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Parte da Bologna la campagna europea di sensibilizzazione "Un anno contro lo spreco" e approderà mercoledì 16 aprile a Strasburgo in occasione dell'ultima Assemblea Plenaria del Parlamento Europeo -

 

Bologna, 7 aprile 2014

Green&Young, ovvero l’impegno contro lo spreco raccontato e spiegato ai giovani, sarà il leit motiv dell’edizione 2014 della campagna europea di sensibilizzazione “Un anno contro lo spreco”, promossa da Last Minute Market, lo spin off dell’Università di Bologna divenuto eccellenza europea nel recupero degli sprechi alimentari, diretta del fondatore e presidente di Lmm, l’agroeconomista Andrea Segrè. I dettagli dell’iniziativa sono stati illustrati oggi nel corso della conferenza stampa che si è svolta a Bologna, a Palazzo Magnani, sede di UniCredit che è tra i partner del progetto”.
La campagna è nata nel 2010 con focus portante sugli sprechi alimentari, è proseguita nel 2011 con focus sprechi idrici e quindi nel 2012 occupandosi di sprechi energetici, per approdare all’edizione 2013 dedicata a SprecoZero. “Un anno contro lo spreco” ha inciso realmente nella sensibilizzazione del Paese e dell’Europa sul tema spreco, come dimostrano i dati del neo-costituito Osservatorio Waste Watcher e come dimostra la Risoluzione di Strasburgo del 19 gennaio 2012 approvata dal del Parlamento Europeo per dimezzare lo spreco alimentare entro il 2025 e proclamare prima possibile l’Anno europeo contro lo spreco alimentare. Obiettivi ripresi dalla Dichiarazione congiunta che la campagna di Last Minute Market aveva portato all’attenzione del Parlamento Europeo sin dall’ottobre 2010.  «ll settore agroalimentare necessita di una transizione verso produzioni più sostenibili ma anche di cittadini informati e responsabili: sensibilizzare gli italiani sul tema e nei comportamenti di acquisto quotidiano è uno degli obiettivi alla base della campagna Un anno contro lo sprecoha spiegato Andrea Segrè in occasione della presentazione della campagna, nella sede bolognese di UniCredit, partner storico di ‘Un anno contro lo spreco’ - Siamo ancora nei tempi utili per cogliere l’obiettivo indicato nel 2025 dal Parlamento Europeo: abbattere del 50% lo spreco alimentare nei Paesi membri, e utilizzare un forte volano di sensibilizzazione attraverso la proclamazione di un Anno europeo contro lo spreco alimentare. Per questo, mercoledì 16 aprile con il presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, Paolo De Castro e con il presidente della Commissione Ambiente Matthias Groote, saremo a Strasburgo in occasione dell’ultima Assemblea Plenaria del P.E.: per rilanciare questa priorità e consegnare un testimone importante, in vista del semestre italiano di Presidenza del P.E. e del rinnovato Governo Europeo. Ma naturalmente anche in vista di Expo 2015, evento storico che vedrà l’Italia protagonista nella grande scommessa di ‘Nutrire il pianeta’.  Dal canto suo, l’Italia si è già mossa nei mesi scorsi, attivando una task force specifica, per iniziativa del Ministero dell’Ambiente, incaricata di realizzare il Pinpas, il Piano nazionale di Prevenzione dello spreco Alimentare.  Il primo di cui l’Italia si sia mai dotata. In qualità di coordinatore della task force, annuncio che le prossime due tappe di Pinpas saranno il prossimo 5 giugno, giornata Mondiale dell’Ambiente dedicata allo spreco alimentare e il prossimo 5 novembre in occasione dell’apertura di Ecomondo 2014 a Rimini».

 «La sensibilizzazione dei cittadini europei contro lo spreco alimentare è un atto necessario e fondamentale – ha confermato il Presidente Paolo De Castro, in collegamento con la presentazione di Bologna -  Recuperare efficienza nell'utilizzo delle risorse è oggi un obbligo non solo morale ma anche economico e politico; un tema recepito da Bruxelles, ma che fino ad ora non ha registrato una vera concertazione tra le istituzioni europee. Il Parlamento europeo è dal 2010 capofila nell'affrontare il problema del food waste con la volontà di coordinare gli sforzi e proporre iniziative, puntando anche al coinvolgimento e alla sensibilizzazione delle diverse componenti della filiera alimentare. Un percorso sicuramente complesso che, essendo giunti al termine della legislatura, non vogliamo però venga abbandonato. Per questa ragione, insieme al presidente della Commissione Ambiente Matthias Groote rinnoviamo e confermiamo saldamente l’impegno del Parlamento europeo su questo tema e il 16 aprile a Strasburgo, con il presidente di Last Minute Market Andrea Segrè che dall'Europa era partito nel 2010 con la sua campagna di sensibilizzazione, alla presenza delle Direzioni Agricoltura e Salute della Commissione Ue, passeremo il testimone al prossimo Europarlamento affinché il 2015 diventi l'Anno Europeo contro lo spreco, un anno di informazione e buone pratiche per tutti i cittadini dell’Unione». “E proprio stamane, in un incontro a Bologna – ha aggiunto Andrea Segre’ – il min. Gianluca Galletti ha confermato che i Ministeri dell’Ambiente e dell’Agricoltura sosterranno con forza, nel semestre italiano di Presidenza del Parlamento Europeo, l’impegno contro lo spreco alimentare e la richiesta di proclamare nel 2015 l’Anno Europeo contro lo Spreco”.

