 13.10 Mio t per l'Unione Europea.

(In allegato i grafici)

Prosegue il periodo di incertezza e, nonostante sussistano le condizioni per una riduzione dei prezzi, si sono registrati nuovi aumenti.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 22 luglio 2015 -

Tra venerdi e lunedi si erano manifestati alcuni segnali tendenti un probabile calo dei prezzi nonostante i fondi non avessero ancora avviato importanti operazioni di vendita a seguito soprattutto della notizia, diffusa da Bloomberg, di un calo di attrattività dei mercati finanziari delle commodities a favore del dollaro.

Nel quadro generale è comunque sintomatico l'andamento dell'oro e in particolare l'episodio che, in questo avvio di settimana, avrebbe, secondo le ricostruzioni di stampa circolate, innescato lo scivolone ai minimi da 5 anni a questa parte.
Un maxi ordine di vendita del prezioso metallo, partito all'apertura della borsa di Shanghai, ha infatti spinto la quotazione al di sotto della soglia psicologica dei 1.100 €/oncia (1.080 €/oncia).

Ciononostante nella giornata di ieri (21 luglio) si è ancora assistito a quotazioni in rialzo riportando in avanti nel tempo il momento del calo, atteso da tempo da parte degli operatori, dei prezzi delle materie prime agricole.

Indicatori internazionali 21/7/2015-
l'Indice dei noli è risalito a 1067, il petrolio è sceso 50,00 dollari al barile e il cambio €/$ si aggira intorno a 1,08291.

MP 21lug15

Sul mercato interno le preoccupazioni maggiori, al momento, riguardano il mais causa il perdurare della bolla di calore che staziona sulla penisola e su buona parte del continente.
I timori sono prevalentemente connessi alla difficoltà di irrigazione del prodotto ormai manifestatesi nelle ultime due settimane, a macchia di leopardo, in Lombardia, Veneto e Emilia Romagna ma anche in alcune regioni dell'Est Europa.
Una situazione che, come è ovvio, sta influenzando anche il mercato dei prodotti bioenergetici.

Nel circuito dei frumenti, come confermato anche dalle rilevazioni di Ismea e riportate nel settimanale Overview sui mercati agroalimentari, sulla scia delle flessioni della scorsa settimana, le quotazioni del duro potrebbero registrare ulteriori lievi ribassi, dopo un inizio di campagna caratterizzato da una dinamica rialzista dei prezzi. Situazione analoga sul mercato del grano tenero, dove tuttavia la tendenza flessiva dovrebbe rivelarsi più attenuata. Nello scenario mondiale, le ultime notizie provenienti dal Nord America sembrano indicare un rientro dell'allarme siccità paventato nelle scorse settimane. Per il granturco e l'orzo, invece, la dinamica dei prezzi potrebbe confermarsi ancora positiva.

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

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Mercoledì, 22 Luglio 2015 08:38

Lattiero Caseario. Forte ripresa del latte spot

Al rimbalzo del latte spot si contrappone la marcata flessione negativa dei listini relativi al burro.

di Virgilio Parma, 22 luglio 2015

LATTE SPOT
Una vera e propria impennata del latte spot. Per la seconda settimana consecutiva sia il nazionale che l'estero hanno registrato sensibili aumenti. Nello specifico il latte crudo spot nazionale ha registrato quota compresa tra 36,60 e 37,63 €/100 litri di latte (+4,35%) e prezzi compresi tra 35,05 e 35,57 €/100 litri riguardo al latte pastorizzato spot estero (+7,03%)

BURRO E PANNA
Dopo due mesi di stasi il burro perde ben 10 centesimi alla borsa milanese. Anche lo zangolato registrato alla borsa di Reggio Emilia lasca sul campo 5 centesimi lasciando intravedere un cedimento equivalente per l'analogo prodotto quotato alla borsa di Parma il prossimo venerdì. Cede 4 centesimi anche la crema milanese mentre rimane inalterato il prezzo della panna a uso alimentare veronese.

Borsa di Milano 20 luglio:
BURRO CEE: 2,70€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,90€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,90€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,70€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE: 1,44€/Kg.

Borsa Verona 20 luglio:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,50-1,55€/Kg.
Borsa di Parma 10 luglio:
BURRO ZANGOLATO: 1,40€/kg.
Borsa di Reggio Emilia 21 luglio
BURRO ZANGOLATO: 1,30 1,30€/kg.

Burro 30lug15

GRANA PADANO
Ancora nessuna variazione per il Grana Padano. confermati pertanto i medesimi prezzi della ottava precedente alla borsa merci milanese.
Nello specifico: tra 7,10 e 7,75€/kg. il prezzo all'ingrosso del prodotto di 15 mesi e tra 6,35 e 6,45 €/kg. il prezzo relativo al 9 mesi di stagionatura.

PARMIGIANO REGGIANO
La leggera flessione registrata nella precedente ottava non ha avuto seguito confermando perciò i listini.
In sintesi, a Parma, il 12 mesi è quotato 7,50-7,80€/Kg e 8,65-9,00 /Kg per il 24 mesi di stagionatura. Alla borsa reggiana il 24 mesi è stato confermato il prezzo compreso tra 8,75 e 9,05€/Kg.

(in allegato i grafici)

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 29 19 luglio 2015
SOMMARIO
Anno 14 - n° 29 19 luglio 2015 (in allegato file pdf scaricabile della rivista)

1.1 editoriale Lotta agli UEmanoidi
3.1 cereali Tra speculazioni e "bolle" i mercati tendono al rialzo
4.1 Lattiero caseario Nuovo cedimento per il Parmigiano Reggiano.
5.1 agro mercati Ismea, il clima di incertezza nell'Eurosistema si riflette sui mercati agroalimentari .,
6.1 Parmigiano Reggiano Parmigiano Reggiano: il Consorzio alla Commissione UE per stroncare i falsi negli USA
6.2 giardinaggio Stupefacenti robot-collaboratori domestici.
7.1 ho.re.ca. Expo e Milano, separati in casa
8.1 eventi Farm Run, Corsa a ostacoli nel fango: una prova per veri duri!
8.2 italian sounding Parmigiano Reggiano: negli USA l'originale recupera su false imitazioni
9.1 Estate pet Cani, vacanze e spiagge: l'Emilia-Romagna è la più dog-friendly!
10.2 attrezzature giardino Agristore amplia la gamma con " Volpi Originale"
11.2 promozioni "vino" e partners

 

Cibus 29 19lug15 COP

L'Overview sui mercati agroalimentari. 

