Cinque, in totale, i provvedimenti cautelari emessi dal Tribunale di Modena per la banda che il 19 settembre scorso, rapinò l'ufficio postale, per poi tentare un secondo colpo nella filiale della Banca Popolare dell'Emilia Romagna di via Giardini -
Modena, 10 aprile 2014 -
Le indigini avviate dalla Squadra Mobile hanno portato a cinque arresti tra autori ed complici di due rapine consumate a Modena, in un ufficio postale ed in un istituto di credito, il 19 settembre dello scorso anno.
Poco prima delle nove, i due soggetti, con marcato accento campano, hanno rapinato l’ufficio postale di via Vaccari, dal quale sono usciti con circa € 3.000,00 e successivamente tentato una seconda rapina presso la filiale della Banca Popolare dell’Emilia Romagna di via Giardini. In questa però grazie al sistema di protezione denominato “cash guardian”, non sono riusciti nell'intento, dileguandosi e lasciando perdere le proprie tracce.
Le indagini, avviate dagli operatori della Squadra Mobile si sono concentrate su uno scooter di colore bianco con sella marrone utilizzato dai malviventi e di proprietà di un pregiudicato modenese il quale, dopo quattro giorni dalla consumazione dei due reati, ne ha denunciato il furto. E’ emerso che il soggetto in questione aveva frequenti contatti con un uomo di nazionalità italiana originario di Mugnano di Napoli (Na).
E’ stato, poi, accertato, analogamente, che anche l’altro complice aveva frequenti rapporti con soggetti di origine campana, pregiudicati per reati specifici.
Attraverso l’utilizzo di sistemi tecnico-investigativi, la Polizia di Modena è riuscita a individuare i due soggetti, entrambi pluripregiudicati ed uno dei quali latitante, destinatario di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Camerino sempre per analogo reato.
Cinque, in totale, i provvedimenti cautelari emessi dal Tribunale di Modena. Oltre ai due a carico degli autori materiali ne sono stati emessi altri tre in danno di un napoletano, un palermitano ed un modenese che, a vario titolo, hanno concorso nei reati.
Alla fine, l’esito dell’attività si è conclusa con la notifica dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere per uno dei soggetti; due sono stati sottoposti agli arresti domiciliari, con applicazione di braccialetti elettronici; per altri due indagati è stata applicata la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.