 

Sostengono la campagna “Un anno contro lo spreco” i partner di riferimento: Whirlpool con UniCredit, Granarolo, Alce Nero & Mielizia e Conad, con la media partnership di Radio2 – Caterpillar.  La campagna 2014 è patrocinata dal Parlamento Europeo – Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale, dall'Associazione Comuni Virtuosi, dal Coordinamento delle Agende 21 locali dei Comuni italiani  e trova la collaborazione di  Swg per l’Osservatorio Waste Watcher, e di Nordesteuropa Editore, Green Week triveneta, Trieste Next. 

 

«Il risparmio – ha osservato nel corso della presentazione Luca Lorenzi, Deputy Regional Manager Centro Nord UniCredit - è un punto cardine della mission di UniCredit che si traduce nell’impegno quotidiano del Gruppo nel portare avanti progetti, prodotti e iniziative mirati alla crescita sostenibile dei territori in cui è presente. Ecco perché anche quest’anno abbiamo voluto sostenere ‘Un anno contro lo spreco’, iniziativa nella quale l’istituto di credito si riconosce in virtù della propria costante attenzione alle tematiche del risparmio a tutto campo. Dunque anche quello delle risorse, alimentari, idriche, ambientali. UniCredit è consapevole che solo preservando gli eco-sistemi è possibile mantenere lo sviluppo economico in modo sostenibile. I cambiamenti climatici, la perdita della biodiversità, il degrado del suolo e la scarsità di acqua stanno minando le attività umane. Ecco perché, negli ultimi anni, ci siamo impegnati in una serie di iniziative volte a ridurre gli impatti diretti e indiretti delle nostre attività. Attraverso i nostri obiettivi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, i criteri di selezione dei fornitori, e le pratiche di finanziamento, stiamo cercando di dimostrare che è possibile svolgere un ruolo attivo per affrontare insieme le sfide del nostro tempo».

 

«Negli ultimi mesi – ha osservato ancora il prof. Segrèè certamente aumentata la sensibilità degli italiani intorno al tema degli sprechi: lo certifica l’ultimo sondaggio realizzato dall’Osservatorio sugli sprechi alimentari Waste Watcher promosso da Last Minute Market con Swg. I dati registrano un + 7% di italiani che dichiara di aver diminuito lo spreco del cibo acquistato (dal 45 al 52%) e un + 8% che verifica l’edibilita’ effettiva del cibo prossimo alla data di scadenza prima di gettarlo (dal 55 al 63%). Evidentemente, l’obiettivo che gli italiani si danno nel 2014 è di “contingentare” il costo dello spreco domestico, che nel 2013 ammontava a ben 8,7 miliardi di euro: una cifra vertiginosa, risultato di 213 grammi in media di cibo gettato ogni settimana - perché considerato non più edibile. In soli 4 mesi anche quella quantità di spreco è scesa a una media di 198 grammi. E l’attenzione degli italiani si riverbera nelle abitudini di acquisto: intervistati da Waste Watcher dichiarano che mai o raramente acquistano prodotti poco graditi e quindi a rischio spreco (70%), o comperano confezioni troppo grandi (64%), cibo che va a male (63%) o fa la muffa (62%), né esagerano nel fare la spesa (59%) o cucinano troppo cibo (58%)».

Green&Young, percorso di riferimento per le iniziative dell’edizione 2014 di Un anno contro lo spreco, è ancora una volta illustrato per la campagna dalla geniale matita di Francesco Altan. E’ prevista l’attivazione di un concorso nazionale di sensibilizzazione sul tema spreco, che sarà proposto nell’Anno Scolastico 2014/2015 per gli Istituti Primari italiani. Sono inoltre previste ulteriori iniziative in collaborazione con l’Antoniano e con la Città dello Zecchino di Bologna, che terrà a battesimo la presentazione del progetto contro lo spreco per i più giovani in occasione della sua edizione 2014, in programma dal 5 al 7 settembre a Bologna. 

La campagna europea “Un anno contro lo spreco” sarà presentata per il pubblico nella giornata di martedì 8 aprile, nell’ambito del festival La scienza in piazza a Bologna (ore 17.30, Libreria Spazio Eventi di Piazza Galvani). Nell’occasione saranno anche illustrati i dati del Libro Verde dello spreco: l’Energia (Edizioni Ambiente 2013), curato per Last Minute Market da Andrea Segrè con il ricercatore Matteo Vittuari. Oltre agli autori interverranno il professore emerito dell’Università di Bologna Vincenzo Balzani  e il direttore editoriale di Edizioni Ambiente Marco Moro. 

Cibo ed energia sono un binomio inestricabile: con lo spreco energetico causato dalla produzione agricola rimasta in campo in Italia, nel solo anno 2012 (oltre 1,5 milioni di tonnellate, pari al 3,2% della produzione totale) si potrebbero riscaldare per un anno 400.000 appartamenti di classe A (stime Unibo). Solo negli Stati Uniti il 2,5% dello spreco energetico è determinato dagli sprechi alimentari. Un doppio spreco, dunque, con gravi conseguenze in termini di costi economici, sociali e ambientali: da un lato, grandi quantità di energia sono utilizzate per produrre, distribuire e consumare cibo, dall’altro, ulteriore energia viene impiegata nella gestione e nello smaltimento degli sprechi e scarti di alimenti ancora commestibili. Un accurato monitoraggio sul rapporto fra spreco alimentare e costi dei consumi energetici è stato prodotto con il Libro Verde dello spreco in Italia: l'Energia, nell'ambito della campagna europea “Un anno contro lo spreco” di Last Minute Market.

