Un centinaio di lavoratori reggiani hanno partecipato al presidio organizzato da Cgil, Cisl e Uil davanti alla Camera dei Deputati per chiedere il finanziamento della cassa in deroga. I sindacati avvertono il Governo: "Nella nostra provincia 3.000 persone rischiano di rimanere senza lavoro e senza reddito".
Reggio Emilia, 23 luglio 2014 – di Ivan Rocchi
Circa 100 lavoratori reggiani hanno preso parte al presidio che si è tenuto ieri davanti a piazza Montecitorio a Roma, organizzato dalle segreterie nazionali di Cgil, Cisl e Uil. L'obiettivo, che sarà ribadito domani con un altro picchetto, è quello di sollecitare il Governo a finanziare la cassaintegrazione in deroga per tutto il 2014.
Sono 32.000 i lavoratori dell'Emilia-Romagna coinvolti in questa vicenda, e da settembre rischiano di rimanere senza lavoro e senza reddito. A Reggio Emilia sono circa 3.000, per la maggior parte dipendenti di piccole e piccolissime imprese di tutti i settori, dal manifatturiero, al commercio, ai servizi. Ma tra questi ci sono anche lavoratori dipendenti di grosse imprese in difficoltà, come la Newlat (ex Giglio).
Tra le richieste dei sindacati c'è anche quella di un cambio radicale del decreto a prossima firma del Governo, che modificherebbe la cassaintegrazione in deroga, limitandone l'utilizzo a soli 8 mesi all'anno già a partire dal 2014.
"L'accordo sottoscritto con la Regione Emilia Romagna lo scorso 30 Giugno proroga l'utilizzo delle cassaintegrazione in deroga fino al 31 Agosto 2014 – concludono i sindacati nel comunicato -, ma le lavoratrici e i lavoratori coinvolti dalle sospensioni, già in attesa da 6 mesi del pagamento delle prestazioni da parte dell'INPS, a queste condizioni cioè senza fondi governativi a disposizione, resteranno senza reddito per ancora molte settimane".