Unico settore vivace, anche nella settimana in corso, rimane quello energetico. L'indice di cambio prosegue nella direzione del raggiungimento della parità tra Euro e Dollaro statunitense.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 3 dicembre 2015 -
Sempre calmi sia i mercati nazionali sia quelli internazionali. La costante che accomuna i prodotti è il "non calo" dei prezzi. Deboli le piazze internazionali soprattutto negli Stati Uniti.
La farina di soia, su base annua, per il 2016 quotava 335 nella giornata di martedi per la 44 e 339 per la proteica normale 46,50%. Sono state realizzate operazioni sul 2017 con la proteica a 346 in partenza dal porto di Ravenna.
Mercato nazionale
Come anticipato anche il mercato interno non mostra ancora segnali di particolare vivacità, fatta eccezione per i settore bioenergetico dove continuano a tenere banco il Glicerolo e le Oleine. Da segnalare inoltre una presenza consistente di grano duro deteriorato e declassato a uso energetico, per il cui utilizzo occorre rispettare rigorose procedure burocratiche.
Indicatori internazionali
l'Indice dei noli è in leggera ripresa a 598 punti, il petrolio torna a scendere a 41,60 $/barile e il cambio prosegue la fase discendente verso la parità come alcuni analisti ipotizzano entro fine anno 1,05860 arrivando a sfiorare anche 1,05 nelle scorse ore.
___________________________________________________________________
(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
Officina Commerciale Commodities srl - Milano
____________________________________________________________________
Prosegue la ripresa delle quotazioni (altri 10 cent/kg alla Borsa comprensoriale) e aumentano gli ordini per il prodotto oltre i 18 mesi di stagionatura. Attesa per un'impennata delle vendite nelle festività. le scorte di Parmigiano Reggiano mostrano la prima evidente flessione. -
Reggio Emilia, 2 dicembre 2015 -
Dopo due anni di lievi ma costanti incrementi, le scorte di Parmigiano Reggiano mostrano la prima evidente flessione.
Il riferimento, in particolare, è al prodotto stagionato oltre 18 mesi, per il quale (fonte Si-PR) si registra un calo dell'1,1%; non accadeva dal novembre 2013, quando la flessione fu dello 0,2%.
"Un dato positivo - sottolinea il presidente del Consorzio, Giuseppe Alai - chiaramente determinato da un aumento della richiesta che sta proseguendo e va a consolidare quei dati che a fine ottobre parlavano di un +2,3% delle vendite nella GDO (in netta controtendenza rispetto al calo del 2,9% della vendita di formaggi duri) e di un flusso di esportazioni che a fine agosto risultava in crescita del 7,2% per il prodotto in forme o porzionato e del 14,7% per il grattugiato".
"La flessione delle scorte - prosegue Alai - è a maggior ragione significativa se si considera che si riferisce ad un prodotto marchiato e stagionato oltre 18 mesi, sul quale aumentano complessivamente quegli acquisti che in questi anni si erano già fortemente innalzati per il formaggio a lunga stagionatura (30 mesi e oltre), determinando cambiamenti profondi nella struttura delle scorte".
Alla crescita dei consumi e alla diminuzione del prodotto in stagionatura nei magazzini corrisponde anche un consolidamento della ripresa delle quotazioni all'origine, che già si era manifestata tra le metà di ottobre e la metà di novembre.
"La cautela - sottolinea il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano - è ancora d'obbligo, ma la Borsa comprensoriale ha registrato un ulteriore incremento di 10 centesimi al chilo venerdì scorso e i segnali che giungono dalle ancor più recenti sedute dei mercati delle province interessate sono ancor più confortanti. Siamo ancora al di sotto di valori in grado di garantire reale redditività ai produttori, ma questo trend, ora accompagnato da una flessione delle scorte finalmente evidente, apre migliori prospettive di ritorno a livelli più soddisfacenti, soprattutto in vista di quelle festività che già lo scorso anno determinarono un sensibile rialzo (+7% rispetto al 2013) delle vendite sul mercato interno".
(Fonte: ufficio stampa Consorzio Parmigiano Reggiano)
In crisi profonda il latte spot che porta il segno negativo anche in questa 49esima settimana. Non va meglio per il burro che cede 5 centesimi. Creme e Padano rimangono invariati mentre il mercato del Parmigiano Reggiano sembra risvegliarsi.
di Virgilio Parma, 2 dicembre 2015
LATTE SPOT Non c'è pace per il latte. Un'altra settimana al ribasso ha contrassegnato il latte spot in tutte e tre le categorie prese a riferimento. A Verona cede il -2,13% il latte crudo spot nazionale (35,05 - 36,09€/100 litri di latte), il -3,05% il latte intero pastorizzato estero (32,48 - 32,99€/100 litri latte) e infine anche il latte scremato spot estero, dopo molte settimane di stabilità, crolla del -5,26% posizionandosi tra 18,11 e 19,15€/100 litri latte.
BURRO E PANNA Finita la fase di stasi è la volta della discesa. -5 centesimi perduti a Milano in tutte e quattro le categorie sotto osservazione. Regge invece il burro zangolato da panne fresche di Parma, almeno sino a venerdì prossimo quando, molto probabilmente, cederà 5 centesimi per allinearsi a Reggio Emilia che, nella seduta camerale di ieri, lo zangolato si è adeguato all'andamento del mercato quotando 1,35€/kg (-5 centesimi). Invariate invece le quotazioni delle creme a uso alimentare sia sulla piazza di Milano sia in quella veronese.
Borsa di Milano 30 novembre:
BURRO CEE: 2,80€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,95€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,95€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,75€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE: 1,52€/Kg.
Borsa Verona 30 novembre:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,50-1,55 €/Kg.
Borsa di Parma 27 novembre:
BURRO ZANGOLATO: 1,40€/kg.
Borsa di Reggio Emilia 01 dicembre
BURRO ZANGOLATO: 1,35 - 1,35€/kg.
GRANA PADANO Non si è replicato il rimbalzo registrato nella scorsa 48esima settimana per il Grana Padano. Il mercato delle due principali DOP sembra risvegliarsi e, con l'approssimarsi delle festività natalizie, un nuovo incremento potrebbe venire presto trascritto sui mercuriali milanesi. In particolare, le quotazioni si sono così confermate: 6,35-6,45 €/kg per il 9 mesi di stagionatura e 7,10-7,75 €/kg per il 15 mesi e oltre di invecchiamento.
PARMIGIANO REGGIANO A fare da traino alla ripresa dei formaggi duri è il Parmigiano Reggiano che, nell'ultima sessione camerale della borsa merci parmense, ha aggiornato i listini con un ulteriore incremento di 10 centesimi. 7,65 -7,90€/kg e 8,70 - 9,00€/kg i listini della borsa parmense relativamente al 12 e ventiquattro mesi di stagionatura.
A Birmingham, al World Cheese Awards 2015 – con in gara 2727 formaggi da 26 paesi – 28 medaglie ai caseifici della Nazionale del Parmigiano Reggiano con il riconoscimento di Supergold a due caseifici: Agrinascente di Fidenza e Venera Vecchia di Gonzaga. -
Parma, 1 dicembre 2015 –
"Anche quest'anno ci siamo superati; abbiamo messo in campo la squadra più numerosa, oltre il nostro precedente record di partecipazione, e abbiamo ottenuto il più alto numero di medaglie, ben 28, con due Supergold per la Nazionale del Parmigiano Reggiano, che risulta essere così il formaggio più premiato, con riconoscimenti assegnati ai caseifici di tutte le province della nostro comprensorio. Testimonianza dell'impegno e della volontà di tutti i nostri produttori di confrontarsi con altre realtà casearie e di battere tutte le strade per comunicare l'alta qualità del Parmigiano Reggiano". Così ha dichiarato Giuseppe Alai, presidente del Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano, nel commentare la partecipazione al concorso World Cheese Awards 2015 di 35 caseifici, riuniti nella Nazionale del Parmigiano Reggiano, che hanno portato 78 campioni di formaggio di diverse stagionature per sfidarsi con produttori e distributori da tutto il mondo. Complessivamente erano infatti 2727 i formaggi provenienti da 26 paesi, dall'Australia agli Usa, dal Sud Africa al Nord Europa, giudicati da oltre 250 giurati provenienti da 22 nazioni.
In grande evidenza la prestazione della Nazionale del Parmigiano Reggiano. Infatti il 're dei formaggi' è risultato il formaggio Dop più premiato dell'intero concorso, con 7 ori, 11 argenti e 8 bronzi e soprattutto i due Supergold, assegnati ai caseifici Agrinascente (Fidenza di Parma) e Venera Vecchia (Gonzaga di Mantova). "I lavori della giuria sono stati assai severi in generale su tutti i tavoli – ha spiegato Gabriele Arlotti, ideatore della Nazionale – eppure siamo riusciti a ottenere il 100° trofeo in quasi quindici anni di vita. In più il grande premio sono i due Supergold che, ricordiamo, che si sommano a quello di Granadoro di Cavriago di Reggio Emilia dello scorso anno. Un lavoro di squadra che premia agricoltori, casari e famiglie così apprezzati anche a Birmigham da una platea internazionale".
Il concorso WCA si è svolto all'interno della manifestazione Bbc Good Food Show, in cui era presente uno spazio di promozione e vendita del Parmigiano Reggiano, curato dalla Nazionale in collaborazione col Consorzio, con tre diverse qualità di Parmigiano Reggiano (pianura, montagna, vacche rosse).
"Complimenti a tutti i nostri caseifici partecipanti e grandi congratulazioni ai caseifici Agrinascente e Venera Vecchia – conclude Alai – che nella squadra della Nazionale del Parmigiano Reggiano sono stati selezionati dai giudici, con il riconoscimento di "Supergold", per concorrere alla finalissima con i migliori formaggi del mondo. Siamo orgogliosi di confermare così non solo un primato di presenza e di risultati, ma la testimonianza dei nostri valori che legano il prodotto e i produttori al territorio di origine e che spingono sempre a ricercare alti livelli qualitativi, una volontà recentemente rafforzata dalle decisioni dell'assemblea dei caseifici con le modifiche del disciplinare di produzione".
Di seguito il dettaglio delle 28 medaglie:
Categoria di 18 – 21 mesi:
Medaglia d'Oro per il Caseificio Venera Vecchia (Bondeno di Gonzaga, MN), che ha poi conquistato anche il Supergold della manifestazione, portando il Parmigiano Reggiano in finalissima;
Medaglia d'Argento per i caseifici Punto Latte (Concordia sulla Secchia, MO), Sociale di Ravarano e Casaselvatica (Ravarano, PR);
Medaglia di Bronzo al Caseificio Sociale di Querciola (Lizzano in Belvedere, BO).