 

(Fonte: ufficio stampa Last Minute Market)

 

Approvato dalla Giunta provinciale il progetto di messa in sicurezza del centro storico. 1,1 mln di euro l’intervento finanziato dalla Regione Emilia Romagna -

 

Parma, 7 aprile 2014 –

Il nodo idraulico di Fontanellato e i problemi emersi dopo il nubifragio del 15 e 16 giugno 2010, quando il cavo Ramazzone straripò allagando il centro abitato del Paese compreso il santuario e la struttura sanitaria del Cardinal Ferrari, avranno presto una soluzione. 

La giunta provinciale ha infatti approvato il progetto definitivo esecutivo della messa in sicurezza del centro della bassa parmense attraverso un intervento del costo complessivo di 1 milione e 110mila euro che comprende la realizzazione di una cassa di espansione e di uno scolmatore delle acque che scorrono nel tratto urbano di Fontanellato.

Oggi in Provincia si è tenuta la presentazione del progetto esecutivo approvato dalla Giunta provinciale e finanziato dalla Regione Emilia Romagna. 

“ E’ un investimento corposo, anche in considerazione dei tempi caratterizzati dalla scarsità delle risorse – ha detto il presidente della Provincia Vincenzo BernazzoliImmediatamente dopo il nubifragio è stato avviato un lavoro puntuale dai nostri uffici che ha portato a raggiungere due obiettivi: la messa in sicurezza di Fontanellato con l’inserimento del progetto nel piano degli interventi urgenti dell’agenzia di protezione civile regionale ottenendo il finanziamento. E’ un altro di quei passaggi che segnano l’attività di una Provincia che ha voluto essere utile”.   

Firmato dal dirigente d’area Gabriele Alifraco e dall’ing. Michele Giordani del Servizio Ambiente provinciale, il progetto prende le mosse dall’analisi della morfologia del canale e del proprio bacino drenante. Questa unitamente alle valutazioni sull’andamento del clima negli ultimi anni caratterizzate dalle sempre più frequenti “bombe d’acqua” hanno confermato la necessità di intervenire con l’obiettivo di limitare le portate del cavo a monte di Fontanellato. 

“La prima cosa che abbiamo fatto – ha spiegato Alifraco è stata quella di andare sul territorio per capire bene quale fosse il bacino del Ramazzone in modo da ricostruire le cause dell’esondazione. In particolare nella parte del canale che scorre al chiuso è emersa l’esistenza di una strozzatura presso un salto tale da limitare il deflusso delle acque. Il progetto individuato è suddiviso in due parti: la realizzazione di una vasca di laminazione per sgravare i colmi di piena raggiunti dal canale e di uno scolmatore delle acque che scorrono nel tratto urbano”.

Il cavo Ramazzone nasce in prossimità della località Molino delle Berettine e scorre in direzione sud-nord attraversando l’abitato di Fontanellato per poi confluire più a valle nel canale Grande.

La vasca di laminazione è stata progettata con dimensioni tali da immagazzinare i volumi eccedenti in caso di eventi analoghi a quelli accaduti quattro anni fa.

La superficie supererà i 20mila mq mentre l’intera area interessata dalle opere (piste di servizio, argini, area adibita agli impianti) sfiora i 30mila mq. La vasca, della profondità media di 2 metri e 90cm sarà realizzata immediatamente a monte della tangenziale di Fontanellato in adiacenza al canale Ramazzone. L’alimentazione è prevista attraverso una chiusa e a monte dello scarico sarà installata una briglia per trattenere eventuale materiale trasportato. Essendo il fondo della cassa più basso del piano di scorrimento del canale e non essendoci pendenza sufficiente a consentire lo scarico totale in gravità, si è prevista la realizzazione di un impianto di sollevamento dotato di tre pompe. La stazione di sollevamento permetterà lo svuotamento della cassa a pieno regime in 20 ore. Allo scopo di ridurre ulteriormente il rischio idraulico nel tratto urbano di Fontanellato, non potendo intervenire agevolmente e in sicurezza all’interno del percorso intubato, è stata prevista la realizzazione di uno scolmatore delle acque che by-pass il tratto sottopassante gli edifici esistenti.

Sui tempi di realizzazione si è ora in attesa del parere della Soprintendenza. Dopo le procedure di gara è ipotizzabile l’inizio dei lavori per giugno 2014.

 

QUADRO ECONOMICO

 

Lavori 560.000

Oneri sicurezza     20.000

Totale 580.000

 

somme a disposizione

Iva 127.600

Espropri 280.000

Spese tecniche indagini     80.000

Spese generali     42.400

Totale somme a disposizione 530.000

 

Totale 1.110.000

 

 

DESCRIZIONE DEI LAVORI

 

Scavo di sbancamento per realizzazione volume di invaso

Realizzazione di arginature invaso

Realizzazione di briglia selettiva lungo canale Ramazzone a monte della vasca

Realizzazione di manufatto sfioratore

Realizzazione di rivestimenti spondali interni alla cassa di laminazione e in tratti di cavo Ramazzone in corrispondenza delle opere di carico e scarico

Realizzazione di manufatto sfioratore dell’invaso

Realizzazione di impianto di sollevamento dotato di n.3 elettropompe sommergibili

Realizzazione di locale comandi e quadri elettrici

Realizzazione di pista di accesso perimetrale invaso e recinzione cassa

Piantumazione di siepe perimetrale (essenze autoctone)

Ripresa arginature cavo Ramazzone nel tratto di valle della cassa di progetto

Realizzazione di canale diversivo tubato (con scatolare) a monte di strada Viale IV Novembre - SP 11

 

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Parma)

 

Enti locali a confronto, su iniziativa della Provincia di Reggio Emilia, per raggiungere l'obiettivo europeo di riduzione del 20%, entro il 2020, delle emissioni di Co2 -

 

Reggio Emilia, 7 aprile 2014 -

Un patto dei sindaci, promosso dalla Provincia, per ridurre le emissioni di gas serra del 20% al 2020. L’impegno è stato formalizzato giovedì scorso, dopo che negli ultimi mesi in pratica la totalità dei Comuni del territorio, nell'ambito delle diverse Unioni, aveva aderito all'iniziativa europea per ridurre le emissioni di gas serra. I sindaci, insieme alle relative strutture organizzative, sono ora chiamati ad intraprendere il percorso che li porterà alla definizione del quadro conoscitivo energetico-emissivo sia a livello di ente sia di territorio amministrato, all'attivazione di processi partecipativi e di coinvolgimento di stakeholders e cittadini per la definizione di azioni concrete per il raggiungimento degli obiettivi che troveranno sintesi in un Piano di azione per l'energia sostenibile, da sottoporre all'approvazione dell'UE.

