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Mercoledì, 12 Febbraio 2014 11:31

Come rendere un Paese Bike Friendly?

Venerdì 14 febbraio 2014, presso la sala Mappamondo di Palazzo Montecitorio a Roma è in programma il seminario: La Ciclabilità in Europa: come rendere un Paese 'Bike Friendly' -

Parma, 12 febbraio 2014 -

Alla presenza del vice presidente della Camera dei deputati, Marina Sereni, del sindaco di Roma, Ignazio Marino, del sottosegretario di Stato al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, Erasmo D'Angelis, il seminario organizzato da FIAB - Federazione Italiana Amici della Bicicletta in collaborazione con Gruppo interparlamentare per la Mobilità Ciclistica rappresenta un importante occasione di confronto su quanto di meglio c'è in Europa, in un momento in cui l'Italia affronta modifiche di norme e cambiamenti legislativi del codice della strada e della mobilità ciclistica.

Centri cittadini dove le macchine girano al rallentatore, ovvero predominanza delle cosiddette Zone 30 ?
Pedoni e biciclette privilegiati nell'ormai incontrastato regno delle auto?
La maggior quantità di bici che si comprano e si vedono in giro (un milione 606 mila contro un milione 450 mila auto nel 2012) sono il frutto della crisi o di uno sguardo ambientalista alla viabilità?
Qual è la legislazione europea, qual è l'approccio italiano?
Servono leggi o serve soprattutto un cambio di mentalità?

Lo scambio di esperienze anche al di fuori dei confini nazionali è fondamentale e quanto mai necessario, per sviluppare una politica duratura in materia e raggiungere gli importanti obiettivi di spostamento modale, attraverso la definizione, per la prima volta nel nostro Paese, di una "Legge quadro per la Ciclabilità in Italia", quale punto di riferimento univoco a livello nazionale.

Impegnata da tempo a colmare lo spread con L'Europa sul tema della ciclabilità e delle mobilità urbana -attraverso iniziative e proposte concrete di tipo informativo, istituzionale e di ricerca- FIAB ha invitato al seminario, tra gli altri, Frederik Depoortere, Dirigente Ciclabilità della Regione di Bruxelles, per condividere l'esperienza di ciclabilità avanzata attuata nella capitale belga.

LA CICLABILITA' IN EUROPA:
COME RENDERE UN PAESE "BIKE FRIENDLY".

LEGGI E NORME A CONFRONTO PER LA DEFINIZIONE DI UNA
LEGGE QUADRO PER LA CICLABILITÀ IN ITALIA.

Venerdì 14 febbraio 2014 - ore 9.00-13.00
Sala del Mappamondo, Palazzo Montecitorio - Roma

Programma:

ore 9.00 - Indirizzi di saluto
Marina Sereni, Vice Presidente della Camera dei deputati
Ignazio Marino, Sindaco di Roma
Erasmo D'Angelis, Sottosegretario di Stato al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti

Intervento Introduttivo
Giulietta Pagliaccio, Presidente FIAB – Federazione Italiana Amici della Bicicletta

ore 10.00 - Prima sessione: l'Europa
Le esperienze dei Paesi europei a ciclabilità avanzata: da dove cominciare, quali le tappe di un processo di cambiamento, come affrontare il dissenso e le resistenze al cambiamento, come coordinare una politica nazionale per la mobilità ciclistica, come coinvolgere attori diversi per l'intermodalità, le campagne di promozione.
A cura di Valerio Parigi - responsabile Ciclabilità e Mobilità urbana FIAB
Con la partecipazione di Frederik Depoortere, dirigente Ciclabilità della Regione di Bruxelles