Categoria di 22 – 29 mesi:
Medaglia d'Oro per Cooperativa casearia Agrinascente (Fidenza, PR), che ha anche conquistato il Supergold, partecipando così alla finalissima, e per la Latteria Sociale San Giovanni di Querciola (Viano, RE)
Medaglia d'Argento per il caseificio Latteria Sociale San Giovanni di Querciola (Viano, RE), Caseificio Sociale di Querciola (Lizzano in Belvedere, BO), Caseificio Sociale La Cappelletta (San Possidonio, MO), Latteria Coop. di Marano (Parma), Caseificio Caramasche (Pegognaga, MN).
Medaglia di Bronzo per il Caseificio Sociale Castellazzo (Campagnola Emilia, RE), Caseificio Sociale di Ravarano e Casaselvatica (Ravarano, PR), Latteria Sociale La Famigliare (Correggio, RE), Caseificio Sociale di Urzano (Urzano, PR).
Categoria sopra i 30 mesi:
Medaglia d'Oro per i caseifici Latteria Sociale Nuova (Bibbiano, RE), Il Battistero (Varano Melegari, PR), Caseificio sociale Allegro (Castelnovo di Sotto, RE), Caseificio sociale Fior di Latte (Gaggio Montano, BO).
Medaglia d'Argento per i produttori Caseificio Sociale di Ravarano e Casaselvatica (Ravarano, PR), Cooperativa Casearia del Frignano (Pavullo, MO), Latteria Sociale Barchessone (Reggiolo, RE), Caseificio Dismano (Montese, MO).
Medaglia di Bronzo al Caseificio Gennari Sergio e figli (Collecchio, PR), Antica Fattoria Caseificio Scalabrini (Bibbiano, RE).
La Nazionale del Parmigiano Reggiano 2015 è risultata così composta da 35 caseifici:
12 della provincia di Parma (Cooperativa Casearia Agrinascente; Il Battistero; Beretinazza; Consorzio Produttori Latte; Caseificio Gennari Sergio e figli; Società Agricola Giansanti; Latteria Coop. di Marano; Parmabio di Carpanini M. e Brugnoli F.; Caseificio Sociale di Ravarano e Casaselvatica; Caseificio La Traversetolese; Caseificio Sociale di Urzano; Società Agricola La Vittoria s.s.); 14 della provincia di Reggio Emilia (Caseificio Sociale Allegro; Latteria Sociale Barchessone; Caseificio Sociale Castellazzo; La Famigliare; Fattoria Fiori di Fiori Pierpaolo; Grana d'Oro; Latteria La Grande; Latteria Nuova Lago Razza; Caseificio Sociale del Parco; Latteria Sociale San Giorgio; Latteria Sociale San Girolamo; Latteria Sociale San Giovanni della Fossa; Latteria San Giovanni di Querciola; Antica Fattoria Caseificio Scalabrini); 4 della provincia di Modena (Caseificio Sociale La Cappelletta; Caseificio Dismano; Cooperativa Casearia del Frignano; Punto Latte); 3 della provincia di Mantova (Caseificio Caramasche; Latteria Agricola Venera Vecchia; Latteria Agricola Mogliese); 2 della provincia di Bologna (Caseificio Sociale Fior di Latte, Caseificio Sociale di Querciola). Il palmares complessivo del gruppo, dalla fondazione nel 2001, annovera così 100 premi internazionali.
(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)
Cereali ancora statici. derivati del latte in pausa e primi segnali di ripresa per il Grana Padano. Bene l'incontro tra De Castro e Hogan. Boom per le bollicine. Latte, per Mercuri occorre lavorare sulle aggregazioni. Parmigiano Reggiano punta sulla qualità. Un macigno sulla fiducia appena riconquistata.
(in allegato il formato pdf scaricabile)
SOMMARIO Anno 14 - n° 48 29 novembre 2015
1.1 editoriale Un macigno sulla fiducia appena riconquistata
3.1 cereali Cereali, all'insegna della staticità.
4.1 Lattiero caseario Derivati del latte in pausa. Primi segnali di ripresa per il Grana Padano
5.1 vino e etichettatura Mercuri: bene incontro De Castro - Hogan
5.2 latte Mercuri: le misure placano la tempesta ma serve lavorare sulle aggregazioni
6.1 parmigiano reggiano Il Parmigiano Reggiano punta sempre più sulla qualità
6.2 vino E' boom per le bollicine
7.1 agromercati Ismea, Overview sui mercati.
8.1 mais e soia Mais e Soia dati previsionali novembre 2015
9.1 promozioni "vino" e partners
Santandrea (Coordinatore Vino - Alleanza Cooperative Italiane): Dossier Etichettatura banalizza il nostro patrimonio vitivinicolo. "Ci auguriamo – ha concluso - che dopo l'incontro con De Castro, il Commissario Hogan sappia ascoltare e farsi interprete presso gli uffici della direzione generale Agricoltura e Sviluppo Rurale della Commissione europea
Roma, 25 novembre 2015)
"Fa ben sperare l'incontro avvenuto tra Paolo De Castro, coordinatore del gruppo S&D della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, e Phil Hogan, Commissario europeo all'agricoltura". Queste le parole con cui il presidente dell'Alleanza delle Cooperative agroalimentari, Giorgio Mercuri, ha commentato la notizia del colloquio tra i due big dell'agricoltura europea avvenuto ieri presso la sede del Parlamento europeo a Strasburgo.
"Sappiamo – ha proseguito Mercuri - che tra i temi discussi da De Castro e Hogan vi sono alcuni dossier determinanti per la cooperazione, come la tutela dei vini identitari, ovvero tutti quei vini che prendono il nome dal vitigno, sul quale segnaliamo una forte preoccupazione del mondo della produzione per il rischio liberalizzazione paventato dall'esecutivo comunitario e che dobbiamo assolutamente scongiurare, i programmi di frutta, latte e verdura nelle scuole e l'atto delegato relativo alle AOP per il settore ortofrutticolo. Tre settori, quelli del vino, dell'ortofrutta e del lattiero-caseario, che per la cooperazione italiana valgono circa 20mld di euro l'anno. L'augurio – ha concluso Mercuri – è che il Commissario Hogan dimostri su questi temi la stessa sensibilità e capacità di ascolto con cui mesi fa decise di affrontare l'embargo russo".
Per la coordinatrice del settore vitivinicolo dell'Alleanza delle Cooperative italiane, Ruenza Santandrea: "Quello che arriva da Strasburgo è un primo segnale positivo per bloccare il dossier di riforma delle regole di etichettatura dei vini europei, tra le cui pieghe si nasconderebbe il pericolo di una vera e propria banalizzazione di alcuni dei principi su cui si regge la forza del nostro settore vitivinicolo. Queste misure – ha proseguito Santandrea - rischiano di vanificare il lavoro di anni nella promozione e nella valorizzazione di alcune tra le più importanti produzioni vitivinicole italiane e con esse le economie di quelle aree. "Ci auguriamo – ha concluso - che dopo l'incontro con De Castro, il Commissario Hogan sappia ascoltare e farsi interprete presso gli uffici della direzione generale Agricoltura e Sviluppo Rurale della Commissione europea delle ragioni di quel mondo produttivo che ha trovato nel binomio biodiversità – territorio il proprio modello di business". Nel 2014 il settore vino della cooperazione – che rappresenta il 58% della produzione nazionale - ha generato un fatturato di 4,3mld di euro, di cui 1,8mld provenienti dalle esportazioni.
Per il presidente di Alleanza Cooperative Italiane agli storici problemi del settore si è aggiunto l'aumento della produzione all'interno dell'UE, la fine del regime delle quote latte, l'embargo russo e la minore domanda cinese. Una combinazione di cause che si sono sommate a quelle strutturali.
Roma, 26 novembre 2015. "L'obiettivo era mettere a riparo il lattiero caseario dalla tempesta perfetta che sta subendo: le misure intraprese devono servire a riprendere fiato e a cambiare rotta". Lo ha detto oggi il presidente dell'Alleanza delle Cooperative agroalimentari, Giorgio Mercuri, a commento dell'accordo per la stabilità e la sostenibilità della filiera lattiero-casearia italiana, siglato oggi al Mipaaf dai principali attori del comparto.
"L'aumento della produzione di materia prima nell'Ue – ha proseguito Mercuri – la fine delle quote latte, l'embargo russo e la minor domanda cinese sono la causa combinata della crisi sul prezzo del latte agli allevatori, ma i problemi strutturali c'erano prima e ci saranno anche dopo. Perciò, se da una parte ci si è finalmente convinti dell'importanza di avviare un dialogo con tutta la filiera, dall'altra occorre stabilizzare il settore partendo dalle sue fondamenta. Per quanto ci riguarda – ricorda il presidente dell'Alleanza agroalimentare – la cooperazione ha rappresentato in questo periodo un riparo vitale per i quasi 28mila soci, con le 700 cooperative che hanno potuto pagare un prezzo sempre superiore a quello del mercato. Per questo motivo sarà sempre più importante intraprendere percorsi di aggregazione in sintonia con logiche di filiera integrate, ed è anche questo che ci impegneremo a promuovere nei prossimi tavoli".
Alleanza delle Cooperative italiane – settore agroalimentare contribuisce al sistema lattiero-caseario nazionale con un valore economico di circa 7 miliardi di euro e rappresenta il 58% della produzione e il 70% della trasformazione italiana.
È sempre più a portata di mano il traguardo dei 5,5 miliardi di euro di fatturato all'estero delle cantine italiane. L'aggiornamento ad agosto dei dati dell'export vinicolo diffusi dall'Istat, indicano un incremento del 6% sul corrispondente periodo del 2014, portando gli introiti del settore a 3,39 miliardi di euro.
Roma, novembre 2015
È quanto si evince dal trimestrale Ismea tendenze relativo al Vino.
Le elaborazioni Ismea confermano la battuta d'arresto dei flussi in volume determinato essenzialmente dai vini sfusi. Prosegue al contrario il boom della spumantistica, con un quantitativo poco al di sotto di 1,6 milioni di ettolitri (+16% su base annua) per un controvalore di 556 milioni di euro (+18%). A trainare il segmento, gli "altri spumanti Dop", voce al cui interno è preponderante il Prosecco e che ha messo a segno un balzo in avanti di oltre il 30% sia a volume che a valore.
Le prime stime dell'OIV attestano la produzione mondiale 2015 a 276 milioni di ettolitri, il 2% in più sull'anno prima, con un quantitativo targato Ue di circa 170 milioni, in lieve crescita sul 2014.
In Italia, si è osservata a partire da ottobre un prima ripresa dei prezzi all'origine dei vini, dopo un avvio di campagna molto deludente. È ancora troppo presto per parlare di un'inversione di tendenza, sottolinea l'Ismea, ma la minore pressione competitiva del prodotto spagnolo - specie nel segmento dei vini comuni, da sempre il più esposto alle dinamiche internazionali -, potrebbe influire positivamente sull'andamento futuro dei listini nazionali.