Come ha evidenziato l'assessore Mirko Tutino, le singole iniziative locali si aggiungono ed integrano le politiche provinciali in tema di energia e contenimento delle emissioni, che trovano sintesi nel Piano energetico provinciale (Pep) approvato dalla Giunta nel corso del 2013 e ad oggi in fase di conclusione del percorso di approvazione definitiva. Nello spirito della stessa iniziativa del “Patto dei sindaci”, per il quale la Provincia di Reggio  rappresenterà la struttura di coordinamento territoriale con funzioni di supporto e sostegno ai Comuni, il Pep – a sua volta frutto di una elaborazione partecipata e condivisa con cittadini e portatori di interesse - individua linee strategiche di azione specifiche del nostro territorio, indicando come prioritari gli interventi di risparmio e riqualificazione energetica nel settore civile ed industriale.

Proprio dalla riduzione dei consumi e quindi dei costi energetici si possono infatti ottenere risparmi che costituiscono la prima fonte di finanziamento per nuovi investimenti sull’efficientamento, che contribuiscano al raggiungimento degli obiettivi. Questo è quanto ricordato anche da Alessandro Rossi di Anci-Emilia Romagna, che ai sindaci ha illustrato le numerose possibilità di forme finanziamento attualmente presenti a livello nazionale e anticipato indirizzi a livello regionale.

Tra gli strumenti da utilizzare da parte delle amministrazioni pubbliche vi sono certamente anche i contratti di Epc (Energy Performance Contract) con ricorso alle Esco (Energy Service Company), sperimentati con successo a livello provinciale da Acer Reggio Emilia, dei quali ha parlato il presidente Marco Corradi insieme all'esperienza maturata negli ultimi anni sui temi dell'efficientamento energetico del patrimonio residenziale.

Le Unioni di Val d'Enza, Terre Matildiche e Bassa Reggiana hanno rappresentato le proprie esperienze di Unioni in termini di organizzazione politico-tecnica nel percorso intrapreso con il Patto dei sindaci, dimostrando come sia fondamentale innanzitutto la creazione di consapevolezza e la formazione preliminare di risorse umane degli enti, e quanto sia altrettanto importante definire una rete di soggetti che si confrontano e condividono a livello di Unione metodi e strumenti. Una sinergia necessaria in tutte le possibili iniziative proposte sul territorio, al fine di garantire risposte efficaci da parte degli stakeholders coinvolti per il rispetto degli impegni presi in termini di riduzione delle emissioni.

La mattinata si è conclusa con l'illustrazione di alcuni strumenti operativi indispensabili per la definizione dei Piani d’azione per l’energia sostenibile, messi a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna in collaborazione con Arpa ed Ervet, rispettivamente per la redazione dell'inventario base delle emissioni (Ipsi) e per l'individuazione -nonché futuro monitoraggio - delle azioni di piano (Clexi), conformi a quanto richiesto dal soggetto europeo di validazione dei Paes. Anna Zappoli del Servizio Energia ed economia verde ha in particolare evidenziato l'azione di sostegno della Regione nell'ambito dell'iniziativa del Patto dei Sindaci, in attuazione del Piano energetico regionale, e ha illustrato le proposte di futuri assi di intervento per l'assegnazione dei fondi Por-Fesr 2014-2020, mentre Michele Sansoni di Arpa e Francesco Tanzillo di Ervet hanno presentato gli strumenti che consentiranno di rendere omogenei, quindi confrontabili tra i diversi territori, i dati dei bilanci energetico-emissivi e la quantificazione dei contributi di riduzione derivanti dalle azioni di piano.

 


(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

 

Il presidente dell'Urber Massimiliano Pederzoli a proposito dei rumors che vorrebbero anche le Bonifiche interessate dai tagli del cosiddetto decreto "Sforbicia-Italia" -


Bologna, 7 Aprile 2014 –

Taglia corto a proposito dei rumors che vorrebbero anche le Bonifiche interessate dai tagli del cosiddetto decreto "Sforbicia-Italia", il presidente dell'Urber Massimiliano Pederzoli: «I Consorzi di Bonifica non possono essere considerati parte della pubblica amministrazione in quanto non pesano sulle casse dello Stato, in ragione di quella autonomia finanziaria e di quell'autogoverno dei consorziati, cui fanno capo le spese di funzionamento e di gestione delle opere pubbliche, finalizzate alla riduzione del rischio idraulico e alla mitigazione del dissesto idrogeologico oltre alla razionale utilizzazione dell'acqua irrigua, fondamentale per il Made in Italy agroalimentare. Sono dunque soggetti privati con funzione pubblica che non possono rientrare fra gli obiettivi della spending review».
«I Consorzi di Bonifica - continua Pederzoli – sono un buon esempio di sussidiarietà e di come il privato che si autofinanzia sopperisce alle necessità del pubblico. Immaginare di delegare le competenze di tutela del territorio e della corretta gestione delle acque irrigue ad un ente pubblico già esistente significa non aver compreso la funzione specifica e la natura dei Consorzi di Bonifica. Tutto ciò si tradurrebbe soltanto in un ulteriore aggravio di costi per il cittadino senza peraltro le adeguate garanzie di ritorni in termini di sicurezza sul territorio. Gli ultimi fenomeni naturali ne sono la testimonianza più diretta: alluvioni, terremoti e frane confermano la necessità impellente di maggiori investimenti sulla prevenzione. Questo i Consorzi lo stanno facendo e con risultati concreti».



