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Grazie alla convenzione tra Comune di Reggio e Agac Infrastrutture ogni anno sarà prodotto oltre 1 milione di kWh di energia pulita grazie a impianti fotovoltaici su 17 edifici di proprietà pubblica – Un risparmio annuo di 68mila euro in bollette e di quasi 400 tonnellate di anidride carbonica -

 

Reggio emilia, 28 febbraio 2014 - di Ivan Rocchi -

Dopo la recente candidatura a Capitale verde europea del 2016, Reggio Emilia ha iniziato a investire sempre di più anche nelle energie rinnovabili. Infatti, grazie a un accordo tra Comune di Reggio e Agac infrastrutture, 17 luoghi della città – scuole, palestre, cimiteri e sedi istituzionali – saranno coperti da pannelli fotovoltaici, la cui installazione è in fase avanzata, per la produzione a pieno regime di oltre 1 milione di kWh di energia pulita ogni anno.
I pannelli consentiranno di risparmiare l'equivalente di 218 tonnellate di petrolio, pari al consumo di 290 abitazioni e al fabbisogno di 1.158 abitanti. Ogni anno non verranno emesse in atmosfera 400 tonnellate di anidride carbonica. E l'ecologia spesso va a braccetto con l'economia. Gli impianti permetteranno infatti di risparmiare ogni anno circa 68.000 euro sulle bollette energetiche del Comune.
Questi gli impianti realizzati o previsti: scuole elementari Elsa Morante (39 kWp di potenza), Ca' Bianca (25 kWp), King (51), Agosti (82), Marco Polo (34), le elementari di Gavasseto (19) e di Villa Sesso (11), la scuola media Galilei (50), il plesso scolastico Marco Emilio Lepido di via Premuda (100), le palestre Let's dance (44), Bedogni (57), Palahockey (42), la Fonderia sede della Fondazione nazionale della Danza - Aterballetto (86), l'ex Foro Boario (39), il palazzo di Giustizia (82), i cimiteri di Coviolo (100) e di Pieve Modolena (27). Di questi, 11 impianti sono già stati completati, mentre i 6 rimanenti verranno ultimati entro fine aprile.
La progettazione, realizzazione, gestione e manutenzione degli impianti è a cura di Agac Infrastrutture, che tramite gli incentivi del Conto Energia potrà da un lato recuperare progressivamente l'investimento iniziale, pari a oltre 1,2 milioni di euro, dall'altro fornire al Comune energia pulita a costi vantaggiosi, con un risparmio annuo compreso tra il 30 e il 60% dell'energia consumata. Alla scadenza della convenzione, della durata di 20 anni, gli impianti verranno consegnati al Comune.

 

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Crowdfunding per "THE INVASION" - il documentario che porta alla luce tutta la verità sulla "questione nutria" divenuta tristemente attuale a causa del recente alluvione nel modenese -

Parma, 1 marzo 2014 -


Al via il crowdfunding per "The Invasion", un documentario di inchiesta sul problema delle specie alloctone, in cui viene trattato in modo approfondito il casus belli della nutria, la sua diffusione al di fuori del territorio d'origine, le conseguenze, le problematiche legate alla gestione e le possibili soluzioni.
"The Invasion" si focalizza su quegli animali "alieni" come nutrie, gamberi della Louisiana e siluri che si sono adattati a vivere lontano dal loro ambiente di origine, definiti "invasivi" anche se la loro presenza sul territorio italiano è opera dell'uomo. I riflettori sono puntati sul caso della nutria (Myocastor Coypus), una specie alloctona tanto discussa quanto bersaglio di fantasiose leggende metropolitane. La "questione nutria" è divenuta tristemente attuale a causa del recente alluvione nel modenese; da qui la necessità di fare chiarezza sul fenomeno avvalendosi dell''apporto di esperti e puntando alla diffusione di una corretta conoscenza di questa specie animale. In "The Invasion" si affrontano le problematiche derivanti dall'elevato numero di nutrie presenti in Italia, prendendo in esame le attuali modalità di gestione e le possibili soluzioni ecologiche e non cruente. Nutria non è solo sinonimo di problemi: attraverso le storie di alcuni esemplari domestici, "The Invasion" mostra come sia possibile un'interazione positiva con l'uomo, sfatando il senso comune che porta molte persone a rifiutare la presenza di questi animali nelle campagne e nelle città.
Il documentario è attualmente in fase di post-produzione; il crowdfunding è finalizzato al finanziamento di colonna sonora, animazioni e post-produzione audio al fine di ottenere
un prodotto di qualità, adatto a essere diffuso e proposto a più soggetti (scuole, circoli, cinema, associazioni) per divulgare il più possibile le informazioni corrette su questi animali. Il trailer fino ad ora è stato proiettato in varie occasioni (conferenza "Nutrie: simpatici roditori o calamità naturali?" Treviso, conferenza "Animali selvatici e caccia: leggi e scienza per una svolta etica e civile" presso il Museo di Scienze Naturali di Brescia, conferenza "I daini e gli altri animali selvatici" Ravenna) riscontrando sempre interesse e volontà di approfondire la tematica.
The Invasion è un documentario di Ilaria Marchini realizzato da Silos Production, casa di produzione mantovana che lavora a 360° nel mondo della produzione di media visivi, con all'attivo numerose partecipazioni e riconoscimenti ottenuti a festival e rassegne cinematografiche e documentarie, nonché rilevanza internazionale in ambito videoclip musicali. La campagna di crowdfunding è online dal 12 febbraio su Produzioni dal Basso ed è raggiungibile al seguente link:
http://www.produzionidalbasso.com/pdb_3411.html