Roma - Il clima di incertezza sulle sorti della Grecia nell'Eurosistema sta avendo ricadute anche sui mercati agroalimentari. Non tanto per una diretta interferenza di Atene sull'evoluzione delle dinamiche mercantili, salvo per alcuni comparti come quello frutticolo e degli oli di oliva, quanto per una generale preoccupazione e indeterminatezza sui nuovi equilibri che verrebbero eventualmente e determinarsi nell'Eurozona.

Lo rileva l'Ismea nell'Overview sui mercati agroalimentari, da cui emerge una fase di totale astenia nel comparto vinicolo, in attesa di una vendemmia che si preannuncia più abbondante rispetto alla scorsa campagna e con scorte in evidente consolidamento. Anche questa settimana non si prevedono variazioni dei prezzi, in un contesto di scambi quasi azzerati e in previsione di un ulteriore appiattimento delle trattative.
Mostrano al contrario un buon dinamismo gli oli di oliva lampanti, che dovrebbero confermare gli aumenti, già significativi, della scorsa settimana, in un mercato ancora a forte impronta spagnola. In scia ai prodotti iberici e greci, che hanno già toccato livelli record, anche gli oli lampanti italiani dovrebbero confermare la tendenza rialzista, mentre è prevista un'ulteriore correzione al ribasso per gli extravergini che, al contrario, non sembrano beneficare di una buona accoglienza da parte della domanda.

Pesche e nettarine, per quanto attiene al comparto frutticolo, risentono di una generale pressione alla vendita sia di merce nazionale che di prodotto estero, in prevalenza greco e spagnolo. I prezzi tenderanno presumibilmente a ridursi anche questa settimana, nel picco stagionale dell'offerta, per poi stabilizzarsi ed eventualmente risalire con il graduale superamento degli attuali squilibri.

In fisiologica flessione le quotazioni delle susine, che spuntano comunque valori più alti rispetto alla scorsa campagna. Per le albicocche non si prevedono novità di rilievo, ma non si esclude un andamento ancora sostenuto dei prezzi, con l'offerta ormai limitata agli areali del Nord Italia.
Manterranno al contrario una tendenza negativa le quotazioni delle uve da tavola, con la raccolta ormai imminente anche in Puglia. Nel Catanese, anche a fronte di un peggioramento qualitativo, i prezzi hanno subito nei giorni scorsi alcuni cedimenti, dopo un esordio però molto sostenuto.
Partenza positiva per i limoni verdello, con prime quotazioni sia nella zona di Catania che nella provincia di Messina.
Le alte temperature hanno nel frattempo favorito i consumi di meloni e angurie, spingendo al rialzo i listini, che anche questa settimana, soprattutto per i meloni, potrebbero mantenere la stessa direzione. Non si prevedono novità di rilievo per patate e carote, mentre il progressivo ampliamento delle disponibilità comporterà un'ulteriore riduzione dei prezzi di melanzane, peperoni e zucchine.

Resta tesa la situazione sui mercati dei frumenti, del duro in particolare, in assenza (per ora) di interferenze dall'estero. La situazione potrebbe tendere a breve a stabilizzarsi, almeno per il frumento tenero, con prospettive analoghe per il granoturco, dopo i recenti rincari associati agli aumenti sui mercati internazionali.

Nel comparto zootecnico, i prezzi dei lattiero-caseari mantengono una chiara tendenza negativa a livello internazionale, con forti pressioni dell'offerta dal continente australe, in cui si avvia a conclusione la campagna di commercializzazione 2014/2015. In ambito nazionale permane una situazione di stallo. Il Parmigiano reggiano sta accusando in misura maggiore i contraccolpi di una situazione di scarsa movimentazione sui mercati interni, scontando anche l'impatto negativo di un livello delle giacenze ancora sostenuto.

Le condizioni di squilibrio sul mercato bovino, con l'offerta di carni eccedentaria rispetto agli attuali livelli della domanda, poterebbero riflettersi negativamente sui prezzi dell'intera mezzena. E' prevedibile anche una riduzione delle quotazioni del ristallo francese che al momento sembra confermare i livelli delle scorse sedute.

Nel comparto suino gli scambi procedono senza particolare vivacità, ma con prezzi in graduale risalita per i capi da macello, limitatamente al prodotto italiano, in un mercato europeo invece ancora debole. In flessione le quotazioni dei suinetti d'allevamento in linea con i normali andamenti stagionali.
Da segnalare, infine, una probabile stabilizzazione sul circuito degli avicoli (polli e tacchini) e delle uova, a fronte di un prevedibile ulteriore deprezzamento dei conigli.

Mercati penalizzati dalla brusca ondata di calore nel comparto floricolo, con scambi in questa fase limitati alle specie da ricorrenza (rose e ortensie in particolare). In generale i prezzi si mantengono su un livello leggermente superiore a quello del 2014.

(Ismea 13 luglio 2015)

 

Un altro prestigioso marchio italiano si aggiunge a quelli già in vendita nella rete di negozi e sul sito e-commerce dedicati ad agricoltura, giardinaggio e cura del verde

Reggio Emilia 19 luglio 2015
Agristore amplia la sua gamma per il giardinaggio e il trattamento agricolo con i prodotti del prestigioso marchio italiano Volpi Originale. Vaporizzatori, spruzzini, pompe a spalla, soffietti, solforatori elettrici o manuali di elevata qualità.

Si tratta di articoli professionali, pratici e semplici da usare, dotati di resistenti serbatoi in polietilene o PET, pompanti in plastica, ottone o acciaio inox e valvola di scarico regolabile. Le lance sono in ottone o alluminio con polverizzatore regolabile a rosa o zampillo.

Agristore, oltre alla vasta gamma di prodotti a marchio AMA, diventa così rivenditore anche di un'altra importante società simbolo del Made in Italy: Volpi Originale.

Fondata nel 1879, infatti, la Davide e Luigi Volpi svolge tutte le fasi di lavorazione - dalla progettazione al collaudo - all'interno dell'azienda e ogni operazione del ciclo produttivo è seguita con meticolosità secondo procedure consolidate e garantite dalla Certificazione di Qualità ISO 9001:2008.

La ricerca tecnologica ha consentito alla Volpi di raggiungere alti livelli qualitativi e un grado di affidabilità dei prodotti elevato e ora i suoi prodotti sono acquistabili nella rete di negozi Agristore e sul sito e-commerce www.Agristore.it.