(Fonte: ufficio stampa URBER Unione Regionale delle Bonifiche Emilia Romagna)

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa dell'Associazione Millecolori sul tema dei rifiuti -

 

Parma, 3 aprile 2014 - 

LE TROPPE GIACCHE DEL SINDACO PIZZAROTTI OVVERO: COME  HO GABBATO I PARMIGIANI – IREN AMORE MIO!!!

Il Sindaco di Parma l’1 aprile 2014 ha partecipato ad una conferenza stampa con i Sindaci di Forlì e di Coriano (Rimini) per affermare che in Emilia Romagna andrebbero chiusi diversi impianti di incenerimento rifiuti e dovrebbero rimanerne solo alcuni (forse 4 o, ancor meglio, 3). Parma ovviamente sarebbe tra quelli da non chiudere essendo l’ultimo arrivato. 

Insomma secondo la proposta del Sindaco questi 3-4 impianti dovrebbero smaltire i rifiuti dell’intera Regione.

Come si vede quando denunciavamo che Pizzarotti era ben contento di smaltire a Parma rifiuti extra provinciali, con un accordo non dichiarato con IREN, avevamo detto il vero, nonostante le vibrate proteste dei pasdaran di turno.

Comprendiamo bene il perché della mancata partecipazione del Sindaco alla prossima inaugurazione del forno inceneritore di Ugozzolo.

Infatti siamo umanamente d’accordo con la sua scelta di non partecipare, in quanto il suo sorriso non potrebbe nascondere la verità che ormai è evidente e che lo dovrebbe portare a dire::

cari parmigiani prima vi ho fatto credere ai cinesi e/o agli olandesi volanti che però, non essendo scemi, non hanno neppure presentato ad IREN una proposta d’acquisto;

2)cari parmigiani sin dall’inizio sapevo che non potevo fermare il forno ma vi ho fatto spendere tanti soldi in consulenze e vertenze varie, anche dopo che il mio super consulente ing. Rabitti aveva sconsigliato di continuare a porre in essere atti finalizzati a ritardare l’avvio dell’impianto; così facendo vi ho fatto credere di aver fatto tutto il possibile per fermare il forno;

3)cari parmigiani vi ho fatto credere che Bagnacani si sarebbe ridotto i suoi emolumenti ma lui mica è scemo (sono tanti euro, mica SCEC!) non l’ha fatto ed io comunque gli ho rinnovato il mandato;

4) cari parmigiani lo stesso ho fatto con Raphael Rossi che adesso è diventato consulente di IREN (pecunia non olet?);

5) cari parmigiani vi ho fatto credere che avrei cercato di “affamare il forno” ma, visto che IREN è IREN, è meglio alimentare il forno di Ugozzolo con rifiuti provenienti anche da fuori provincia, altrimenti come faccio a fare la mia bella figura a fianco del Presidente Profumo? Non sono mica scemo “IO”. 

Questi sono i fatti riscontrabili da tutti.

A questo punto però, tralasciando facili ironie nei confronti di siffatti concreti comportamenti-scelte rinnoviamo al Sindaco di Parma la domanda-proposta che da tempo abbiamo formulato, ovviamente senza ottenere risposta (il che non è una novità!):

A)se a Parma dovranno arrivare rifiuti provenienti da fuori provincia, ritiene corretto che i cittadini e le imprese di Parma paghino lo stesso costo di smaltimento dei cittadini ed imprese di zone che non sono dotate di impianti di smaltimento?

B)se non lo ritiene corretto (come noi riteniamo non essere corretto) quali iniziative politiche ha posto in essere ed intende porre in essere per ottenere la riduzione del costo di smaltimento per i cittadini e le imprese parmigiane?

* * * *

Recentemente l’Assessore provinciale Castellani ha dichiarato che il costo di smaltimento attuale verrà ridotto passando da € 170/t ad € 154/t. 

Questa è già una buona notizia, ma noi riteniamo che si possa ottenere di più ed è per questo che, da tempo, chiediamo al Sindaco di Parma di operare affinché i cittadini e le imprese di Parma paghino di meno rispetto ai cugini reggiani, dopo che, per oltre 13 anni, i parmigiani, per portare i loro rifiuti a Reggio (e non solo)  hanno sostenuto costi superiori.

In linea di principio non siamo contrari a che a Parma vengano smaltiti rifiuti di chi, per tanti anni, ha smaltito i nostri rifiuti ma riteniamo che, come i cittadini di Parma hanno pagato somme rilevanti al fine di tale esportazione e smaltimento, altrettanto avvenga ora in loro favore, con correlativa diminuzione della tariffa rifiuti che sono chiamati a versare.

Su questo argomento invitiamo tutte le forze politiche, economiche e sociali a porre in essere tutte le iniziative necessarie per cercare di raggiungere tale obiettivo. Noi cercheremo comunque di dare il nostro contributo a tutti quelli che, in concreto, senza prendere in giro i cittadini (proclamando delle cose per poi fare l’esatto contrario),  vorranno operare nell’esclusivo interesse della cittadinanza e non di altri.