In allegato la locandina scaricabile

(Fonte: ufficio stampa Silos Production)

A Reggio Emilia prende il via un percorso formativo sul verde, sulla scorta del nuovo regolamento comunale. Saranno 6 gli incontri destinati agli operatori ambientali -

 

Reggio Emilia, 28 febbraio 2014 - di Ivan Rocchi

A pochi mesi dall'aggiornamento del Regolamento del Verde, il Comune di Reggio Emilia organizza un percorso formativo rivolto a coloro che intervengono direttamente sul patrimonio verde del nostro territorio: manutentori di professione e volontari, ma anche imprese edili, amministratori di condominio, progettisti e tecnici del Comune e degli enti che svolgono interventi sul verde esistente.
Il corso è organizzato dal Comune in collaborazione con Consorzio fitosanitario, Corpo forestale dello stato e Consulta verde grazie al sostegno di Ifoa (Istituto Formazione Operatori Aziendali). L'obiettivo è quello di aggiornare gli operatori sulle modifiche introdotte dal Regolamento, ma anche illustrare le corrette modalità di intervento da mettere in pratica quando si realizza una nuova area verde o quando si effettuano interventi di manutenzione.
Dopo i primi anni di sperimentazione del Regolamento, nel 2011 si è riscontrata la necessità di una revisione dello strumento. Si è perciò avviato un processo di riscrittura in collaborazione con la Consulta verde, che ha portato all'approvazione del nuovo provvedimento da parte del consiglio comunale.
Il percorso formativo "Aggiornamento del Regolamento del verde e buone pratiche nella progettazione e gestione del verde pubblico e privato" è strutturato in 6 incontri di aggiornamento, che saranno tenuti da tecnici del Comune di Reggio Emilia e del Consorzio fitosanitario provinciale. Gli incontri si svolgeranno presso la nuova sede di Ifoa, in via Gianna Giglioli Valle, 11. Il primo si terrà giovedì 6 marzo.
La partecipazione al corso è gratuita: basta iscriversi via mail scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure chiamando il numero 0522-456008.

 

 

 

Spinazzi (Consorzio Bonifica Parmense): “Parma pesa per 120 milioni. peggioramento del valore complessivo del 10% in un solo anno.”

Pesa la situazione sull’Appennino, ma anche la Bassa è a rischio esondazione.

 

Roma, Febbraio 2014 – La preoccupazione per le condizioni di sicurezza della nostra provincia nel contesto italiano resta assai alta e la presentazione nei giorni scorsi a Roma del Piano Nazionale per la Riduzione del Rischio Idrogeologico, all’incontro voluto dall’Anbi (Associazione Nazionale delle Bonifiche) a Montecitorio,  ne è stata la controprova.

All’interno di uno scenario nazionale in continua mutazione, che giorno dopo giorno incrementa notevolmente i livelli di fragilità peggiorando le condizioni sociali e i riflessi economici del territorio, l’Emilia Romagna non fa eccezione anzi, alla luce dell’ultimo monitoraggio, rappresenta una vera e propria polveriera di zone nevralgiche.