Interventi
on. Antonio Decaro - Presentazione bozza legge quadro nazionale sulla mobilità ciclistica
on. Diego De Lorenzis - Presentazione legge contrasto al furto

ore 11.30 - seconda sessione: l'Italia
La politica, le leggi, le norme, i tecnici: il successo si conquista insieme.
Un confronto tra esperti moderato dall'on. Paolo Gandolfi con la partecipazione di
Enrico Chiarini - FIAB
Edoardo Galatola - FIAB
Alfredo Drufuca - Polinomia
Matteo Dondè - libero professionista
Sergio Dondolini - Ministero Infrastrutture e Trasporti
Giuseppina Ferrannini - Ministero Infrastrutture e Trasporti
Pierfrancesco Maran - Delegato ANCI Trasporto Pubblico Locale e Mobilità
Andrea Colombo – Assessore Mobilità e Trasporti Comune di Bologna

Il seminario è organizzato in collaborazione con il gruppo Interparlamentare per la Mobilità Ciclistica.

(Fonte: ufficio stampa Bicinsieme Fiab Parma)

 

Domenica, 09 Febbraio 2014 09:13

Termoconvertitore, tra realtà e polemica

 

 

- Comunicato stampa di Civiltà Parmigiana - 

- Parma 9 febbraio 2014 - 

 

Un dato scientificamente certo divulgato recentemente dall’ASCOM evidenzia come  “il 70% delle emissioni nocive derivi dalle esalazioni di riscaldamenti, industrie, agricoltura, etc.  mentre il restante 30% derivi dal traffico veicolare. Di questo, solo il 20% (pari dunque al 7% sulle emissioni complessive di PM10) è imputabile al traffico urbano, mentre il 30% deriva dal traffico autostradale e il 50% dalla circolazione su strade extra urbane (fonti ARPA E.R.)”.

A fronte di questi dati oggettivi l’amministrazione, e in particolare l’assessore Folli, ai già inutili ma anche problematici  provvedimenti riguardanti il blocco del traffico domenicale e infrasettimanale, intende ora riesumare la “mummia” delle targhe alterne. In sintesi l’idea sarebbe di combattere  il 7% dell’inquinamento delle emissioni complessive di PM10 appiedando il 50% dei cittadini. Una lotta anacronistica alle automobili che va nella direzione soltanto di irritare la cittadinanza piuttosto che affrontare pragmaticamente i già tanti problemi locali.

Dopo questa doverosa premessa vorremmo riportare l’attenzione al restante 70% delle emissioni nocive (scusate se è poco). Viene spontaneo suggerire, oggi ancor più di ieri, vista la pace sancita tra il Comune e Iren, che venga completata una delle funzione più utili del termovalorizzatore ovvero il teleriscaldamento. 18.000 caldaie cittadine verrebbero spente definitivamente con grande e immediato vantaggio ambientale ed economico consentendo un libero, seppure regolamentato, accesso al centro storico.

Sempre legato al tema del termovalorizzatore occorre sottolineare come la partita legale sia terminata a sfavore della amministrazione comunale la quale, se l’interpretazione verrà confermata, dovrà risarcire IREN di 7 milioni di euro dovuti al secondo blocco dell’attività e quantificati dalla multiutility in 250.000 euro al giorno.

Un danno (se confermata la sentenza) non irrilevante che graverà su tutti non essendo il comune un’entità astratta ma un ente pubblico territoriale i cui errori si ripercuotono inevitabilmente sulle teste dei cittadini. 

Considerando che un inverno è già trascorso, Civiltà Parmigiana, perseguendo invece logica e buonsenso, invita il Sindaco, anche in quanto primo cittadino di un comune socio di IREN,  a dimostrare fermezza e autorevolezza nel pretendere da parte dell’azienda il completamento delle opere e dei relativi allacciamenti per il teleriscaldamento in considerazione delle spese già sostenute e della necessità di ridurre drasticamente le emissioni di polveri sottili.

Non vorremmo mai pensare che l’amministrazione comunale si fosse troppo affezionata ai suoi slogan propagandistici elettorali in merito al “diabolico forno”, trascurandone i fondamentali aspetti di utilità.

Ci auguriamo che il Movimento 5 Stelle, dopo aver perso la sua crociata contro il termovalorizzatore, non voglia perdere anche la “guerra con l’inquinamento”.