Associazione Millecolori

 

(Fonte: ufficio stampa Associazione Millecolori)

 

L'Assessore provinciale all'ambiente Mirko Tutino fa il punto sulla situazione rifiuti nel nostro territorio e in quello emiliano-romagnolo -

 

Reggio Emilia, 3 aprile 2014 - di Ivan Rocchi

 

Nei giorni scorsi il comunicato stampa dell'associazione Millecolori di Parma ha riaperto il dibattito sulla gestione del ciclo dei rifiuti in Emilia. Messo sotto pressione dalle proteste, anche l'assessore comunale della città ducale Gabriele Folli ha dovuto esprimere i propri dubbi sull'opportunità di accogliere nell'impianto di Cornocchio 450.000 tonnellate di rifiuti provenienti da Reggio Emilia nei prossimi tre anni, anche se solo per il trattamento di separazione secco-umido. Un surplus che secondo Folli sarebbe il frutto della recente chiusura dell'inceneritore di Reggio e dei tempi lunghi per la costruzione dell'impianto di TMB (trattamento meccanico-biologico) nella frazione di Gavassa. Il sindaco vicario Ugo Ferrari e l'assessore provinciale all'ambiente Mirko Tutino hanno subito ribattuto alle accuse, sottolineando che la soluzione è temporanea e che negli ultimi 10 anni Reggio Emilia ha smaltito – non solo trattato – circa 1 milione di tonnellate di rifiuto indifferenziato proveniente da Parma. E proprio all'assessore Tutino abbiamo voluto chiedere di farci il punto sulla situazione rifiuti nel nostro territorio e in quello emiliano-romagnolo.


Buongiorno assessore Tutino. Partiamo dalla paventata emergenza rifiuti. Ha qualche dato su flussi e livello di saturazione delle discariche nel Reggiano?
Certo, sono tutti dati raccolti dall'Osservatorio provinciale rifiuti. Se parliamo di rifiuti urbani, le due discariche del nostro territorio hanno poco più di due anni di autonomia: c'è spazio per circa 360mila tonnellate di rifiuti. Infatti nel 2013 abbiamo inviato a smaltimento circa 150mila tonnellate di rifiuti urbani. La necessità di smaltimento dei rifiuti speciali è stata invece di circa 30mila tonnellate. L'inceneritore, fino al 2012, trattava meno di un terzo di questi quantitativi.


Quando sarà pronto l'impianto TMB di Gavassa?
Sarà autorizzato entro la primavera e poi sono previsti due anni tra gara e cantiere. L'attivazione avverrà quindi nel secondo semestre del 2016.

Costituirà davvero la soluzione per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti nella nostra provincia?
Il TMB non è un tradizionale impianto di smaltimento, per esempio come l'inceneritore, che "blocca" la raccolta differenziata perché ha bisogno di un flusso continuo di rifiuto indifferenziato per rimanere acceso. Invece è concepito come un trattamento da realizzare a valle di un alto livello di differenziata. Continuando a estendere il porta a porta come abbiamo fatto in questi anni (dal 2010 a oggi abbiamo triplicato i cittadini toccati da questo servizio ed entro fine anno saremo a circa 200mila utenti) e dopo l'avvio del TMB, ciò che rimane da smaltire sarà un materiale quasi inerte e di modesta quantità, circa il 10-15% del rifiuto iniziale. Si consideri che con un inceneritore un quarto del rifiuto viene trasformato in scorie e ceneri, che devono comunque essere inviate a smaltimento. Quindi nemmeno l'inceneritore chiude il ciclo dei rifiuti.


Quale potrebbe essere il futuro della raccolta e smaltimento rifiuti dopo la cancellazione delle province?
In questi ultimi tre anni abbiamo fatto salire la differenziata di 5 punti (dal 58 al 63%) su base provinciale, ridotto del 20% la quantità di rifiuti indifferenziati inviati a smaltimento. I comuni che superano il 65% di differenziata sono passati da 6 a 18 ed in alcuni di questi si è raggiunto e superato l'80%. Tutto ciò che abbiamo fatto lo abbiamo deciso insieme ai Comuni. A Reggio i sindaci hanno dimostrato solidarietà territoriale e capacità di affrontare - anche tecnicamente - il tema. Non c'è più la fiducia in bianco data al gestore, e per questo credo che il lavoro avviato sarà portato avanti al di là del destino delle province.


Però cambieranno completamente gli equilibri decisionali. E gli attori in campo sono ancora tanti: Atersir (Agenzia territoriale dell'Emilia Romagna per i servizi idrici e rifiuti), Regione, Iren, Comuni e Unioni di Comuni. Quale ruolo avranno?
Già oggi la pianificazione è diventata regionale. Le filiere di raccolta, di trattamento, e di avvio a recupero/smaltimento non possono più fondarsi sui bacini amministrativi delle province. Ciò poteva valere quando i rifiuti andavano tutti a smaltimento. Bastava avere una raccolta funzionante e alcuni impianti per lo smaltimento, dividendo il territorio per bacini di dimensioni provinciali. Il piano rifiuti regionale invece cancella l'autosufficienza delle singole province, e quindi dal 2015 si dovrà considerare l'impiantistica regionale nel suo complesso. Per questa ragione, scaduto il Piano Provinciale di Gestione Rifiuti, non abbiamo potuto rinnovarlo. Tuttavia il buon andamento della differenziata ci ha fatto arrivare alla fine del periodo senza essere in emergenza.