(Fonte Ismea 19 novembre 2015)
Bovini e suini ancora in fase discendente. Dagli USA segnali incoraggianti per i formaggi . Stabilità nel segmento cerealicolo mentre si protrae una situazione di scambi al rallentatore per gli oli di oliva. Prezzi degli ortaggi di stagione confermano il trend negativo. Stabilità nel comparto dei vini con qualche segnale positivo.
Roma, 24 novembre 2015 -
Si prospettano ancora ritocchi al ribasso dei prezzi per i bovini e i suini, specie nel circuito del bestiame vivo, come conseguenza della pressione promozionale esercitata dalla Gdo per rilanciare il consumo di carne rossa.
È quanto si evince dall' Overview sui mercati agroalimentari dell'Ismea di questa settimana, che rileva comunque una ripresa delle attività di macellazione, segnale questo di un allentamento dei timori legati all'allarme lanciato dall'Oms e di un progressivo, seppure lento, ritorno alla normalità. Per quanto attiene più da vicino ai bovini, si segnala, dopo l'emergenza Blue Tongue, un riavvio degli scambi sui ristalli di provenienza francese. Sul fronte dei principali tagli, si replicano i valori di scambio delle precedenti settimane sia per carni di vitello che di bovino adulto, con qualche intonazione positiva solo per i quarti anteriori di vitellone. Un mercato poco brillante con quotazioni tese al ribasso dovrebbero registrarsi ancora per i principali tagli suini, ad eccezione dei prosciutti che mostrano una maggiore tenuta. Anche sui mercati avicoli, il protrarsi di un eccesso di offerta nel circuito del vivo, aggravato dai minori flussi verso l'estero, non lascia intravedere da qui a breve un incremento dei listini. Mantengono al contrario, quotazioni piuttosto elevate i conigli, nonostante qualche difficoltà di collocamento sul mercato, con prospettive di un incremento della domanda sotto la spinta delle imminenti festività natalizie.
In relazione ai lattiero-caseari, il forte impulso della domanda Usa sta alleggerendo il mercato comunitario, aprendo concrete prospettive per una risalita dei listini nazionali almeno nel segmento dei formaggi.
Passando al comparto vegetale, prosegue il trend negativo delle quotazioni medie di tutti gli ortaggi di stagione e in particolare di cavoli, finocchi, radicchi ed indivie. Le temperature insolitamente elevate registrate nell'ultimo periodo hanno accelerato i cicli produttivi, determinando un maggiore afflusso di merce sul mercato ma anche problemi di conservazione dei prodotti in campo. Il calo termico di questi giorni dovrebbe, tuttavia, riverberarsi positivamente sui listini.
Nel settore cerealicolo, le rilevazioni dell'Istituto indicano un andamento stabile per il frumento tenero e duro, a fronte di qualche spinta al ribasso per il granoturco nei principali centri di scambio del Nord Italia. Le stime sull'elevata consistenza degli stock mondiali di mais potrebbero influenzare negativamente i listini anche nelle prossime settimane.
Per lo più stabili con qualche isolata variazione al rialzo le quotazioni dei vini, nonostante la domanda senz'altro più vivace rispetto alle scorse settimane.
Si segnala, invece, il protrarsi di una situazione di scambi al rallentatore per gli oli di oliva di pressione, sia per una quantità di prodotto ancora esigua, sia per il prezzo non ritenuto sufficientemente remunerativo, a fronte di una resa che quest'anno pare attestarsi leggermente al di sotto della media. Per quanto riguarda, infine, i fiori le attività commerciali risultano piuttosto fiacche sia per i prodotti di provenienza estera che per le varietà locali, anche per effetto dei ritardi nei cicli produttivi dovuti al clima estremamente mite della stagione autunnale.
(fonte Ismea Roma 24 novembre 2015)
Per il Mais sono previsti aumenti produttivi rispetto alle indicazioni di ottobre. Il 54% degli stock globali sono collocati in Cina. In leggero aumento anche le previsioni produttive dei semi di Soia. Stock finali record per gli USA mentre sono in sensibile discesa le scorte finali globali.
Modena novembre 2015 -
MAIS
La produzione globale di Mais per la stagione 2015-16 è prevista a 974.87 Mio t, in aumento rispetto alle previsioni di Ottobre, riflettendo le stime di maggiori raccolti per i maggiori Esportatori: Stati Uniti (348.82 Mio t), Argentina (25.60 Mio t) e Brasile (81.50 Mio t).
Negli Stati Uniti la resa dei terreni è prevista in aumento di 1.3 bushel/acro a 169.3 bushel/acro, -1.7 bushel/acro rispetto al record dell'anno scorso.
Le esportazioni statunitensi sono previste in diminuzione del 2.7% rispetto alle stime di un mese fa. Le vendite sono inferiori rispetto all'anno scorso in questo periodo, principalmente a causa della concorrenza del Brasile.
Gli stock globali finali sono previsti a 211.91 Mio t, per il 54% collocati in Cina.
Infatti, sono state riviste le stime delle due stagioni passate relative all'utilizzo e alle scorte di Mais della Cina. L'impiego come mangime per animali è stato sopravvalutato e le scorte iniziali per la stagione 2015-16 sono stimate a 100.49 Mio t (+23% rispetto alle stime precedenti), mentre le scorte finali sono attese a 114.44 (+26%).
SOIA
La produzione mondiale di semi di Soia per la stagione 2015-16 è prevista a 321.02 Mio t, +0.5 Mio t rispetto alle previsioni di Ottobre.
Le riduzioni stimate per India, Sud Africa e Uruguay sono più che bilanciate dall'aumento previsto per gli Stati Uniti.
Negli USA è attesa una produzione record di 108.35 Mio t, con una resa dei terreni di 48.3 bushel/acro (+1.1 bushel rispetto alle stime del mese scorso), principalmente negli stati Iowa, Illinois e Minnesota.
Gli stock finali statunitensi sono previsti a livelli record (12.65 Mio t).
Le scorte finali globali sono invece state riviste al ribasso (-2.7%) per le riduzioni previste in molte aree: Argentina, Brasile, Sud Africa, India e Canada.
In India la produzione di Soia è attesa a 9.5 Mio t, in diminuzione di 1.5 Mio t.
Le piogge imprevedibili durante la stagione ed il caldo giunto a fine stagione hanno determinato rese sotto la media per il terzo anno consecutivo.
(Fonte CLAL 12 novembre2015)
Prosegue la fase di staticità dei prezzi nazionali e internazionali. Unico settore vivace è quello energetico. Scambi e consumi sempre in stallo soprattutto in Italia ma anche nel resto d'Europa non brillano anche in forza del clima di terrore a seguito dei fatti di Parigi e di Bruxelles
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 27 novembre 2015 -
Prosegue la fase di staticità dei cereali, sia a livello nazionale sia internazionale. Le quotazioni del mercato hanno già scontato l'effetto presidenziale in Argentina sia per il possibile calo dei dazi all'esportazione sia per la probabile svalutazione della moneta.
Da due sedute il Chicago Board non dà più segni di cedimento, al contrario è da segnalare qualche segnale di ripresa. La variabile che potrebbe innescare una ripresa più marcata si avrà quando i Fondi torneranno a fare acquisti.
Certamente le tensioni interne connesse al terrorismo non stanno incentivando i consumi e nemmeno gli scambi all'interno del vecchio continente.
Mercato nazionale
Prosegue il periodo di scarsità di scambi sul mercato interno fatta eccezione per il settore bioenegetico dove hanno ripreso vitalità gli amidacei e altri energetici quali il Glicerolo e le Oleine. Da segnalare inoltre una presenza consistente di grano duro deteriorato e declassato a uso energetico.
La farina soia su base annua per il 2016 quotava mercoledi 335 per la 44 e 344 per la proteica normale 46,50%. Operazioni sul 2017 con la proteica a 340 parenza dal porto di Ravenna.
Indicatori internazionali
l'Indice dei noli retrocede ancora sino a 546 punti, il petrolio recupera quasi 3 dollari salendo a 43,10 $/barile e il cambio continua a scendere toccando 1,0606 arrivando a sfiorare anche 1,05 nella giornata di mercoledi.
___________________________________________________________________
(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
Officina Commerciale Commodities srl - Milano
____________________________________________________________________
Dall'Assemblea del Consorzio del Parmigiano Reggiano modifiche al disciplinare di produzione che incidono sulla tutela della qualità e sul legame con il territorio. Via a nuovi controlli per sconfiggere le contraffazioni. Ammesso alla trasformazione solo il latte di bovine nate nel comprensorio di produzione. Investimenti in crescita sul mercato interno. L'approvazione in Assemblea. -
Parma, 25 novembre 2015 -
Il Parmigiano Reggiano continua ad investire sulla qualità come leva primaria per consolidare la crescita dei consumi interni (+2,3% da gennaio a fine ottobre), il buon andamento dell'export ( crescita del 7,2% per il prodotto in forme o porzionato e del 14,7% per il grattugiato nei primi otto mesi del 2015) e i primi segnali di ripresa che si stanno manifestando sul fronte delle quotazioni dopo due anni di crisi.
Dall'Assemblea del Consorzio del Parmigiano Reggiano, cui fanno capo 363 caseifici, è venuto un segnale inequivocabile in tal senso, con l'approvazione di alcune modifiche al disciplinare di produzione che incidono proprio sulla tutela della qualità e sul legame con il territorio.
"Sono questi - sottolinea Giuseppe Alai, presidente del Consorzio - i primi elementi distintivi del nostro prodotto e, insieme all'assoluta naturalità, i fattori decisivi nella scelta dei consumatori".
"Ad essi - prosegue Alai - dobbiamo ancora associare gli esiti di una più ordinata ed efficace gestione dei flussi impostata con i Piani produttivi, ma è indubbio che sul versante della qualità si va alla riaffermazione di un primato che ha consentito di fare del Parmigiano Reggiano uno dei prodotti più conosciuti ed apprezzati nel mondo".
Con le modifiche approvate dall'Assemblea si rafforza, innanzitutto, la lotta alle contraffazioni. Grazie all'introduzione di nuovi sistemi e parametri di controllo (riguardanti isotopi, aminoacidi liberi e acido ciclopropanico), infatti, sarà possibile identificare con precisione il prodotto non originale sia per quanto riguarda la provenienza del latte che l'eventuale uso di prodotti vietati dal disciplinare nell'alimentazione delle bovine (insilati, ad esempio), ma anche svelare e contrastare possibili dichiarazioni ingannevoli sulla stagionatura del prodotto.
Quanto al legame con il territorio delle province di Mantova (destra Po), Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna (sinistra Reno), le modifiche al disciplinare - che già stabiliscono l'uso assolutamente prevalente di foraggi locali nell'alimentazione delle bovine - prevedono che il latte destinato alla trasformazione sia prodotto esclusivamente da vacche nate nel comprensorio di produzione del Parmigiano Reggiano.