Civiltà Parmigiana

Il coordinatore Cecilia Zanacca

 

 

 

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 06 10 Febbraio 14

 

 

 

SOMMARIO

Anno 13 - n° 06 - 10 Febbraio 14

(PDF Scaricabile)

SOMMARIO

Anno 13 - n° 06 10 Febbraio 14

1.1 editoriale

A caccia di petroldollari per sconfiggere la crisi 

3.1 Lattiero Caseario

Stabili i DOP, prosegue la discesa dei listini dei derivati del latte                                    

4,1 credito imprese

Reggio Emilia, “Le opportunità di accesso al credito per lo sviluppo dell'impresa agroalimentare”

5,1 inflazione

Istat, cambia la composizione del paniere

5,2 nomine

Patfrut, Piero Emiliani  è il nuovo presidente 

5,3 eventi

BIT 2014, tre giorni invece di 4 e altre novità

6,1 ambiente

Future Build, progettare smart city. Parma 13 - 16 febbraio 

7.1 Confcooperative        

I debiti della pubblica amministrazione

 

 

Cibusonline copertina n°6 del 10 febbraio 2014

 

 

 

 

 

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

 

 

Riqualificazione ambientale e edilizia a impatto zero. Future Build EXPO a Parma dal 13 al 16 febbraio.

 

Parma, 6 febbraio 2014 -

 

 

Il tema della riqualificazione ambientale e dell’edilizia ad impatto zero è sempre più attuale. Con la profonda  crisi del settore delle costruzioni  è necessario un deciso cambio di rotta, attraverso il recupero degli edifici dei centri storici, la costruzioni di nuovi impianti abitativi ecocompatibili e piani urbanistici che non prevedono consumo di suolo.
Sono questi, ed altri ancora, i temi affrontati da Future Build Expo, il salone della sostenibilità, in programma dal 13 al 16 febbraio alle Fiere di Parma. La manifestazione, alla sua seconda edizione dopo il successo dei 20.000 visitatori l’anno scorso, vuole porre al centro la ricerca di nuovi approcci al settore edile. 

I temi principali

“Riqualificazione energetica degli edifici, nuovi spazi verdi dentro le mura, nuova concezione della mobilità e servizi innovativi per far rivivere la città”. Questo deve essere, secondo i promotori della fiera, il “modello italiano”, che punti molto sulla rigenerazione dei centri storici, che in Italia sono un patrimonio, e che ci rendono diversi dal resto del mondo. “Riqualificare l’esistente” dunque, ma anche pensare ai nuovi Ecoquartieri, che rispondano alla necessità di risparmio e buona gestione delle risorse, con un occhio sempre attento a quelle che sono le necessità della qualità della vita. 

Opportunità e idee

Un’eco-edilizia consapevole, che si smarchi dalla filosofia del cemento ad ogni costo, ma con uno sguardo anche agli affari. “Il salone è realizzato con il coinvolgimento e la collaborazione di tutti gli attori della filiera dell’edilizia”; un network che crei impulso per l’innovazione, fare sistema per affrontare il futuro di questo ambito di mercato. Quindi la presenza dell’università, ma anche di grandi imprese internazionali, per dare la possibilità di conoscere settori che rispondono a culture, norme e filosofie diverse del costruire, ma anche di farsi conoscere sul mercato europeo ed internazionale.
All’interno della quattro giorni diverse conferenze sui temi più attuali, ma anche aree dimostrative e workshop, per mostrare “sul campo soluzioni operative ed applicative”.