E' vero che bisogna ancora verificare se l'impianto di Cornocchio possa tornare in attività o meno? Esiste un piano B?
La Regione ritiene che l'obbligo di trattare i rifiuti urbani in un impianto di selezione prima del conferimento in discarica si debba attivare da subito. Noi riteniamo che portare i rifiuti fuori provincia per poi smaltirli nelle discariche reggiane non sia una soluzione economicamente e ambientalmente utile ed abbiamo proposto di fare come in Toscana: un piano per lo sviluppo della differenziata e costruzione del TMB perché entro il 2016 Reggio sia in linea con quanto previsto dalla normativa. Il Ministero dell'Ambiente si dovrà esprimere su quale sia la scelta più razionale, nel frattempo abbiamo verificato comunque tutte le strade, compreso l'utilizzo dell'impianto di Cornocchio - a Parma - per fare la selezione e riprenderci poi i rifiuti. Ma non è l'unica soluzione.


Quattrocentocinquantamila tonnellate in tre anni, a partire da luglio 2014. E' questa la richiesta, giusto?
La cifra è stata stimata dai nostri tecnici per avere un'autorizzazione sicura, hanno semplicemente calcolato 150mila tonnellate per tre anni. Ma se si andasse in quella direzione ciò che realmente verrebbe trattato sarà solo il rifiuto residuo realmente prodotto e così come - con al differenziata - ne abbiamo sempre prodotto meno di quanto previsto, anche in questo caso la cifra finale sarebbe inferiore. Senza considerare che con il rispetto dei tempi che prima descrivevo nella realizzazione del TMB, la necessità finale sarebbe intorno alle 300 mila tonnellate.


Cosa ne pensa delle polemiche seguite alla richiesta?
Mi stupisco che la Provincia di Parma, che evidentemente ha il nervo scoperto per gli scontri con il Comune sul tema rifiuti, ne abbia fatto un caso politico. Mi è sembrata campagna elettorale gratuita, per un'elezione però già superata e persa. Sono d'accordo con quello che ha scritto il Sindaco Vicario di Reggio Ugo Ferrari: "Non abbiamo spento l'inceneritore di Cavazzoli per fare dispetto a Parma. Lo abbiamo spento perché era del 1971 e perché realizzarne uno nuovo, con la raccolta differenziata in crescita e con la stessa Regione che ora prevede di disattivarne due entro sei anni, sarebbe stato economicamente e ambientalmente assurdo". Davvero non si comprende perché Parma voglia affrontare il proprio dibattito politico interno attaccando Reggio.


Chi pagherà il trasporto dei rifiuti all'andata e al ritorno?
Noi con le tariffe, ed è per questo che riteniamo sbagliata un'applicazione della normativa concepita in questo modo. Si tutela di più l'ambiente dando una mano alla Provincia ed ai Comuni perché Iren rispetti i tempi di realizzazione del TMB e sviluppi la raccolta differenziata, oppure imponendoci di far fare al rifiuto residuo un viaggio di andata e ritorno in impianti esterni al nostro territorio? Noi pensiamo la prima. E lavoreremo perché la Regione comprenda le nostre ragioni.

Pubblicato in Ambiente Emilia

Piantumate 650 nuove piante grazie al progetto “Un bosco per la città” e alla collaborazione con “Un Punto Macrobiotico”.

 

Correggio, 31 marzo 2014 -

Nel mese di marzo l’Ufficio Ambiente del Comune di Correggio, con il supporto della Bonifica Parmigiana-Moglia, ha messo a dimora 405 essenze arbustive – tra gli altri, noccioli, aceri campestri e carpini – lungo il Cavo Argine, a margine del ciclopedonale che collega via Modena a via Finzi. Altre 250 piantine, tra cui farnie, frassini e bagolari, sono state invece piantate in via Manzotti, dando così vita a un nuovo parco messo a disposizione dal Comune di Correggio. Le 650 piante si aggiungono così alle altre 150 che dal febbraio 2013 integrano il parco di via Barozzi.

L’intervento rinnova la collaborazione con il circolo culturale correggese “Un Punto Macrobiotico”, nata già nel 2005 nell’ambito del progetto “Un bosco per la città”, ideato da Mario Pianesi, pioniere della macrobiotica in Italia con l’obiettivo di migliorare la condizioni ambientali di acqua, aria e terra a favore della popolazione.

In questo modo, inoltre, Correggio rispetta la legge n.10 del 14 gennaio 2013, entrata in vigore lo scorso 16 febbraio, che regola un precedente dispositivo, datato 29 gennaio 1992, in merito all’obbligo per i Comuni di piantare entro i successivi dodici mesi, un albero per ogni neonato o bambino adottato nel corso dell’anno.

Si cerca in questo modo di contrastare, almeno in parte, la perdita di zone verdi nel Paese, che secondo una recente ricerca dell’ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – si calcola in otto metri quadrati al secondo.

 

(Fonte: Ufficio stampa Comune di Correggio )

 

 

 

  

Era in procinto l’innesco di un processo di coltivazione di produzioni OGM molto più ampio a seguito della messa a dimora di due campi privati di mais geneticamente modificato da parte Giorgio Fidenato, l'agricoltore friulano che sta sfidando regione e non solo in virtù del diritto europeo.

di Virgilio - Parma, 25 marzo 2014. 

E’ di pochi giorni fa la decisione della Regione Friuli Venezia Giulia di sospendere per 12 mesi le coltivazioni OGM sul territorio.

“L’esecutivo, come riporta una nota ADN Kronos, ha approvato lo schema di disegno di legge contenente disposizioni urgenti in materia di organismi geneticamente modificati, così come proposto dal vicepresidente della Regione, Sergio Bolzonello”. 

La disposizione della  Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia di vietare temporaneamente (12 mesi)  in via straordinaria e con carattere  d’urgenza la coltivazione di mais mette temporaneamente il punto sula controversa vicenda.