Stop, dunque, ad animali provenienti da fuori comprensorio e dall'estero, nonché da altre filiere produttive, per i quali era comunque previsto (prima dell'utilizzo del latte per produrre Parmigiano Reggiano) un periodo di "quarantena" di quattro mesi, nel corso dei quali le bovine dovevano essere alimentate secondo le norme del disciplinare per il Parmigiano Reggiano.
La nuova norma, dunque, rafforza ulteriormente i vincoli con il territorio, e contemporaneamente genererà un effetto indotto anche sui volumi produttivi. In sostanza, si eviteranno quei repentini e troppo consistenti aumenti produttivi che sono avvenuti, in passato, nel momento in cui il buon andamento delle quotazioni apriva la via all'ingresso di bovine provenienti da altre filiere (latte alimentare o altri formaggi) e, scontata la "quarantena", ad un rialzo dei quantitativi di prodotto da destinare ai mercati.
"Sono fenomeni - sottolinea Alai - che abbiamo riscontrato, ed è evidente che la scelta che i caseifici hanno compiuto oggi è particolarmente rilevante e positiva per quei produttori che costantemente legano gli investimenti e i redditi all'andamento del Parmigiano Reggiano, senza ricorrere a forme di business occasionale che producono andamenti depressivi sulle quotazioni e, conseguentemente, danni proprio sui redditi".
Nuova e stringente norma, inoltre, sul rapporto tra grasso e caseina al momento della produzione, che va ad assicurare anch'essa il mantenimento di una qualità che non asseconda possibili cedimenti (che sarebbero a vantaggio della resa in peso) sulla percentuale di lipidi presenti in un prodotto che già nasce dall'unione tra latte scremato per affioramento (quello della mungitura serale) e latte intero (quello del mattino).
Le norme proposte dal Consiglio del Consorzio del Parmigiano Reggiano sono state approvate dall'Assemblea dei caseifici rispettivamente con 335 e 333 voti favorevoli (72 i contrari nel primo, 87 nel secondo).
Con percentuali analoghe è stata approvata anche la norma che prevede l'apposizione, sul prodotto porzionato, dell'età di stagionatura come ulteriore atto di trasparenza nei confronti dei consumatori.
Nonostante abbia ottenuto la maggioranza dei voti (223 favorevoli, pari al 51,98%) non è invece passata la riforma della marchiatura, per la quale, così come per le altre, era richiesto il 60% dei consensi.
L'assemblea ha anche approvato il bilancio preventivo del Consorzio per il 2016, nell'ambito del quale spicca un sostanziale raddoppio delle risorse destinata alla comunicazione sul mercato italiano, che si attestano a 5,5 milioni di euro.
(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)
La crisi del settore non stenta a attenuarsi e il latte spot cede ancora qualche centesimo rispetto la precedente ottava. Burro e crema restano fermi alle quotazioni precedenti mentre il Grana Padano finalmente tira un respiro di sollievo recuperando 5 centesimi sulla lunga serie di quotazioni stazionarie precedenti. 10 centesimi invece è il valore recuperata dal Parmigiano Reggiano nelle ultime tre settimane.
di Virgilio 25 novembre 2015
LATTE SPOT Ancora un piccolo aggiustamento al ribasso per il latte spot. Il crudo spot nazionale cede il -0,70% replicando la perdita della precedente settimana fissando il prezzo, alla borsa di Verona, tra 35,57 e 37,12€/100 litri di latte. Analoga perdita (-0,76%) è stata registrata per il latte intero pastorizzato estero dimezzando la perdita della seduta precedente (33,51-34,02 €/100 litri di latte). Invariato invece da 5 settimane il listino dello scremato pastorizzato di provenienza estera che si conferma tra 19,15 e 20,18€/100 litri di latte
BURRO E PANNA Per la quarta settimana consecutiva i listini del burro, quotati alla borsa merci di Milano, non subiscono variazioni. Anche le altre piazze prese a riferimento (Parma, Reggio Emilia e Verona) hanno confermato i listini precedenti.
Borsa di Milano 23 novembre:
BURRO CEE: 2,85€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 3,0€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 2,0€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,80€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE: 1,52€/Kg.
Borsa Verona 23 novembre:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,50-1,55 €/Kg.
Borsa di Parma 20 novembre:
BURRO ZANGOLATO: 1,40€/kg.
Borsa di Reggio Emilia 17 novembre
BURRO ZANGOLATO: 1,40 - 1,40€/kg.
GRANA PADANO primo segnale d'incoraggiamento per il Grana Padano. 5 centesimi guadagnati alla borsa merci milanese lo scorso lunedì consentendo perciò di raggiungere quota 6,35-6,45 €/kg per il 9 mesi di stagionatura e 7,10-7,75 €/kg per il 15 mesi e oltre di invecchiamento.
PARMIGIANO REGGIANO Una nuova boccata d'ossigeno per il Parmigiano Reggiano grazie al terzo rimbalzo registrato in 4 settimane di osservazione. complessivamente sono 10 i centesimi recuperati nel corso degli ultimi 20 giorni. Un segnale incoraggiante seppure ancora lontano dal traguardo della utile marginalità.
(in allegato i grafici CLAL)
Dal 26 al 29 novembre, presso il BBC Good Food Show, la Nazionale del Parmigiano Reggiano scenderà in campo al World Cheese Awards con una selezione di prodotto emblema di qualità. Un gruppo già pluripremiato di ben 36 caseifici di Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Mantova. -
Reggio Emilia, 24 novembre 2015 -
"Ci auguriamo il successo che i nostri caseifici e il nostro prodotto meritano, a maggior ragione in un momento in cui, nonostante si registrino primi segnali d'inversione di tendenza, sono ancora evidenti le difficoltà che persistono da quasi due anni sul versante delle quotazioni".
E' questo il commento Giuseppe Alai, presidente del Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano, nell'annunciare la partecipazione al concorso World Cheese Awards, edizione 2015 di Birmingham, della Nazionale del Parmigiano Reggiano. Si tratta di un gruppo già pluripremiato di ben 36 caseifici (il 40% in più dello scorso anno) di Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Mantova che scenderà letteralmente in campo nella prestigiosa competizione, che si terrà da venerdì 26 a domenica 29 novembre presso il BBC Good Food Show di Birmingham. Oltre 3.000 i formaggi attesi all'appuntamento che richiamerà 40.000 visitatori dal mondo e i 200 esperti che valuteranno i campioni iscritti, nominando, oltre ai premi di categoria, il Campione del Mondo 2015.
Alla squadra che si cimenterà a Birmingham hanno aderito 12 caseifici di Parma e provincia (Cooperativa Casearia Agrinascente; Il Battistero; Bertinazza; Consorzio produttori latte; Caseificio Gennari Sergio e figli; Società Agricola Giansanti; Latteria Coop. di Marano; Parmabio di Carpanini M. e Brugnoli F.; Caseificio Sociale di Ravarano e Casaselvatica; Caseificio La Traversetolese; Caseificio Sociale di Urzano; Società Agricola La Vittoria s.s.), 4 di Modena e provincia (Caseificio Sociale La Cappelletta; Caseificio Dismano; Cooperativa Casearia del Frignano; Punto Latte;), 2 di Bologna e provincia (Caseificio Sociale Fior di Latte, Caseificio Sociale di Querciola), 14 di Reggio Emilia e provincia (Caseificio Sociale Allegro; Latteria Sociale Barchessone; Caseificio Sociale Castellazzo; La Famigliare; Fattoria Fiori di Fiori Pierpaolo; Grana d'Oro; Latteria La Grande; Latteria Nuova Lago Razza; Caseificio Sociale del Parco; Latteria Sociale San Giorgio; Latteria Sociale San Girolamo; Latteria Sociale San Giovanni della Fossa; Latteria San Giovanni di Querciola; Antica Fattoria Caseificio Scalabrini), 3 di Mantova e provincia (Caseificio Caramasche; Latteria Agricola Venera Vecchia; Latteria Agricola Mogliese).
"E' la più grande spedizione italiana di formaggi all'estero mai realizzata all'estero dai tempi delle esposizioni universali dell'Ottocento", spiega Gabriele Arlotti, ideatore e trainer del gruppo.
"In un mercato importante come quello Inglese - prosegue Arlotti - puntiamo a dare ulteriore visibilità e valore ad un prodotto che nel 2014, proprio al World Cheese Award, si è aggiudicato ben 22 medaglie e un Supergold".
"Il Parmigiano Reggiano affonda le sue origini in dieci secoli di storia – conclude Riccardo Deserti, direttore del Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano –, durante i quali la realtà produttiva si è sviluppata integrandosi in maniera indissolubile con le differenti realtà territoriali, ambientali e sociali che caratterizzano la zona di origine da Bologna sinistra Reno, a Modena, Reggio Emilia, Parma e Mantova destra Po. Il formaggio Parmigiano Reggiano esprime caratteristiche uniche legate al rapporto con l'alimentazione delle bovine e ad una tecnica di produzione che prevede il divieto assoluto dell'uso di additivi e conservanti. Questi tratti distintivi sono possibili in un modello produttivo che rimane essenzialmente artigianale, e in questo modello il fattore umano rappresenta un elemento essenziale".
Venerdì i lavori, attesissimi in queste ore, della giuria internazionale. Nei tre giorni della fiera, nel frattempo, la presentazione del prodotto negli stand del BBC Good Food Show di Birmingham.
Che cosa è la Nazionale del Parmigiano Reggiano?
La Nazionale del Parmigiano Reggiano è un gruppo spontaneo di caseifici, costituitosi nel 2001, uniti dalla volontà di partecipare a concorsi per conseguire risultati prestigiosi, di promozione e di solidarietà, anche oltre i confini europei.
In più occasioni ha potuto rappresentare nelle varie iniziative, di anno in anno, il comprensorio e il territorio di produzione del Parmigiano Reggiano: Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Mantova. Opera ora nel Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano e nel mondo partecipa a eventi irripetibili come lo sono state tutte le edizioni dei Concorsi "Grolla d'Oro, Formaggi d'Autore", le prestigiose "Olimpiadi dei Formaggi di Montagna" o il "World Cheese Awards" in Inghilterra. La Nazionale, inoltre, è attenta anche alle iniziative di solidarietà: "La Forma del Cuore" è un progetto per aiutare persone e popoli in difficoltà, con la vendita della t-shirt "Italia" della Nazionale .
Pubblico, giurie internazionali e appassionati gastronomi con medaglie, assaggi e acquisti testimoniano il successo di questa idea nazionale: il Parmigiano Reggiano e il suo territorio, unici e veicolati nel mondo.