Pubblicato in Economia Emilia

Anas conferma l'impegno sulla Statale 63 principale collegamento verso l'Appennino reggiano, il Passo del Cerreto e, quindi, la Toscana. Gennari: "Altro passo avanti verso una soluzione" -

Reggio Emilia, 7 febbraio 2014 -


Tra i diversi dissesti che hanno colpito negli ultimi anni l'Appennino emiliano, uno dei più complessi è quello verificatosi a Piagneto di Collagna. La frana ha danneggiato gravemente un tratto della Statale 63, principale collegamento verso l'Appennino reggiano, il Passo del Cerreto e, quindi, la Toscana.
Il dissesto ha subito un peggioramento nella primavera del 2013, dovuto alle nevicate e alle piogge abbondanti, ed è stato monitorato continuamente ed attentamente con il lavoro degli esperti del Servizio tecnico di bacino della Regione, dell'Università di Modena e Reggio Emilia, dei tecnici del Comune di Collagna e della Regione Emilia-Romagna, che ha l'anno scorso ha assegnato un sostegno finanziario per proseguire l'attività di monitoraggio dei dati.
Ma in questi giorni si è fatto un importante passo avanti verso il ripristino della strada dissestata. "A seguito delle tante lettere inviate e dei numerosi contatti diretti, abbiamo ricevuto la risposta da parte del presidente di Anas Pietro Ciucci, che ci conferma l'impegno a proseguire con la progettazione per avviare gli interventi di ripristino entro la fine del 2014" annuncia l'assessore alle Infrastrutture della Provincia di Reggio Emilia Alfredo Gennari. "I lavori per la frana di Piagneto sulla Statale 63 sono stati inseriti nella bozza di Contratto di Programma 2014, ora è necessaria l'approvazione da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti".
La gravità di questo movimento franoso aveva comportato la chiusura di un tratto di quasi 200 metri della Statale 63, l'asse centrale della viabilità montana della nostra provincia. Chiudere completamente la circolazione su una strada così importante non era possibile, ma grazie al lavoro di squadra tra Provincia di Reggio Emilia, Regione Emilia-Romagna e Comune di Collagna si è trovata una soluzione alternativa, ripristinando in quel punto un tratto della vecchia Ss 63.
"Grazie alla riapertura del vecchio tracciato della Statale, è stato possibile evitare un blocco della circolazione che avrebbe rappresentato un grave danno per tutte le persone che ogni giorno devono spostarsi per affari e non solo – continua l'assessore Gennari - Nonostante questo sia stato evitato, occorre effettuare gli interventi per il ripristino del tratto di Statale 63 danneggiato, anche se si tratta di un dissesto grande e complesso. Oggi Anas considera questi lavori tra le sue priorità e prevede di appaltare i lavori entro la fine del 2014. Solo attraverso il grande lavoro di squadra a livello locale e con i nostri rappresentanti a Roma si è riusciti ad ottenere per il territorio reggiano una risposta concreta".
Infatti sono state essenziali la sinergia e la collaborazione che si sono formate tra il sindaco di Collagna Paolo Bargiacchi, la senatrice Leana Pignedoli, l'onorevole Maino Marchi, l'ex capo dipartimento del Compartimento Anas di Bologna Fabio Arcoleo, il responsabile del Servizio Tecnico dei Bacini della Regione Emilia-Romagna Gianfranco Larini ed i relativi tecnici, il professor Alessandro Corsini del Dipartimento di Scienze della terra dell'Università di Modena e Reggio e la Provincia di Reggio Emilia, inclusi gli uffici del Servizio Infrastrutture. Gli incontri nella sede centrale di Anas a Roma, gli studi effettuati e il costante monitoraggio della situazione hanno fatto in modo che, malgrado la perdurante congiuntura economica e i tagli alle risorse pubbliche, per la frana di Piagneto si intraveda una soluzione vicina.

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

 

I sei esperti indicati dalle Università dovranno analizzare le cause della rottura arginale del Secchia: tra gli esperti Paolo Mignosa direttore del Dipartimento di Ingegneria civile, dell'ambiente, del territorio e architettura - Università di Parma e  Stefano Orlandini professore associato di Costruzioni idrauliche e marittime e idrologia, Dipartimento di Ingegneria - Università di Modena e Reggio Emilia-