Agristore Volpi logo

Il direttore Riccardo Deserti a Bruxelles. De Castro: c'è spazio per crescere, definendo nel Ttip regole chiare e trasparenti contro l'abuso dei marchi geografici Ue. -

Reggio Emilia, 17 luglio 2015 -

"L'Europa ha interessi rilevantissimi nel settore agroalimentare, con un saldo attivo di 6 miliardi di euro, ed in questo negoziato è evidente che l'Italia - il Paese europeo con il maggior numero di prodotti Dop - si gioca tanta parte di uno sviluppo possibile e da sostenere con ogni azione".
Così Paolo De Castro - europarlamentare e già presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo - si esprime all'indomani del confronto che ha avuto tra i protagonisti, a Bruxelles, il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Riccardo Deserti, ascoltato dalla Commissione Europea nell'ambito dei negoziati TTIP tra UE e Usa.

"Proprio a partire da questo confronto - aggiunge De Castro - va rilanciata un'azione autorevole per raggiungere un risultato ambizioso ed equilibrato, perchè sul mercato americano c'è ancora molto spazio per la crescita delle esportazioni italiane ed europee, soprattutto per i prodotti di alta qualità come le Dop, e il TTIP deve essere l'occasione per bloccare l'uso ingannevole dei richiami ai nostri marchi e all'origine geografica".

"Gli inganni palesi a carico dei consumatori americani - ha detto il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano a Bruxelles - ammontano a quasi 100.000 tonnellate all'anno per il nostro prodotto, una cifra che è pari al 74% dell'intera produzione di Parmigiano Reggiano ed è più che doppia rispetto al totale delle nostre esportazioni, pari 44.500 tonnellate nel 2014, con poco meno di 6.600 negli Usa".

"Sconfiggere questo "parmesan" che si presenta in confezioni che in vari modi si richiamano al Tricolore, e che pertanto ingannano i consumatori sull'origine del prodotto e danneggiano i produttori italiani - aggiunge Deserti - aprirebbe prospettive straordinarie, non solo perchè la richiesta del mercato americano sul Parmigiano Reggiano è oggi altissima per le sue caratteristiche di artigianalità e assoluta naturalità molto apprezzate negli States, ma a maggior ragione degli accordi che continuiamo a consolidare e a realizzare con le più grandi catene distributive americane".
"Il mercato del Parmigiano Reggiano "taroccato", rapportato ai prezzi medi alla partenza dall'Italia dell'autentico Parmigiano Reggiano - spiega Deserti - vale potenzialmente quasi un miliardo di euro, e sebbene sia evidente che buona parte di quel prodotto rientrerebbe tra i generici "parmesan" ammessi negli Stati Uniti, è altrettanto chiaro di quale potenziale stiamo parlando per le nostre esportazioni".

"I problemi, le opportunità e gli effetti della lotta ai falsi - ha detto Deserti alla Commissione Europea a Bruxelles - non sono, comunque, solo una questione di cifre e di mercati, ma all'origine ci sono due fatti estremamente gravi che devono pesare nelle trattative con gli Usa: la concorrenza sleale e l'inganno perpetuato a danno dei consumatori".
Proprio su questo piano, Deserti ha ricordato a Bruxelles che proprio pochi giorni fa l'autorità sanitaria americana (FDA), ha imposto il ritiro dal mercato Usa di quasi 15.000 chili di "parmesan" perchè non indicava in etichetta la presenza dell'additivo Lisozima, un allergene derivato dall'uovo e assolutamente vietato nella produzione di Parmigiano Reggiano.

(fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)

Il clima di incertezza sulle sorti della Grecia sta avendo ricadute anche sui mercati agroalimentari. E i fondi continuano a fare da padroni.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 14 luglio 2015 -

Molti gli appigli a disposizione degli speculatori per operare con spregiudicatezza. Dapprima fu la tempesta tropicale "Bill" che ha investito gli USA nelle scorse settimane in contemporanea a El Nino che ha investito l'emisfero australe, quindi è la volta della "Bolla di Calore" che sta imperversando in Europa in concomitanza con la crisi greca e da ultimo il rischio estremo di una bolla finanziaria che possa colpire le borse asiatiche, Pechino soprattutto.
Nonostante le previsioni sui consumi non diano indicazioni su aumenti di domanda e i raccolti si prospettino comunque positivi, le borse stanno andando verso il rialzo ovvero in controtendenza rispetto alle logiche aspettative.

Venerdi 10 luglio 2015
SEMI luglio 1037,60 (+31,4) ag 1026,20 (+29,4) sett 1017,20 (+29,2)
FARINA luglio 364,00 (+13,2) ag 355,10 (+11,3) sett 351 (+11,4)
OLIO luglio 32,27 (+0,67) ag 32,37 (+0,68) sett 32,44 (+0,69)
CORN luglio 421,20 (+5) sett 428,60 (+4,2) dic 439 (+4,6)
GRANO luglio 572,20 (0) sett 578,00 (+0,4) dic 586 (+1,2)

Aumenti sono stati registrati anche lo scorso lunedi 13 luglio con i Semi a +5,60, la farina a +2,0, il corn a +9,0 così come pure il grano +9,00.

                          USDA 13/7  USDA 13/6
ARGENTINA:
CORN                        25,00          25,00
SOIA                         60,00          59,50

BRASILE:
CORN                        82,00          81,00
SOIA                         94,50          94,50

Molto probabilmente gli operatori avranno un po' di rimpianti considerando che, solo un mese fa, la farina di soia (12-18 mesi) quotava tra 340 e 350 euro a tonnellata sui porti e la convinzione generale era che il mais fosse lontano da rischi speculativi come invece poi si sono manifestati.

Tre le ragioni plausibili per giustificare la bolla speculativa in corso:
1. monetaria: determinata dalla svalutazione dell'euro
2. meteo: La bolla di calore che sta investendo il vecchio continente sta generando diffusi timori sui prossimi raccolti;
3. con la chiusura del semestre tutti i grandi operatori sono entrati nel mercato a coprirsi sull'ultima trance prima del raccolto Luglio - Agosto
In ogni modo, se una logica ancora esiste, la bolla non dovrebbe tardare a sgonfiarsi.

Indicatori internazionali 10/7/2015-
l'Indice dei noli è risalito a 853, il petrolio è sceso 54,00 dollari al barile e il cambio €/$ si aggira intorno a 1,11084.

MP10lug15

 

USDA 1 6 2015

 

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. Si prega di non inoltrare ad altri tale informativa se non previo accordo con lo scrivente.

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

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Mercoledì, 15 Luglio 2015 08:36

Nuovo cedimento per il Parmigiano Reggiano.

