Egregio Direttore,
ci fu un tempo in cui la sinistra e il popolo erano quasi la stessa cosa. Adesso in tutto il mondo le classi lavoratrici, i mestieri operai vecchi e nuovi, cercano disperatamente protezione votando a destra perché per troppi anni le sinistre hanno abbracciato la causa dei top manager; hanno cantato le lodi del globalismo che impoverisce tanti in Occidente e non solo. La sinistra non ha corretto gli errori, anzi, è diventata il partito dello spread, il partito che tifa per l'Europa «a prescindere», che venera i miliardari radical chic della Silicon Valley, nuovi padroni delle nostre coscienze e manipolatori dell'informazione. Tra i guru progressisti vengono cooptate le star di Hollywood e gli influencer sui social media, purché pronunciano le filastrocche giuste sul cambiamento climatico o sugli immigrati. Non importa che abbiano conti in banca milionari, i media di sinistra venerano queste celebrità, mentre trattano con disgusto quei bifolchi delle periferie che osano dubitare dei benefici promessi dal globalismo.
Poi parlando delle elezioni americane, se c’è un aspetto che incuriosisce nel risultato è il voto dei cosiddetti ceti popolari, è indubbio che hanno scelto Trump respingendo l’offerta della sinistra, ovvero del Partito democratico, quindi sono stati smentiti non solo i sondaggisti ma anche gli appelli di quasi tutto il circo mediatico fatto di artisti, cantanti, attori, sportivi e predicatori vari, ovviamente tutti miliardari, come del resto lo è lo stesso Trump. Un elemento, questo, che ha evidenziato la perdurante incapacità della sinistra di saper intercettare i bisogni, le istanze e le domande proprio di quei ceti popolari che si vantava di rappresentare nella propaganda elettorale. Ora, è decisamente difficile tracciare un confronto tra le elezioni americane e quelle che si svolgeranno nel nostro paese, perché ci sono comunque sia, delle costanti che non si possono facilmente rimuovere. Ecco perché, al di là delle ricadute concrete che la vittoria di Trump avrà sul nostro Paese e nell’intera Europa, forse è arrivato anche il momento affinché la sinistra italiana salottiera, aristocratica e alto borghese si ponga una semplice domanda: ma per chi voteranno i ceti popolari?
Parma 08 novembre 2024