(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)
Si chiama proprio così, Unico, ed è prodotto dalla Cantina Divinja di Sorbara il lambrusco che per il secondo anno consecutivo, ha vinto il Premio Matilde di Canossa Terre del Lambrusco ed è stato premiato anche al Merano Wine Festival. - Di Manuela Fiorini – foto di Claudio Vincenzi -
Modena, 23 novembre 2015 -
Doppia soddisfazione per la Cantina Divinja di Sorbara che, quest'anno, si è vista attribuire due importanti riconoscimenti in ambito nazionale: il premio al Concorso Enologico Matilde di Canossa -Terre del Lambrusco, conquistato per il secondo anno consecutivo, e il premio nella categoria lambruschi al recente Merano Wine Festival.
A fare incetta di premi è stato Unico, un Lambrusco di Sorbara DOC rosso frizzante secco, ritenuto dai più esigenti il più raffinato dei lambruschi. L'azienda gestita da Denis Barbanti e dal padre Fabio lo ottiene da uve raccolte a mano e vinificate con macerazione a freddo e fermentazione da mosto. Al colore rosso rubino tenue si accompagna un profumo fruttato, con sfumature che ricordano quelle della viola e un gusto gradevolmente acido, equilibrato, sapido ed elegante.
Una soddisfazione e una conferma per l'azienda agricola, che ha come mission il recupero e la salvaguardia il patrimonio vitivinicolo della zona di produzione del Sorbara. La Cantina Divinja ha una produzione annuale di 70 mila bottiglie, di cui 30 mila di Unico. Tra le altre produzioni di qualità ci sono lo spumante Orocolato, i novelli Primi Profumi, il Merlot dell'Emilia, il Pignoletto Sant'Amalia e i liquori Nocino e Nocino Riserva.
Info: www.cantinadivinja.com
Cereali in pausa. Scende ancora il latte spot. 3 milioni dall'UE per la promozione di parmigiano, Gorgonzola e Asiago. Alleanza Cooperative, intervengono Martina e Calenda. Sono cambiate le proiezioni del Mais dopo i dati diffusi di USDA. La Guerra è Guerra.
(in allegato il formato pdf scaricabile)
SOMMARIO Anno 14 - n° 47 22 novembre 2015
1.1 editoriale La guerra è guerra.
3.1 cereali Cereali, poche le novità sui mercati id base
4.1 Lattiero caseario Il Latte spot torna a scendere
5.1 Latte e leadership Martina. Sul latte la cooperazione può assumere la leadership
5.2 promozione estera Calenda, eventi internazionali di promozione totale sono sperpero di denaro pubblico
6.1 vino e export cina Vinitaly 2016: Vinitaly e la Cina, un presidio lungo vent'anni. Nuove iniziative per la 50^ edizione
6.2 latte Oceania: scendono i prezzi delle commodity lattiero-casearie
7.1 export formaggi Parmigiano, Asiago e Gorgonzola. Dall'UE 3 milioni per la promozione
7.2 latte oceania UE: export in continuo aumento ma a prezzi bassi
8.1 agromercati Ismea, Overview sui mercati.
9.1 mais e soia Mais e Soia dati previsionali novembre 2015
10.1 promozioni "vino" e partners
Cereali Una settimana che non ha registrato particolari variazioni. Le uniche variazioni di rilievo sono connesse al continuo rafforzamento della valuta USA sull'euro e il prezzo del petrolio in costante discesa ormai giunto alla soglia dei 40€/barile.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 20 novembre 2015 -
Gli incoraggianti dati USDA, diffusi la scorsa settimana, non hanno ancora stimolato effetti sui prezzi delle materie di base. Nonostante qualche allarme per le rese e le semine dai paesi dell'Est Europa e dell'Ucraina, ormai vi è certezza che di merce non ne manca e le conseguenze del Nino sembrano molto meno nefaste e preoccupanti per i raccolti dell'emisfero australe.
Le preoccupazioni generate da questa nuova e diffusa fiammata terroristica certamente non incentivano i consumi né gli scambi e il calo del petrolio, sempre più prossimo ai 40 dollari al barile, non contribuisce a eccitare i mercati. Qualche turbolenza è generata dalla notizia che l'Argentina stia pensando di ridurre alcuni dazi all'esportazione spingendo perciò al ribasso i valori della borsa di Chicago.
Mercato nazionale
Anche il mercato interno segnala qualche leggero cedimento e scambi ancora scarsi, eccezion fatta per settore delle bionergie dove hanno ripreso vivacità gli amidacei ed energetici quali Glicerolo e Oleine.
La farina di soia su base annua per il 2016 quotava giovedi 337 per la 44 e 346 per la proteica normale 46,50% ma potrebbe ancora scendere anche salvo l'assorbimento del valore da parte dell'indice valutario.
Indicatori internazionali
l'Indice dei noli retrocede ancora sino a 591 punti, il petrolio torna arretra a 40,68 $/barile e il cambio continua a scendere toccando 1,06737.
Da quanto si evince dalla analisi dei dati di cui sopra si conferma, come più volte da noi segnalato, che non siamo in situazione di deficienze di merce. Siamo al contrario di fronte al terzo miglior raccolto Usa di Mais e quello della Soya è il migliore di sempre. Inoltre la consistenza globale è tra le più ricche degli ultimi 10 anni.
___________________________________________________________________
(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
Officina Commerciale Commodities srl - Milano
____________________________________________________________________
"Sarei felice se la cooperazione proponesse un organismo interprofessionale". Questo l'invito del Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Maurizio Martina nel corso della quarta conferenza annuale di Alleanza Cooperative Italiane.
Roma, novembre 2015. "Sul latte la cooperazione può essere decisiva se organizza i produttori, perché gli strumenti cooperativi già oggi pagano il latte alla stalla più dell'industria classica. Spero ci possa essere nelle prossime ore una proposta concreta dal mondo della cooperazione, soprattutto sul versante dell'organizzazione dei produttori. Il latte è l'emblema del cambiamento e critico l'industria perché non vedo la voglia di guidare questo cambiamento". Lo ha detto oggi, nel corso della IV conferenza annuale dell'Alleanza Cooperative Italiane – settore Agroalimentare il ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Maurizio Martina. In merito alla legge di Stabilità, per il ministro: "E' un'ottima legge per il settore agricolo, con interventi importanti anche per il settore lattiero caseario. Mi aspetto che le imprese battano un colpo e facciano proposte al Governo. E in questo le aziende cooperative hanno dimostrato la loro modernità, perché di colpi ne hanno già battuti molti. Sarei felice se arrivaste a una proposta di costituzione di un organismo interprofessionale, così da prendervi la responsabilità di una leadership su questo settore".
(Fonte Alleanza Cooperative Italiane 18 novembre 2015)
Il Vice ministro allo sviluppo economico, Carlo Calenda, con delega al commercio estero invita, con decisione e fermezza, alla collaborazione tra le 3 principali fiere dell'agroalimentare Tuttofood, Cibus e Vinitaly nella promozione all'estero altrimenti...
Roma, novembre 2015. "Gli eventi internazionali di promozione del nostro agroalimentare, che si traducono in nulla di più che in wine and food tasting rappresentano un totale sperpero di denaro pubblico". Lo ha detto oggi, nel corso della IV conferenza annuale dell'Alleanza Cooperative Italiane – settore Agroalimentare, il vice ministro allo Sviluppo Economico con delega al commercio estero, Carlo Calenda. "La promozione internazionale – ha proseguito Calenda - non si fa così e neanche con le piccole fiere, quella roba non ha niente a che vedere con la promozione ed è il simbolo di ciò che non ha funzionato sino a ora. È una sorta di tour operator personale per gli assessori regionali. Promozione significa far arrivare il prodotto sullo scaffale della grande distribuzione, partecipare agli eventi fieristici nel mondo e organizzare piani media. Noi abbiamo 3 fiere dell'agroalimentare – ha aggiunto - che possono competere per la nostra internazionalizzazione, e sono Tuttofood, Cibus, Vinitaly: queste 3 fiere o lavorano insieme all'estero altrimenti non avranno un euro dal governo italiano; è stato così l'anno scorso e così sarà nei prossimi anni".
Per Calenda, in merito al Ttip: "Siamo nel pieno di una battaglia molto importante, ed è quella che stiamo conducendo sugli accordi di libero scambio con gli Stati Uniti che per l'agricoltura è fondamentale. Perché noi abbiamo bisogno di quel mercato avendo chiaro che l'Europa non cambierà il suo criterio di valutazione del rischio sanitario. Il principio di precauzione – ha concluso - non verrà modificato in alcun modo ed è la condizione del mandato negoziale".
(Fonte Alleanza Cooperative Italiane 18 novembre 2015)
Un lungo lavoro di costruzione di rapporti che sta dando risultati importanti. Sono aumentati del 40% gli operatori provenienti dall'Impero Celeste nell'ultima edizione di Vinitaly in Italia. Ad Expo i visitatori cinesi del Padiglione VINO A Taste of Italy sono stati i primi nelle presenze estere, grazie anche all'importante lavoro svolto a fianco di Expo 2015 nel China Expo Road Show e alle iniziative di Vinitaly International. A Vinitaly 2016 la presenza, per la prima volta, di produttori di vino cinesi e vini cinesi saranno anche presenti nella competizione enologica di Vinitaly.
Shanghai-Verona, 12 novembre 2015. Vinitaly e la Cina, una liasion che dura da vent'anni e che si rinsalda in vista della 50^ edizione del Salone internazionale del vino e dei distillati, in programma dal 10 al 13 aprile 2016 www.vinitaly.com), per la quale Veronafiere sta promuovendo una serie di incontri internazionali.
Quest'anno, dopo le iniziative di promozione del vino italiano verso i consumatori (b2c), il canale ho.re.ca e gli importatori (b2b) a Chengdu, Shanghai e Hong Kong, ora si ragiona anche nel senso opposto per portare i primi produttori di vino cinese a Vinitaly 2016.
«Con la Cina, negli ultimi vent'anni, abbiamo coltivato un rapporto di conoscenza e collaborazione che ci ha portato ad essere scelti come riferimento di Expo 2015 per il China Expo Road Show dello scorso anno – commenta il Direttore Generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani -. Da due decenni realizziamo numerose attività volte a far conoscere la peculiarità dei vini italiani frutto della straordinaria ed inimitabile biodiversità di oltre 540 vitigni. Un lavoro costante e paziente che ci ha consentito di incrementare del 40% la presenza di buyer e operatori provenienti dall'Impero Celeste nell'ultima edizione di Vinitaly e ha posizionato i visitatori cinesi al primo posto delle presenze estere del Padiglione VINO A Taste of Italy all'Expo. Non a caso, l'allestimento ha previsto, oltre l'inglese, anche l'utilizzo degli ideogrammi della lingua cinese. Un Padiglione richiesto da molti paesi e che, in accordo con il console d'Italia a Shanghai, Stefano Beltrame, porteremo nella capitale economica della Repubblica Popolare il prossimo anno per rafforzare ulteriormente la promozione e la conoscenza del vino italiano.»