 

Rimbalzi per il latte spot e per la panna a uso alimentare

di Virgilio Parma, 15 luglio 2015 -

LATTE SPOT A quattro settimane di distanza un nuovo rimbalzo si è registrato nel prezzo del latte spot. +2,99% l'incremento del prezzo del latte crudo spot nazionale (35,05-36,09€/100 litri di latte) e +3,23% (32,48-33,51€/100 litri latte) relativamente al latte pastorizzato spot di provenienza estera (Germania e Austria).

Latte spot 15lug15

BURRO E PANNA Nessuna variazione di prezzo è intervenuto sui listini del burro di Milano, tantomeno a Parma e Reggio Emilia. Dopo la perdita di 2 centesimi registrata nella scorsa settimana, in questa 29esima non si è evidenziata alcuna variazione per quanto riguarda la crema a uso alimentare milanese. Al contrario un nuovo rimbalzo del 1,33% (1,50 - 1,55 €/kg), equivalente a 2 centesimi, è stato rubricato alla borsa veronese.

Borsa di Milano 13 luglio:
BURRO CEE: 2,80€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 3,0€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 2,0€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,80€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE: 1,48€/Kg.

Borsa Verona 13 luglio:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,50-1,55€/Kg. (+1,33%)

Borsa di Parma 10 luglio:
BURRO ZANGOLATO: 1,40€/kg.

Borsa di Reggio Emilia 14 luglio
BURRO ZANGOLATO: 1,35€/kg.

GRANA PADANO Ancora nessuna variazione rilevata sui sui listini del Grana Padano.
Nello specifico: tra 7,10 e 7,75€/kg. il prezzo all'ingrosso del prodotto di 15 mesi e tra 6,35 e 6,45 €/kg. il prezzo relativo al 9 mesi di stagionatura.

PARMIGIANO REGGIANO Nuova flessione invece per il Parmigiano Reggiano alla Borsa comprensoriale di Parma (10/7/2015) poi replicato alla borsa reggiana lo scorso martedì 14 luglio.
In sintesi, a Parma, il 12 mesi è quotato 7,50-7,80€/Kg (-0,33%) e 8,65-9,00 /Kg (-0,56%) per il 24 mesi di stagionatura. Alla borsa reggiana il 24 mesi ha ceduto il 0,56% fissando il prezzo tra 8,75 e 9,05€/Kg.

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 28 12 luglio 2015


SOMMARIO Anno 14 - n° 28 12 luglio 2015 (in allegato il pdf scaricabile)

1.1 editoriale Caos Grecia. Gli UEmanoidi non erano programmati per rispondere alla disobbedienza.
3.1 cereali Nonostante tutto l'Indipendence Day ha favorito leggeri ribassi
4.1 Lattiero caseario Tutto fermo.
5.1 agro mercati Ismea, tensioni sui prezzi dei cereali.
6.1 parmigiano reggiano Reggio Emilia - Prezzo "a riferimento" del latte industriale
6.2 parmigiano reggiano Parmigiano Reggiano, Preoccupazioni per la crisi greca
6.3 giardinaggio Un bel giardino con i piccoli aiutanti di Ferragosto.
7.1 export Canada, Parmigiano Reggiano punta al raddoppio
8.1 vino export Panel Business Strategies su consumatore cinese al 38 congresso mondiale OIV.
8.2 vino eventi Al Wine & Dine Festival di Shangai l'Italia sarà rappresentata da Vinitaly.
9.1 eventi Farm Run, Corsa a ostacoli nel fango: una prova per veri duri!
9.2 eventi made in italy Annunciata
10.1 Lattiero Caseario Lattiero Caseario in crisi. L'analisi di Giuseppe Alai presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano
10.2 promozioni "vino" e partners

Cibus 28 12lug15 COP

Giuseppe Alai: con la dicitura "Latte Italiano" aumenterebbe l'appeal dei nostri formaggi. L'aumentata competitività coincide con l'aumento della selezione. Occorre perciò fare delle precise scelte politiche e uscire dal modello della moltitudine degli offerenti per passare a fare sistema.

di Lamberto Colla, Reggio Emilia 6 Luglio 2015
Da molti anni si parla di un settore lattiero caseario in crisi e, con la fine del regime delle quote latte, il rischio per il settore si è fatto ancora più reale e concreto. Abbiamo cercato di comprendere i meccanismi, e le probabili soluzioni, registrando l'opinione di uno dei più accreditati esperti del settore, il Presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano Giuseppe Alai.

1- Crisi lattiero caseario - Quali sono gli elementi macroeconomici che stanno minando il settore?

Senza ombra di dubbio la competitività internazionale delle nostre produzione. L'Italia ha sempre vissuto, attraverso le DOP, su una ricchezza che deriva dal valore aggiunto di questi formaggi, ma oggi siamo immersi in una competizione internazionale dove, chiaramente, la selezione è l'equivalente di competizione.
Siamo il paese, prosegue Giuseppe Alai, che ha mediamente le stalle più piccole, siamo il paese che ha mediamente le industrie casearie più piccole, siamo il paese che ha la minore concentrazione della produzione. Questo sta a significare che nel momento in cui ci si affaccia a uno scenario in cui la competizione è sulle portanze di livello mondiale è inevitabile non risentirne gli effetti. Così il latte europeo costa come il latte mondiale e il latte italiano costa come quello europeo e la conseguenza obbligata è, purtroppo, che gli allevamenti con strutture inadeguate e che si trovano in zone svantaggiate e marginali debbano chiudere.

2 - Fonterra, dalla Nuova Zelanda all' Olanda. Significa che in Europa c'è ancora spazio di manovra tale da diventare terra di conquista?
Intanto vedo un primo pericolo nel fatto che Fonterra si metta insieme a FrieslandCampina e Arla Food. Per dare una dimensione FrieslandCampina ha 19.000 soci ed è presente in tutto il mondo. Queste sono cooperative che hanno un respiro mondiale su tutto il mercato lattiero caseario e le loro produzioni vanno dal latte alimentare da bere, al latte in polvere, ai formaggi, ai baby food, alle bevande a base di latte dimostrando una fortissima evoluzione nella modalità di offerta.

