Magra consolazione per i 58 lavoratori impiegati, che riceveranno incentivi se si trasferiranno in provincia di Bergamo -
Reggio Emilia, 25 marzo 2014 - Ivan Rocchi
Si è conclusa ieri la vertenza alla Capriolo Venturini, una delle imprese storiche della provincia reggiana nel settore delle arti grafiche. E sicuramente molti dei 58 lavoratori occupati nello stabilimento di San Martino in Rio non saranno soddisfatti del risultato. Alla fine il Gruppo Pozzoni, che nel 2011 aveva acquisito l'azienda, ha deciso la sua chiusura e il trasferimento delle attività produttive da San Martino alla sede centrale del gruppo, che si trova a Cisano Bergamasco.
Tutto è iniziato il 18 febbraio scorso, quando la proprietà aveva cominciato a far smontare le macchine e i lavoratori si erano opposti a questo smantellamento. Poi è partita la trattativa, che ha visto i lavoratori di San Martino in Rio presidiare lo stabilimento per tre settimane a salvaguardia del posto di lavoro e degli impianti produttivi. Nonostante queste azioni e il diretto interessamento dei sindacati e della Provincia di Reggio Emilia, in un incontro che si è tenuto giovedì scorso il Gruppo Pozzoni aveva dichiarato di non essere più interessata al mantenimento del sito produttivo di San Martino, anche a fronte dell'eventuale riduzione del canone di locazione da parte della Civi Holding, proprietaria della sede.
L'epilogo della vicenda è arrivato ieri mattina nella sede della Provincia, dove si è svolto l'incontro tra Maurizio Vercelli, direttore delle Risorse Umane della Capriolo Venturini, Vanni Salatti, funzionario del Servizio lavoro della Provincia, le organizzazioni sindacali Fistel-Cisl e Slc-Cgil di Reggio e le rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) dello stabilimento di San Martino in Rio. Alle 13.30 è arrivato l'accordo, che istituisce qualche tutela per i lavoratori.
"In particolare – spiegano i sindacati in un comunicato -, siamo riusciti a garantire il termine della cassa integrazione straordinaria al 1 dicembre e alla fine l'eventuale mobilità incentivata per quei lavoratori che non seguiranno l'azienda. In più, ci sarà un tetto alle giornate di trasferta per un massimo di 20 lavoratori, da effettuare entro la fine di settembre, e condizioni di miglior favore rispetto al contratto nazionale per eventuali lavoratori che decidano di trasferirsi definitivamente a Cisano Bergamasco".
"L'impegno profuso da tutti i partecipanti alla vertenza per tenere sul territorio il sito produttivo di San Martino purtroppo non è riuscito – prosegue il comunicato -, anche per la decisione di una azienda che aveva probabilmente già pianificato tutto a partire dall'acquisizione nel 2011 della Capriolo Venturini, operazione reiterata in tutto il territorio nazionale. La responsabilità sociale di questi gruppi è praticamente nulla. Crediamo che una legge o che la partecipazione dei livelli sindacali nazionali anche a fronte dei rinnovi dei contratti di lavoro possa costituire una soluzione a questo problema, per evitare il verificarsi di impoverimenti produttivi e occupazionali del nostro territorio".