«La Cina sta facendo, con i suoi tempi e modalità, il medesimo percorso degli Stati Uniti d'America, che è diventato un primario paese consumatore di vino solo quando ha rafforzato il suo ruolo di paese produttore ed oggi è, per i vini italiani, il primo mercato di sbocco all'estero in valore – prosegue Mantovani -. Ora i tempi sono maturi per ospitare anche i primi produttori di vino cinese nella nostra rassegna, in modo da rafforzare questo legame ed essere sempre di più l'hub di promozione e commerciale dei nostri vini verso la Cina.»
È in tale ottica e con questa filosofia che martedì scorso (10 novembre) a Shanghai si è svolta la presentazione "Ripercorrendo la Via della Seta - il debutto dei vini cinesi a Vinitaly 2016", nell'ambito del quale Vinitaly International ha stretto un accordo con la rivista professionale Wine in China Magazine, una delle più rinomate del settore, che prevede, oltre la presenza, per la prima volta, di produttori di vino cinese al 50° Vinitaly (nel Vininternational Pavillion), anche delle iniziative collaterali, quali degustazioni, seminari e workshop sui prodotti e il mercato organizzati da Vinitaly International e la partecipazione di vini cinesi al Premio enologico di Vinitaly.
Foto: Da sinistra Stevie Kim, Managing Director di Vinitaly International con , Chief Editor of Wine in China: http://i.imgur.com/GnYqqWq.jpg
Il progetto "Cheese – It's Europe" punta a sviluppare le esportazioni nei promettenti mercati di Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca ed Austria. Il programma che vede coinvolti i tre formaggi italiani Dop si svilupperà nel triennio 2016-2018.
17 novembre 2015 - L'Unione Europea crede nella qualità dei formaggi italiani Dop e li premia con uno stanziamento per la promozione sui mercati in crescita. E' così che i Consorzi di Parmigiano Reggiano, Gorgonzola e Asiago vedranno finanziato il loro progetto "Cheese – It's Europe", uno dei quattro progetti italiani che sono stati approvati dalla Commissione Europea nel quadro di un importante stanziamento che ha visto, in totale, l'approvazione di 33 nuovi programmi per promuovere i prodotti agricoli dell'UE.
Il programma che vede coinvolti i tre formaggi italiani Dop si svilupperà nel triennio 2016-2018, vedrà investimenti promozionali per 3 milioni di euro e punterà a promuovere la conoscenza ed il consumo dei formaggi nei promettenti mercati di Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca ed Austria. Gli interventi saranno rivolti sia alle catene commerciali, sia direttamente ai consumatori.
Il valore totale dei programmi approvati dalla Commissione, che si realizzeranno in tre anni, è complessivamente di 108 milioni di euro, di cui la metà, pari a 54 milioni di euro, arriva dal finanziamento dell'UE. I programmi sono rivolti ai mercati più promettenti, in cui il consumo dei prodotti è in crescita, sia nell'Unione europea, sia nei paesi terzi.
L'approvazione dei progetti da parte della Commissione è una conferma del valore riconosciuto di quell'autenticità che l'Unione intende sempre più preservare e valorizzare. "Questi programmi – ha affermato Phil Hogan, commissario europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale – sono importanti per creare nuove opportunità di mercato e aiutano a stimolare crescita e occupazione nel settore agroalimentare".
"Esprimiamo soddisfazione e plaudiamo a questo importante risultato – Giuseppe Alai, Renato Invernizzi e Fiorenzo Rigoni, presidenti rispettivamente dei Consorzi del Parmigiano Reggiano, del Gorgonzola e dell'Asiago – che riconosce non solo il livello qualitativo dei nostri formaggi ma anche il valore della progettualità italiana. Il progetto 'Cheese – It's Europe' mette in campo un considerevole impegno economico a favore del mondo agricolo e rappresenta una grande opportunità, poiché questi mercati esprimono un grande interesse per i formaggi italiani e ora esiste una fascia sempre più rilevante di consumatori pronta ad apprezzare i formaggi Dop, simbolo dell'eccellenza casearia italiana".
I quattro paesi selezionati hanno importato formaggi e latticini Made in Italy per quasi 20.000 tonnellate nel 2014, per un controvalore superiore a 110 milioni di euro. E il dato più interessante è che si tratta di mercati con i più elevati trend di crescita nell'Unione Europea. Nel complesso questi paesi hanno segnato negli ultimi 3 anni oltre un +30% delle importazioni, livello che per Polonia e Repubblica Ceca supera il +50%.
In diminuzione la quota di esportazione del latte per l'infanzia mentre sono in crescita i volumi esportati dall' UE-28 per tutti gli altri prodotti latiero caseari. Le esportazioni di UE-28 nel mese di Settembre 2015 confrontate con Settembre 2014 sono aumentate in volume relativamente a Latte condensato (+37.5%), WMP (+29.9%), Formaggi (+25.6%), Burro (+25.4%), SMP (+15.7%), Polvere di Siero (+0.5%), mentre sono diminuite quelle di Latte per l'infanzia (-1.3%).
I principali Paesi importatori di Formaggi nei primi 9 mesi del 2015 (anno in corso) sono:
USA, le cui importazioni – pari al 19% della quota di mercato – sono aumentate del 21.1%
Giappone, le cui importazioni – pari al 10% della quota di mercato – sono aumentate del 44.2%
Svizzera, le cui importazioni – pari al 8% della quota di mercato – sono aumentate del 2%
I principali Paesi importatori di Burro nei primi 9 mesi del 2015 (anno in corso) sono:
Cina, le cui importazioni – pari al 19% della quota di mercato – sono aumentate del 689.2%
Arabia Saudita, le cui importazioni – pari al 10% della quota di mercato – sono aumentate del 52.9%
USA, le cui importazioni – pari al 9% della quota di mercato – sono aumentate del 101.2%
I principali Paesi importatori di SMP Polvere di Latte Scremato nei primi 9 mesi del 2015 (anno in corso) sono:
Algeria, le cui importazioni – pari al 17% della quota di mercato – sono diminuite del 17.9%
Egitto, le cui importazioni – pari al 9% della quota di mercato – sono aumentate del 34.8%
Cina, le cui importazioni – pari al 7% della quota di mercato – sono diminuite del 25.8%
Hai bisogno di ulteriori informazioni su Import/Export dei prodotti lattiero caseari? Accedi all'area Dairy World Trade su CLAL.it
Da Team CLAL - Modena 16 novembre 2015
Per il Mais sono previsti aumenti produttivi rispetto alle indicazioni di ottobre. Il 54% degli stock globali sono collocati in Cina. In leggero aumento anche le previsioni produttive dei semi di Soia. Stock finali record per gli USA mentre sono in sensibile discesa le scorte finali globali.
Modena novembre 2015 -
MAIS
La produzione globale di Mais per la stagione 2015-16 è prevista a 974.87 Mio t, in aumento rispetto alle previsioni di Ottobre, riflettendo le stime di maggiori raccolti per i maggiori Esportatori: Stati Uniti (348.82 Mio t), Argentina (25.60 Mio t) e Brasile (81.50 Mio t).
Negli Stati Uniti la resa dei terreni è prevista in aumento di 1.3 bushel/acro a 169.3 bushel/acro, -1.7 bushel/acro rispetto al record dell'anno scorso.
Le esportazioni statunitensi sono previste in diminuzione del 2.7% rispetto alle stime di un mese fa. Le vendite sono inferiori rispetto all'anno scorso in questo periodo, principalmente a causa della concorrenza del Brasile.
Gli stock globali finali sono previsti a 211.91 Mio t, per il 54% collocati in Cina.
Infatti, sono state riviste le stime delle due stagioni passate relative all'utilizzo e alle scorte di Mais della Cina. L'impiego come mangime per animali è stato sopravvalutato e le scorte iniziali per la stagione 2015-16 sono stimate a 100.49 Mio t (+23% rispetto alle stime precedenti), mentre le scorte finali sono attese a 114.44 (+26%).
SOIA
La produzione mondiale di semi di Soia per la stagione 2015-16 è prevista a 321.02 Mio t, +0.5 Mio t rispetto alle previsioni di Ottobre.
Le riduzioni stimate per India, Sud Africa e Uruguay sono più che bilanciate dall'aumento previsto per gli Stati Uniti.
Negli USA è attesa una produzione record di 108.35 Mio t, con una resa dei terreni di 48.3 bushel/acro (+1.1 bushel rispetto alle stime del mese scorso), principalmente negli stati Iowa, Illinois e Minnesota.
Gli stock finali statunitensi sono previsti a livelli record (12.65 Mio t).
Le scorte finali globali sono invece state riviste al ribasso (-2.7%) per le riduzioni previste in molte aree: Argentina, Brasile, Sud Africa, India e Canada.
In India la produzione di Soia è attesa a 9.5 Mio t, in diminuzione di 1.5 Mio t.
Le piogge imprevedibili durante la stagione ed il caldo giunto a fine stagione hanno determinato rese sotto la media per il terzo anno consecutivo.
(Fonte CLAL 12 novembre2015)
In Oceania il picco stagionale di produzione lattiera è stato raggiunto in anticipo e le produzioni si prevedono in sensibile diminuzione (-5% in Nuova Zelanda). Il prezzo del latte rimane generalmente stabile.
AUSTRALIA
Produzione di latte: il picco stagionale è avvenuto in anticipo, e le produzioni sono state inferiori alle previsioni. Probabilmente il forecast della produzione nell'intera annata sarà rivisto di conseguenza.
Situazione meteo: precipitazioni consistenti su gran parte dell'Australia.
Produttori di latte: sperano che l'umidità possa reintegrare le condizioni del suolo. È attesa una minor disponibilità di fieno e cereali, a prezzi più elevati. I prezzi del latte sono generalmente stabili.
NUOVA ZELANDA
Produzione di latte: continua come previsto. Il picco stagionale è stato raggiunto a metà Ottobre. La produzione di latte è ancora prevista inferiore del 5% circa rispetto all'annata precedente.
Produttori di latte: con l'avanzare della stagione cresce la preoccupazione riguardo le condizioni dell'erba nei pascoli.
PRODUZIONI DI LATTE
Australia* : +2,97% (Lug-Set 15 vs. Lug-Set 14)
Nuova Zelanda* : -4,02% (Giu-Set 15 vs. Giu-Set 14)
BURRO (82%): prezzi diminuiti sensibilmente. Domanda più debole. Export stabile o in diminuzione. I produttori di burro sfruttano il picco di produzione del latte per aumentare gli stock, in attesa di un eventuale aumento del prezzo.