Bologna, 7 febbraio 2014 -

Si è insediata oggi la Commissione scientifica istituita dalla Regione Emilia-Romagna per analizzare e valutare le cause della rottura arginale del fiume Secchia.
I nominativi sono stati forniti dai Rettori delle Università di Bologna, Ferrara, Modena-Reggio Emilia, Parma e Padova, alla quale è affidato il coordinamento dei lavori. A questi Atenei, che vantano Dipartimenti particolarmente qualificati in materia idraulica e geotecnica, la Regione aveva chiesto di indicare la disponibilità di esperti di elevato profilo tecnico-scientifico che potessero prendere parte alla Commissione, creata per acquisire valutazioni tecniche indipendenti e garantire la massima terzietà di giudizio.
"Ringrazio i Rettori delle Università e i docenti che si sono resi disponibili a svolgere questa attività così importante per ricercare le risposte che tutti noi attendiamo", ha affermato il presidente della Regione Vasco Errani.


Questi i docenti universitari nominati:

Armando Brath professore ordinario di Costruzioni idrauliche e marittime e idrologia - Università di Bologna
Luigi D'Alpaos professore di Idrodinamica, Dipartimento di Ingegneria idraulica, marittima, ambiente e geotermia - Università di Padova
Vincenzo Fioravante professore ordinario di Geotecnica, Dipartimento di Ingegneria - Università di Ferrara
Guido Gottardi professore straordinario di Geotecnica - Università di Bologna
Paolo Mignosa direttore del Dipartimento di Ingegneria civile, dell'ambiente, del territorio e architettura - Università di Parma
Stefano Orlandini professore associato di Costruzioni idrauliche e marittime e idrologia, Dipartimento di Ingegneria - Università di Modena e Reggio Emilia

Presidente della Commissione scientifica è nominato il professor Luigi D'Alpaos. /EC

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

Tra i vegetali analizzati, 20 sono affetti da problemi strutturali che potrebbero portare alla caduta dell'intera pianta o di alcune parti -

Piacenza, 5 febbraio 2014 -

Sarà eseguito nei prossimi giorni, per ragioni di sicurezza e incolumità dei cittadini, l'abbattimento di alcuni alberi che presentano condizioni di instabilità, rilevate nei mesi scorsi tramite il monitoraggio condotto con la tecnica internazionale del Visual Tree Assessment che calcola, inserendo i dati visivi e strumentali in un software, le possibilità di cedimento o schianto. Per gli esemplari compromessi in modo evidente si è proceduto a una verifica da parte dell'Ufficio comunale per il Verde.
Tra i vegetali analizzati, 20 sono affetti da problemi strutturali che potrebbero portare alla caduta dell'intera pianta o di alcune parti: si tratta di due sofore in via Da Sangallo, due tigli in via Lanza, una ceppaia di pioppo nel parcheggio di viale Malta, due aceri in via Cozzi a Quarto, due robinie nell'asilo di via Sarmato, due aceri in via Casteggio 35, due tigli in via Cella 67-69, due robinie in strada Bobbiese 108, due tuie antistanti la scuola Mazzini in piazza Cittadella, un tiglio nel giardino Anguissola di via Vitali, una ceppaia di gelso in corso Europa e un albero in via Salvo D'Acquisto a Pittolo.
La tabella riepilogativa e le fotografie degli esemplari in questione, così come i dati dettagliati dell'analisi Vta, sono a disposizione presso l'Ufficio Verde di viale Beverora 57. 
L'assessore alla Città Sostenibile Luigi Rabuffi ricorda che "a fronte degli 80 abbattimenti resisi purtroppo necessari nel corso del 2013, sono state messe a dimora durante l'anno ben 169 piante nelle aree verdi di nuova lottizzazione o riqualificate, di cui 16 tra via Sanzio e via Da Vinci, 125 in strada di Quartazzola a Vallera e 28 piante da frutto nel giardino tra via Cremona e via Emilia Parmense. A queste vanno aggiunti 18 alberi da frutto nelle aree scolastiche comunali, donate da Leroy Merlin, nonché le 1500 piantine forestali assegnate dalla Regione Emilia Romagna, di cui metà è stata distribuita alla cittadinanza, l'altra metà messa a dimora in adempimento alla normativa che prevede un albero per ogni neonato e per ciascun minore adottato. Sempre nel 2013 – specifica l'assessore – sono state richieste e ottenute dal vivaio forestale regionale 1700 piantine già distribuite, per il 50%, ai privati cittadini e in attesa, per la parte restante, di essere collocate nelle aree verdi comunali. Senza dimenticare, infine, i 24 platani e i 6 carpini che abbiamo piantumato, rispettivamente, lungo il Pubblico Passeggio e in piazza Duomo, grazie ai finanziamenti ottenuti da Comieco per la vittoria alle Cartoniadi".