Scopo delle cooperative è di piazzare il latte realizzato dai loro soci e Fonterra è arrivata in europa, dalla Nuova Zelanda, perché ha annusato un'opportunità a seguito della fine del regime delle quote latte. E' fuori discussione che sia una cooperativa che adotti politiche commerciali molto aggressive. Teniamo presente che Fonterra produce il 4% del latte mondiale ma copre il 40% dell'export del latte mondiale. E' una realtà che si muove prevalentemente sulla base del prezzo al punto tale che nel mese precedente c'è stata una specie di rivolta da parte dei suoi soci che hanno lamentato di avere dovuto crescere dimensionalmente per muoversi verso mercati internazionali e ciononostante i ricavi sono sensibilmente diminuiti. Questo fa percepire come, anche dall'altra parte della terra, si stia percependo questa competitività accresciuta dal punto di vista delle produzioni lattiero casearie.
Quali spazi di manovra ci sono? Quello di internazionalizzarci. D'altra parte se l'internazionalizzazione è considerato dagli altri lo sbocco di mercato al quale assegnare la priorità, noi dobbiamo fare altrettanto e andare a casa loro con i nostri prodotti.

3 - E' iniziata la campagna lattiera orfana delle Quote Latte, quali scenari si possono intravedere?
Ormai il prezzo in Italia è diventato il prezzo europeo ed il prezzo europeo è diventato prezzo internazionale, come appunto si diceva prima. Perciò o si determinano delle politiche vere e proprie del settore lattiero caseario, cosa che non mi sembra si stia facendo, perlomeno in Italia, oppure saremo obbligati a diventare competitivi sulla base del prezzo andandoci a scontrare con realtà aggressive come Fonterra. A tale proposito non dimentichiamo che c'è una cooperativa indiana, Amul, che ha scelto di produrre solo per il fabbisogno interno che peraltro rappresenta il 17% della produzione mondiale.

Se una cooperativa come questa decidesse di espandersi la ricaduta mondiale sui prezzi sarebbe pesantissima. Basti considerare che quell'enorme volume di produzione è garantito da una moltitudine di stalle la cui consistenza media è di 6,5 vacche. Attraverso il imitato aumento di una vacca per allevamento si determinerebbe un incremento del +15% il volume di latte che sarebbe interamente destinato al mercato globale con conseguenze facilmente immaginabili dal punto di vista del prezzo internazionale del latte alimentare.
Cosa ci fa intravedere questa situazione? Che passare da un mercato garantistico (regime delle quote latte, ndr) a un mercato libero la determinante della crescita produttiva la fa principalmente il prezzo. E' perciò importante inquadrare degli scenari nuovi di valorizzazione delle nostre produzioni. Noi da questo punto di vista abbiamo molto da imparare perché, a differenza di altri paesi, non ci siamo mai posti seriamente i problemi di ordine competitivo delle nostre produzioni.

4 - Un'opinione flash sull'ultima trovata di Bruxelles: il formaggio "Senza Latte"
Lo ritengo un atto di "vandalismo culturale" nel senso che va a modificare completamente quello che è la ragione che porta il formaggio a possedere le proprie specifiche caratteristiche.
I formaggi fatti con il latte in polvere perdono quel significato sul quale noi abbiamo impostato la valorizzazione e riconoscibilità dei nostri prodotti come il gusto, l'aroma e, in generale, le peculiari caratteristiche organolettiche che determinano la loro distintività.

La volontà di chiedere la deroga alla legge 138 del 1974, sembra sia venuta dall'associazione industriale del latte e sospinta da un deputato europeo per ragioni di competitività industriale.
Questo dal punto di vista della logica imprenditoriale è, forse, comprensibile però ancora ribadiamo che manca una politica lattiero casearia italiana. Il nostro Paese deve arrivare a decidere se si punta sulle DOP, se si punta sulla competitività delle produzioni o se si punta invece su qualsiasi tipologia di produzione che derivi dal latte vaccino.
Una scelta ferma da anni e che nessuna delle professionali intende affrontare, lasciando i consorzi soli a combattere contro la logica della indefinizione delle politiche.

5 - Potrebbe essere una forma di ricatto per accettare definitivamente gli OGM in Italia e affinché si proceda verso il Trattato Transatlantico?
Potrebbe. Sicuramente è una logica non degli allevatori, non dei caseifici ma prettamente industriale portata avanti dalle grandi multinazionali che fanno sì che i loro prodotti vadano alla ricerca dei mercati più remunerativi.

6 - Il differenziale tra il prezzo alla stalla e il prezzo al pubblico del latte alimentare è coerente o come si suppone il più forte vince sempre?
Ho visto che ci sono delle catene della grande distribuzione che si sono fatte parte diligente su questo fronte. Ad esempio Conad che ha pubblicizzato il fatto che avrebbe pagato un importo di 38 centesimi il latte alla stalla. Non scaricherei, quindi, tutta la responsabilità sulla grande distribuzione ma cercherei invece di passare da una logica di filiera a una logica di sistema.

Sarebbe interessante capire come possano essere determinate le condizioni di valorizzazione per pagare i costi di ogni singolo passaggio. Questo oggi non accade assistendo allo scontro tra la forza della domanda contrapposta a quella dell'offerta. Il mercato libero, al momento attuale, non esiste e se si vuole parlare di filiera occorre uscire dalla logica di moltitudine di offerenti per portarsi verso una logica di sistema nella quale si tenda a remunerare il lavoro di ciascuno modo più adeguato.

7 - Formaggi duri semi grassi. Da molti mesi hanno i prezzi bloccati. Tira l'Export ma con valori economici non così allettanti come un tempo. Come si potrebbe uscire da questa situazione in generale e in particolare per il Parmigiano Reggiano?
Lo dicevamo prima, o diventiamo sistema e usciamo dalla logica della moltitudine di offerenti o anche noi saremo alla stregua delle altre produzioni, individuate nelle quotazioni sulla base di quelli che sono i nostri costi di produzione e chi riesce a essere competitivo riesce a andare avanti. Se oggi dovessimo, sulla base del prezzo del latte europeo, cioè 32-33 centesimi, dire quanto vale il latte per il parmigiano reggiano dovremmo dire 48 centesimi ovvero 7,5€/kg. Tutto quello che va in più risiede nella nostra capacità di valorizzare il nostro prodotto attraverso delle politiche di sistema e delle politiche di settore. Questa è la sfida che dovrà contraddistinguere il lavoro dei consorzi e della politica nei prossimi anni, altrimenti la mera competizione dei prezzi porterà a rendere queste situazioni, oggi ritenute insostenibili, stabili fino anche vi sarà qualcuno che offrirà il latte alle condizioni attuali. Diciamola tutta, si parla di crisi da anni ma la produzione anziché diminuire è aumentata.

CFPR sede

8 - Cosa sta meditando il CFPR per "cavalcare la tigre"?
Noi siamo il formaggio che ha la maggiore rinomanza e credibilità verso il consumatore. Dobbiamo semplicemente accrescere questo livello qualitativo attraverso una politica consortile che si basi su tre punti fondamentali:

1. la determinazione quantitativa del formaggio fare in modo che l'offerta non sia in esubero sulla domanda;

2. la modifica del disciplinare per fare la differenza rispetto gli altri formaggi. Il consumatore deve trovare riscontro qualitativo forte nel maggior prezzo sostenuto.

