La giovane aveva concluso l'anno senza raggiungere la sufficienza in ben quattro materie, questo nonostante per venirle incontro i suoi docenti hanno redatto un piano didattico personalizzato. Scrivono i magistrati nella sentenza: "La giurisprudenza ha già avuto modo di precisare che l’eventuale mancata attivazione di percorsi di recupero non vizia la non ammissione atteso che il giudizio espresso dal Consiglio di classe si fonda in via esclusiva sulla constatazione dell'insufficiente preparazione dello studente e sul grado di maturazione personale dello stesso" - e concludono - "Le insufficienze riportate, infatti, sono molteplici e gravi e palesano il mancato conseguimento da parte della ricorrente di un livello di preparazione sufficiente. La studentessa dovrà rifondere anche 500 euro di spese legali.
La Gilda degli Insegnanti di Parma e Piacenza, attraverso il coordinatore Salvatore Pizzo, in merito alla decisione commenta: “Si tratta dell'ennesima lezione che viene data dalla magistratura amministrativa a una certa tipologia di studenti e genitori che osano mettere in discussione l'operato dei docenti dei loro figli minandone l'autorità" - conclude - "per essere promossi basta studiare".
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