(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)

 

L'impianto per il trattamento meccanico biologico dei rifiuti dovrebbe sorgere nel 2017, sono ancora tanti però a non vedere l'apertura del Tmb come una vittoria...

 

di Ivan Rocchi - Reggio Emilia, 5 febbraio 2014 -

In questi giorni si è tornato a parlare dell'impianto per il Tmb (trattamento meccanico biologico) dei rifiuti che dovrebbe sorgere nel 2017 a Gavassa, una frazione di Reggio che dista poco più di 2 chilometri dal centro città, ma immersa nella campagna. Una volta costruito l'impianto, infatti, sarà possibile chiudere la discarica di Poiatica di Carpineti, nell'appennino reggiano, in funzione dal 1996. Recentemente la discarica è stata oggetto di un duro attacco anche da parte di due parroci di Toano – comune che dista circa 5 chilometri da Carpineti – per i cattivi odori che emana e il sospetto di un aumento nella mortalità infantile nella zona. Ma a Poiatica potrebbero comunque arrivare altre 100.000 tonnellate di rifiuti all'anno fino al 2020. La decisione sarà presa a breve in Regione.
Sono ancora tanti però a non vedere l'apertura del Tmb come una vittoria. Tra questi c'è Gianluca Vinci, segretario provinciale della Lega Nord e candidato sindaco a Reggio nelle prossime amministrative, che accusa le forze politiche di tacere sul tema. "Trattandosi di una area agricola poco abitata – dice Vinci - non vi è interesse elettorale ad agitare gli animi. Ma si ignora il fatto che si tratta di una enorme struttura, che cambierà per sempre la faccia della nostra città e l'ingresso dai vicini comuni di Correggio e San Martino, trovandosi all'intreccio della vecchia statale e della nuova tangenziale".
Il segretario del Carroccio attacca soprattutto il Comune, che "dopo tante rassicurazioni circa uno stop alla cementificazione del territorio agricolo, creerà un enorme centro deposito rifiuti proprio alle porte di Reggio e di fianco a campi che continueranno ad essere coltivati". Vinci rivendica fino in fondo le scelte della Lega, "l'unica forza politica in Comune a votare contro la realizzazione di tale costruzione". E definisce invece "incredibile" l'assenso dato al progetto da parte dei partiti di minoranza, tra i quali anche il Movimento 5 Stelle.
Insomma, il progetto ormai non ha ostacoli. Eppure le alternative ci sarebbero, secondo Vinci. Per esempio reperire aree industriali dismesse, lontane dalle vie principali di accesso alla città e che permetterebbero di risparmiare il territorio agricolo. "Speriamo che la prossima amministrazione comunale blocchi e ripensi complessivamente l'intera opera; troppo spesso le forze politiche si scoprono ambientaliste solo in presenza di nutriti comitati di residenti", conclude in tono caustico Gianluca Vinci.