All’interno poi dei confini regionali la provincia di Parma ha registrato un grave ed ulteriore incremento della sua debolezza geomorfologica negli ultimi dodici mesi. Vanendo ai numeri: il Piano dell’Anbi, condiviso nella capitale dal presidente Massimo Gargano coi presidenti delle Commissioni Ambiente di Camera e Senato e coi vertici delle bonifiche, l’Ordine nazionali dei Geologi e con Legambiente vede una cifra complessiva di interventi da fare per mettere in sicurezza il paese pari 3383 lavori immediati per un valore complessivo di 7.795 milioni di euro con un peggioramento rispetto allo scorso anno (7.409 ml) dovuto alla somma delle negatività dell’ultimo periodo, frane e alluvioni.

In Emilia Romagna la prevenzione del dissesto costerebbe, da sola, 1 miliardo e quindi il peso sul generale equilibrio è da considerarsi veramente incidente. Parma, monitorata per tutto il 2013 dai tecnici del locale Consorzio di bonifica Parmense ha presentato a Roma dei dati negativi che destano preoccupazione.

Nel 2012 gli interventi utili alla sicurezza del territorio dei luoghi maggiormente a rischio erano 104 e oggi sono saliti a 106 per un valore che passa da 109 milioni di euro a 120 in pochi mesi.  Un 10% circa che in un anno è sintomo reale di condizioni da arginare con velocità per evitare drammi sociali ed economici come a Mirandola o a Tizzano o come in Liguria, Sardegna e Toscana.

“Il dissesto pesa enormemente sulle nostre teste e sulla nostra economia, soprattutto agricola – sottolinea Luigi Spinazzi, presidente della Bonifica Parmense –. L’ Appennino e la Bassa chiedono una sicurezza dovuta da parte delle istituzioni. Da parte loro serve maggior attenzione e investimenti che non definire solo finanziamenti. Prevenire significa investire sul futuro di un territorio a vocazione produttiva come il nostro. Invece urbanizzazione caotica in pianura e spopolamento fanno ancora da padrone, in più oggi si aggiunge l’incuria come aggravante. A Parma i problemi più evidenti sono ben visibili dall’Appennino fino alla Bassa passando per la città. Per fare un solo esempio, a contribuire all’aumento del 10% del costo della prevenzione, c’è l’incidenza di una zona ad alto rischio allagamento in località Enzano dove la priorità è stata già condivisa con l’AIPO, la Comunità Bassa Est e il Comune di Sorbolo. Occorre un impianto tecnologicamente avanzato che possa equilibrare e governare i livelli dei canali Terrieri, Fumolenta e Naviglia per evitare esondazioni pericolose con esiti gravi”.

 

UFFICIO STAMPA

CONSORZIO DI BONIFICA PARMENSE (20 febbraio 2014)

 

Adottare le migliori pratiche di mobilità urbana messe in pratica in Europa, coinvolgendo il settore privato nella gestione della mobilità cittadina e alleggerendo i carichi di traffico delle aree urbane...