3. Il terzo punto è quello dell'export perché è l'unica strada che consente di aumentare le produzioni.

Su quest'ultimo punto ci attendiamo delle risposte dalla politica. Andare a dire agli allevatori italiani di mungere altro latte significherebbe destinare più latte a produzioni similari in quanto i consumi di latte sono in flessione. Le produzioni DOP sono tutte in condizioni di livello di equilibrio, quando non sono addirittura in eccesso di produzione, e la produzione in eccesso andrebbe, per forza di cose, a produzioni similari, simil grana, simil asiago, simil taleggio e così via.
Si dovrà fare, quindi, una scelta politica nella individuazione delle potenzialità produttive e delle quantità destinate a queste produzioni.

"Oggi, secondo me, conclude Giuseppe Alai, è importante riuscire a distinguere, nell'ambito della destinazione di queste politiche, la possibilità di utilizzare la dicitura di "Latte Italiano", che sappiamo essere una dicitura di appeal rispetto i consumatori, affinché diventi un fattore concorrenziale con i formaggi esteri, cosa che oggi non sta avvenendo.
Occorre perciò che i consorzi vengano posti nelle condizioni di poter lavorare sulla offerta di prodotto e al tempo stesso vi sia anche la possibilità, da parte degli allevatori, di accrescere le produzioni ma con una destinazione alternativa e molto precisa di quello che i loro allevamenti producono."

PRRE MARCHIO EXPORT

 

L'importante attestazione assegnata sotto la vigilanza del Ministero dello Sviluppo Economico fornisce garanzia sulle analisi per istituzioni, imprese e consumatori. -

Parma, 10 luglio 2015 -

Nato da pochi mesi il CLCA riesce subito a guadagnare un importante traguardo professionale che gli consente già nell'immediato di migliorare notevolmente la propria politica di qualità ottimizzando e qualificando i servizi analitici offerti a servizio degli associati, dei clienti e delle imprese del parmense che hanno vocazione all'export e rientrano in precisi disciplinari. Nei giorni scorsi è arrivato infatti l'ottenimento da parte del laboratorio di analisi dell'importante accreditamento attribuito da ACCREDIA, organo di verifica, che sotto la vigilanza del Ministero dello Sviluppo Economico controlla sul campo che il personale operante sia altamente preparato e professionalmente competente e aggiornato. Questo particolare accreditamento costituisce la prova concreta e attestata che il laboratorio preso in esame operi in totale conformità agli standard internazionali, attraverso l'imparzialità e l'indipendenza di azione diretta del laboratorio stesso e di tutti gli organismi che ne verificano la conformità di prodotti e servizi. L'accreditamento da solo costituisce naturalmente la certificazione per i campioni analizzati e non per l'intero prodotto, ma le tipicità che possono fregiarsene forniscono un'ulteriore e rilevante garanzia anche per il consumatore che potrà così scegliere con maggior fiducia. Oggi le analisi accreditate al CLCA sono ben 32 e riguardano principalmente l'aspetto igienico-sanitario di latte, alimenti, acque potabili e superfici; una lunga lista di interventi che consentono al laboratorio autorizzato di effettuare analisi in caseifici, salumifici e più in generale in tutto il comparto di produzione alimentare.

"Questo traguardo è davvero rilevante per noi – ha sottolineato il presidente Daniele Mazzocchi – giunto attraverso non pochi sforzi economici e un intenso lavoro di preparazione che ha coinvolto tutto lo staff". All'interno della squadra del laboratorio un ruolo importante ha avuto il direttore Alessandro Raffaini: "Accredia rappresenta una delle tappe più qualificanti ottenute dalla nostra nascita, un risultato che ci auguriamo consentirà al laboratorio di guadagnare sempre maggior fiducia attraverso il lavoro di uno staff preparato che lavora con attrezzature sofisticate. Vogliamo diventare un fondamentale punto di riferimento per tutto il comparto agroalimentare e lattiero caseario del comprensorio e la strada imboccata pare essere quella giusta".

(fonte: Ufficio Stampa CLCA)

Scelto dal colosso Whole Foods come prodotto di punta tra i formaggi di tutto il mondo. Il Consorzio denuncia e spinge la UE al contrasto di 100.000 tonnellate di falsi che si richiamano al tricolore. -

Reggio Emilia, 10 luglio 2015 -

"E' un successo per le esportazioni, ma è un successo anche nella lotta al contrasto delle imitazioni".
Così il Consorzio del Parmigiano Reggiano commenta l'accordo raggiunto per il mercato degli Stati Uniti - Paese in cui è presente il maggior numero di imitazioni del nome della Dop - con uno dei colossi della distribuzione Usa, la Whole Foods, che ha scelto il Parmigiano Reggiano come prodotto di punta per qualificare l'intera offerta di formaggi della catena: si tratta di un prodotto selezionato di almeno 24 mesi che viene porzionato nel punto vendita.

"E' un grande passo in avanti - sottolinea il direttore del Consorzio di tutela, Riccardo Deserti - non solo per rafforzare un trend di esportazioni in vertiginosa crescita nel primo trimestre 2015 (i dati Istat parlano di un +74%, ma il Consorzio già nei giorni scorsi parlava di circostanze eccezionali, come il rapporto di cambio euro-dollaro e l'esaurimento delle scorte, che si attenueranno nei prossimi mesi - n.d.r.), ma soprattutto per rafforzare proprio il contrasto alle imitazioni, sul quale incideranno molto anche gli esiti dei negoziati TTIP".
"I dati in crescita e l'esperienza di questi anni - osserva Deserti - confermano che la prima forma di contrasto alle imitazioni è proprio la conoscenza del prodotto originale, la cui presenza nelle catene distributive statunitensi, associata alle nostre azioni informative e a quelle effettuate dalle stesse catene, consente ai consumatori di prendere coscienza del massiccio ricorso a imitazioni ingannevoli cui è esposto".
"Grazie alle nostre attività di vigilanza - prosegue il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano - stimiamo in circa 100.000 tonnellate all'anno i consumi di "parmesan" immesso sul mercato e venduto facendo presumere (con il ricorso a marchi, bollini, simboli che richiamano il tricolore) che abbia un'origine italiana".