Pubblicato in Ambiente Emilia

Attenzione nelle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Appennino forlivese, intanto scendono a 100 gli sfollati assistiti dalla Protezione civile nel modenese -

Bologna, 3 febbraio 2014 -

Rientra lo stato di allarme per il Reno, ma resta vigente quello di preallarme piena per i comuni di Molinella (BO), Argenta (FE), Alfonsine, Conselice e Ravenna (RA). Ancora attive le allerte per piena dei fiumi Secchia e Panaro, emesse lo scorso 19 gennaio. Dichiarata la cessazione della fase di rischio più elevata per Santerno, Senio, Samoggia e Setta.
Da ieri, domenica 2 febbraio, e fino a venerdì 7 febbraio l'Agenzia regionale di Protezione civile ha attivato lo stato di attenzione per criticità idrogeologica nelle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Appennino forlivese. In particolare sono interessati i bacini dell'alto Lamone - Savio, Reno, Secchia e Panaro, Trebbia-Taro e Pianura di Parma e Piacenza. Il provvedimento - emesso sulla base del bollettino di monitoraggio e l'avviso di criticità idrogeologica di Arpa (Agenzia regionale per la prevenzione e l'ambiente) - si è reso necessario a causa della prevista ripresa delle precipitazioni, che potrebbero aggravare le condizioni del terreno già messo a dura prova nei giorni scorsi e attivare nuovi dissesti.
Nel frattempo sono scesi a un centinaio gli sfollati dalle aree allagate assistiti dalla Protezione civile, la maggior parte dei quali alloggiati in alberghi modenesi. Ad essi si aggiungono i 54 ospiti di Villa Anna, trasferiti in parte all'ospedale di Baggiovara e in parte in strutture private.
Continua il presidio sugli argini dei fiumi Secchia e Panaro e sui canali principali, con squadre di pronto intervento che stanno effettuando lavori di sistemazione resi necessari dal verificarsi di piccoli cedimenti e dalla presenza di tane di animali. Il presidio è effettuato da Aipo, dai volontari della Protezione civile e dall'Esercito.
A Modena alle 18,30 di ieri è stata riaperta, in entrambi i sensi di marcia, la strada statale 12 "Canaletto", chiusa al traffico nei giorni scorsi per consentire l'accesso ai mezzi diretti al cantiere sull'argine del Secchia. Restano invece chiusi il ponte dell'Uccellino a Modena, in prossimità del cantiere, e il ponte Motta a Cavezzo.
Questa mattina a Bastiglia è ripresa regolarmente l'attività in tutte le scuole di ogni ordine e grado, sia statali sia paritarie. /EC

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

In vista dell'aumento dei livelli sia su Secchia che Panaro è stato disposto dal Centro unificato di Protezione civile di Marzaglia il coordinamento dell'organizzazione della vigilanza rinforzata sugli argini -

Modena, 30 gennaio 2014 -

A causa del maltempo è scattata dal pomeriggio di oggi la fase di preallarme sui fiumi modenesi. I livelli dei fiumi sono costantemente monitorati, ma in vista dell'aumento dei livelli sia su Secchia che Panaro, prevista a partire da questa notte, dal Centro unificato di Protezione civile di Marzaglia è partito il coordinamento dell'organizzazione della vigilanza rinforzata sugli argini.
Tenendo conto anche delle ripetute recenti piene e le particolari condizioni dei corsi d'acqua dopo l'alluvione, tecnici di Aipo e volontari presidieranno dal tardo pomeriggio gli argini di Secchia e Panaro oltre che dei canali principali interessati nei giorni scorsi dall'alluvione.
Le squadre di sorveglianza saranno seguite dagli operatori di ditte specializzate in grado di intervenire immediatamente per ripristinare eventuali situazioni a rischio come fessurazioni, infiltrazioni, buche o cedimenti. Previste anche sei aree di stoccaggio di mezzi e materiali da utilizzare in caso di intervento.
Anche nella giornata di ieri, i tecnici del Centro unificato di Protezione civile di Marzaglia hanno effettuato una serie di sopralluoghi per verificare la situazione dei canali interessati dagli interventi per favorire il deflusso delle acque e proprio in vista del peggioramento delle condizioni meteo.
Intanto sull'argine del Secchia a S.Matteo proseguono i lavori di Aipo per ripristinare definitivamente la sommità arginale che è stata ulteriormente alzata.

(Fonte: Provincia di Modena)

 

Pubblicato in Cronaca Emilia
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