Reggio Emilia, 27 febbraio 2014 - Ivan Rocchi

Adottare le migliori pratiche di mobilità urbana messe in pratica in Europa, coinvolgendo il settore privato nella gestione della mobilità cittadina e alleggerendo i carichi di traffico delle aree urbane. E' questo lo scopo del progetto europeo Involve e dell'incontro organizzato oggi dal Comune di Reggio Emilia.
All'incontro parteciperanno realtà locali come Lombardini, Walvoil, Cisl, Cgil, Teorema, Iren Emilia, Credem, Ccpl, Ferrari Gbw e Omso, ma anche i mobility manager di Ospedale, Università, Agenzia per la Mobilità, Provincia, Unindustria e delle scuole. Presenti anche associazioni della città che si occupano di ambiente e mobilità come Fiab, Wwf, Legambiente e l'associazione Arcobaleno. I mobility manager reggiani si confronteranno coi rappresentati di alcune realtà europee che hanno sviluppato soluzioni di successo per la gestione degli spostamenti casa-lavoro e casa-scuola.
Come la responsabile del piano di mobilità dell'azienda spagnola Ferrovial con sede a Madrid, che ha realizzato un piano di spostamento per gestire la mobilità dei dipendenti nel tragitto casa-lavoro. La signora Piedad Molina-Ninirola Moreno interverrà per spiegare i benefici di un piano di mobilità e fornirà esempi di buone pratiche che è possibile realizzare all'interno delle aziende, tra cui il car-pooling e la promozione della mobilità ciclabile.
Giuliano Mingardo, ricercatore e docente dell'Università Erasmus di Rotterdam, approfondirà invece la figura del Mobility Agent, ovvero enti pubblici che promuovono il mobility management nelle aziende, supportandole nel lavoro di analisi ed individuazione delle misure di gestione della mobilità. Ma c'è anche il Mobility Fund, ovvero una modalità studiata dall'amministrazione locale della città di Roermond per la realizzazione di infrastrutture e servizi di mobilità attraverso una sinergia tra soggetti pubblici e privati, che sarà illustrata da Jacco Huisse del Comune olandese.
Mentre alla mattina i lavori saranno concentrati sulla mobilità dei lavoratori, al pomeriggio si discuterà di mobilità scolastica e di due strumenti usati all'estero per sensibilizzare gli studenti sui benefici della mobilità sostenibile. In particolare, un'applicazione sviluppata a Roermond permette agli studenti più grandi di scambiare informazioni riguardanti il proprio tragitto casa-scuola e migliorare la sicurezza dei percorsi, mentre il sito Letzgogreen.com promuove la mobilità sostenibile nelle scuole elementari della città inglese di Birmingham.
Il progetto Involve coinvolge complessivamente 11 partner: Comuni, aziende di trasporto e per l'energia di 10 Paesi europei (Germania, Spagna, Grecia, Lituania, Italia, Repubblica Ceca, Slovenia, Regno Unito, Olanda, Polonia). Lo scopo è offrire alle autorità locali degli strumenti utili per ridurre l'impatto negativo del trasporto nelle aree urbane, industriali e commerciali, mediante la collaborazione tra le amministrazioni pubbliche e il settore privato.
Attivo tra gennaio 2012 e dicembre 2014, dopo l'identificazione delle buone prassi e la fase di analisi mediante visite studio incrociate tra i partner, le pratiche ritenute più idonee saranno importate nella realtà locale attraverso cinque progetti pilota o studi di fattibilità.

 

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Martedì, 25 Febbraio 2014 09:30

Frana di Rio Re, via ai lavori di messa in sicurezza

Già approntato dalla Provincia di Reggio Emilia il cantiere per ricollegare Ospitaletto a Vaglie di Ligonchio. Gennari: grazie al lavoro di tutti gli Enti un'altra risposta concreta alle necessità dei cittadini -

Reggio Emilia, 25 febbraio 2014 -

Conclusa la gara di appalto, la Provincia di Reggio Emilia ha iniziato la predisposizione del cantiere per i lavori di sistemazione del tratto della Sp 18 Busana-Ligonchio-Passo di Pradarena interrotto, come noto, da un frana. L'intervento, oltre alla messa in sicurezza del fronte, consentirà di ripristinare i collegamenti tra Ospitaletto e Vaglie di Ligonchio.
«Per questa e le altre situazioni di dissesto che coinvolgono il nostro territorio, la priorità della Provincia è come sempre quella di fornire risposte concrete, sottolinea l'assessore provinciale alle Infrastrutture Alfredo Gennari – Tenendo conto delle tempistiche necessarie per la progettazione e la procedura di appalto, è possibile l'intervento di ripristino in tempi molto rapidi, dando così seguito agli impegni assunti con i cittadini e con il Comune di Ligonchio».
A seguito delle intense e prolungate piogge e al contemporaneo scioglimento delle nevi per le miti temperature, lo scorso Natale il movimento franoso di Rio Re si era riattivato in maniera consistente, provocando ulteriori cedimenti dell'intero corpo della strada provinciale. Lo scorso gennaio, nel corso di un incontro pubblico a Ospitaletto, la Provincia aveva illustrato alla popolazione la situazione del movimento franoso, il progetto di intervento e, in altro e successivo incontro, si erano specificate le tappe delle attività di ripristino. Oltre a una collaborazione continua con il sindaco Giorgio Pregheffi, l'assessore Gennari, insieme al vicepresidente della Provincia Pierluigi Saccardi, si è rivolto alla Regione Emilia-Romagna, portando all'attenzione degli Assessorati regionali alle Attività produttive e al Turismo la condizione di particolare difficoltà del territorio di Ligonchio. «Abbiamo segnalato il disagio negli spostamenti quotidiani degli abitanti delle frazioni ed anche i danni provocati da questa frana all'economia locale» – conclude l'assessore provinciale Gennari. «La Sp 18 rappresenta infatti il collegamento principale agli altri comuni della montagna e verso il territorio toscano per le imprese e i lavoratori di Ligonchio. Proprio questa stretta collaborazione tra gli Enti, come sempre, è risultata fondamentale per garantire risposte in tempi utili ai cittadini».