"Dieci giorni fa - esemplifica Deserti per ricordare la complessità del tema dell'"italian sounding" - in un supermercato di Manhattan abbiamo individuato due tipi di "parmesan": uno assolutamente neutro rispetto alla presumibile origine; l'altro, invece, intriso di bandiere e tricolori". "Nel primo caso, dunque, si tratta dell'uso di una denominazione ammessa dalla legislazione americana (molto più permissiva di quella europea in materia di Dop, tanto che nella UE il termine "parmesan" è ascrivibile solo ed esclusivamente al Parmigiano Reggiano), mentre nell'altro - spiega Deserti - si tratta di una azione esplicitamente ingannevole nei confronti dei consumatori e lesiva degli interessi dei nostri produttori".

"In questo complesso scenario - prosegue il direttore del Consorzio di tutela - la richiesta di prodotto originale è in forte aumento, e le principali catene americane hanno importanti programmi di sviluppo delle importazioni, con particolare riferimento al prodotto stagionato 30 mesi, e una crescente attenzione alla selezione diretta dei caseifici potenziali fornitori".

"Ora - osserva il presidente dell'ente di tutela, Giuseppe Alai - tocca davvero alla UE, nell'ambito dei negoziati TTIP - lavorare per nuove regole che salvaguardino le nostre Dop in un mercato dalle enormi potenzialità, e questa azione deve essere a maggior ragione forte e rigorosa dopo che in meno di un anno - tra embargo Russo, crisi economica e scontro finanziario tra UE e Grecia, i prodotti agroalimentari di qualità hanno subito pesanti colpi, che per il Parmigiano Reggiano corrispondono a 700 tonnellate in meno di export su questi Paesi".

(fonte: ufficio stampa: Consorzio del Parmigiano Reggiano)

Giovedì, 09 Luglio 2015 16:43

Il ‘grande cocomero’ è quello reggiano

A Novellara l'Anguria reggiana ha ormai ottenuto, almeno per l'Italia, il marchio Igp. Mammi: "Traguardo importante per il nostro comparto agricolo, raggiunto grazie all'impegno di tanti". -

Reggio Emilia, 9 luglio 2015 -

Un caloroso applauso ha salutato ieri sera, nella Sala del Consiglio comunale di Novellara, la conclusione della riunione di pubblico accertamento convocata Ministero delle Politiche agricole nel corso della quale, con la lettura del Disciplinare di produzione, l'Anguria Reggiana è di fatto ormai entrata tra i prodotti Igp (Indicazione geografica protetta).

Ora, per utilizzare in Italia in marchio Igp, basterà attendere la pubblicazione del Disciplinare sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana e i 30 giorni di tempo previsti per accogliere eventuali opposizioni, decorsi i quali l'Associazione produttori potrà richiedere l'utilizzo transitorio del marchio e avviare la commercializzazione in Italia dell'Anguria Reggiana Igp, primo prodotto a Indicazione geografica protetta esclusivamente reggiano. Circa un anno di tempo è invece previsto per la "procedura europea", che verrà avviata dallo stesso Ministero e si spera possa concludersi con l'iscrizione del nostro cocomero nell'apposito Albo comunitario.

Ieri sera a Novellara, la riunione di pubblico accertamento convocata dal Ministero si è aperta con il saluto del vicesindaco Alessandro Baracchi e con l'intervento del consigliere delegato all'Agricoltura, Alessio Mammi, che ha parlato di "un traguardo davvero di grande importanza per la nostra agricoltura, che oggi raggiungiamo grazie all'impegno di tanti, grazie a un lavoro di squadra che la Provincia di Reggio Emilia ha avviato fin dal 2008 ritenendo l'Anguria Reggiana una produzione d'elevata qualità con importanti prospettive d'occupazione e sviluppo e sostenendo dunque in maniera convinta la volontà delle aziende, costituitesi poi nell'Associazione Produttori Anguria Reggiana".

Oggi l'Apar, nata nel 2009 per promuovere in forma organizzata la qualità dell'Anguria Reggiana, è presieduta da Ivan Bartoli ed è composta da una ventina di aziende agricole sparse principalmente nei comuni di Novellara, Gualtieri, Cadelbosco Sopra e Guastalla, ma presenti anche a Reggio Emilia, Rio Saliceto, Campagnola e Correggio: in totale circa 400 ettari di coltivazioni, 4 milioni di euro di giro d'affari e una quarantina di persone impegnate che quest'anno, finalmente, salutano un'estate finora calda e favorevole (grandinata di giugno a parte...), dopo due stagioni abbastanza problematiche.

"Si tratta di una ventina di realtà che, grazie anche ad addetti d'età media inferiore alla media del comparto agricolo reggiano, hanno saputo dare continuità ad un'antica tradizione, rinnovandola grazie alle più moderne tecniche produttive e raggiungendo importanti traguardi sul piano economico per la riconosciuta qualità del prodotto", ha aggiunto Mammi.

(fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

L'Overview sui mercati agroalimentari. Nervosismo sui mercati internazionali dei cereali. Calma piatta nel comparto lattiero caseario.

L'incertezza sui nuovi raccolti sta alimentando il nervosismo sui mercati internazionali dei frumenti, generando ulteriori tensioni sui prezzi.
Lo rileva l'Ismea nell'Overview sui mercati agroalimentari di questa settimana, segnalando che, anche in Italia, la conferma di rese inferiori all'anno scorso in diverse aree del Centro-Sud, a fronte di una buona qualità dei raccolti, ha impresso un'ulteriore spinta al rialzo ai listini del grano duro, ormai posizionati, per le migliori qualità, ben oltre i 300 euro/tonnellata.
Per il frumento tenero le prime quotazioni sulle piazze di Milano e Bologna sono inferiori a quelle di esordio della scorsa campagna, anche se le previsioni sono orientate a una rapida risalita dei prezzi soprattutto per i timori di danni da siccità ai raccolti francesi, ma anche canadesi e australiani.
Per i cereali foraggeri i listini mostrano un andamento migliore e in netta controtendenza rispetto alle scorse settimane. Mais e orzo, in particolare, potranno beneficiare di ulteriori recuperi sulla scia dei rincari attesi nel comparto dei frumenti.
Risultano ormai quasi esaurite le disponibilità di risoni, in un mercato con prezzi comunque stazionari. Sulle semine 2015 l'indagine dell'Ente nazionale risi rivela, nel dato preliminare, una crescita annua del 3% degli investimenti in Italia, corrispondente a un aumento di circa 7.000 ettari.

Per gli oli di oliva Ismea prevede, in ambito nazionale, una ulteriore flessione per gli extravergini, mentre lampanti e raffinati potrebbero registrare questa settimana un andamento ancora sostenuto, grazie a una discreta vivacità degli scambi. Buone le condizioni generali degli oliveti in assenza di particolari problemi sul piano fitosanitario.