CHEDDAR CHEESE: prezzi massimi in diminuzione. Produzione generalmente stabile. Continua la competizione sul mercato internazionale. La domanda è irregolare, e l'UE propone varietà di formaggio simili al cheddar. I prezzi del siero sono inferiori e non aiutano la remuneratività del formaggio.
SMP: prezzi in diminuzione. La produzione è stabile, mentre la domanda rallenta. Competizione da UE e Stati Uniti. Alcuni produttori di SMP considerati gli attuali prezzi preferiscono aumentare gli stock anziché vendere.
WMP: prezzi in diminuzione. La domanda globale rallenta. La produzione diminuisce ma si mantiene sostenuta a causa del picco nella produzione di latte.
In Oceania i prezzi delle commodity lattiero-casearie sono in diminuzione. Il mercato è indebolito. La domanda rallenta mentre è aumentata l'offerta: ne risulta una maggior pressione sui prezzi.
Note: · Le valutazioni circa l'andamento del mercato sono espresse considerando i prezzi in dollari USA; · * Annata Agraria: 1 Luglio – 30 Giugno (Australia), 1 Giugno – 31 Maggio (Nuova Zelanda)
Fonte: USDA tradotto e riassunto dal Team di CLAL
Maggiori informazioni sulla produzione di latte in Nuova Zelanda ed in Australia sono disponibili su CLAL.it
(Modena 12 novembre 2015)
In Oceania le previsioni di produzioni indicano una riduzione (-5% in Nuova Zelanda) ma intanto a scendere è il prezzo del latte. Lieve cedimento per la crema a uso alimentare mentre tutti gli altri prodotti derivati si confermano i listini della ottava precedente. Un segnale di incoraggiamento per il Parmigiano viene, nella settimana in corso, dalla borsa reggiana.
di Virgilio, 18 novembre 2015
LATTE SPOT Mentre ancora si sente l'eco della protesta degli allevatori, il prezzo del latte spot torna a scendere. Sulla piazza di Verona si confermano i listini solo per il latte scremato pastorizzato estero (19,15-20,18 €/100 litri di latte) mentre il crudo spot nazionale ha ceduto lo -0,70% (35,57-37,63 €/100 litri latte) e l'intero pastorizzato estero addirittura cala dello 1,49% fissando i prezzi nell'intervallo tra 33,51 e 34,54 €/100 litri di latte.
BURRO E PANNA A Milano, per la terza settimana consecutiva, si replicano i listini del burro. Dopo la poderosa ascesa di settembre e ottobre, torna a stabilizzarsi il prezzo dei derivati del latte. Una leggera flessione invece l'ha registrata la crema di latte che, alla borsa del capoluogo lombardo, ha ceduto 2 centesimi (1,52€/Kg) mentre è stazionaria la panna a uso alimentare quotata a Verona (1,50-1,55 /Kg.)
Borsa di Milano 16 novembre:
BURRO CEE: 2,85€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 3,0€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 2,0€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,80€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE: 1,52€/Kg.
Borsa Verona 16 novembre:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,50-1,55 €/Kg.
Borsa di Parma 13 novembre:
BURRO ZANGOLATO: 1,40€/kg.
Borsa di Reggio Emilia 17 novembre
BURRO ZANGOLATO: 1,40 - 1,40€/kg.
GRANA PADANO Nessun segnale di risveglio per il Grana Padano che, all'ombra della Madonnina, conferma i listini della precedente settimana che, bene o male, sono i medesimi di 12 mesi fa. Il 9 mesi di stagionatura è ancorato al prezzo di 6,30 - 6,40€/Kg mentre il 15 mesi e oltre segna un un prezzo all'ingrosso compreso tra 7,05 e 7,70€/kg.
PARMIGIANO REGGIANO Ancora piccoli segnali di ripresa sul fronte del Parmigiano Reggiano. Se alla borsa di riferimento comprensoriale sono stati confermati i listini che avevano visto una leggera ripresa nelle due ottave precedenti, nella settimana in corso è la borsa di Reggio Emilia a segnare un live progresso per il 24 mesi di stagionatura (8,75-9,00 €/Kg). Piccole variazioni positive che, in questo pesante e prolungato periodo di crisi, riaccendono qualche speranza.
(In allegato i grafici CLAL)
Il progetto "Cheese – It's Europe" punta a sviluppare le esportazioni nei promettenti mercati di Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca ed Austria. Il programma che vede coinvolti i tre formaggi italiani Dop si svilupperà nel triennio 2016-2018, vedrà investimenti promozionali per 3 milioni di euro. -
Parma, 17 novembre 2015 -
L'Unione Europea crede nella qualità dei formaggi italiani Dop e li premia con uno stanziamento per la promozione sui mercati in crescita. E' così che i Consorzi di Parmigiano Reggiano, Gorgonzola e Asiago vedranno finanziato il loro progetto "Cheese – It's Europe", uno dei quattro progetti italiani che sono stati approvati dalla Commissione Europea nel quadro di un importante stanziamento che ha visto, in totale, l'approvazione di 33 nuovi programmi per promuovere i prodotti agricoli dell'UE.
Il programma che vede coinvolti i tre formaggi italiani Dop si svilupperà nel triennio 2016-2018, vedrà investimenti promozionali per 3 milioni di euro e punterà a promuovere la conoscenza ed il consumo dei formaggi nei promettenti mercati di Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca ed Austria. Gli interventi saranno rivolti sia alle catene commerciali, sia direttamente ai consumatori.
Il valore totale dei programmi approvati dalla Commissione, che si realizzeranno in tre anni, è complessivamente di 108 milioni di euro, di cui la metà, pari a 54 milioni di euro, arriva dal finanziamento dell'UE. I programmi sono rivolti ai mercati più promettenti, in cui il consumo dei prodotti è in crescita, sia nell'Unione europea, sia nei paesi terzi.
L'approvazione dei progetti da parte della Commissione è una conferma del valore riconosciuto di quell'autenticità che l'Unione intende sempre più preservare e valorizzare. "Questi programmi – ha affermato Phil Hogan, commissario europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale – sono importanti per creare nuove opportunità di mercato e aiutano a stimolare crescita e occupazione nel settore agroalimentare"
"Esprimiamo soddisfazione e plaudiamo a questo importante risultato – Giuseppe Alai, Renato Invernizzi e Fiorenzo Rigoni, presidenti rispettivamente dei Consorzi del Parmigiano Reggiano, del Gorgonzola e dell'Asiago – che riconosce non solo il livello qualitativo dei nostri formaggi ma anche il valore della progettualità italiana. Il progetto 'Cheese – It's Europe' mette in campo un considerevole impegno economico a favore del mondo agricolo e rappresenta una grande opportunità, poiché questi mercati esprimono un grande interesse per i formaggi italiani e ora esiste una fascia sempre più rilevante di consumatori pronta ad apprezzare i formaggi Dop, simbolo dell'eccellenza casearia italiana".
I quattro paesi selezionati hanno importato formaggi e latticini Made in Italy per quasi 20.000 tonnellate nel 2014, per un controvalore superiore a 110 milioni di euro. E il dato più interessante è che si tratta di mercati con i più elevati trend di crescita nell'Unione Europea. Nel complesso questi paesi hanno segnato negli ultimi 3 anni oltre un +30% delle importazioni, livello che per Polonia e Repubblica Ceca supera il +50%.
( Fonte: ufficio stampa CONSORZIO FORMAGGIO PARMIGIANO REGGIANO DOP)
Per le due giornate del Cheese Day (giunto alla ventiquattresima edizione) a Tokyo, 400 esperti. Oltre 300 studenti della prestigiosa scuola di cucina Ecole Tsuji hanno partecipato ad una articolata lezione sul Parmigiano Reggiano, seguito da un seminario dedicato a decine di dipendenti della catena distributiva Fermier. -
Reggio Emilia, 16 novembre 2015 -
"Scuola" di Parmigiano Reggiano per oltre 400 esperti giapponesi nell'ambito delle due giornate del Cheese Day (giunto alla ventiquattresima edizione) che si sono tenute a Tokyo.
Oltre 300 studenti della prestigiosa scuola di cucina Ecole Tsuji hanno infatti partecipato ad una articolata lezione sul Parmigiano Reggiano, che ha incluso una degustazione di tre diverse stagionature, il taglio corretto della forma intera e, soprattutto, una serie di indicazioni sull'uso del prodotto in cucina, anche in abbinamento con piatti che appartengono alla tradizione gastronomica giapponese.
Alla lezione per i futuri chef - avvenuta nel contesto dell'evento denominato ""Cheese festa" - si è poi associato anche un seminario dedicato a decine di dipendenti della catena distributiva Fermier, che seleziona e distribuisce formaggi di qualità in Giappone. Gli operatori al banco hanno assistito ad un approfondimento sul prodotto e poi ad una prova pratica di taglio della forma, acquisendo le conoscenze di base per un corretto porzionamento del prodotto.
Il Giappone si colloca al nono posto nella graduatoria delle esportazioni di Parmigiano Reggiano con oltre ottocento tonnellate, ed è terzo nella graduatoria dei paesi extra-Ue dopo Stati Uniti e Canada.
Nelle immagini in galleria in fondo al testo, alcuni momenti degli incontri a Tokyo.
(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)
Etichettatura discriminante. Cereali all'insegna della stabilità e i dati USDA sono incoraggianti. Frodi e olio, Latte, crisi e piagnistei tardivi. Agromercati, la carne risente dell'allarme OMS (in allegato il formato pdf scaricabile)
SOMMARIO Anno 14 - n° 46 15 novembre 2015
1.1 editoriale UE, etichettatura discriminante.
2.1 cereali Segnali incoraggianti dai dati USDA.
3.1 cereali Cereali, all'insegna della stabilità.
4.1 Lattiero caseario Parmigiano Reggiano, verso una ripresa?
5.1 #vino #export Ismea-UIV: balzo del 60% dell'importazioni cinesi di vino nei primi nove mesi del 2015
5.2 emilia romagna Territorio. Programmi speciali d'area.
6.1 Olio e frodi commerciali Olio made in Italy, o quasi.
6.2 Latte e ricerca in cina Accordo tra Cornell University e Yuli (Cina)
7.1 protesta latte quando le vacche son già scappate...
7.2 latte Firmato decreto Fondo Latte
8.1 Quote latte PR-RE In un anno 18 milioni di scambi
9.1 agromercati L'allarme Oms sulle carni scompiglia i mercati zootecnici
10.1 promozioni "vino" e partners
Ismea-UIV: balzo del 60% dell'importazioni cinesi di vino nei primi nove mesi del 2015. Cresce del 27% anche il valore dell'export per le cantine italiane ma a tassi più contenuti rispetto ai principali concorrenti.