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

 

La risoluzione presentata da Galeazzo Bignami (Fi-Pdl) per impegnare la Giunta regionale a predisporre un progetto di legge di riordino delle funzioni pubbliche già esercitate dai Consorzi di bonifica -

Bologna, 25 febbraio 2014 -

"La tragedia, causata dai danni di natura idrogeologica, conseguenti alle precipitazioni che nelle settimane scorse hanno colpito l'intera penisola e, per quanto riguarda l'Emilia-Romagna, il territorio della bassa modenese, ha messo in luce la totale, evidente inadeguatezza del sistema di prevenzione, manutenzione, monitoraggio, cura del territorio le cui funzioni sono in capo ai Consorzi di bonifica". È quanto si legge nella risoluzione presentata da Galeazzo Bignami (Fi-Pdl) per impegnare la Giunta regionale a predisporre un progetto di legge di riordino delle funzioni pubbliche già esercitate dai Consorzi di bonifica nei settori che riguardano la difesa del suolo, la tutela e la valorizzazione dell'ambiente, la prevenzione delle calamità, la tutela e valorizzazione delle risorse idriche ed energetiche, attribuibuendo tali funzioni alle Province o alle Unioni di Comuni.

A sostegno della richiesta, Bignami ricorda come "i Consorzi di bonifica, pensati più di ottant'anni fa per poche, circoscritte opere di bonifica, si siano visti attribuire indiscriminatamente da parte di molte Regioni, compresa la nostra, funzioni di ordinaria gestione del territorio nel suo complesso" e abbiano "inevitabilmente manifestato la loro inadeguatezza sia in termini di funzionalità operativa che di economicità gestionale".

Peraltro, sottolinea ancora Bignami, secondo quanto stabilito dalla Corte di Cassazione "l'obbligo di corrispondere al Consorzio il contributo di bonifica da parte dei proprietari consorziati sussiste solo quando gli immobili di proprietà traggono dalle opere di bonifica un beneficio diretto e specifico che si traduca in un incremento di valore mentre nella realtà gran parte della contribuenza consortile non risponde a tale condizione ma finisce per scaricare sui proprietari degli immobili opere pubbliche connesse all'ambiente e al territorio cui tutti dovrebbero contribuire in quanto a vantaggio dell'intera comunità".

(is)

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

Nel corso del Consiglio l'assessore ha risposto al consigliere Stecco sui problemi del Crostolo e del Canalazzo Tassone. Stecco: "Benissimo, continueremo comunque a vigilare" -

 Reggio Emilia, 21 febbraio 2014 -

Gli interventi di ripristino sugli argini del Crostolo a Santa Vittoria e sugli argini del Canalazzo Tassone saranno realizzati entro la fine di febbraio. Questo è quanto emerso nel corso del Consiglio provinciale di ieri, presieduto da Gianluca Chierici, che ha discusso un quesito a risposta immediata presentato dal consigliere Pd Marcello Stecco.
"L'ingegner Massimo Valente di Aipo, contattato dall'Ufficio difesa del suolo della Provincia non appena ricevuto il quesito urgente del consigliere Stecco, – ha spiegato l'assessore all'ambiente Mirko Tutino - ci ha informato che le situazioni segnalate sono già note all'ufficio di AIPO di Parma, che ha in corso le valutazioni tecnico economiche degli interventi, sia sull'argine del Crostolo a Santa Vittoria, sia rispetto alle cavità del Canalazzo Tassone. Aipo ha ritenuto comunque gli interventi necessari e prioritari, per questa ragione saranno realizzati nel minor tempo possibile, in relazione alle condizioni di accessibilità dei luoghi con le macchine operatrici. In entrambi i casi, l'avvio dei lavori era previsto per la giornata di mercoledì 19 febbraio, attività impedita dal brutto tempo. I ripristini saranno comunque realizzati non oltre la fine di febbraio".
L'assessore ha poi ripreso anche le conclusioni cui è giunto il Tavolo tecnico interistituzionale (Prefettura di Reggio Emilia, Aipo, Sevizio tecnico di Bacino, Provincia di Reggio Emilia, Consorzio Bonifica Emilia Centrale, Volontariato di protezione civile), che si è riunito lo scorso 5 febbraio: "Abbiamo preparato un programma a "breve termine" per il monitoraggio e la guardiania idraulica sugli argini del nostro territorio (quasi 400 km di sviluppo), oltre a quanto già previsto per legge e svolto regolarmente dagli Enti competenti. Inoltre, un Programma a "medio e lungo termine", da sviluppare per fasi e priorità, in relazione alle disponibilità di bilancio, per l'analisi strutturale dei corpi arginali, anche in condizioni sismiche".
Soddisfazione è stata espressa dal consigliere Pd Marcello Stecco: "Ho apprezzato la tempestiva richiesta di chiarimenti dell'assessore Mirko Tutino nei confronti di Aipo, l'ente deputato al monitoraggio, controllo e manutenzione. L'assicurazione di Aipo che gli interventi sulle frane e sui buchi prodotti da nutrie, tassi e volpi saranno realizzati entro la fine di febbraio è sicuramente una buona notizia. Naturalmente l'attenzione e la vigilanza dei cittadini continua!".