Legambiente dichiara la propria soddisfazione per voce del presidente nazionale Vittorio Cogliati Dezza: 

“Finalmente possiamo tirare un sospiro di sollievo. Ben venga la decisione della giunta regionale di disporre in via straordinaria e di urgenza un divieto temporaneo alla coltivazione di mais Ogm per 12 mesi. Si tratta di un primo passo per rendere il Fvg “Ogm free”, in attesa che la Regione cambi in via definitiva la legge del 2011 sull’impiego in agricoltura di organismi geneticamente modificati. Ci auguriamo ora che il disegno di legge in questione sia presto discusso e approvato e che l’autorità pubblica possa passare all’attacco degli Ogm, tutelando così la salute dei consumatori e il comparto agricolo italiano votato alla qualità, alla tipicità e al biologico”.

C’è da presumere, comunque, che si tratti solo di una tregua. Gli interessi in gioco sono molto elevati. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Anche quest'anno il Comune di Parma aderisce all'evento globale "Earth Hour", simbolo della lotta al cambiamento climatico promosso da WWF internazionale.

 

Parma, 28 marzo 2014 -

Si spengono le luci anche a Parma per dare un segno tangibile all'adesione alla campagna promossa dal WWF per la lotta ai cambiamenti climatici. Domani sera, in piazza Garibaldi il sindaco Federico Pizzarotti, l'assessore all'ambiente Gabriele Folli, i rappresentanti del WWF e le altre istituzioni del territorio parteciperanno al conto alla rovescia per lo spegnimento simbolico delle luci di alcuni monumenti importanti della città - Palazzo Municipale, Palazzo del Governatore, DUC e Ponte De Gasperi - che resteranno al buio per tutta la durata dell'Ora della Terra, dalle 20.30 alle 21.30.

Il sindaco Federico Pizzarotti, l'assessore Folli ed alcuni consiglieri comunali hanno dato il loro contributo in un filmato in cui si richiamano antichi proverbi in dialetto parmigiano riguardanti il clima. L'Amministrazione Comunale si dimostra così sensibile alle tematiche toccate dalla campagna globale del WWF, quali cambiamenti climatici, riscaldamento globale, necessità di drastica diminuzione di emissione di gas serra, risparmio energetico, mobilità sostenibile ed utilizzo di energie rinnovabili. "Come ogni anno – ha precisato l'assessore all'ambiente Gabriele Folli – aderiamo ad un'iniziativa che vuole essere prima di tutto motivo di riflessione in merito alle problematiche ambientali che affliggono il nostro pianeta e che hanno bisogno dell'aiuto di tutti per essere superate".

Giunta ormai alla sua ottava edizione, "Earth Hour" coinvolge cittadini, istituzioni, imprese ed esercenti di tutto il mondo in azioni concrete per dare al pianeta un futuro sostenibile e vincere la sfida del cambiamento climatico.

Si stima che nel 2013 vi abbiano preso parte oltre due miliardi di persone e solo in Italia più di centonovanta comuni. E' importante quindi questa vasta sensibilizzazione: salvare la Terra infatti si può, soprattutto a partire da piccoli gesti.
Per scoprire tutte le iniziative in programma per questa mobilitazione globale del WWF visitare il sito http://www.wwf.it/noi_facciamo/oradellaterra/ .

 

(Fonte: Comune di Parma)

 

Pubblicato in Cronaca Emilia

Aperitivo e dj set al Tecnopolo sabato 29 marzo alle 18,45 il nuovo gruppo FAI Giovani si presenterà alla città con un grande evento -

 

Reggio Emilia, 27 marzo 2014 -

Si amplia la famiglia del FAI - Fondo Ambiente Italiano reggiano. Sabato 29 marzo alle 18,45 il nuovo gruppo FAI Giovani si presenterà alla città con un grande evento al Tecnopolo: un aperitivo con dj set per dare la possibilità a tutti di conoscere l'attività degli Under 40 del FAI e di visitare un gioiello recuperato come il capannone 19 dell'area ex Officine Reggiane (piazzale Europa).

La serata sarà introdotta da Edoardo Degl'Incerti Tocci, referente FAI Giovani Reggio Emilia, cui seguiranno gli interventi dell'architetto Lorenzo Ferretti Garsi, capo delegazione FAI Reggio Emilia, e dell'architetto Andrea Oliva, progettista e direttore dei lavori del Tecnopolo.

 

"Il nostro obiettivo è avvicinare quante più persone possibile ai valori del FAI e alla sua attività - spiega Edoardo Degl'Incerti Tocci - Siamo convinti che anche nella fascia d'età 18-40 anni tanti reggiani vorranno aiutarci a promuovere e tutelare il nostro patrimonio culturale e ambientale. Per essere sempre aggiornati sulla nostra attività basta seguirci sui principali social network come Facebook (Fai Giovani Reggio Emilia), Twitter (@fai_giovaniRE)".

 

L'evento, completamente gratuito, gode del sostegno di partner importanti. Grazie a Cassa Padana, 61.1 Ristorante, Reggio Motori, Azienda Agricola Tre Colline, Olmo Antico, Plasir Dolcezze Artigianali per Passione, Cardo, Rei Reggio Emilia Innovazione.

 

Durante la serata sarà possibile iscriversi al FAI Giovani alla quota di benvenuto di 10 euro per chi ha tra 18 e 25 anni e 20 euro per gli under 40.

 

 

Fonte: ufficio stampa Gruppo FAI Giovani Reggio Emilia

e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

www.fondoambiente.it/Chi-siamo/Index.aspx?q=reggio-emilia 

 

Pubblicato in Dove andiamo? Emilia
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