Roma - Ha ripreso a correre la domanda cinese di vino dopo la battuta d'arresto del 2014. Le elaborazioni Ismea e Uiv sui dati China Custom segnalano nei primi nove mesi del 2015 un balzo in avanti delle importazioni del 48% in volume per un corrispettivo in euro di 1,3 miliardi (+60% sullo stesso periodo del 2014). A fare da traino sono stati, come da tradizione, i vini confezionati (+39%) che rappresentano il 73% a volume e oltre il 90% a valore. Da sottolineare anche l'incremento piuttosto consistente delle importazioni di sfuso, mentre le bollicine sono in frenata (-7%).
A beneficiare del ritrovato slancio degli ordinativi nel Paese del Dragone sono state soprattutto le produzioni dell'Emisfero Sud del pianeta, Australia e Cile in testa, che hanno messo a segno un incremento record dei fatturati: rispettivamente +123% e +71% su gennaio - settembre 2014. L'ottima performance dell'Australia - secondo fornitore di vino del mercato cinese dopo la Francia - è stata favorita dalla progressiva riduzione dei dazi negli scambi commerciali con Pechino, avviata nel 2015 con il Free Trade Agreement e che dovrebbe portare al completo abbattimento della barriere tariffarie nel 2019.
Tassi di crescita a due cifre, ma sensibilmente inferiori rispetto ai cugini d'oltralpe e ai competitor iberici, sono stati registrati invece dalla cantine italiane. Nel periodo in esame le importazioni cinesi di vino tricolore sono cresciute di quasi il 20% in valore (+14% le quantità), a fronte di un amento del 57% e del 37% ottenuto rispettivamente da Francia e Spagna. Molto positiva la performance dei vini imbottigliati italiani che secondo fonti cinesi sono cresciuti del 23% in volume e del 27% in valore rispetto ai primi nove mesi del 2015.
L'Italia è il quinto fornitore di vino in Cina, con una quota del mercato che raggiunge il 2,5% in termini di volume e il 5% del giro d'affari complessivo realizzato in Cina.
Ma la crescita delle esportazioni italiane non è né casuale né episodica, confermano alcuni importanti operatori del settore interpellati da UIV-ISMEA. L'ottimo rapporto qualità- prezzo, la grande varietà delle nostre produzioni che permette di rispondere a diverse esigenze e modalità di consumo dei cinesi e, in ultimo, la flessibilità e disponibilità delle imprese tricolori a creare vini con brand richiesti dai distributori sono gli elementi di un successo commerciale di cui iniziamo ora a raccogliere i primi frutti.
Certo, la crescita di conoscenza dei nostri vini da parte del consumatore cinese che ha iniziato ad associare il paese Italia non solo a moda ma anche a food&wine è solo agli inizi e va supportata con investimenti promozionali di "sistema" capaci di proseguire le attività di informazione ed educazione che, stando ai numeri appena pubblicati, confermano una strategia vincente di crescita destinata a proseguire in futuro.
(Fonte Ismea servizi - Roma,26 ottobre 2015)
Accordo strategico tra Cornell University e il colosso Cinese del latte Inner Mongolia Yili Industrial Group. La prestigiosa Università statunitense (ben 43 premi nobel nel suo palmarès) svilupperà una ricerca sostenuta da una delle 10 principali imprese lattiero casearie mondiali.
di Virgilio - Parma, 12 novembre 2015
Tra non molti anni la popolazione mondiale raggiungerà quota 9 miliardi e il problema della nutrizione connessa a una sostenibilità dell'agricoltura, che peraltro erano i temi fondanti l'Expo Milano 2015, potrebbero entro brevissimo tempo diventare un pericoloso fattore limitante della già fragile coesione tra i popoli.
Dalle colonne di CLAL News, Leo Bertozzi, informa di una strategica collaborazione tra la blasonata università statunitense e il gruppo Yili cheprevede la realizzazione di programmi di ricerca per accrescere l'innovazione nel settore lattiero-caseario, il miglioramento qualitativo e la sicurezza alimentare, partendo dalla gestione dell'allevamento fino alla trasformazione del latte, per creare prodotti innovativi con alto valore aggiunto.
In particolare, la Yili finanzierà l'università di Cornell per sviluppare una nuova tipologia di formaggio adatta al mercato cinese, usando componenti del latte ed altri ingredienti particolarmente graditi ai consumatori asiatici come ad esempio le proteine ottenute dalla soia.
La Cornell University (Ithaca, NY) è sempre stata aperta svolgere collaborazioni di ricerca applicata sul campo anche in Italia. Tra il 2007 e il 2010, ad esempio, svolse una ricerca in collaborazione con l'Università di Parma, Facoltà di Veterinaria e il Consorzio Agrario di Parma nella ricerca della digeribilità della Fibra Neutra Detersa (NDF), applicata al razionamento delle bovine allevate nel comprensorio del Parmigiano Reggiano. Un percorso iniziato con il Professor Van Soest, poi proseguito e concluso con il Professor Van Amburgh.
Nella Foto di repertorio (8/1/2010) il professor M.E. Van Amburgh della Cornell University a destra con il dottor Lamberto Colla (all'epoca direttore del Consorzio Agrario di Parma) nell'evento di chiusura della ricerca che ha coinvolto le due istituzioni e la facoltà di Veterinaria di Parma.
(Fonte CLAL e Cornell University)
Martina: 55 milioni di euro per sostegno alla liquidità, alla ristrutturazione del debito e agli investimenti degli allevatori. Un intervento che si aggiunge alla cancellazione dell'Imu sui terreni e dell'Irap.
Roma 09 novembre 2015 -
Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che è stato firmato dal Ministro Maurizio Martina il decreto attuativo del Fondo Latte.
"Il Fondo latte - ha dichiarato il Ministro Martina - sarà uno strumento utile per sostenere la liquidità, la ristrutturazione dei debiti e gli investimenti degli allevatori italiani. Si tratta di un intervento da 55 milioni di euro che rientra nel nostro Piano straordinario per il settore lattiero e si aggiunge alla cancellazione dell'Imu sui terreni, dell'Irap e all'aumento della compensazione Iva al 10% approvati con la legge di Stabilità. Siamo in campo con tutti gli strumenti a disposizione per sostenere il reddito degli allevatori che affrontano in questo momento una situazione di mercato preoccupante".
Il fondo latte, in particolare, prevede interventi per la ristrutturazione del debito, come l'abbattimento dei costi di garanzia e interessi nel limite del de minimis, e per favorire gli investimenti attraverso la possibilità di accedere al Fondo credito Ismea.
Ufficio Stampa MIPAAF
Sia in Italia che in altre piazze europee (in Germania in particolare) l'allarme lanciato nei giorni scorsi dall'Oms sul consumo di carni ha avuto impatti negativi sui prezzi dei suini.
Roma, 9 novembre 2015 - Lo rileva l'Ismea nell'Overview sui mercati agroalimentari di questa settimana, segnalando cedimenti piuttosto accentuati sul circuito del vivo, con cali soprattutto a carico dei capi da macello.
Le pressioni esercitate dai macellatori, che lasciano prevedere una possibile riduzione dei prezzi anche per i principali tagli suini, riflettono presumibilmente l'esigenza di evitare scontri con la grande distribuzione organizzata, impegnata in campagne promozionali aggressive finalizzate a tamponare l'ondata di sfiducia presso i consumatori.
Da rilevare che gli squilibri riconducibili a un'offerta chiaramente in eccesso rispetto a una domanda finale in ulteriore indebolimento stanno condizionando anche il comparto avicolo, riflettendosi negativamente sui prezzi, soprattutto di polli e tacchini.
Un cambio di passo che potrebbe determinare nelle prossime settimane una svolta anche sul mercato dei conigli, considerando tra l'altro che le alte quotazioni attuali stanno avendo un effetto dissuasivo sui consumi finali. Resta orientato al ribasso il mercato delle uova, né si prevedono svolte imminenti, anche alle luce di una scarsa richiesta industriale per i calibri medio-piccoli.
Poche le novità nel comparto bovino, in un mercato destabilizzato dalle notizie dell'Oms, ma complessivamente stazionario sul fronte dei prezzi, in un contesto di scambi ancora molto contenuti.
Mostrano un maggiore dinamismo, invece, i formaggi grana, con i prezzi in generale ripresa anche nelle aspettative delle prossime settimane. Stabili burro e materie grasse, mentre resta pesante la situazione sul mercato del latte crudo alla stalla, con i valori che ai livelli attuali non garantiscono margini di redditività agli allevatori.
Per quanto attiene ai cereali, dopo i recenti ribassi la situazione sui mercati interni sta gradualmente stabilizzandosi per il grano duro, che sembra adesso aver trovato un punto di equilibrio. Mercato calmo anche per mais e orzo, mentre restano orientati al rialzo i risoni.
L'offerta più abbondante di ortaggi di stagione sta comportando, nel frattempo, un normale assestamento al ribasso dei valori per cavoli, finocchi, radicchi e carciofi. Una dinamica che dovrebbe proseguire anche nei prossimi giorni, salvo repentini mutamenti climatici, in un mercato che non sembra invece in grado di riassorbire, per lo meno in questa fase, i forti aumenti delle zucchine, che rispetto all'anno scorso spuntano prezzi quasi doppi. I minori investimenti nazionali, ma anche la scarsa pressione del prodotto d'importazione, specialmente spagnolo, spiega l'attuale divario delle quotazioni che potrà iniziare a ridursi solo con il pieno apporto delle coltivazioni siciliane.
In relazione ai prodotti frutticoli, si registrano scambi regolari e prezzi stabili per mele e pere, mentre accusano diffusi cedimenti le quotazioni dei loti, penalizzati da un'offerta eccedentaria e da un peggioramento qualitativo della merce.
Poche le novità per l'uva da tavola, che presenta un andamento complessivamente stazionario, mentre è iniziata all'insegna della cautela la campagna di commercializzazione del kiwi, con valori di esordio inferiori all'anno scorso in ragione di una produzione più abbondante.
Scambi regolari, con prezzi però in ulteriore flessione (anche su base annua), per le clementine, le cui affluenze sui mercati stanno aumentando rapidamente, incontrando comunque il favore della domanda. Le arance, disponibili in quantità ancora limitate, stanno invece subendo le crescenti pressioni concorrenziali esercitate dal prodotto spagnolo che sembra al momento avere la meglio sui mercati anche in termini di ricezione della domanda.
Restano infine orientati alla prudenza i mercati vinicoli nazionali, data l'abbondanza d'offerta confermata in questi giorni dalla stima Oiv (l'Organizzazione internazionale del vigne e del vino) di un incremento del 2% della produzione mondiale 2015.
C'è ancora molta confusione sul mercato degli oli di oliva, caratterizzati da diffusi cedimenti dei prezzi. Non è ancora chiara la composizione dell'offerta quali-quantitativa degli oli di nuova produzione, un elemento, questo, che sta creando nervosismo sui mercati e condizionando fortemente gli scambi.
(Fonte Ismea 9 novembre 2015)