Riguardo ai vini, lo stato dei vigneti in Italia, a circa un mese dall'inizio delle operazioni vendemmiali, risulta soddisfacente. Tali riscontri sembrano confermare le attese di una buona produzione, in crescita rispetto ai bassi livelli della scorsa campagna, in un mercato che resta però caratterizzato da una forte stagnazione degli scambi e da un prevedibile proseguimento di tale situazione.

Sui mercati ortofrutticoli la maggiore affluenza di merce imputabile al brusco rialzo delle temperature, nel comparto delle pesche e nettarine, ha avuto qualche ripercussione sui prezzi, seppure a fronte di un agevole collocamento, grazie a una buona richiesta al consumo. Non si prevedono variazioni significative neanche nei prossimi giorni, mentre in una proiezione di 2-3 settimane le quotazioni potrebbero anche leggermente aumentare in conseguenza di una minore pressione del prodotto spagnolo.
In forte anticipo i raccolti di pere estive nel Catanese e nel comprensorio di Modena, con prezzi più elevati rispetto ai valori iniziali della scorsa annata ad eccezione delle provenienze campane, penalizzate da un'offerta piuttosto elevata a causa del grande caldo. Per l'uva da tavola gli alti prezzi delle uve Vittoria nel Catanese hanno scoraggiato gli acquisti. Si prevede a breve un ritocco al ribasso della quotazioni, anche in considerazione dell'imminente debutto delle produzioni pugliesi e metapontine.
Per gli ortaggi le contrattazioni dovrebbero proseguire in un contesto di sostanziale equilibrio e sulla base di valori stazionari, con qualche possibile ulteriore e fisiologica flessione dei prezzi solo per peperoni e pomodori.

Sui mercati zootecnici non si intravedono miglioramenti nel comparto bovino con pochi scambi tra allevatori e macellatori e consumi ancora con il freno tirato. Le quotazioni dei vitelli da ristallo francesi, ai massimi da cinque anni, dovrebbero registrare, già questa settimana, una correzione al ribasso, in previsione di una maggiore disponibilità di capi pronti per l'ingrasso.
Aumenti solo marginali per i capi suini, sia da macello che d'allevamento per le tagli più elebvate, con un probabile proseguimento di tale tendenza anche in previsione di una lenta ma graduale ripresa dei tagli freschi, prosciutti e lombi in particolare.

Sul mercato dei lattiero-caseari è calma piatta in Italia, in particolare per i formaggi tipici, in un contesto di forte incertezza in merito agli sviluppi del settore. A livello internazionale, i prezzi delle commodity casearie, soprattutto del latte in polvere, mantengono un trend negativo per le forti pressioni alla vendita da parte dei paesi esportatori. Le prime indicazioni del dopo-quote rivelano, a livello comunitario, un aumento delle consegne di latte ad aprile 2015 in alcuni dei principali paesi produttori: +11% in Irlanda rispetto ad aprile 2014, +1,5% in Regno Unito e +4,2% in Polonia; in flessione al contrario le produzioni di latte sia in Germania che in Francia.
(Ismea servizi Roma, 6 luglio 2015)

Prezzo "a riferimento" del latte industriale per la campagna casearia 2014 - Primo quadrimestre.

Reggio Emilia -

Presso la Camera di Commercio di Reggio Emilia, in conformità a quanto previsto dal nuovo regolamento ed agli accordi interprofessionali, tra le Associazioni dei produttori assistiti dalle Organizzazioni professionali agricole da una parte, gli industriali ed artigiani trasformatori dall'altra, si è pervenuti alla determinazione - a valere per tutta la provincia di Reggio Emilia - del prezzo  del latte ad uso industriale conferito ai caseifici nel periodo 1/1 –30/04/2014 nella misura di:

€ 44,75 il q.le, IVA compresa e franco stalla

Il pagamento del latte sarà corrisposto: 60 giorni dalla pubblicazione (30 giugno 2015)

(fonte CCIAA Reggio Emilia 30 giugno 2015)

Alai: la crisi greca non è solo un problema finanziario e delle banche. Colpiti i consumi ed export del Made in Italy di qualità. Nel 2014 export Parmigiano Reggiano ai minimi con -300 tonnellate. Già scontati danni come per l'embargo russo.

Reggio Emilia, 6 luglio 2015. Ci sono preoccupazioni anche nell'area del Parmigiano Reggiano per la crisi che investe la Grecia.
"Non sappiamo, ora - sottolinea il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai - quali saranno gli sbocchi dello scontro in atto con le autorità monetarie europee, ma è evidente che i Governi nazionali e la Ue non potranno limitarsi ad una esclusiva valutazione finanziaria delle conseguenze di questa drammatica crisi".

"Insieme ai destini dei cittadini greci, cui va il nostro preoccupato e solidale pensiero - prosegue Alai - vi sono in gioco interessi economici importanti per il nostro Paese e per le nostre imprese, incluse quelle del Parmigiano Reggiano".
"Il mercato greco - spiega il presidente del Consorzio - vale 563 tonnellate (quasi 15.000 forme) di export per i nostri caseifici, e questo dato, riferito al 2014, ha già scontato un calo di quasi 300 tonnellate rispetto al 2013, ovviamente legato al fatto che la caduta dei redditi dei consumatori greci ha spostato i consumi su prodotti di minor costo e qualità rispetto al Parmigiano Reggiano".

"In altri termini - afferma Alai - la crisi greca è costata, in termini di esportazioni, in misura comparabile all'embargo russo (400 tonnellate), ma questo aspetto rischia di passare nell'indifferenza rispetto agli interessi finanziari". "Sebbene i dati storici e gli ordinativi in essere lascino pensare che si sia toccato il punto più basso delle importazioni greche di Parmigiano Reggiano - osserva Alai - riteniamo che nell'interesse dei nostri produttori - così come per tutti i prodotti italiani d'eccellenza che hanno apporti con quel mercato e lì sono apprezzati - sia necessario un approccio alla crisi greca che non si esaurisca ad una pura questione finanziaria e di bilanci".

"In questo senso - conclude Alai - crediamo sia fondamentale un'analisi e un intervento più agganciato all'economia reale e che guardi ai modi in cui si possa favorire il rilancio di un Paese le cui sorti riguardano innanzitutto i suoi cittadini, ma anche le economie reali di tanti partner europei".

(Consorzio Parmigiano Reggiano Reggio Emilia, 6 luglio 2015.)

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