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

 

Respinge al mittente ogni critica Luigi Fortunato, direttore generale dell'Agenzia interregionale per il fiume Po (Aipo), convocato ieri in audizione dalla commissione Territorio, ambiente, mobilità e scagiona le nutrie -

Bologna, 21 febbraio 2014 - 

È "inutile cercare i colpevoli" per la rottura degli argini del fiume Secchia che ha causato l'esondazione nella Bassa modenese, perché da una parte "con 18 milioni di euro all'anno semplicemente non si può fare la manutenzione degli argini", e "l'Aipo non ha l'autonomia di bilancio per poter intervenire in maniera strutturale", e dall'altra "è impossibile garantire in maniera assoluta sicurezza su fenomeni naturali", tanto che solo nella zona coinvolta "ci sono una decina di situazioni potenzialmente pericolose ogni anno".

Respinge al mittente ogni critica Luigi Fortunato, direttore generale dell'Agenzia interregionale per il fiume Po (Aipo), convocato ieri in audizione dalla commissione Territorio, ambiente, mobilità, presieduta da Damiano Zoffoli, su richiesta dei consiglieri Silvia Noè (Udc), Giovanni Favia (Misto) e Andrea Leoni (Fi-Pdl). Secondo il numero uno di Aipo, "la situazione della rete idrica è sotto un controllo diffuso e generale, pur in una situazione critica di risorse", e quindi "sorprende la pressione mediatica e la sicurezza nel cercare e trovare responsabili". Semmai, rilancia, dal momento che "la situazione degli argini è nota a tutti gli interessati, a partire dai sindaci" e "l'unico problema è che servono almeno 50 milioni di euro di investimento straordinario", il problema è allora "della politica che non investe sulla difesa del suolo e ogni volta, poche settimane dopo la tragedia, già si dimentica del problema". "La Regione Emilia-Romagna- prosegue Fortunato- incassa soldi per il demanio idrico, li potrebbe utilizzare per manutenzione e sicurezza ma fa anche altre scelte, che io non contesto". Coi "sindaci- prosegue il direttore generale di Aipo- io ci parlo regolarmente" e "dopo la rottura dell'argine partono la caccia al colpevole e la baraonda mediatica". Infine, una sottolineatura: "C'è un aumento preoccupante degli scavernamenti dovuti alla presenza di fauna selvatica, ma non abbiamo mai parlato di una qualche responsabilità degli animali, di cui non c'è prova, tanto meno delle nutrie, che data la loro natura di mammiferi semi-acquatici costruiscono la loro tana all'altezza del livello del fiume".

Cercano però di fare chiarezza, pretendendo numerosi chiarimenti, i consiglieri regionali, a partire in particolare da quelli di opposizione. Giovanni Favia (Misto) chiede "quale grado di criticità Aipo ha segnalato nei giorni precedenti l'esondazione" e lamenta come "in Aipo mancano trasparenza, tanto che nemmeno risulta la geolocalizzazione degli interventi sugli argini, e dialogo, se è vero che più sindaci lamentano l'assenza dei suoi vertici agli incontri istituzionali".

Silvia Noè (Udc) ribadisce che "serve chiarezza sulla prevedibilità dell'evento, perché qua non siamo davanti né ad un terremoto e nemmeno ad una pioggia straordinaria". Noè sottolinea poi come "si dava per scontata la salute degli argini, considerando l'altezza come unica preoccupazione, quando invece la manutenzione dell'alveo manca da anni" e, infine, avverte che "i residenti che chiedevano manutenzione hanno accusato più volte Aipo di non aver collaborato adeguatamente con loro".

Andrea Defranceschi (M5s) è sicuro che "non può essere imprevedibile il crollo di un argine" e sostiene quindi che nel caso dell'alluvione nel modenese "l'esondazione è dovuta alla mancata manutenzione", anche se più in generale "la vera responsabile è la pianificazione urbanistica selvaggia, abbiamo antropizzato troppo e ora paghiamo le conseguenze".

Andrea Leoni (Fi-Pdl) ricorda come "le problematiche erano e sono note da anni, tanto che Aipo nel 2010 già lo dichiarava pubblicamente", e quindi "la responsabilità deve essere allargata oltre al gestore anche a chi politicamente decide i fondi", senza considerare poi che "non c'è possibilità messa in sicurezza senza un cambio di passo nelle scelte urbanistiche".

Mauro Manfredini (Lega Nord) è netto: "Non si può non prevedere una piena, siamo molto bravi nell'emergenza ma non dimentichiamo che la prevenzione costa meno, il vero problema è la mancanza di programmazione degli interventi".

Invitano a riflettere in maniera più approfondita i consiglieri delle forze di maggioranza. "Non pensiamo di sostituire con il nostro ruolo di consiglieri quello della Procura della Repubblica o dell'apposita Commissione costituita da esperti docenti universitari- avverte Marco Barbieri (Pd)-, il nostro dovere di legislatori è capire come possiamo fare in modo che una simile tragedia non accada più, e il modo migliore per farlo è da una parte razionalizzare le competenze, in modo da aumentare l'efficacia, dall'altro chiedere maggiori risorse al Governo".

Allo stesso modo Gabriella Meo (Sel-Verdi) invita a "non dedicarsi alla ricerca emotiva dei colpevoli, perché su questo tema serve attenzione tecnica e non esperti improvvisati" e ribadisce che "la manutenzione del territorio è indispensabile e improrogabile, non ragioniamo solo su quanto costa farla ma anche quanto costa non farla".

Secondo Giuseppe Paruolo (Pd), "dobbiamo cercare di capire se sono possibili innovazioni organizzative e operative e impegnarci per predisporre un quadro normativo per coordinare le forze, così da massimizzare le risorse presenti e reperirne di nuove".

Anche Gabriele Ferrari (Pd) sostiene la necessità di "lasciar perdere il balletto delle responsabilità, ciò che serve è un salto di qualità della politica per ottenere più fondi per il territorio e per spenderli meglio, perché è proprio quando mancano le risorse che le scelte contano di più".

Monica Donini (Fds) ribadisce che "cercare il capro espiatorio sulla singola vicenda è la via facile, bisogna ammettere che il sistema politico, specialmente a livello nazionale, è stato incapace di occuparsi del tema del territorio. L'Emilia-Romagna deve migliorare la pianificazione territoriale e la relazione con i soggetti attuatori, mentre a livello nazionale deve diventare chiara la consapevolezza che i nodi idraulici del bacino del Po sono un tema di tutto il Paese".

In apertura di seduta, insieme a Fortunato era intervenuto anche Francesco Puma, segretario generale dell'Autorità di bacino del fiume Po: nella sua relazione aveva sottolineato come "servono finanziamenti dedicati solo agli interventi complessi, oltre a quelli per la manutenzione", dal momento che "dal 2001 non vige più la programmazione ordinaria ma solo quella straordinaria, quindi praticamente solo la gestione emergenziale". Secondo Puma, comunque, "Panaro e Secchia sono da sempre considerati critici per la loro conformazione idrografica", ma, accusa, "purtroppo solo gli eventi tragici convincono chi gestisce i bilanci a erogare i finanziamenti adeguati".

In conclusione di dibattito hanno preso la parola gli assessori alla Programmazione territoriale, Alfredo Peri, e alla Difesa del suolo, Paola Gazzolo. "Fino ad ora sono già stati finanziati interventi, in corso o da realizzare entro l'anno, per oltre 26 milioni di euro- rivendica Peri- e ben prima che avvenisse la rottura del Secchia la Giunta regionale aveva inviato al Governo un piano di interventi urgenti programmati, con la richiesta di ulteriori finanziamenti per 19 milioni, divenuti poi 21 in seguito all'evento calamitoso". Sicuramente, però, aggiunge, "un altro punto su cui è necessario intervenire è Aipo, struttura fortemente indebolita da meccanismi amministrativi e organizzativi che così come sono le tolgono efficacia e tempestività d'azione".

Sulla stessa linea Gazzolo: "Nel bilancio 2014 abbiamo destinato 16 milioni di euro alla sicurezza del territorio, ben più degli 11 milioni introitati per il demanio- ribadisce-, la competenza dei finanziamenti della difesa del suolo è dello stato, ma noi abbiamo sempre garantito la nostra compartecipazione e continueremo a farlo".

(L'udienza è stata trasmessa in diretta streaming sul sito dell'Assemblea legislativa. Il video integrale dell'incontro al link:
http://www.ertv.it/media/alluvione-i-vertici-dellaipo-in-assemblea)

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

Le priorità sottolineate oggi dagli assessori regionali alla Programmazione territoriale, Alfredo Peri, e alla Difesa del suolo, Paola Gazzolo, durante l'audizione che si è svolta in Commissione territorio, ambiente e mobilità sulla rottura dell'argine del Secchia -

Bologna, 20 febbraio 2014 -

Avviare immediatamente il piano straordinario di mitigazione del rischio sul nodo idraulico di Modena; disporre di risorse certe e costanti per la cura del territorio; proporre alle altre Regioni del Po un radicale riassetto istituzionale di Aipo, per migliorarne l'efficacia operativa.
Sono queste le priorità sottolineate oggi dagli assessori regionali alla Programmazione territoriale, Alfredo Peri, e alla Difesa del suolo, Paola Gazzolo, durante l'audizione che si è svolta in Commissione territorio, ambiente e mobilità sulla rottura dell'argine del Secchia.
"Il Piano straordinario per il nodo idraulico di Secchia-Panaro e Naviglio c'è - ha sottolineato l'assessore Peri - adesso occorre realizzarlo in tempi rapidi e certi. Per questo c'è bisogno di risorse immediate, che lo stesso Governo si è impegnato a concedere. Fino ad ora sono già stati finanziati interventi, in corso o da realizzare entro l'anno, per oltre 26 milioni di euro. Ben prima che avvenisse la rottura del Secchia la Giunta regionale ha inviato al Governo un piano di interventi urgenti programmati, con la richiesta di ulteriori finanziamenti per 19 milioni, divenuti poi 21 in seguito all'evento calamitoso. Si tratta di risorse indispensabili per mettere in lavorazione subito ciò che avevamo già pianificato, e che dopo l'alluvione ha un carattere di urgenza ancora maggiore ".
"Un altro punto su cui è necessario intervenire - ha aggiunto - è Aipo, struttura fortemente indebolita da meccanismi amministrativi e organizzativi che così come sono le tolgono efficacia e tempestività d'azione. Il governo complessivo del sistema territoriale del bacino del Po deve essere una priorità nazionale, per l'importanza che riveste in termini economici, ambientali e sociali non solo per l'Emilia-Romagna. Proponiamo alle altre Regioni del Po e al Governo un nuovo assetto complessivo dei poteri e delle competenze, che risponda ad una logica di migliore efficacia degli interventi, non solo in caso di emergenza, ma anche di gestione ordinaria del territorio".
"Per la cura del territorio servono risorse certe e costanti - ha ribadito Gazzolo -. Come Regione stiamo facendo la nostra parte e le nostre scelte politiche sono chiare: nel bilancio 2014 abbiamo destinato 16 milioni di euro alla sicurezza del territorio, ben più degli 11 milioni introitati per il demanio. Inoltre, già prima della rottura dell'argine, abbiamo messo a punto e inviato al Governo il Piano straordinario con la richiesta di finanziamenti per interventi urgenti". "In Emilia-Romagna - ha concluso Gazzolo - il reticolo idrografico è di 75 mila chilometri quadrati, a fronte dei 46 mila di quelli stradali. Ciò dà l'idea di quanto complesso e articolato sia il sistema di gestione e difesa del suolo, e di quanto sia indispensabile poter contare su finanziamenti sicuri e continuativi. La competenza dei finanziamenti della difesa del suolo è dello stato, ma noi abbiamo sempre garantito la nostra compartecipazione e continueremo a farlo". /EC

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

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